Strutture di ricevimento all'aperto e turismo itinerante

Anno
2024

A dicembre 2022 è stato pubblicato il Regolamento Regionale n. 11/R del 29/12/2022 in attuazione dell’articolo 19 della legge regionale 22 febbraio 2019, n. 5 (disciplina dei complessi ricettivi all’aperto e del turismo itinerante) riguardante le nuove norme di riferimento per le attività di campeggio, villaggio turistico, aree per il turismo itinerante.

L’entrata in vigore di tale regolamento sarà a far data dal 13.01.2023 e produrrà l’efficacia operativa della suddetta Legge, in armonia con i principi e le finalità espressi dall’art. 1 e che si sintetizzano nel seguito: 

  • riconoscimento del ruolo strategico del turismo all'aperto per lo sviluppo economico, sociale e occupazionale della Regione;
     
  • incremento della crescita competitiva dell'offerta del sistema turistico regionale, anche ai fini dell'attuazione del riequilibrio territoriale dei flussi turistici e in relazione all'opportunità di indirizzare le presenze verso le aree meno congestionate e i piccoli borghi rappresentativi del territorio piemontese;
     
  • valorizzazione delle risorse ambientali, i beni culturali, i beni e i valori paesaggistici e le tradizioni locali per uno sviluppo turistico sostenibile, con l'obiettivo di ampliare l'offerta integrata di servizi riguardanti arte, natura, ambiente, paesaggio, cultura ed enogastronomia;
     
  • sostegno al ruolo delle imprese operanti nel settore turistico all'aperto, con particolare riguardo alle micro, piccole e medie imprese e migliorarne la qualità dell'organizzazione e dei relativi servizi;
     
  • promozione dei processi di riqualificazione urbanistica, paesaggistica e territoriale dei centri che rivestono una particolare rilevanza sotto il profilo turistico-ricettivo;
     
  • incentivazione del turismo itinerante per vivere la vacanza a stretto contatto con la natura e la cultura dei luoghi visitati, lontano dalle destinazioni di massa e dal turismo stanziale;
     
  • proposta di azioni condivise per agevolare la fruizione dei servizi turistici, con particolare riguardo ai soggetti con ridotte o impedite capacità motorie e sensoriali, in linea con i principi di diritto interno e internazionale in materia di accessibilità, con specifico riferimento alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta a New York il 13 dicembre 2006, ratificata e resa esecutiva dalla legge 3 marzo 2009, n.18;
     
  • disciplina dell'offerta turistica all'aperto in aree e spazi privati in un'ottica di economia condivisa dei servizi offerti.
     

Le principali tematiche regolamentate sono:

  • Gestione dell’attività; 
  • Periodi di apertura e limiti di permanenza 
  • Destinazione urbanistica e criteri di localizzazione 
  • Servizi aggiuntivi 
  • Preparazione, somministrazione e vendita di alimenti e bevande Classificazione 
  • Riserva di denominazione 
  • Segni distintivi 
  • Pubblicità e obblighi informativi 
  • Caratteristiche dei servizi turistici offerti per la denominazione di “posto tappa” 
  • Logo distintivo e comunicazione pubblica per la denominazione aggiuntiva di “posto tappa” 
  • Soluzioni ricettive innovative 

L’articolo 14 del suddetto regolamento, relativo alle norme di carattere transitorio, prevede precisi limiti temporali entro cui le strutture si dovranno adeguare alle nuove disposizioni normative regionali.

In particolare per i requisiti urbanistico-edilizi e paesaggistici di cui all’articolo 4 è stato concesso un anno di tempo dall’entrata in vigore, successivamente prorogata di un altro anno, e pertanto entro il 13.01.2025.

Progetti Europei di cooperazione transfrontaliera

Anno
2024

Nel corso del 2023 sono operativamente terminati i progetti europei, a valere sui Programmi di Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia e Italia-Svizzera 2014-2020, di interesse culturale, turistico e sportivo, con una gestione amministrativa-contabile che dovrebbe concludersi nel corso dell’anno 2024.

Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Francia, per l’elaborazione dei Piani Integrati Tematici (PITEM), la Regione Piemonte ha coordinato e sviluppato il PITEM MITO (Modelli Integrati transfrontalieri per il Turismo Outdoor) e il PITEM PACE (Patrimonio, Cultura, Economia) che si concentra sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico transfrontaliero attraverso lo sviluppo del turismo e degli sport all’aria aperta.

Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, la Regione Piemonte ha sviluppato il progetto E-Bike, insieme al capofila Regione Lombardia. Il progetto è a suo tempo nato dall’esigenza di una valorizzazione turistica del territorio con un approccio ambientalmente sostenibile che privilegi l’uso di energie rinnovabili e il consumo di prodotti locali di qualità, promuovendo la filiera del turismo “dolce”. L’agevolazione della mobilità ciclistica assistita viene supportata dall’introduzione di un sistema di servizi specifico (aree noleggio, sosta, ciclofficine, siti di ricarica) e da interventi sulla rete sentieristica a basso impatto, con la creazione di itinerari cicloturistici e la formazione specifica di guide turistiche.

Sul Programma I-CH, Regione Piemonte ha aderito altresì al progetto In bici a pelo d’acqua incentrato sullo sviluppo dell’itinerario cicloturistico transfrontaliero cd. La Via del Mare, adeguatamente collegato e dotato di una serie di servizi, quali le ciclofficine, servizi di noleggio bici e recapito bagagli, strutture ricettive dotate di caratteristiche specifiche (es. locale ricovero bici, trasporto bagagli, miniofficina) tali da poter rientrare nella definizione di Bike Hostel/Hotel Bike Friendly.
 

Progetto Interreg Italia-Francia “MITO”


Nell’ambito del Programma Interreg Italia-Francia (Alcotra) 2014-2020, la Direzione Coordinamento politiche e fondi europei - Turismo e Sport ha coordinato il Progetto POT – Percorsi Outdoor Transfrontalieri (Capofila regione Valle d’Aosta) del PITEM MITO (Capofila Regione Piemonte, Direzione Montagna). Il Progetto POT è un modulo, un intervento cicloturistico a scavalco tra la Valle di Susa, la Maurienne e il Distretto di Brianconne, denominato “ViAlps”, che si interseca con le azioni del PITER Cuore delle Valli; il secondo un intervento escursionistico, “Sentieri (Selvaggi) tra Piemonte e Valle d’Aosta” tra il Canavese e la Valle d’Aosta. La gestione amministrativa-contabile del progetto dovrebbe concludersi nel corso dell’anno 2024.
 

Progetto Interreg Italia-Svizzera “E-Bike”


Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, con il progetto E-Bike, la Regione Piemonte si è a suo tempo proposta di creare un Cluster per la mobilità ciclabile elettrica, l’infrastrutturazione di due percorsi ciclabili (inseriti all’interno della Rete ciclabile regionale), uno di ciclo-escursionismo che da Domodossola raggiunge la Svizzera attraverso il Passo San Giacomo e l’altro di cicloturismo, che da Domodossola scende lungo il Toce per collegarsi attraverso la Rete ciclabile regionale ad Ivrea e quindi alla Valle d’Aosta. Tra le azioni in comune con i partner un portale condiviso, una cartografia dei percorsi, una serie di ciclo-atelier, corsi di formazione.

Nel corso dell’annualità 2023 è terminata la gestione operativa del progetto, parallelamente quella prettamente amministrativa-contabile dovrebbe concludersi nell’annualità 2024.
Sullo stesso programma gli ulteriori progetti che hanno lavorato sulla ciclabilità sono stati: “In bici a pelo d’acqua”, “Monti e Laghi Bike”, “TvA”, “Saastal Valle Anzasca bike”, “Paes.ch.it”, “Mobster”; per il loro coordinamento esiste un tavolo di confronto tra la Regione e gli attori coinvolti (Atl, Unioni Montane, Associazioni albergatori, sportive).

Bandiere Arancioni (TCI)

Anno
2024

La Bandiera arancione, marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club Italiano, è stata pensata dal punto di vista del viaggiatore e della sua esperienza di visita. Viene assegnata ai Comuni che, oltre a godere di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità. Il marchio è, inoltre, uno strumento qualificante di valorizzazione del territorio e un elemento distintivo agli occhi dei turisti. Oggi i Comuni certificati sono 281 distribuiti in tutta Italia.
Ideata nel 1998, la Bandiera arancione è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo come unica esperienza italiana di successo nel campo del turismo sostenibile.

La collaborazione tra il Touring Club Italiano e la Regione Piemonte ha portato in questi anni all’analisi di oltre 300 Comuni e alla certificazione di 40 località con la Bandiera arancione (Tabella 1), facendo del Piemonte la prima regione più “arancione” d’Italia assieme alla Toscana.

Tabella 1. Elenco delle località piemontesi che hanno ricevuto la bandiera arancione

Borghi sostenibili del Piemonte

Anno
2024

Il progetto Borghi Sostenibili del Piemonte: località per un turismo più responsabile nasce nel 2011 per volontà della Regione Piemonte, e vede Environment Park, esperto di tematiche legate alla sostenibilità e alle buone pratiche energetico-ambientali, come partner tecnico.

Il progetto si inserisce nell’ambito delle strategie della Regione Piemonte per la promozione di località e destinazioni turistiche sostenibili, valorizzando e premiando le iniziative in ambito di tutela dell’ambiente e turismo responsabile intraprese dai Comuni del territorio.


L’iniziativa prevede il rilascio di un marchio che valuta oltre 20 criteri tra cui la tutela delle risorse idriche, il risparmio energetico, la valorizzazione del patrimonio architettonico e naturalistico e la qualità ambientale del sistema ricettivo. I Borghi Sostenibili sono attualmente 24 (comuni al di sotto dei 10.000 abitanti); in testa alla classifica c’è la provincia di Cuneo con 10 Borghi, segue la provincia di Torino con cinque. Il progetto nel 2014 si è aggiudicato il premio Smart City.

Per maggiori informazioni scarica la guida “Borghi Sostenibili del Piemonte: località per un turismo più responsabile”:

 

Itinerario cicloturistico della Via Francigena

All’interno del Progetto interregionale Via Francigena, che prevede un itinerario escursionistico, viene affiancato anche un itinerario cicloturistico. In particolare, in attuazione all’intervento n. 33, il Ministero per i beni e le attività culturali ha stipulato un Accordo con le Regioni, finalizzato a realizzare un percorso di livello nazionale omogeneo, per qualità del tracciato, unitarietà di immagine e di servizi, tale da poter essere promosso anche a livello internazionale per uniformità e standard.

Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali, per il Piemonte, il Comune di Carema e il Comune di Vercelli (Via Francigena Valle d’Aosta) e l’Unione Montana Valle Susa (Via Francigena Valle di Susa) hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica che beneficeranno di futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Per il tratto della Valle di Susa si aggiungono anche un finanziamento da parte di Regione Piemonte e un mutuo del Credito sportivo.

Con Decreto rep. 749 del 21.09.2021 dell’Autorità responsabile del Piano Sviluppo e Coesione (FSC) in cui è confluito il Piano Stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 ex delibera Cipe 3/2016, viene attuata una nuova ricognizione degli interventi facenti capo a Regioni ed Enti Locali ricompresi nel complessivo intervento n. 33 denominato “Via Francigena” ad integrazione del precedente Decreto rep. n. 558 del 20.12.2019. Per il tratto piemontese sono stati confermati 3 interventi finalizzati alla messa in sicurezza del tracciato situati nel Comune di Carema, di Vercelli e in Valle di Susa. Il totale delle risorse stanziate è di euro 1.650.000,00 e come da previsione dell’Accordo, si sono concluse le procedure ad evidenza pubblica funzionali alla realizzazione degli interventi entro il 31.12.2022, mentre la conclusione dei lavori viene fissata entro il 31.10.2025. Con DGR n. 21-4295 del 10.12.2021 si dispone che il Turismo sia individuato come soggetto deputato al coordinamento a livello regionale e che gli Enti territoriali identificati come beneficiari del finanziamento possano assumere il ruolo di stazione appaltante.

Anno
2024
Paragrafi

All’interno del Progetto interregionale Via Francigena, che prevede un itinerario escursionistico, viene affiancato anche un itinerario cicloturistico. In particolare, in attuazione all’intervento n. 33, il Ministero per i beni e le attività culturali ha stipulato un Accordo con le Regioni, finalizzato a realizzare un percorso di livello nazionale omogeneo, per qualità del tracciato, unitarietà di immagine e di servizi, tale da poter essere promosso anche a livello internazionale per uniformità e standard.

Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali, per il Piemonte, il Comune di Carema e il Comune di Vercelli (Via Francigena Valle d’Aosta) e l’Unione Montana Valle Susa (Via Francigena Valle di Susa) hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica che beneficeranno di futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Per il tratto della Valle di Susa si aggiungono anche un finanziamento da parte di Regione Piemonte e un mutuo del Credito sportivo.

Con Decreto rep. 749 del 21.09.2021 dell’Autorità responsabile del Piano Sviluppo e Coesione (FSC) in cui è confluito il Piano Stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 ex delibera Cipe 3/2016, viene attuata una nuova ricognizione degli interventi facenti capo a Regioni ed Enti Locali ricompresi nel complessivo intervento n. 33 denominato “Via Francigena” ad integrazione del precedente Decreto rep. n. 558 del 20.12.2019. Per il tratto piemontese sono stati confermati 3 interventi finalizzati alla messa in sicurezza del tracciato situati nel Comune di Carema, di Vercelli e in Valle di Susa. Il totale delle risorse stanziate è di euro 1.650.000,00 e come da previsione dell’Accordo, si sono concluse le procedure ad evidenza pubblica funzionali alla realizzazione degli interventi entro il 31.12.2022, mentre la conclusione dei lavori viene fissata entro il 31.10.2025. Con DGR n. 21-4295 del 10.12.2021 si dispone che il Turismo sia individuato come soggetto deputato al coordinamento a livello regionale e che gli Enti territoriali identificati come beneficiari del finanziamento possano assumere il ruolo di stazione appaltante.

Anno
2024

Ciclovia turistica VenTo

Dopo la sigla del primo protocollo d’intesa tra MIT, il Ministero per i beni e le attività culturali (MIBACT) e le Regioni interessate (28 luglio 2016), per la progettazione e realizzazione della ciclovia turistica VEnTO da Venezia a Torino, si è siglato un ulteriore accordo tra le 4 Regioni interessate e il Politecnico di Milano, sancendone il ruolo di coordinatore scientifico per la progettazione (ottobre 2016). Successivamente, tramite Regione Lombardia (capofila di progetto) è stata affidata la redazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica dell’intero percorso, finanziato dal Ministero e consegnato il 30 aprile 2019, mentre il 2 agosto 2019 si concludeva la conferenza dei servizi preliminare per la valutazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica.

Il 18 aprile 2019 era stato approvato un nuovo protocollo d’intesa tra il MIT e le Regioni interessate (per equiparare tutte le ciclovie strategiche di interesse nazionale).

Successivamente, ciascuna regione, su indicazione del MIT, ha individuato un lotto prioritario di intervento su cui si procederà alla progettazione definitiva/esecutiva e quindi alla realizzazione (in base alle risorse stanziate per ciascuna). La Regione Piemonte ha individuato il tratto Chivasso-Trino Vercellese, facendo coincidere il tratto iniziale (Chivasso-Borgo Revel) con la Ciclostrada del Canale Cavour.
Dopo numerosi incontri la Regione Piemonte ha affidato ad AIPO la successiva progettazione, realizzazione e gestione del Progetto Vento (essendo il tracciato per la maggioranza della sua estensione su tratti arginali del fiume Po), come hanno fatto anche la Regione Lombardia ed Emilia-Romagna. È stata anche modificata la legge istitutiva di AIPO andando ad ampliarne le competenze e I ruoli dello stesso.

Ad oggi il tratto da Chivasso (TO) a Trino Vercellese (VC) di 43Km ha il progetto definitivo in itinere, con un finanziamento di 4,8 M€ per la ciclovia a cui si aggiungono 2,9 M€ per la costruzione del nuovo ponte stradale sulla Dora Baltea di 1,5 Km, il cui progetto esecutivo in itinere è gestito dalla Città Metropolitana di Torino; il tratto di superamento della centrale nucleare di Trino (VC) di 2,5 Km è coperto da un finanziamento di 0,5 M€ derivanti dagli oneri di compensazione ambientale per la dismissione della centrale nucleare ed ha il progetto esecutivo in itinere, mentre l’ultimo tratto da Trino Vercellese (VC) a Valenza (AL) di 38 Km ha un finanziamento di 9,3 M€ derivanti dal PNRR (D.M. 4/2022) con il progetto definitivo in itinere.

La fine dei lavori è prevista per il 2026.

Anno
2024
Paragrafi

Dopo la sigla del primo protocollo d’intesa tra MIT, il Ministero per i beni e le attività culturali (MIBACT) e le Regioni interessate (28 luglio 2016), per la progettazione e realizzazione della ciclovia turistica VEnTO da Venezia a Torino, si è siglato un ulteriore accordo tra le 4 Regioni interessate e il Politecnico di Milano, sancendone il ruolo di coordinatore scientifico per la progettazione (ottobre 2016). Successivamente, tramite Regione Lombardia (capofila di progetto) è stata affidata la redazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica dell’intero percorso, finanziato dal Ministero e consegnato il 30 aprile 2019, mentre il 2 agosto 2019 si concludeva la conferenza dei servizi preliminare per la valutazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica.

Il 18 aprile 2019 era stato approvato un nuovo protocollo d’intesa tra il MIT e le Regioni interessate (per equiparare tutte le ciclovie strategiche di interesse nazionale).

Successivamente, ciascuna regione, su indicazione del MIT, ha individuato un lotto prioritario di intervento su cui si procederà alla progettazione definitiva/esecutiva e quindi alla realizzazione (in base alle risorse stanziate per ciascuna). La Regione Piemonte ha individuato il tratto Chivasso-Trino Vercellese, facendo coincidere il tratto iniziale (Chivasso-Borgo Revel) con la Ciclostrada del Canale Cavour.
Dopo numerosi incontri la Regione Piemonte ha affidato ad AIPO la successiva progettazione, realizzazione e gestione del Progetto Vento (essendo il tracciato per la maggioranza della sua estensione su tratti arginali del fiume Po), come hanno fatto anche la Regione Lombardia ed Emilia-Romagna. È stata anche modificata la legge istitutiva di AIPO andando ad ampliarne le competenze e I ruoli dello stesso.

Ad oggi il tratto da Chivasso (TO) a Trino Vercellese (VC) di 43Km ha il progetto definitivo in itinere, con un finanziamento di 4,8 M€ per la ciclovia a cui si aggiungono 2,9 M€ per la costruzione del nuovo ponte stradale sulla Dora Baltea di 1,5 Km, il cui progetto esecutivo in itinere è gestito dalla Città Metropolitana di Torino; il tratto di superamento della centrale nucleare di Trino (VC) di 2,5 Km è coperto da un finanziamento di 0,5 M€ derivanti dagli oneri di compensazione ambientale per la dismissione della centrale nucleare ed ha il progetto esecutivo in itinere, mentre l’ultimo tratto da Trino Vercellese (VC) a Valenza (AL) di 38 Km ha un finanziamento di 9,3 M€ derivanti dal PNRR (D.M. 4/2022) con il progetto definitivo in itinere.

La fine dei lavori è prevista per il 2026.

Anno
2024

Rete ciclabile di interesse Regionale

Il “Progetto di Rete ciclabile di interesse regionale”, approvato con D.G.R. 27 luglio 2015, n. 22-1903, rappresenta il documento di riferimento per la successiva pianificazione e programmazione regionale in materia di mobilità ciclabile.

La Rete dei percorsi ciclabili di interesse regionale, viste anche le numerose richieste avanzate dai territori, è stata sottoposta a una fase di revisione approvata con D.G.R. 16 maggio 2019, n. 83-8992, grazie a un lavoro ricognitivo sui territori, alla collaborazione con il Settore Sistema Informativo Territoriale Ambientale della Direzione Ambiente, Energia e Territorio e il tavolo tecnico interdirezionale, a FIAB. Base di partenza sono stati gli studi di fattibilità finanziati a valere sulla L.R. 4/00, il Piano annuale di attuazione 2015 e il Bando “Percorsi ciclabili sicuri” della Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica.

L’aggiornamento della Rete ciclabile di interesse regionale ha costituito la base di partenza per la stesura del “Programma Regionale della mobilità ciclabile” (documento richiesto alle singole Regioni dalla L. 2/2018 che detta disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica) il cui appalto del servizio di assistenza tecnica e specialistica è stato gestito dalla Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica, e sta portando il Programma ad approvazione VAS.

Il lavoro di progettazione è stato svolto ad integrazione con il processo del Piano regionale della Mobilità e dei Trasporti (PRMT) ed ha portato, con il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC, presentato a luglio 2022), alla redazione del complesso documento che si compone di numerosi elaborati quali il quadro conoscitivo sullo stato attuale, le linee guida progettuali, le linee guida per la valutazione e il monitoraggio e la definizione di un brand regionale per la ciclabilità, processo che ha visto il Turismo coinvolto nelle varie fasi di lavoro.

Nell’ambito del “Piano regionale della mobilità e dei Trasporti” e “Programma regionale della mobilità ciclabile”, il Turismo è componente del Nucleo Tecnico costituito a supporto della redazione dei piani di settore attuativi del PRMT, il PrMoP – Piano regionale della Mobilità delle Persone e il PrLog – Piano regionale della Logistica (redatti dalla Direzione Trasporti). Nel marzo 2023 la Giunta Regionale ha adottato i piani, approvato il Rapporto Ambientale e la Sintesi non tecnica per la fase di Valutazione Ambientale Strategica con un confronto sui documenti di prima fase (Analisi di contesto e descrizione dell'assetto attuale di reti, nodi e servizi di trasporto) che costituiscono la base conoscitiva per redigere il Documento tecnico preliminare per la Vas (scoping) e per avviare il dibattito con il territorio, attività propedeutiche alla successiva definizione delle misure di piano. 

Parallelamente a livello nazionale, sempre in attuazione alla L. 2/18, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha lavorato alla stesura del Piano Generale della Mobilità ciclistica 2022-2024 (PGMC), che ha portato alla configurazione dello schema di rete delle ciclovie di interesse nazionale oltre alla definizione di una strategia nazionale. Questo processo, basato su un approccio partecipativo tra il MIT e il Coordinamento tecnico della commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio della Conferenza delle Regioni e Province autonome, è stato complesso e ha richiesto ingenti sforzi alle singole regioni che hanno il compito di raccordare il proprio schema di rete con quello proposto a livello nazionale, realizzando un sistema integrato tra dimensione nazionale, regionale e locale.

Anno
2024
Paragrafi

Il “Progetto di Rete ciclabile di interesse regionale”, approvato con D.G.R. 27 luglio 2015, n. 22-1903, rappresenta il documento di riferimento per la successiva pianificazione e programmazione regionale in materia di mobilità ciclabile.

La Rete dei percorsi ciclabili di interesse regionale, viste anche le numerose richieste avanzate dai territori, è stata sottoposta a una fase di revisione approvata con D.G.R. 16 maggio 2019, n. 83-8992, grazie a un lavoro ricognitivo sui territori, alla collaborazione con il Settore Sistema Informativo Territoriale Ambientale della Direzione Ambiente, Energia e Territorio e il tavolo tecnico interdirezionale, a FIAB. Base di partenza sono stati gli studi di fattibilità finanziati a valere sulla L.R. 4/00, il Piano annuale di attuazione 2015 e il Bando “Percorsi ciclabili sicuri” della Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica.

L’aggiornamento della Rete ciclabile di interesse regionale ha costituito la base di partenza per la stesura del “Programma Regionale della mobilità ciclabile” (documento richiesto alle singole Regioni dalla L. 2/2018 che detta disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica) il cui appalto del servizio di assistenza tecnica e specialistica è stato gestito dalla Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica, e sta portando il Programma ad approvazione VAS.

Il lavoro di progettazione è stato svolto ad integrazione con il processo del Piano regionale della Mobilità e dei Trasporti (PRMT) ed ha portato, con il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC, presentato a luglio 2022), alla redazione del complesso documento che si compone di numerosi elaborati quali il quadro conoscitivo sullo stato attuale, le linee guida progettuali, le linee guida per la valutazione e il monitoraggio e la definizione di un brand regionale per la ciclabilità, processo che ha visto il Turismo coinvolto nelle varie fasi di lavoro.

Nell’ambito del “Piano regionale della mobilità e dei Trasporti” e “Programma regionale della mobilità ciclabile”, il Turismo è componente del Nucleo Tecnico costituito a supporto della redazione dei piani di settore attuativi del PRMT, il PrMoP – Piano regionale della Mobilità delle Persone e il PrLog – Piano regionale della Logistica (redatti dalla Direzione Trasporti). Nel marzo 2023 la Giunta Regionale ha adottato i piani, approvato il Rapporto Ambientale e la Sintesi non tecnica per la fase di Valutazione Ambientale Strategica con un confronto sui documenti di prima fase (Analisi di contesto e descrizione dell'assetto attuale di reti, nodi e servizi di trasporto) che costituiscono la base conoscitiva per redigere il Documento tecnico preliminare per la Vas (scoping) e per avviare il dibattito con il territorio, attività propedeutiche alla successiva definizione delle misure di piano. 

Parallelamente a livello nazionale, sempre in attuazione alla L. 2/18, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha lavorato alla stesura del Piano Generale della Mobilità ciclistica 2022-2024 (PGMC), che ha portato alla configurazione dello schema di rete delle ciclovie di interesse nazionale oltre alla definizione di una strategia nazionale. Questo processo, basato su un approccio partecipativo tra il MIT e il Coordinamento tecnico della commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio della Conferenza delle Regioni e Province autonome, è stato complesso e ha richiesto ingenti sforzi alle singole regioni che hanno il compito di raccordare il proprio schema di rete con quello proposto a livello nazionale, realizzando un sistema integrato tra dimensione nazionale, regionale e locale.

Anno
2024

Ecolabel UE per le strutture turistiche

Anno
2024
Che cos'è l' Ecolabel UE?


L'Ecolabel UE è un sistema volontario di etichettatura ecologica per incoraggiare, da un lato, la produzione e il consumo sostenibili dei prodotti e, dall’altro, la prestazione e l'uso sostenibile dei servizi. I criteri dell'Ecolabel UE per i servizi di ricettività turistica (Decisione UE/2017/175) promuovono misure che intendono favorire l'uso di fonti di energia rinnovabili, il risparmio idrico ed energetico, la riduzione dei rifiuti, la promozione di prodotti biologici e locali e il miglioramento della biodiversità del territorio. Ad aprile 2024 in Europa sono certificate Ecolabel UE 550 strutture turistiche (di cui 64 in Italia). Questi dati vanno letti tenendo in considerazione che in alcuni stati europei esistono altre certificazioni pubbliche per strutture eco-turistiche. In Piemonte le strutture turistiche certificate Ecolabel UE sono calate nel tempo da 20 a 5

Il gruppo di prodotti dei servizi di ricettività turistica del marchio europeo Ecolabel EU mantiene la leadership a livello europeo, con il maggior numero di licenze in assoluto. I paesi con i risultati più elevati sono stati Austria, Francia e Germania, che hanno rilasciato il maggior numero di nuove licenze negli ultimi sei mesi, con i servizi di ricettività turistica uno dei principali motori. Ad aprile 2024 sono certificati in Europa oltre 700 (70 in Italia ) tra hotel, b&b, campeggi .. con marchio Ecolabel UE, la maggior parte dei quali sono micro, piccole e medie imprese. A livello nazionale il Piemonte si colloca solo al 5° posto con 5 strutture certificate Ecolabel EU.

Figura 1. Distribuzione delle licenze EcoLabel
Perchè richiederla?


Le strutture turistiche che si fregiano del marchio ecologico europeo si distinguono per l’impegno verso la salvaguardia dell’ambiente e, quindi, della salute umana. La presenza dell’Ecolabel fornisce al turista garanzie circa:

  • il contenimento dell’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo grazie all’uso di prodotti rispettosi dell’ambiente;
  • la corretta gestione e differenziazione dei rifiuti;
  • la riduzione degli sprechi energetici e di risorse;
  • la salvaguardia della biodiversità nelle aree poste sotto il controllo diretto della struttura ricettiva;
  • un’alimentazione sana e corretta, che attinge in parte alle produzioni biologiche regionali.


Inoltre il marchio Ecolabel apporta tutta una serie di benefici alla struttura ricettiva che lo applica, in particolare:

  • Vantaggi di costo legati all'eco-efficienza: l’adozione di misure di carattere ambientale richiede tempi e sforzi, a volte anche notevoli, ma contribuisce alla riduzione del consumo di risorse naturali quali combustibili fossili, energia e acqua. Consente, a fronte di un investimento iniziale, una riduzione considerevole dei costi nel medio-lungo periodo;
  • Pubblicità derivante dall’alta visibilità del marchio: la visibilità dell’etichetta ecologica europea rappresenta una forma ulteriore di pubblicità e un fattore di scelta assolutamente discriminante, soprattutto da parte dei turisti più sensibili al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente che sono sempre più numerosi. Il marchio comunica al cliente che il prezzo pagato non tiene conto esclusivamente delle esigenze personali e della voglia di divertimento, ma contribuisce a dare all’ambiente delle possibilità in più.


Le cinque strutture turistiche piemontesi certificate con Ecolabel EU sono:

  • Bamboo Eco Hotel di Torino (TO);
  • Hotel San Luigi di Beinasco (TO);
  • Ostello OPEN011 del Comune di Torino (TO);
  • Rifugio Alpino Federici Marchesini al Pagarì, – Entraque(CN), la struttura certificata Ecolabel UE più alta d’Europa (2627 metri) nel Parco Alpi Marittime;
  • Campeggio provinciale di Roccaverano (AT) il primo campeggio pubblico certificato.
     

Sempre nel settore turistico piemontese si segnala che sono registrati secondo lo schema EMAS (eccellenza dl sistema di eco-gestione e audit pubblico europeo) l'Ente gestore delle aree protette dell'Ossola e l’Ente Parco del Gran Paradiso e i seguenti alberghi sono registrati EMAS:

  • Hotel Il Chiostro di Verbania;
  • Grand Hotel Bristol di Stresa;
  • Grand Hotel Dino;
  • Hotel la Palma;
  • Hotel Simplon;
  • Hotel Splendid di Baveno.
     

Infine sono certificate secondo la norma internazionale ISO 14001 (sistema di gestione ambientale di natura privatistica) le seguenti strutture ricettive:

  • la Capanna Margherita sul Monte Rosa, il rifugio più alto d’Europa (4554 mslm);
  • il Campus San Paolo, a Torino;
  • la cascina Fossata, a Torino;
  • C.G.T. Compagnia Gestioni Turistiche S.r.l. ad Asti.

Foreste, fattore per l'aria

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Regione Piemonte, col supporto di IPLA, dal 2004 misura la capacità di fissazione del carbonio da parte dell’insieme dei boschi e dell’arboricoltura da legno piemontesi, in base ai dati inventariali e cartografici derivati dal Sistema informativo forestale regionale - SIFOR, unitamente alle informazioni pedologiche necessarie al bilancio globale del carbonio secondo le metodologie ufficiali.

L’ultimo approfondimento ha interessato le valutazioni a livello di singole categorie forestali secondo gli aggiornamenti delle superfici del 2016 e dei tagli secondo stime sempre regionali. Il calcolo eseguito, al netto di tagli e incendi, con aggiornamenti al 2016 è riportato in Tabella 1.

Attualmente è in corso un ulteriore approfondimento, da parte di IPLA, che prevede l’aggiornamento del calcolo degli stock di carbonio ai fini della caratterizzazione dei servizi ecosistemici, a livello di tipo forestale, nell’ambito del progetto PFIT. La redazione dei PFIT permetterà, inoltre, un’ulteriore ridelimitazione delle aree boscate e quindi sarà possibile un aggiornamento delle superfici forestali e dei relativi stock di carbonio.

Tabella 1. Superficie occupata in Piemonte da ogni categoria di bosco e Mt di carbonio equivalente fissato

Una recente estensione del monitoraggio al comparto dell’arboricoltura da legno, sia a ciclo medio-lungo, sia alla pioppicoltura ha consentito di stimarne gli assorbimenti. In tabella 2 viene riportato il bilancio del carbonio in alcuni impianti di pioppo rappresentativi del Piemonte. 

Tabella 2. Bilancio del carbonio in alcuni impianti di Pioppo

Con questo lavoro si è inteso attivare il monitoraggio dei flussi di carbonio in funzione dei diversi tipi di interventi selvicolturali previsti in una gestione sostenibile dei boschi e degli impianti di arboricoltura da legno, quale sistema di controllo ed integrazione dei dati inventariali degli stock di carbonio regionali, il cui computo totale è riportato in tabella 3. 

Tabella 3. Monitoraggio dei flussi di carbonio

In Piemonte l'aumento della superficie boscata e delle pratiche di riforestazione risultano contribuire in modo significativo all'incremento delle biomasse e conseguentemente a quello del carbonio stoccato sia nelle piante sia nel suolo, consentendo così agli ecosistemi forestali di ridurre l’impatto delle emissioni in atmosfera. Ciò permette all’Italia di ottemperare ad una parte degli impegni internazionali nella lotta ai cambiamenti climatici.

Una fonte importante dei dati di stock di C delle foreste italiane e piemontesi è ricavabile dall'ultimo Inventario Nazionale dei Gas Serra, dove vi sono non solo le serie storiche degli stock ed incrementi forestali ma anche agrari, secondo metodi ufficiali IPCC.

Secondo la nuova carta degli stock del carbonio dei suoli del Piemonte realizzata da IPLA e CNR per il PSR regionale (2019) la ripartizione dei contenuti percentuali di carbonio per usi forestali/agrari è la seguente (tabella 4).

Tabela 4. "Carbon stock" dei suoli piemontesi nei diversi usi

L’accordo di Kyoto e i successivi sviluppi hanno portato a definire e regolamentare anche il cosiddetto carbon trading - mercato dei crediti - che amplia ulteriormente le prospettive di impostazione dei Piani Energetici, da quelli internazionali a quelli nazionali fino a quelli regionali e subregionali, in quanto sarà possibile scambiare i crediti con permessi di emissione. 

In questa ottica il settore Foreste, insieme con IPLA, ha sostenuto l'iniziativa nazionale del CREA e del Nucleo Monitoraggio Carbonio: il Codice Forestale Nazionale del Carbonio per la creazione di un mercato nazionale dei crediti di carbonio forestali su base volontaria, promuovendo il mercato regionale piemontese.

Anno
2024

Acque destinate al consumo umano

Anno
2024

L’acqua erogata per uso potabile in Piemonte è di 235 litri/abitante al giorno e le perdite sulla rete idrica rappresentano il 35% (dato Istat per il 2015).
Il Piemonte si situa al 10° posto per il consumo di acqua in Italia laddove il dato nazionale di consumo pro capite è di 220 litri/giorno e le perdite sulla rete sono al 41%.

Il compito di assicurare, sulle acque destinate al consumo umano, l’attività di prevenzione da potenziali inquinamenti, l’attività di controllo e infine l’attività prescrittiva o sanzionatoria è demandato alle ASL che operano sul territorio regionale.

Nelle attività di controllo le ASL si avvalgono di Arpa per le analisi su:

  • impianti di acquedotto, al fine di accertare il rispetto dei valori di parametro stabiliti dal d.lgs 18/2023;
  • nuove fonti di approvvigionamento (pozzi e sorgenti) per l’espressione del giudizio di idoneità all’uso potabile, ai sensi del DM 23/3/91;
  • corpi idrici superficiali per la classificazione e successiva destinazione all’approvvigionamento idropotabile, ai sensi del DLgs 152/06 e s.m.i.