Un geoparco è un ente che gestisce e valorizza il patrimonio geologico, promuovendone la visibilità e la fruizione tramite il geoturismo, in modo da favorire lo sviluppo economico del suo territorio. I visitatori possono approfondire le proprie conoscenze sull’ambiente locale, sia in autonomia che attraverso visite guidate.
I geoparchi non sono solo “musei a cielo aperto”: secondo le direttive dell’UNESCO, sono anche veri e propri laboratori per lo sviluppo sostenibile, che promuovono il patrimonio geologico e la sostenibilità delle comunità locali, con un approccio olistico. In accordo con questa visione, gli UNESCO Global Geoparks diffondono la conoscenza sulla geodiversità e la consapevolezza della sua importanza, promuovendo al contempo le migliori pratiche di conservazione, educazione, uso turistico del patrimonio geologico.
In Piemonte è presente il Sesia Val Grande Geopark, riconosciuto dall’ UNESCO come appartenente alla rete degli “Unesco Global Geopark”, per il quale la Legge Regionale n. 23 del 2023 contribuisce attraverso apposite risorse alla sua valorizzazione.
Il Sesia Val Grande UNESCO Global Geopark si sviluppa nel settore nord occidentale delle Alpi piemontesi al confine con la Svizzera. Il suo territorio, che comprende circa 90 comuni, è molto vasto (oltre 2000 km2) e articolato e risente dei condizionamenti geologici imposti dalla struttura delle Alpi e dell’azione di diversi agenti di modellamento, che hanno dato forma alla catena alpina e al territorio pedemontano.
Dal punto di vista geologico, il geoparco piemontese comprende un’associazione di rocce provenienti da più ambienti, posti a diverse profondità nel nostro pianeta: dalle rocce eruttive della caldera dell’antico Supervulcano del Sesia ai plutoni dei graniti dei laghi formatisi nella crosta intermedia; dai complessi gabbrici stratificati della crosta profonda fino alle peridotiti del mantello, ora affioranti in superficie lungo la Val Sesia e la valle del Toce (fig. 1).
Tutto ciò parla degli sconvolgenti processi geologici che hanno preceduto e poi determinato la formazione della catena alpina.
Una geodiversità che racconta una storia di oltre 300 milioni di anni, in cui le forme delle montagne, delle valli e della zona pedemontana parlano anche dei cambiamenti climatici (passati e presenti) e dei loro effetti sul paesaggio, dalle glaciazioni al riscaldamento globale.
Il 29 luglio 2023 si è tenuta la visita dei controllori dell'UNESCO per verificare il rispetto dei parametri previsti per la rivalidazione; tale visita, che seguiva un precedente parere interlocutorio, ha avuto esito positivo; difatti, con comunicazione avvenuta nell’ambito del congresso in Marocco, il parco è stato rivalidato fino al 2028.