Impatti del clima sulle foreste

Tema
Tipo
Paragrafi

I boschi e le foreste sono fortemente influenzati dal clima. Eccessi di temperature, siccità oppure all’opposto precipitazioni elevate possono indebolire i boschi e renderli più sensibili agli attacchi di parassiti, a volte vettori di patogeni. Ad esempio, gli insetti rispondono in modo immediato a cambiamenti climatici anche momentanei come il susseguirsi di annate calde e siccitose che hanno contribuito, qualche anno fa, al diffondersi di specie di lepidotteri più termofili che hanno dato luogo a defogliazioni di elevata intensità.

Altri insetti, come molte specie di coleotteri che in genere si comportano come parassiti secondari, in particolare gli scolitidi, attaccando alberi in condizioni di stress possono sviluppare popolazioni molto elevate, causandone la morte. Un rischio molto grave per boschi e foreste è rappresentato dalla “globalizzazione” dei parassiti delle piante. L’incremento degli scambi commerciali (in particolare di prodotti vegetali come derrate agricole, legnami, piante ornamentali e materiale vivaistico) sempre più intensi e veloci sta favorendo una crescita esponenziale della diffusione di organismi nocivi (insetti, acari, nematodi, funghi, batteri, fitoplasmi, virus ) tra i diversi continenti. Per limitarci solo agli insetti, sono alle porte dell’Europa alcune specie esotiche, originarie dell’Estremo Oriente o del Nord America, nocive a specie forestali molto diffuse (es. frassino, betulla), che stanno già causando danni ingentissimi in altre parti del mondo. L’effetto combinato del “global warming” (aumento delle temperature, lunghi periodi di siccità, etc.) e della “globalizzazione” dei parassiti può incidere molto negativamente sullo stato dei boschi. Negli Stati Uniti si ipotizza che in un futuro non molto lontano i paesaggi naturali caratterizzati da boschi e foreste potranno essere molto diversi da quelli finora contemplati, a causa degli stravolgimenti causati da innalzamento delle temperature, siccità, incendi, diffusione di nuovi parassiti e specie invasive. Purtroppo queste considerazioni valgono anche per il contesto europeo.

Anno
2024

Impatti del clima sull'agricoltura

Tema
Tipo
Paragrafi

L'evento temporalesco del 6 luglio 2023, che ha coinvolto la Città Metropolitana di Torino e le provincie di Asti e Cuneo, ha compromesso le produzioni in campo, in particolare di vite e nocciolo, dove i danni a seconda dell’areale colpito possono arrivare anche all’80 – 90% in relazione alla produzione persa; in alcuni Comuni poi, si sono registrati danni ingenti anche a carico delle strutture aziendali (coperture di fabbricati rurali, serre e tunnel, pannelli fotovoltaici, scorte morte, macchinari e attrezzature, strade poderali, ecc.) ed alcune infrastrutture a servizio dell’agricoltura.

In merito ai danni alle produzioni agricole ed alle strutture inserite nel Piano di Gestione dei Rischi Anno 2023, con nota n. 31188 del 27/07/2023, la Regione Piemonte ha richiesto al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste il riconoscimento della deroga alle disposizioni di cui al comma 4, art. 5, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, per gli eventi del mese di luglio 2023.

Pertanto, ai sensi del D.Lgs. n. 102/2004 e s.m.i., la Regione ha avviato la procedura di delimitazione dei territori danneggiati e di quantificazione dei danni alle produzioni, alle strutture aziendali, nonché delle infrastrutture a servizio dell’agricoltura, che ha comportato la seguente stima di danni:

  • Provincia di Asti - euro 953.207,80 per danni alle Produzioni vegetali ed euro 314.200 per danni alle strutture aziendali
  • Provincia di Cuneo - euro 29.181.460 per danni alle Produzioni vegetali ed euro 3.520.000 per danni alle strutture aziendali ed euro 50.000,00 per danni alle infrastrutture;
  • Città Metropolitana di Torino - euro 3.811.043 per danni alle Produzioni vegetali ed euro 760.000 per danni alle strutture aziendali.

L’importo totale stimato di danni totali a livello regionale è pari a € 38.589.910,80.

Tabella 1. Riepilogo dei danni 2023
Anno
2024

Valutazione di Incidenza Ambientale - Recepimento linee guida

Con la DGR 55-7222/2023/XI del 12 luglio 2023 la Regione ha recepito le Linee Guida Nazionali per la Valutazione di Incidenza (VIncA) - Direttiva 92/43/CEE "HABITAT" articolo 6, paragrafi 3 e 4  (di cui all’Intesa del 28.11.2019, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano) adeguando la procedura regionale e gli strumenti applicativi ad essa correlati.

Con la Delibera sono state modificate le Misure di conservazione per la tutela della Rete natura 2000 del Piemonte (Allegato E), in quanto era necessario eliminare dal testo tutti i dispositivi relativi a casi di esclusione dalla VIncA di piani, programmi, progetti, interventi o attività. Le nuove Misure di conservazione “generali” modificano a cascata anche tutte le Misure di conservazione Sito-Specifiche.

Inoltre, non esiste più la cosiddetta “Verifica di assoggettabilità a VIncA” usata come prassi in Regione Piemonte, ma tutti i piani, programmi, progetti, interventi o attività (di seguito indicati come P/P/P/I/A) , comprese le manifestazioni e gli eventi, che ricadono totalmente o parzialmente in un Sito della Rete Natura 2000 o che potrebbero avere incidenze indirette su di esso devono essere sottoposti allo Screening di VIncA o direttamente alla VIncA appropriata.

Tuttavia, le Linee Guida VIncA danno la possibilità di effettuare preventivamente lo screening di incidenza su alcune tipologie di P/P/P/I/A: se si giunge a giudizio positivo di incidenza, senza necessità di procedere alla VIncA appropriata, successivamente tali P/P/P/I/A dovranno essere solo sottoposti alla verifica di corrispondenza tra quanto proposto e quanto oggetto di “pre-valutazione”.

L’allegato A della Delibera, riporta 13 tipologie di progetti, interventi, attività che sono stati sottoposti a Screening e ne riporta le risultanze per tutti i Siti della Rete Natura 2000 in Piemonte.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA):
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/biodiversita-aree-naturali/rete-natura-2000/valutazione-incidenza-vinca

 

Anno
2024
Paragrafi

Con la DGR 55-7222/2023/XI del 12 luglio 2023 la Regione ha recepito le Linee Guida Nazionali per la Valutazione di Incidenza (VIncA) - Direttiva 92/43/CEE "HABITAT" articolo 6, paragrafi 3 e 4  (di cui all’Intesa del 28.11.2019, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano) adeguando la procedura regionale e gli strumenti applicativi ad essa correlati.

Con la Delibera sono state modificate le Misure di conservazione per la tutela della Rete natura 2000 del Piemonte (Allegato E), in quanto era necessario eliminare dal testo tutti i dispositivi relativi a casi di esclusione dalla VIncA di piani, programmi, progetti, interventi o attività. Le nuove Misure di conservazione “generali” modificano a cascata anche tutte le Misure di conservazione Sito-Specifiche.

Inoltre, non esiste più la cosiddetta “Verifica di assoggettabilità a VIncA” usata come prassi in Regione Piemonte, ma tutti i piani, programmi, progetti, interventi o attività (di seguito indicati come P/P/P/I/A) , comprese le manifestazioni e gli eventi, che ricadono totalmente o parzialmente in un Sito della Rete Natura 2000 o che potrebbero avere incidenze indirette su di esso devono essere sottoposti allo Screening di VIncA o direttamente alla VIncA appropriata.

Tuttavia, le Linee Guida VIncA danno la possibilità di effettuare preventivamente lo screening di incidenza su alcune tipologie di P/P/P/I/A: se si giunge a giudizio positivo di incidenza, senza necessità di procedere alla VIncA appropriata, successivamente tali P/P/P/I/A dovranno essere solo sottoposti alla verifica di corrispondenza tra quanto proposto e quanto oggetto di “pre-valutazione”.

L’allegato A della Delibera, riporta 13 tipologie di progetti, interventi, attività che sono stati sottoposti a Screening e ne riporta le risultanze per tutti i Siti della Rete Natura 2000 in Piemonte.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA):
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/biodiversita-aree-naturali/rete-natura-2000/valutazione-incidenza-vinca

 

Anno
2024

La Rete SPIN3 GNSS

Anno
2024

Il Servizio di Posizionamento Interregionale GNSS (SPIN3 GNSS) di Regione Piemonte, Regione Lombardia e Regione Autonoma Valle d’Aosta è un'infrastruttura indispensabile per supportare le misurazioni geografiche e topografiche direttamente sul territorio, nel rispetto di precisioni definite e inquadrate nel sistema di riferimento geodetico nazionale ed europeo. L'infrastruttura è al servizio della collettività degli operatori professionali, pubblici e privati, che devono effettuare misure GNSS per rilievi topografici, cartografici e catastali, per monitoraggi delle deformazioni delle opere infrastrutturali e dei versanti naturali, e per la corretta geolocalizzazione degli oggetti che popolano le banche dati territoriali.
La Rete GNSS Interregionale, realizzata partendo dall'unificazione delle rispettive infrastrutture regionali, rappresenta un esempio concreto per arrivare ad un modello a quattro-cinque distretti territoriali in grado di coprire tutta la nazione, in linea con quanto auspicato dagli organismi nazionali (CISIS) e dal Decreto Ministeriale del 10 Novembre 2011 “Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale”. In particolare, le tre Regioni ottimizzano i costi di gestione mantenendo una elevata efficienza operativa, e rappresentando allo stesso tempo un punto di aggregazione per le altre Regioni del Nord-Ovest, con cui peraltro sono già in corso attività di stretta collaborazione. Inoltre, l'unificazione dei tre servizi di posizionamento consente una maggiore continuità territoriale del servizio ed un'uniformità nelle modalità di distribuzione del dato; entrambi questi aspetti risultano indispensabili nel settore della misurazione di precisione con la modalità satellitare.

La rete SPIN3 è costituita da 39 stazioni permanenti GNSS distribuite in maniera omogenea sul territorio piemontese, lombardo e valdostano, e dotate di ricevitori geodetici multi-costellazione aperti all'uso delle costellazioni GPS, GLONASS e Galileo. A dicembre 2020, alle 33 stazioni regionali si sono aggiunte le 6 stazioni di ARPA Piemonte, realizzate tra il 2005 e il 2009, e che costituiscono parte integrante del sistema di monitoraggio ambientale regionale. Cinque di queste stazioni sono state aggiornate con nuova strumentazione multi-costellazione, e sono state inserite nella rete SPIN3 GNSS a supporto delle misure in tempo reale per tutti gli utenti.

Mappa delle stazioni permanenti GNSS della rete SPIN 3 di Regione Piemonte, Regione Lombardia e Regione Autonoma Valle d'Aosta

La monumentazione delle antenne è stata realizzata utilizzando pali in acciaio inossidabile o in calcestruzzo, ancorati alle strutture portanti degli edifici o alla parte rocciosa del pendio.

Esempi di monumentazione delle antenne GNSS della rete SPIN3

I dati grezzi che vengono acquisiti dalle diverse stazioni sono inviati al Centro di Calcolo, nel quale è installato un software per la gestione e l'elaborazione dell'intera rete in tempo reale. Il centro di calcolo, partendo dalle coordinate note delle stazioni, elabora le osservazioni ricevute per:
 

  • stimare gli errori e i disturbi sulle singole stazioni;
  • modellare gli errori e i disturbi nel tempo e nello spazio;
  • distribuire all'utenza in tempo reale i dati e i modelli, in modo che questa possa correggere i propri dati.

L'accesso a queste correzioni, utilizzate dal ricevitore dell'utente del servizio per migliorare la precisione della propria posizione, avviene attraverso internet (protocollo NTRIP), generalmente mediante l'utilizzo di modem GPRS/UMTS.

Schema di funzionamento della rete SPIN3 GNS

Vantaggi ed applicazioni della rete interregionale SPIN 3 GNSS
La localizzazione precisa dell'oggetto sul territorio avviene in maniera molto semplice: una volta registrato al sito e connesso alla rete, l'utente ottiene istantaneamente dalla rete SPIN 3 GNSS le correzioni da apportare alle proprie misure, con un conseguente miglioramento della precisione del rilievo finale, che risulta già georiferito nel sistema geodetico nazionale ETRF2000-RDN (in accordo al DM 10 Novembre 2011) ed è omogeneo rispetto alle acquisizioni eseguite da altri utenti.
Le applicazioni che si potrebbero avvantaggiare dell'utilizzo del servizio di posizionamento erogato dalla rete interregionale sono ad esempio:


  • applicazioni cartografiche: dovunque ci sia da registrare la posizione di un elemento sul territorio con adeguata precisione, oltre che in tutte le applicazioni GIS; anche le applicazioni catastali traggono un indispensabile ausilio dall'utilizzo delle stazioni permanenti soprattutto a seguito della procedura dell'Agenzia delle Entrate "Pregeo", che prevede i rilievi di tipo GNSS;
  • applicazioni di infomobilità: è il campo della gestione delle flotte di automezzi, la fruizione da parte dei mezzi di soccorso, della protezione civile, dei mezzi pubblici e dei veicoli per l'agricoltura, ma non solo; 
  • applicazioni ingegneristiche: il GNSS con le precisioni che si ottengono dalle reti trova applicazione nei cantieri delle opere pubbliche, sia per le misurazioni di tracciamento dell'opera, sia per la movimentazione automatica dei mezzi; 
  • applicazioni geofisiche e geologiche: il GNSS per mezzo delle stazioni permanenti trova grande applicazione nei monitoraggi di deformazioni geologiche sia riferito a movimenti di fenomeni naturali, ad esempio movimenti franosi, sia per il controllo di grandi opere ad esempio dighe, ponti; 
  • applicazioni atmosferiche: i segnali delle costellazioni GNSS attraversano tutti gli strati di atmosfera che circondano la Terra: ciascuna stazione permanente acquisisce questi segnali in una posizione geografica differente all'interno del territorio regionale, pertanto le stazioni possono essere impiegate nella gestione della meteorologia;
  • applicazioni geodetiche: l'Istituto Geografico Militare Italiano ha realizzato e mantiene la Rete Dinamica Nazionale per l'inquadramento geodetico dello Stato (ETRF2000-RDN) servendosi anche di nove stazioni della Rete GNSS Interregionale Piemonte-Lombardia: i dati di queste stazioni sono utilizzabili dagli utenti per il corretto inquadramento dei loro rilievi.

I servizi e gli utenti della rete SPIN GNSS
Nel 2023 i numeri relativi agli utilizzi del servizio hanno confermato la costante crescita già registrata negli anni passati per il servizio di Regione Piemonte (attivo dal 2011), e successivamente all’integrazione con la rete lombarda (dal 2016) e con quella valdostana (da gennaio 2020).
I diagrammi seguenti riportano l’andamento degli accessi mensili al sistema, dell’utilizzo per ore di connessione e della media di utenti giornalieri.
 

Numero di accessi mensili al servizio (utenti unici) da gennaio 2019 a dicembre 2023
Ore di connessione al servizio di correzione in tempo reale da gennaio 2019 a dicembre 2023
Media degli accessi giornalieri degli utenti al servizio da gennaio 2019 a dicembre 2023

PSR e CSR - Mitigazione delle emissioni di gas serra e ammoniaca di origine agricola

Le emissioni di alcuni gas ad effetto serra (metano e protossido d’azoto i principali), ma soprattutto dell’ammoniaca, hanno origine anche dai comparti agricolo e zootecnico. Nell’ambito del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte 2014-2022 viene affrontato per la prima volta il tema della riduzione degli impatti negativi delle attività agricole sulla qualità dell’aria. In particolare, la priorità 5 dello sviluppo rurale (incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale) viene attuata nel PSR del Piemonte principalmente attraverso interventi volti, da un lato, a promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale (si tratta dei tipi di operazione 8.1.1 – Imboschimenti di terreni agricoli e non agricoli e 10.1.4 – Sistemi colturali ecocompatibili, descritti nell’ambito delle Risposte relative alla componente Territorio) e, dall’altro, a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura. I principali interventi orientati a quest’ultimo obiettivo sono i due tipi di operazione seguenti, che sostengono l’uno gli investimenti e l’altro le pratiche agricole per la riduzione delle emissioni.
 

4.1.3 - Riduzione delle emissioni di gas serra e di ammoniaca in atmosfera


Il tipo di operazione 4.1.3 ha lo scopo di migliorare la compatibilità ambientale degli allevamenti, sostenendo la modernizzazione delle stalle, delle strutture di stoccaggio degli effluenti zootecnici e delle attrezzature agricole, con l’obiettivo di introdurre innovazioni in grado di ridurre le emissioni gassose in atmosfera, in particolare quelle di ammoniaca. Il sostegno, variabile tra il 40% e il 65% della spesa ammessa (sono privilegiati i giovani e gli investimenti in zona di montagna), viene corrisposto a imprenditori agricoli singoli e associati e a giovani che si insediano per la prima volta in agricoltura; la dotazione finanziaria è di circa 25 milioni di euro.

Di seguito è riportato il dettaglio degli esiti dei 7 bandi emanati.

Tabella 1. Dettaglio esiti dei bandi usciti nell'ambito del tipo di operazione 4.1.3
10.1.5 - Tecniche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera


Il tipo di operazione 10.1.5 sostiene le aziende agricole nell’adozione di tecniche agronomiche a basso impatto emissivo nella fase di distribuzione in campo degli effluenti zootecnici per la fertilizzazione delle colture. Le tecniche di interramento immediato e di distribuzione rasoterra in bande, infatti, permettono di conseguire abbattimenti nelle perdite di ammoniaca anche fino all’80%. Il sostegno, variabile tra 70 e 300 euro/ettaro l’anno in funzione della tecnica adottata, viene corrisposto per 5 anni; la dotazione finanziaria dell’operazione è pari a circa 40 milioni di euro.

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Tabella 2. Dettaglio esiti degli impegni agro-ambientali nell'ambito del tipo di operazione 10.1.5
Interventi del CSR 2023-2027


Analogamente al PSR, anche la nuova programmazione CSR 2023-2027 sostiene, attraverso diversi interventi agro-climatico-ambientali, azioni finalizzate alla mitigazione delle emissioni di gas serra ed ammoniaca di origine agricola.

Nel corso del 2023 sono stati attivati i seguenti interventi:

  • SRA03 – Tecniche di ridotta lavorazione del suolo: Pagamento a favore dei beneficiari che si impegnano volontariamente ad adottare, sulle superfici condotte a seminativo con colture annuali, adozione di tecniche di Semina su sodo / No Tillage (NT) e/o Adozione di tecniche di Minima Lavorazione / Minimum Tillage (MT) e/o di tecniche di Lavorazione a bande / Strip Tillage.Tali tecniche mantengono il terreno in buone condizioni strutturali, aumentando la capacità di assorbire e di trattenere l’acqua e determinando una mancata emissione di CO2 rispetto all’ordinaria lavorazione. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 7,5 milioni di euro.
  • SRA06 – Cover crops: Pagamento per ettaro a favore di beneficiari che si impegnano a seminare colture di copertura delle superfici a seminativo, al fine di migliorare la struttura e fertilità del suolo nonché aumentare il sequestro di carbonio organico nel suolo. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 10 milioni di euro.
     

Di seguito si riporta la sintesi del numero di beneficiari e degli ettari interessati per ognuno degli interventi sopra descritti che hanno visto l’apertura di bandi nel 2023, primo anno di attuazione del CSR 2023-2027:

Tabella 3. N. beneficiari ed ettari coinvolti dagli interventi CSR 23-27

Per quanto riguarda invece il sostegno agli investimenti, nel 2023 è stato attivato l’intervento SRD02 - Investimenti produttivi agricoli per ambiente, clima e benessere animale, finalizzato a potenziare le performance climatico-ambientali delle aziende agricole. Nello specifico, l’azione A prevede investimenti per la razionalizzazione dei processi produttivi agricoli che riducano l’emissione di gas climalteranti (metano e protossido di azoto) e di altri agenti inquinanti dell’aria (ammoniaca) e/o aumentino la capacità di sequestro di carbonio nel suolo. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 10 milioni di euro.

Anno
2024
Paragrafi

Le emissioni di alcuni gas ad effetto serra (metano e protossido d’azoto i principali), ma soprattutto dell’ammoniaca, hanno origine anche dai comparti agricolo e zootecnico. Nell’ambito del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte 2014-2022 viene affrontato per la prima volta il tema della riduzione degli impatti negativi delle attività agricole sulla qualità dell’aria. In particolare, la priorità 5 dello sviluppo rurale (incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale) viene attuata nel PSR del Piemonte principalmente attraverso interventi volti, da un lato, a promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale (si tratta dei tipi di operazione 8.1.1 – Imboschimenti di terreni agricoli e non agricoli e 10.1.4 – Sistemi colturali ecocompatibili, descritti nell’ambito delle Risposte relative alla componente Territorio) e, dall’altro, a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura. I principali interventi orientati a quest’ultimo obiettivo sono i due tipi di operazione seguenti, che sostengono l’uno gli investimenti e l’altro le pratiche agricole per la riduzione delle emissioni.
 

4.1.3 - Riduzione delle emissioni di gas serra e di ammoniaca in atmosfera


Il tipo di operazione 4.1.3 ha lo scopo di migliorare la compatibilità ambientale degli allevamenti, sostenendo la modernizzazione delle stalle, delle strutture di stoccaggio degli effluenti zootecnici e delle attrezzature agricole, con l’obiettivo di introdurre innovazioni in grado di ridurre le emissioni gassose in atmosfera, in particolare quelle di ammoniaca. Il sostegno, variabile tra il 40% e il 65% della spesa ammessa (sono privilegiati i giovani e gli investimenti in zona di montagna), viene corrisposto a imprenditori agricoli singoli e associati e a giovani che si insediano per la prima volta in agricoltura; la dotazione finanziaria è di circa 25 milioni di euro.

Di seguito è riportato il dettaglio degli esiti dei 7 bandi emanati.

Tabella 1. Dettaglio esiti dei bandi usciti nell'ambito del tipo di operazione 4.1.3
10.1.5 - Tecniche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera


Il tipo di operazione 10.1.5 sostiene le aziende agricole nell’adozione di tecniche agronomiche a basso impatto emissivo nella fase di distribuzione in campo degli effluenti zootecnici per la fertilizzazione delle colture. Le tecniche di interramento immediato e di distribuzione rasoterra in bande, infatti, permettono di conseguire abbattimenti nelle perdite di ammoniaca anche fino all’80%. Il sostegno, variabile tra 70 e 300 euro/ettaro l’anno in funzione della tecnica adottata, viene corrisposto per 5 anni; la dotazione finanziaria dell’operazione è pari a circa 40 milioni di euro.

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Tabella 2. Dettaglio esiti degli impegni agro-ambientali nell'ambito del tipo di operazione 10.1.5
Interventi del CSR 2023-2027


Analogamente al PSR, anche la nuova programmazione CSR 2023-2027 sostiene, attraverso diversi interventi agro-climatico-ambientali, azioni finalizzate alla mitigazione delle emissioni di gas serra ed ammoniaca di origine agricola.

Nel corso del 2023 sono stati attivati i seguenti interventi:

  • SRA03 – Tecniche di ridotta lavorazione del suolo: Pagamento a favore dei beneficiari che si impegnano volontariamente ad adottare, sulle superfici condotte a seminativo con colture annuali, adozione di tecniche di Semina su sodo / No Tillage (NT) e/o Adozione di tecniche di Minima Lavorazione / Minimum Tillage (MT) e/o di tecniche di Lavorazione a bande / Strip Tillage.Tali tecniche mantengono il terreno in buone condizioni strutturali, aumentando la capacità di assorbire e di trattenere l’acqua e determinando una mancata emissione di CO2 rispetto all’ordinaria lavorazione. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 7,5 milioni di euro.
  • SRA06 – Cover crops: Pagamento per ettaro a favore di beneficiari che si impegnano a seminare colture di copertura delle superfici a seminativo, al fine di migliorare la struttura e fertilità del suolo nonché aumentare il sequestro di carbonio organico nel suolo. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 10 milioni di euro.
     

Di seguito si riporta la sintesi del numero di beneficiari e degli ettari interessati per ognuno degli interventi sopra descritti che hanno visto l’apertura di bandi nel 2023, primo anno di attuazione del CSR 2023-2027:

Tabella 3. N. beneficiari ed ettari coinvolti dagli interventi CSR 23-27

Per quanto riguarda invece il sostegno agli investimenti, nel 2023 è stato attivato l’intervento SRD02 - Investimenti produttivi agricoli per ambiente, clima e benessere animale, finalizzato a potenziare le performance climatico-ambientali delle aziende agricole. Nello specifico, l’azione A prevede investimenti per la razionalizzazione dei processi produttivi agricoli che riducano l’emissione di gas climalteranti (metano e protossido di azoto) e di altri agenti inquinanti dell’aria (ammoniaca) e/o aumentino la capacità di sequestro di carbonio nel suolo. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 10 milioni di euro.

Anno
2024

Disturbo olfattivo – Esperienze sul territorio regionale

Anno
2024

Le problematiche di disturbo olfattivo affrontate nel corso del 2023 sono state numerose. I Tavoli di confronto attivati ai sensi della DGR 13-4554/2017 "L.R. 43/2000 - Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno" nel corso del 2023, a livello regionale, sono stati 20, di cui 7 nella Provincia di Torino, 8 sul territorio della Provincia di Cuneo, 1 sul territorio astigiano, 2 nella Provincia di Alessandria, 1 sul territorio della Provincia di Biella, 1 nella Provincia di Novara; alcuni di questi tavoli riguardano problematiche multi-sorgente. In particolare, le indagini condotte nell’ambito di questi Tavoli riguardano 6 aziende zootecniche, 4 aziende di produzione bitumi, 3 impianti di trattamento rifiuti, 2 siti di produzione energia da biomassa, 1 impianto di rendering (trattamento di sottoprodotti di origine animale), 1 lavorazione della gomma, 4 industrie metalmeccaniche, 3 per sorgenti non note. Sono state inoltre eseguite alcune indagini preliminari all’attivazione dei Tavoli di confronto, sulla base di esposti della popolazione residente connessi ad attività di allevamento, lavorazione di sottoprodotti di macellazione e verniciatura. 

A titolo di esempio, si riportano due esperienze maturate sul territorio regionale.

Il primo caso riguarda un polo industriale inserito nel contesto urbano, che nel corso degli ultimi due anni è stato oggetto di numerose segnalazioni di disturbo olfattivo da parte dei cittadini. Nell’ambito di una complessa indagine iniziata nella seconda metà del 2022 e proseguita nel 2023, sono stati eseguiti numerosi sopralluoghi per approfondire e ricercare le possibili sorgenti odorigene, attraverso un monitoraggio della ricaduta emissiva mediante campionamenti ed analisi chimiche presso i recettori, ispezioni e indagini di caratterizzazione chimica delle sorgenti emissive presso gli impianti.

In particolare, sono state svolte tre campagne di campionamento mediante campionatori passivi per analizzare le ricadute delle emissioni in atmosfera di composti organici volatili presso i recettori e confrontarle con le emissioni alle sorgenti; le prime due campagne sono state affiancate da un monitoraggio in continuo dei parametri della qualità dell’aria mediante laboratorio mobile.

Le indagini presso le sorgenti si sono concentrate maggiormente sul comparto verniciatura presente nel polo, in quanto le lavorazioni svolte risultavano, per caratteristiche, tra le possibili cause di odori/inquinamento atmosferico segnalati dai cittadini; visto l’elevato numero di punti di emissione in atmosfera presenti presso il polo industriale, è stato condotto un minuzioso lavoro di verifica delle emissioni ancora attive; su questi camini, si è proceduto alla misurazione delle sostanze organiche volatili emesse con strumento portatile, per eseguire una prima valutazione del possibile impatto generato dall’emissione. Nei casi in cui dalla misurazione strumentale è emerso un riscontro di significatività, si è proceduto al campionamento ed alla successiva analisi di caratterizzazione chimica di laboratorio.

Dagli esiti delle indagini è stata dimostrata l’emissione in atmosfera di diverse molecole odorigene; tra tali sostanze, sono state individuate anche le specie chimiche per le quali è stata rilevata, su alcuni punti di monitoraggio a recettore, la presenza in concentrazione superiore ai valori medi di inquinamento atmosferico.

Gli esiti dell’indagine sono stati elemento di valutazione nell’ambito del procedimento di riesame dell’impianto più significativo del polo industriale ed hanno portato alla richiesta di un intervento adeguamento volto ad un’azione di abbattimento o di contenimento delle emissioni odorigene.

Il secondo caso è riferito ad un impianto di rendering (trattamento di sottoprodotti di origine animale) inserito in un contesto urbano misto industriale/residenziale. La problematica è stata affrontata attraverso l’impiego di diverse tecniche: monitoraggio delle segnalazioni, studio anemologico, indagine svolta presso l’impianto mediante attività di ispezione e campionamento finalizzati al controllo del rispetto dei limiti di emissione in atmosfera e dell’efficienza del presidio di abbattimento. 

L’indagine si è svolta anche attraverso misure interstadio, volte a verificare l’efficienza delle singole fasi di depurazione delle emissioni, ed ha fatto emergere una scarsa efficienza dell’impianto di abbattimento ed una inadeguata gestione, che causavano un fenomeno di accumulo delle sostanze odorigene. 

L’Agenzia ha inoltre svolto uno studio di simulazione della dispersione degli inquinanti emessi dall’impianto basato sugli elementi raccolti durante i sopralluoghi e campionamenti svolti, delineando lo scenario di ricaduta delle emissioni sul territorio circostante. Anche in questo caso, gli esiti della complessa indagine svolta, sono confluiti nell’istruttoria di riesame dell’autorizzazione ambientale dell’insediamento svoltasi nel 2023.
 

Planimetria catastale di riferimento regionale

Anno
2024

La cartografia catastale è gestita a livello nazionale dall’Agenzia delle Entrate (AdE) ed è disponibile per la PA Piemontese attraverso il Sistema di Interscambio (progetto SigmaTer Piemonte), oltre che attraverso servizi diretti per i comuni da parte dell’Agenzia stessa (Portale dei Comuni); i dati, gestiti nel sistema di riferimento originario Cassini Soldner, sono messi a disposizione in WGS84 UTM32N (EPSG:32632).
Da novembre 2017, l’AdE ha reso disponibile la cartografia catastale attraverso un servizio di consultazione realizzato in attuazione della Direttiva europea INSPIRE, basato sullo standard WMS 1.3.0 e pubblicato con licenza Creative Commons BY.
Sebbene l’AdE abbia attualmente in corso importanti attività di processamento automatico e verifica manuale, basate sul recupero della precisione e sulla costruzione delle congruenze topologiche tra mappe contigue per eliminare i problemi di sovrapposizione o buchi tra fogli di mappa adiacenti, legati sostanzialmente al processo produttivo originario di vettorializzazione che li ha allontanati dalla precisione delle mappe originali di impianto (mosaicatura), questo lavoro non è ancora completato sull’intero territorio piemontese, e sembra comunque non riguardare i fogli di confine tra comuni diversi.
Allo stato attuale quindi, i dati catastali, così come disponibili attraverso il Sistema di Interscambio, non sono direttamente utilizzabili all'interno di numerosissimi processi programmatori e autorizzativi a livello regionale (per esempio Pianificazione territoriale e urbanistica, Difesa suolo, Aree naturali, Agricoltura, Ambiente, Edilizia, ecc..), soprattutto quando è necessario utilizzarli come base per la derivazione di una qualche cartografia, come avviene per esempio nel caso dei Piani Regolatori Comunali.
Il progetto Mosaicatura catastale di riferimento regionale nasce dalla volontà di Regione Piemonte di ovviare a tali problematiche e rispondere nell'immediato all'esigenza delle Pubbliche Amministrazioni locali di disporre di una Cartografia Catastale di Riferimento mosaicata, nelle more del completamento della mosaicatura iniziata dall’AdE. Inoltre, permetterà di integrare la classe “part_cat - Particelle catastali” nella Base Dati territoriale di riferimento degli Enti (BDTRE) in modo coerente con le altre classi così come previsto dalle Specifiche di Contenuto nazionali dei Database GeoTopografici.
La cartografia catastale prodotta dal progetto ovviamente non ha valenza legale. 
L'obiettivo è quello di mettere a disposizione un dato esclusivamente a valenza cartografica che consenta sia nei procedimenti di tipo pianificatorio/programmatorio sia in quelli autorizzativi una maggior coerenza tra le informazioni geografiche con evidenti ricadute positive sui procedimenti amministrativi.

Come si sviluppa il progetto
Ogni foglio di mappa scaricato attraverso il Sistema di Interscambio (SigmaTer Piemonte) è riposizionato sulle mappe Originali d’Impianto, precedentemente georiferite con metodo scientifico a cura del Politecnico di Torino, a partire dall'individuazione di punti omologhi sui dati catastali e sui raster degli originali di impianto. Vengono quindi calcolati i parametri che consentono di applicare una deformazione al dato vettoriale che lo porta a sovrapporsi sull’Originale d’Impianto.
L'individuazione dei parametri e il riposizionamento vengono eseguiti per singolo foglio di mappa. L'applicazione dei parametri è ovviamente ripetibile per tutti i livelli catastali (fogli, particelle, ecc.) e, ad invarianza di dati disponibili sul sistema di interscambio, ad ogni aggiornamento disponibile.
Ai fogli di mappa così riposizionati viene applicata una procedura di mosaicatura. Il processo prevede la risoluzione delle anomalie tra fogli adiacenti, in termini di sovrapposizione e buchi nella copertura, residue dopo la fase di riposizionamento. Il prodotto finale consiste in una copertura completa e continua dei dati catastali, corretti nella loro posizione.
Il progetto di riposizionamento è terminato per tutto il territorio regionale, mentre il riposizionamento e mosaicatura tra fogli al momento è disponibile per le province di Asti e di Alessandria, e consentirà di integrare il dato catastale nella cartografia regionale ufficiale (BDTRE), con un aggiornamento ripetibile.

Dove trovare i dati
Per lo scarico dei fogli solo riposizionati o riposizionati e mosaicati accedere alla mappa che si trova nella sezione specifica del GeoPortale regionale e cliccare sul comune di interesse. Dalla finestra di Informazione oggetto cliccare sul link di scarico. Sulla mappa i comuni sono stati tematizzati a seconda della disponibilità di dati in forma riposizionata o riposizionata e mosaicata.

Confronto tra posizione del layer “Fabbricati catastali” prima delle operazioni di riposizionamento (poligoni rossi) e dopo avere subito anche la mosaicatura (poligoni a tratteggio), rispetto alla ortofoto regionale ICE 2009-2009, che a causa qualità della georeferenziazione è considerata “la situazione di riferimento

Gestione dei crediti di Carbonio - Linee guida e mercato volontario

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Da alcuni anni in Piemonte, grazie a progetti specifici legati a iniziative del territorio, sono commercializzati crediti di carbonio in lotti boschivi di alcune realtà locali montane.

A livello normativo, l'art. 70 della L 221/15 Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali ha delegato il governo ad adottare specifici decreti legislativi in materia di servizi ecosistemici ed ambientali, tra i quali viene citata la fissazione del carbonio nelle foreste.

La maggior parte dei boschi piemontesi sono a netta prevalenza di latifoglie, spesso di origine cedua, nei quali, salvo rari casi, non vi sono strumenti di pianificazione a livello di dettaglio (Piani Forestali Aziendali).
Pertanto, al fine di costituire un riferimento consolidato per la descrizione del bosco e delle reali possibilità di prelievo con gli interventi selvicolturali, sono state redatte le Linee Guida per la gestione dei crediti di carbonio. Queste definiscono il quadro generale delle pratiche selvicolturali da assumere come ordinarie in termini di indici di prelievo, ovvero la baseline, od opzione BAU (business as usual); su tale base si può quantificare in termini oggettivi e trasparenti l’impegno volontario di ulteriore conservazione di biomassa in bosco.

A partire dai dati reali di prelievo, nelle Linee Guida sono contenute valutazioni circa le pratiche selvicolturali sostenibili caratterizzate da maggiori rilasci di massa legnosa, per ciascuna forma di governo e trattamento. Un aspetto particolare di questa valutazione consiste nel fatto che non è sufficiente il rilascio in bosco di una maggiore quantità di massa legnosa rispetto all’ordinario: questo deve essere conforme ad un sistema selvicolturale tecnicamente corretto, riconoscibile e perpetuabile nel tempo, quindi compatibile con le caratteristiche stazionali e di composizione del bosco e degli assortimenti legnosi ottenibili.

Tutti i parametri di impegni aggiuntivi devono essere selvicolturalmente motivati e coerenti, tenendo conto anche di perdite di carbonio che si possono determinare ad es. a livello del suolo e della lettiera in casi di scoperture significative.

Le Linee Guida, inoltre, ipotizzano i parametri per gli impegni aggiuntivi in alcuni casi riferendosi ad un cambio di sistema selvicolturale, in senso più conservativo, definito nell’ambito del regolamento (es. dal ceduo al governo misto, alla fustaia) o facendo riferimento ad esperienze gestionali maturate sul territorio piemontese (es. intensità di prelievo nei tagli di avviamento e nei tagli a scelta colturali).

Regione Piemonte e IPLA dopo aver attivato un tavolo tecnico di lavoro, con esperti di varie provenienze (UNITO, IPLA, Regione, professionisti, imprese, consorzi, ecc), hanno sviluppato una serie di documenti che ha portato alle seguenti delibere riguardanti Crediti di carbonio e mercato volontario:

  • D.G.R. 24-4638 del 06/02/17 propedeutica allo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio in ambito forestale, contenente in allegato Linee guida per la gestione dei crediti di carbonio;
  • D.G.R. 18 Febbraio 2022, n. 24-4672 che concretizza le disposizioni, per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio e la valorizzazione dei servizi ecosistemici in ambito non forestale della Regione Piemonte (verde urbano);
  • D.D. 892/A1614A del 30/12/2022, che riguarda l'approvazione della procedura per la determinazione, contabilizzazione, validazione e commercializzazione, in un mercato volontario, dei crediti di carbonio generati da selvicoltura in Piemonte.

Poichè il D.L. 24 febbraio 2023, n. 13, convertito con legge del 21 aprile 2023, n. 41, ha istituito, presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), il “Registro pubblico dei crediti di carbonio” sono attualmente allo studio le opportune integrazioni alla sopraindicata DD che saranno apportate una volta pubblicato il Decreto Attuativo ministeriale.

Un elemento importante giunge da Brussels dove stanno approntando un regolamento per gli assorbimenti di carbonio che include anche altri SE come la biodiversità.

È un'occasione di riferimento uguale per tutti, obbligato, che però propone subito un problema in quanto non sembra prevedere le vendite e certificazioni ex-ante, anche se per ora è esplicitato solo per i carbon stock agricoli cioè i suoli, ma nel testo si menziona la selvicoltura, che comunque apparirà negli atti deliberativi del regolamento.

Le vendite ex-post, le sole che per la commissione sono una garanzia di serietà, penalizzerebbero le già poche potenzialità del mercato, in quanto i costi anticipati di progetto e di gestione sono investimenti che vanno a diminuire la convenienza, se il reddito giunge dopo 5-10 anni. 

Allo stato attuale lo stato del mercato dei crediti di carbonio forestali in Piemonte può essere riassunto nella seguente tabella 1:

Informazioni e risorse aggiuntive


L.r. 4/2009 e L. 221/2015 - Disposizioni per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio da selvicoltura nella Regione Piemonte:
https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2017/06/attach/dgr_04638_370_06022017.pdf


 

 

Anno
2024

Geoportale della regione Piemonte

Anno
2024

Gli Enti della Pubblica Amministrazione piemontese producono in maniera strutturata una considerevole quantità di dati territoriali/geografici che descrivono il territorio in termini generali (ad esempio mappe topografiche) oppure rappresentano anche quantitativamente specificità tematiche (ad esempio dal punto di vista ambientale, di pianificazione, ecc.). Tale informazione costituisce una imprescindibile base di conoscenza su cui basare, a tutti i livelli, azioni di programmazione e monitoraggio del territorio.

In coerenza con quanto previsto dalla Direttiva Europea che istituisce la “Infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità Europea - INSPIRE (INfrastructure for SPatial InfoRmation in Europe)” e dal suo recepimento nazionale (D.Lgs. n. 32/2010), con riferimento anche al Repertorio Nazionale Dati Territoriali (RNDT), istituito dal Codice dell’Amministrazione Digitale, Regione Piemonte ha scelto di intervenire per razionalizzare gli investimenti ed evitare di raccogliere più volte le stesse informazioni, promuovendo l’armonizzazione, la diffusione e un uso più ampio dei dati a valenza geografica, attraverso la realizzazione del GeoPortale Piemonte, evoluzione del precedente catalogo dati SITAD e del Catalogo delle Informazioni Ambientali.

Il GeoPortale Piemonte è quindi il catalogo primario di accesso alle informazioni geografiche, raccolte e sistematizzate nel corso degli anni, permettendo di utilizzare servizi di ricerca dei dati disponibili attraverso i relativi metadati, offrendo la possibilità di consultarli in conformità a standard internazionali (cosiddetti geoservizi) e di eventualmente scaricarli con specifiche licenze d’uso.

Secondo il principio INSPIRE per cui i dati devono essere raccolti e conservati dove sono prodotti (once only principle), il GeoPortale è in grado di federare altri cataloghi metadati ed essere a sua volta federato, in una logica di geoportale “diffuso”, in cui ogni soggetto è pienamente responsabile dei propri dati/servizi e metadati.
Tale federazione permette quindi di interrogare da ogni geoportale non solo il catalogo dei metadati dell’ente titolare del geoportale, ma anche quelli degli altri enti che hanno sottoscritto accordi di condivisione dei propri cataloghi.

La partecipazione al GeoPortale è aperta a tutti i soggetti interessati all’interoperabilità dell’informazione geografica in relazione alle attività istituzionali svolte e ai compiti a essi attribuiti; interoperabilità che si declina in primo luogo proprio nell’individuazione e nella condivisione delle basi dati geografiche di interesse comune.

La home page del GeoPortale Piemonte  è stata strutturata in maniera molto semplice per facilitare l’individuazione immediata della funzione desiderata. In particolare, sono immediatamente riconoscibili le tre funzioni principali che tutti i geoportali hanno, o dovrebbero, avere: 
1) servizi di ricerca CSW (discovery service);
2) servizi di consultazione/visualizzazione WMS (view service);
3) servizi di scaricamento zipfile, WFS, WCS (download service).
 

Home Page del GeoPortale Piemonte.

Al 15 aprile 2024 , sono consultabili nel GeoPortale Piemonte 906 metadati prodotti da Regione Piemonte (erano 656 al 15 maggio 2019 e 626 al 15 maggio 2018 ), dei quali 353 si riferiscono a dataset scaricabili direttamente, mentre sono presenti 378 geoservizi basati su standard internazionali pubblicati da Open Geospatial Consortium-OGC (11 servizi WCS, 75 servizi WFS, 249 servizi WMS, 42 servizi WMTS, 1 servizio Vector Tile).

Il servizio di ricerca, come detto, permette di interrogare il Catalogo di Metadati che descrivono, secondo modalità codificate dalle specifiche nazionali del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali RNDT, il contenuto del dataset o del servizio che si sta ricercando.
Il metadato sta ad un dataset/servizio come il foglietto illustrativo o bugiardino sta ad un farmaco; infatti così come il foglietto contiene informazioni essenziali per l’uso corretto e sicuro del farmaco (composizione, forma farmaceutica, indicazioni terapeutiche, controindicazioni, posologia e modalità di somministrazionee, effetti indesiderati, produttore, data di scadenza), il metadato riporta tutte le caratteristiche di un dataset o servizio.
Tipicamente i contenuti di un metadato riguardano le categorie riportate nella figura sottostante; la compilazione di queste informazioni (scala di produzione del dato, data di aggiornamento, riferimenti al titolare del dato, sistema di riferimento, vincoli d’uso legati alla licenza di distribuzione, eccetera) costituiscono un dato fondamentale per poter usare il dato in maniera proficua e senza errori.
 

Struttura dei metadati

Una volta impostate le chiavi di ricerca e i filtri che permettono di meglio circoscrivere la richiesta (parole chiave, catalogo dell’Ente su cui effettuare la ricerca, estensione areale, eccetera), il catalogo restituirà l’elenco dei metadati corrispondenti alla richiesta

Esempio di ricerca di metadati relativi a fasce fluviali: il Catalogo restituisce 14 risultati

Individuato il dataset/servizio di proprio interesse ed dopo avere letto i contenuti del metadato, è poi possibile, a seconda della disponibilità all’accesso accordata dal titolare del dato, consultare e visualizzare il dato o scaricarlo

Consultazione di un metadato
Visualizzazione ed interrogazione del dataset Fasce fluviali e aree inondabili vigenti nel visualizzatore del GeoPortale Piemonte

Il geoservizio WMS visualizzato può essere anche consultato entro un software GIS, poiché le specifiche di realizzazione del servizio WMS garantiscono l’interoperabilità e quindi la possibilità di accedere al servizio stesso attraverso tutte le modalità di accesso che supportino il protocollo WMS.

Visualizzazione del geoservizio WMS del dataset consumo di suolo attraverso il software libero QGIS

Infine, qualora il titolare del dataset lo consenta, è possibile scaricare direttamente il dataset, attraverso l’apposito link presente nel metadato.

Scarico del dataset da link diretto dal metadato

Tutte le informazioni geografiche prodotte da Regione Piemonte e pubblicate sul GeoPortale come dataset in scarico oppure geoservizio sono esposte come Open Data, così come previsto dalla Legge Regionale 24/2011 sugli open data.

In particolare, Regione Piemonte individua la licenza Creative Commons 4.0 BY come licenza standard regionale, superando così le limitazioni della precedente licenza Creative Commons 2.5 sulla tutela del diritto d’autore sulle banche dati (c.d. diritto sui generis), ora esplicitamente previsto dalla versione 4.0.

In pratica, questa licenza permette all’utente di condividere, riprodurre, distribuire il materiale con qualsiasi mezzo e formato; inoltre può modificare, trasformare il materiale e basarsi su di esso per le opere derivate, per qualsiasi fine, anche commerciale, purché sia citata la fonte originale.

 

La Base Cartografica Regionale (BDTRE)

Anno
2024

La lettura dell’ambiente attraverso strumenti di tipo cartografico costituisce uno degli elementi principali di supporto tecnico per il governo del territorio, le cui strategie si snodano attraverso articolate relazioni fra uomini e luoghi.
Solo la conoscenza fattuale ed il più possibile oggettiva del territorio in cui viviamo permette di attuare e monitorare le politiche di sviluppo (sociale, economico ecc…). Gli strumenti e le tecnologie di cui disponiamo consentono sofisticati approfondimenti e letture diversificate, grazie ai quali le diverse rappresentazioni del territorio sono in grado di evidenziarne le specificità nell’ambito di un quadro generale.

Regione Piemonte, fin dalla sua nascita, si è dotata di un proprio ufficio cartografico, evoluto nell'attuale Settore Sistema Informativo Territoriale ed Ambientale che ha tra le proprie competenze anche il compito di produrre ed aggiornare la base cartografica di riferimento.
Costruire una base cartografica rappresenta il compimento di un percorso complesso che, a partire da una somma di conoscenze geografiche, attraverso un sistema strutturato di dati posti in relazione tra di loro (informazioni), opportunamente combinati in un allestimento cartografico, porta alla realizzazione di una mappa vera e propria.
Una mappa è quindi una rappresentazione il più oggettiva possibile della realtà finalizzata all'incremento delle conoscenze su un dato territorio.
 

Il Fiume Tanaro tra Quattordio e Solero, in provincia di Alessandria da Carta degli Stati Sardi di Terraferma di S.S.R.M. Carlo Alberto Re di Sardegna, 1831 (Istituto Geografico Militare)

Nel tempo, questo percorso non è concettualmente cambiato, ma, dal punto di vista tecnico, trattare dati geografici è oggi sinonimo di GIS (Geographic Information System), strumenti informatici in grado di gestire dati geografici.
I GIS permettono di creare informazione geografica, di conservarla, di riutilizzarla, di modificarla, aggiornarla e renderla disponibile in molte forme e formati, automatizzando tutte quelle fasi ripetitive che rendevano la produzione di una cartografia (generale o tematica) un’attività di enorme impegno.

La prima produzione cartografica ufficiale di Regione Piemonte è la Carta Tecnica Regionale in scala 1:10’000, pubblicata nel 1991, che attraverso vari aggiornamenti negli anni ha costituito la base cartografica ufficiale regionale sino al 2014.

Ortofoto Regione Piemonte 2010 (RIPRESA AEREA ICE 2009-2011)

La Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti (BDTRE)

A seguito dell’obsolescenza della Carta Tecnica Regionale 1:10’000 in termini di contenuti e di modalità tecnologica di gestione e mantenimento, Regione Piemonte ha promosso la realizzazione della Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti (BDTRE), base dati geografica del territorio piemontese, con i contenuti propri di una cartografia tecnica e strutturata secondo specifiche nazionali (cosiddetto National Core), adattate alla realtà piemontese.

L’allestimento cartografico, derivato dai contenuti della BDTRE, costituisce “la base cartografica di riferimento per la Regione e per tutti i soggetti pubblici e privati che con essa interagiscono”, ai sensi dell’articolo 5 comma 4 della Legge regionale 1 dicembre 2017, n. 21 (Infrastruttura regionale per l’informazione geografica), sostituendo quindi la Carta Tecnica Regionale.

Per consentirne la piena fruizione ai molteplici soggetti interessati, dagli Enti della P.A. piemontese, ai professionisti, agli enti universitari e di ricerca e ai cittadini, la Base Cartografica di Riferimento è resa disponibile in modalità open data, attraverso il GeoPortale Piemonte. 
Tutti i dati e i servizi pubblicati sono disponibili con licenza Creative Commons 2.5 BY, in progressiva sostituzione con la versione 4.0) attraverso il GeoPortale Piemonte.
 

Modalità di messa a disposizione e fruizione di BDTRE

La BDTRE, aggiornata attraverso nuove produzioni e attraverso i sistemi informativi settoriali e tematici regionali, viene rilasciata annualmente sotto forma di servizi, dataset vettoriali e raster.

Il rilascio di BDTRE in modalità RASTER comporta una rappresentazione dell’informazione geografica contenuta in BDTRE cristallizzata ad una data e ad una scala specifica, attraverso un allestimento cartografico.
Ad ogni nuova edizione i contenuti potranno essere diversi in funzione degli aggiornamenti intervenuti. Ogni edizione è accompagnata dall’indicazione dell’anno di rilascio, ad esempio BDTRE RASTER 2024.

Il rilascio di BDTRE in modalità SERVIZIO avviene attraverso l’esposizione di geoservizi standard (servizi WMS e WMTS), i cui riferimenti sono pubblicati sul GeoPortale regionale. 
La cartografia BDTRE così esposta corrisponde all’edizione corrente così come definita per la modalità Raster. Anche in questo caso sarà chiaro all’utente l’edizione di riferimento.

Per quanto riguarda il rilascio di BDTRE in modalità VETTORIALE, è disponibile anch’essa attraverso il GeoPortale Piemonte, ed è la versione in formato  shapefile e geopackage dell’edizione corrente di BDTRE. Pertanto il contenuto informativo (geometria ed attributi) è il medesimo che si ritrova nelle versioni raster e servizio. 
È disponibile anche un servizio di esposizione vettoriale (servizio WFS) che può essere utilizzato sia per la visualizzazione delle informazioni sia per lo scarico diretto.

Infine a richiesta è disponibile anche l’intero database geotopografico, nel formato Postgres/PostGIS.

Base Cartografica di Riferimento di Regione Piemonte in scala 1:25.000, edizione 2024

Contenuti di BDTRE e aggiornamenti

Da alcuni anni sono in corso attività continue per il miglioramento e l’aggiornamento dei contenuti di BDTRE che provengono da diverse fonti che vengono inserite ed armonizzate geometricamente e semanticamente, seguendo le specifiche di contenuto citate.
Ad esempio, per quanto riguarda il tema Edificato, la principale forma di aggiornamento deriva dal progetto Mosaicatura catastale di riferimento regionale dal quale vengono derivate gli elementi geometrici relativi ai fabbricati, alle strade urbane e altre tipologie di informazioni.
Ciò consente un aggiornamento programmabile con la frequenza necessaria e coerente con l’evoluzione del territorio; nell’edizione 2024 pubblicata nei primi mesi dell’anno gli aggiornamenti della base dati hanno riguardato:
   • l’ntegrazione completa delle classi della BDTRE edifici, manufatti, viabilità e coperture vegetali con le informazioni sulla zona ovest della Città Metropolitana di Torino;
   • il riposizionamento, sulla base del DTM regionale, dei punti quotati relativi alle vette e ai valichi e aggiornamento dei relativi toponimi trasferendo le informazioni dalla classe Località Significative a quella dei Punti Quotati;
   • il recepimento della variazione di toponimo da Montemagno a Montemagno Monferrato;
   • aggiornamenti e correzioni puntuali su segnalazione degli utenti.

Il riconoscimento da parte di tutti i fruitori pubblici e privati di BDTRE come Base Cartografica di Riferimento garantisce che l’elemento geometrico sia unico ed univoco, e che ad esso si possano riferire tutti i sistemi informativi tematici e settoriali.
In questa maniera è possibile derivare da procedimenti amministrativi, quali revisione di strumenti urbanistici, autorizzazioni/concessioni, informazioni sia di tipo spaziale sia descrittive, riferibili ad oggetti cartografati o non ancora  cartografati entro BDTRE.