Foreste, fattore per l'aria

Regione Piemonte, col supporto di IPLA, dal 2004 misura la capacità di fissazione del carbonio da parte dell’insieme dei boschi e dell’arboricoltura da legno piemontesi, in base ai dati inventariali e cartografici derivati dal Sistema informativo forestale regionale - SIFOR, unitamente alle informazioni pedologiche necessarie al bilancio globale del carbonio secondo le metodologie ufficiali.

L’ultimo approfondimento ha interessato le valutazioni a livello di singole categorie forestali secondo gli aggiornamenti delle superfici del 2016 e dei tagli secondo stime sempre regionali. Il calcolo eseguito, al netto di tagli e incendi, con aggiornamenti al 2016 è riportato in Tabella 1.

Attualmente è in corso un ulteriore approfondimento, da parte di IPLA, che prevede l’aggiornamento del calcolo degli stock di carbonio ai fini della caratterizzazione dei servizi ecosistemici, a livello di tipo forestale, nell’ambito del progetto PFIT. La redazione dei PFIT permetterà, inoltre, un’ulteriore ridelimitazione delle aree boscate e quindi sarà possibile un aggiornamento delle superfici forestali e dei relativi stock di carbonio.

Tabella 1. Superficie occupata in Piemonte da ogni categoria di bosco e Mt di carbonio equivalente fissato

Una recente estensione del monitoraggio al comparto dell’arboricoltura da legno, sia a ciclo medio-lungo, sia alla pioppicoltura ha consentito di stimarne gli assorbimenti. In tabella 2 viene riportato il bilancio del carbonio in alcuni impianti di pioppo rappresentativi del Piemonte. 

Tabella 2. Bilancio del carbonio in alcuni impianti di Pioppo

Con questo lavoro si è inteso attivare il monitoraggio dei flussi di carbonio in funzione dei diversi tipi di interventi selvicolturali previsti in una gestione sostenibile dei boschi e degli impianti di arboricoltura da legno, quale sistema di controllo ed integrazione dei dati inventariali degli stock di carbonio regionali, il cui computo totale è riportato in tabella 3. 

Tabella 3. Monitoraggio dei flussi di carbonio

In Piemonte l'aumento della superficie boscata e delle pratiche di riforestazione risultano contribuire in modo significativo all'incremento delle biomasse e conseguentemente a quello del carbonio stoccato sia nelle piante sia nel suolo, consentendo così agli ecosistemi forestali di ridurre l’impatto delle emissioni in atmosfera. Ciò permette all’Italia di ottemperare ad una parte degli impegni internazionali nella lotta ai cambiamenti climatici.

Una fonte importante dei dati di stock di C delle foreste italiane e piemontesi è ricavabile dall'ultimo Inventario Nazionale dei Gas Serra, dove vi sono non solo le serie storiche degli stock ed incrementi forestali ma anche agrari, secondo metodi ufficiali IPCC.

Secondo la nuova carta degli stock del carbonio dei suoli del Piemonte realizzata da IPLA e CNR per il PSR regionale (2019) la ripartizione dei contenuti percentuali di carbonio per usi forestali/agrari è la seguente (tabella 4).

Tabela 4. "Carbon stock" dei suoli piemontesi nei diversi usi

L’accordo di Kyoto e i successivi sviluppi hanno portato a definire e regolamentare anche il cosiddetto carbon trading - mercato dei crediti - che amplia ulteriormente le prospettive di impostazione dei Piani Energetici, da quelli internazionali a quelli nazionali fino a quelli regionali e subregionali, in quanto sarà possibile scambiare i crediti con permessi di emissione. 

In questa ottica il settore Foreste, insieme con IPLA, ha sostenuto l'iniziativa nazionale del CREA e del Nucleo Monitoraggio Carbonio: il Codice Forestale Nazionale del Carbonio per la creazione di un mercato nazionale dei crediti di carbonio forestali su base volontaria, promuovendo il mercato regionale piemontese.

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