Aria

Disturbo olfattivo - Riferimenti normativi

Anno
2025

A livello nazionale, il 28 giugno 2023 è stato emanato il Decreto Direttoriale del MASE n. 309 “Autorizzazione alle emissioni in atmosfera - Indirizzi per l’applicazione dell’art. 272-bis del D.Lgs. 152/2006 in materia di emissioni odorigene di impianti e attività”, che rappresenta il documento di riferimento in materia di prevenzione e limitazione delle emissioni odorigene, in particolar modo per l’espletamento degli iter istruttori di rilascio e rinnovo delle autorizzazioni ambientali, per la valutazione delle ricadute emissive degli impianti e per le modalità di monitoraggio. 
Ulteriori riferimenti a livello nazionale sono individuabili nelle seguenti norme tecniche: 

  • UNI EN 13725 “Emissioni da sorgente fissa – determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica e della portata di odore” del marzo 2022
  • UNI 11761/2023 “Emissioni e qualità dell’aria – Misurazione strumentale degli odori tramite IOMS (Instrumental Odour Monitoring System)”
  • UNI 11806 “Qualità dell'aria - Emissioni odorigene e impatto olfattivo – Vocabolario” del marzo 2021, divenuta il riferimento per definizioni e terminologia
  • UNI EN 16841/2017 “Aria ambiente – Determinazione dell’odore in aria ambiente mediante indagini in campo. Metodo a griglia e metodo del pennacchio”.

A livello regionale, la Giunta della Regione Piemonte ha approvato le “Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno”  (Deliberazione n. 13-4554 del 9 gennaio 2017).
Le linee guida piemontesi si applicano agli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale che possano determinare emissioni olfattive e alle attività soggette a Valutazione di Impatto Ambientale o Verifica di assoggettabilità da cui derivino emissioni odorigene; vengono inoltre definite le modalità di gestione di problematiche olfattive dovute ad attività diverse dalle precedenti, a fronte del coinvolgimento di significative porzioni di territorio o di popolazione, dove approcci preliminari per la risoluzione del problema siano risultati inefficaci.
Le linee guida sono completate da documenti che definiscono:

  • una metodologia di monitoraggio sistematico della percezione olfattiva avvertita dalla popolazione (parte II), che include la verifica e la validazione delle segnalazioni;
  • le modalità di campionamenti olfattometrici in campo, per la determinazione dell’impatto odorigeno (parte III);
  • la metodologia di caratterizzazione chimica delle sostanze odorigene (parte IV);
  • i requisiti che devono essere soddisfatti nella redazione di uno studio di impatto olfattivo mediante simulazione modellistica meteodispersiva (parte V). 

La Deliberazione della Giunta Regionale sopra citata ha delineato il percorso da seguire per affrontare le problematiche legate ai disturbi olfattivi, prevedendo il coinvolgimento attivo dei soggetti interessati attraverso l’istituzione di un Tavolo di confronto, attivato dal Sindaco del Comune interessato dal fenomeno. Questo strumento consente di affrontare le criticità legate agli odori mediante il dialogo tra i diversi Enti coinvolti (Comuni, ASL, Provincia o Città Metropolitana) e con le imprese interessate, al fine di individuare e valutare possibili soluzioni volte alla riduzione del problema.

Il Decreto Direttoriale del MASE n. 309/2023, in quanto documento di orientamento tecnico, non interferisce con l’applicazione delle normative regionali vigenti, purché queste garantiscano — anche attraverso modalità differenti — un livello di tutela equivalente in materia di emissioni odorigene. In Piemonte, i principi contenuti nel documento nazionale sono stati adottati nell’ambito delle istruttorie per il rilascio e il rinnovo delle autorizzazioni ambientali, con particolare riferimento alla valutazione delle ricadute emissive degli impianti e alle modalità di monitoraggio. Su questi aspetti, il Decreto Direttoriale fornisce un livello di tutela più elevato rispetto a quanto previsto dalla D.G.R. 13-4554/2013.

Informazioni e risorse aggiuntive

Decreto Direttoriale del MASE n. 309 “Autorizzazione alle emissioni in atmosfera - Indirizzi per l’applicazione dell’art. 272-bis del D.Lgs. 152/2006 in materia di emissioni odorigene di impianti e attività” https://www.mase.gov.it/pagina/indirizzi-lapplicazione-dellarticolo-272-bis-del-dlgs-1522006-materia-di-emissioni-odorigene

Deliberazione n. 13-4554 del 9 gennaio 2017 - Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2017/05/attach/dgr_04554_930_09012017.pdf

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Disturbo olfattivo – Esperienze sul territorio regionale

Anno
2025

Le problematiche di disturbo olfattivo affrontate nel corso del 2023 sono state numerose. I Tavoli di confronto attivati ai sensi Deliberazione della giunta regionale "L.R. 43/2000 - Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno" nel corso del 2024, a livello regionale, sono stati 21, di cui 10 nella Provincia di Torino, 7 sul territorio della Provincia di Cuneo, 2 nella Provincia di Alessandria, 2 nella Provincia di Novara; alcuni di questi tavoli riguardano problematiche multi-sorgente. In particolare, le indagini condotte riguardano 9 aziende zootecniche, 6 aziende di produzione/lavorazione bitumi, 3 industrie metalmeccaniche/automobilistiche, 2 impianti di trattamento rifiuti - di cui uno con produzione energia - 1 impianto di raccolta di sottoprodotti di origine animale, 1 lavorazione della gomma, 1 fonderia, 1 depuratore, 1 industria farmaceutica, 1 industria produzione materiale plastico; 1 tavolo è relativo a sorgenti non note. 

Informazioni e risorse aggiuntive

DGR 13-4554/2017: "L.R. 43/2000 - Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno" https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2017/05/attach/dgr_04554_930_09012017.pdf

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Esposizione della popolazione

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persone multietà
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La stima della popolazione esposta nel corso del 2023 ai differenti livelli di concentrazione dei principali inquinanti atmosferici è stata calcolata a partire dai risultati della Valutazione annuale della Qualità dell’Aria effettuata, in ottemperanza a quanto previsto dal DLgs 155/2010 e dalla Decisione 2011/850/CE, da ARPA Piemonte con il proprio sistema modellistico di qualità dell’aria, uno degli strumenti conoscitivi previsti dal Programma di Valutazione della Regione Piemonte (Deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2019, n. 24-903).

Il sistema si basa un modello di chimica e trasporto in grado di riprodurre i fenomeni fisico-chimici che avvengono in atmosfera e simulare le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici – primari e secondari – su tutto il territorio regionale con elevato dettaglio spaziale. I campi di concentrazione prodotti dal sistema modellistico sono integrati con i dati di qualità dell’aria misurati dalle stazioni del Sistema Regionale di Rilevamento per la qualità dell’aria. 

L’introduzione dei dati di qualità dell’aria nei campi di concentrazione viene effettuata utilizzando una particolare tecnica di interpolazione statistica allo stato dell’arte: si ottiene in tal modo una versione del sistema modellistico corretta con le osservazioni, che minimizza l’errore di simulazione e rappresenta la migliore stima spaziale dello stato di qualità dell’aria sul territorio piemontese. 

I campi di concentrazione così ottenuti vengono dapprima aggregati temporalmente per calcolare tutti gli indicatori di legge (medie annuali, medie e massimi giornaliere, ecc.) e successivamente aggregati spazialmente per ottenere un livello di concentrazione, per ogni inquinante e per ogni aggregazione, unico su ciascun comune piemontese. Le concentrazioni sono assegnate ai singoli comuni tenendo in considerazione il loro grado di urbanizzazione . La popolazione esposta è infine calcolata ipotizzando, in modo conservativo, che tutta la popolazione residente in un determinato comune sia esposta ai livelli medi di concentrazione sul comune ottenuti come descritto in precedenza.  I risultati sono riportati nella successiva tabella. 

Gli indicatori per i quali si ha una percentuale non nulla della popolazione residente sopra la soglia di legge sono la media giornaliera del particolato PM10, la media annuale del biossido di azoto (ma solo per la città di Torino) ed il valore obiettivo dell’ozono. In tutti gli altri casi tutta la popolazione residente è soggetta a delle concentrazioni inferiori ai limiti stabiliti dal D.Lgs 155/2010.

La stima della popolazione esposta
Inquinante Indicatore Soglia % popolazione residente sopra la soglia % popolazione residente sotto la soglia
PM10 media annua 40 µg/m3 0 100
PM10 media giornaliera 50 µg/m3 da non superare per piщ di 35 volte per anno civile 35 65
PM25 media annua (Stage 1) 25 µg/m3 0 100
PM25 media annua (Stage 2) 20 µg/m3 0 100
NO2 media annua 40 µg/m3 20 80
NO2 media oraria 200 µg/m3 da non superare per più di 18 volte per anno civile 0 100
O3 Massimo giornaliero della media mobile su otto ore 120 µg/m3 da non superare piщ di 25 volte nell’anno civile come media su tre anni 95 5
B(a)P in PM10 media annua 1 ng/m3 0 100
Cd in PM10 media annua 5 ng/m3 0 100
Ni in PM10 media annua 20 ng/m3 0 100
As in PM10 media annua 6 ng/m3 0 100
Pb in PM10 media annua 5 µg/m3 0 100
Benzene medie annua 5 µg/m3 0 100
CO Massimo giornaliero della media mobile su otto ore 10 mg/m3 0 100
SO2 media giornaliera 125 µg/m3 0 100
SO2 media oraria 350 µg/m3 da non superare per più di 24 volte per anno civile 0 100
Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

D.Lgs 155/2010 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa, https://www.normattiva.it/eli/id/2010/09/15/010G0177/CONSOLIDATED

Decisione dell'Unione Europea 2011/850/CE recante disposizioni di attuazione delle direttive 2004/107/CE e 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda lo scambio reciproco e la comunicazione di informazioni sulla qualità dell’aria ambiente, https://eur-lex.europa.eu/eli/dec_impl/2011/850/oj

Deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2019, n. 24-903 per la aggiornamento della zonizzazione e della classificazione del territorio regionale piemontese, https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2020/03/siste/00000074.htm

Articolo scientifico in merito alla zonizzazione funzionale per la qualità dell'aria, https://www.semanticscholar.org/paper/Functional-zoning-for-air-quality-Ignaccolo-Ghigo/29b1f8a458360761600d666cc7eac531fa9f70b6

Anno
2025
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Disturbo olfattivo – segnalazioni dei cittadini

Anno
2025

Per dare un’idea della dimensione del fenomeno “disturbo olfattivo”, la seguente figura rappresenta i dati riferiti al numero di contatti raccolti su tutto il Piemonte da Arpa attraverso l’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP); i dati comprendono segnalazioni, esposti, richieste di informazioni, richieste di accesso agli atti ed informazioni sullo stato di avanzamento di una pratica. I dati sono riportati dal 2012, anno in cui per monitorare meglio le tipologie di richieste e segnalazioni, l’URP ha inserito all’interno della voce “aria” la sottovoce “puzze”. Dall’analisi dei dati raccolti nel 2024 emerge un numero contatti totali sul tema odori pari a 406, su 783 relativi alla tematica aria, con un totale di 4944 relativi alle diverse matrici ambientali.  

Numero di contatti per differenti problematiche ambientali raccolti su tutto il Piemonte da Arpa attraverso l’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP) nel periodo 2012-2024 - Fonte Arpa Piemonte

A livello regionale, le problematiche legate ai disturbi olfattivi non sono riconducibili unicamente agli impianti tradizionalmente associati a tali fenomeni, come quelli per il trattamento dei rifiuti, dei sottoprodotti di origine animale, gli allevamenti e i depuratori di acque reflue urbane. Anche altre tipologie di impianti possono contribuire in modo significativo, tra cui quelli per la lavorazione dei bitumi, le industrie farmaceutiche, la produzione di manufatti in gomma o materiali plastici, le fonderie e le aziende del settore metalmeccanico o automobilistico.

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Disturbo olfattivo - tecniche di indagine

Anno
2025
Come rispondere alla problematica del disturbo olfattivo?

La vasta gamma di sostanze potenzialmente odorigene, la soggettività fisica e psichica della percezione di un odore, i fattori ambientali, uniti alla complessità del sistema olfattivo, rappresentano una serie di ostacoli che rendono la caratterizzazione degli odori e il controllo dell’inquinamento olfattivo particolarmente complessi. Ciononostante, anche l’odore può essere quantificato, attraverso l’applicazione di procedure standardizzate a livello europeo. 

Ad oggi la metodologia di elezione per la valutazione della molestia olfattiva è rappresentata dall’olfattometria dinamica, tecnica standardizzata e normata a livello europeo dalla norma tecnica EN 13725 “Air quality - Determination of odour concentration by dynamic olfactometry - CEN, Comitato europeo per la normalizzazione” (ultima edizione febbraio 2022), recepita a livello nazionale dalla norma UNI EN 13725 “Emissioni da sorgente fissa – determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica e della portata di odore” del marzo 2022. 
Si tratta di una tecnica sensoriale per la misura oggettiva della concentrazione di odore di campioni gassosi basata sull’impiego del naso di un gruppo (panel) di valutatori selezionati mediante l’uso di una sostanza di riferimento (n-butanolo). 

L’olfattometria dinamica permette di ottenere un dato di concentrazione di odore, espressa in unità odorimetriche al metro cubo (ou/m3) a 20 °C, che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché l’odore sia percepibile dal 50% della popolazione. 

Il panel di valutatori viene selezionato con la logica di scartare sia i nasi troppo sensibili sia quelli che lo sono troppo poco, in modo da rappresentare il livello medio di percezione dell’odore. I campioni d’aria vengono prelevati dal sito oggetto di indagine e raccolti in sacchetti e successivamente condotti in laboratorio, dove vengono analizzati per mezzo di uno strumento, l’olfattometro, e del panel di annusatori selezionati. Il principio dell’analisi consiste nel somministrare agli esaminatori il campione diluito con aria inodore, partendo da diluizioni molto grandi e diminuendo man mano la diluizione del campione. Gli esaminatori segnalano quando rilevano l’odore ed attraverso le loro risposte si risale alla concentrazione di odore del campione, espressa in ouE /m3 (unità olfattometriche europee al m3).

 

Seduta olfattometrica con panel di valutatori.

Nonostante l’olfattometria dinamica sia riconosciuta come la tecnica più idonea per il monitoraggio delle emissioni odorigene, la sua applicazione non è sufficiente a valutare completamente i casi di disturbo olfattivo. Infatti, tale tecnica non è applicabile per un monitoraggio in continuo, inoltre, necessita tempi ristretti tra campionamento e analisi (massimo 30 ore). Per tale ragione, l’olfattometria dinamica è spesso affiancata ad altre metodologie (caratterizzazione chimica, valutazione delle segnalazioni della popolazione, indagini in campo, uso di sensori e analizzatori in continuo monoparametrici e multiparametrici, IOMS ossia Instrumental Odour Monitoring System), per un approccio integrato alla problematica della molestia olfattiva. 

La caratterizzazione chimica viene utilizzata sia sulle sorgenti delle potenziali emissioni odorigene, al fine di individuare eventuali traccianti e raccogliere elementi utili sulla tipologia di inquinanti rilasciati in atmosfera ai quali la popolazione potrebbe essere esposta, sia presso i recettori, per monitorare l’eventuale ricaduta di tali sostanze nell’intorno degli insediamenti produttivi e, ove possibile, fare una valutazione rispetto alla composizione del fondo ambientale. 
Si esegue attraverso l’impiego di campionamenti e tecniche analitiche mirati, che nella maggior parte dei casi sono rivolti alla ricerca di sostanze organiche volatili.

Strumentazione per la caratterizzazione chimica

Gli IOMS (Instrumental Odour Monitoring System), anche detti impropriamente "nasi elettronici", sono analizzatori in continuo che, una volta messe a punto le modalità di utilizzo, hanno il grande vantaggio di poter offrire un monitoraggio in campo per un lungo periodo (a differenza dell’olfattometria, che fornisce un esito su campioni istantanei) e di non impiegare nasi umani. Sono però da considerarsi una tecnica a completamento dell’indagine olfattometrica e vanno impiegati per il monitoraggio di situazioni già ben definite dal punto di vista olfattometrico e chimico. L’applicazione e le caratteristiche tecniche dello IOMS sono regolamentate dalla norma UNI 11761/2023 “Emissioni e qualità dell’aria – Misurazione strumentale degli odori tramite IOMS (Instrumental Odour Monitoring System)”.

Un’altra tecnica utilizzata nei casi di disturbo olfattivo è la valutazione delle segnalazioni della popolazione, in particolar modo attraverso il monitoraggio sistematico del disturbo. Questa tecnica consiste nell’individuare, nell’ambito di un’attività di coordinamento tra Enti (tavoli di confronto o tavoli tecnici), dei cittadini volontari che registrano in modo codificato e per un periodo concordato, gli eventi odorigeni rilevati; i dati raccolti vengono elaborati dagli Enti attraverso una verifica ed una validazione che tengono conto anche dei dati meteorologici, per stimare l’entità del disturbo e valutarne la significatività.

Una tecnica di indagine finalizzata alla determinazione della percezione delle emissioni odorigene è rappresentata dalla field inspection, regolamentata dalla norma UNI EN 16841/2017 “Aria ambiente – Determinazione dell’odore in aria ambiente mediante indagini in campo. Metodo a griglia e metodo del pennacchio”. L’applicazione di questa metodologia consiste nella rilevazione in campo dell’odore, svolta da personale addestrato e idoneo ai requisiti previsti per l’olfattometria dinamica, con lo scopo di definire l’area di ricaduta delle emissioni odorigene di una determinata sorgente. 

Le tecniche di indagine sopra citate sono sovente integrate e completate con la modellistica meteodispersiva, utilizzata per la stima dell’impatto delle sostanze odorigene emesse da diverse tipologie di sorgenti, al fine di individuare le aree di interesse dei fenomeni di molestia olfattiva. Arpa utilizza, per gli studi di dettaglio ad elevata risoluzione su area limitata, un sistema basato su modelli tridimensionali in grado di descrivere i fenomeni di trasporto e dispersione in atmosfera di inquinanti prodotti da specifiche sorgenti in condizioni orograficamente e meteorologicamente complesse; nel caso delle molestie olfattive e, più in generale, nel caso di simulazione di inquinanti considerati come non reattivi, la dispersione in atmosfera è descritta attraverso un modello lagrangiano a particelle (Il sistema modellistico diagnostico a scala locale | Arpa Piemonte), che permette di valutare l’impatto di specifiche sorgenti anche su singoli episodi.

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Disturbo olfattivo

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Che cosa è l’odore?

L’odore è la risposta sensoriale del nostro cervello ad una stimolazione determinata da una miscela più o meno complessa di sostanze che vengono in contatto con l’epitelio olfattivo. L’odore dell’aria che respiriamo è stato riconosciuto come una variabile ambientale che può influenzare la qualità della vita ed influire sulle attività economiche quali attività commerciali e turistiche.

Benché l'odore rappresenti un indicatore di un possibile inquinamento dell’aria, viene talvolta erroneamente associato ad una possibile tossicità dell’aria. Tuttavia, bisogna considerare che, se è vero che l’odore per la maggior parte dei casi non è causa di conseguenze sulla salute, è altrettanto documentato in letteratura come, a lungo andare, nei soggetti esposti più sensibili possa peggiorare la percezione del proprio stato di salute.

Il tema del monitoraggio, controllo e valutazione dell’impatto olfattivo è oggetto di sempre maggior attenzione per la pubblica amministrazione, sia per gli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni ambientali sia per gli Enti di controllo in relazione alle numerose segnalazioni e richieste di intervento da parte della popolazione esposta, che rivendica una migliore qualità della vita (Coordinamento Tecnico Operativo SNPA – Reti tematica 05 – Odori – Fascicolo informativo 2022 – II semestre). 

Per un approfondimento sugli approcci adeguati ad effettuare un’azione di prevenzione, controllo e valutazione delle emissioni odorigene, si rimanda alla recente pubblicazione SNPA “Emissioni odorigene. Elementi di riferimento e approcci metodologici per il monitoraggio” – Delibera n. 268/25 del 21 gennaio 2025 (Emissioni odorigene: elementi di riferimento e approcci metodologici per il monitoraggio – SNPA – Sistema nazionale protezione ambiente).

Informazioni e risorse aggiuntive

pubblicazione SNPA “Emissioni odorigene. Elementi di riferimento e approcci metodologici per il monitoraggio” – Delibera n. 268/25 del 21 gennaio 2025 https://www.snpambiente.it/snpa/emissioni-odorigene-elementi-di-riferimento-e-approcci-metodologici-per-il-monitoraggio/

Anno
2025
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Monossido di carbonio - serie storiche

Anno
2025
Media annua

Torino è la città con la serie storica più lunga a livello regionale per il monossido di carbonio. 
La stazione di traffico di Torino – Rebaudengo è la stazione che presenta generalmente le concentrazioni medie annue di CO più elevate della regione; il trend storico a partire dal 1981 mostra come il miglioramento tecnologico nel settore trasporti abbia portato a una riduzione delle emissioni di CO, con conseguente miglioramento dei livelli di concentrazione in atmosfera per questo inquinante.
 

Monossido di carbonio (CO): concentrazioni medie annuali rilevate negli anni 1981-2024, presso la stazione di Torino-Rebaudengo
Massima media di 8 ore giornaliera

In merito ai valori medi delle massime medie sulle 8 ore giornaliere si può notare come dal 2010 al 2024 le zone con concentrazioni più elevate sul territorio piemontese siano quelle dell’agglomerato torinese e di pianura. 

Monossido di carbonio (CO): Trend delle massime medie di 8 ore giornaliere per zona UE dal 2010 al 2024 - Fonte Arpa Piemonte

Analogamente, è possibile osservare come le stazioni con valori di concentrazione più elevati siano quelle situate in un contesto urbano di traffico, in quanto maggiormente esposte al traffico veicolare, considerato, infatti, il tracciante di riferimento durante tutto il corso dell'anno per questo tipo di inquinante.

Monossido di carbonio (CO): Trend delle massime medie di 8 ore giornaliere per tipo di zona dal 2010 al 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Monossido di carbonio (CO): Trend delle massime medie di 8 ore giornaliere per tipo di stazione dal 2010 al 2024 - Fonte Arpa Piemonte
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Monossido di carbonio - rispetto del valore limite nel 2024

Anno
2025

Per il monossido di carbonio il valore limite è pari a 10 mg/m³ come massima media di 8 ore giornaliera. Le rilevazioni effettuate nel 2024 mostrano che il valore limite è rispettato in tutte stazioni della rete regionale.

Monossido di carbonio (CO): massime medie di 8 ore giornaliere rilevate nel 2024 presso le stazioni della rete regionale - Fonte Arpa Piemonte
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Metalli nel particolato PM10

Tema
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nuvole e sole
Paragrafi

Nell’ambito delle attività del Sistema Regionale di Rilevamento di Qualità dell’Aria (SSRQA) sono monitorate le concentrazioni dei metalli tossici, presenti nel particolato PM10, per i quali il Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 ha stabilito un valore limite (piombo) o un valore obiettivo (arsenico, cadmio e nichel). 

La situazione in tutti i punti di misura della rete regionale appare decisamente confortante, in quanto le concentrazioni di tali metalli per l’anno 2024 risultano decisamente inferiori non solo ai valori di riferimento – limite (Pb) o obiettivo (As, Cd, Ni) - ma anche alle rispettive soglie di valutazione inferiore. 

Nel caso di arsenico, cadmio e nichel le concentrazioni medie annue misurate hanno valori di un ordine di grandezza inferiore al valore obiettivo; per il piombo le concentrazioni si posizionano invece in un range di valori aventi fra uno e due ordini di grandezza inferiori al valore limite per la protezione della salute umana.

Arsenico, confronto con il valore obiettivo nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Cadmio, confronto con il valore obiettivo nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Nichel, confronto con il valore obiettivo nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Piombo, confronto con il valore limite nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Per una descrizione più approfondita dell'inquinante si rimanda alla pagina dedicata di Arpa Piemonte - Inquinanti atmosferici https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/inquinanti-atmosferici

Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-08-13;155

Anno
2025
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Benzene

Tema
Tipo
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nuvole e sole
Paragrafi

Il benzene (C6H6) è l’idrocarburo monociclico capostipite della famiglia di composti organici che vengono definiti aromatici; possiede notevoli proprietà solventi e si presenta come un liquido volatile, incolore e facilmente infiammabile.
Viene prodotto per combustione incompleta di composti ricchi di carbonio; è un costituente naturale del petrolio e dei suoi derivati di raffinazione e da tempo viene impiegato come antidetonante nelle benzine (in sostituzione del piombo tetraetile). In atmosfera la sorgente più rilevante è rappresentata infatti dal traffico veicolare, in particolare dai gas di scarico dei motori alimentati a benzina; proviene inoltre dalle emissioni legate ai cicli di raffinazione, stoccaggio e distribuzione delle benzine, nonché all’impiego nell’industria come solvente (industria manifatturiera) o come materia prima (industria chimica). Solo in minima parte si forma per cause naturali (incendi boschivi, abbruciamento residui agricoli, eruzioni vulcaniche); è presente invece in quantità significative nel fumo di sigaretta. 

Su tutto il territorio regionale, da diversi anni, per il benzene non viene superato il valore limite per la protezione della salute umana, pari a 5 μg/m3 come media annua. 

Anche nel 2024 il valore limite per il benzene non è stato superato in alcun punto di misura della rete regionale.
 

Stazioni della rete regionale che hanno misurato la media annuale più elevata a livello provinciale. Non risulta presente la provincia di Alessandria, in quanto non sono più presenti punti di misura del parametro - Fonte Arpa Piemonte

Riportiamo di seguito la serie storica del punto di misura di Torino – Consolata che evidenzia la netta diminuzione dei valori nel periodo 1996–2024; a partire dal 2004 fino ad oggi i valori si sono stabilizzati al di sotto del valore limite.

Benzene: trend del valore limite annuale per la stazione di Torino–Consolata
Informazioni e risorse aggiuntive

Per una descrizione più approfondita dell'inquinante si rimanda alla pagina dedicata di Arpa Piemonte - Inquinanti atmosferici https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/inquinanti-atmosferici

Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-08-13;155

Anno
2025
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