Strutture di ricevimento all'aperto e turismo itinerante

Anno
2025

A dicembre 2022 è stato pubblicato il Regolamento Regionale n. 11/R del 29/12/2022 in attuazione dell’articolo 19 della legge regionale 22 febbraio 2019, n. 5 (disciplina dei complessi ricettivi all’aperto e del turismo itinerante) riguardante le nuove norme di riferimento per le attività di campeggio, villaggio turistico, aree per il turismo itinerante.

L’entrata in vigore di tale regolamento sarà a far data dal 13.01.2023 e produrrà l’efficacia operativa della suddetta Legge, in armonia con i principi e le finalità espressi dall’art. 1 e che si sintetizzano nel seguito: 

  • riconoscimento del ruolo strategico del turismo all'aperto per lo sviluppo economico, sociale e occupazionale della Regione;
     
  • incremento della crescita competitiva dell'offerta del sistema turistico regionale, anche ai fini dell'attuazione del riequilibrio territoriale dei flussi turistici e in relazione all'opportunità di indirizzare le presenze verso le aree meno congestionate e i piccoli borghi rappresentativi del territorio piemontese;
     
  • valorizzazione delle risorse ambientali, i beni culturali, i beni e i valori paesaggistici e le tradizioni locali per uno sviluppo turistico sostenibile, con l'obiettivo di ampliare l'offerta integrata di servizi riguardanti arte, natura, ambiente, paesaggio, cultura ed enogastronomia;
     
  • sostegno al ruolo delle imprese operanti nel settore turistico all'aperto, con particolare riguardo alle micro, piccole e medie imprese e migliorarne la qualità dell'organizzazione e dei relativi servizi;
     
  • promozione dei processi di riqualificazione urbanistica, paesaggistica e territoriale dei centri che rivestono una particolare rilevanza sotto il profilo turistico-ricettivo;
     
  • incentivazione del turismo itinerante per vivere la vacanza a stretto contatto con la natura e la cultura dei luoghi visitati, lontano dalle destinazioni di massa e dal turismo stanziale;
     
  • proposta di azioni condivise per agevolare la fruizione dei servizi turistici, con particolare riguardo ai soggetti con ridotte o impedite capacità motorie e sensoriali, in linea con i principi di diritto interno e internazionale in materia di accessibilità, con specifico riferimento alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta a New York il 13 dicembre 2006, ratificata e resa esecutiva dalla legge 3 marzo 2009, n.18;
     
  • disciplina dell'offerta turistica all'aperto in aree e spazi privati in un'ottica di economia condivisa dei servizi offerti.
     

Le principali tematiche regolamentate sono:

  • Gestione dell’attività;
  • Periodi di apertura e limiti di permanenza
  • Destinazione urbanistica e criteri di localizzazione
  • Servizi aggiuntivi
  • Preparazione, somministrazione e vendita di alimenti e bevande Classificazione
  • Riserva di denominazione
  • Segni distintivi
  • Pubblicità e obblighi informativi
  • Caratteristiche dei servizi turistici offerti per la denominazione di “posto tappa”
  • Logo distintivo e comunicazione pubblica per la denominazione aggiuntiva di “posto tappa”
  • Soluzioni ricettive innovative 

L’articolo 14 del suddetto regolamento, relativo alle norme di carattere transitorio, prevede precisi limiti temporali entro cui le strutture si dovranno adeguare alle nuove disposizioni normative regionali.

In particolare per i requisiti urbanistico-edilizi e paesaggistici di cui all’articolo 4 è stato concesso un anno di tempo dall’entrata in vigore, successivamente prorogata di un altro anno, e pertanto entro il 13.01.2025.

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Progetti Europei di cooperazione transfrontaliera

Anno
2025

Nel corso del 2023 sono operativamente terminati i progetti europei, a valere sui Programmi di Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia e Italia-Svizzera 2014-2020, di interesse culturale, turistico e sportivo, con una gestione amministrativa-contabile che dovrebbe concludersi nel corso dell’anno 2024.

Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Francia, per l’elaborazione dei Piani Integrati Tematici (PITEM), la Regione Piemonte ha coordinato e sviluppato il PITEM MITO (Modelli Integrati transfrontalieri per il Turismo Outdoor) e il PITEM PACE (Patrimonio, Cultura, Economia) che si concentra sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico transfrontaliero attraverso lo sviluppo del turismo e degli sport all’aria aperta.

Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, la Regione Piemonte ha sviluppato il progetto E-Bike, insieme al capofila Regione Lombardia. Il progetto è a suo tempo nato dall’esigenza di una valorizzazione turistica del territorio con un approccio ambientalmente sostenibile che privilegi l’uso di energie rinnovabili e il consumo di prodotti locali di qualità, promuovendo la filiera del turismo “dolce”. L’agevolazione della mobilità ciclistica assistita viene supportata dall’introduzione di un sistema di servizi specifico (aree noleggio, sosta, ciclofficine, siti di ricarica) e da interventi sulla rete sentieristica a basso impatto, con la creazione di itinerari cicloturistici e la formazione specifica di guide turistiche.

Sul Programma I-CH, Regione Piemonte ha aderito altresì al progetto In bici a pelo d’acqua incentrato sullo sviluppo dell’itinerario cicloturistico transfrontaliero cd. La Via del Mare, adeguatamente collegato e dotato di una serie di servizi, quali le ciclofficine, servizi di noleggio bici e recapito bagagli, strutture ricettive dotate di caratteristiche specifiche (es. locale ricovero bici, trasporto bagagli, miniofficina) tali da poter rientrare nella definizione di Bike Hostel/Hotel Bike Friendly.
 

Progetto Interreg Italia-Francia “MITO”


Nell’ambito del Programma Interreg Italia-Francia (Alcotra) 2014-2020, la Direzione Coordinamento politiche e fondi europei - Turismo e Sport ha coordinato il Progetto POT – Percorsi Outdoor Transfrontalieri (Capofila regione Valle d’Aosta) del PITEM MITO (Capofila Regione Piemonte, Direzione Montagna). Il Progetto POT è un modulo, un intervento cicloturistico a scavalco tra la Valle di Susa, la Maurienne e il Distretto di Brianconne, denominato “ViAlps”, che si interseca con le azioni del PITER Cuore delle Valli; il secondo un intervento escursionistico, “Sentieri (Selvaggi) tra Piemonte e Valle d’Aosta” tra il Canavese e la Valle d’Aosta. Nel corso dell’anno 2024 è stato effettuato il versamento a saldo spettante al soggetto attuatore Consorzio Forestale Alta Valle Susa e sono state completate le operazioni correlate con l’introito del finanziamento derivante dalle contropartite pubbliche nazionali.
 

Progetto Interreg Italia-Svizzera “E-Bike”


Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, con il progetto E-Bike, la Regione Piemonte si è a suo tempo proposta di creare un Cluster per la mobilità ciclabile elettrica, l’infrastrutturazione di due percorsi ciclabili (inseriti all’interno della Rete ciclabile regionale), uno di ciclo-escursionismo che da Domodossola raggiunge la Svizzera attraverso il Passo San Giacomo e l’altro di cicloturismo, che da Domodossola scende lungo il Toce per collegarsi attraverso la Rete ciclabile regionale ad Ivrea e quindi alla Valle d’Aosta. Tra le azioni in comune con i partner un portale condiviso, una cartografia dei percorsi, una serie di ciclo-atelier, corsi di formazione.

Nel corso dell’annualità 2023 è terminata la gestione operativa del progetto, La gestione amministrativa-contabile si è conclusa nel corso dell’anno 2024: si è conseguentemente proceduto all’incasso di quote parte di finanziamento derivante da spese finali rendicontate e certificate.

Sullo stesso programma gli altri progetti che hanno lavorato sulla ciclabilità sono conclusi, ad eccezione del progetto “Saastal Valle Anzasca Bike” i cui affidamenti e rendicontazioni presentate sono sospese a causa di contenzioso legale ed in attesa che si risolva la vertenza in atto.

Nel corso dell’anno 2024 è stat predisposta la candidatura a finanziamento del Progetto Alcotra ProAlp “adattamento delle professioni di montagna ai cambiamenti climatici”, candidato a valere sul “Terzo Bando Progetti Singoli”, Asse prioritario, Obiettivo Specifico 1.IV “Sviluppare competenze in specializzazione intelligente, transizione industriale e imprenditorialità”.

 

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Gruppo di Redazione

Bandiere Arancioni (TCI)

Anno
2025

La Bandiera arancione, marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club Italiano, è stata pensata dal punto di vista del viaggiatore e della sua esperienza di visita. Viene assegnata ai Comuni che, oltre a godere di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità. Il marchio è, inoltre, uno strumento qualificante di valorizzazione del territorio e un elemento distintivo agli occhi dei turisti. Oggi i Comuni certificati sono 290 distribuiti in tutta Italia.
Ideata nel 1998, la Bandiera arancione è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo come unica esperienza italiana di successo nel campo del turismo sostenibile.

La collaborazione tra il Touring Club Italiano e la Regione Piemonte ha portato in questi anni all’analisi di oltre 300 Comuni e alla certificazione di 40 località con la Bandiera arancione (Tabella 1), facendo del Piemonte la seconda regione più “arancione” d’Italia.

Comuni certificati in Piemonte

  1. Aglié TO
  2. Alagna Valsesia VC
  3. Arona NO
  4. Avigliana TO
  5. Barolo CN
  6. Bene Vagienna CN
  7. Bergolo CN
  8. Candelo BI
  9. Canelli AT
  10. Cannero Riviera VB
  11. Cannobio VB
  12. Castagnole delle Lanze AT
  13. Cherasco CN
  14. Chiusa di Pesio CN
  15. Cocconato AT
  16. Entracque CN
  17. Fobello VC
  18. Gavi AL
  19. Grinzane Cavour CN
  20. Guarene CN
  21. La Morra CN
  22. Limone Piemonte CN
  23. Macugnaga VB
  24. Malesco VB
  25. Mergozzo VB
  26. Moncalvo AT
  27. Monforte d'Alba CN
  28. Neive CN
  29. Orta San Giulio NO
  30. Ozzano Monferrato AL
  31. Revello CN
  32. Rosignano Monferrato AL
  33. Santa Maria Maggiore VB
  34. Susa TO
  35. Trarego Viggiona VB
  36. Trisobbio AL
  37. Usseaux TO
  38. Usseglio TO
  39. Varallo VC
  40. Vogogna VB
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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Itinerario cicloturistico della Via Francigena

All’interno del Progetto interregionale Via Francigena, che prevede un itinerario escursionistico, viene affiancato anche un itinerario cicloturistico. In particolare, in attuazione all’intervento n. 33, il Ministero per i beni e le attività culturali ha stipulato un Accordo con le Regioni, finalizzato a realizzare un percorso di livello nazionale omogeneo, per qualità del tracciato, unitarietà di immagine e di servizi, tale da poter essere promosso anche a livello internazionale per uniformità e standard.

Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali, per il Piemonte, il Comune di Carema e il Comune di Vercelli (Via Francigena Valle d’Aosta) e l’Unione Montana Valle Susa (Via Francigena Valle di Susa) hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica che beneficeranno di futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Per il tratto della Valle di Susa si aggiungono anche un finanziamento da parte di Regione Piemonte e un mutuo del Credito sportivo.

Con Decreto rep. 749 del 21.09.2021 dell’Autorità responsabile del Piano Sviluppo e Coesione (FSC) in cui è confluito il Piano Stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 ex delibera Cipe 3/2016, viene attuata una nuova ricognizione degli interventi facenti capo a Regioni ed Enti Locali ricompresi nel complessivo intervento n. 33 denominato “Via Francigena” ad integrazione del precedente Decreto rep. n. 558 del 20.12.2019. Per il tratto piemontese sono stati confermati 3 interventi finalizzati alla messa in sicurezza del tracciato situati nel Comune di Carema, di Vercelli e in Valle di Susa. Il totale delle risorse stanziate è di euro 1.650.000,00 e come da previsione dell’Accordo, si sono concluse le procedure ad evidenza pubblica funzionali alla realizzazione degli interventi entro il 31.12.2022, mentre la conclusione dei lavori viene fissata entro il 31.10.2025. Con DGR n. 21-4295 del 10.12.2021 si dispone che il Turismo sia individuato come soggetto deputato al coordinamento a livello regionale e che gli Enti territoriali identificati come beneficiari del finanziamento possano assumere il ruolo di stazione appaltante.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

All’interno del Progetto interregionale Via Francigena, che prevede un itinerario escursionistico, viene affiancato anche un itinerario cicloturistico. In particolare, in attuazione all’intervento n. 33, il Ministero per i beni e le attività culturali ha stipulato un Accordo con le Regioni, finalizzato a realizzare un percorso di livello nazionale omogeneo, per qualità del tracciato, unitarietà di immagine e di servizi, tale da poter essere promosso anche a livello internazionale per uniformità e standard.

Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali, per il Piemonte, il Comune di Carema e il Comune di Vercelli (Via Francigena Valle d’Aosta) e l’Unione Montana Valle Susa (Via Francigena Valle di Susa) hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica che beneficeranno di futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Per il tratto della Valle di Susa si aggiungono anche un finanziamento da parte di Regione Piemonte e un mutuo del Credito sportivo.

Con Decreto rep. 749 del 21.09.2021 dell’Autorità responsabile del Piano Sviluppo e Coesione (FSC) in cui è confluito il Piano Stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 ex delibera Cipe 3/2016, viene attuata una nuova ricognizione degli interventi facenti capo a Regioni ed Enti Locali ricompresi nel complessivo intervento n. 33 denominato “Via Francigena” ad integrazione del precedente Decreto rep. n. 558 del 20.12.2019. Per il tratto piemontese sono stati confermati 3 interventi finalizzati alla messa in sicurezza del tracciato situati nel Comune di Carema, di Vercelli e in Valle di Susa. Il totale delle risorse stanziate è di euro 1.650.000,00 e come da previsione dell’Accordo, si sono concluse le procedure ad evidenza pubblica funzionali alla realizzazione degli interventi entro il 31.12.2022, mentre la conclusione dei lavori viene fissata entro il 31.10.2025. Con DGR n. 21-4295 del 10.12.2021 si dispone che il Turismo sia individuato come soggetto deputato al coordinamento a livello regionale e che gli Enti territoriali identificati come beneficiari del finanziamento possano assumere il ruolo di stazione appaltante.

Anno
2025

Ciclovia turistica VenTo

Dopo la sigla del primo protocollo d’intesa tra MIT, il Ministero per i beni e le attività culturali (MIBACT) e le Regioni interessate (28 luglio 2016), per la progettazione e realizzazione della ciclovia turistica VEnTO da Venezia a Torino, si è siglato un ulteriore accordo tra le 4 Regioni interessate e il Politecnico di Milano, sancendone il ruolo di coordinatore scientifico per la progettazione (ottobre 2016). Successivamente, tramite Regione Lombardia (capofila di progetto) è stata affidata la redazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica dell’intero percorso, finanziato dal Ministero e consegnato il 30 aprile 2019, mentre il 2 agosto 2019 si concludeva la conferenza dei servizi preliminare per la valutazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica.

Il 18 aprile 2019 era stato approvato un nuovo protocollo d’intesa tra il MIT e le Regioni interessate (per equiparare tutte le ciclovie strategiche di interesse nazionale).

Successivamente, ciascuna regione, su indicazione del MIT, ha individuato un lotto prioritario di intervento su cui si procederà alla progettazione definitiva/esecutiva e quindi alla realizzazione (in base alle risorse stanziate per ciascuna). La Regione Piemonte ha individuato il tratto Chivasso-Trino Vercellese, facendo coincidere il tratto iniziale (Chivasso-Borgo Revel) con la Ciclostrada del Canale Cavour.
Dopo numerosi incontri la Regione Piemonte ha affidato ad AIPO la successiva progettazione, realizzazione e gestione del Progetto Vento (essendo il tracciato per la maggioranza della sua estensione su tratti arginali del fiume Po), come hanno fatto anche la Regione Lombardia ed Emilia-Romagna. È stata anche modificata la legge istitutiva di AIPO andando ad ampliarne le competenze e I ruoli dello stesso.

Ad oggi il tratto da Chivasso (TO) a Trino Vercellese (VC) di 43Km ha il progetto definitivo in itinere, con un finanziamento di 4,8 M€ per la ciclovia a cui si aggiungono 2,9 M€ per la costruzione del nuovo ponte stradale sulla Dora Baltea di 1,5 Km, il cui progetto esecutivo in itinere è gestito dalla Città Metropolitana di Torino; il tratto di superamento della centrale nucleare di Trino (VC) di 2,5 Km è coperto da un finanziamento di 0,5 M€ derivanti dagli oneri di compensazione ambientale per la dismissione della centrale nucleare ed ha il progetto esecutivo in itinere, mentre l’ultimo tratto da Trino Vercellese (VC) a Valenza (AL) di 38 Km ha un finanziamento di 9,3 M€ derivanti dal PNRR (D.M. 4/2022) con il progetto definitivo in itinere. La fine dei lavori è prevista per il 2026.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Dopo la sigla del primo protocollo d’intesa tra MIT, il Ministero per i beni e le attività culturali (MIBACT) e le Regioni interessate (28 luglio 2016), per la progettazione e realizzazione della ciclovia turistica VEnTO da Venezia a Torino, si è siglato un ulteriore accordo tra le 4 Regioni interessate e il Politecnico di Milano, sancendone il ruolo di coordinatore scientifico per la progettazione (ottobre 2016). Successivamente, tramite Regione Lombardia (capofila di progetto) è stata affidata la redazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica dell’intero percorso, finanziato dal Ministero e consegnato il 30 aprile 2019, mentre il 2 agosto 2019 si concludeva la conferenza dei servizi preliminare per la valutazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica.

Il 18 aprile 2019 era stato approvato un nuovo protocollo d’intesa tra il MIT e le Regioni interessate (per equiparare tutte le ciclovie strategiche di interesse nazionale).

Successivamente, ciascuna regione, su indicazione del MIT, ha individuato un lotto prioritario di intervento su cui si procederà alla progettazione definitiva/esecutiva e quindi alla realizzazione (in base alle risorse stanziate per ciascuna). La Regione Piemonte ha individuato il tratto Chivasso-Trino Vercellese, facendo coincidere il tratto iniziale (Chivasso-Borgo Revel) con la Ciclostrada del Canale Cavour.
Dopo numerosi incontri la Regione Piemonte ha affidato ad AIPO la successiva progettazione, realizzazione e gestione del Progetto Vento (essendo il tracciato per la maggioranza della sua estensione su tratti arginali del fiume Po), come hanno fatto anche la Regione Lombardia ed Emilia-Romagna. È stata anche modificata la legge istitutiva di AIPO andando ad ampliarne le competenze e I ruoli dello stesso.

Ad oggi il tratto da Chivasso (TO) a Trino Vercellese (VC) di 43Km ha il progetto definitivo in itinere, con un finanziamento di 4,8 M€ per la ciclovia a cui si aggiungono 2,9 M€ per la costruzione del nuovo ponte stradale sulla Dora Baltea di 1,5 Km, il cui progetto esecutivo in itinere è gestito dalla Città Metropolitana di Torino; il tratto di superamento della centrale nucleare di Trino (VC) di 2,5 Km è coperto da un finanziamento di 0,5 M€ derivanti dagli oneri di compensazione ambientale per la dismissione della centrale nucleare ed ha il progetto esecutivo in itinere, mentre l’ultimo tratto da Trino Vercellese (VC) a Valenza (AL) di 38 Km ha un finanziamento di 9,3 M€ derivanti dal PNRR (D.M. 4/2022) con il progetto definitivo in itinere. La fine dei lavori è prevista per il 2026.

Anno
2025

Il sistema fognario/depurativo

Anno
2025

La pressione sull’ambiente, a scala regionale, del sistema fognario/depurativo è determinata da circa 3.760 punti di scarico con un volume annuo di 773 milioni di m3. I punti di scarico relativi a 164 depuratori, tutti dotati di adeguato sistema di trattamento almeno secondario, fanno riferimento ai principali agglomerati urbani (con più di 2.000 abitanti equivalenti). È importane notare come circa il 5% degli scarichi corrisponda all’ 80% dei volumi totali e ad una popolazione trattata equivalente di circa 4,8 milioni.

La direttiva 91/271/CEE, che in modo specifico regola la materia, prevede che i livelli di trattamento a cui sottoporre le acque reflue urbane debbano essere proporzionati e resi appropriati sulla base della classe dimensionale dell’agglomerato, calcolata in termini di carico organico ed espressa in abitanti equivalenti, nonché in considerazione della maggiore necessità di tutela delle acque dall’inquinamento, distinguendo tra scarico in aree normali, in aree sensibili (laghi) e in bacini drenanti afferenti ad aree sensibili (bacino drenante nel Delta del Po e nell’Adriatico).

A tal proposito si ritiene opportuno evidenziare che la conformità dei sistemi di fognatura e depurazione ai dettami della direttiva 91/271/CEE impone di:

  • garantire una adeguata dotazione di collettori fognari a tutti gli agglomerati del territorio regionale;
  • assicurare una adeguato livello di trattamento (almeno secondario) delle acque reflue urbane derivanti dagli agglomerati del territorio regionale aventi carico organico > 2.000 a.e.;
  • perseguire elevati livelli di abbattimento del carico di nutrienti in ingresso a tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane del territorio regionale.

Lo scenario si sta evolvendo in conseguenza della razionalizzazione e potenziamento delle infrastrutture di collettamento e depurazione al fine di rispondere alle richieste della suddetta direttiva. Infatti gli investimenti dedicati alla razionalizzazione e completamento della rete di collettamento dei reflui e al potenziamento e ammodernamento del sistema degli impianti di depurazione sono stati particolarmente consistenti almeno a partire dagli ultimi venti anni. Anche nei prossimi anni si procederà proseguirà in tale direzione, anche al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici recettori individuati dalla Direttiva 2000/60/CE.

È utile considerare che l’ulteriore estensione del servizio di fognatura è ormai fortemente condizionato dalle caratteristiche fisiche del territorio e dalle particolarità dell’urbanizzazione, che in alcune aree della regione si presenta molto frammentata. Le risorse economiche derivanti dalla tariffa, nonché gli eventuali programmi di finanziamento con risorse pubbliche (Ministero, Regione), sono prioritariamente destinate non tanto all’estensione del reticolo di collettamento dei reflui per raggiungere quelle che convenzionalmente sono dette “case sparse”, quanto piuttosto a dotare le reti attuali di migliori terminali. L’obiettivo è di realizzare per le diverse reti fognarie, valutando caso per caso, impianti di depurazione che garantiscano maggiori prestazioni in termini di qualità dello scarico nell’ambiente o il convogliamento dei reflui verso gli impianti di depurazione di maggiori dimensioni, razionalizzando il sistema infrastrutturale e dismettendo piccoli depuratori di difficile gestione e dalle prestazioni modeste.

Il servizio di fognatura non procede dunque tanto in termini di percentuale di popolazione raggiunta, ormai vicina al limite di fattibilità tecnica e di sostenibilità economica, quanto nella risoluzione delle criticità delle infrastrutture esistenti (rotture, rigurgiti, allagamenti, emissioni odorose sgradevoli) e nel miglioramento della qualità delle acque trattate e restituite nell’ambiente.

La lunghezza totale della rete fognaria principale ad esclusione degli allacci risulta di 23.317 km di cui 3.134 km di fognatura bianca e 6.280 di fognatura nera a servizio 1.035.856 utenti finali esclusi utenti indiretti, di cui 2.800 industriali.

Il carico inquinante totale delle acque reflue del territorio servito (carico generato) è di 7.366.983 A.E. di cui 567.507 A.E. di origine industriale.

Nella Tabella 1 riportata di seguito sono caricati i dati relativi agli impianti di depurazione distinti per carico trattato tra maggiori e minori di 2.000 A.E. e per tipologia di trattamento.

Tabella 1. Dati relativi agli impianti di depurazione distinti per carico trattato e per tipologia di trattamento.

Approfondimenti su questo argomento sono consultabili sulla relazione “Quadro conoscitivo sull’avanzamento della riforma e lo stato dei servizi idrici” alla pagina dedicata sul sito regionale.


 

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Impatti del clima sull'agricoltura

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Il cambiamento climatico rappresenta una delle principali sfide ambientali, economiche e sociali del nostro tempo. Le evidenze scientifiche mostrano con sempre maggiore chiarezza come gli effetti del riscaldamento globale e della crescente variabilità climatica stiano già influenzando numerosi settori produttivi, tra cui l’agricoltura, in maniera significativa e trasversale.

In Piemonte, regione caratterizzata da una notevole diversificazione colturale e da una consolidata tradizione agricola, le ripercussioni del cambiamento climatico sono già osservabili su molteplici livelli. L’alterazione dei regimi termici e pluviometrici, l’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi e la maggiore incidenza di stress idrici e termici stanno determinando effetti concreti sulla produttività delle colture, sulla qualità delle produzioni, sulla gestione delle risorse naturali e sulla stabilità degli ecosistemi agricoli.

Il settore agricolo piemontese si trova quindi nella necessità di affrontare un duplice ruolo: da un lato, quello di comparto particolarmente esposto e vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico; dall’altro, quello di attore potenzialmente attivo nelle politiche di mitigazione, in considerazione delle emissioni di gas serra legate alle attività agricole e zootecniche.

In questo contesto, risulta prioritario definire strategie integrate di adattamento e mitigazione che valorizzino la sostenibilità, la resilienza e l’innovazione del comparto agricolo. Tali strategie devono essere supportate da strumenti di pianificazione, ricerca e trasferimento tecnologico, nonché da un costante aggiornamento delle conoscenze e delle pratiche agronomiche. Il contributo della comunità scientifica, delle istituzioni regionali e del mondo produttivo sarà fondamentale per garantire la continuità e la competitività del sistema agricolo piemontese in un contesto climatico in continua evoluzione.

 
Riepilogo dei danni per avversità metereologiche: integrazione anni 2023 e 2024
 

Nei sottocapitoli in spalla destra, sono disponibili i dettagli relativi ai fenomeni climatici che hanno interessato il settore agricolo in Piemonte nelle annualità 2023 e 2024, i cui danni sono riassunti dalla seguente tabella:

Anno
2025
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Valutazione di Incidenza Ambientale - Recepimento linee guida

Con la DGR 55-7222/2023/XI del 12 luglio 2023 la Regione ha recepito le Linee Guida Nazionali per la Valutazione di Incidenza (VIncA) - Direttiva 92/43/CEE "HABITAT" articolo 6, paragrafi 3 e 4  (di cui all’Intesa del 28.11.2019, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano) adeguando la procedura regionale e gli strumenti applicativi ad essa correlati.

Con la Delibera sono state modificate le Misure di conservazione per la tutela della Rete natura 2000 del Piemonte (Allegato E), in quanto era necessario eliminare dal testo tutti i dispositivi relativi a casi di esclusione dalla VIncA di piani, programmi, progetti, interventi o attività. Le nuove Misure di conservazione “generali” modificano a cascata anche tutte le Misure di conservazione Sito-Specifiche.

Inoltre, non esiste più la cosiddetta “Verifica di assoggettabilità a VIncA” usata come prassi in Regione Piemonte, ma tutti i piani, programmi, progetti, interventi o attività (di seguito indicati come P/P/P/I/A) , comprese le manifestazioni e gli eventi, che ricadono totalmente o parzialmente in un Sito della Rete Natura 2000 o che potrebbero avere incidenze indirette su di esso devono essere sottoposti allo Screening di VIncA o direttamente alla VIncA appropriata.

Tuttavia, le Linee Guida VIncA danno la possibilità di effettuare preventivamente lo screening di incidenza su alcune tipologie di P/P/P/I/A: se si giunge a giudizio positivo di incidenza, senza necessità di procedere alla VIncA appropriata, successivamente tali P/P/P/I/A dovranno essere solo sottoposti alla verifica di corrispondenza tra quanto proposto e quanto oggetto di “pre-valutazione”.

L’allegato A della Delibera, riporta 13 tipologie di progetti, interventi, attività che sono stati sottoposti a Screening e ne riporta le risultanze per tutti i Siti della Rete Natura 2000 in Piemonte.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA):
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/biodiversita-aree-naturali/rete-natura-2000/valutazione-incidenza-vinca

 

Anno
2025
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Redazione RSA
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Con la DGR 55-7222/2023/XI del 12 luglio 2023 la Regione ha recepito le Linee Guida Nazionali per la Valutazione di Incidenza (VIncA) - Direttiva 92/43/CEE "HABITAT" articolo 6, paragrafi 3 e 4  (di cui all’Intesa del 28.11.2019, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano) adeguando la procedura regionale e gli strumenti applicativi ad essa correlati.

Con la Delibera sono state modificate le Misure di conservazione per la tutela della Rete natura 2000 del Piemonte (Allegato E), in quanto era necessario eliminare dal testo tutti i dispositivi relativi a casi di esclusione dalla VIncA di piani, programmi, progetti, interventi o attività. Le nuove Misure di conservazione “generali” modificano a cascata anche tutte le Misure di conservazione Sito-Specifiche.

Inoltre, non esiste più la cosiddetta “Verifica di assoggettabilità a VIncA” usata come prassi in Regione Piemonte, ma tutti i piani, programmi, progetti, interventi o attività (di seguito indicati come P/P/P/I/A) , comprese le manifestazioni e gli eventi, che ricadono totalmente o parzialmente in un Sito della Rete Natura 2000 o che potrebbero avere incidenze indirette su di esso devono essere sottoposti allo Screening di VIncA o direttamente alla VIncA appropriata.

Tuttavia, le Linee Guida VIncA danno la possibilità di effettuare preventivamente lo screening di incidenza su alcune tipologie di P/P/P/I/A: se si giunge a giudizio positivo di incidenza, senza necessità di procedere alla VIncA appropriata, successivamente tali P/P/P/I/A dovranno essere solo sottoposti alla verifica di corrispondenza tra quanto proposto e quanto oggetto di “pre-valutazione”.

L’allegato A della Delibera, riporta 13 tipologie di progetti, interventi, attività che sono stati sottoposti a Screening e ne riporta le risultanze per tutti i Siti della Rete Natura 2000 in Piemonte.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA):
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/biodiversita-aree-naturali/rete-natura-2000/valutazione-incidenza-vinca

 

Anno
2025

La Rete SPIN3 GNSS

Anno
2025

Il Servizio di Posizionamento Interregionale GNSS (SPIN3 GNSS) di Regione Piemonte, Regione Lombardia e Regione Autonoma Valle d’Aosta è un'infrastruttura indispensabile per supportare le misurazioni geografiche e topografiche direttamente sul territorio, nel rispetto di precisioni definite e inquadrate nel sistema di riferimento geodetico nazionale ed europeo. L'infrastruttura è al servizio della collettività degli operatori professionali, pubblici e privati, che devono effettuare misure GNSS per rilievi topografici, cartografici e catastali, per monitoraggi delle deformazioni delle opere infrastrutturali e dei versanti naturali, e per la corretta geolocalizzazione degli oggetti che popolano le banche dati territoriali.
La Rete GNSS Interregionale, realizzata partendo dall'unificazione delle rispettive infrastrutture regionali, rappresenta un esempio concreto per arrivare ad un modello a quattro-cinque distretti territoriali in grado di coprire tutta la nazione, in linea con quanto auspicato dagli organismi nazionali (CISIS) e dal Decreto Ministeriale del 10 Novembre 2011 “Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale”. In particolare, le tre Regioni ottimizzano i costi di gestione mantenendo una elevata efficienza operativa, e rappresentando allo stesso tempo un punto di aggregazione per le altre Regioni del Nord-Ovest, con cui peraltro sono già in corso attività di stretta collaborazione. Inoltre, l'unificazione dei tre servizi di posizionamento consente una maggiore continuità territoriale del servizio ed un'uniformità nelle modalità di distribuzione del dato; entrambi questi aspetti risultano indispensabili nel settore della misurazione di precisione con la modalità satellitare.

La rete SPIN3 è costituita da 39 stazioni permanenti GNSS distribuite in maniera omogenea sul territorio piemontese, lombardo e valdostano, e dotate di ricevitori geodetici multi-costellazione aperti all'uso delle costellazioni GPS, GLONASS e Galileo. A dicembre 2020, alle 33 stazioni regionali si sono aggiunte le 6 stazioni di ARPA Piemonte, realizzate tra il 2005 e il 2009, e che costituiscono parte integrante del sistema di monitoraggio ambientale regionale. Cinque di queste stazioni sono state aggiornate con nuova strumentazione multi-costellazione, e sono state inserite nella rete SPIN3 GNSS a supporto delle misure in tempo reale per tutti gli utenti.

Mappa delle stazioni permanenti GNSS della rete SPIN 3 di Regione Piemonte, Regione Lombardia e Regione Autonoma Valle d'Aosta

La monumentazione delle antenne è stata realizzata utilizzando pali in acciaio inossidabile o in calcestruzzo, ancorati alle strutture portanti degli edifici o alla parte rocciosa del pendio.

Esempi di monumentazione delle antenne GNSS della rete SPIN3

I dati grezzi che vengono acquisiti dalle diverse stazioni sono inviati al Centro di Calcolo, nel quale è installato un software per la gestione e l'elaborazione dell'intera rete in tempo reale. Il centro di calcolo, partendo dalle coordinate note delle stazioni, elabora le osservazioni ricevute per:
 

  • stimare gli errori e i disturbi sulle singole stazioni;
  • modellare gli errori e i disturbi nel tempo e nello spazio;
  • distribuire all'utenza in tempo reale i dati e i modelli, in modo che questa possa correggere i propri dati.

L'accesso a queste correzioni, utilizzate dal ricevitore dell'utente del servizio per migliorare la precisione della propria posizione, avviene attraverso internet (protocollo NTRIP), generalmente mediante l'utilizzo di modem GPRS/UMTS.

Schema di funzionamento della rete SPIN3 GNS

Vantaggi ed applicazioni della rete interregionale SPIN 3 GNSS
La localizzazione precisa dell'oggetto sul territorio avviene in maniera molto semplice: una volta registrato al sito e connesso alla rete, l'utente ottiene istantaneamente dalla rete SPIN 3 GNSS le correzioni da apportare alle proprie misure, con un conseguente miglioramento della precisione del rilievo finale, che risulta già georiferito nel sistema geodetico nazionale ETRF2000-RDN (in accordo al DM 10 Novembre 2011) ed è omogeneo rispetto alle acquisizioni eseguite da altri utenti.
Le applicazioni che si potrebbero avvantaggiare dell'utilizzo del servizio di posizionamento erogato dalla rete interregionale sono ad esempio:

  • applicazioni cartografiche: dovunque ci sia da registrare la posizione di un elemento sul territorio con adeguata precisione, oltre che in tutte le applicazioni GIS; anche le applicazioni catastali traggono un indispensabile ausilio dall'utilizzo delle stazioni permanenti soprattutto a seguito della procedura dell'Agenzia delle Entrate "Pregeo", che prevede i rilievi di tipo GNSS;
  • applicazioni di infomobilità: è il campo della gestione delle flotte di automezzi, la fruizione da parte dei mezzi di soccorso, della protezione civile, dei mezzi pubblici e dei veicoli per l'agricoltura, ma non solo;
  • applicazioni ingegneristiche: il GNSS con le precisioni che si ottengono dalle reti trova applicazione nei cantieri delle opere pubbliche, sia per le misurazioni di tracciamento dell'opera, sia per la movimentazione automatica dei mezzi;
  • applicazioni geofisiche e geologiche: il GNSS per mezzo delle stazioni permanenti trova grande applicazione nei monitoraggi di deformazioni geologiche sia riferito a movimenti di fenomeni naturali, ad esempio movimenti franosi, sia per il controllo di grandi opere ad esempio dighe, ponti;
  • applicazioni atmosferiche: i segnali delle costellazioni GNSS attraversano tutti gli strati di atmosfera che circondano la Terra: ciascuna stazione permanente acquisisce questi segnali in una posizione geografica differente all'interno del territorio regionale, pertanto le stazioni possono essere impiegate nella gestione della meteorologia;
  • applicazioni geodetiche: l'Istituto Geografico Militare Italiano ha realizzato e mantiene la Rete Dinamica Nazionale per l'inquadramento geodetico dello Stato (ETRF2000-RDN) servendosi anche di nove stazioni della Rete GNSS Interregionale Piemonte-Lombardia: i dati di queste stazioni sono utilizzabili dagli utenti per il corretto inquadramento dei loro rilievi.

I servizi e gli utenti della rete SPIN GNSS
Nel 2024 ed inizio 2025 i numeri relativi agli utilizzi del servizio hanno confermato l’andamento già registrato negli anni passati per il servizio di Regione Piemonte (attivo dal 2011), e successivamente all’integrazione con la rete lombarda (dal 2016) e con quella valdostana (da gennaio 2020).

I diagrammi seguenti riportano l’andamento degli accessi mensili al sistema, dell’utilizzo per ore di connessione e della media di utenti giornalieri.
 

Numero di accessi mensili al servizio (utenti unici) da gennaio 2022 a marzo 2025
Ore di connessione al servizio di correzione in tempo reale da da gennaio 2022 a marzo 2025
Media degli accessi giornalieri degli utenti al servizio da gennaio 2022 a marzo 2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

PSR e CSR - Mitigazione delle emissioni di gas serra e ammoniaca di origine agricola

Le emissioni di alcuni gas ad effetto serra (metano e protossido d’azoto i principali), ma soprattutto dell’ammoniaca, hanno origine anche dai comparti agricolo e zootecnico. Nell’ambito del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte 2014-2022 viene affrontato per la prima volta il tema della riduzione degli impatti negativi delle attività agricole sulla qualità dell’aria. In particolare, la priorità 5 dello sviluppo rurale (incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale) viene attuata nel PSR del Piemonte principalmente attraverso interventi volti, da un lato, a promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale (si tratta dei tipi di operazione 8.1.1 – Imboschimenti di terreni agricoli e non agricoli e 10.1.4 – Sistemi colturali ecocompatibili, descritti nell’ambito delle Risposte relative alla componente Territorio) e, dall’altro, a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura. I principali interventi orientati a quest’ultimo obiettivo sono i due tipi di operazione seguenti, che sostengono l’uno gli investimenti e l’altro le pratiche agricole per la riduzione delle emissioni.
 

4.1.3 - Riduzione delle emissioni di gas serra e di ammoniaca in atmosfera


Il tipo di operazione 4.1.3 ha lo scopo di migliorare la compatibilità ambientale degli allevamenti, sostenendo la modernizzazione delle stalle, delle strutture di stoccaggio degli effluenti zootecnici e delle attrezzature agricole, con l’obiettivo di introdurre innovazioni in grado di ridurre le emissioni gassose in atmosfera, in particolare quelle di ammoniaca. Il sostegno, variabile tra il 40% e il 65% della spesa ammessa (sono privilegiati i giovani e gli investimenti in zona di montagna), viene corrisposto a imprenditori agricoli singoli e associati e a giovani che si insediano per la prima volta in agricoltura; la dotazione finanziaria è di circa 23,5 milioni di euro.

Di seguito è riportato il dettaglio degli esiti dei 7 bandi emanati.

Tabella 1. Dettaglio esiti dei bandi usciti nell'ambito del tipo di operazione 4.1.3
10.1.5 - Tecniche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera


Il tipo di operazione 10.1.5 sostiene le aziende agricole nell’adozione di tecniche agronomiche a basso impatto emissivo nella fase di distribuzione in campo degli effluenti zootecnici per la fertilizzazione delle colture. Le tecniche di interramento immediato e di distribuzione rasoterra in bande, infatti, permettono di conseguire abbattimenti nelle perdite di ammoniaca anche fino all’80%. Il sostegno, variabile tra 70 e 300 euro/ettaro l’anno in funzione della tecnica adottata, viene corrisposto per 5 anni; la dotazione finanziaria dell’operazione è pari a circa 43 milioni di euro.

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Tabella 2. Dettaglio esiti degli impegni agro-ambientali nell'ambito del tipo di operazione 10.1.5
Interventi del CSR 2023-2027


Analogamente al PSR, anche la programmazione CSR 2023-2027 sostiene azioni finalizzate alla mitigazione delle emissioni di gas serra ed ammoniaca di origine agricola.

I principali interventi agro-climatico-ambientale che concorrono alla riduzione delle emissioni sono:

  • SRA03 - Tecniche lavorazione ridotta dei suoli;
  • SRA05 - Inerbimento colture arboree;
  • SRA06 - Cover crops;
  • SRA07 - Conversione seminativi a prati e pascoli;
  • SRA13 - Impegni specifici gestione effluenti zootecnici.

Di seguito si riporta la sintesi del numero di beneficiari e degli ettari interessati per gli interventi sopra citati che hanno visto l’apertura di bandi nel 2023 e nel 2024:

Tabella 3. N. beneficiari ed ettari coinvolti dagli interventi CSR 23-27

Per quanto riguarda invece il sostegno agli investimenti, è stato attivato l’intervento SRD02 - Investimenti produttivi agricoli per ambiente, clima e benessere animale, finalizzato a potenziare le performance climatico-ambientali delle aziende agricole. Nello specifico, l’azione A prevede investimenti per la razionalizzazione dei processi produttivi agricoli che riducano l’emissione di gas climalteranti (metano e protossido di azoto) e di altri agenti inquinanti dell’aria (ammoniaca) e/o aumentino la capacità di sequestro di carbonio nel suolo. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 11 milioni di euro.

Al 2024 sono stati aperti due bandi di SRD02.A (Tab. 4).

Tabella 4. Sintesi dei due bandi aperti nell'ambito dell'intervento SRD02.A
Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Le emissioni di alcuni gas ad effetto serra (metano e protossido d’azoto i principali), ma soprattutto dell’ammoniaca, hanno origine anche dai comparti agricolo e zootecnico. Nell’ambito del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte 2014-2022 viene affrontato per la prima volta il tema della riduzione degli impatti negativi delle attività agricole sulla qualità dell’aria. In particolare, la priorità 5 dello sviluppo rurale (incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale) viene attuata nel PSR del Piemonte principalmente attraverso interventi volti, da un lato, a promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale (si tratta dei tipi di operazione 8.1.1 – Imboschimenti di terreni agricoli e non agricoli e 10.1.4 – Sistemi colturali ecocompatibili, descritti nell’ambito delle Risposte relative alla componente Territorio) e, dall’altro, a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura. I principali interventi orientati a quest’ultimo obiettivo sono i due tipi di operazione seguenti, che sostengono l’uno gli investimenti e l’altro le pratiche agricole per la riduzione delle emissioni.
 

4.1.3 - Riduzione delle emissioni di gas serra e di ammoniaca in atmosfera


Il tipo di operazione 4.1.3 ha lo scopo di migliorare la compatibilità ambientale degli allevamenti, sostenendo la modernizzazione delle stalle, delle strutture di stoccaggio degli effluenti zootecnici e delle attrezzature agricole, con l’obiettivo di introdurre innovazioni in grado di ridurre le emissioni gassose in atmosfera, in particolare quelle di ammoniaca. Il sostegno, variabile tra il 40% e il 65% della spesa ammessa (sono privilegiati i giovani e gli investimenti in zona di montagna), viene corrisposto a imprenditori agricoli singoli e associati e a giovani che si insediano per la prima volta in agricoltura; la dotazione finanziaria è di circa 23,5 milioni di euro.

Di seguito è riportato il dettaglio degli esiti dei 7 bandi emanati.

Tabella 1. Dettaglio esiti dei bandi usciti nell'ambito del tipo di operazione 4.1.3
10.1.5 - Tecniche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera


Il tipo di operazione 10.1.5 sostiene le aziende agricole nell’adozione di tecniche agronomiche a basso impatto emissivo nella fase di distribuzione in campo degli effluenti zootecnici per la fertilizzazione delle colture. Le tecniche di interramento immediato e di distribuzione rasoterra in bande, infatti, permettono di conseguire abbattimenti nelle perdite di ammoniaca anche fino all’80%. Il sostegno, variabile tra 70 e 300 euro/ettaro l’anno in funzione della tecnica adottata, viene corrisposto per 5 anni; la dotazione finanziaria dell’operazione è pari a circa 43 milioni di euro.

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Tabella 2. Dettaglio esiti degli impegni agro-ambientali nell'ambito del tipo di operazione 10.1.5
Interventi del CSR 2023-2027


Analogamente al PSR, anche la programmazione CSR 2023-2027 sostiene azioni finalizzate alla mitigazione delle emissioni di gas serra ed ammoniaca di origine agricola.

I principali interventi agro-climatico-ambientale che concorrono alla riduzione delle emissioni sono:

  • SRA03 - Tecniche lavorazione ridotta dei suoli;
  • SRA05 - Inerbimento colture arboree;
  • SRA06 - Cover crops;
  • SRA07 - Conversione seminativi a prati e pascoli;
  • SRA13 - Impegni specifici gestione effluenti zootecnici.

Di seguito si riporta la sintesi del numero di beneficiari e degli ettari interessati per gli interventi sopra citati che hanno visto l’apertura di bandi nel 2023 e nel 2024:

Tabella 3. N. beneficiari ed ettari coinvolti dagli interventi CSR 23-27

Per quanto riguarda invece il sostegno agli investimenti, è stato attivato l’intervento SRD02 - Investimenti produttivi agricoli per ambiente, clima e benessere animale, finalizzato a potenziare le performance climatico-ambientali delle aziende agricole. Nello specifico, l’azione A prevede investimenti per la razionalizzazione dei processi produttivi agricoli che riducano l’emissione di gas climalteranti (metano e protossido di azoto) e di altri agenti inquinanti dell’aria (ammoniaca) e/o aumentino la capacità di sequestro di carbonio nel suolo. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 11 milioni di euro.

Al 2024 sono stati aperti due bandi di SRD02.A (Tab. 4).

Tabella 4. Sintesi dei due bandi aperti nell'ambito dell'intervento SRD02.A
Anno
2025