CLIMA

Impatti del clima sull'agricoltura

Tema
Tipo
Paragrafi

Il cambiamento climatico rappresenta una delle principali sfide ambientali, economiche e sociali del nostro tempo. Le evidenze scientifiche mostrano con sempre maggiore chiarezza come gli effetti del riscaldamento globale e della crescente variabilità climatica stiano già influenzando numerosi settori produttivi, tra cui l’agricoltura, in maniera significativa e trasversale.

In Piemonte, regione caratterizzata da una notevole diversificazione colturale e da una consolidata tradizione agricola, le ripercussioni del cambiamento climatico sono già osservabili su molteplici livelli. L’alterazione dei regimi termici e pluviometrici, l’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi e la maggiore incidenza di stress idrici e termici stanno determinando effetti concreti sulla produttività delle colture, sulla qualità delle produzioni, sulla gestione delle risorse naturali e sulla stabilità degli ecosistemi agricoli.

Il settore agricolo piemontese si trova quindi nella necessità di affrontare un duplice ruolo: da un lato, quello di comparto particolarmente esposto e vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico; dall’altro, quello di attore potenzialmente attivo nelle politiche di mitigazione, in considerazione delle emissioni di gas serra legate alle attività agricole e zootecniche.

In questo contesto, risulta prioritario definire strategie integrate di adattamento e mitigazione che valorizzino la sostenibilità, la resilienza e l’innovazione del comparto agricolo. Tali strategie devono essere supportate da strumenti di pianificazione, ricerca e trasferimento tecnologico, nonché da un costante aggiornamento delle conoscenze e delle pratiche agronomiche. Il contributo della comunità scientifica, delle istituzioni regionali e del mondo produttivo sarà fondamentale per garantire la continuità e la competitività del sistema agricolo piemontese in un contesto climatico in continua evoluzione.

 
Riepilogo dei danni per avversità metereologiche: integrazione anni 2023 e 2024
 

Nei sottocapitoli in spalla destra, sono disponibili i dettagli relativi ai fenomeni climatici che hanno interessato il settore agricolo in Piemonte nelle annualità 2023 e 2024, i cui danni sono riassunti dalla seguente tabella:

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Rischi naturali, impatti del Clima

Tema
Tipo
img-intro
clima impatti
Paragrafi

La valutazione degli impatti del clima nel caso dei rischi naturali è possibile analizzando separatamente gli elementi che costituiscono il rischio: l'effetto atteso e la probabilità che un evento si verifichi.

Nel caso di rischi naturali, l'effetto atteso, ovvero la magnitudo dei danni dovuti ad un evento avverso, è proporzionale sia al maggiore o minore danno causato da un singolo evento, a sua volta dovuto ad un maggiore o minore pericolosità della situazione del territorio, sia dalla maggiore o minore frequenza di eventi avversi, che cumulativamente causano danno, una maggiore frequenza registrata porta a inferire un aumento della probabilità di ripetizione dell'evento.

La entità degli effetti al suolo, il numero degli eventi in un determinato arco temporale o la variazione della pericolosità di specifiche situazioni, costituiscono tutti indicatori utili alla valutazione dell'impatto del clima sui rischi naturali.

 

Informazioni e risorse aggiuntive

In questo sito I ghiacciai nelle Alpi piemontesi

 

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Informazione ambientale sul tema Clima

Tema
Tipo
img-intro
icona informazione
Paragrafi

I servizi informativi specifici per il tema clima sono relativamente recenti e pubblicano un numero molto elevato di dati e indicatori, in parte utilizzati in ambito di climatologia operativa da parte di Arpa Piemonte mente altri sono pensati per l'uso da parte di enti, studiosi e professionisti.

Sotto questa voce sono raccolti anche servizi che danno informazioni correlate con il clima o perché descrivono fenomeni che incidono sul clima o perché descrivono fenomeni che sono da considerare impatti del clima e dei suoi cambiamenti.

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Risorse idriche

Tema
Tipo
img-intro
clima e risorse idriche
Paragrafi

La valutazione dell'impatto del clima sulla disponibilità di acqua è fatta separatamente attraverso l'analisi degli apporti delle precipitazioni, dei deflussi nei corpi idrici superficiali e della soggiacenza della falda per i corpi idrici sotterranei.

Le relazioni tra i diversi indicatori non sono dirette e lineari ma sono condizionate dala conformazione del territorio e dalla geologia.

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Pollini e Clima

Tema
Tipo
img-intro
clima e pollini
Paragrafi

Da tempo è oggetto di approfondimento la relazione tra cambiamenti climatici e concentrazioni polliniche sotto l’ipotesi che un aumento della temperatura media globale induca un allungamento della stagione pollinica con un connesso anticipo di fioritura oltre ad un intensificarsi della quantità di polline emesso in atmosfera.

Le conseguenze sulla salute sono evidenti, si stima, infatti, che i pazienti allergici ai pollini debbano assumere farmaci per un periodo più lungo rispetto al passato. Inoltre, si stima un aumento di soggetti polisensibili, allergici a due o più specie.

Di recente evidenza è la dimostrazione di correlazione tra integrale pollinico annuale, specificamente quercia, e numero di encefaliti da zecche nei due anni successivi come comunicato durante la 16° giornata nazionale del polline, 21 marzo 2023, a cura della fondazione Mack di Trento.

Tutte le patologie allergiche sono in aumento e si stima che le manifestazioni cliniche oculari, rinosinusali e bronchiali da allergia al polline costituiscano la terza causa di malattia cronica. 

Le pollinosi sono un fenomeno che interessa oggi circa cinque milioni di italiani, con una tendenza in aumento a causa dei cambiamenti climatici. Questo giustifica e dà conto dell’importanza di avere una rete di monitoraggio che fornisca informazioni continue e aggiornate circa la concentrazione in aria dei pollini allergenici.

Sulle serie storiche di questi dati sono costruiti i calendari pollinici che sono un valido strumento ai fini di prevenzione e per attuare in modo tempestivo le terapie desensibilizzanti e i trattamenti antiallergici per i soggetti atopici.

Informazioni e risorse aggiuntive

Calendari pollinici Arpa Piemonte https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/calendari-pollinici

16° giornata nazionale del polline, 21 marzo 2023, a cura della fondazione Mack di Trento https://www.youtube.com/watch?v=azcQegYB8dU

ISPRA Pollini allergenici in Italia: analisi dei trend 2010 - 2019 https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/pollini-allergenici-in-italia-analisi-dei-trend-2010-2019

Il rapporto IPCC spiegato dagli esperti italiani con i contenuti principali su Europa, Mediterraneo e Italia https://ipccitalia.cmcc.it/il-rapporto-ipcc-spiegato-dagli-esperti-italiani-con-i-contenuti-principali-su-europa-mediterraneo-e-italia/

William R. L. Anderegg, Leander D. L. Anderegg, Leonard Bielory, Patrick L. Kinney and Lewis Ziska (2021) Anthropogenic climate change is worsening North American pollen seasons PNAS Vol. 118 | No. 7 https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2013284118

Lewis H Ziska, László Makra, Susan K Harry, Nicolas Bruffaerts, Marijke Hendrickx, Frances Coates, Annika Saarto, Michel Thibaudon, Gilles Oliver, Athanasios Damialis, Athanasios Charalampopoulos, Despoina Vokou, Starri Heiđmarsson, Ellý Guđjohnsen, Maira Bonini, Jae-Won Oh, Krista Sullivan, Linda Ford, G Daniel Brooks, Dorota Myszkowska, Elena Severova, Regula Gehrig, Germán Darío Ramón, Paul J Beggs, Kim Knowlton, Allison R Crimmins (2019), Temperature-related changes in airborne allergenic pollen abundance and seasonality across the northern hemisphere: a retrospective data analysis, The Lancet Planetary Health, Volume 3, Issue 3, https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2542519619300154?via%3Dihub

Ziello C, Sparks TH, Estrella N, Belmonte J, Bergmann KC, Bucher E, et al. (2012) Changes to Airborne Pollen Counts across Europe. PLoS ONE 7(4): e34076. https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0034076
 

 

 

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Salute e Clima

Tema
Tipo
img-intro
clima e salute
Paragrafi

Negli ultimi anni il cambiamento climatico ha attirato l’attenzione di ricercatori e opinione pubblica. 

I cambiamenti climatici esporranno le popolazioni ad alterazioni della disponibilità e della qualità di acqua, aria, cibo, prodotti agricoli e mezzi di sussistenza, con effetti diretti ed indiretti sulla salute.

L’area mediterranea è considerata particolarmente a rischio. In Italia, da sud a nord sono evidenti i fenomeni estremi di siccità ed ondate di calore, che colpiscono con maggiore frequenza ed intensità le aree urbane, dove risiede la maggior parte della popolazione nazionale.

L’elevata vulnerabilità del bacino del mediterraneo è confermata anche dal rapporto di sintesi del sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici dell'IPCC Italia presentato il 20 marzo 2023. 

Il documento evidenzia che “La regione Mediterranea si è riscaldata e continuerà a riscaldarsi maggiormente della media globale, particolarmente in estate” con effetti singoli e combinati, su persone ed ecosistemi.

L’esposizione a temperature sempre più elevate nella stagione estiva porta, anche, ad un aumento della concentrazione di ozono, inquinante secondario prodotto nell'atmosfera in presenza di luce solare, e precursori chimici come gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (VOC), che provengono principalmente da attività di trasporto e industriali concentrate quasi esclusivamente nelle aree urbane. 

Tuttavia, i precursori dell'ozono possono anche avere un'origine naturale, come le emissioni di VOC, monossido di carbonio e metano effetto, per esempio, di incendi, la cui frequenza sarebbe in aumento nell’ipotesi di future continue riduzioni dei giorni interessati da precipitazioni. 

L’aumentato numero di incendi porterebbe, inoltre, ad una maggiore formazione di particolato, frazione più fine soprattutto, scientificamente associata a danni per la salute umana. 

Molto studiati e di chiaro impatto sulla salute sono gli inquinanti costantemente monitorati a livello europeo e nazionale. 

Dal 2003, gli studi sulle popolazioni umane dimostrano come le elevate temperature siano un possibile fattore responsabile, direttamente di numerosi esiti sanitari avversi per l’uomo. 

Le intense precipitazioni, invece, possono essere possibile causa di esiti sanitari sia diretti come la perdita di vite umane, che sia indiretti a seguito di frane e smottamenti che possono causare danni alle infrastrutture, come interruzione di strade e di energia elettrica, oppure difficoltà di accesso ad acqua potabile non contaminata. 

Infine, studi, sul mondo animale e vegetale evidenziano effetti delle temperature e delle precipitazioni sulla variazione di biodiversità con conseguente effetto indiretto del cambiamento climatico sulla salute umana. 

Le nuove specie animali e vegetali presenti sul territorio regionale, cosiddette specie aliene, sono strettamente connesse ad alcuni esiti sanitari. 

Per esempio, le zanzare possono essere veicolo di malattie come il dengue. 

Valutazioni su specie erbacee e arboree hanno dimostrato, inoltre, che i determinanti meteorologici rivestono un ruolo fondamentale sia nel processo di liberazione del polline, sia rispetto alla quantità di polline prodotto e al relativo andamento della pollinazione. 

Variazioni dovute a cambiamenti climatici possono essere evidenziate indirettamente anche attraverso l’andamento anticipato delle concentrazioni polliniche di alcune famiglie/generi botanici, così come attraverso l’allungamento della stagione pollinica o l’aumento dell’integrale pollinico (sottocapitoli variazioni nei calendari pollinici e notizia di quest’anno sul Corylus). 

Modifiche dell’andamento temporale e della quantità di polline aerodisperso sono responsabili delle variazioni di pollinosi nei soggetti allergici come polisensibilità, anticipo della manifestazione dei sintomi allergici e incremento del periodo di durata.

La relazione tra ambiente di vita e salute umana è oggetto di una specifica sezione del Piano Nazionale della Prevenzione Piano nazionale della prevenzione 2020 - 2025 cha tratta di ambiente, clima e salute.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si stima che nelle regioni europee l’ambiente di vita possa essere responsabile di circa il 20% della mortalità.

Le indagini sempre più approfondite sulla stretta relazione tra ambiente e salute umana hanno determinato lo sviluppo di un approccio integrato che consideri non solo gli impatti dell’ambiente sulla salute dell’uomo ma anche sulla salute degli animali che condividono con l’uomo l’ambiente. La salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono, quindi, considerati elementi interconnessi indissolubilmente secondo l'approccio One Health

Seguendo questo approccio la valutazione dell’impatto dei determinanti ambientali sulla salute può essere studiato in due modi diversi:

  • valutazione degli impatti diretti dell’ambiente sulla salute umana, quali quelli provocati dall’inquinamento atmosferico, dai pollini e dalle ondate di calore;
  • valutazione degli impatti indiretti come gli effetti sulle malattie trasmissibili da vettori animali sulla cui presenza il fattore ambientale agisce, invece, direttamente.
     
Informazioni e risorse aggiuntive

Rapporto IPPC Italia 2023 https://ipccitalia.cmcc.it/climate-change-2023-ar6-rapporto-di-sintesi/

Organizzazione Mondiale della Sanità https://www.who.int/

Istituto Superiore di sanità ISS https://www.iss.it/

Approccio One Health https://www.iss.it/one-health

Ministero della Salute https://www.salute.gov.it/

Piano nazionale della prevenzione 2020 – 2025 https://www.salute.gov.it/portale/prevenzione/dettaglioContenutiPrevenzione.jsp?id=5772&area=prevenzione&menu=vuoto

Ministero della Salute Ambiente, clima e salute https://www.salute.gov.it/new/it/tema/piano-nazionale-della-prevenzione/ambiente-clima-e-salute/

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Clima e scenari di cambiamento climatico

Tema
Tipo
img-intro
clima vari
Paragrafi

In questa sezione si trovano informazioni sull'andamento climatico del 2024 a livello globale, in Italia e in Piemonte, oltre agli scenari climatici applicati al Piemonte con proiezioni fino al 2100.
 

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Eventi estremi

Tema
Tipo
img-intro
immagine stilizzata di eventi estremi
Paragrafi

In Piemonte l’anno 2024 è stato il quarto anno più caldo dopo il 2022, il 2023 e il 2015 nella distribuzione storica compresa tra il 1958 e il 2024. 

La temperatura media annuale è risultata pari a circa 11 °C, superiore di 1.1 °C rispetto al periodo climatico di riferimento (il trentennio 1991-2020, avente una media climatica di circa 9.9°C).

La precipitazione cumulata è stata di 1495.7 mm, con un surplus pluviometrico di 466,2 mm (pari a +45%) nei confronti della media climatica del trentennio 1991-2020, posizionandosi al 2° posto dopo il 1977 tra gli anni più piovosi a partire dal 1958.

Combinando le anomalie standardizzate di temperature e precipitazioni, il 2024 è risultato il più caldo e umido della serie storica.

Gli episodi di foehn annuali sono risultati 71, poco superiori ai 66 medi del periodo 2000-2020.

Arpa Piemonte ha seguito l’evolversi degli eventi meteorologici, avvenuti nel corso del 2024 attraverso il Centro Funzionale Regionale, che ha garantito l’attività di previsione e monitoraggio dei fenomeni ad essi associati, a supporto del sistema di Protezione Civile Regionale. 
 

Le catastrofi naturali dovute a condizioni meteorologiche avverse secondo l’WMO sono in costante aumento e trovano riscontro nei più rilevanti database dei disastri naturali.

Gli eventi meteorologici estremi che interessano il territorio italiano si verificano periodicamente, ad intervalli più o meno regolari, con intensità e durata differente. 

Da sempre, questi fenomeni modellano il territorio, modificano il paesaggio e determinano danni anche ingenti alle infrastrutture, colpendo componenti del nostro sistema socio-economico diventate sempre più essenziali. 

Questo comporta un incremento dei costi connessi agli eventi estremi a causa dell’aumentata vulnerabilità.

Gli eventi meteorologici estremi possono essere definiti con metriche diverse, connesse ad esempio alle energie in gioco, che identificano un fenomeno estremo nel suo complesso, in relazione a tutti gli altri eventi meteorologici. 

Per limitarci alla meteorologia delle nostre latitudini, una tromba d’aria può essere considerata un evento estremo, anche se, nell’ambito della categoria “trombe d’aria”, potrebbe essere classificata come una di relativamente debole intensità. 

Più frequentemente si associa il concetto di “estremo” al verificarsi di un evento raro, in cui un parametro meteorologico (la pioggia, la temperatura, il vento…) supera un valore della sua distribuzione corrispondente a frequenze basse, ossia che si verificano raramente (solitamente dal 5% all’1% di tutti i casi osservati).

In altri casi, come nelle alluvioni o negli episodi di siccità, non sono i valori dei singoli parametri ad assumere un valore estremo, ma è piuttosto l’effetto cumulato nel tempo a risultare importante, o la sovrapposizione simultanea di più effetti diversi o, ancora, il superamento di un valore non estremo di per sé ma importante per gli effetti che può avere, ad esempio, per un particolare ecosistema.

Nell’accezione comune un evento meteorologico viene considerato “estremo” quando determina impatti rilevanti sul territorio, sull’ambiente o sulla salute

In generale la relazione tra eventi meteorologici estremi e disastri naturali non è lineare perché intervengono altri valori quali la suscettibilità, la vulnerabilità, la capacità di far fronte all’evento e di mettere in atto azioni di contrasto che limitino i danni. 

Spesso però in occasione dei disastri o nelle catastrofi naturali connesse agli eventi meteorologici, c’è qualche parametro meteorologico, o un valore cumulato di tale parametro nonché qualche indicatore che integra più parametri, che supera una “soglia”, quasi sempre legata agli eventi rari. 

Il superamento di una “soglia” è quindi spesso condizione necessaria, anche se non sufficiente, affinché si verifichi un evento in grado di generare impatti significativi.

Questo dato, unito al miglioramento della capacità di misurare i parametri meteorologici anche durante gli eventi estremi, di conoscerli e, in parte, di prevederli, ha consentito di sviluppare negli ultimi anni sistemi di allertamento a breve termine e di preavviso a più lunga scadenza, che, se associati ad azioni di prevenzione e contrasto da adottare a scala locale consentono una decisa mitigazione dei danni.

In Piemonte, ad esempio, l’implementazione di un sistema di allertamento per rischio idrogeologico codificato ha consentito la salvaguardia dell’incolumità delle persone nell’alluvione che ha colpito la regione nell’ottobre del 2000 rispetto a quella del 1994, a parità di precipitazione caduta e territorio coinvolto.

L’estate del 2003, la più calda in assoluto dell’ultimo secolo in quasi tutta Europa, ha insegnato come una buona previsione delle condizioni di disagio, e un sistema sanitario e socioassistenziale preparato, possono limitare gli impatti sulla salute della popolazione più fragile. 

Gli episodi di siccità prolungata che ha vissuto l’intero Nord Italia negli anni 2001, 2003 e 2006 hanno determinato la consapevolezza sociale e politica, della necessità di gestire, preservare e valorizzare la risorsa idrica, limitata e non equamente distribuita nello spazio e nel tempo.

In ragione delle sue caratteristiche geografiche e climatiche il Piemonte è frequentemente colpito da eventi alluvionali

Dal 1800 al 2018 gli eventi principali sono stati oltre 120, con una frequenza media di uno ogni 18 - 20 mesi circa.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Neve

Tema
Tipo
img-intro
Icona nevicata
Paragrafi

Il servizio nivologico regionale, affidato ad Arpa Piemonte, garantisce fin dal 1983 la raccolta e l’elaborazione dei dati nivometeorologici sul territorio regionale al fine di fornire un quadro aggiornato sulle caratteristiche dell’innevamento nell’ambiente alpino del Piemonte, compresi l'analisi di eventi valanghivi significativi e bollettini di allerta.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Nebbia

Tema
Tipo
img-intro
nebbia
Paragrafi

Nell’anno 2024 gli episodi di nebbia ordinaria (con visibilità inferiore a 1 km) sono stati quasi in perfetto accordo con la climatologia recente del periodo 2004-2023, con 120 giorni annuali e 121 attesi dalla norma climatica.  Ma tra essi gli episodi di nebbia fitta (con visibilità inferiore a 100 m) sono stati 27, quasi un terzo superiori ai 21 calcolati dalla media climatica. 

Giorni di nebbia ordinaria e fitta registrati in Piemonte nell’anno 2023
 Giorni nebbia ordinaria nel 2024 (visibilità 1 km) Climatologia giorni nebbia ordinaria (visibilità 1 km) Giorni nebbia fitta nel 2024 (visibilità 100 metri) Climatologia giorni nebbia fitta (visibilità 100 metri)
Gennaio 21 19 6 5
Febbraio 18 16 2 4
Marzo 14 9 0 1
Aprile 4 5 0 0
Maggio 3 3 0 0
Giugno 3 1 0 0
Luglio 0 2 0 0
Agosto 2 1 1 0
Settembre 4 6 0 0
Ottobre 14 19 3 3
Novembre 24 19 11 4
Dicembre 13 21 4 4
Anno 120 121 27 21
Giorni di nebbia ordinaria e fitta registrati in Piemonte nell’anno 2024, comparati con le medie del periodo 2004-2023 - Fonte Arpa Piemonte

Nel 2024, Il mese più ricco di eventi nebbiosi è stato novembre con 24 giorni di nebbia ordinaria e 11 episodi giornalieri di nebbia fitta, pari al 40% circa del valore totale annuo.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione