STATO

Laghi

Tema
Tipo
img-intro
pesci
Paragrafi

La maggior parte dei numerosi laghi piemontesi sono il risultato dei fenomeni legati al ritiro dei ghiacciai a partire dalla fine del Pleistocene.

Molti di essi sono di piccole dimensioni, ma non mancano laghi molto grandi come il Lago Maggiore, che viene condiviso con la Svizzera e la confinante Lombardia. 

I principali laghi piemontesi sono sottoposti a programmi di monitoraggio per la valutazione dello stato generale della qualità delle acque a scala regionale.

Nel sessennio di monitoraggio 2014-2019 il 67% dei corpi idrici lacustri sono stati classificati in uno Stato Ecologico Buono o superiore e il 33% in uno stato ecologico Sufficiente

Per quanto riguarda lo Stato Chimico, il 92% di questi particolari corpi idrici è risultato in classe Buono.

Anno
2024

Fiumi

Tema
Tipo
img-intro
fiume
Paragrafi

Ai sensi della direttiva quadro sulle acque i corpi idrici vengono monitorati secondo specifiche frequenze nell’ambito di un ciclo sessennale di programmazione; alcuni con cadenza annuale, altri una sola volta nei sei anni; al termine del ciclo di monitoraggio viene definita la classificazione ufficiale dei corpi idrici.

Nel 2020 è stato avviato il terzo sessennio di monitoraggio, da che è stato implementato secondo le norme comunitarie, relativo al periodo 2020-2025.

Le modalità tecniche del monitoraggio sono definite dal Decreto Ministeriale 260/2010.  

I dati del monitoraggio sono utilizzati nell’ambito del terzo Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po

In questa relazione, si riporta il monitoraggio dei corsi d’acqua svolto nel 2022 e la classificazione ufficiale del sessennio 2014-2019.

La frequenza e la distribuzione di monitoraggio dei parametri utilizzati per definire la classificazione, rilevanti per misurare gli impatti delle pressioni antropiche sul corpo idrico, derivano anche dalla Analisi delle Pressioni - la cui ultima revisione è avvenuta nel 2019-2020 - che ha individuato le pressioni antropiche più significative sui corpi idrici che potenzialmente sono in grado di pregiudicare il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità.

Tra queste, a livello regionale, risultano più significative le alterazioni morfologiche, relative in particolar modo alle modificazioni della zona ripariale, i prelievi, gli scarichi di acque reflue urbane e l’agricoltura.

L’analisi integrata dei dati di stato e degli impatti ambientali presenti - attraverso l’utilizzo di specifici indicatori quali contaminazione da pesticidi, VOC, inquinamento da nutrienti e carico organico - permette di confermare i risultati dell’Analisi delle Pressioni e di verificare l’efficacia delle misure di tutela e miglioramento messe in atto.

Nel sessennio di monitoraggio 2014-2019, il 50% dei 598 Corpi Idrici relativi ai fiumi individuati in Piemonte risulta in una classe di Stato/Potenziale Ecologico Elevato o Buono e il 50% in una classe Sufficiente o inferiore.

Per quanto riguarda lo Stato Chimico, l’89% dei corpi idrici ricade nella classe Buono e l’11% nella classe “Non Buono”.
 

Stato/Potenziale Ecologico dei corpi idrici - FIUMI– sessennio 2014-2019 - Fonte Arpa Piemonte
Stato Chimico dei corpi idrici in Piemonte - FIUMI– sessennio 2014-2019 - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

DECRETO 8 novembre 2010, n. 260 Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del medesimo decreto legislativo. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2011/02/07/011G0035/sg

Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po https://pianoacque.adbpo.it/piano-di-gestione-2021/

Analisi delle pressioni PianoAcque2021 https://www.adbpo.it/PianoAcque2021/PdGPo2021_22dic21/Elaborato_02_PressioniImpatti_22dic21/

Anno
2024

Precipitazioni e portate

Tema
Tipo
img-intro
precipitazioni varie
Paragrafi

Lo stato di qualità delle acque superficiali è condizionato, sia dal punto di vista biologico che da quello fisico chimico dalla quantità e dalla distribuzione nell'anno del deflusso negli alvei dei fiumi.

Naturalmente, anche le acque sotterranee dipendono dalle precipitazioni, direttamente quando queste si infiltrano nel sottosuolo e indirettamente da quelle convogliate dal reticolo idrografico.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Precipitazioni e portate https://webgis.arpa.piemonte.it/secure_apps/precport_webapp/index.html

Anno
2024

Clima a livello globale e gli scenari in Piemonte

Tema
Tipo
img-intro
clima vari
Paragrafi

I rapporti annuali del Programma Ambientale delle Nazioni Unite, denominati Emissions Gap Report, presentano un’analisi dettagliata degli impegni di riduzione delle emissioni a livello globale e di quelli ulteriori necessari a limitare il riscaldamento globale, ricordando che anche che la metodologia con cui si arriva a stimare l’incremento finale è fondamentale, perché superamenti, anche temporanei, delle soglie di 1.5°C o 2°C, possono determinare impatti irreversibili. 

Sintesi dei dati climatici globali per il 2023 - Fonte Arpa Piemonte

Il rapporto del WMO ha confermato che il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, con la temperatura media globale pari a 1.45 °C in più rispetto ai valori preindustriali, con un margine di incertezza di ± 0.12 °C.

Il 2023 è risultato quindi il primo anno più caldo dal 1850; gli ultimi 9 anni sono stati i 9 più caldi mai registrati negli ultimi 174 anni. Insieme alle elevate concentrazioni di gas climalteranti, la transizione dei fenomeni la Niña, iniziata nel 2020 e durata fino al 2023 inoltrato, e il Niño, da settembre 2023, hanno contribuito all’innalzamento delle temperature globali sono persistite per gran parte dell’anno, per il terzo anno consecutivo.

Si stima che se il riscaldamento continua con lo stesso tasso di crescita che ha registrato negli ultimi 20 anni, è probabile che l’incremento di 1.5°C della temperatura media globale si verifichi tra il 2030 e la prima metà del secolo, in funzione degli sforzi che saranno applicati per ridurre le emissioni. Se questi saranno stringenti proprio nella fase iniziale, ossia nei prossimi dieci anni, sarà possibile dimezzare il contributo antropico al riscaldamento globale nel periodo 2020-2040. Viceversa, anche il tempo a disposizione per un adattamento efficace non sarà sufficiente, in particolare per gli elementi più vulnerabili.
La temperatura superficiale dell’oceano è aumentata di 0.9°C rispetto alla media 1850-2020 con un tasso di incremento importante negli ultimi anni Nel 2023 la temperatura superficiale dell’oceano è stata la più calda degli ultimi 174 anni.

Le concentrazioni di gas a effetto serra sono cresciute a partire dall’era preindustriale raggiungendo livelli che non hanno precedenti nella storia dell’umanità. La concentrazione di anidride carbonica, metano e protossido di azoto è aumentata dal 1750 ad oggi rispettivamente del 47%, 156% e 23%, raggiungendo i valori più elevati degli ultimi 800.000 anni.
Le concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera, che sono ormai costantemente al di sopra dei 400 ppm dal novembre del 2015, hanno raggiunto la media annuale di 421 ppm nel 2023. Il tasso di crescita delle emissioni nel 2023 è stato di +3.36 ppm, nel 2022 è stato di +1.81 ppm e nel 2021 di +2.37 ppm. Dal 2015 i valori di CO2 sono costantemente al di sopra dei 400 ppm, con un incremento medio annuo di 2.46 ppm negli ultimi 5 anni.

Secondo la NOAA, (National Oceanic and Atmospheric Administration) i livelli di anidride carbonica sono oggi più alti del 50% rispetto a prima dell’inizio dell’era industriale, cioè gli ultimi decenni del ‘700, il periodo che viene preso come riferimento base dalla climatologia per la concentrazione di CO2 in atmosfera.

L'aumento globale delle emissioni nel 2023 per tipo di combustibili fossili è del +1,1% per carbone, +1,5% per il petrolio e 0,5% per il gas naturale.

Il livello globale medio del mare dal 1900 è cresciuto di circa 20 cm ed è aumentato da 2.13 mm/anno nel periodo 1993 - 2002 fino a 4.77 mm/anno nel periodo 2014 – 2023; attraverso le misure da satellite, si stima che l’incremento sia di circa 3.3 mm/anno. Lungo le coste europee l’innalzamento è di circa 2-3mm/anno ad eccezione della zona del Baltico, dove è superiore ai 3mm.

Anche la criosfera mostra in modo drammatico gli effetti del riscaldamento globale: a dicembre 2023, l'estensione del ghiaccio marino artico ha raggiunto il decimo valore più basso, il 3% sotto la media, ben al di sopra del valore più basso di dicembre registrato nel 2016 (7% sotto la media). Le concentrazioni di ghiaccio marino erano superiori alla media nel Mare di Groenlandia (una caratteristica persistente da ottobre), mentre nella regione settentrionale del Canada prevalevano concentrazioni inferiori alla media, in coincidenza con condizioni molto più calde della media.
L’estensione del ghiaccio marino antartico è stata la seconda più bassa nel mese di dicembre, inferiore del 15% alla media, dopo aver raggiunto valori record per il periodo dell’anno con ampi margini per sei mesi consecutivi all’inizio dell’anno. 
I ghiacciai dell’America nord-occidentale e delle Alpi europee mostrano una estrema riduzione della massa glaciale, in particolare Svizzera i ghiacciai hanno perso circa il 10% di volume negli ultimi due anni.

I cambiamenti climatici osservati dal 1950 a oggi, compresi gli eventi estremi, hanno determinato impatti significativi sui sistemi naturali e antropici, dimostrando, da una parte, la loro elevata suscettibilità al clima che cambia e dall’altra, che le azioni per la riduzione della vulnerabilità adottate, ove possibili, sono largamente insufficienti a proteggere persone, beni e capitale naturale. 

Eventi estremi meteo climatici continuano ad avere severi impatti socioeconomici.
Gli eventi estremi rilevati nel 2023 nei continenti abitati, includono alluvioni, alcune di queste associate a cicloni tropicali, ondate di calore estreme e siccità a cui sono associati incendi.  Gli incendi delle Hawaii, Canada ed Europa hanno causato perdite di vite, distruzione di case e un inquinamento dell’aria su larga scala.

Alluvioni associate a precipitazioni estreme come quella del ciclone Daniel che ha interessato Grecia, Bulgaria, Turchia e Libia, e ha causato perdite pesanti di vite in Libia.
 

Proiezioni climatiche

Le proiezioni climatiche continuano a mostrare un incremento della temperatura globale per la fine del XXI che difficilmente riuscirà a restare al di sotto dei 2°C se non si concretizzano urgentemente e, soprattutto si rafforzano gli impegni dei governi nazionali (NDC) e subnazionali per la mitigazione dei gas serra. Il contributo alla riduzione delle emissioni dovuto alle misure di prevenzione connesse alla pandemia da SARS-CoV-2 porteranno a una diminuzione al 2030 di sole 2-4 GtCO2eq, e molto dipenderà dall’applicazione delle politiche climatiche. 

Se da una parte, la ripresa post-emergenza pandemica rappresenta un’occasione unica per una trasformazione dell’economia nella direzione low-carbon, dall’altra la minore attenzione per le tematiche climatiche e la necessità di investimenti a breve termine per favorire l’immediata ripresa economica dei settori più colpiti rischia di non indirizzare i contributi alla mitigazione e resilienza climatica. 

Nonostante gli impegni annunciati per arrivare alla completa decarbonizzazione al 2050, gli impegni formali NCD non consentono, al momento, di limitare l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C. Considerando le politiche attuali la temperatura globale è stimata aumentare di circa 3.5°C a fine secolo. 

In questo scenario, nella maggior parte delle regioni continentali, gli estremi caldi saranno più sempre più numerosi e le ondate di calore saranno più frequenti e dureranno più a lungo, con associati periodi siccitosi. 

Gli eventi estremi di precipitazione aumenteranno, anche in un clima mediamente più secco. La variabilità meteorologica inter-annuale è destinata ad aumentare, ponendoci di fronte ad una situazione che, per essere affrontata, richiede una grande flessibilità e una società decisamente più resiliente dell’attuale. 

Con tale incremento sono possibili cambiamenti irreversibili delle condizioni climatiche connesse alle grandi circolazioni atmosferiche e oceaniche che potranno modificare in modo permanente molti habitat ed ecosistemi.
 

La situazione in Italia

Nel 2023 in Italia si sono verificati ben 378 eventi meteorologici estremi, +22% rispetto al 2022. In aumento alluvioni, frane, mareggiate, grandinate e temperature eccezionali con lo zero termico sulle Alpi che ha raggiunto quota 5.328 metri.

I casi più rilevanti nel 2023 sono stati le alluvioni e le temperature record. 

Tra i casi più drammatici le due alluvioni che hanno sconvolto l’Emilia-Romagna: il 2 e 3 maggio la prima e tra il 15 e il 17 maggio la seconda, più grave e che ha coinvolto 44 comuni, principalmente nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna, con danni per oltre 8,8 miliardi di euro. Le forti piogge hanno fatto straripare 23 corsi d’acqua e si sono verificate oltre 280 frane in 48 comuni. Numerose le strade e ferrovie chiuse e danneggiate. Sono caduti più di 300 mm di piogge in due giorni. Il bilancio ufficiale è di 15 vittime, oltre alle 3 vittime dell’ondata di inizio maggio che aveva già compromesso abitazioni, viabilità e agricoltura.

Negli stessi giorni sono state colpite anche le province settentrionali della Marche.

In estate violente grandinate che, unitamente a venti record, hanno colpito il Veneto e tutto il nord est. In particolare, si sono verificate 52 grandinate in un solo giorno, il 19 luglio, che hanno causato 110 feriti e danni alle produzioni di grano, ortaggi, frutta e ai vigneti.

In Lombardia, il 24 e 25 luglio si sono verificate frane e danni causati dal vento che ha soffiato fino a 100 km/h. 

L’11 e 12 novembre, intere aree del nord della Toscana sono state alluvionate con danni per 1,9 miliardi di euro e 5 vittime.

Anche in Italia il 2023 ha fatto registrare temperature record in diverse aree, specialmente nelle città di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia. Temperature record non solo in estate, ma anche in autunno.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Rapporto WMO 2023 https://library.wmo.int/records/item/68835-state-of-the-global-climate-2023

UNEP Emissions Gap Report 2023 https://www.unep.org/resources/emissions-gap-report-2023

Rapporto National Centers for Environmental Information NOOA https://www.ncei.noaa.gov/access/monitoring/monthly-report/global/202313

Rapporto di sintesi IPCC 2023 https://www.ipcc.ch/report/ar6/syr/

Trend globali Global Monitoring Laboratory NOOA https://gml.noaa.gov/ccgg/trends/global.html

Global Carbon Budget 2023 https://globalcarbonbudget.org/fossil-co2-emissions-at-record-high-in-2023/

Global Carbon Budget 2023 Earth System Science Data Copernicus https://essd.copernicus.org/articles/15/5301/2023/

Global Greenhouse Gas Watch WMO 
https://wmo.int/activities/global-greenhouse-gas-watch-g3w

Snow and glaciers 2023 Copernicus https://climate.copernicus.eu/esotc/2023/snow-and-glaciers

Significant Weather & Climate Events 2023 WMO https://wmo.int/files/significant-weather-climate-events-2023

Impegni dei governi nazionali sul clima https://www.un.org/en/climatechange/all-about-ndcs

European State of the Climate https://climate.copernicus.eu/ESOTC

Anno
2024

Eventi estremi

Tema
Tipo
img-intro
immagine stilizzata di eventi estremi
Paragrafi

In Piemonte l’anno 2023 è stato il secondo anno più caldo dopo il 2022 nella distribuzione storica compresa tra il 1958 e il 2023. La temperatura media annuale è risultata pari a circa 11.2°C, superiore di 1.3 °C rispetto al periodo climatico di riferimento (il trentennio 1991-2020, avente una media climatica di circa 9.9°C).

La precipitazione cumulata è stata di circa 944 mm, con un deficit pluviometrico di 86 mm (pari all’8%) nei confronti della media climatica del trentennio 1991-2020, posizionandosi al 27° posto tra gli anni meno piovosi valutati a partire dal 1958. 

Gli episodi di foehn annuali sono risultati 92 e rappresentano anche il numero annuale massimo dal 2000.

Arpa Piemonte ha seguito l’evolversi degli eventi meteorologici, avvenuti nel corso del 2023 attraverso il Centro Funzionale Regionale, che ha garantito l’attività di previsione e monitoraggio dei fenomeni ad essi associati, a supporto del sistema di Protezione Civile Regionale. 
 

Le catastrofi naturali dovute a condizioni meteorologiche avverse secondo l’WMO sono in costante aumento e trovano riscontro nei più rilevanti database dei disastri naturali.

Gli eventi meteorologici estremi che interessano il territorio italiano si verificano periodicamente, ad intervalli più o meno regolari, con intensità e durata differente. Da sempre, questi fenomeni modellano il territorio, modificano il paesaggio e determinano danni anche ingenti alle infrastrutture e alle interconnessioni, colpendo componenti del nostro sistema socio-economico diventate sempre più essenziali. Questo comporta un incremento dei costi connessi agli eventi estremi a causa dell’aumentata vulnerabilità.

Gli eventi meteorologici estremi possono essere definiti con metriche diverse, connesse ad esempio alle energie in gioco, che identificano un fenomeno estremo nel suo complesso, in relazione a tutti gli altri eventi meteorologici. Per limitarci alla meteorologia delle nostre latitudini, una tromba d’aria può essere considerata un evento estremo, anche se, nell’ambito della categoria “trombe d’aria”, potrebbe essere classificata come una di relativamente debole intensità. 

Più frequentemente si associa il concetto di “estremo” al verificarsi di un evento raro, in cui un parametro meteorologico (la pioggia, la temperatura, il vento…) supera un valore della sua distribuzione corrispondente a frequenze basse, ossia che si verificano raramente (solitamente dal 5% all’1% di tutti i casi osservati).

In altri casi, come nelle alluvioni o negli episodi di siccità, non sono i valori dei singoli parametri ad assumere un valore estremo, ma è piuttosto l’effetto cumulato nel tempo a risultare importante, o la sovrapposizione simultanea di più effetti diversi o, ancora, il superamento di un valore non estremo di per sé ma importante per gli effetti che può avere, ad esempio, per un particolare ecosistema.

Nell’accezione comune un evento meteorologico viene considerato “estremo” quando determina impatti rilevanti sul territorio, sull’ambiente o sulla salute. In generale la relazione tra eventi meteorologici estremi e disastri naturali non è lineare perché intervengono altri valori quali la suscettibilità, la vulnerabilità, la capacità di far fronte all’evento e di mettere in atto azioni di contrasto che limitino i danni. Spesso però in occasione dei disastri o nelle catastrofi naturali connesse agli eventi meteorologici, c’è qualche parametro meteorologico, o un valore cumulato di tale parametro nonché qualche indicatore che integra più parametri, che supera una “soglia”, quasi sempre legata agli eventi rari. Il superamento di una “soglia” è quindi spesso condizione necessaria, anche se non sufficiente, affinché si verifichi un evento in grado di generare impatti significativi.

Questo dato, unito al miglioramento della capacità di misurare i parametri meteorologici anche durante gli eventi estremi, di conoscerli e, in parte, di prevederli, ha consentito di sviluppare negli ultimi anni sistemi di allertamento a breve termine e di preavviso a più lunga scadenza, che, se associati ad azioni di prevenzione e contrasto da adottare a scala locale consentono una decisa mitigazione dei danni.

In Piemonte, ad esempio, l’implementazione di un sistema di allertamento per rischio idrogeologico codificato ha consentito la salvaguardia dell’incolumità delle persone nell’alluvione che ha colpito la regione nell’ottobre del 2000 rispetto a quella del 1994, a parità di precipitazione caduta e territorio coinvolto.

L’estate del 2003, la più calda in assoluto dell’ultimo secolo in quasi tutta Europa, ha insegnato come una buona previsione delle condizioni di disagio, e un sistema sanitario e socioassistenziale preparato, possono limitare gli impatti sulla salute della popolazione più fragile. Gli episodi di siccità prolungata che ha vissuto l’intero Nord Italia negli anni 2001, 2003 e 2006 hanno determinato la consapevolezza sociale e politica, della necessità di gestire, preservare e valorizzare la risorsa idrica, limitata e non equamente distribuita nello spazio e nel tempo.

In ragione delle sue caratteristiche geografiche e climatiche il Piemonte è frequentemente colpito da eventi alluvionali. Dal 1800 al 2018 gli eventi principali sono stati oltre 120, con una frequenza media di uno ogni 18-20 mesi circa.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Anno
2024

Neve

Tema
Tipo
img-intro
Icona nevicata
Paragrafi

Il servizio nivologico regionale, affidato ad Arpa Piemonte, garantisce fin dal 1983 la raccolta e l’elaborazione dei dati nivometeorologici sul territorio regionale al fine di fornire un quadro aggiornato sulle caratteristiche dell’innevamento nell’ambiente alpino del Piemonte, compresi l'analisi di eventi valanghivi significativi e bollettini di allerta.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Anno
2024

Nebbia

Tema
Tipo
img-intro
nebbia
Paragrafi

Nell’anno 2023 gli episodi di nebbia sono risultati inferiori rispetto alla climatologia recente del periodo 2004-2022, con 89 giorni di nebbia ordinaria con visibilità inferiore a 1 km, e una diminuzione del 26% rispetto ai 121 giorni annuali attesi.

Ancora più marcata è stata la riduzione degli episodi di nebbia fitta con visibilità inferiore a 100 m, con soli 7 giorni annuali, un terzo dei 21 calcolati dalla media climatica.

È stato l’anno con il minor numero di eventi annuali di nebbia ordinaria da quando, nel 2004, è attiva la rete dei visibilimetri Arpa Piemonte mentre solo il 2018 ha avuto un numero inferiore di episodi di nebbia fitta (6).

Giorni di nebbia ordinaria e fitta registrati in Piemonte nell’anno 2023
 Giorni nebbia ordinaria (visibilità < 1 km) Climatologia giorni nebbia ordinaria (visibilità < 1 km) Giorni nebbia fitta (visibilità < 100 m) Climatologia giorni nebbia fitta (visibilità < 100 m)
Gennaio 15 19 1 5
Febbraio 10 16 2 4
Marzo 10 9 0 1
Aprile 3 5 0 0
Maggio 0 3 0 0
Giugno 0 1 0 0
Luglio 2 2 0 0
Agosto 0 1 0 0
Settembre 2 6 0 0
Ottobre 13 19 0 3
Novembre 13 19 3 4
Dicembre 21 21 1 4
Anno 89 121 7 21
Giorni di nebbia ordinaria e fitta registrati in Piemonte nell’anno 2023, comparati con le medie del periodo 2004-2022 - Fonte Arpa Piemonte

L’analisi degli eventi nebbiosi nei singoli mesi evidenzia la marcata anomalia negativa dei giorni di nebbia ordinaria durante i primi due mesi dell’anno e nel trimestre autunnale da settembre a novembre; marzo è stato l’unico mese con un numero di episodi nebbiosi superiore alla norma.  

Invece, le nebbie fitte sono state limitate a soli 7 episodi avvenuti tra novembre e febbraio.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Anno
2024

Vento

Tema
Tipo
img-intro
nuvole e vento
Paragrafi

Nel 2023 nei capoluoghi di provincia la velocità media annua del vento è variata da 1.3 m/s, registrati a Boves, fino a 2.1 m/s ad Alessandria e a Oropa (BI), mentre la massima raffica (27.7 m/s) è stata misurata a Oropa (BI) il 22 dicembre, durante l’evento di foehn più intenso dell’anno.

Velocità media (m/s) e massima raffica (m/s) misurate nei capoluoghi di provincia
Località Massima raffica (m/s) Velocità media (m/s) Data massima raffica
Alessandria 22.3 2.1 26/02/2023
Asti 17.4 1.6 26/08/2023
Boves (CN) 14.9 1.3 05/11/2023
Novara 17.2 1.5 25/07/2023
Oropa (BI) 27.7 2.1 22/12/2023
Pallanza (VB) 24.3 1.7 26/08/2023
Torino Alenia 26.5 1.9 22/12/2023
Vercelli 24 1.4 26/08/2023
Velocità media (m/s) e massima raffica (m/s) misurate nei capoluoghi di provincia nel 2023 - Fonte Arpa Piemonte

Nel 2023 gli episodi di foehn sono risultati 92, decisamente superiori ai 66 della media annuale del periodo 2000-2020 e rappresentano anche il numero annuale massimo dal 2000; l’episodio più intenso più intenso dell’anno è avvenuto il 22 dicembre 2023.

Numero di giorni di foehn per mese 2023
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
2023 12 4 10 11 1 2 6 8 1 7 18 12
Media 2000-2020 9 7 8 4 5 3 4 4 4 5 5 8
Numero di giorni di foehn per mese nel 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Anno
2024

Precipitazioni

Tema
Tipo
img-intro
cielo e pioggia
Paragrafi

L’analisi dell’andamento giornaliero annuale evidenzia come al deficit pluviometrico abbiano contribuito soprattutto i primi quattro e gli ultimi due mesi dell’anno. Invece maggio ha avuto 24 giorni piovosi (precipitazione media superiore a 1 mm sul Piemonte) su 31 mentre il giorno più piovoso dell’anno è stato il 28 agosto con 49.7 mm medi sul territorio piemontese.

Precipitazioni giornaliere medie 2023 in Piemonte anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
I valori della precipitazione cumulata giornaliera media sono riferiti ad un punto medio posto a 900 m di quota. La riga verde scuro rappresenta la precipitazione media cumulata del 2023, mentre la riga viola quella del periodo 1991-2020.

Solo maggio, agosto, ottobre e, sia pure per un solo punto percentuale, giugno hanno avuto un’anomalia pluviometrica positiva mentre tutti gli altri mesi sono risultati più secchi della norma. 

Maggio è stato il mese più piovoso dell’anno 2023 con 233.8 mm medi e un surplus del 90%. Febbraio con soli 9.7 mm medi e un’anomalia negativa del 78% è risultato il mese più secco dell’annata.

Inverno 2023/2024

In Piemonte nell’inverno 2023/2024 le precipitazioni sono state superiori alla media degli anni 1991-2020, con 234.5 mm medi ed un surplus di 87.9 mm (pari al 60%), ponendo l’inverno 2023/2024 al 13° posto tra le stagioni invernali più ricche di precipitazioni degli ultimi 67 anni.

Febbraio è stato il mese più ricco di precipitazioni con 147.1 mm, pari al 63% delle precipitazioni stagionali ed è stato l’unico con valori cumulati mensili superiori alla norma con un notevole +232%. Invece gennaio è stato il mese più secco con 41.7 mm e un deficit del 10%; infine dicembre ha registrato 45.8 mm e un deficit del 20%.

Anomalia della precipitazione cumulata nell’inverno 2023/2024 rispetto alla media del periodo 1991-2020 in Piemonte - Fonte Arpa Piemonte
Primavera 2023

Nella primavera 2023 in Piemonte le precipitazioni sono state superiori alla media degli anni 1991-2020, con 329.3 mm medi e un surplus di 34.6 mm (pari al 12%): la primavera 2023 si pone al 28° posto nella distribuzione storica delle stagioni primaverili più piovose dal 1958 e ha interrotto una sequenza di 8 stagioni consecutive, dalla primavera 2021 all’inverno 2023, con deficit precipitativo rispetto alla climatologia.

Nel mese di maggio con 233.8 mm è caduto il 71% della pioggia stagionale, mentre marzo e aprile hanno registrato un deficit pluviometrico, rispettivamente, del 35 e 50%. I primati di precipitazione stagionale in 24 ore si sono verificati in 14 pluviometri della rete ARPA Piemonte, pari al 5% del totale, in prevalenza nei giorni 1° e 21 maggio.

- Anomalia della precipitazione cumulata nella primavera 2023 rispetto alla media del periodo 1991-2020 in Piemonte - Fonte Arpa Piemonte
Estate 2023

In Piemonte nell’estate 2023 le precipitazioni sono state superiori alla media degli anni 1991-2020, con 273.1 mm medi ed un surplus precipitativo di 36 mm (pari al 15% circa): l’estate 2023 si pone al 16° posto nella distribuzione storica delle stagioni estive più piovose dal 1958 ad oggi.

Agosto è stato il mese più piovoso con 123.6 mm medi e un’anomalia positiva del 62%; luglio è risultato il mese più secco con 45.8 mm e un deficit del 31%, mentre giugno ha avuto una precipitazione sostanzialmente nella norma.

I primati di precipitazione stagionale in 24 ore si sono verificati in 35 stazioni pluviometriche (pari al 12% del totale) della rete Arpa Piemonte, tutti tra il 27 e il 28 agosto 2023.

Anomalia della precipitazione cumulata nell’estate 2023 rispetto alla media del periodo 1991-2020 in Piemonte - Fonte Arpa Piemonte
Autunno 2023

Nell’autunno 2023 in Piemonte le precipitazioni sono state inferiori alla media degli anni 1991-2020, con 263 mm medi ed un deficit di 87.4 mm (pari al 25%); pertanto l’autunno 2023 si posiziona al 24° posto tra le stagioni autunnali meno piovose dal 1958.

Ottobre 2023 è stato il mese più ricco di precipitazioni della stagione e l’unico con un surplus precipitativo, novembre è risultato il mese più secco con un deficit percentuale del 60% circa; infine, a settembre le precipitazioni cumulate mensili hanno avuto un’anomalia negativa del 23%.

I primati di precipitazione stagionale in 24 ore sono risultati assenti.
 

Anomalia della precipitazione cumulata nell’autunno 2023 rispetto alla media del periodo 1991-2020 in Piemonte - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Anno
2024

Temperature

Tema
Tipo
img-intro
nuvole e termometro
Paragrafi

L'andamento delle temperature e le anomalie delle temperature rispetto al periodo di riferimento sono indicatori climatici di base particolarmente significativi.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rapporti di analisi climatica https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rapporti-analisi-climatica

Anno
2024