Il rapporto del WMO ha confermato che il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, con la temperatura media globale pari a 1.45 °C in più rispetto ai valori preindustriali, con un margine di incertezza di ± 0.12 °C.
Il 2023 è risultato quindi il primo anno più caldo dal 1850; gli ultimi 9 anni sono stati i 9 più caldi mai registrati negli ultimi 174 anni. Insieme alle elevate concentrazioni di gas climalteranti, la transizione dei fenomeni la Niña, iniziata nel 2020 e durata fino al 2023 inoltrato, e il Niño, da settembre 2023, hanno contribuito all’innalzamento delle temperature globali sono persistite per gran parte dell’anno, per il terzo anno consecutivo.
Si stima che se il riscaldamento continua con lo stesso tasso di crescita che ha registrato negli ultimi 20 anni, è probabile che l’incremento di 1.5°C della temperatura media globale si verifichi tra il 2030 e la prima metà del secolo, in funzione degli sforzi che saranno applicati per ridurre le emissioni. Se questi saranno stringenti proprio nella fase iniziale, ossia nei prossimi dieci anni, sarà possibile dimezzare il contributo antropico al riscaldamento globale nel periodo 2020-2040. Viceversa, anche il tempo a disposizione per un adattamento efficace non sarà sufficiente, in particolare per gli elementi più vulnerabili.
La temperatura superficiale dell’oceano è aumentata di 0.9°C rispetto alla media 1850-2020 con un tasso di incremento importante negli ultimi anni Nel 2023 la temperatura superficiale dell’oceano è stata la più calda degli ultimi 174 anni.
Le concentrazioni di gas a effetto serra sono cresciute a partire dall’era preindustriale raggiungendo livelli che non hanno precedenti nella storia dell’umanità. La concentrazione di anidride carbonica, metano e protossido di azoto è aumentata dal 1750 ad oggi rispettivamente del 47%, 156% e 23%, raggiungendo i valori più elevati degli ultimi 800.000 anni.
Le concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera, che sono ormai costantemente al di sopra dei 400 ppm dal novembre del 2015, hanno raggiunto la media annuale di 421 ppm nel 2023. Il tasso di crescita delle emissioni nel 2023 è stato di +3.36 ppm, nel 2022 è stato di +1.81 ppm e nel 2021 di +2.37 ppm. Dal 2015 i valori di CO2 sono costantemente al di sopra dei 400 ppm, con un incremento medio annuo di 2.46 ppm negli ultimi 5 anni.
Secondo la NOAA, (National Oceanic and Atmospheric Administration) i livelli di anidride carbonica sono oggi più alti del 50% rispetto a prima dell’inizio dell’era industriale, cioè gli ultimi decenni del ‘700, il periodo che viene preso come riferimento base dalla climatologia per la concentrazione di CO2 in atmosfera.
L'aumento globale delle emissioni nel 2023 per tipo di combustibili fossili è del +1,1% per carbone, +1,5% per il petrolio e 0,5% per il gas naturale.
Il livello globale medio del mare dal 1900 è cresciuto di circa 20 cm ed è aumentato da 2.13 mm/anno nel periodo 1993 - 2002 fino a 4.77 mm/anno nel periodo 2014 – 2023; attraverso le misure da satellite, si stima che l’incremento sia di circa 3.3 mm/anno. Lungo le coste europee l’innalzamento è di circa 2-3mm/anno ad eccezione della zona del Baltico, dove è superiore ai 3mm.
Anche la criosfera mostra in modo drammatico gli effetti del riscaldamento globale: a dicembre 2023, l'estensione del ghiaccio marino artico ha raggiunto il decimo valore più basso, il 3% sotto la media, ben al di sopra del valore più basso di dicembre registrato nel 2016 (7% sotto la media). Le concentrazioni di ghiaccio marino erano superiori alla media nel Mare di Groenlandia (una caratteristica persistente da ottobre), mentre nella regione settentrionale del Canada prevalevano concentrazioni inferiori alla media, in coincidenza con condizioni molto più calde della media.
L’estensione del ghiaccio marino antartico è stata la seconda più bassa nel mese di dicembre, inferiore del 15% alla media, dopo aver raggiunto valori record per il periodo dell’anno con ampi margini per sei mesi consecutivi all’inizio dell’anno.
I ghiacciai dell’America nord-occidentale e delle Alpi europee mostrano una estrema riduzione della massa glaciale, in particolare Svizzera i ghiacciai hanno perso circa il 10% di volume negli ultimi due anni.
I cambiamenti climatici osservati dal 1950 a oggi, compresi gli eventi estremi, hanno determinato impatti significativi sui sistemi naturali e antropici, dimostrando, da una parte, la loro elevata suscettibilità al clima che cambia e dall’altra, che le azioni per la riduzione della vulnerabilità adottate, ove possibili, sono largamente insufficienti a proteggere persone, beni e capitale naturale.
Eventi estremi meteo climatici continuano ad avere severi impatti socioeconomici.
Gli eventi estremi rilevati nel 2023 nei continenti abitati, includono alluvioni, alcune di queste associate a cicloni tropicali, ondate di calore estreme e siccità a cui sono associati incendi. Gli incendi delle Hawaii, Canada ed Europa hanno causato perdite di vite, distruzione di case e un inquinamento dell’aria su larga scala.
Alluvioni associate a precipitazioni estreme come quella del ciclone Daniel che ha interessato Grecia, Bulgaria, Turchia e Libia, e ha causato perdite pesanti di vite in Libia.