Rete di monitoraggio delle acque superficiali

La rete di monitoraggio

La rete di monitoraggio regionale dei corsi d’acqua è composta da 335 corpi idrici con 345 stazioni di monitoraggio.

La rete è costituita da:

  • la rete base, stabile nella sua composizione negli anni, i cui corpi idrici sono stati sottoposti a monitoraggio in tutti i sessenni. E’ composta da 203 CI, dei quali 8 sono siti di riferimento;
  • la rete aggiuntiva, composta da 132 corpi idrici, con un monitoraggio di un solo anno nel corso di un sessennio effettuato al fine di convalidare i raggruppamenti di corpi idrici individuati per la classificazione dello stato di qualità;
  • la rete nucleo, individuata all'interno della rete base, che comprende corpi idrici in condizioni molto vicine alla naturalità come i siti di riferimento e i corpi idrici rappresentativi della presenza di diffusa attività antropica.

La rete di monitoraggio regionale dei laghi è composta da 12 corpi idrici, dei quali 9 naturali e 3 invasi artificiali.

La rete di monitoraggio è visualizzabile e consultabile sul   Geoportale di Arpa Piemonte.

Le tipologie di monitoraggio

I corpi idrici possono essere sottoposti a 3 tipologie di monitoraggio: Sorveglianza, Operativo, Indagine per specifici approfondimenti.

Il monitoraggio di sorveglianza si applica a corpi idrici classificati non a rischio o probabilmente a rischio e si propone di raggiungere i seguenti obiettivi: 

  • integrare e convalidare la valutazione d’impatto e delle pressioni;
  • valutare le variazioni a lungo termine dello stato ecologico per cause naturali;
  • valutare le variazioni a lungo termine risultanti da una diffusa attività di origine antropica;
  • tenere sotto osservazione l’evoluzione dello stato ecologico dei siti di riferimento per la definizione di buono stato ecologico;
  • classificare i corpi idrici.

Il monitoraggio riguarda sia lo stato biologico che chimico.

Il monitoraggio di sorveglianza viene effettuato anche su corpi idrici ove è presente un impatto antropico, rispetto al quale è necessario valutare gli effetti a lungo termine.

Rispetto ai siti sensibili a questa problematica, viene definita una rete nucleo, costituita da corpi idrici fissi sottoposti ad un’attenta valutazione delle variazioni naturali e antropogeniche a lungo termine.

Tali variazioni vengono individuate tenendo presenti siti di riferimento o siti in un buono stato ecologico.

Il monitoraggio operativo è realizzato per: 

  • stabilire lo stato dei corpi idrici identificati a rischio di non soddisfare gli obiettivi ambientali della direttiva quadro; 
  • valutare qualsiasi variazione dello stato di tali corpi idrici risultante dai programmi di misure; 
  • classificare i corpi idrici.

I siti di monitoraggio sono rappresentati dai corpi idrici che sono stati classificati a rischio di non raggiungere gli obiettivi ambientali sulla base dell’analisi delle pressioni e degli impatti e/o dei risultati di monitoraggio di sorveglianza e/o da precedenti campagne di monitoraggio.

Il monitoraggio d’indagine è richiesto in casi specifici e più precisamente:

  • quando sono sconosciute le ragioni di eventuali superamenti, ad esempio quando non si ha chiara conoscenza delle cause del mancato raggiungimento del buono stato ecologico e/o chimico, ovvero del peggioramento dello stato delle acque; 
  • quando il monitoraggio di sorveglianza indica per un dato corpo idrico il probabile rischio di non raggiungere gli obiettivi e il monitoraggio operativo non è ancora stato definito, al fine di avere un quadro conoscitivo più dettagliato sulle cause che impediscono il raggiungimento degli obiettivi; 
  • per valutare l'ampiezza e gli impatti dell'inquinamento accidentale.

I risultati di questo tipo di monitoraggio costituiscono la base per l'elaborazione di un programma di misure volte al raggiungimento degli obiettivi ambientali e di interventi specifici atti a rimediare agli effetti dell'inquinamento accidentale.

Il monitoraggio operativo è realizzato per stabilire lo stato dei corpi idrici identificati a rischio di non soddisfare gli obiettivi ambientali della direttiva quadro e per valutare qualsiasi variazione dello stato di tali corpi idrici risultante dai programmi di misure di tutela e salvaguardia, a più breve termine.

I parametri e la classificazione

Non tutti i parametri da monitorare sono raccolti su tutti i siti, si applicano dei criteri di selezione in modo da massimizzare le informazioni utili e a minimizzare lo sforzo di monitoraggio calibrandolo sul diverso tipo di monitoraggio, sul rischio effettivo di riscontrare i contaminati, sulla possibilità tecnica di effettuare i rilievi o sulla significatività del dato.

Su tutti i corpi idrici della rete è applicato un protocollo analitico che comprende i parametri chimico fisici generali, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di corpi idrici individuati in base alla tipologia di monitoraggio, all’analisi delle pressioni e alla valutazione dei dati di monitoraggio precedente (D.lgs. 13 ottobre 2015, n. 172, art. 1, tabelle 1/A e 1/B).

I contaminanti da ricercare sono selezionati sulla base di quanto indicato nelle linee guida tecniche di ISPRA.

Gli Elementi di Qualità Biologica (EQB) previsti dalla normativa sono i macroinvertebrati, le diatomee, le macrofite e la fauna ittica per i fiumi e anche il fitoplancton per i laghi.

La selezione degli EQB da monitorare è definita sulla base dei seguenti criteri:

  • sensibilità dell’EQB alle singole pressioni significative che incidono sui CI in base alle indicazioni della tabella 3.2 del Decreto 260/2010;
  • tipologia di monitoraggio (sorveglianza, operativo);
  • risultati della classificazione del periodo di monitoraggio precedente.

Nel caso di monitoraggio di sorveglianza si rilevano tutti gli EQB, mentre nel monitoraggio operativo vengono monitorati solo quelli ritenuti più sensibili alle effettive pressioni presenti sul corpo idrico in questione.

Sia nel monitoraggio di sorveglianza che in quello operativo le componenti biologiche per le quali i metodi di campionamento risultano inapplicabili e/o i siti risultino inaccessibili sono escluse.

Gli Elementi Idromorfologici concorrono alla classificazione dello Stato Ecologico nel caso in cui tutte le altre componenti risultino in stato elevato.

La caratterizzazione degli elementi di qualità idromorfologica è quindi un elemento di conferma della classificazione di stato ecologico elevato e come elemento a supporto dell’interpretazione dei dati biologici nel caso dei corpi idrici sottoposti al monitoraggio di sorveglianza e dei soli corpi idrici con pressioni idromorfologiche significative se sottoposti a monitoraggio operativo.

La valutazione della qualità ambientale (QA) è fatta sul valore più basso tra quelli attribuiti allo Stato Chimico e allo Stato Ecologico.

Lo Stato Chimico (SC) è definito sulla base di un elenco di sostanze considerate di interesse a scala europea (Direttiva 2013/39/UE, v. allegati) e per le quali sono definiti Standard di Qualità ambientale (SQA).

Lo Stato Chimico viene espresso secondo 2 classi di qualità:

  • Buono
  • Mancato conseguimento dello stato Buono

La classe di Mancato conseguimento dello stato Buono è attribuita quando il valore medio annuo di concentrazione anche solo di una delle sostanze monitorate supera valore medio annuo (SQA_MA) dato dallo specifico SQA o qualora venga superato il valore di concentrazione massima ammissibile (SQA_CMA) sempre dato dagli SQA.

Lo Stato Ecologico (SE) è definito in base al valore più basso attribuito agli elementi di qualità (EQ) monitorati tra quelli previsti:

  • elementi di qualità biologica (macroinvertebrati, diatomee macrofite e fauna ittica);
  • elementi generali fisico-chimici e chimici, a supporto degli elementi biologici;
  • elementi chimici a sostegno (inquinanti specifici);
  • elementi idromorfologici (indice di qualità morfologica – IQM - e indice di alterazione idrologica – IARI -).

Nella definizione dello stato ecologico, quindi, la valutazione degli elementi biologici diventa dominante e le altre tipologie di elementi (fisico-chimici, chimici e idromorfologici) vengono considerati a sostegno per la migliore comprensione e l’inquadramento dello stato delle comunità biologiche all’interno dell’ecosistema in esame.

La classe di Stato Ecologico viene espressa secondo 5 classi di qualità:

  • Elevato
  • Buono
  • Sufficiente
  • Scarso
  • Cattivo
Le condizioni di riferimento

La Direttiva quadro richiede che la classificazione dello stato ecologico di un corpo idrico sia effettuato per confronto effettivo con condizioni di riferimento teoricamente indisturbate.

L’individuazione di queste “condizioni di riferimento” è particolarmente complicato, in estrema sintesi il metodo adottato è stato di definire a priori in via teorica quali fossero queste condizioni per ciascuno dei tipi di corpi idrici presenti e quindi selezionare alcuni ambienti considerati in condizioni di riferimento dai quali ricavare empiricamente i parametri di qualità da utilizzare per la valutazione dei dati.

Informazioni e risorse aggiuntive

Criteri per la selezione di siti di Riferimento fluviali per la Direttiva 2000/60/EC. Autori: Buffagni A., Erba S., Aste F., Mignuoli C., Scanu G., Sollazzo C. e Pagnotta R. http://www.life-inhabit.it/cnr-irsa-activities/en/download/methods-news-irsa/notiziario-speciale-2008

Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque http://data.europa.eu/eli/dir/2000/60/2014-11-20

DECRETO LEGISLATIVO 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale. http://www.normattiva.it/eli/id/2006/04/14/006G0171/CONSOLIDATED/20220511

  Portale acque di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/monitoraggio_qualita_acque_mapseries/monitoraggio_qualita_acque_webapp/