Climate Adapt - La piattaforma europea sul cambiamento climatico

Anno
2024

Climate-ADAPT è una piattaforma dedicata al tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici, nata dal partenariato tra la Commissione europea e l’Agenzia europea dell’ambiente. Questa ha l’obiettivo di supportare l’Europa nell’adattamento, fornendo dati e informazioni attendibili e verificate agli utenti riguardo a molteplici tematiche.

Molteplici le tematiche affrontate: dalle politiche europee ai rapporti sullo stato di adattamento dei diversi stati, dalle conoscenze sul cambiamento climatico (impatti, rischi, vulnerabilità, opzioni di adattamento...) alle buone pratiche.

Per quanto riguarda le informazioni raccolte per l’Italia, sulla pagina della piattaforma dedicata sono riportati: il quadro politico e legale, i settori coinvolti, le azioni avanzate, le valutazioni, gli stakeholders coinvolti e i contatti di riferimento.

Strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici

Anno
2024

Il 24 febbraio 2021 è stata adottata la nuova Strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici da parte della Commissione Europea, che si basa sulla valutazione della precedente Strategia del 2013 e dei risultati della consultazione pubblica che si è svolta nel 2020.

La Strategia sottolinea la necessità di costruire un futuro più resiliente, aumentando l’ambizione in materia di resilienza climatica: se da un lato l’UE continua a promuovere la mitigazione dei cambiamenti climatici con azioni dirette alla riduzione delle emissioni, dall'altro sa bene di dover affrontare le conseguenze ormai ineluttabili del cambiamento in atto.

La Strategia di adattamento dell'UE mira a trasformare in realtà la visione per il 2050 di un'Unione resiliente ai cambiamenti climatici, rendendo l'adattamento:

  • più intelligente, migliorando le conoscenze e la gestione delle incertezze;
  • più sistemico, sviluppando politiche di sostegno a tutti i livelli e in tutti i settori;
  • più rapido, accelerando l'adattamento a livello trasversale.
     

Per accelerare le azioni di adattamento, l'attuazione necessita di risorse commisurate alla sfida. Nel suo bilancio a lungo termine per il periodo 2021-2027, l'UE ha aumentato l'obiettivo di spesa a favore dell'azione per il clima del 30%, con l'adattamento come componente chiave.

La nuova Strategia descrive anche l’intenzione dell’Unione Europea ad intensificare l’azione internazionale, promuovendo approcci subnazionali, nazionali e regionali all'adattamento, con particolare attenzione ai paesi dell'Africa, ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo e ai paesi meno sviluppati.

Fit for 55 - Pronti per il 55%

Anno
2024

La Commissione europea ha adottato il 14 luglio 2021 il pacchetto legislativo Fit for 55 - Pronti per il 55 % per rivedere la legislazione in materia di clima, energia e trasporti e conseguire l'obiettivo dell'UE di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030.

È stato aggiornato quando la Commissione ha proposto una maggiore ambizione su energie rinnovabili ed efficienza energetica nel piano REPowerEU per rispondere all'invasione russa dell'Ucraina e rafforzare la sicurezza energetica dell'Europa. Il pacchetto legislativo definitivo dovrebbe ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra dell'UE del 57% entro il 2030.

Nell’ambito del pacchetto Fit for 55% sono stati adottati:

  1. Riforma del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (EU ETS) (adottata)
  2. Nuovo sistema EU ETS per l'edilizia e i carburanti per il trasporto su strada (adottato)
  3. Fondo sociale per il clima (adottato)
  4. Regolamento sulla condivisione degli sforzi (adottato)
  5. Regolamento sull'uso del suolo, la silvicoltura e l'agricoltura (LULUCF) (adottato)
  6. Norme sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni (adottate)
  7. Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) (adottato)
  8. Direttiva sulle energie rinnovabili (adottata)
  9. Direttiva sull'efficienza energetica (adottata)
  10. Regolamento sull'infrastruttura per i combustibili alternativi (AFIR) (adottato)
  11. Regolamento ReFuelEU Aviation (adottato)
  12. Regolamento FuelEU Maritime (adottato)
  13. Direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia (accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori)
  14. Regolamento UE sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia (accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori)
  15. 15. Norme aggiornate dell'UE per decarbonizzare il mercato del gas e promuovere l'idrogeno (accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori)

Legge europea sul clima

Anno
2024

Per trasformare in legge l'obiettivo fissato nel Green Deal europeo, il 30 giugno 2021 è stato approvato il Regolamento (UE) 2021/1119 che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica al 2050.

La Legge europea sul clima, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 9 luglio 2021 ed entrata in vigore il 29 luglio 2021, ha reso vincolante l’impegno alla neutralità climatica e ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. La legge richiede, inoltre, che venga fissato un obiettivo per il 2040, per il quale la Commissione ha formulato una raccomandazione nel febbraio 2024.

Per contribuire a tale obiettivo tutte le politiche europee e tutti i settori dell'economia e della società dovranno fare la loro parte, tenendo conto dell'importanza di promuovere l'equità e la solidarietà tra gli Stati membri.

La legge sul clima prevede misure per verificare i progressi compiuti e adeguare gli interventi di conseguenza. I progressi saranno verificati ogni cinque anni, in linea con il bilancio globale previsto dall'accordo di Parigi. La Commissione formulerà raccomandazioni agli Stati membri che attueranno interventi non compatibili.

La prima di queste valutazioni è avvenuta nel 2023: i risultati sono stati pubblicati come parte del Rapporto sui progressi dell’azione per il clima 2023 e in un separato documento di lavoro dei servizi sui progressi nazionali nell'attuazione dell'adattamento.

Sebbene le emissioni di gas serra continuino a diminuire anche grazie all’attuazione continua della strategia di adattamento dell’UE, la valutazione della Commissione è che gli attuali progressi sembrano essere insufficienti. Gli Stati membri devono intraprendere molte più azioni per adattarsi ai cambiamenti climatici, ad esempio in materia di governance, finanziamenti, valutazioni del rischio, soluzioni basate sulla natura, nonché monitoraggio, rendicontazione e valutazione, per ridurre la loro vulnerabilità sociale ed economica all’intensificarsi dei rischi legati al clima. 

Sulla base della valutazione, nel dicembre 2023 ai paesi come l’Italia che hanno presentato il PNEC, la Commissione ha formulato raccomandazioni relative alla coerenza delle misure proposte con l’obiettivo di neutralità climatica dell’UE.

Inoltre, nel febbraio del 2024, la Commissione ha raccomandato un ulteriore obiettivo intermedio del 90% di emissioni in meno entro il 2040.

Green Deal Europeo

Anno
2024

Al fine di raggiungere la neutralità climatica entro metà secolo, la Commissione europea ha dato vita al Green Deal europeo, un pacchetto di misure che spaziano dalla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, dagli investimenti nella ricerca all'innovazione di punta fino agli interventi per preservare l'ambiente naturale dell'Europa.

Tra i primi elementi chiave del Green Deal, la Legge sul clima dell’UE, il Patto europeo per il clima e la nuova Strategia dell'UE sull'adattamento ai cambiamenti climatici.

Per sostenere le regioni più colpite dall’impatto socioeconomico causato dalla transizione pulita, sempre nell’ambito del Green Deal, la Commissione ha presentato il Just Transition Fund (JTF) con una dotazione totale di 19,7 miliardi di euro allo scopo di indirizzare gli investimenti in quei territorio che saranno maggiormente colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica, diversificando le attività economiche verso industrie più pulite e riqualificando i lavoratori per nuove fonti di occupazione.

Allo stesso modo, la Commissione ha proposto un Fondo sociale per il clima (SCF), che fornirà finanziamenti dedicati, anche attraverso il nostro meccanismo di tariffazione del carbonio, per sostenere i gruppi vulnerabili come le famiglie in povertà energetica o nei trasporti.

Nel febbraio 2023 la Commissione UE ha anche adottato il Piano industriale del Green Deal con l’obiettivo di creare le condizioni per l’incremento della capacità produttiva per le tecnologie e i prodotti a impatto zero necessari per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Europa.

Due elementi chiave del Piano sono il Critical Raw Materials Act (CRMA) e il Net-Zero Industry Act (NZIA), presentati nel marzo 2023.

Azioni europee per il clima

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Le azioni europee su Clima e Cambiamento climatico concorrono al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nell'Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.

Molteplici sono le azioni avanzate dall’Unione Europea in tema di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico: l’UE punta a fare dell’Europa il primo continente resiliente e a impatto zero sul clima entro il 2050, attraverso l’adozione di misure per adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

L’ultimo rapporto di sintesi pubblicato dall’IPCC sottolinea l'urgenza di intraprendere azioni più ambiziose per ridurre drasticamente le emissioni, almeno del 7% circa all'anno, per contenere l'aumento della temperatura globale entro 1,5°C - massimo 2°C. e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti.

A marzo 2023 risale, infatti, il Sesto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici (AR6) con il rapporto di Sintesi (Synthesis Report – SYR) che integra i risultati dei tre gruppi di lavoro – Le basi fisico-scientifiche (2021), Impatti, adattamento e vulnerabilità (2022), Mitigazione dei cambiamenti climatici (2022) – e dei tre rapporti speciali – Riscaldamento Globale di 1.5 (2018), Climate Change and Land (2019), Oceano e Criosfera in un clima che cambia (2019).

Per ulteriori informazioni visita la pagina dell'IPCC Focalpoint for Italy.

Anno
2024

PSR e CSR - Adattamento e mitigazione per il cambiamento climatico

Le principali misure del PSR 2014-2022 della Regione Piemonte volte a promuovere l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima (priorità 5 dello sviluppo rurale) sono descritte nell’ambito delle Risposte relative alle componenti Territorio (tipi di operazione 8.1.1 – Imboschimenti di terreni agricoli e non agricoli e 10.1.4 – Sistemi colturali ecocompatibili) e Aria (tipi di operazione 4.1.3 – Riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera e 10.1.5 – Tecniche per la riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera). La dotazione finanziaria nel PSR per tali tipi di interventi ammonta a circa 100 milioni di euro.

Esiste inoltre nel PSR una serie di misure destinate alla gestione dei rischi nel settore agricolo ma anch’esse riconducibili alla prevenzione e all’adattamento agli effetti del cambiamento climatico: si tratta delle sotto-misure 5.1 "Sostegno a investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici" e 5.2 "Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali", avversità atmosferiche ed eventi catastrofici. In effetti, questi interventi, che sono declinati sia nella prevenzione e il ripristino dei danni di tipo biotico - flavescenza dorata della vite, sharka delle drupacee, batteriosi dell'actinidia e danni da organismi nocivi di nuova introduzione notificati ai sensi della direttiva 2000/29/CE - sia nella prevenzione dei danni di tipo abiotico - grandine, tempesta, pioggia forte - sono volti a fronteggiare eventi la cui intensità, frequenza e durata sono collegate in una certa misura al cambiamento climatico. Le risorse stanziate nel PSR per tali tipi di interventi ammontano a circa 38 milioni di euro.

Anche nella nuova programmazione CSR 2023-2027 vi sono interventi che sostengono azioni finalizzare all’adattamento e alla mitigazione del cambiamento climatico. Nello specifico, nel 2023 sono stati aperti due bandi inerenti l’intervento SRD06 - Investimenti per la prevenzione ed il ripristino del potenziale produttivo agricolo per 3 milioni di euro complessivi. Il crescente rischio climatico e meteorologico e l’insorgenza di problemi sanitari come fitopatie e epizoozie mettono a repentaglio le produzioni agricole e zootecniche per le quali si rende necessario disporre di misure di prevenzione o mitigazione dei conseguenti danni. Ultimamente, a causa dei mutamenti climatici e del presentarsi di fenomeni atmosferici di maggiore entità e frequenza, l’agricoltura è soggetta a crisi e rischi dovuti a fattori ambientali sui quali gli agricoltori non possono esercitare nessun genere di controllo. L’intervento è volto ad incentivare sistemi di prevenzione attivi, che consentano l’ottenimento di adeguati livelli produttivi, con particolare riferimento alle produzioni maggiormente esposte a danni biotici e ad avversità climatiche. Le risorse finanziare stanziate nell’ambito del CSR per tale tipo di intervento ammontano a circa 12 milioni di euro.

Anno
2024
Paragrafi

Le principali misure del PSR 2014-2022 della Regione Piemonte volte a promuovere l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima (priorità 5 dello sviluppo rurale) sono descritte nell’ambito delle Risposte relative alle componenti Territorio (tipi di operazione 8.1.1 – Imboschimenti di terreni agricoli e non agricoli e 10.1.4 – Sistemi colturali ecocompatibili) e Aria (tipi di operazione 4.1.3 – Riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera e 10.1.5 – Tecniche per la riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera). La dotazione finanziaria nel PSR per tali tipi di interventi ammonta a circa 100 milioni di euro.

Esiste inoltre nel PSR una serie di misure destinate alla gestione dei rischi nel settore agricolo ma anch’esse riconducibili alla prevenzione e all’adattamento agli effetti del cambiamento climatico: si tratta delle sotto-misure 5.1 "Sostegno a investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici" e 5.2 "Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali", avversità atmosferiche ed eventi catastrofici. In effetti, questi interventi, che sono declinati sia nella prevenzione e il ripristino dei danni di tipo biotico - flavescenza dorata della vite, sharka delle drupacee, batteriosi dell'actinidia e danni da organismi nocivi di nuova introduzione notificati ai sensi della direttiva 2000/29/CE - sia nella prevenzione dei danni di tipo abiotico - grandine, tempesta, pioggia forte - sono volti a fronteggiare eventi la cui intensità, frequenza e durata sono collegate in una certa misura al cambiamento climatico. Le risorse stanziate nel PSR per tali tipi di interventi ammontano a circa 38 milioni di euro.

Anche nella nuova programmazione CSR 2023-2027 vi sono interventi che sostengono azioni finalizzare all’adattamento e alla mitigazione del cambiamento climatico. Nello specifico, nel 2023 sono stati aperti due bandi inerenti l’intervento SRD06 - Investimenti per la prevenzione ed il ripristino del potenziale produttivo agricolo per 3 milioni di euro complessivi. Il crescente rischio climatico e meteorologico e l’insorgenza di problemi sanitari come fitopatie e epizoozie mettono a repentaglio le produzioni agricole e zootecniche per le quali si rende necessario disporre di misure di prevenzione o mitigazione dei conseguenti danni. Ultimamente, a causa dei mutamenti climatici e del presentarsi di fenomeni atmosferici di maggiore entità e frequenza, l’agricoltura è soggetta a crisi e rischi dovuti a fattori ambientali sui quali gli agricoltori non possono esercitare nessun genere di controllo. L’intervento è volto ad incentivare sistemi di prevenzione attivi, che consentano l’ottenimento di adeguati livelli produttivi, con particolare riferimento alle produzioni maggiormente esposte a danni biotici e ad avversità climatiche. Le risorse finanziare stanziate nell’ambito del CSR per tale tipo di intervento ammontano a circa 12 milioni di euro.

Anno
2024

Impianti fotovoltaici ed agrivoltaici in aree agricole

Anno
2024

Il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC), è lo strumento con cui gli Stati Membri dell’Unione Europea identificano politiche e misure di attuazione nazionale degli impegni europei di riduzione delle emissioni e per il raggiungimento degli obiettivi energia e clima con orizzonte al 2030.

I dati presentati nell’ambito del documento, indicano chiaramente una crescita sostenuta del comparto delle rinnovabili, in special modo di Eolico e Fotovoltaico.
Se comparato con gli ultimi anni, il tasso di crescita previsto dovrebbe raggiungere livelli mai visti fino ad ora, con l’obiettivo di incrementare, assumendo come anno di riferimento il 2022 (da ultima bozza del Decreto Aree Idonee), la potenza di rinnovabili istallate di circa 80 GW: considerando che il totale di rinnovabili istallato nel 2022 è stato di circa 3 GW, la sfida posta da tale obiettivo è evidente. 

Come se già l’istallazione di 80GW di rinnovabili non fosse un traguardo molto ambizioso, va aggiunto che anche le strategie d’istallazione influiranno in modo drammatico sulla possibilità che tale potenza aggiuntiva incida sulle emissioni di gas climalteranti. Infatti, l’inclusione sempre maggiore di impianti eolici e fotovoltaici porterà ad un’inevitabile differenza del valore dell’energia da essi derivante, non solo in base alla sua quantità, ma anche in base al momento in cui l’energia verrà prodotta, sia nell’arco della giornata che  nel corso dell’intero l’anno.

Considerando che sia per il costo, sia per la disponibilità di siti idonei all’istallazione, l’implementazione degli impianti eolici si prevede molto limitata, per cui la maggior parte di potenza rinnovabile aggiuntiva deriverà da impianti fotovoltaici portando la curva di distribuzione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili ad assumere sempre più la forma di quella riportata nella figura sottostante (rif. ad un impianto da 3 kWh).

In base alla potenza fotovoltaica istallata, si avrà dunque in estate un surplus di energia immessa in rete, durante specifiche ore, a fronte di un deficit di produzione in inverno.

Questo porterà ad un abbassamento del valore dell’energia durante l’estate, nelle ore di picco di produzione fotovoltaica, od addirittura ad un surplus che dovrà subire dei tagli (curtailment) per evitare sovraccarichi della rete: come conseguenza, si prevede un decremento ingente della produzione fotovoltaica potenziale e la conseguente perdita di efficienza, aumento di CO2/equivalente per kWh prodotto ed infine perdita di valore dell’investimento fatto per la costruzione dell’impianto.

Per evitare gli effetti appena descritti, data la tecnologia attuale e prossima futura, si potrebbe decidere di istallare meno potenza fotovoltaica, il che porterebbe però ad un deficit di energia durante i mesi invernali, da colmare grazie alla produzione derivante da impianti programmabili, idroelettrici, termoelettrici e, in via ipotetica, nucleari. Tra le forme elencate, la potenza idroelettrica potrà essere aumentata solo in maniera contenuta (per problemi ecologici e di siti disponibili), mentre gli impianti nucleari non possono essere al momento istallati sul territorio nazionale: quindi il tutto si tradurrebbe nell’impossibilità di dismettere gli impianti termoelettrici, con il conseguente mantenimento di buona parte della produzione di CO2 per fini energetici ed il problema aggiuntivo di dover prevedere un incremento degli incentivi rivolti a questa tipologia di impianto, dal momento che, non producendo tutto l’anno al massimo delle loro potenzialità, vedrebbero incrementato il costo al MWh dell’energia prodotta.

Anche la possibilità di istallare accumuli elettrochimici e/o impianti di ripompaggio è molto limitata, dati anche i costi ed i tempi di realizzazione, per cui tale soluzione viene indicata da Terna e da diversi studi di settore come utile soltanto a stabilizzare la rete elettrica, non per redistribuire l’energia prodotta durante l’arco della giornata o addirittura durante l’arco dell’anno.
Esempi di Stati dove sono state istallate ingenti quantità di fotovoltaico ed eolico (Germania e California) indicano che vi sono stati benefici molto limitati dal punto di vista ambientale e nulli, o negativi, relativamente al costo dell’energia all’utente finale.
In California si è registrato in 15 anni un incremento dei prezzi dell’energia all’utente finale del 98%, rispetto al 30% degli altri stati USA ed inoltre non vi sono stati grossi guadagni dal punto di vista ambientale, visto che nonostante gli ingenti investimenti la California ancora produce il 42% dell’elettricità dal gas naturale ed importa il 20% circa del suo fabbisogno elettrico.
In Germania, dopo oltre 500 miliardi di euro investiti per il piano Nazionale rinnovabili (Energiwende), la bolletta tedesca ancora è la seconda più cara d’Europa e le emissioni di CO2 sono tra le peggiori in Europa, in quanto si continua ancora a bruciare molto carbone per la produzione elettrica ed il Governo tedesco ha in programma di abbattere parte delle emissioni con l’istallazione di 25 GW di impianti a Gas ed il mantenimento in opera delle  centrali termoelettriche in genere.

Considerati i problemi relativi all’istallazione massiccia di impianti fotovoltaici, è logica conseguenza dover bilanciare bene la necessità di incrementare la produzione energetica da tale fonte, con quella di non arrecare eccessivo danno all’ambiente ed all’agricoltura: il consumo di suolo che deriva inevitabilmente dagli impianti utility scale fotovoltaici, ed il conseguente considerevole impatto sui terreni agricoli e su altre matrici ambientali sono nettamente evidenziati dal report ISPRA sul consumo di suolo.

A risolvere parzialmente il problema per i suoli agricoli ha ripreso vigore di recente una tecnologia già sperimentata decenni fa, con la proposta di soluzioni integrate: l’Agrivoltaico.

Si tratta semplicemente di una struttura fotovoltaica, composta da pannelli del tutto simili a quelli di un impianto fotovoltaico standard, che permette l’integrazione della produzione elettrica a quella della produzione agricola sottostante. 
Ovviamente tale soluzione prevede per unità di superficie una perdita parziale di entrambe le produzioni: ad oggi i valori medi di riferimento sono di una perdita del 30% della produzione agricola e del 20% della produzione elettrica.
Va considerato che mantenendo il 70% della produzione, occupare il 20% del suolo in più rispetto ad un impianto fotovoltaico standard risulta comunque più vantaggioso per l’agricoltura che occupare meno superficie ma eliminando del tutto la produzione agricola al di sotto di essa.

La Regione ha deciso quindi di muoversi in tal senso, indicando per le aree agricole di maggior pregio come “best practice” l’istallazione di impianti agrivoltaici e lasciando libertà di istallare impianti fotovoltaici standard nelle aree considerate meno strategiche per la produzione agricola regionale.


Gli atti di riferimento, emanati nel 2023, ed i dettagli sulle linee di indirizzo adottate sono reperibili alla pagina https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/agroambiente-meteo-suoli/indicazioni-sullinstallazione-impianti-fotovoltaici-aree-agricole

 

PSR e CSR - Preservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi connessi all'agricoltura

Il Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte, nell’ambito delle azioni volte a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura, prevede il sostegno all’adesione ai metodi dell’agricoltura biologica da parte delle aziende agricole. Il sostegno, recato dalla misura 11 (“Agricoltura biologica”), può riguardare sia la conversione agli impegni dell’agricoltura biologica (sotto-misura 11.1) che il mantenimento degli impegni (sotto-misura 11.2).

L’entità economica del sostegno è stabilita in modo da coprire i maggiori costi sostenuti dalle aziende per l'applicazione dei metodi dell’agricoltura biologica sanciti dal regolamento UE 2018/848 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e dal regolamento (UE) 2017/625 relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari. Gli impegni devono essere assunti sull’intera SAU aziendale, con la possibile eccezione di corpi aziendali separati da cui si ricavano produzioni distinguibili (per tipo di coltura) rispetto alle altre e aventi magazzino distinto dei fattori produttivi (concimi, fitofarmaci, ecc.).

Il sostegno consiste in premi annui per ettaro di superficie agricola modulati in funzione del tipo di produzione vegetale, atti a compensare i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti o mantenuti rispetto alle pratiche ordinarie e agli obblighi di “baseline” (cioè derivanti dalla normativa ambientale dell’Unione europea) e a quelli derivanti dal “greening” della politica agricola comune. Viene erogato, ove richiesto, il pagamento relativo alla superficie delle colture coltivate con metodo biologico che sono destinate all’alimentazione del bestiame allevato con metodo biologico.

Il PSR della Regione Piemonte 2014-2022 prevede uno stanziamento di 72 milioni di euro a favore della misura di sostegno all’agricoltura biologica, di cui 31 milioni per la conversione e 41 per il mantenimento, con l’obiettivo di sostenere il metodo di produzione biologica su 34.600 mila ettari di superficie agricola.

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Impegni agro-ambientali per l'Operazione 11, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Oltre al sostegno dell’agricoltura biologica, il PSR prevede altri tipi di operazioni volti a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura. I principali sono i seguenti:

  • 4.4.1 - Elementi naturaliformi dell’agroecosistema, consistente nel sostegno alla realizzazione di formazioni arbustive e/o arboree, aree umide, strutture per la fauna selvatica e strutture per la fruizione ecocompatibile di aree di pregio ambientale o paesaggistico (dotazione finanziaria di quasi 2,8 milioni di euro). Il PSR prevede inoltre un tipo di operazione associato (10.1.7 - Gestione di elementi naturaliformi dell'agroecosistema), che sostiene la manutenzione di formazioni vegetali e aree umide, la realizzazione di colture a perdere per l'alimentazione della fauna selvatica e di fasce inerbite ai margini delle coltivazioni (dotazione di 2 milioni di euro);
     
  • 10.1.2 - Interventi a favore della biodiversità nelle risaie, consistente nel sostegno alla creazione di condizioni più favorevoli alla biodiversità rispetto alla pratica ordinaria, ottenibili mediante il mantenimento di una riserva d'acqua anche durante le asciutte e l'inerbimento di un argine di risaia (dotazione di 16,66 milioni di euro);
     
  • 10.1.8 - Allevamento di razze autoctone minacciate di abbandono, che compensa mediante un premio annuo i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti dagli allevatori per 5 anni, per tutti gli animali appartenenti alle razze autoctone minacciate di abbandono; la compensazione è mediamente del 49% rispetto ai maggiori costi e ai minori ricavi rispetto alle razze ordinariamente allevate nel territorio regionale (dotazione di 38,6 milioni di euro).

    Le razze ammissibili al sostegno sono:

    - bovini: Pezzata Rossa d’Oropa, Varzese o Tortonese, Valdostana Pezzata Nera, Barà-Pustertaler, Bruna linea carne;
    - ovini: Sambucana, Garessina, Frabosana, Saltasassi, Tacola, Delle Langhe, Savoiarda
    - caprini: Sempione, Vallesana, Roccaverano, Grigia delle Valli di Lanzo.

Analogamente al PSR, anche la nuova programmazione CSR 2023-2027 sostiene, attraverso diversi interventi agro-climatico-ambientali, azioni finalizzate a preservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi connessi all'agricoltura.

Nel corso del 2023 sono stati attivati i seguenti interventi:

  • SRA14 – Allevatori custodi agro-biodiversità: Sostegno ad Unità di Bestiame Adulto (UBA) a favore di beneficiari che si impegnano nella conservazione delle risorse genetiche di interesse locale soggette a rischio di estinzione genetica, meno produttive rispetto ad altre razze e destinate ad essere abbandonate se non viene garantito un adeguato livello di reddito e il mantenimento di un modello di agricoltura sostenibile. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 15 milioni di euro.
     
  • SRA18 – Impegni per l’apicoltura: Pagamento annuale a favore di beneficiari che praticano l'attività apistica in aree particolarmente importanti dal punto di vista ambientale e naturalistico L’intervento, mira sia a contrastare il declino degli impollinatori, sia a supportare pratiche di apicoltura volte alla tutela della biodiversità. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 8 milioni di euro.
     
  • SRA29 – Produzione biologica: Pagamento annuale per ettaro a favore degli agricoltori che si impegnano, per 5 anni, a convertire la produzione in produzione biologica e a mantenerla dopo la conversione oppure solo a mantenere la produzione biologica se già adottata prima dell'adesione all'intervento. L’agricoltura biologica contribuisce pertanto a ridurre il rischio di inquinamento e degrado delle matrici ambientali connesso all’uso dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti e a promuovere la salvaguardia della risorsa acqua, la tutela della risorsa suolo, la salvaguardia e la valorizzazione della biodiversità, del paesaggio agrario e il miglioramento della qualità dell’aria. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 53 milioni di euro.

Di seguito si riporta la sintesi del numero di beneficiari e degli ettari interessati per ognuno degli interventi sopra descritti che hanno visto l’apertura di bandi nel 2023, primo anno di attuazione del CSR 2023-2027:

Anno
2024
Paragrafi

Il Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte, nell’ambito delle azioni volte a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura, prevede il sostegno all’adesione ai metodi dell’agricoltura biologica da parte delle aziende agricole. Il sostegno, recato dalla misura 11 (“Agricoltura biologica”), può riguardare sia la conversione agli impegni dell’agricoltura biologica (sotto-misura 11.1) che il mantenimento degli impegni (sotto-misura 11.2).

L’entità economica del sostegno è stabilita in modo da coprire i maggiori costi sostenuti dalle aziende per l'applicazione dei metodi dell’agricoltura biologica sanciti dal regolamento UE 2018/848 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e dal regolamento (UE) 2017/625 relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari. Gli impegni devono essere assunti sull’intera SAU aziendale, con la possibile eccezione di corpi aziendali separati da cui si ricavano produzioni distinguibili (per tipo di coltura) rispetto alle altre e aventi magazzino distinto dei fattori produttivi (concimi, fitofarmaci, ecc.).

Il sostegno consiste in premi annui per ettaro di superficie agricola modulati in funzione del tipo di produzione vegetale, atti a compensare i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti o mantenuti rispetto alle pratiche ordinarie e agli obblighi di “baseline” (cioè derivanti dalla normativa ambientale dell’Unione europea) e a quelli derivanti dal “greening” della politica agricola comune. Viene erogato, ove richiesto, il pagamento relativo alla superficie delle colture coltivate con metodo biologico che sono destinate all’alimentazione del bestiame allevato con metodo biologico.

Il PSR della Regione Piemonte 2014-2022 prevede uno stanziamento di 72 milioni di euro a favore della misura di sostegno all’agricoltura biologica, di cui 31 milioni per la conversione e 41 per il mantenimento, con l’obiettivo di sostenere il metodo di produzione biologica su 34.600 mila ettari di superficie agricola.

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Impegni agro-ambientali per l'Operazione 11, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Oltre al sostegno dell’agricoltura biologica, il PSR prevede altri tipi di operazioni volti a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura. I principali sono i seguenti:

  • 4.4.1 - Elementi naturaliformi dell’agroecosistema, consistente nel sostegno alla realizzazione di formazioni arbustive e/o arboree, aree umide, strutture per la fauna selvatica e strutture per la fruizione ecocompatibile di aree di pregio ambientale o paesaggistico (dotazione finanziaria di quasi 2,8 milioni di euro). Il PSR prevede inoltre un tipo di operazione associato (10.1.7 - Gestione di elementi naturaliformi dell'agroecosistema), che sostiene la manutenzione di formazioni vegetali e aree umide, la realizzazione di colture a perdere per l'alimentazione della fauna selvatica e di fasce inerbite ai margini delle coltivazioni (dotazione di 2 milioni di euro);
     
  • 10.1.2 - Interventi a favore della biodiversità nelle risaie, consistente nel sostegno alla creazione di condizioni più favorevoli alla biodiversità rispetto alla pratica ordinaria, ottenibili mediante il mantenimento di una riserva d'acqua anche durante le asciutte e l'inerbimento di un argine di risaia (dotazione di 16,66 milioni di euro);
     
  • 10.1.8 - Allevamento di razze autoctone minacciate di abbandono, che compensa mediante un premio annuo i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti dagli allevatori per 5 anni, per tutti gli animali appartenenti alle razze autoctone minacciate di abbandono; la compensazione è mediamente del 49% rispetto ai maggiori costi e ai minori ricavi rispetto alle razze ordinariamente allevate nel territorio regionale (dotazione di 38,6 milioni di euro).

    Le razze ammissibili al sostegno sono:

    - bovini: Pezzata Rossa d’Oropa, Varzese o Tortonese, Valdostana Pezzata Nera, Barà-Pustertaler, Bruna linea carne;
    - ovini: Sambucana, Garessina, Frabosana, Saltasassi, Tacola, Delle Langhe, Savoiarda
    - caprini: Sempione, Vallesana, Roccaverano, Grigia delle Valli di Lanzo.

Analogamente al PSR, anche la nuova programmazione CSR 2023-2027 sostiene, attraverso diversi interventi agro-climatico-ambientali, azioni finalizzate a preservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi connessi all'agricoltura.

Nel corso del 2023 sono stati attivati i seguenti interventi:

  • SRA14 – Allevatori custodi agro-biodiversità: Sostegno ad Unità di Bestiame Adulto (UBA) a favore di beneficiari che si impegnano nella conservazione delle risorse genetiche di interesse locale soggette a rischio di estinzione genetica, meno produttive rispetto ad altre razze e destinate ad essere abbandonate se non viene garantito un adeguato livello di reddito e il mantenimento di un modello di agricoltura sostenibile. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 15 milioni di euro.
     
  • SRA18 – Impegni per l’apicoltura: Pagamento annuale a favore di beneficiari che praticano l'attività apistica in aree particolarmente importanti dal punto di vista ambientale e naturalistico L’intervento, mira sia a contrastare il declino degli impollinatori, sia a supportare pratiche di apicoltura volte alla tutela della biodiversità. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 8 milioni di euro.
     
  • SRA29 – Produzione biologica: Pagamento annuale per ettaro a favore degli agricoltori che si impegnano, per 5 anni, a convertire la produzione in produzione biologica e a mantenerla dopo la conversione oppure solo a mantenere la produzione biologica se già adottata prima dell'adesione all'intervento. L’agricoltura biologica contribuisce pertanto a ridurre il rischio di inquinamento e degrado delle matrici ambientali connesso all’uso dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti e a promuovere la salvaguardia della risorsa acqua, la tutela della risorsa suolo, la salvaguardia e la valorizzazione della biodiversità, del paesaggio agrario e il miglioramento della qualità dell’aria. La dotazione finanziaria complessiva è di circa 53 milioni di euro.

Di seguito si riporta la sintesi del numero di beneficiari e degli ettari interessati per ognuno degli interventi sopra descritti che hanno visto l’apertura di bandi nel 2023, primo anno di attuazione del CSR 2023-2027:

Anno
2024

Progetto GERM.ONTE - Conservazione e la valorizzazione della biodiversità di interesse agroalimentaree

Anno
2024

Gli attuali modelli della filiera agroalimentare, ormai rivolta quasi in esclusiva alla produzione delle varietà più appetibili per le catene della grande distribuzione, tendono a ridurre la variabilità genetica del patrimonio rappresentato dalle varietà vegetali e dalle razze animali locali. Quando queste non offrono le caratteristiche quali-quantitative richieste dal mercato, sono oggetto di un progressivo abbandono, fino alla potenziale scomparsa.

L’impoverimento dell’agro-biodiversità che ne consegue assume risvolti significativi in diversi ambiti:

  • rispetto alla produzione agricola, antiche cultivar e razze animali locali rappresentano un patrimonio genetico al quale attingere per la creazione di nuove varietà, portatrici sia di caratteristiche organolettiche peculiari, valorizzate da una selezione ultradecennale, sia di quella resistenza ai patogeni e di quella capacità di adattamento a condizioni climatiche ed ambientali tipiche di specifici contesti territoriali che molti prodotti selezionati per la grande distribuzione non posseggono;
     
  • rispetto all’ambiente, soprattutto nella produzione frutticola e viticola, si registra un legame particolarmente stretto tra le antiche varietà ed i paesaggi rurali tradizionali, spesso caratteristici di zone marginali rispetto a quelle a maggior vocazione produttiva, ma connotate da una maggiore variabilità ambientale e da minori input da fertilizzanti ed agrofarmaci, cosa che consente di contenere il rischio di impatti sugli agroecosistemi e sulla salute pubblica.  

A tali considerazioni sono sicuramente legati fattori quali la crescente richiesta di prodotti “a km zero” ed il rinnovato interesse per le cultivar locali e le aziende agricole tradizionali, che testimoniano una maggior consapevolezza da parte dei consumatori e costituiscono sicuramente un nuovo impulso per progetti e politiche volte alla conservazione dell’agrobiodiversità locale.

In questa direzione si muove da oltre 20 anni la Regione Piemonte: tramite le misure del PSR volte a favorire la salvaguardia degli agroecosistemi marginali e la conservazione delle varietà e delle razze in estinzione, l’allestimento di campi collezione in collaborazione con enti ed istituzioni tecnico-scientifiche particolarmente qualificate in materia di biodiversità e la promozione di fiere di settore.
Un risultato tangibile del lavoro svolto sino ad oggi è rappresentato dall’iscrizione di numerose varietà locali del Piemonte, appartenenti a specie agrarie ed ortive, nell’apposita sezione del Registro Nazionale dedicata alla varietà da conservazione.
Un altro esempio è costituito da centinaia di varietà locali piemontesi che risultano iscritte nel registro nazionale delle varietà delle piante da frutto.

Dal 2018, un nuovo impulso alla conservazione ed alla valorizzazione dell’agrobiodiversità locale è scaturito nell’ambito del Programma regionale di ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola, con l’avvio di un progetto a regia regionale, approvato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali già nel 2017, denominato GERM.ONTE (GERMoplasma e agrobiodiversità del PiemONTE). 

Ogni anno il Ministero mette a disposizione, alle Regioni che intendono presentare una progettualità in tema di agrobiodiversità, il fondo istituito dall'art. 10 della L. 194/2015: la Regione Piemonte, in particolare, propone al Ministero una versione annuale della programmazione prevista dal progetto GERM.ONTE, che nel 2023 ha visto l’apertura della quinta edizione.

A partire dal 2020, nell’ambito del progetto GERM.ONTE si è provveduto alla creazione di un parternariato di soggetti di lunga e comprovata esperienza nell’identificazione, recupero  e conservazione delle varietà vegetali. 

Le diverse edizioni del progetto hanno portato in un primo tempo alla individuazione di varietà locali e a rischio di erosione genetica di specie vegetali, alla loro iscrizione all’Anagrafe nazionale della biodiversità e, nel contempo, all’identificazione di "agricoltori custodi", che ancora coltivano tali risorse genetiche.

In una fase successiva sono stati realizzati campi catalogo a parcelle e orti didattici finalizzati ad azioni di divulgazione, quali gli incontri tecnico-pratici volti alla diffusione delle conoscenze sulle risorse genetiche in esame, con particolare riferimento alle caratteristiche fenotipiche, alle pratiche agronomiche adottate, alle strategie di selezione ed alle tecniche di moltiplicazione e conservazione delle sementi.

Sono state sviluppate anche attività di divulgazione rivolte alle scuole superiori, nonché ai consumatori ed in generale ai soggetti interessati alla coltivazione, trasformazione ed utilizzo delle risorse genetiche oggetto del progetto GERM.ONTE, che a partire dalla quarta edizione che è stata attivata tra agosto 2022 e maggio 2023, ha sviluppato come nuovo filone le attività di studio preliminari all'istituzione di itinerari dell’agrobiodiversità del Piemonte, coinvolgendo l'Università di Scienze gastronomiche, in qualità di capofila, l’Università degli Studi di Torino con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Ambientali (DISAFA), il Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP) e la Scuola Malva Arnaldi di Bibiana.
L’individuazione degli itinerari della biodiversità di interesse agricolo e alimentare del Piemonte ha visto il coinvolgimento degli agricoltori custodi che coltivano in situ una o più varietà conservate ex situ dai centri di conservazione del germoplasma, ed altre cultivar di interesse locale.

I centri della biodiversità per la conservazione del germoplasma, fulcro degli itinerari dell’agrobiodiversità, sono:

  • Banca del germoplasma presso il DISAFA - Grugliasco (TO);
  • Centro di frutticoltura Tetti Grondana presso Chieri (TO);
  • Collezione di cereali vernini presso la Casa della Biodiversità a Pollenzo (CN);
  • Collezione di viti presso Grinzane Cavour (CN);
  • Collezione di pomacee presso la Scuola Malva Arnaldi - Bibiana (TO);
  • Centro regionale di Castanicoltura gestito dal DISAFA presso Chiusa Pesio (CN).

Gli ultimi 3 Centri citati e le rispettive collezioni sono stati oggetto di apposite visite-studio in occasione del convegno tenutosi a Pollenzo (CN) per l’edizione del 10 giugno 2023 della Giornata della biodiversità di interesse agricolo ed alimentare, che viene organizzata annualmente nell’ambito delle attività di animazione previste dal progetto GERM.ONTE.

Gli agricoltori custodi sono entrati ufficialmente nel partenariato del progetto GERM.ONTE, a fianco dell’Università degli Studi di Scienze gastronomiche, dell’Università degli Studi di Torino (DISAFA) e della Scuola Malva Arnaldi a partire dalla quinta edizione, che ha preso l’avvio nel corso del 2023 con il titolo “Valorizzazione dell'agrobiodiversità attraverso la divulgazione”.

Il progetto, presentato sull'avviso pubblico bandito dal Ministero dell'Agricoltura e della sovranità alimentare, definisce ed organizza le attività connesse con gli itinerari della biodiversità del Piemonte delineati nell’edizione precedente:

  • visite ai centri di conservazione/banche del germoplasma ed alle aziende degli agricoltori custodi, dove vengono coltivate in situ le varietà vegetali oggetto di conservazione;
  • realizzazione/implementazione del sito web sull'agrobiodiversità in Piemonte, con particolare riferimento alle caratteristiche fenologiche ed ai metodi di coltivazione di tutte le risorse genetiche  presentate nell’ambito degli itinerari dell'agrobiodiversità;
  • realizzazione di un video su alcuni centri di conservazione coinvolti negli itinerari;
  • animazione dell’annuale Giornata nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, attraverso l’organizzazione, per il 31 maggio 2024, di un convegno in cui sono stati illustrati i risultati del progetto ed è stato possibile degustare prodotti tipici realizzati con le risorse genetiche oggetto di conservazione e valorizzazione;
  • realizzazione di un ciclo di lezioni verrà proposto anche alle scuole superiori, in modo da sensibilizzare le nuove generazioni sulla tematica della tutela della agrobiodiversità. 

La Regione Piemonte, inoltre, ha presentato nel 2023 sul bando annuale del Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare un nuovo progetto denominato "GERM.ONTE 6 - Valorizzazione della biodiversità zootecnica del Piemonte attraverso la divulgazione". Il progetto è già stato approvato dal Ministero e sarà avviato nel 2024.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Biodiversità di interesse agricolo e alimentare:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/agroambiente-meteo-suoli/biodiversita-interesse-agricolo-alimentare

Sito web sull'agrobiodiversità in Piemonte:
https://www.biodiversita-agricola.piemonte.it/

Video sui centri di conservazione coinvolti negli itinerari del Progetto:
https://www.unisg.it/ricerca/germonte-4-germoplasma-del-piemonte-studio-per-listituzione-di-itinerari-della-biodiversita-del-piemonte/