Stagione invernale 2023-2024

La stagione 2023-2024 è stata caratterizzata da un surplus di neve fresca rispetto alla media trentennale (1991-2020), a differenza degli ultimi 5 anni nei quali gli apporti nevosi sono sempre stati carenti. Il surplus di neve fresca sull’arco alpino piemontese è indicativamente quantificabile tra il 20 e il 40% ed è maggiormente evidente alle quote superiori i 2000m. Si è inoltre osservata una singolare distribuzione delle nevicate con notevoli differenze tra inverno e primavera: un periodo invernale con assenza di neve al suolo in numerose stazioni sotto i 2000 m, seguito da abbondanti nevicate concentrate soprattutto a partire dal mese di marzo fino a maggio con un ottimo innevamento su tutti i settori. Nonostante le temperature estive piuttosto elevate, si sono conservati diversi nevai costituiti dagli accumuli di ripetute valanghe di dimensioni grandi e molto grandi o talora estreme.

Utilizzando il metodo del SAI - Standardized Anomaly Index possiamo analizzare nell’insieme i valori delle stazioni per ottenere un valore di anomalia indicativo per tutto il Piemonte rispetto al valore medio del periodo di riferimento di 30 anni. 

Nel grafico sono riportate le anomalie di neve fresca cumulata nella stagione, standardizzate per una selezione di stazioni manuali del territorio piemontese dal 1960 al 2024; più i valori sono vicini allo 0 più si avvicinano ai valori medi del periodo 1991-2010.

Nel complesso la stagione invernale 2023-2024 risulta sostanzialmente in media rispetto ai valori storici di riferimento (media 1991-2020), per cui la stagione è da considerarsi nella norma guardando ai valori complessivi di neve fresca. 

Indice di anomalia standardizzato della precipitazione nevosa in Piemonte (SAI - Standardized Anamaly Index) dal 1960 al 2021 basato sulla media del quarantennio 1981−2020. I valori delle stagioni che rimangono entro le linee continue (arancioni, che indicano rispettivamente il 1° e il 3° quartile) possono essere considerate nella media, mentre le variazioni che ricadono nell’intervallo tra le linee continue e quelle tratteggiate (rispettivamente nella parte negativa tra il 10° e il 25° percentile e nella parte positiva tra il 75° e il 90° percentile) sono considerate stagioni anomale, fuori dalla media. In ultimo le stagioni che ricadono al di sotto del 10° percentile e al di sopra del 90° percentile si considerano stagioni eccezionali - Fonte Arpa Piemonte

Per la valutazione dell’innevamento sull’arco alpino piemontese durante la stagione invernale si considerano 11 stazioni manuali, utilizzando come periodo storico di riferimento climatico il trentennio 1991−2020.

Dall’analisi della neve fresca stagionale si può notare come in tutte le stazioni di riferimento è stato registrato un surplus rispetto alla media degli ultimi trent’anni (1991-2020), a differenza degli ultimi anni dove i valori erano sempre negativi. Come evidenziato dal grafico SAI precedente, questa stagione fa registrare un segno positivo dopo 5 stagioni negative come nevicate. I valori positivi sono indicativamente prossimi al +20% / +40% con alcune differenze all’interno del territorio regionale: nei settori settentrionali alle quote più elevate (>2000 m) il surplus è maggiore (+25/35% circa), mentre alle quote medie (1500 m) i valori sono più bassi (+15%).

Neve fresca cumulata da novembre a maggio nella stagione 2023-2024 (in azzurro) a confronto con la media quarantennale 1981-2020 (in blu) - Fonte Arpa Piemonte

Per quanto riguarda il numero di giorni nevosi si nota un generale calo dei valori rispetto alla media storica, spostandosi da nord verso sud della Regione. Nei settori settentrionali e occidentali l’anomalia positiva oscilla tra il +20% e il +40% con punte di +54% alla stazione di Formazza - L. Vannino (2177 m) con più di 70 giorni nevosi da novembre a maggio. A partire dalle stazioni occidentali-sudoccidentali i valori iniziano a diminuire significativamente, fino a diventare prossimi o anche leggermente inferiori alla media storica (es. Pontechianale - L. Castello (1589 m) -9.3%, Vinadio - L. Riofreddo (1206 m) +1.3%).

Giorni Nevosi (SD) da novembre a maggio nella stagione 2023-2024 (in azzurro) a confronto con la media quarantennale 1981-2020 (in blu) - Fonte Arpa Piemonte

A differenza delle precedenti variabili analizzate, il numero di giorni con neve al suolo presenta un maggior numero di stazioni con valori negativi. Infatti, le abbondanti nevicate registrate complessivamente nella stagione 2023-2024 si sono concentrate soprattutto a partire dal mese di marzo fino a maggio, con una carenza di precipitazioni che nei primi mesi della stagione ha fatto segnare diversi giorni con assenza di neve al suolo anche in stazioni relativamente in quota. Le stazioni alle quote più elevate (>2000 m) dei settori settentrionali e occidentali presentano valori, leggermente positivi, prossimi alle medie storiche. In questi casi la quota maggiore ha garantito anche durante l’inizio della stagione invernale degli apporti nevosi che hanno costituito un manto nevoso sufficiente a determinare una copertura nevosa continua, anche se generalmente inferiore allo spessore medio del periodo.

Giorni con neve al suolo (HSD) da novembre a maggio nella stagione 2023-2024 (in azzurro) a confronto con la media quarantennale 1981-2020 (in blu) - Fonte Arpa Piemonte

La stagione 2023-2024 risulta sostanzialmente divisa in due periodi, uno con precipitazioni molto sotto la media e l’altro molto nevoso.

L’inverno (dicembre-gennaio-febbraio) è stato caratterizzato da un innevamento generalmente inferiore alla media su tutto l’arco alpino piemontese fino alla fine del mese di febbraio. Con la fine del cosiddetto “inverno meteorologico” e l’inizio della primavera meteorologica (marzo-aprile-maggio) le precipitazioni nevose hanno iniziato ad intensificarsi sia come frequenza che come apporti per evento. Fino a febbraio gli spessori di neve al suolo erano molto inferiori alle medie e come per le ultime due stagioni vi erano le condizioni per lo sviluppo di processi di metamorfismo costruttivo, che favoriscono la crescita dei cristalli in presenza di un gradiente termico medio-elevato nel manto nevoso (differenza tra temperatura basale e superficiale rapportata allo spessore della neve al suolo). Gli ultimi mesi della stagione sono stati caratterizzati da un apporto ingente di neve nuova che ha portato a periodi di elevata instabilità, ma limitati nel tempo. Questo perché in presenza di spessori significativi del manto nevoso e allo stesso tempo temperature dell’aria che iniziavano ad aumentare progressivamente, il gradiente termico diminuiva notevolmente lasciando agire processi di metamorfismo distruttivo, con formazione prevalente di grani di tipo arrotondato (RG) che portano verso strutture più stabili. L’apporto di grandi quantità di neve in singoli episodi precipitativi ha causato eventi valanghivi di magnitudo piuttosto elevata. Questi fenomeni si sono ripetuti anche più volte durante gli ultimi mesi della stagione alimentando così numerosi depositi nelle zone di accumulo delle valanghe e favorendo la formazione di spessori considerevoli che sono perdurati per buona parte del periodo estivo, anche a quote relativamente basse.

Alcune stazioni in quota distribuite sull’arco alpino nelle quali si può osservare l’incremento della neve al suolo nella seconda metà della stagione - Fonte Arpa Piemonte

RENDICONTO NIVOMETRICO

Per maggiori dettagli e approfondimenti relativi alla stagione 2023-2024 consultare la pubblicazione del Rendiconto stagionale sul sito di Arpa Piemonte.

Contenuto presente in: