Sistema Informativo forestale (SIFOR)

Anno
2025

Il Sistema Informativo Forestale Regionale (SIFOR), come definito dall’art. 34 della l.r. 4/2009 "Gestione e promozione economica delle foreste", ha il ruolo di "coordinare e monitorare le attività connesse alla pianificazione e alla gestione forestale, rendere efficace e omogenea a livello regionale la gestione dei dati inventariali e statistici, e consentire l'accessibilità delle informazioni".

Il SIFOR "è integrato nel sistema informativo regionale del quale condivide strutture ed infrastrutture tecnologiche, ed utilizza i dati regionali disponibili, garantendo sinergie gestionali e organizzative a tutti gli operatori ed enti del settore".

Sviluppato a partire dal 2009 con lo scopo di supportare le attività di pianificazione forestale e diffondere le informazioni relative alla gestione del patrimonio silvo-pastorale, con il progetto a titolarità regionale realizzato nell’ambito della Misura 4.3.4, Azione 2 del PSR 2014-2022, il Settore Foreste ha riprogettato l’intero sistema per realizzare l’Infrastruttura di Dati Forestali (IDF) regionale.

L’evoluzione del SIFOR nell’IDF ha consentito la gestione di dati derivanti da fonti precedentemente inutilizzate, l’armonizzazione dei dati territoriali forestali con la base dati geografica di riferimento per il territorio piemontese (BDTRE) e l’integrazione delle funzionalità offerte dalle diverse componenti del sistema, nell’ottica di migliorare la gestione e la fruibilità delle informazioni trattate.

I servizi sono progettati per garantire l'interoperabilità tra essi e con i servizi esterni all'IDF essenziali per la completezza, il funzionamento e la significatività dell'infrastruttura nel suo complesso.

Attualmente l’IDF è costituito da un insieme di applicativi, basi dati strutturate per gestire e pubblicare informazioni alfanumeriche e geografiche, servizi di consultazione e di elaborazione dati e reportistica e componenti per la gestione on line di procedimenti amministrativi di competenza forestale.

Homepage del Sistema Informativo Forestale regionale

Le componenti che costituiscono l’IDF sono:

  • il servizio “Piani di Gestione Forestale” che consiste nella banca dati degli strumenti di pianificazione di livello aziendale approvati in Piemonte e rende disponibili, in modalità telematica, funzionalità di ricerca, (geografica e alfanumerica) e visualizzazione dei Piani e, per i soggetti gestori, di programmazione degli interventi e di invio delle comunicazioni di taglio;
     
  • la banca dati dell’Inventario Forestale del Piemonte (contenente i dati di circa 14.000 punti di campionamento) consente di elaborare i parametri dendrometrici fondamentali (aree basimetriche, altezze, volumi, incrementi) per definire la produttività dei boschi piemontesi, con indicazioni della loro valenza statistica in funzione del campione o delle selezioni territoriali prese in considerazione;
     
  • il “Sistema di gestione delle istanze forestali” ai sensi della L.R. 04/2009, che consente di compilare ed inviare online le istanze per realizzare interventi selvicolturali (comunicazione semplice o richiesta di autorizzazione con progetto) e di trasformazione del bosco. Una componente di back office permette ai funzionari di prendere in carico le istanze e di procedere nell’iter di gestione e controllo;
     
  • le banche dati relative alle Indagini per i Piani Forestali Territoriali (anno 2000), la Carta Forestale regionale (aggiornamento 2016), le schede dei Popolamenti da Seme e l’Atlante dei Tipi Forestali presenti in Piemonte;
     
  • CDLP (Calcolo Disponibilità potenziale Risorse Legnose), attraverso cui è possibile conoscere, su base territoriale, la disponibilità potenziale delle risorse legnose distinta per tipo di assortimenti;
     
  • l’Albo delle Imprese Forestali e degli Operatori Professionali del Piemonte e della Liguria (TAIF), che permette la visualizzazione di imprese e operatori del settore e attraverso cui, le aziende hanno la possibilità di inserire a sistema le domande di iscrizione e conferma annuale di iscrizione. La funzionalità di back office permette ai funzionari regionali la gestione dei relativi procedimenti;
     
  • il servizio “Preadesioni ai corsi di formazione forestale della Regione Piemonte”, che consente ai soggetti interessati di inserire le richieste di partecipazione ad attività formative in campo forestale erogati dalle agenzie formative e ai funzionari regionali di gestire le procedure di adesione ai corsi;
     
  • ELFo (E-learning Forestale), ambiente di formazione, relazione e confronto rivolto agli sportelli forestali e agli altri operatori del settore;
     
  • Portale LegnoPiemonte, servizio informativo gratuito sulla disponibilità di lotti boschivi, di arboricoltura (compresa la pioppicoltura) e di assortimenti legnosi finiti di provenienza piemontese;
     
  • il Servizio di gestione dei Vivai Forestali della Regione Piemonte (VIFO) consente ai funzionari la gestione delle domande di materiali di moltiplicazione e degli inventari dei tre vivai forestali regionali.

Il sistema informativo forestale regionale comprende inoltre:

  • il Cruscotto del Patrimonio Naturale, strumento dell’IDF che fornisce rappresentazioni statistiche della realtà forestale piemontese, nel quale sono esposte informazioni sul patrimonio boschivo (utilizzazioni, pianificazione), su operatori e imprese forestali regionali, sulla biodiversità e sulle aree naturali (Aree protette e Rete natura 2000) attraverso l’utilizzo di indicatori di sintesi rappresentati sotto forma di grafici interattivi a consultazione personalizzabile da parte dell'utilizzatore.
     
  • il canale “Foreste” pubblicato sul Sistema di Conoscenze Ambientali (SCA), piattaforma di fruizione delle conoscenze alfanumeriche e geografiche prodotte nel contesto del Sistema Informativo Regionale Ambientale (SIRA) Piemonte pubblicata alla pagina.

Il Sistema di Conoscenze Ambientali consente di visualizzare le informazioni geografiche e alfanumeriche e di consultare e scaricare in formato .pdf e .xls dei seguenti tematismi:

  • Alberi Monumentali del Piemonte (risultato dell'attività di censimento in attuazione dell’art. 7 della Legge 14 gennaio 2013, n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” del Decreto interministeriale 23 ottobre 2014);
  • Carta forestale (edizione 2016);
  • Catalogo dei Tipi Forestali del Piemonte (schede descrittive delle Categorie e dei Tipi forestali del Piemonte con chiavi di determinazione. Le schede costituiscono una integrazione e aggiornamento del catalogo dei tipi forestali del Piemonte risalente al 2008);
  • PFT - Carta forestale e altre coperture del territorio (edizione 2000);
  • Inventari forestali, Aree di saggio e Dati per elaborazioni dendrometriche;
  • Piani Forestali Territoriali (Edizione 2000);
  • PGF - Piani di gestione forestale (ex PFA) vigenti;
  • Risorse genetiche forestali (dati geografici e alfanumerici relativi a popolamenti e materiali di base per la vivaistica forestale).
Informazioni e risorse aggiuntive

 

Infrastruttura di Dati Forestali (IDF) - Sistema informativo forestale regionale:
https://www.servizi.piemonte.it/srv/sifor/


Cruscotto del Patrimonio Naturale:
http://www.sistemapiemonte.it/ambiente/cruscottoForeste/index.shtml


Sistema di Conoscenze Ambientali (SCA):
https://conoscenzaambientale.sistemapiemonte.it/decsiraweb/map.html#/dataset/

 

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Biodiversità/Foreste

La rivista Piemonte Parchi

Anno
2025

Piemonte Parchi è la rivista di informazione e divulgazione naturalistica della Regione Piemonte. Pubblicata in forma cartacea dal 1983, dal 2001 è presente sul web con un proprio sito. Al suo esordio, come supplemento trimestrale della pubblicazione Notizie, ha potuto contare su un buon numero di lettori affezionati (circa 7mila abbonati paganti al cartaceo). Piemonte Parchi arriva oggi ai suoi lettori tramite una newsletter (Piemonte Parchi News) inviata ogni settimana a quasi 10mila iscritti che sono in costante crescita ed è presente su (quasi) tutte le piattaforme social più seguite: Facebook, Instagram, X e YouTube. Su Piemonte Parchi trovano spazio le notizie dai parchi piemontesi, il calendario degli appuntamenti costantemente aggiornato, approfondimenti dal mondo delle aree naturali protette, foto, disegni, video e ‘storiche’ rubriche come Photostory (con gli scatti dei migliori fotografi naturalistici piemontesi) insieme a nuove proposte come, ad esempio, 'I mercoledì del cervo’ (rubrica dedicata alla rappresentazione del cervo nella mitologia classica). Sostituirei con: Incontri in natura (rubrica di fotografie naturalistiche), Storia delle Aree protette in Italia e Musei delle meraviglie (con cui vengono presentati al pubblico, riispettivamente, la storia dei parchi e i Musei di Storia naturale di tutta Italia). Ogni anno viene inoltre stampato su carta un numero ‘speciale’ dedicato a un tema monografico sempre diverso: quelli più recenti sono stati dedicati ai 40 anni della Rivista con una selezione dei migliori articoli usciti (stampato in vecchio formato) e al nuovo itinerario escursionistico denominato “Cammino PiemonteSud” quello più recente è stato dedicato alla Paleontologia in Piemonte (Fossili, memorie di un territorio”). Gli speciali sono in distribuzione gratuita e scaricabili in formato pdf dal sito della rivista da tutti gli iscritti a Piemonte Parchi News. Piemonte Parchi è una testata di divulgazione naturalistica che racconta l'ambiente e la natura a 360 gradi, informando sulle realtà e le attività delle Aree protette, soprattutto piemontesi. Oggi la redazione si è ridotta a due componenti fissi (di cui uno è direttore responsabile) e si avvale della collaborazione di alcuni colleghi dipendenti degli Enti di gestione delle aree protette inseriti in un percorso di formazione giornalistica che ha dato vita alla Redazione diffusa istituita con DGR n 7908 - 2023 e di alcuni collaboratori esterni free lance. Si riportano di seguito alcuni dati numerici aggiornati a maggio 2025 e relativi al sito web, alla newsletter e ai social.


Web: 30.000 visitatori unici mensili

Tiratura media numero monografico “speciale”: 5.000 copie

Newsletter settimanale: 9.767 iscritti

Facebook: 8.627 followers

X (Twitter): 6.122 followers

Instagram: 5.437 followers

Tempo di permanenza medio sul sito: oltre 2 minuti (la media di permanenza su una pagina web è di norma solo 20 secondi). La percentuale di rimbalzo (cioè la facilità con cui si esce dal sito) è scesa dal 50% al 26%.

Stato del Documento
Strumento Associato
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Biodiversità/Foreste

Informazione Ambientale

Anno
2025

L’ambiente è un bene pubblico è in quanto tale può essere ottenuto solo collettivamente, in un contesto di responsabilità diffuse e universali. I “benefici ambientali” non sono appropriabili né commerciabili, e dunque la loro comunicazione risponde a logiche pubbliche e di servizio e non privatistiche e di mercato.
L’azione pubblica è resa difficile dal crescente contenuto tecnico dei problemi ambientali e dal fatto che le “risorse ambientali collettive” (acque, atmosfera, ozono, clima, biodiversità ecc.) hanno caratteri “fisici” che sono per definizione non circoscrivibili.


In tale contesto, dunque, l’informazione pubblica ambientale assume un ruolo fondamentale: dalla definizione dell’agenda alla corretta descrizione di ciascun intervento, tutto ciò che riguarda le politiche ambientali si incontra – e spesso si scontra – con sensibilità, visioni e percezioni a prima vista inconciliabili.


Per quanto riguarda la tematica relativa alle Aree naturali protette, la Regione Piemonte si è dotata da anni di strumenti volti a facilitare i flussi comunicativi per avvicinare i cittadini ai temi trattati, utilizzando un approccio divulgativo su vasta scala orientato a informare, coinvolgere, educare e ascoltare. Gli strumenti utilizzati si sono evoluti negli anni e alla storica rivista Piemonte Parchi sono state affiancate una newsletter settimanale e la presenza sui principali social, cercando di dare sostanza alla normativa che pone l’informazione ambientale tra i diritti fondamentali dei cittadini (DLgs 195 del 19/08/05 in attuazione della direttiva comunitaria 2003/4/CEE) dando particolare rilievo al principio per cui l'informazione ambientale sia fornita “sistematicamente […] anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili”. Il lavoro viene svolto con la convinzione che una informazione continuativa e strutturata possa essere non solo il veicolo per promuovere la funzione e la fruizione delle Aree naturali protette ma che possa fornire il supporto per facilitare la comprensione di leggi e regolamenti da parte di un pubblico più vasto.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Mostra sui fossili storici della Valle Andona

Anno
2025

Nel cuore del Piemonte, dove le dolci colline astigiane si fondono con la memoria geologica del territorio, una mostra temporanea riporta alla luce il legame profondo tra scienza, storia e natura. In occasione del quarantennale della Riserva Naturale di Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande, il Museo Paleontologico di Asti ospita per la prima volta una selezione della preziosa collezione di Carlo Allioni, medico e naturalista piemontese del XVIII secolo. Una raccolta unica, che affonda le radici in una terra che già secoli fa rivelava i suoi antichi segreti ai primi studiosi di fossili.

Alle origini della paleontologia piemontese

Allioni, figura eminente del panorama scientifico settecentesco, fu tra i primi a dedicarsi allo studio sistematico dei fossili piemontesi. La sua opera più celebre in ambito paleontologico, Oryctographiae Pedemontanae Specimen (Parigi, 1757), può essere considerata la prima vera monografia sui fossili della Regione. In essa compaiono oltre 65 citazioni della “Valle d’Andona”, un’area che, oggi come allora, si conferma straordinario scrigno fossilifero FOTO 3

A distanza di secoli, i reperti provenienti da questa valle tornano a essere protagonisti, celebrando non solo il valore scientifico di un territorio, ma anche la straordinaria attualità del lavoro di Allioni, che già nel XVIII secolo tracciava una mappa fossile del Piemonte con metodo e rigore.

Una collezione tra storia e mistero

Il viaggio della collezione Allioni è una storia nella storia. Dopo la morte del naturalista, i suoi fossili seguirono un lungo e travagliato percorso: venduti, trasferiti, dimenticati e infine ritrovati. Il passaggio dai colli di Pecetto al Seminario di Chieri, fino al Museo Geologico Sperimentale del Club Alpino Italiano di Giaveno, è stato ricostruito grazie a documenti storici, tra cui una dattiloscritta del 1929 del botanico Oreste Mattirolo. 

Oggi, grazie alla collaborazione tra il Museo di Asti e il Museo Geologico di Giaveno, parte di quel patrimonio torna accessibile al pubblico, in un allestimento che racconta non solo la scienza, ma anche l’avventura culturale di una collezione ritrovata. 

Un’eredità scientifica tra due secoli

Carlo Allioni, nato a Torino nel 1728 da una famiglia astigiana dalle solide radici borghesi, si laureò in medicina a soli 19 anni ma ben presto il suo interesse si ampliò verso le scienze naturali, in particolare la botanica, la mineralogia e la paleontologia, discipline che all’epoca si stavano appena strutturando in ambiti scientifici autonomi. Venne nominato professore straordinario di Botanica all’Università di Torino nel 1760 e, tre anni più tardi, assunse la direzione dell’Orto Botanico, che trasformò in un importante centro di ricerca e catalogazione del mondo vegetale. Il suo erbario, conservato all’Università di Torino, e la Flora Pedemontana (1785) ne testimoniano l’approccio meticoloso e innovativo. Ma è forse nella corrispondenza con Linneo che meglio emerge la statura internazionale di Allioni. Un dialogo epistolare fitto, fatto di semi, libri e idee, che racconta un’Europa scientifica viva, curiosa e profondamente connessa. Le sette lettere autografe inviate da Linneo a Torino e quelle di Allioni conservate alla Linnean Society di Londra sono oggi un patrimonio storico inestimabile, che consente di ricostruire la nascita e lo sviluppo delle scienze naturali europee del XVIII secolo.

Ma la grandezza di Allioni non si limita alla botanica. La sua raccolta geologica, comprendente oltre 6.000 campioni tra minerali, rocce e fossili, è tra le più ampie e rappresentative del suo tempo. Ricevette campioni da ogni parte d’Europa, dimostrando un'intuizione precoce del concetto di comunità scientifica globale. La sua raccolta includeva anche una sezione entomologica con più di 4.000 insetti, e numerosi fossili vegetali, come litoxylon, carpolithus e foliorum impressiones, testimoniando un interesse trasversale e multidisciplinare. La sua figura incarna il passaggio tra l’erudizione enciclopedica del Settecento e la nascita della scienza moderna. 

Carlo Allioni morì a Torino il 30 luglio 1804, ma la sua eredità scientifica ha attraversato due secoli, restando viva nei musei, nelle università e nei testi di riferimento. La sua figura testimonia quanto il territorio piemontese sia stato non solo teatro di scoperte naturalistiche, ma anche culla di una visione scientifica innovativa e internazionale. La riscoperta della sua collezione, oggi esposta ad Asti, non è solo un omaggio alla memoria ma è un invito a rileggere la scienza con occhi nuovi. 

La paleontologia come vocazione del territorio

La mostra non è solo un omaggio al passato, ma anche un riconoscimento al ruolo che Asti continua a ricoprire nella paleontologia internazionale. Il Museo conserva una delle più importanti collezioni di fossili marini del Pliocene, con olotipi di cetacei che hanno fatto scuola nella classificazione delle specie.

Accanto ai fossili storici di Allioni, il visitatore potrà ammirare esemplari rinvenuti oggi che raccontano milioni di anni di evoluzione e di mare scomparso, in un viaggio che unisce l’emozione della scoperta alla bellezza di un paesaggio che ha ancora molto da dire.

Un progetto didattico d’eccellenza

Il percorso di valorizzazione della collezione Allioni ha coinvolto anche il mondo della scuola. Nel 2014, gli studenti dell’I.I.S. Blaise Pascal di Giaveno (To) hanno tradotto l’Oryctographiae Pedemontanae dal latino, riconnettendo descrizioni scientifiche e campioni fisici. Un lavoro rigoroso e appassionato, ribattezzato Labor Mirabilis, che dimostra come la scienza possa ancora essere fonte di stupore e di formazione profonda.

In occasione dell’inaugurazione della mostra verrà presentata questa pubblicazione in presenza dell’autore che dialogherà con il pubblico. 

Una mostra per celebrare e riscoprire

L’esposizione rappresenta un’occasione preziosa per celebrare i quarant’anni dell’Area Protetta (L.R.25/03/1985) e per riscoprire, attraverso gli occhi di uno scienziato del passato, le meraviglie nascoste nel sottosuolo piemontese. Un tributo alla memoria e alla conoscenza, che invita i visitatori a guardare con curiosità al passato per comprendere meglio il presente e proteggere il futuro. 

Il 30 maggio alle ore 17,00 si inaugurerà l’esposizione temporanea nelle sale didattiche del Museo dei Fossili (c.so Alfieri 381, Asti) che rimarrà aperta fino al 30 settembre 2025 negli orari di apertura del museo.

Sarà una mostra per tutti: per chi ama la scienza, per chi cerca storie da raccontare, per chi vuole conoscere meglio un territorio che da sempre custodisce sotto i suoi piedi una memoria millenaria.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Monitoraggio specie esotiche: Heracleum mantegazzianum

Dal 2016 lArpa Piemonte monitora costantemente una specie esotica invasiva in particolare, l’Heracleum mantegazzianum, individuato inizialmente lungo il Fiume Toce nei comuni di Formazza e Premia (VB) e successivamente rinvenuto anche nei comuni di Ceresole Reale (TO) e di S. Antonino di Susa (TO), con un ultimo ritrovamento nel 2023 presso il comune di Vernante (CN). 

Tale attività è finalizzata alla valutazione della diffusione della specie e dell’efficacia degli interventi di eradicazione/contenimento, relativamente alla gestione di alcune entità della flora alloctona incluse negli elenchi regionali approvati con D.G.R. n. 46-5100 del 18/12/2012 e ss.mm.ii. e nella lista unionale di cui al Regolamento UE n. 1143/2014. 

L’attività di monitoraggio si articola in due rilievi annuali (inizio e fine stagione vegetativa) che prevedono il conteggio delle piante (nuclei e/o piante singole), l’indicazione dello stadio fenologico e, per il rilievo di fine stagione, la data ed il tipo di intervento di contenimento effettuato dalle squadre forestali della Regione (sfalcio, estirpazione, trattamento chimico) durante il periodo estivo; per ogni nucleo e/o pianta singola viene inoltre acquisita la posizione. 

Per valutare l’efficacia delle azioni di contenimento intraprese, è stato calcolato, assumendo che tutte le piante osservate a fine stagione siano state precedentemente trattate, un “indice di riduzione” (IR), il cui valore è dato dal rapporto tra il numero di piante trattate e quelle osservate a fine estate, secondo la semplice equazione:

IR = 1 – (Pset/Ptr)

Dove:

Pset è il numero di esemplari rilevato nel corso del sopralluogo di fine estate;

Ptr è il numero di piante trattato comunicato dalla squadra degli operai forestali regionali.

I tre comuni monitorati presentano situazioni e complessità differenti: quella più difficile è stata rilevata presso Ceresole Reale, dove si osservano sempre numeri molto alti di piante trattate ad inizio stagione. Presso questo sito, vista la diffusione della specie e la numerosità di esemplari complessivi, è stata aumentata la frequenza degli interventi delle squadre forestali e nel corso del 2024, a fronte del coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali interessati (Regione, Arpa, Parco Nazionale Gran Paradiso, Comune, responsabili squadra forestale), è stata messa a punto una strategia finalizzata a realizzare interventi di contrasto più efficaci (eradicazione) attraverso la preventiva condivisione degli interventi con i proprietari dei terreni in cui erano collocate le stazioni più critiche.

 

Intervento di eradicazione del luglio 2024

La complessa situazione di Ceresole è evidenziata nella tabella sottostante, dove si osservano sempre numeri molto alti di piante trattate ad inizio stagione. Dalle stagioni 2023 - 2024, a fronte degli interventi sopra riassunti, si è registrata una sensibile contrazione degli esemplari presenti. 

Tabella del trattamento delle piante

È verosimile ritenere che le operazioni di estirpazione messe in atto nel corso degli anni abbiano indebolito gli esemplari di Heracleum Mantegazzianum ed impedito loro la fioritura determinando, così, il loro progressivo decremento.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Dal 2016 lArpa Piemonte monitora costantemente una specie esotica invasiva in particolare, l’Heracleum mantegazzianum, individuato inizialmente lungo il Fiume Toce nei comuni di Formazza e Premia (VB) e successivamente rinvenuto anche nei comuni di Ceresole Reale (TO) e di S. Antonino di Susa (TO), con un ultimo ritrovamento nel 2023 presso il comune di Vernante (CN). 

Tale attività è finalizzata alla valutazione della diffusione della specie e dell’efficacia degli interventi di eradicazione/contenimento, relativamente alla gestione di alcune entità della flora alloctona incluse negli elenchi regionali approvati con D.G.R. n. 46-5100 del 18/12/2012 e ss.mm.ii. e nella lista unionale di cui al Regolamento UE n. 1143/2014. 

L’attività di monitoraggio si articola in due rilievi annuali (inizio e fine stagione vegetativa) che prevedono il conteggio delle piante (nuclei e/o piante singole), l’indicazione dello stadio fenologico e, per il rilievo di fine stagione, la data ed il tipo di intervento di contenimento effettuato dalle squadre forestali della Regione (sfalcio, estirpazione, trattamento chimico) durante il periodo estivo; per ogni nucleo e/o pianta singola viene inoltre acquisita la posizione. 

Per valutare l’efficacia delle azioni di contenimento intraprese, è stato calcolato, assumendo che tutte le piante osservate a fine stagione siano state precedentemente trattate, un “indice di riduzione” (IR), il cui valore è dato dal rapporto tra il numero di piante trattate e quelle osservate a fine estate, secondo la semplice equazione:

IR = 1 – (Pset/Ptr)

Dove:

Pset è il numero di esemplari rilevato nel corso del sopralluogo di fine estate;

Ptr è il numero di piante trattato comunicato dalla squadra degli operai forestali regionali.

I tre comuni monitorati presentano situazioni e complessità differenti: quella più difficile è stata rilevata presso Ceresole Reale, dove si osservano sempre numeri molto alti di piante trattate ad inizio stagione. Presso questo sito, vista la diffusione della specie e la numerosità di esemplari complessivi, è stata aumentata la frequenza degli interventi delle squadre forestali e nel corso del 2024, a fronte del coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali interessati (Regione, Arpa, Parco Nazionale Gran Paradiso, Comune, responsabili squadra forestale), è stata messa a punto una strategia finalizzata a realizzare interventi di contrasto più efficaci (eradicazione) attraverso la preventiva condivisione degli interventi con i proprietari dei terreni in cui erano collocate le stazioni più critiche.

 

Intervento di eradicazione del luglio 2024

La complessa situazione di Ceresole è evidenziata nella tabella sottostante, dove si osservano sempre numeri molto alti di piante trattate ad inizio stagione. Dalle stagioni 2023 - 2024, a fronte degli interventi sopra riassunti, si è registrata una sensibile contrazione degli esemplari presenti. 

Tabella del trattamento delle piante

È verosimile ritenere che le operazioni di estirpazione messe in atto nel corso degli anni abbiano indebolito gli esemplari di Heracleum Mantegazzianum ed impedito loro la fioritura determinando, così, il loro progressivo decremento.

Anno
2025

Contrasto alle specie esotiche invasive

Anno
2025

Una delle principali cause, riconosciute a livello internazionale (Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro del 5 giugno 1992), della riduzione del livello di biodiversità, è rappresentato dalla presenza e dallo sviluppo di specie esotiche invasive.

Per specie esotiche si intendono le specie introdotte al di fuori del loro naturale areale distributivo attuale o passato, che se presentano caratteristiche di invasività determinano minacce alla biodiversità, danni alle attività dell’uomo (ad es. agricoltura) ed effetti sulla salute umana con serie conseguenze socio-economiche e sui servizi ecosistemici.

L’importanza di contrastare la presenza di specie esotiche invasive è stata sancita anche da un recente Regolamento Europeo n. 1143/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, recepito in Italia con il D. Lgs. 230/2017.

In particolare il Regolamento verte su un elenco di specie esotiche invasive di preoccupazione comunitaria (species of EU concern), che sono bandite dall'Unione Europea (divieto di importazione, possesso, trasporto e commercio oltre che a obblighi di controllo). Il suddetto elenco è stato approvato con Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 della Commissione. I paesi potranno sviluppare liste nazionali, alle quali potranno essere applicate le stesse regolamentazioni previste a scala comunitaria e dovranno identificare i principali vettori di arrivo di specie invasive, sui quali saranno poi chiamati a produrre piani d’azione per prevenire ulteriori introduzioni. Infine si istituisce uno Scientific Forum per dare supporto al processo decisionale e si prevedono meccanismi di cooperazione tra Paesi che condividono una specie invasiva.

Per le specie dell’elenco unionale e per altra documentazione in merito è possibile consultare il sito di ISPRA  oppure il sito del Progetto LIFE ASAP

Per rispondere a livello regionale alle criticità determinate dalle specie esotiche invasive vegetali, nel 2012 è stato creato in Regione Piemonte il Gruppo regionale specie esotiche vegetali: si tratta di uno spazio di confronto tra i diversi Enti che si occupano in Piemonte di specie vegetali esotiche e delle problematiche tecniche e gestionali determinate dalla loro presenza in ambito agricolo, sanitario e di conservazione della biodiversità
Il Gruppo Regionale ha definito degli elenchi di specie esotiche invasive (Black List) che determinano o che possono determinare particolari criticità sul territorio piemontese e per le quali è necessaria l’applicazione di misure di prevenzione/gestione/lotta e contenimento.

Questi elenchi sono stati approvati dalla Giunta Regionale con la DGR 46-5100 del 18 dicembre 2012, più volte aggiornati (ultimo aggiornamento D.G.R. n. 14-85 del 2/8/2024) e sono suddivisi in:.

1. Black List–Management List (Lista Gestione):
comprende le specie esotiche che sono presenti in maniera diffusa sul territorio e per le quali non sono piu applicabili misure di eradicazione da tutto il territorio regionale ma delle quali bisogna comunque evitare l’utilizzo e per le quali possono essere applicate misure di contenimento e interventi di eradicazione da aree circoscritte.

2. Black List–Action List (Lista Eradicazione):
comprende le specie esotiche che hanno una distribuzione limitata sul territorio e per le quali sono ancora applicabili, e auspicabili, misure di eradicazione da tutto il territorio regionale;

3. Black List–Warning List (Lista Allerta):
Elenco relativo alle specie esotiche che

- non sono ancora presenti nel territorio regionale ma che hanno manifestato caratteri di invasività e/o particolari criticità sull’ambiente, l’agricoltura e la salute pubblica in regioni confinanti;

- hanno una distribuzione limitata sul territorio regionale e per le quali deve essere valutato il potenziale grado di invasività;

- rientrano nel elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale (Regolamento Europeo n. 1143/2014) ma non sono ancora presenti nel territorio piemontese.

Informazioni aggiuntive

Black list regione Piemonte
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/biodiversita-aree-naturali/conservazione-salvaguardia/specie-vegetali-esotiche-invasive

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Biodiversità/Foreste

Gruppo di Lavoro Ghiacciai

Già dal 2022 la Regione Piemonte ha avviato, in collaborazione con ARPA Piemonte, un’attività di approfondimento finalizzata alla classificazione preliminare dei ghiacciai piemontesi, basata sull’analisi speditiva delle dinamiche glaciali e periglaciali passate e attuali che hanno interessato i singoli corpi glaciali, incrociando con la tipologia e la vicinanza degli elementi antropici esposti. Queste attività si inseriscono nell’ambito di competenza del “Gruppo di Lavoro sul rischio connesso ai fenomeni di dissesto in ambienti glaciali e periglaciali”, istituito nel Maggio 2024 presso il Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e finalizzato alla definizione di un documento condiviso sulle azioni strategiche riguardanti conoscenza, formazione, informazione e sensibilizzazione in relazione ai rischi in ambito alpino, come evidenziato dalla Commissione Grandi Rischi a seguito del crollo del ghiacciaio della Marmolada del Luglio 2022. All’interno del tavolo, la Regione Piemonte partecipa, attraverso esponenti di ARPA Piemonte e dei Settori Regionali Geologico e Protezione Civile, alle attività del primo sottogruppo (“Conoscenza”) finalizzate alla individuazione dei ghiacciai a maggiore pericolosità e relativa proposta di definizione dei criteri di monitoraggio degli stessi.

Dal 2023, ARPA Piemonte ha avviato un programma di monitoraggio dei ghiacciai che, attraverso sopralluoghi diretti e sorvoli in elicottero, prevede osservazioni dirette, foto/video, rilievi fotogrammetrici e Gigapan. Le informazioni raccolte concorrono a definire una baseline dei ghiacciai piemontesi, disponibile sul Geoportale di Arpa Piemonte che rappresenta lo stato attuale dei corpi glaciali e delle aree circostanti ed è lo strumento di riferimento per monitorare l’evoluzione futura. I dettagli sono disponibili nella sezione “L’evoluzione dell’ambiente glaciale nelle Alpi Piemontesi”.
A termine della campagna 2024, sono stati visitati complessivamente 72 ghiacciai piemontesi, su un totale di 107 ed è stato possibile valutare superfici e volumi  dei corpi glaciali per aggiornare il quadro delle estensioni dei ghiacciai piemontesi. I dettagli sono descritti nella sezione “I ghiacciai nelle Alpi piemontesi”.
 

Figura 1. Ghiacciai visitati nelle recenti campagne glaciologiche.
Figura 2. Cono di valanga che si estende dalla fronte del ghiacciaio di Signal, Monte Rosa, fino al sottostante ghiacciaio del Belvedere; sotto l’accumulo fresco, di colore bianco, si intravvedono i resti del cono costituito da neve residua, di colore rosso sporco (foto Arpa Piemonte, 30/10/2024).
Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Già dal 2022 la Regione Piemonte ha avviato, in collaborazione con ARPA Piemonte, un’attività di approfondimento finalizzata alla classificazione preliminare dei ghiacciai piemontesi, basata sull’analisi speditiva delle dinamiche glaciali e periglaciali passate e attuali che hanno interessato i singoli corpi glaciali, incrociando con la tipologia e la vicinanza degli elementi antropici esposti. Queste attività si inseriscono nell’ambito di competenza del “Gruppo di Lavoro sul rischio connesso ai fenomeni di dissesto in ambienti glaciali e periglaciali”, istituito nel Maggio 2024 presso il Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e finalizzato alla definizione di un documento condiviso sulle azioni strategiche riguardanti conoscenza, formazione, informazione e sensibilizzazione in relazione ai rischi in ambito alpino, come evidenziato dalla Commissione Grandi Rischi a seguito del crollo del ghiacciaio della Marmolada del Luglio 2022. All’interno del tavolo, la Regione Piemonte partecipa, attraverso esponenti di ARPA Piemonte e dei Settori Regionali Geologico e Protezione Civile, alle attività del primo sottogruppo (“Conoscenza”) finalizzate alla individuazione dei ghiacciai a maggiore pericolosità e relativa proposta di definizione dei criteri di monitoraggio degli stessi.

Dal 2023, ARPA Piemonte ha avviato un programma di monitoraggio dei ghiacciai che, attraverso sopralluoghi diretti e sorvoli in elicottero, prevede osservazioni dirette, foto/video, rilievi fotogrammetrici e Gigapan. Le informazioni raccolte concorrono a definire una baseline dei ghiacciai piemontesi, disponibile sul Geoportale di Arpa Piemonte che rappresenta lo stato attuale dei corpi glaciali e delle aree circostanti ed è lo strumento di riferimento per monitorare l’evoluzione futura. I dettagli sono disponibili nella sezione “L’evoluzione dell’ambiente glaciale nelle Alpi Piemontesi”.
A termine della campagna 2024, sono stati visitati complessivamente 72 ghiacciai piemontesi, su un totale di 107 ed è stato possibile valutare superfici e volumi  dei corpi glaciali per aggiornare il quadro delle estensioni dei ghiacciai piemontesi. I dettagli sono descritti nella sezione “I ghiacciai nelle Alpi piemontesi”.
 

Figura 1. Ghiacciai visitati nelle recenti campagne glaciologiche.
Figura 2. Cono di valanga che si estende dalla fronte del ghiacciaio di Signal, Monte Rosa, fino al sottostante ghiacciaio del Belvedere; sotto l’accumulo fresco, di colore bianco, si intravvedono i resti del cono costituito da neve residua, di colore rosso sporco (foto Arpa Piemonte, 30/10/2024).
Anno
2025

Regolazione estiva dei livelli idrometrici del Lago Maggiore

Nel corso del 2024 è stato riattivato il Gruppo di Lavoro n. 2 (GdL2), che si occupa del Modello di calcolo per la previsione del livello idrometrico, dello svaso preventivo e del monitoraggio idrologico del Lago Maggiore.

In particolare, le attività della sperimentazione riguardano, per il GdL2, il miglioramento del sistema per il monitoraggio meteorologico, idrologico e idraulico e per il Piano di Laminazione ai sensi della Direttiva PCM 27 Febbraio 2004 e della Direttiva PCM 8 luglio 2014, necessari ai fini della gestione in sicurezza della traversa della Miorina per la regolazione dei livelli idrici del Lago Maggiore, valutando a tale scopo un’ipotesi di gestione dinamica dei livelli del lago e un’architettura di gestione coordinata e condivisa di situazioni di crisi idrologica e idraulica, rafforzando altresì lo scambio di informazioni e dati sul bilancio idrico, sulla situazione meteo-idrologica e sulle previsioni. Dati utili che possono concorrere alla previsione dell’andamento dei livelli del lago, quali:

  • gli afflussi al lago previsti dal sistema modellistico idrologico-idraulico “FEWS Po” ;
  • i dati di monitoraggio delle precipitazioni e delle portate disponibili in tempo reale per i corsi d’acqua ricadenti nel bacino imbrifero del lago e, in particolare, i dati messi a disposizione dai Centri Funzionali del Piemonte, della Lombardia e dalla competente struttura tecnica della Confederazione Elvetica;
  • le previsioni di criticità del livello del Lago Maggiore contenute nel Bollettino di previsione delle piene emesso dal Centro Funzionale del Piemonte, secondo le procedure del Disciplinare di Allerta;
  • ogni altra previsione meteorologica ed idrologica, che il Consorzio del Ticino ritenga di utilizzare.

Verranno elaborati dal Modello di calcolo per la previsione del livello idrometrico del Lago Maggiore elaborato dal Gestore, per definire gli scenari previsionali e gestionali. In particolare, con il Modello è già possibile generare la simulazione di una o più sequenze di manovre di svaso e la conseguente "previsione dei livelli del Lago". Lo svaso preventivo costituisce azione sperimentale propedeutica alla redazione del Piano di Laminazione dinamico del Lago Maggiore (in assenza del quale le azioni previste hanno carattere sperimentale e devono essere fatte salve le azioni di protezione civile del vigente Documento di Protezione Civile) ed è finalizzato a due obiettivi:

  • la costituzione di un adeguato volume di laminazione per la riduzione dei colmi di piena nell’asta a valle
  • la mitigazione degli effetti indesiderati (nei confronti della sicurezza idraulica dei territori nella fascia perilacuale e perifluviale) che si determinerebbero, in assenza di tale azione, a seguito dell’applicazione delle nuove regole gestionali introdotte con la sperimentazione.

Obiettivo del monitoraggio quindi è la verifica dell’efficacia dello svaso preventivo e gli eventuali impatti sugli ambienti naturali e sul patrimonio culturale della gestione di livelli di massima regolazione del Lago Maggiore nel periodo primaverile- estivo superiori +1,00 m dell’idrometro di Sesto Calende. Con specifico riferimento alle attività riconducibili al GdL2, al fine della verifica dell'efficacia delle procedure di svaso preventivo, il Gestore è chiamato ad effettuare “ex post” per ogni evento di piena che si verifichi durante la stagione di sperimentazione estiva, opportuni confronti sui livelli idrometrici misurati e previsti.

Le attività del GdL fanno riferimento alla Deliberazione 20 Dicembre 2021, n. 7, a mezzo della quale la Conferenza Istituzionale Permanente dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ADBPO) ha approvato il proseguimento della sperimentazione della regolazione estiva dei livelli del Lago Maggiore nel quinquennio 2022-2026, nonché alla avvenuta conferma dei Gruppi di Lavoro già istituiti nel precedente quinquennio di sperimentazione.

Figura 1. Esempio di confronto tra livelli registrati e scenari simulati dal modello.
Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Nel corso del 2024 è stato riattivato il Gruppo di Lavoro n. 2 (GdL2), che si occupa del Modello di calcolo per la previsione del livello idrometrico, dello svaso preventivo e del monitoraggio idrologico del Lago Maggiore.

In particolare, le attività della sperimentazione riguardano, per il GdL2, il miglioramento del sistema per il monitoraggio meteorologico, idrologico e idraulico e per il Piano di Laminazione ai sensi della Direttiva PCM 27 Febbraio 2004 e della Direttiva PCM 8 luglio 2014, necessari ai fini della gestione in sicurezza della traversa della Miorina per la regolazione dei livelli idrici del Lago Maggiore, valutando a tale scopo un’ipotesi di gestione dinamica dei livelli del lago e un’architettura di gestione coordinata e condivisa di situazioni di crisi idrologica e idraulica, rafforzando altresì lo scambio di informazioni e dati sul bilancio idrico, sulla situazione meteo-idrologica e sulle previsioni. Dati utili che possono concorrere alla previsione dell’andamento dei livelli del lago, quali:

  • gli afflussi al lago previsti dal sistema modellistico idrologico-idraulico “FEWS Po” ;
  • i dati di monitoraggio delle precipitazioni e delle portate disponibili in tempo reale per i corsi d’acqua ricadenti nel bacino imbrifero del lago e, in particolare, i dati messi a disposizione dai Centri Funzionali del Piemonte, della Lombardia e dalla competente struttura tecnica della Confederazione Elvetica;
  • le previsioni di criticità del livello del Lago Maggiore contenute nel Bollettino di previsione delle piene emesso dal Centro Funzionale del Piemonte, secondo le procedure del Disciplinare di Allerta;
  • ogni altra previsione meteorologica ed idrologica, che il Consorzio del Ticino ritenga di utilizzare.

Verranno elaborati dal Modello di calcolo per la previsione del livello idrometrico del Lago Maggiore elaborato dal Gestore, per definire gli scenari previsionali e gestionali. In particolare, con il Modello è già possibile generare la simulazione di una o più sequenze di manovre di svaso e la conseguente "previsione dei livelli del Lago". Lo svaso preventivo costituisce azione sperimentale propedeutica alla redazione del Piano di Laminazione dinamico del Lago Maggiore (in assenza del quale le azioni previste hanno carattere sperimentale e devono essere fatte salve le azioni di protezione civile del vigente Documento di Protezione Civile) ed è finalizzato a due obiettivi:

  • la costituzione di un adeguato volume di laminazione per la riduzione dei colmi di piena nell’asta a valle
  • la mitigazione degli effetti indesiderati (nei confronti della sicurezza idraulica dei territori nella fascia perilacuale e perifluviale) che si determinerebbero, in assenza di tale azione, a seguito dell’applicazione delle nuove regole gestionali introdotte con la sperimentazione.

Obiettivo del monitoraggio quindi è la verifica dell’efficacia dello svaso preventivo e gli eventuali impatti sugli ambienti naturali e sul patrimonio culturale della gestione di livelli di massima regolazione del Lago Maggiore nel periodo primaverile- estivo superiori +1,00 m dell’idrometro di Sesto Calende. Con specifico riferimento alle attività riconducibili al GdL2, al fine della verifica dell'efficacia delle procedure di svaso preventivo, il Gestore è chiamato ad effettuare “ex post” per ogni evento di piena che si verifichi durante la stagione di sperimentazione estiva, opportuni confronti sui livelli idrometrici misurati e previsti.

Le attività del GdL fanno riferimento alla Deliberazione 20 Dicembre 2021, n. 7, a mezzo della quale la Conferenza Istituzionale Permanente dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ADBPO) ha approvato il proseguimento della sperimentazione della regolazione estiva dei livelli del Lago Maggiore nel quinquennio 2022-2026, nonché alla avvenuta conferma dei Gruppi di Lavoro già istituiti nel precedente quinquennio di sperimentazione.

Figura 1. Esempio di confronto tra livelli registrati e scenari simulati dal modello.
Anno
2025

Accordo di cooperazione (Cooperation Working Arrangement - CWA) tra Regione Piemonte, il partenariato 2Zero (EGVIAfor2Zero) e la Commissione Europea DG Ricerca e Innovazione

Anno
2025

L'Accordo di cooperazione tra Regione Piemonte, il partenariato 2Zero (EGVIAfor2Zero) e la Commissione Europea DG Ricerca e Innovazione è finalizzato a stabilire una cooperazione strategica per il raggiungimento dell’obiettivo europeo “Towards zero emission road transport (2Zero)", ovvero "Verso un trasporto su strada a emissioni zero".

Al fine di contribuire al raggiungimento dell'obiettivo europeo della neutralità climatica entro il 2050 attraverso la riduzione significativa delle emissioni nel settore dei trasporti, in data 12 dicembre 2024 la Regione Piemonte ha sottoscritto un Accordo di cooperazione (Cooperation Working Arrangement - CWA) con il partenariato "Towards zero emission road transport (2Zero)" (Verso un trasporto su strada a zero emissioni (2Zero)) e con la Commissione Europea DG Ricerca e Innovazione.

Il partenariato 2Zero è stato istituito formalmente il 23 giugno 2021, viene finanziato nell'ambito del programma Horizon Europe ed è finalizzato ad accelerare la transizione verso una mobilità su strada a zero emissioni in tutta Europa; per farlo, promuove e facilita la ricerca e l'innovazione pre-competitive sulla mobilità del trasporto su strada all'interno dell'Area Europea della Ricerca, identificando le esigenze di ricerca per raggiungere gli obiettivi stabiliti nelle politiche europee in materia di trasporti, energia e ambiente.

L'Accordo di cooperazione sottoscritto consiste in un protocollo di collaborazione finalizzato a contribuire agli obiettivi del programma 2Zero in coerenza con i due documenti strategici regionali "Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) 2021-2027" e "Programma Operativo FESR 2021-2027", massimizzando l’entità degli investimenti in progetti di ricerca e sviluppo "Verso un trasporto su strada a emissioni zero" e dei relativi risultati. Più specificamente, attraverso la sottoscrizione dell'Accordo di cooperazione si è giunti alla condivisione dei seguenti obiettivi comuni:

  • rafforzare la cooperazione in diversi settori degli obiettivi di ricerca, sviluppo e innovazione verso il trasporto su strada a emissioni zero,
  • contribuire agli obiettivi in materia di sicurezza e protezione dell'ambiente stabiliti dalla normativa europea sul clima.

La Regione intende dar seguito all'accordo di cooperazione in una prima modalità attraverso bandi nell'ambito della programmazione PR FESR 2021-27 ("Inviti per partner") in linea con i programmi di lavoro del 2Zero, che potranno fornire sostegno finanziario alle parti interessate per attuare i temi di ricerca, sviluppo e innovazione garantendo l'allineamento tecnico con i pertinenti progetti e priorità finanziati dal 2Zero.

Informazioni aggiuntive

Accordo di cooperazione
https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2024/48/attach/dgr_00404_1030_21112024.pdf

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Mobilità

Protocollo di Cooperazione tra Regione Piemonte e Clean Aviation Joint Undertaking (CAJU)

Anno
2025

Il Protocollo di Cooperazione (Memorandum of Cooperation - MoC) tra Regione Piemonte e Clean Aviation Joint Undertaking (CAJU) è uno strumento attraverso il quale la Regione intende contribuire al raggiungimento degli obiettivi dei programmi comunitari tesi alla neutralità climatica dell'aviazione attraverso tecnologie a emissioni zero.

Il settore aerospaziale rappresenta una delle eccellenze scientifiche e produttive consolidate del territorio piemontese, imperniate su un nucleo forte di grandi imprese di riferimento e un sistema di numerose PMI specializzate nel settore dei processi tecnologici e produttivi compatibili con gli standard tecnici più avanzati richiesti dallo specifico mercato.

Oggi le sfide della trasformazione e della transizione ecologica poste dall'Unione Europea per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di neutralità climatica attraverso tecnologie a emissioni zero in tale comparto assumono una rilevanza cruciale per rendere i velivoli maggiormente sostenibili ed efficienti.

Per contribuire al raggiungimento di tali obiettivi, in data 28 novembre 2023 la Regione ha sottoscritto un Protocollo di Cooperazione (Memorandum of Cooperation - MoC) con Clean Aviation Joint Undertaking (CAJU).

CAJU, istituito nel 2021 nell'ambito del Programma Quadro Horizon Europe (2021-27), rappresenta il più grande partenariato europeo pubblico-privato costituito dalla Commissione Europea, dall'industria aeronautica europea, istituti di ricerca e università, per sostenere gli obiettivi di ricerca e innovazione verso un'aviazione sostenibile a zero emissioni in linea con gli obiettivi del "Green Deal" europeo, attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas dei velivoli nonché i livelli di rumore.

La missione del CAJU consiste nello sviluppare collaborazioni a livello europeo, nazionale e regionale individuando e massimizzando le sinergie o le possibilità di finanziamenti complementari derivanti dalle attività comuni e dai diversi programmi, specie quelli che sostengono lo sviluppo di soluzioni innovative e attività di formazione nell’ambito della ricerca, in particolare dell’aviazione sostenibile.

Con la sottoscrizione del Protocollo di Cooperazione, la Regione partecipa agli obiettivi del CAJU, che consistono in:

- stabilire una cooperazione strategica relativa all'obiettivo europeo "Net Zero Aviation", volto al raggiungimento della neutralità climatica dell'aviazione attraverso tecnologie a emissioni zero entro il 2027-2029, al fine di ottimizzare le sinergie tra le parti e allineare obiettivi, priorità e temi della ricerca e innovazione, massimizzando l'impatto delle relative risorse finanziarie e dei risultati derivanti dai progetti di ricerca e sviluppo in ambito aeronautico;

- individuare ulteriori possibilità di finanziamenti da attività e programmi pertinenti a livello europeo, nazionale e regionale, con particolare riguardo a quelli che mirano a sostenere l’applicazione di soluzioni innovative, la formazione di nuove competenze specifiche nel settore dell’aeronautica e sviluppo regionale, tra cui rientra il Programma Regionale FESR 2021-2027.

La roadmap tecnologica

Strumento di cooperazione per perseguire le suddette finalità è la roadmap tecnologica condivisa, allineata agli obiettivi del CAJU, il cui scopo è individuare i relativi pertinenti programmi di investimenti regionali, le priorità e le tecniche di R&I su cui allineare attività, progetti complementari e possibilità di finanziamenti che potranno essere sostenuti nell'ambito dei propri programmi e/o strumenti di finanziamento.

I bandi regionali

La Regione ha dato seguito all'accordo di cooperazione in una prima modalità attraverso la previsione di uno specifico elemento di premialità all’interno dei propri bandi a supporto di R&D per quei progetti coerenti con gli ambiti inclusi nella roadmap tecnologica e nella S3 regionale. Tale elemento di premialità prevede che i partenariati che presentino questa tipologia di progetti non debbano sottostare - diversamente da altri – a un numero massimo di domande presentabile e, soprattutto, prevede l’attribuzione di un punteggio premiale in sede di valutazione di merito.

Informazioni aggiuntive

Clean Aviation Joint Undertaking (CAJU) 
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/sistema-ricerca-innovazione/collaborazione-regione-piemonte-clean-aviation-joint-undertaking-caju

 

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Mobilità