Smart Specialization Strategy (S3) 2021-2027

Anno
2025

La Strategia di Specializzazione Intelligente (Smart Specialization Strategy – S3) è il documento strategico di durata settennale che, a partire dal 2014, definisce le priorità e gli ambiti di specializzazione su cui la Regione deve concentrare gli investimenti dei fondi strutturali in materia di ricerca e innovazione come vettori di competitività.
 

Obiettivi della strategia


Costruita a partire dai vantaggi competitivi propri del Piemonte, la S3 2021-2027 della Regione Piemonte (approvata con DGR n. 43-4315 del 10/12/2021) punta a rafforzare la ricerca e l’innovazione come strumenti per accompagnare il processo di trasformazione degli assetti produttivi e di riconfigurazione tecnologica e organizzativa del sistema delle imprese piemontesi verso modelli in grado di coniugare competitività e sostenibilità, e a tal fine si fonda su due pilastri:

  • i Sistemi Prioritari dell’innovazione (SPI), ovvero i campi di specializzazione settoriale su cui far convergere il sostegno dei fondi strutturali in tema di Ricerca e Innovazione nel settennio di programmazione 2021-2027: Aerospazio; Mobilità Sostenibile; Manifattura avanzata; Tecnologie, risorse e materiali verdi; Food; Salute;
  • le Componenti Trasversali dell’Innovazione (CTI), ovvero grandi direttrici di trasformazione trasversali a tutti i Sistemi Prioritari: 

    1) la transizione digitale;
    2) la transizione ecologica;
    3) l’innovazione a impatto sociale e territoriale;

    a queste, si aggiunge una quarta componente, “capacità e competenze”, quale criterio qualitativo di indirizzo o premiale degli interventi.
     

Componenti Trasversali dell’Innovazione e Sistemi Prioritari sono strettamente interconnessi: infatti i SPI delineano i campi settoriali a cui devono afferire i progetti che vengono presentati nell’ambito dei bandi che la Regione attiva nel corso della programmazione 2021-2027, ma al loro interno vengono sostenuti esclusivamente quei progetti, programmi, soluzioni connessi ad almeno una delle CTI, secondo un approccio trasversale e integrato.

Da questa architettura emerge l’importanza che la S3 2021-2027 assegna alla capacità di coniugare innovazione e uso efficiente e sostenibile delle risorse, che, oltre a contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati dalla normativa e dagli accordi internazionali, sempre più si pone come potente fattore di competitività.
La S3 persegue questo obiettivo sia sostenendo - in un’ottica trasversale e inclusiva, attraverso la CTI “Transizione ecologica” - la riconversione e l’innovazione in chiave sostenibile dei sistemi produttivi esistenti con la crescita dell’offerta di beni e servizi di positivo impatto ambientale, sia individuando campi di applicazione dei singoli SPI direttamente connessi allo sviluppo di prodotti/processi e tecnologie green.

In particolare, il tema della transizione eco-sostenibile assume un ruolo rilevante nei seguenti SPI:

  • “Tecnologie, risorse, materiali verdi” - include attività che forniscono i beni intermedi e gli input per la transizione ecologica. All’interno di questa sono compresi la produzione di energia pulita e in generale il settore delle utilities, ma anche l’industria dei materiali nelle sue diverse componenti, con riferimento particolare ai materiali per l’edilizia sostenibile e per i lavori infrastrutturali, e all’industria tessile, con l’obiettivo di posizionare il sistema industriale piemontese all’avanguardia del processo di decarbonizzazione, sviluppare nuove filiere legate a materiali e vettori energetici verdi e rilanciarne altre in chiave sostenibile;
  • “Aerospazio” - qui le sfide della trasformazione e della transizione ecologica assumono una rilevanza dirimente per rendere i velivoli maggiormente sostenibili ed efficienti, anche alla luce dell’evoluzione normativa;
  • “Mobilità” - i campi di applicazione individuati dalla S3 riguardano, tra gli altri, il riposizionamento del sistema della componentistica nel paradigma della mobilità digitale e sostenibile e la progettazione e implementazione di sistemi di trasporto e di mobilità a basso impatto;
  • “Manifattura avanzata” - le sfide poste dalla S3 includono il rinnovamento strategico delle imprese di alcuni settori di specializzazione (tessile-abbigliamento, gioielli, prodotti in metallo) in chiave green e digitale.
     
Tavoli tematici


In attuazione della Strategia regionale di Specializzazione Intelligente 2021-2027 sono stati avviati alcuni Tavoli tematici: luoghi di confronto istituzionale tra i diversi attori del sistema dell’innovazione regionale e organizzati sulla base dei Sistemi Prioritari dell’Innovazione con l’obiettivo di mantenere un presidio permanente che permetta di monitorare l’evoluzione dei Sistemi Prioritari e delle Componenti Trasversali dell’Innovazione (attori, competenze, traiettorie in atto); tra questi, si segnala il Tavolo dedicato alle tecnologie, materiali e risorse verdi. 

 

Informazioni e risorse aggiuntive


Strategia di Specializzazione Intelligente (S3):
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/sistema-ricerca-innovazione/strategia-specializzazione-intelligente-s3-2021-2027


Riferimenti normativi:
Regolamento UE 2021/1060
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32021R1060

Deliberazione della Giunta Regionale 10 dicembre 2021, n. 43-4315 - http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2021/50/attach/dgr_04315_1050_10122021.pdf

 

 

Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Strategie per la Banda Ultralarga e per la Crescita Digitale in Piemonte

Anno
2025

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che gli investimenti degli operatori privati in Italia sono insufficienti a permettere il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea (DAE).

Le reti a banda ultralarga rappresentano un fattore chiave per lo sviluppo della Società dell’Informazione e sono una condizione abilitante per la crescita economica.
La loro diffusione sul territorio, grazie alla maggiore velocità e affidabilità di trasmissione, abiliterà in modo significativo la diffusione dell’informazione, la condivisione e l’accessibilità del patrimonio pubblico, lo sviluppo e l’adozione di nuovi servizi digitali (o potenziamento degli esistenti) nel pubblico e nel privato, l’inclusione e la partecipazione dei cittadini, favorendo l’innovazione e il cambiamento in campo sociale ed economico.

Il Piano di Investimenti per la diffusione della banda ultralarga, cardine dell’investimento pubblico nelle reti infrastrutturali, è concepito in stretta sinergia con la Strategia per la crescita Digitale, dal momento che entrambe intendono contribuire all’aumento della digitalizzazione dell’economia e della società e di conseguenza delle potenzialità di innovazione del territorio.

A livello regionale, la due strategie convergono nelle misure che incidono sull’obiettivo tematico 2 della politica di coesione “Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), nonché il loro utilizzo e qualità” e nei contenuti programmatici di un asse dedicato: l’Asse II Agenda Digitale del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.

Gli investimenti perseguono l’obiettivo di migliorare la performance digitale del Piemonte, allineandola ai valori della media europea, prendendo in considerazione cinque dimensioni chiave: connettività, capitale umano, utilizzo dei servizi internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali riassunte nell’indice europeo DESI Index (The Digital Economy and Society Index).

Con le azioni in essere si intende:

  • garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana in coerenza con l’Agenda digitale europea;
  • contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, favorendo l'innovazione e la crescita economica, culturale e sociale del Paese, promuovendo l’alfabetizzazione digitale di cittadini e imprese, creando nuove conoscenze e opportunità di sviluppo.

A livello di dotazione infrastrutturale è previsto il potenziamento delle dotazioni con la previsione di:

  • copertura ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana;
  • copertura ad almeno 30 Mbps garantita alla totalità della popolazione italiana;
  • copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare), delle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, delle aree industriali, delle principali località turistiche e degli snodi logistici
  • garanzia di internet veloce nelle aree dove gli operatori di mercato non hanno programmato di investire direttamente e ridurre le marginalità territoriali mettendo in condizione ogni territorio di disporre dell’infrastruttura di rete;
  • assicurare il rilegamento in fibra ottica delle sedi della Pubblica Amministrazione centrale e locale (edifici pubblici quali scuole, sedi e presidi sanitari, sedi delle forze dell’ordine, sedi comunali) e nelle aree industriali.
     

Per approfondimenti visita la pagina dedicata all'Agenda Digitale della Regione Piemonte e dell'Osservatorio ICT del Piemonte: https://www.osservatorioict.piemonte.it/

Gli investimenti per le reti a banda ultralarga, come ripreso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), devono essere accompagnati da interventi mirati allo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini; secondo i dati del Digital Economy and Society Index 2021, l’Italia è terzultima in Europa nella dimensione del capitale umano. Solo il 42 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base (56 % nell'UE) e solo il 22 % dispone di competenze  superiori a quelle base (31 % nell'UE).  Nel quadro del sostegno della transizione digitale del Paese e la modernizzazione della PA, delle infrastrutture di comunicazione e del sistema produttivo, la Regione è impegnata nell’attuazione della Misura 1.7.2 “Rete di servizi di facilitazione digitale” prevista dalla Missione 1 Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo - Componente 1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione.

Con la DGR n. 62 – 6055 del 25 novembre 2022 è stato approvato il Piano operativo regionale che prevede un bando non competitivo rivolto a diverse forme di aggregazione tra comuni piemontesi (cosiddetti "soggetti sub-attuatori"), allo scopo di favorire la predisposizione ed il finanziamento di reti locali di facilitazione, le tempistiche per la definizione delle progettualità, la creazione di 199 nodi di facilitazione digitale entro il 30 giugno 2023 e l’erogazione dei servizi di facilitazione erogati a 160.000 cittadini entro il 31 dicembre 2025; il 10 gennaio 2023 è stato sottoscritto l’Accordo per la realizzazione della Misura 1.7.2 “Rete di servizi di facilitazione digitale” tra la Regione Piemonte Direzione Competitività del Sistema Regionale e la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per la trasformazione digitale.
L’obiettivo generale del progetto “Rete di servizi di facilitazione digitale” è legato all’accrescimento delle competenze digitali diffuse per favorire l’uso autonomo, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie, per promuovere il pieno godimento dei diritti di cittadinanza digitale attiva da parte di tutti e per incentivare l’uso dei servizi online dei privati e delle Amministrazioni Pubbliche, semplificando il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione.

Con l’azione si intende contribuire all’aumento del grado di utilizzo dei servizi pubblici digitali (e-government) e della digitalizzazione della società, allineando il Piemonte al valore della dimensione “Connettività” dell’indice Digital Economy and Society Index (DESI) alla media UE.
 

Informazioni e risorse aggiuntive

Agenda Digitale della Regione Piemonte e dell'Osservatorio ICT del Piemonte
https://www.osservatorioict.piemonte.it/

PNNR - Misura 1.7.2 “Rete di servizi di facilitazione digitale”
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/sviluppo-territoriale/pnrr-rete-servizi-facilitazione-digitale

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Territorio

Sviluppo Urbano Sostenibile

Anno
2025

La Regione, nel quadro della Politica di Coesione Europea 2014-20, ha sostenuto la crescita territoriale riconoscendo il ruolo strategico dei poli urbani e, contestualmente, rileva importanti criticità (nella qualità/quantità dei servizi di e-government ed e-health, relativamente all’efficienza energetica nonché alla competitività delle destinazioni turistiche) che richiedono l’attivazione di strategie di medio periodo incentrate su azioni di contrasto a tali problematiche.

Con la previsione di un asse dedicato, Asse VI Sviluppo Urbano Sostenibile del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-20 e Piano Sviluppo e Coesione 2000-2020 della Regione Piemonte, si promuove la redazione di Strategie integrate per lo sviluppo nei sette capoluoghi di provincia: la Città di Alessandria, la Città di Asti, il Comune di Biella, la Città di Cuneo, il Comune di Novara, la Città di Verbania e la Città di Vercelli, al fine di renderli - secondo il paradigma smart cities - luoghi maggiormente innovativi, efficienti e competitivi.

Le Strategie sono indirizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  1. miglioramento dell’offerta di servizi digitali da parte delle Amministrazioni Pubbliche a vantaggio dei cittadini e delle imprese e con effetti diffusi a scala vasta;
  2. miglioramento del risparmio energetico di edifici pubblici non residenziali, a favore dell’abbattimento dei costi di gestione e delle emissioni climalteranti;
  3. miglioramento della valorizzazione dei poli culturali come volano della promozione turistica del territorio.

Le azioni consistono nell’adozione di:

  1. soluzioni tecnologiche per la realizzazione di servizi di e-government interoperabili e di soluzioni integrate per le Smart Cities and Communities negli ambiti prioritari cultura-turismo, energia-ambiente, government e mobilità;
  2. interventi per l’eco-efficienza e la riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche attraverso interventi di ristrutturazione, ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti;
  3. interventi per la riduzione dei consumi energetici delle reti di illuminazione pubblica, mediante la sostituzione di punti luce, l’installazione di Smart lamp post in grado anche di erogare servizi smart e innovativi;
  4. interventi per la tutela, la valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale, destinati ad attivare processi di sviluppo economico.

I beneficiari delle Strategie Urbane d’Area (SUA) sono le seguenti 14 aggregazioni: 1. Alto Novarese e Bassa Valsesia, 2. Comuni Alessandrini, 3.Langhe,  4. Braidese, 5. Monregalese e Basso Cuneese, 6. Saluzzese, 7. Pinerolese, 8. Valli di Susa e Sangone, 9.Ciriacese, 10. Canavese ed eporediese, 11. Collina e pianura Torinese, 12. Area Metropolitana Ovest,13. Area, Metropolitana Sud, 14. Area Metropolitana Nord.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Lo Sviluppo Urbano Sostenibile:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/sviluppo-territoriale/sviluppo-urbano-sostenibile

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/fondo-europeo-sviluppo-regionale-fesr/programma-regionale-fesr-2021-2027/programma-regionale-pr-fesr-20212027-strategie-urbane-darea-sua

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Territorio

FESR 21-27 - Strategie Urbane d'Area (SUA)

Il territorio regionale è anche connaturato da zone rifunzionalizzate per effetto di processi di decentramento manifatturiero, di catene logistico-distributive e di attraversamenti infrastrutturali che rappresentano un’opportunità di crescita economica, di creazione di occupazione e soddisfacimento di nuovi bisogni sociali espressione di rinnovate esigenze di qualità della vita, di domanda di servizi culturali e sociali, di infrastrutture connettive e interventi sul patrimonio. Per ridurre le importanti criticità rilevate, nel mix produttivo, nella localizzazione delle funzioni per l’economia, nella qualità/quantità dei servizi disponibili per l’attrattività e la vita quotidiana, che si riflettono sui divari di sviluppo territoriale - tra il centro metropolitano e le periferie e tra l’area metropolitana e i centri intermedi urbani - sono richieste strategie di medio periodo incentrate su azioni di contrasto a tali problematiche.

Nel ciclo di programmazione 2021-27, la Regione continua a riconoscere un ruolo strategico alle aree urbane e sostiene uno sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza, attraverso una azione dedicata - le Strategie Urbane d’Area (SUA) - del Programma Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2021-2027 per concorrere al perseguimento dell’Obiettivo Strategico 5 Un’Europa più vicina ai cittadini attraverso le promozione dello sviluppo sostenibile e integrato di tutti i tipi di territorio e delle iniziative locali previsto dalla Politica di Coesione Europea.

Mediante il coinvolgimento delle comunità locali, la Regione promuove la redazione e l’attuazione di Strategie Urbane d’Area nei sistemi intercomunali a densità intermedia e gravitanti su centri maggiori, che includono Comuni di diverse dimensioni ma che hanno relazioni di funzionalità reciproca, di contiguità geografica e di omogeneità storico-culturale e sociale. Le SUA,  in linea con quelli definiti Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs) e dalla Nuova Carta per le Città Sostenibili, sono strumenti indirizzati al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  1. rigenerazione urbana;
  2. tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico, culturale, turistico e naturale;
  3. miglioramento della qualità dell’aria e mobilità sostenibile;
  4. miglioramento dell’utilizzo e della qualità delle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) mediante l’offerta di servizi digitali interoperabili e di soluzioni integrate con effetti diffusi a scala vasta in ambiti prioritari.

Per approfondimenti visita la pagina dedicata: 
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/fondo-europeo-sviluppo-regionale-fesr/programma-regionale-fesr-2021-2027/programma-regionale-pr-fesr-20212027-strategie-urbane-darea-sua

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Il territorio regionale è anche connaturato da zone rifunzionalizzate per effetto di processi di decentramento manifatturiero, di catene logistico-distributive e di attraversamenti infrastrutturali che rappresentano un’opportunità di crescita economica, di creazione di occupazione e soddisfacimento di nuovi bisogni sociali espressione di rinnovate esigenze di qualità della vita, di domanda di servizi culturali e sociali, di infrastrutture connettive e interventi sul patrimonio. Per ridurre le importanti criticità rilevate, nel mix produttivo, nella localizzazione delle funzioni per l’economia, nella qualità/quantità dei servizi disponibili per l’attrattività e la vita quotidiana, che si riflettono sui divari di sviluppo territoriale - tra il centro metropolitano e le periferie e tra l’area metropolitana e i centri intermedi urbani - sono richieste strategie di medio periodo incentrate su azioni di contrasto a tali problematiche.

Nel ciclo di programmazione 2021-27, la Regione continua a riconoscere un ruolo strategico alle aree urbane e sostiene uno sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza, attraverso una azione dedicata - le Strategie Urbane d’Area (SUA) - del Programma Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2021-2027 per concorrere al perseguimento dell’Obiettivo Strategico 5 Un’Europa più vicina ai cittadini attraverso le promozione dello sviluppo sostenibile e integrato di tutti i tipi di territorio e delle iniziative locali previsto dalla Politica di Coesione Europea.

Mediante il coinvolgimento delle comunità locali, la Regione promuove la redazione e l’attuazione di Strategie Urbane d’Area nei sistemi intercomunali a densità intermedia e gravitanti su centri maggiori, che includono Comuni di diverse dimensioni ma che hanno relazioni di funzionalità reciproca, di contiguità geografica e di omogeneità storico-culturale e sociale. Le SUA,  in linea con quelli definiti Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs) e dalla Nuova Carta per le Città Sostenibili, sono strumenti indirizzati al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  1. rigenerazione urbana;
  2. tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico, culturale, turistico e naturale;
  3. miglioramento della qualità dell’aria e mobilità sostenibile;
  4. miglioramento dell’utilizzo e della qualità delle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) mediante l’offerta di servizi digitali interoperabili e di soluzioni integrate con effetti diffusi a scala vasta in ambiti prioritari.

Per approfondimenti visita la pagina dedicata: 
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/fondo-europeo-sviluppo-regionale-fesr/programma-regionale-fesr-2021-2027/programma-regionale-pr-fesr-20212027-strategie-urbane-darea-sua

Anno
2025

La Strategia Nazionale Aree Interne

Anno
2025

Le Aree Interne sono identificate a livello nazionale, e riconosciute a livello europeo dal Piano Nazionale di Riforma 2012, come un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni, significativamente distanti dai principali centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità) e che in molti casi sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi, con ripercussioni sul trend demografico sia in termini di numero di residenti, sia di composizione per età e natalità.

Il potenziale sviluppo economico legato alle aree interne è rappresentato dal capitale territoriale, spesso inutilizzato, caratterizzato da importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) in esse presenti.

Il concorso di tre livelli di governo (locale, regionale e nazionale) previsto dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) intende creare nuove possibilità di reddito e assicurare agli abitanti l’accessibilità ai servizi essenziali (sanità, istruzione e trasporti) per contrastare processi di marginalizzazione in atto o evitare che i fenomeni si manifestino.

La numerosa presenza sul territorio regionale di aree meno densamente urbanizzate, con svantaggi naturali anche permanenti legati principalmente alla condizione transfrontaliera e all’altitudine (che in Piemonte coincidono sostanzialmente con le zone rurali di alta collina e di montagna che hanno risentito di un secolare percorso di abbandono e dove si rilevano i maggiori disagi per la distanza dai centri di offerta dei servizi, ma alle quali si guarda con rinnovato interesse, anche alla luce delle nuove urgenze emerse con la pandemia) e il fatto che siano esposte ad un crescente isolamento, all’invecchiamento della popolazione e all’impoverimento delle dotazioni infrastrutturali (anche come conseguenza del processo di mutamento industriale in corso da tempo), dei servizi e all’abbandono del presidio umano e della cura del territorio, rappresenta una opportunità per la Regione di mantenere e sostenere programmi e azioni per lo sviluppo sostenibile, ovvero che perseguono unitamente gli obiettivi di crescita economica con quelli dell’integrità degli ecosistemi e dell’equità sociale, che interessino il territorio e le comunità che vi risiedono, per contribuire a raggiungere gli obiettivi definiti dall'Agenda 2030 (ONU) declinati nella Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS).

Il potenziale di sviluppo economico legato alle aree interne è rappresentato dal capitale territoriale, spesso inutilizzato, caratterizzato dalle importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali materiali e immateriali di pregio (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) in esse presenti. In queste aree, l’intervento della Regione Piemonte consiste nel promuovere la definizione di un programma di investimenti integrato d’area, gestito dai Comuni in forma associata, che prevede l’attivazione di strumenti destinati sia al miglioramento nella fornitura di servizi essenziali in campo sanitario, scolastico e della mobilità, che al sostegno all’avvio di processi di sviluppo locale: aiuti alle imprese per la creazione e il rafforzamento delle filiere produttive locali, finanziamento di progetti destinati a valorizzare il patrimonio naturale e culturale delle aree e il miglioramento delle opportunità di formazione, occupazione e inclusione sociale mediante la progettazione e realizzazione di opere pubbliche e l’acquisizione di beni e servizi.

Attualmente, la Regione Piemonte è impegnata a supportare la realizzazione delle Strategie d’area delle quattro aree pilota individuate nella Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) del periodo 2014-2020: Area Interna “Valle Maira e Grana”, Area Interna “Valli dell’Ossola”, Area Interna “Valle Bormida” e Area Interna “Valli di Lanzo”, per cui le aree hanno iniziato a lavorare in maniera graduale, per blocchi e in modo coerente con le disponibilità finanziarie assicurate dello Stato, attraverso il Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie, per quanto concerne il pilastro del rafforzamento dei servizi essenziali (scuola, mobilità e salute). 

Nel ciclo di programmazione 2021-27, in linea con le previsioni del Documento Strategico Unitario (DSU) approvato dal Consiglio Regionale il 7 settembre 2021, il lavoro della Regione Piemonte continua nella direzione di:

  • rafforzare il ruolo guida delle forme di associazionismo (Unione di Comuni Capofila d’area) impegnate nell’attuazione della SNAI;
     
  • agevolare la realizzazione degli investimenti programmati nelle Strategie territoriali e la valutazione delle realizzazione e dei risultati degli interventi previsti nei Programmi integrati d’area condivisi negli Accordi di Programma Quadro di riferimento sottoscritti dal Capofila dell’area, dalla Regione Piemonte, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dal Ministero della Salute, dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e dall’Agenzia per la Coesione Territoriale ora Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
     
  • informare e agevolare i Capofila d’area per l’attrazione delle risorse aggiuntive per le aree interne previste: dalla riprogrammazione delle risorse non impegnate del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie a favore del contrasto agli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile (Decreto Legge 8 settembre 2021, n. 120, art. 4), dal PNNR (Missione 5 Inclusione e Coesione - componente 5 C3 Interventi speciali per la coesione territoriale per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità e il consolidamento dei servizi sanitari di prossimità), dal Fondo complementare al PNNR per il miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade (Decreto Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili di concerto con il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale e il Ministro dell’Economia e delle Finanze del 27 settembre 2021) e dalla Delibera CIPESS n. 41/2022 per l’integrazione delle risorse a favore del pilastro del rafforzamento dei servizi essenziali (scuola, mobilità e salute);
     
  • attuare la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) del ciclo 2021-2027 rendendo strutturale la modalità di intervento a favore delle aree diverse da quelle urbane con l’Azione 5.II.1 Strategia Aree interne incardinata nel PR Piemonte FESR 2021-2027, nella cornice programmatica della Politica di Coesione Europea.

In ragione del riparto delle risorse statali del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie disponibili (art. 1 c. 314 L n. 160/2019), la Regione Piemonte ha individuato come prioritario il sostegno al territorio alpino e a quello appenninico e, sulla base dei criteri definiti a livello nazionale (“Criteri per la Selezione delle Aree Interne da sostenere nel ciclo 2021 – 2027” di gennaio 2022) ha candidato due nuove aree interne riconosciute, a seguito di istruttoria nazionale, come appartenenti alla SNAI del periodo 2021-2027: Valsesia, con caratteristiche proprie delle Alpi e condizioni di debolezza dovute alla difficile accessibilità, e Terre del Giarolo, con condizioni di fragilità proprie dell’Appennino.

Il modello di intervento contribuisce all’obiettivo strategico di policy (OP) 5 Un’Europa più vicina ai cittadini e l’approccio SNAI è considerato per l’Italia il principale riferimento per l’obiettivo specifico e/ii Promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo a livello locale, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza nelle aree diverse da quelle urbane dell’art. 3 del Regolamento UE n. 2021/1058 relativo all’intervento del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), ma al cui concorso contribuiscono anche altri Fondi comunitari (in particolare il Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027 e il Fondo Europeo per lo Sviluppo Agricolo Regionale 2023-2027) e nazionali (Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie, assegnazione Delibera CIPESS n. 41/2022) con i loro obiettivi specifici.

La Regione concentra il metodo e le risorse dell’Azione 5.II.1 Strategia Aree interne sulle nuove Aree Interne “Terre del Giarolo” e “Valsesia”, lavorando con associazioni di Comuni che costituiscano il soggetto pubblico di riferimento della Strategia Territoriale (ST); si dovranno prevedere meccanismi di coordinamento, a livello locale e regionale, per l’utilizzo del Fondo Europeo per lo Sviluppo Agricolo programmato sul CSR 2023-2027 a favore delle aree interne, a sua volta sviluppato in sinergia con LEADER/CLLD per contribuire allo sviluppo delle zone rurali, e del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie destinato al rafforzamento dei servizi essenziali.

L’azione viene attuata attraverso l’utilizzo dello strumento dell’Investimento Territoriale Integrato (ITI) di cui all’art. 28, lett. a) del Reg (UE) 2021/1060, nei seguenti ambiti di investimento:

  • valorizzazione delle risorse naturali (ambiente, paesaggio e risorse naturali, incluse i siti Natura 2000 e le aree di pregio paesaggistico e naturalistico per contribuire alla conservazione della biodiversità) e culturali specifiche dei luoghi, attraverso interventi capaci di rendere l’offerta turistica più attrattiva, moderna e appetibile, e ampliare così il fronte della domanda sia da parte delle comunità locali sia dei fruitori esterni;
  • riuso e gestione dei beni pubblici abbandonati o non utilizzati, anche al fine di promuovere l'insediamento di nuove economie, capaci di creare nuovi valori per le comunità locali e favorire al     contempo la tutela attiva e la resilienza dei territori (affrontando però con determinazione le criticità e le debolezze relative agli     strumenti di gestione e alle forme di governance efficaci dei sistemi e delle reti di beni/servizi);
  • interventi per la fruizione dolce dei territori, fatta di ciclovie,     percorsi tematici e cammini in grado di collegare frazioni, borghi e centri abitati isolati;
  • interventi a supporto dell'inclusione digitale delle comunità;
  • processi per l’inclusione attiva e il miglioramento della qualità e disponibilità dei servizi di prossimità alla cittadinanza, con il concorso di risorse statali e del Fondo Sociale Europeo (FSE+) 2021-2027.

Il sostegno alle singole aree/coalizioni locali avviene attraverso il disegno di una proposta di “Strategia Territoriale - Progetto integrato d’area”, nel quale il progetto è un insieme di operazioni connesse finalizzate all’attuazione della prima, che sarà oggetto di condivisione attraverso la stipula di un Accordo di Programma Quadro (APQ) dedicato da parte di tutte le Amministrazioni pubbliche coinvolte, a livello locale, regionale e nazionale, per assicurare l’impegno congiunto delle stesse alla realizzazione degli investimenti a favore dei cittadini dell’area interna.

Il 5 agosto 2024 l'Autorità responsabile per le aree interne della Regione Piemonte ha trasmesso al Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud della Presidenza del Consiglio dei Ministri la proposta di Strategia Territoriale (ST) elaborata dalla nuova Area Interna “Terre del Giarolo”, accompagnata dalla documentazione adottata per il rispetto della condizionalità in tema di associazionismo intercomunale, per l’istruttoria funzionale all’approvazione della Strategia Territoriale ai sensi della legge n. 162 del 13 novembre 2023.

Il 30 ottobre 2024 l'Autorità responsabile per le aree interne della Regione Piemonte ha trasmesso al Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud della Presidenza del Consiglio dei Ministri la proposta di Strategia Territoriale (ST) elaborata dalla nuova  Area Interna "Valsesia", accompagnata dalla documentazione adottata per il rispetto della condizionalità in tema di associazionismo intercomunale, per l’istruttoria funzionale all’approvazione della Strategia Territoriale ai sensi della legge n. 162 del 13 novembre 2023.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Strategia Nazionale Aree Interne:
https://politichecoesione.governo.it/it/politica-di-coesione/strategie-tematiche-e-territoriali/strategie-territoriali/strategia-nazionale-aree-interne-snai/

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/fondo-europeo-sviluppo-regionale-fesr/programma-regionale-fesr-2021-2027/aree-interne-quali-territori-parliamo

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Tipo Strumento
Territorio

Disturbo olfattivo – segnalazioni dei cittadini

Anno
2025

Per dare un’idea della dimensione del fenomeno “disturbo olfattivo”, la seguente figura rappresenta i dati riferiti al numero di contatti raccolti su tutto il Piemonte da Arpa attraverso l’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP); i dati comprendono segnalazioni, esposti, richieste di informazioni, richieste di accesso agli atti ed informazioni sullo stato di avanzamento di una pratica. I dati sono riportati dal 2012, anno in cui per monitorare meglio le tipologie di richieste e segnalazioni, l’URP ha inserito all’interno della voce “aria” la sottovoce “puzze”. Dall’analisi dei dati raccolti nel 2024 emerge un numero contatti totali sul tema odori pari a 406, su 783 relativi alla tematica aria, con un totale di 4944 relativi alle diverse matrici ambientali.  

Numero di contatti per differenti problematiche ambientali raccolti su tutto il Piemonte da Arpa attraverso l’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP) nel periodo 2012-2024 - Fonte Arpa Piemonte

A livello regionale, le problematiche legate ai disturbi olfattivi non sono riconducibili unicamente agli impianti tradizionalmente associati a tali fenomeni, come quelli per il trattamento dei rifiuti, dei sottoprodotti di origine animale, gli allevamenti e i depuratori di acque reflue urbane. Anche altre tipologie di impianti possono contribuire in modo significativo, tra cui quelli per la lavorazione dei bitumi, le industrie farmaceutiche, la produzione di manufatti in gomma o materiali plastici, le fonderie e le aziende del settore metalmeccanico o automobilistico.

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Aria

Monitoraggio Direttive Habitat e Uccelli

Anno
2025

Secondo quanto previsto dall'art. 11 della Direttiva Habitat, gli Stati Membri sono tenuti a garantire la sorveglianza dello stato di conservazione degli habitat e delle specie (elencate negli Allegati I, II, IV e V) di interesse comunitario su tutto il territorio nazionale.

I risultati del monitoraggio devono essere trasmessi alla Commissione Europea in accordo con l'articolo 17 della Direttiva Habitat, che prevede ogni sei anni l'elaborazione di un Rapporto Nazionale sullo stato di attuazione delle disposizioni della Direttiva. Analogamente, il monitoraggio dello stato di conservazione è un'attività indispensabile anche per valutare il raggiungimento di quanto previsto all'art. 2 della Direttiva Uccelli, ovvero il conseguimento per tutte le specie di avifauna di un livello adeguato di conservazione.

Dall’entrata in vigore della Direttiva Habitat sono già stati prodotti dagli Stati Membri quattro National Report, di cui l’ultimo si riferisce al periodo 2013-2018 e i cui risultati sono stati pubblicati nel 2019 con le valutazioni dello stato di conservazione delle specie e degli habitat.

Il IV Report è stato predisposto con il coordinamento nazionale della Direzione Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente, con il supporto tecnico di ISPRA e la collaborazione delle principali Società scientifiche nazionali; le attività di monitoraggio e di rendicontazione sono state effettuate dalle Regioni e Province Autonome. È stato quindi possibile raccogliere, elaborare, revisionare e validare una enorme mole di dati e definire le valutazioni sullo stato di conservazione necessarie alla compilazione dei format predisposti dalla Commissione Europea.

In Regione Piemonte l'attività di raccolta e analisi dati è stata svolta in collaborazione con l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA) e l’Università degli Studi di Torino e ha visto il forte coinvolgimento dei soggetti gestori dei siti Natura 2000 (Aree protette e Province). I dati trasmessi al Ministero dell’Ambiente e all’ISPRA rappresentano un aggiornamento rispetto al III Report in quanto sono il risultato delle più recenti attività di rilievo su campo e di analisi dei dati dei monitoraggi condotti dai Soggetti gestori dei siti Natura 2000 e da IPLA.

In seguito alla conclusione del IV Report, è proseguita l’attività di formazione del personale dei Soggetti gestori e di monitoraggio in campo delle specie e degli habitat per il nuovo ciclo di Reporting 2019-2024, anche sulla base delle più recenti indicazioni tecnico-scientifiche fornite dal Ministero e dall’ISPRA, come il Piano nazionale di monitoraggio degli habitat e delle specie d’interesse comunitario (2021).

In Piemonte la rendicontazione si è basata sulla sintesi dei dati raccolti con AVES.PIEMONTE, piattaforma d’informazione per gli ornitologi e gli osservatori di uccelli e di altri gruppi faunistici della Regione Piemonte, e la fattiva collaborazione del GPSO (Gruppo Piemontese Studi Ornitologici).
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Direttiva Habitat:
https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CONSLEG:1992L0043:20070101:IT:PDF

Direttiva Uccelli:
https://eur-lex.europa.eu/IT/legal-content/summary/conservation-of-wild-birds.html

IV Report ex art. 17 della Direttiva Habitat:
https://reportingdirettivahabitat.isprambiente.it/

Piano nazionale di monitoraggio degli habitat e delle specie di interesse comunitario (2021):
https://reportingdirettivahabitat.isprambiente.it/documents/PNM_Parte_I_Obiettivi_metodologia_aprile2021.pdf

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Disturbo olfattivo - tecniche di indagine

Anno
2025
Come rispondere alla problematica del disturbo olfattivo?

La vasta gamma di sostanze potenzialmente odorigene, la soggettività fisica e psichica della percezione di un odore, i fattori ambientali, uniti alla complessità del sistema olfattivo, rappresentano una serie di ostacoli che rendono la caratterizzazione degli odori e il controllo dell’inquinamento olfattivo particolarmente complessi. Ciononostante, anche l’odore può essere quantificato, attraverso l’applicazione di procedure standardizzate a livello europeo. 

Ad oggi la metodologia di elezione per la valutazione della molestia olfattiva è rappresentata dall’olfattometria dinamica, tecnica standardizzata e normata a livello europeo dalla norma tecnica EN 13725 “Air quality - Determination of odour concentration by dynamic olfactometry - CEN, Comitato europeo per la normalizzazione” (ultima edizione febbraio 2022), recepita a livello nazionale dalla norma UNI EN 13725 “Emissioni da sorgente fissa – determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica e della portata di odore” del marzo 2022. 
Si tratta di una tecnica sensoriale per la misura oggettiva della concentrazione di odore di campioni gassosi basata sull’impiego del naso di un gruppo (panel) di valutatori selezionati mediante l’uso di una sostanza di riferimento (n-butanolo). 

L’olfattometria dinamica permette di ottenere un dato di concentrazione di odore, espressa in unità odorimetriche al metro cubo (ou/m3) a 20 °C, che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché l’odore sia percepibile dal 50% della popolazione. 

Il panel di valutatori viene selezionato con la logica di scartare sia i nasi troppo sensibili sia quelli che lo sono troppo poco, in modo da rappresentare il livello medio di percezione dell’odore. I campioni d’aria vengono prelevati dal sito oggetto di indagine e raccolti in sacchetti e successivamente condotti in laboratorio, dove vengono analizzati per mezzo di uno strumento, l’olfattometro, e del panel di annusatori selezionati. Il principio dell’analisi consiste nel somministrare agli esaminatori il campione diluito con aria inodore, partendo da diluizioni molto grandi e diminuendo man mano la diluizione del campione. Gli esaminatori segnalano quando rilevano l’odore ed attraverso le loro risposte si risale alla concentrazione di odore del campione, espressa in ouE /m3 (unità olfattometriche europee al m3).

 

Seduta olfattometrica con panel di valutatori.

Nonostante l’olfattometria dinamica sia riconosciuta come la tecnica più idonea per il monitoraggio delle emissioni odorigene, la sua applicazione non è sufficiente a valutare completamente i casi di disturbo olfattivo. Infatti, tale tecnica non è applicabile per un monitoraggio in continuo, inoltre, necessita tempi ristretti tra campionamento e analisi (massimo 30 ore). Per tale ragione, l’olfattometria dinamica è spesso affiancata ad altre metodologie (caratterizzazione chimica, valutazione delle segnalazioni della popolazione, indagini in campo, uso di sensori e analizzatori in continuo monoparametrici e multiparametrici, IOMS ossia Instrumental Odour Monitoring System), per un approccio integrato alla problematica della molestia olfattiva. 

La caratterizzazione chimica viene utilizzata sia sulle sorgenti delle potenziali emissioni odorigene, al fine di individuare eventuali traccianti e raccogliere elementi utili sulla tipologia di inquinanti rilasciati in atmosfera ai quali la popolazione potrebbe essere esposta, sia presso i recettori, per monitorare l’eventuale ricaduta di tali sostanze nell’intorno degli insediamenti produttivi e, ove possibile, fare una valutazione rispetto alla composizione del fondo ambientale. 
Si esegue attraverso l’impiego di campionamenti e tecniche analitiche mirati, che nella maggior parte dei casi sono rivolti alla ricerca di sostanze organiche volatili.

Strumentazione per la caratterizzazione chimica

Gli IOMS (Instrumental Odour Monitoring System), anche detti impropriamente "nasi elettronici", sono analizzatori in continuo che, una volta messe a punto le modalità di utilizzo, hanno il grande vantaggio di poter offrire un monitoraggio in campo per un lungo periodo (a differenza dell’olfattometria, che fornisce un esito su campioni istantanei) e di non impiegare nasi umani. Sono però da considerarsi una tecnica a completamento dell’indagine olfattometrica e vanno impiegati per il monitoraggio di situazioni già ben definite dal punto di vista olfattometrico e chimico. L’applicazione e le caratteristiche tecniche dello IOMS sono regolamentate dalla norma UNI 11761/2023 “Emissioni e qualità dell’aria – Misurazione strumentale degli odori tramite IOMS (Instrumental Odour Monitoring System)”.

Un’altra tecnica utilizzata nei casi di disturbo olfattivo è la valutazione delle segnalazioni della popolazione, in particolar modo attraverso il monitoraggio sistematico del disturbo. Questa tecnica consiste nell’individuare, nell’ambito di un’attività di coordinamento tra Enti (tavoli di confronto o tavoli tecnici), dei cittadini volontari che registrano in modo codificato e per un periodo concordato, gli eventi odorigeni rilevati; i dati raccolti vengono elaborati dagli Enti attraverso una verifica ed una validazione che tengono conto anche dei dati meteorologici, per stimare l’entità del disturbo e valutarne la significatività.

Una tecnica di indagine finalizzata alla determinazione della percezione delle emissioni odorigene è rappresentata dalla field inspection, regolamentata dalla norma UNI EN 16841/2017 “Aria ambiente – Determinazione dell’odore in aria ambiente mediante indagini in campo. Metodo a griglia e metodo del pennacchio”. L’applicazione di questa metodologia consiste nella rilevazione in campo dell’odore, svolta da personale addestrato e idoneo ai requisiti previsti per l’olfattometria dinamica, con lo scopo di definire l’area di ricaduta delle emissioni odorigene di una determinata sorgente. 

Le tecniche di indagine sopra citate sono sovente integrate e completate con la modellistica meteodispersiva, utilizzata per la stima dell’impatto delle sostanze odorigene emesse da diverse tipologie di sorgenti, al fine di individuare le aree di interesse dei fenomeni di molestia olfattiva. Arpa utilizza, per gli studi di dettaglio ad elevata risoluzione su area limitata, un sistema basato su modelli tridimensionali in grado di descrivere i fenomeni di trasporto e dispersione in atmosfera di inquinanti prodotti da specifiche sorgenti in condizioni orograficamente e meteorologicamente complesse; nel caso delle molestie olfattive e, più in generale, nel caso di simulazione di inquinanti considerati come non reattivi, la dispersione in atmosfera è descritta attraverso un modello lagrangiano a particelle (Il sistema modellistico diagnostico a scala locale | Arpa Piemonte), che permette di valutare l’impatto di specifiche sorgenti anche su singoli episodi.

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Aria

V3 - Educazione e Formazione

Anno
2025

Obiettivo: costruire una governance, intra ed extra Regione Piemonte, efficace per la gestione dei processi per la qualificazione professionale e l’educazione per la green e circular economy e, più in generale, la promozione della cultura della sostenibilità nei giovani e negli adulti fondata anche sul valore della cittadinanza globale.

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