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Primi tre mesi 2024

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di Commercio, nel corso del I trimestre 2024 sono nate in Piemonte 7.939 aziende, 190 unità in più rispetto a quanto rilevato nel I trimestre 2023. 

Nello stesso periodo, le imprese che hanno cessato la propria attività sono state 9.873 aziende, al netto delle cancellazioni d’ufficio), ben 486 in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. 

La sintesi tra i due flussi conduce a un saldo negativo per 1.934 unità.

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2024 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 420.693 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,1% delle imprese nazionali.

L’andamento del tessuto imprenditoriale piemontese per forma giuridica conferma una tendenza in atto ormai da diversi anni, con le società di capitale che registrano un’espansione della rispettiva base di imprese e una dinamica decrescente per le altre realtà. 

Il saldo tra le società di capitale nate in Piemonte nel corso del I trimestre 2024 e quelle cessate ha condotto a un tasso di crescita del +0,58%

Oggi le oltre 91mila società di capitale costituiscono il 21,7% del totale delle imprese con sede in Piemonte, a fronte del 15,8% di dieci anni fa.

Nel I trimestre del 2024 quasi tutti i comparti hanno mostrato tassi di crescita negativi. 

Gli altri servizi appaiono sostanzialmente stabili (-0,01%), le costruzioni segnano una flessione dello 0,35%, seguite dal turismo con un -0,42%. 

L’industria in senso stretto registra una contrazione della propria base di imprese dello 0,54% e l’agricoltura cala dello 0,95%. Il dato peggiore appartiene al commercio il cui tasso di crescita si attesta al -1,02%.
 

Anno 2023

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di Commercio, emerge come nel 2023 siano nate 22.679 aziende in Piemonte, 200 unità in meno rispetto a quanto rilevato per il 2022, mentre 22.092 imprese hanno cessato la propria attività (184 in più rispetto al 2022, pari a +1,3%). 

Il saldo è debolmente positivo per 587 unità (1.077 nel 2022).

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2023 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 422.880 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,1% delle imprese nazionali. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,14%, di intensità inferiore sia rispetto a quanto rilevato per il tessuto imprenditoriale piemontese nel corso del 2022 (+0,25%), sia rispetto al risultato a livello nazionale (+0,70%).

A livello di forma giuridica si evidenzia, in linea con le dinamiche riscontrate a livello nazionale, una sostenuta espansione delle società di capitale (+3,03%) e una contrazione, più o meno accentuata, di tutte le altre realtà.

Oggi le oltre 90mila società di capitale costituiscono il 21,4% del totale delle imprese con sede in Piemonte, a fronte del 15,8% di dieci anni fa.

La dinamica stagnante del tessuto imprenditoriale piemontese rappresenta la sintesi di andamenti settoriali fortemente differenziati. I comparti degli altri servizi e delle costruzioni registrano le performance migliori, mettendo a segno uno sviluppo della rispettiva base di imprese dell’1,38% e 1,28%. Dopo la contrazione registrata nel 2022, torna a registrare una dinamica positiva, seppur di debole intensità, il settore del turismo (+0,15%)

Si confermano, invece, sul terreno negativo le dinamiche rilevate per gli altri comparti. Il risultato peggiore è quello dell’agricoltura, la cui flessione ammonta al –1,90%.
Il dato regionale è frutto, infine, delle dinamiche contrastanti messe a segno dalle diverse realtà provinciali. Torino (+0,45%) e Novara (+0,39%) evidenziano ancora risultati positivi, a differenza del resto del Piemonte.

Le esportazioni

Nel 2023 il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato su 64,9 miliardi di euro, registrando una crescita del 9,1% rispetto al 2022, come risulta dal Registro imprese delle Camere di Commercio piemontesi.

A livello regionale il Piemonte risulta tra le realtà più dinamiche collocandosi, in termini di espansione delle vendite oltre confine, subito dopo Campania (+28,9%), Molise (+21,1%), Calabria (+20,9%) e Abruzzo (+13,6%) ed evidenziando una performance nettamente migliore rispetto a quella delle principali regioni esportatrici italiane.
Il Piemonte si è confermato anche nel 2023 la quarta regione esportatrice con una quota del 10,4% delle esportazioni complessive nazionali, dato un punto superiore rispetto al 2022 (9,4%).

I mezzi di trasporto si confermano il primo settore per l’export regionale, con una quota pari al 25,3% e registrano una crescita del 24,9% rispetto al 2022. Al secondo posto per vendite oltre confine si colloca il comparto meccanico: la variazione registrata si attesta al +7,0% sul 2022. L’alimentare, con oltre 8 miliardi di merci esportate nel 2023, occupa la terza posizione, evidenziando un incremento del 3,7% delle esportazioni. La chimica segna una sostanziale stabilità -0,3% e i metalli evidenziano una significativa flessione delle vendite all’estero (-12,6%). Il comparto tessile (+12,7%) realizza un aumento superiore a quello medio regionale, mentre la gomma/plastica registra un +7,3%.
Analizzando le destinazioni delle vendite piemontesi all’estero, si osserva come il principale bacino di riferimento risulti - anche nel 2023 - l’UE a 27, verso cui è diretto 58,3% dell’export regionale, contro il 41,7% destinato ai mercati extra-UE a 27.

Anno
2024

Foreste, fattore per l'aria

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Regione Piemonte, col supporto di IPLA, dal 2004 misura la capacità di fissazione del carbonio da parte dell’insieme dei boschi e dell’arboricoltura da legno piemontesi, in base ai dati inventariali e cartografici derivati dal Sistema informativo forestale regionale - SIFOR, unitamente alle informazioni pedologiche necessarie al bilancio globale del carbonio secondo le metodologie ufficiali.

L’ultimo approfondimento ha interessato le valutazioni a livello di singole categorie forestali secondo gli aggiornamenti delle superfici del 2016 e dei tagli secondo stime sempre regionali. Il calcolo eseguito, al netto di tagli e incendi, con aggiornamenti al 2016 è riportato in Tabella 1.

Attualmente è in corso un ulteriore approfondimento, da parte di IPLA, che prevede l’aggiornamento del calcolo degli stock di carbonio ai fini della caratterizzazione dei servizi ecosistemici, a livello di tipo forestale, nell’ambito del progetto PFIT. La redazione dei PFIT permetterà, inoltre, un’ulteriore ridelimitazione delle aree boscate e quindi sarà possibile un aggiornamento delle superfici forestali e dei relativi stock di carbonio.

Tabella 1. Superficie occupata in Piemonte da ogni categoria di bosco e Mt di carbonio equivalente fissato

Una recente estensione del monitoraggio al comparto dell’arboricoltura da legno, sia a ciclo medio-lungo, sia alla pioppicoltura ha consentito di stimarne gli assorbimenti. In tabella 2 viene riportato il bilancio del carbonio in alcuni impianti di pioppo rappresentativi del Piemonte. 

Tabella 2. Bilancio del carbonio in alcuni impianti di Pioppo

Con questo lavoro si è inteso attivare il monitoraggio dei flussi di carbonio in funzione dei diversi tipi di interventi selvicolturali previsti in una gestione sostenibile dei boschi e degli impianti di arboricoltura da legno, quale sistema di controllo ed integrazione dei dati inventariali degli stock di carbonio regionali, il cui computo totale è riportato in tabella 3. 

Tabella 3. Monitoraggio dei flussi di carbonio

In Piemonte l'aumento della superficie boscata e delle pratiche di riforestazione risultano contribuire in modo significativo all'incremento delle biomasse e conseguentemente a quello del carbonio stoccato sia nelle piante sia nel suolo, consentendo così agli ecosistemi forestali di ridurre l’impatto delle emissioni in atmosfera. Ciò permette all’Italia di ottemperare ad una parte degli impegni internazionali nella lotta ai cambiamenti climatici.

Una fonte importante dei dati di stock di C delle foreste italiane e piemontesi è ricavabile dall'ultimo Inventario Nazionale dei Gas Serra, dove vi sono non solo le serie storiche degli stock ed incrementi forestali ma anche agrari, secondo metodi ufficiali IPCC.

Secondo la nuova carta degli stock del carbonio dei suoli del Piemonte realizzata da IPLA e CNR per il PSR regionale (2019) la ripartizione dei contenuti percentuali di carbonio per usi forestali/agrari è la seguente (tabella 4).

Tabela 4. "Carbon stock" dei suoli piemontesi nei diversi usi

L’accordo di Kyoto e i successivi sviluppi hanno portato a definire e regolamentare anche il cosiddetto carbon trading - mercato dei crediti - che amplia ulteriormente le prospettive di impostazione dei Piani Energetici, da quelli internazionali a quelli nazionali fino a quelli regionali e subregionali, in quanto sarà possibile scambiare i crediti con permessi di emissione. 

In questa ottica il settore Foreste, insieme con IPLA, ha sostenuto l'iniziativa nazionale del CREA e del Nucleo Monitoraggio Carbonio: il Codice Forestale Nazionale del Carbonio per la creazione di un mercato nazionale dei crediti di carbonio forestali su base volontaria, promuovendo il mercato regionale piemontese.

Anno
2024

Gestione dei crediti di Carbonio - Linee guida e mercato volontario

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Da alcuni anni in Piemonte, grazie a progetti specifici legati a iniziative del territorio, sono commercializzati crediti di carbonio in lotti boschivi di alcune realtà locali montane.

A livello normativo, l'art. 70 della L 221/15 Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali ha delegato il governo ad adottare specifici decreti legislativi in materia di servizi ecosistemici ed ambientali, tra i quali viene citata la fissazione del carbonio nelle foreste.

La maggior parte dei boschi piemontesi sono a netta prevalenza di latifoglie, spesso di origine cedua, nei quali, salvo rari casi, non vi sono strumenti di pianificazione a livello di dettaglio (Piani Forestali Aziendali).
Pertanto, al fine di costituire un riferimento consolidato per la descrizione del bosco e delle reali possibilità di prelievo con gli interventi selvicolturali, sono state redatte le Linee Guida per la gestione dei crediti di carbonio. Queste definiscono il quadro generale delle pratiche selvicolturali da assumere come ordinarie in termini di indici di prelievo, ovvero la baseline, od opzione BAU (business as usual); su tale base si può quantificare in termini oggettivi e trasparenti l’impegno volontario di ulteriore conservazione di biomassa in bosco.

A partire dai dati reali di prelievo, nelle Linee Guida sono contenute valutazioni circa le pratiche selvicolturali sostenibili caratterizzate da maggiori rilasci di massa legnosa, per ciascuna forma di governo e trattamento. Un aspetto particolare di questa valutazione consiste nel fatto che non è sufficiente il rilascio in bosco di una maggiore quantità di massa legnosa rispetto all’ordinario: questo deve essere conforme ad un sistema selvicolturale tecnicamente corretto, riconoscibile e perpetuabile nel tempo, quindi compatibile con le caratteristiche stazionali e di composizione del bosco e degli assortimenti legnosi ottenibili.

Tutti i parametri di impegni aggiuntivi devono essere selvicolturalmente motivati e coerenti, tenendo conto anche di perdite di carbonio che si possono determinare ad es. a livello del suolo e della lettiera in casi di scoperture significative.

Le Linee Guida, inoltre, ipotizzano i parametri per gli impegni aggiuntivi in alcuni casi riferendosi ad un cambio di sistema selvicolturale, in senso più conservativo, definito nell’ambito del regolamento (es. dal ceduo al governo misto, alla fustaia) o facendo riferimento ad esperienze gestionali maturate sul territorio piemontese (es. intensità di prelievo nei tagli di avviamento e nei tagli a scelta colturali).

Regione Piemonte e IPLA dopo aver attivato un tavolo tecnico di lavoro, con esperti di varie provenienze (UNITO, IPLA, Regione, professionisti, imprese, consorzi, ecc), hanno sviluppato una serie di documenti che ha portato alle seguenti delibere riguardanti Crediti di carbonio e mercato volontario:

  • D.G.R. 24-4638 del 06/02/17 propedeutica allo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio in ambito forestale, contenente in allegato Linee guida per la gestione dei crediti di carbonio;
  • D.G.R. 18 Febbraio 2022, n. 24-4672 che concretizza le disposizioni, per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio e la valorizzazione dei servizi ecosistemici in ambito non forestale della Regione Piemonte (verde urbano);
  • D.D. 892/A1614A del 30/12/2022, che riguarda l'approvazione della procedura per la determinazione, contabilizzazione, validazione e commercializzazione, in un mercato volontario, dei crediti di carbonio generati da selvicoltura in Piemonte.

Poichè il D.L. 24 febbraio 2023, n. 13, convertito con legge del 21 aprile 2023, n. 41, ha istituito, presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), il “Registro pubblico dei crediti di carbonio” sono attualmente allo studio le opportune integrazioni alla sopraindicata DD che saranno apportate una volta pubblicato il Decreto Attuativo ministeriale.

Un elemento importante giunge da Brussels dove stanno approntando un regolamento per gli assorbimenti di carbonio che include anche altri SE come la biodiversità.

È un'occasione di riferimento uguale per tutti, obbligato, che però propone subito un problema in quanto non sembra prevedere le vendite e certificazioni ex-ante, anche se per ora è esplicitato solo per i carbon stock agricoli cioè i suoli, ma nel testo si menziona la selvicoltura, che comunque apparirà negli atti deliberativi del regolamento.

Le vendite ex-post, le sole che per la commissione sono una garanzia di serietà, penalizzerebbero le già poche potenzialità del mercato, in quanto i costi anticipati di progetto e di gestione sono investimenti che vanno a diminuire la convenienza, se il reddito giunge dopo 5-10 anni. 

Allo stato attuale lo stato del mercato dei crediti di carbonio forestali in Piemonte può essere riassunto nella seguente tabella 1:

Informazioni e risorse aggiuntive


L.r. 4/2009 e L. 221/2015 - Disposizioni per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio da selvicoltura nella Regione Piemonte:
https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2017/06/attach/dgr_04638_370_06022017.pdf


 

 

Anno
2024

Esposizione della popolazione

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La stima della popolazione esposta nel corso del 2023 ai differenti livelli di concentrazione dei principali inquinanti atmosferici è stata calcolata a partire dai risultati della Valutazione annuale della Qualità dell’Aria effettuata, in ottemperanza a quanto previsto dal DLgs 155/2010 e dalla Decisione 2011/850/CE, da ARPA Piemonte con il proprio sistema modellistico di qualità dell’aria, uno degli strumenti conoscitivi previsti dal Programma di Valutazione della Regione Piemonte (Deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2019, n. 24-903).

Il sistema si basa un modello di chimica e trasporto in grado di riprodurre i fenomeni fisico-chimici che avvengono in atmosfera e simulare le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici – primari e secondari – su tutto il territorio regionale con elevato dettaglio spaziale. I campi di concentrazione prodotti dal sistema modellistico sono integrati con i dati di qualità dell’aria misurati dalle stazioni del Sistema Regionale di Rilevamento per la qualità dell’aria. 

L’introduzione dei dati di qualità dell’aria nei campi di concentrazione viene effettuata utilizzando una particolare tecnica di interpolazione statistica allo stato dell’arte: si ottiene in tal modo una versione del sistema modellistico corretta con le osservazioni, che minimizza l’errore di simulazione e rappresenta la migliore stima spaziale dello stato di qualità dell’aria sul territorio piemontese. 

I campi di concentrazione così ottenuti vengono dapprima aggregati temporalmente per calcolare tutti gli indicatori di legge (medie annuali, medie e massimi giornaliere, ecc.) e successivamente aggregati spazialmente per ottenere un livello di concentrazione, per ogni inquinante e per ogni aggregazione, unico su ciascun comune piemontese. Le concentrazioni sono assegnate ai singoli comuni tenendo in considerazione il loro grado di urbanizzazione . La popolazione esposta è infine calcolata ipotizzando, in modo conservativo, che tutta la popolazione residente in un determinato comune sia esposta ai livelli medi di concentrazione sul comune ottenuti come descritto in precedenza.  I risultati sono riportati nella successiva tabella. 

Gli indicatori per i quali si ha una percentuale non nulla della popolazione residente sopra la soglia di legge sono la media giornaliera del particolato PM10, la media annuale del biossido di azoto (ma solo per la città di Torino) ed il valore obiettivo dell’ozono. In tutti gli altri casi tutta la popolazione residente è soggetta a delle concentrazioni inferiori ai limiti stabiliti dal D.Lgs 155/2010.

Inquinante Indicatore Soglia % popolazione residente sopra la soglia % popolazione residente sotto la soglia
PM10 media annua 40 µg/m3 0 100
PM10 media giornaliera 50 µg/m3 da non superare per piщ di 35 volte per anno civile 27% 73%
PM25 media annua (Stage 1) 25 µg/m3 0 100
PM25 media annua (Stage 2) 20 µg/m3 0 100
NO2 media annua 40 µg/m3 20 80
NO2 media oraria 200 µg/m3 da non superare per piщ di 18 volte per anno civile 0 100
O3 Massimo giornaliero della media mobile su otto ore 120 µg/m3 da non superare piщ di 25 volte nell’anno civile come media su tre anni 96 4
B(a)P in PM10 media annua 1 ng/m3 0 100
Cd in PM10 media annua 5 ng/m3 0 100
Ni in PM10 media annua 20 ng/m3 0 100
As in PM10 media annua 6 ng/m3 0 100
Pb in PM10 media annua 5 µg/m3 0 100
Benzene medie annua 5 µg/m3 0 100
CO Massimo giornaliero della media mobile su otto ore 10 mg/m3 0 100
SO2 media giornaliera 125 µg/m3 0 100
SO2 media oraria 350 µg/m3 da non superare per più di 24 volte per anno civile 0 100
Informazioni e risorse aggiuntive

D.Lgs 155/2010 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa, https://www.normattiva.it/eli/id/2010/09/15/010G0177/CONSOLIDATED

Decisione dell'Unione Europea 2011/850/CE recante disposizioni di attuazione delle direttive 2004/107/CE e 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda lo scambio reciproco e la comunicazione di informazioni sulla qualità dell’aria ambiente, https://eur-lex.europa.eu/eli/dec_impl/2011/850/oj

Deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2019, n. 24-903 per la aggiornamento della zonizzazione e della classificazione del territorio regionale piemontese, https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2020/03/siste/00000074.htm

Articolo scientifico in merito alla zonizzazione funzionale per la qualità dell'aria, https://www.semanticscholar.org/paper/Functional-zoning-for-air-quality-Ignaccolo-Ghigo/29b1f8a458360761600d666cc7eac531fa9f70b6

Anno
2024

Disturbo olfattivo

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Che cosa è l’odore?

L’odore è la risposta sensoriale del nostro cervello ad una stimolazione determinata da una miscela più o meno complessa di sostanze che vengono in contatto con l’epitelio olfattivo. L’odore dell’aria che respiriamo è stato riconosciuto come una variabile ambientale che può influenzare la qualità della vita ed influire sulle attività economiche quali attività commerciali e turistiche.

Talvolta l’odore può erroneamente essere associato ad una possibile tossicità dell’aria. Tuttavia, bisogna considerare che, se è vero che l’odore per la maggior parte dei casi non è causa di conseguenze sulla salute, è altrettanto documentato in letteratura come, a lungo andare nei soggetti esposti più sensibili possa peggiorare la percezione del proprio stato di salute.

Il tema del monitoraggio, controllo e valutazione dell’impatto olfattivo è oggetto di sempre maggior attenzione per la pubblica amministrazione, sia per gli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni ambientali sia per gli Enti di controllo in relazione alle sempre più numerose segnalazioni e richieste di intervento da parte della popolazione esposta, che rivendica una migliore qualità della vita (Coordinamento Tecnico Operativo SNPA – Reti tematica 05 – Odori – Fascicolo informativo 2022 – II semestre). 

Per un approfondimento sugli effetti dell’odore, sulla valutazione dell’impatto olfattivo e sulle metodologie di monitoraggio delle emissioni odorigene si rimanda al Documento di sintesi SNPA: Delibera 38/2018 “Metodologie per la valutazione delle emissioni odorigene”, in fase di revisione. 

Riferimenti normativi

A livello nazionale, il 28 giugno 2023 è stato emanato il Decreto Direttoriale del MASE n. 309 “Autorizzazione alle emissioni in atmosfera - Indirizzi per l’applicazione dell’art. 272-bis del D.Lgs. 152/2006 in materia di emissioni odorigene di impianti e attività”, che rappresenta il documento di riferimento in materia di prevenzione e limitazione delle emissioni odorigene, in particolar modo per l’espletamento degli iter istruttori di rilascio e rinnovo delle autorizzazioni ambientali, per la valutazione delle ricadute emissive degli impianti e per le modalità di monitoraggio. 

A livello regionale, la Giunta della Regione Piemonte ha approvato, con la Deliberazione n. 13-4554 del 9 gennaio 2017, le “Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno”. 

Le linee guida piemontesi si applicano agli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale che possano determinare emissioni olfattive e alle attività soggette a Valutazione di Impatto Ambientale o Verifica di assoggettabilità da cui derivino emissioni odorigene; vengono inoltre definite le modalità di gestione di problematiche olfattive dovute ad attività diverse dalle precedenti, a fronte del coinvolgimento di significative porzioni di territorio o di popolazione, dove approcci preliminari per la risoluzione del problema siano risultati inefficaci.
Le linee guida sono completate da documenti che definiscono:

  • una metodologia di monitoraggio sistematico della percezione olfattiva avvertita dalla popolazione (parte II), che include la verifica e la validazione delle segnalazioni;
  • le modalità di campionamenti olfattometrici in campo, per la determinazione dell’impatto odorigeno (parte III);
  • la metodologia di caratterizzazione chimica delle sostanze odorigene (parte IV);
  • i requisiti che devono essere soddisfatti nella redazione di uno studio di impatto olfattivo mediante simulazione modellistica meteodispersiva (parte V). 

La DGR ha definito il percorso per affrontare le problematiche di disturbo olfattivo, coinvolgendo attivamente i soggetti interessati attraverso il Tavolo di confronto, attivato dal Sindaco del Comune interessato dal fenomeno di disturbo. Lo strumento del Tavolo di Confronto consente di affrontare le problematiche di odori attraverso il confronto tra i vari Enti coinvolti (Comuni, ASL, Provincia o Città Metropolitana) e direttamente anche con le imprese coinvolte, per individuare e valutare le possibili soluzioni finalizzate alla riduzione del problema.
 

Informazioni e risorse aggiuntive

Documento di sintesi SNPA Delibera 38/2018 “Metodologie per la valutazione delle emissioni odorigene https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2018/10/Delibera-38-e-allegati.pdf

Decreto Direttoriale del MASE n. 309 “Autorizzazione alle emissioni in atmosfera - Indirizzi per l’applicazione dell’art. 272-bis del D.Lgs. 152/2006 in materia di emissioni odorigene di impianti e attività” https://www.mase.gov.it/pagina/indirizzi-lapplicazione-dellarticolo-272-bis-del-dlgs-1522006-materia-di-emissioni-odorigene 

Deliberazione delle Giunta Regionale del Piemonte n. 13-4554 del 9 gennaio 2017 "Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno" https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2017/05/attach/dgr_04553_930_09012017.pdf

Anno
2024

Metalli nel particolato PM10

Tema
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nuvole e sole
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Nell’ambito delle attività del Sistema Regionale di Rilevamento di Qualità dell’Aria (SSRQA) sono monitorate le concentrazioni dei metalli tossici, presenti nel particolato PM10, per i quali il Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 ha stabilito un valore limite (piombo) o un valore obiettivo (arsenico, cadmio e nichel). 

La situazione in tutti i punti di misura della rete regionale appare decisamente confortante, in quanto le concentrazioni di tali metalli per l’anno 2023 risultano decisamente inferiori non solo ai valori di riferimento – limite (Pb) o obiettivo (As, Cd, Ni) - ma anche alle rispettive soglie di valutazione inferiore. 

Nel caso di arsenico, cadmio e nichel le concentrazioni medie annue misurate hanno valori di un ordine di grandezza inferiore al valore obiettivo; per il piombo le concentrazioni si posizionano invece in un range di valori aventi fra uno e due ordini di grandezza inferiori al valore limite per la protezione della salute umana.

Arsenico, confronto con il valore obiettivo nel 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Cadmio, confronto con il valore obiettivo nel 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Nichel, confronto con il valore obiettivo nel 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Piombo, confronto con il valore limite nel 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Anno
2024

Benzene

Tema
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nuvole e sole
Paragrafi

Il benzene (C6H6) è l’idrocarburo monociclico capostipite della famiglia di composti organici che vengono definiti aromatici; possiede notevoli proprietà solventi e si presenta come un liquido volatile, incolore e facilmente infiammabile.
Viene prodotto per combustione incompleta di composti ricchi di carbonio; è un costituente naturale del petrolio e dei suoi derivati di raffinazione e da tempo viene impiegato come antidetonante nelle benzine (in sostituzione del piombo tetraetile). In atmosfera la sorgente più rilevante è rappresentata infatti dal traffico veicolare, in particolare dai gas di scarico dei motori alimentati a benzina; proviene inoltre dalle emissioni legate ai cicli di raffinazione, stoccaggio e distribuzione delle benzine, nonché all’impiego nell’industria come solvente (industria manifatturiera) o come materia prima (industria chimica). Solo in minima parte si forma per cause naturali (incendi boschivi, abbruciamento residui agricoli, eruzioni vulcaniche); è presente invece in quantità significative nel fumo di sigaretta. 

Su tutto il territorio regionale, da diversi anni, per il benzene non viene superato il valore limite per la protezione della salute umana, pari a 5 μg/m3 come media annua. 

Anche nel 2023 il valore limite per il benzene non è stato superato in alcun punto di misura della rete regionale.
 

Benzene: stazioni della rete regionale che hanno misurato la media annuale più elevata a livello provinciale. Non risulta presente la provincia di Alessandria, in quanto non sono più presenti punti di misura del parametro - Fonte Arpa Piemonte

Riportiamo di seguito la serie storica del punto di misura di Torino – Consolata che evidenzia la netta diminuzione dei valori nel periodo 1996–2023; a partire dal 2004 fino ad oggi i valori si sono stabilizzati al di sotto del valore limite.

Benzene: trend del valore limite annuale per la stazione di Torino–Consolata
Anno
2024

Monossido di carbonio (CO)

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nuvole e sole
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Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore e incolore che si forma dalla combustione incompleta degli idrocarburi presenti in carburanti e combustibili. La principale sorgente di CO è rappresentata dal traffico veicolare, in particolare dai gas di scarico dei veicoli a benzina. La concentrazione di CO emessa dagli scarichi dei veicoli è strettamente connessa alle condizioni di funzionamento del motore: si registrano concentrazioni più elevate con motore al minimo ed in fase di decelerazione, condizioni tipiche di traffico urbano intenso e rallentato. Le concentrazioni in aria di questo inquinante sono inoltre ben correlate all'intensità del traffico in vicinanza del punto di rilevamento.
Il CO è un inquinante primario, con un tempo di permanenza in atmosfera relativamente lungo e con una bassa reattività chimica.
La popolazione urbana, nelle aree congestionate dal traffico, spesso è esposta a basse concentrazioni di monossido di carbonio per periodi di lunga durata.
 

Anno
2024

Biossido di zolfo (SO₂)

Tema
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INDUSTRIE
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Il biossido di zolfo (o anidride solforosa) è un gas solubile in acqua che tende a stratificarsi nelle zone più basse dell’atmosfera in quanto più pesante dell’aria. Deriva dall’ossidazione dello zolfo nel corso dei processi di combustione che utilizzano sostanze che lo contengono (ad esempio i combustibili fossili). Il biossido di zolfo, reagendo con l’acqua, si ossida ad acido solforico, responsabile in gran parte del fenomeno delle piogge acide.

La riduzione delle emissioni legate al riscaldamento domestico e al traffico veicolare, grazie all’introduzione di limitazioni nel tenore di zolfo nei combustibili e all’incremento dell’utilizzo del metano nella produzione di energia e nel riscaldamento domestico, ha permesso una evidente riduzione delle concentrazioni di SO2 in atmosfera. 

A titolo di esempio della riduzione delle concentrazioni atmosferiche di questo inquinante, si riporta di seguito la massima media giornaliera su base annua registrata dal 1971 al 2023 a Torino – Consolata, la stazione di traffico situata nella zona centrale della città, per la quale è disponibile la serie storica più lunga a livello regionale.
 

Biossido di zolfo: massima media giornaliera su base annuale, rilevata presso la stazione di Torino-Consolata - Fonte Arpa Piemonte
Anno
2024

Amianto, risposte per l'Aria

Tema
Tipo
Paragrafi

Con l’emanazione della Legge n. 257/1992– che vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto – se è cessata la immissione di nuovi manufatti contenenti amianto non per questo il problema della dispersione di fibre di amianto in aria era da considerarsi risolto.

Da quel momento ha quindi avuto inizio un’importante opera di bonifica tutt’ora in corso, sia con interventi puntali in importanti siti contaminati da amianto che con interventi diffusi per mettere in sicurezza o bonificare le migliaia di piccole e piccolissime possibili sorgenti di fibre, questi ultimi pianificati in Piemonte con un apposito Piano Regionale Amianto.

La rimozione di manufatti contenti amianto, gli scavi e la movimentazione di terreni con presenza di amianto di origine antropica o naturale se eseguite senza precauzioni possono determinare l’aerodispersione di fibre di amianto.

La conoscenza dei siti dove l’amianto è presente e degli eventi e delle attività che possono interferire con esso causandone la dispersione, nonché la corretta applicazione di procedure di sicurezza, sono fondamentali per minimizzare la presenza di fibre di amianto in aria.

Sebbene l’attività di monitoraggio non possa sostituirsi all’adozione delle misure di prevenzione, può però, in alcuni casi, mettere in evidenza situazioni di inquinamento sfuggite alla valutazione preventiva e permettere l’adozione delle necessarie correzioni.

L’attività di indagine su particolari siti e attività, nel territorio piemontese, per la verifica della presenza di fibre di amianto in aria, è particolarmente rilevante nel caso di grandi cantieri e dei siti in bonifica di Balangero e Casale Monferrato.

Campionatore per il monitoraggio delle fibre di amianto in aria - Fonte Arpa Piemonte
Microscopio a scansione elettronica - Fonte Arpa Piemonte
Fibra di Grunerite al microscopio a scansione elettronica - Fonte Arpa Piemonte
Risorse e informazioni aggiuntive

LEGGE 27 marzo 1992, n. 257 Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto https://www.normattiva.it/eli/stato/LEGGE/1992/03/27/257/CONSOLIDATED

Legge regionale n. 30 del 14 ottobre 2008  "Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto" http://arianna.cr.piemonte.it/iterlegcoordweb/dettaglioLegge.do?urnLegge=urn:nir:regione.piemonte:legge:2008;30

Portale Amianto di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/portale_amianto/home

Direttiva 2009/148/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro http://data.europa.eu/eli/dir/2009/148/oj

Anno
2024