Disturbo olfattivo - tecniche di indagine

La vasta gamma di sostanze potenzialmente odorigene, la soggettività fisica e psichica della percezione di un odore, i fattori ambientali, uniti alla complessità del sistema olfattivo, rappresentano una serie di ostacoli che rendono la caratterizzazione degli odori e il controllo dell’inquinamento olfattivo particolarmente complessi. Ciononostante, anche l’odore può essere quantificato, attraverso l’applicazione di procedure standardizzate a livello europeo. 

Ad oggi la metodologia di elezione per la valutazione della molestia olfattiva è rappresentata dall’olfattometria dinamica, tecnica standardizzata e normata a livello europeo dalla norma tecnica EN 13725 “Air quality - Determination of odour concentration by dynamic olfactometry - CEN, Comitato europeo per la normalizzazione” (ultima edizione febbraio 2022), recepita a livello nazionale dalla norma UNI EN 13725 “Emissioni da sorgente fissa – determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica e della portata di odore” del marzo 2022. 
Si tratta di una tecnica sensoriale per la misura oggettiva della concentrazione di odore di campioni gassosi basata sull’impiego del naso di un gruppo (panel) di valutatori selezionati mediante l’uso di una sostanza di riferimento (n-butanolo). 

L’olfattometria dinamica permette di ottenere un dato di concentrazione di odore, espressa in unità odorimetriche al metro cubo (ou/m3) a 20 °C, che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché l’odore sia percepibile dal 50% della popolazione. 

Il panel di valutatori viene selezionato con la logica di scartare sia i nasi troppo sensibili sia quelli che lo sono troppo poco, in modo da rappresentare il livello medio di percezione dell’odore. I campioni d’aria vengono prelevati dal sito oggetto di indagine e raccolti in sacchetti e successivamente condotti in laboratorio, dove vengono analizzati per mezzo di uno strumento, l’olfattometro, e del panel di annusatori selezionati. Il principio dell’analisi consiste nel somministrare agli esaminatori il campione diluito con aria inodore, partendo da diluizioni molto grandi e diminuendo man mano la diluizione del campione. Gli esaminatori segnalano quando rilevano l’odore ed attraverso le loro risposte si risale alla concentrazione di odore del campione, espressa in ouE /m3 (unità olfattometriche europee al m3).

Nonostante l’olfattometria dinamica sia riconosciuta come la tecnica più idonea per il monitoraggio delle emissioni odorigene, la sua applicazione non è sufficiente a valutare completamente i casi di disturbo olfattivo. Infatti, tale tecnica non è applicabile per un monitoraggio in continuo, inoltre, necessita tempi ristretti tra campionamento e analisi (massimo 30 ore). Per tale ragione, l’olfattometria dinamica è spesso affiancata ad altre metodologie (caratterizzazione chimica, valutazione delle segnalazioni della popolazione, indagini in campo, uso di sensori e analizzatori in continuo monoparametrici e multiparametrici, IOMS), per un approccio integrato alla problematica della molestia olfattiva. 

La caratterizzazione chimica viene utilizzata sia sulle sorgenti delle potenziali emissioni odorigene, al fine di individuare eventuali traccianti e raccogliere elementi utili sulla tipologia di inquinanti rilasciati in atmosfera ai quali la popolazione potrebbe essere esposta, sia in ricaduta presso i recettori, per monitorare l’eventuale ricaduta di tali sostanze nell’intorno degli insediamenti produttivi e, ove possibile, fare una valutazione rispetto alla composizione del fondo ambientale. 
Si esegue attraverso l’impiego di campionamenti e tecniche analitiche mirati, che nella maggior parte dei casi sono rivolti alla ricerca di sostanze organiche volatili. 

Gli IOMS (Instrumental Odour Monitoring System), anche detti impropriamente "nasi elettronici", sono analizzatori in continuo che, una volta messe a punto le modalità di utilizzo, hanno il grande vantaggio di poter offrire un monitoraggio in campo per un lungo periodo (a differenza dell’olfattometria, che fornisce un esito su campioni istantanei) e di non impiegare nasi umani. Sono però da considerarsi una tecnica a completamento dell’indagine olfattometrica e vanno impiegati per il monitoraggio di situazione già ben definite dal punto di vista olfattometrico e chimico. L’applicazione e le caratteristiche tecniche dello IOMS sono regolamentate dalla norma UNI 11761/2019 “Emissioni e qualità dell’aria – Determinazione degli odori tramite IOMS (Instrumental Odour Monitoring System)”, di cui al momento è in fase conclusiva il processo di revisione. 

Un’altra tecnica utilizzata nei casi di disturbo olfattivo è la valutazione delle segnalazioni della popolazione, in particolar modo attraverso il monitoraggio sistematico del disturbo. Questa tecnica consiste nell’individuare, nell’ambito di un’attività di coordinamento tra Enti (tavoli di confronto o tavoli tecnici), dei cittadini volontari che registrano in modo codificato e per un periodo concordato, gli eventi odorigeni rilevati; i dati raccolti vengono elaborati dagli Enti attraverso una verifica ed una validazione che tengono conto anche dei dati meteorologici, per stimare l’entità del disturbo e valutarne la significatività.

Una tecnica di indagine di approccio più empirico, ma con un certo grado di complessità, è rappresentata dalla field inspection, regolamentata dalla norma UNI EN 16841/2017 “Aria ambiente – Determinazione dell’odore in aria ambiente mediante indagini in campo. Metodo a griglia e metodo del pennacchio”. L’applicazione di questa metodologia consiste nella rilevazione in campo dell’odore, svolta da personale addestrato e idoneo ai requisiti previsti per l’olfattometria dinamica, con lo scopo di definire l’area di ricaduta delle emissioni odorigene di una determinata sorgente. 

Le tecniche di indagine sopra citate sono sovente integrate e completate con la modellistica meteodispersiva, utilizzata per la stima dell’impatto delle sostanze odorigene emesse da diverse tipologie di sorgenti, al fine di individuare le aree di interesse dei fenomeni di molestia olfattiva. Arpa utilizza, per gli studi di dettaglio ad elevata risoluzione su area limitata, un sistema basato su modelli tridimensionali in grado di descrivere i fenomeni di trasporto e dispersione in atmosfera di inquinanti prodotti da specifiche sorgenti in condizioni orograficamente e meteorologicamente complesse; nel caso delle molestie olfattive e, più in generale, nel caso di simulazione di inquinanti considerati come non reattivi, la dispersione in atmosfera è descritta attraverso un modello lagrangiano a particelle che permette di valutare l’impatto di specifiche sorgenti anche su singoli episodi.

 

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