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Monossido di carbonio - rispetto del valore limite nel 2024

Anno
2025

Per il monossido di carbonio il valore limite è pari a 10 mg/m³ come massima media di 8 ore giornaliera. Le rilevazioni effettuate nel 2024 mostrano che il valore limite è rispettato in tutte stazioni della rete regionale.

Monossido di carbonio (CO): massime medie di 8 ore giornaliere rilevate nel 2024 presso le stazioni della rete regionale - Fonte Arpa Piemonte
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Aria

Piano Regionale di Qualità dell'Aria (PRQA)

Anno
2025

Il Piano Regionale di Qualità dell’Aria (PRQA) rappresenta lo strumento per la programmazione, il coordinamento ed il controllo in materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute dell'uomo e dell'ambiente.

Con la deliberazione della Giunta regionale 12 settembre 2024, n. 1-156 è stata adottata la proposta di aggiornamento del Piano regionale di qualità dell'aria (PRQA), in esito alla procedura di VAS, proponendola al Consiglio regionale per l’approvazione, e sono state date disposizioni sulle relative misure di salvaguardia. Il Piano Regionale di Qualità dell'Aria vigente è stato approvato dal Consiglio regionale con DCR n. 18-28783 del 10 dicembre 2024.

Il precedente Piano regionale di qualità dell’aria (PRQA) è stato approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 364-6854 del 25 marzo 2019. 

A seguito dell’adozione del decreto-Legge 12 settembre 2023, n.121 ”Misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazioni della circolazione stradale” convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 155 del 6 novembre 2023, si è reso necessario avviare l’aggiornamento del PRQA vigente per adempiere a quanto richiesto dallo Stato in tema di qualità dell’aria, nonché in relazione alle procedure europee di infrazione a carico di alcune regioni italiane, tra cui il Piemonte.

 

Obiettivi del piano


L’aggiornamento costituisce l’occasione per la definizione degli attuali e futuri scenari di riferimento, al fine formulare indicazioni normative e attivare misure finalizzate a: 

  • rientrare nei valori limite nel più breve tempo possibile, anche in sinergia con le misure nazionali, per gli inquinanti che ad oggi superano i valori limite su tutto il territorio regionale o in alcune zone/agglomerati (particolato atmosferico PM10 e PM2,5, biossido di azoto (NO2), ozono troposferico (O3), idrocarburi policiclici aromatici come benzo[a]pirene;
     
  • preservare la qualità dell’aria nelle zone e nell’agglomerato in cui i livelli degli inquinanti siano stabilmente al di sotto di tali valori limite, mantenendo e/o riducendo ulteriormente le concentrazioni degli inquinanti;
     
  • recepire le normative in attuazione della disciplina statale in termini di regole e limitazioni da rispettare;
     
  • porre in atto misure attive in grado di accompagnare le limitazioni in modo da consentire di raggiungere gli obiettivi per la qualità dell’aria, limitando al massimo i disagi per i cittadini.

 

Contenuti del piano


Il PRQA delinea gli scenari emissivi tendenziali al 2025 ed al 2030, considerando anche il contributo dei diversi comparti alle emissioni dei principali inquinanti. 

L’anno di osservazione preso come scenario di base per confrontare i valori e indicatori è il 2023.

Il PRQA delinea un insieme coordinato di misure e azioni tali da prefigurare un rientro nei limiti di qualità dell’aria nel 2025, anno nel quale gli scenari elaborati da ARPA prevedono mediamente il rispetto dei valori limite per gli inquinanti in atmosfera (a parte eventuali situazioni di criticità locale non prevedibili nel dettaglio a scala modellistica). 

In particolare, i principali ambiti individuati sui quali intervenire per ridurre le emissioni in atmosfera sono:

  • mobilità e aree urbane con particolare riferimento alla riduzione delle percorrenze dei veicoli, alla massimizzazione della mobilità dolce e collettiva e all’incentivazione e promozione dello shift modale di persone e all'ottimizzazione della logistica verso una mobilità maggiormente sostenibile;
  • energia e biomassa con particolare riferimento alla transizione energetica da combustibili fossili a fonti rinnovabili e alla combustione non industriale delle biomasse legnose, incentivando e promuovendo interventi di rinnovo e di manutenzione del parco impiantistico e azioni di efficientamento energetico;
  • attività produttive, con particolare riferimento alla riduzione delle emissioni dei processi produttivi;
  • agricoltura e zootecnia con particolare riferimento alla riduzione delle emissioni di ammoniaca (NH3) derivanti dalla gestione dei reflui zootecnici e dall’utilizzo di fertilizzanti chimici, ed alla riduzione di polveri sottili derivanti dalla combustione all’aperto dei residui vegetali.
     

A ciascun Ambito sono attribuite Misure, che perseguono il raggiungimento della riduzione delle emissioni di inquinanti e possono essere specifiche, trasversali e complementari

L’attuazione delle misure individuate può comportare l’introduzione di limiti o regole di comportamento oppure l’impiego di risorse finanziarie per realizzare interventi funzionali al raggiungimento degli obiettivi.

L’Ambito mobilità e aree urbane è costituito dalle misure nel seguito specificate (6 misure e 36 azioni):

  • Attuazione della pianificazione di settore;
  • Promozione del trasporto pubblico;
  • Riduzione dei veicoli inquinanti in circolazione e delle loro percorrenze e promozione della multimodalità;
  • Potenziamento dei controlli;
  • Interventi per la rigenerazione e riqualificazione urbana e l’adattamento degli ambiti urbani a nuove forme di mobilita sostenibile e attiva;
  • Azioni di sistema.

L’ambito energia e biomasse è costituito dalle misure nel seguito specificate (3 misure e 21 azioni):

  • Efficientamento edifici e infrastrutture pubbliche;
  • Interventi di riduzione emissioni impianti a biomassa;
  • Interventi di installazione di impianti a FER in sostituzione di impianti a combustibili fossili.

L’ambito attività produttive è costituito dalle misure nel seguito specificate (3 misure e 7 azioni):

  • Interventi per favorire la sostenibilità ambientale dei processi produttivi;
  • Verso l'inquinamento zero dalla produzione al consumo;
  • Azioni di sistema.
     

L’ambito agricoltura e zootecnia è costituito dalle misure nel seguito specificate (5 misure e 10 azioni):

  • Interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca;
  • Potenziamento dei controlli;
  • Limitazioni sulla combustione all’aperto di residui vegetali;
  • Incentivazione delle attività e recupero dei materiali vegetali;
  • Azioni di sistema.


Il Piano è composto inoltre dalle Norme di Attuazione che stabiliscono gli indirizzi per il raggiungimento degli obiettivi, anche relativamente alle eventuali limitazioni che potranno rendersi necessarie in caso di situazioni di criticità. 

Le Norme prevedono le misure strutturali necessarie per il raggiungimento dei valori limite e dei livelli critici nel più breve tempo possibile e precisano che in caso di mancato raggiungimento dei limiti entro il 2025, si procederà a un aggiornamento delle misure del PRQA al fine di implementare specifiche azioni, localizzate sulle aree di superamento residue e finalizzate alla riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di PM10 e NO2.

Le Norme di attuazione sono strutturate in prescrizioni (P), direttive (D) e indirizzi (I) e hanno ad oggetto, in particolare:

  • le limitazioni alla circolazione veicolare;
  • le misure locali e ulteriori misure finalizzate al contenimento del numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10;
  • l’ampliamento della forestazione urbana e periurbana;
  • il trasporto pubblico locale e regionale;
  • indicazioni per la pianificazione del servizio di TPL, ai fini della riduzione delle emissioni inquinanti;
  • misure in tema di utilizzo di fonti di energia rinnovabile;
  • la regolamentazione degli impianti di combustione a biomassa solida per riscaldamento ad uso civile;
  • l’implementazione del Catasto Impianti Termici e controlli;
  • la gestione ed utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e dei digestati;
  • le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera per gli allevamenti.

 

Informazioni e risorse aggiuntive


Piano Regionale di Qualità dell'Aria (PRQA):
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/aria/piano-regionale-qualita-dellaria-prqa

 

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Tipo Strumento
Aria

Metalli nel particolato PM10

Tema
Tipo
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nuvole e sole
Paragrafi

Nell’ambito delle attività del Sistema Regionale di Rilevamento di Qualità dell’Aria (SSRQA) sono monitorate le concentrazioni dei metalli tossici, presenti nel particolato PM10, per i quali il Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 ha stabilito un valore limite (piombo) o un valore obiettivo (arsenico, cadmio e nichel). 

La situazione in tutti i punti di misura della rete regionale appare decisamente confortante, in quanto le concentrazioni di tali metalli per l’anno 2024 risultano decisamente inferiori non solo ai valori di riferimento – limite (Pb) o obiettivo (As, Cd, Ni) - ma anche alle rispettive soglie di valutazione inferiore. 

Nel caso di arsenico, cadmio e nichel le concentrazioni medie annue misurate hanno valori di un ordine di grandezza inferiore al valore obiettivo; per il piombo le concentrazioni si posizionano invece in un range di valori aventi fra uno e due ordini di grandezza inferiori al valore limite per la protezione della salute umana.

Arsenico, confronto con il valore obiettivo nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Cadmio, confronto con il valore obiettivo nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Nichel, confronto con il valore obiettivo nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Piombo, confronto con il valore limite nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Per una descrizione più approfondita dell'inquinante si rimanda alla pagina dedicata di Arpa Piemonte - Inquinanti atmosferici https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/inquinanti-atmosferici

Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-08-13;155

Anno
2025
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Benzene

Tema
Tipo
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nuvole e sole
Paragrafi

Il benzene (C6H6) è l’idrocarburo monociclico capostipite della famiglia di composti organici che vengono definiti aromatici; possiede notevoli proprietà solventi e si presenta come un liquido volatile, incolore e facilmente infiammabile.
Viene prodotto per combustione incompleta di composti ricchi di carbonio; è un costituente naturale del petrolio e dei suoi derivati di raffinazione e da tempo viene impiegato come antidetonante nelle benzine (in sostituzione del piombo tetraetile). In atmosfera la sorgente più rilevante è rappresentata infatti dal traffico veicolare, in particolare dai gas di scarico dei motori alimentati a benzina; proviene inoltre dalle emissioni legate ai cicli di raffinazione, stoccaggio e distribuzione delle benzine, nonché all’impiego nell’industria come solvente (industria manifatturiera) o come materia prima (industria chimica). Solo in minima parte si forma per cause naturali (incendi boschivi, abbruciamento residui agricoli, eruzioni vulcaniche); è presente invece in quantità significative nel fumo di sigaretta. 

Su tutto il territorio regionale, da diversi anni, per il benzene non viene superato il valore limite per la protezione della salute umana, pari a 5 μg/m3 come media annua. 

Anche nel 2024 il valore limite per il benzene non è stato superato in alcun punto di misura della rete regionale.
 

Stazioni della rete regionale che hanno misurato la media annuale più elevata a livello provinciale. Non risulta presente la provincia di Alessandria, in quanto non sono più presenti punti di misura del parametro - Fonte Arpa Piemonte

Riportiamo di seguito la serie storica del punto di misura di Torino – Consolata che evidenzia la netta diminuzione dei valori nel periodo 1996–2024; a partire dal 2004 fino ad oggi i valori si sono stabilizzati al di sotto del valore limite.

Benzene: trend del valore limite annuale per la stazione di Torino–Consolata
Informazioni e risorse aggiuntive

Per una descrizione più approfondita dell'inquinante si rimanda alla pagina dedicata di Arpa Piemonte - Inquinanti atmosferici https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/inquinanti-atmosferici

Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-08-13;155

Anno
2025
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Monossido di carbonio (CO)

Tema
Tipo
img-intro
nuvole e sole
Paragrafi

Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore e incolore che si forma dalla combustione incompleta degli idrocarburi presenti in carburanti e combustibili. La principale sorgente di CO è rappresentata dal traffico veicolare, in particolare dai gas di scarico dei veicoli a benzina. La concentrazione di CO emessa dagli scarichi dei veicoli è strettamente connessa alle condizioni di funzionamento del motore: si registrano concentrazioni più elevate con motore al minimo ed in fase di decelerazione, condizioni tipiche di traffico urbano intenso e rallentato. Le concentrazioni in aria di questo inquinante sono inoltre ben correlate all'intensità del traffico in vicinanza del punto di rilevamento.
Il CO è un inquinante primario, con un tempo di permanenza in atmosfera relativamente lungo e con una bassa reattività chimica.
La popolazione urbana, nelle aree congestionate dal traffico, spesso è esposta a basse concentrazioni di monossido di carbonio per periodi di lunga durata.
 

Informazioni e risorse aggiuntive

Per una descrizione più approfondita dell'inquinante si rimanda alla pagina dedicata di Arpa Piemonte - Inquinanti atmosferici https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/inquinanti-atmosferici

Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-08-13;155

Anno
2025
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Biossido di zolfo (SO₂)

Tema
Tipo
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INDUSTRIE
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Il biossido di zolfo (o anidride solforosa) è un gas solubile in acqua che tende a stratificarsi nelle zone più basse dell’atmosfera in quanto più pesante dell’aria. Deriva dall’ossidazione dello zolfo nel corso dei processi di combustione che utilizzano sostanze che lo contengono (ad esempio i combustibili fossili). Il biossido di zolfo, reagendo con l’acqua, si ossida ad acido solforico, responsabile in gran parte del fenomeno delle piogge acide.

La riduzione delle emissioni legate al riscaldamento domestico e al traffico veicolare, grazie all’introduzione di limitazioni nel tenore di zolfo nei combustibili e all’incremento dell’utilizzo del metano nella produzione di energia e nel riscaldamento domestico, ha permesso una evidente riduzione delle concentrazioni di SO2 in atmosfera. 

A titolo di esempio della riduzione delle concentrazioni atmosferiche di questo inquinante, si riporta di seguito la massima media giornaliera su base annua registrata dal 1971 al 2024 a Torino – Consolata, la stazione di traffico situata nella zona centrale della città, per la quale è disponibile la serie storica più lunga a livello regionale.
 

Biossido di zolfo: massima media giornaliera su base annuale, rilevata presso la stazione di Torino-Consolata - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Per una descrizione più approfondita dell'inquinante si rimanda alla pagina dedicata di Arpa Piemonte - Inquinanti atmosferici https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/inquinanti-atmosferici

Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-08-13;155

Anno
2025
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Piano Paesaggistico Regionale (Ppr)

Anno
2025

A conclusione di un lungo iter di formazione, volto a garantire la più ampia partecipazione dei soggetti interessati e a realizzare uno strumento sempre più completo, comprensibile ed efficace, il consiglio regionale del Piemonte ha approvato, con D.C.R. 3 luglio 2017, n. 233-35836, il Piano paesaggistico regionale (Ppr), strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese, realizzato d’intesa con il ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo.

Le politiche di pianificazione territoriale e paesaggistica possono essere considerate come vere e proprie politiche di sviluppo regionale e costituiscono un elemento di notevole rilevanza per il consolidamento delle culture e delle economie locali, così come per il rafforzamento della competitività e dell’attrattività della regione rispetto a più ampi contesti europei e internazionali.

Le nuove esigenze e le nuove opportunità legate a tali politiche hanno in particolare trovato riscontro nella Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 da 45 Paesi membri del Consiglio d’Europa nonché, per quanto riguarda l’Italia, nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. 42/2004).

Nello spirito della Convenzione europea, il Ppr non si limita a riconoscere e proteggere gli ambiti di eccezionale pregio e bellezza, ma si rivolge all’intero territorio regionale, comprensivo dei paesaggi della quotidianità, che rappresentano i contesti di vita e lavoro delle persone contribuendo a determinarne la qualità e che vanno quindi difesi dalle trasformazioni incontrollate, e di quelli compromessi o degradati, dei quali promuove il recupero e la riqualificazione.

L’azione di tutela del Piano, per essere pienamente efficace, necessita del fondamentale contributo degli enti locali; a seguito dell’approvazione, infatti, i Comuni sono chiamati ad avviare il processo di revisione dei propri strumenti urbanistici, al fine di recepire le previsioni del Ppr. Oltre alle essenziali finalità di regolamentazione, il Piano mira a diffondere una maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti del paesaggio, inteso come patrimonio comune da proteggere e valorizzare, e ad accrescere la sensibilità dei cittadini verso gli obiettivi di tutela. Anche per questo il Piano affianca aspetti di natura strategica e progettuale a quelli più strettamente normativi.
 

Gli obiettivi del Piano


Il Ppr costituisce atto di pianificazione generale regionale improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. Definisce modalità e regole volte a garantire che il paesaggio sia adeguatamente conosciuto, tutelato, valorizzato e regolato. A tale scopo promuove la salvaguardia, la gestione e il recupero dei beni paesaggistici e la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti e integrati.

Dalle cinque strategie del Ppr discendono 26 obiettivi generali, che sono comuni a Piano paesaggistico e Piano territoriale. Le finalità particolari e le strategie operative per gli aspetti paesaggistico-ambientali sono invece in gran parte differenti da quelle territoriali, in relazione ai temi specifici e agli interessi diversificati che Ppr e Ptr si trovano ad affrontare: il quadro degli obiettivi specifici, pur mantenendo un reciproco coordinamento, è pertanto differenziato per i due strumenti.

Il quadro degli obiettivi specifici costituisce il riferimento per gli aspetti di qualità paesaggistica da individuare in ciascun ambito di paesaggio. A tal fine, nell’allegato B alle Norme di attuazione sono riportati gli obiettivi specifici di maggiore rilevanza per la qualità paesaggistica di ciascun ambito, accompagnati dalle azioni strategiche più opportune per le caratteristiche e le dinamiche di ciascuna parte di territorio.
 

Il significato del Piano paesaggistico


Il Piano paesaggistico costituisce strumento di pianificazione sovraordinata e prevalente secondo la legislazione nazionale sul paesaggio, che prevede la redazione di un piano esteso a tutto il territorio regionale da predisporre d’intesa tra Regione e Ministero.

Al di là degli obblighi normativi, il piano costituisce presa di coscienza da parte di una comunità del valore del proprio territorio; il paesaggio rappresenta infatti l’espressione della forma di un territorio nel quale si identifica la sua popolazione, in relazione alle dinamiche ambientali, naturali, storiche, culturali, frutto delle trasformazioni operate dall’uomo nel tempo, che ne hanno plasmato le caratteristiche percettive dalla sua genesi fino a oggi.

Il piano riconosce questi aspetti e si pone come strumento di conoscenza, di regolazione, di pianificazione e programmazione, per garantire la salvaguardia delle invarianti del territorio, la riqualificazione delle parti compromesse, la crescita di una coscienza comune sull’importanza dell’attenzione nei confronti del territorio, risorsa non riproducibile, in grado di garantire lo sviluppo delle comunità che lo abitano.
 

Le finalità del Piano paesaggistico


Il Ppr è strumento di:

  • Conoscenza: costituisce un “atlante” complessivo che descrive il territorio piemontese; riconosce i valori fondamentali che lo qualificano, i suoi caratteri identitari, le principali criticità presenti; rappresenta una visione unitaria della regione alla luce delle sue componenti costitutive, delle sue principali vocazioni, delle espressioni caratteristiche che contraddistinguono la sua storia;
  • Programmazione: contiene linee strategiche volte alla tutela del paesaggio e al miglior utilizzo del territorio; il Ppr ha sostenuto numerose azioni già attuate (progetti europei, progetti di valorizzazione, progetti di riqualificazione) e, nella sua parte strutturale, contiene principi e assi tematici che consentiranno nei prossimi anni di dare corso a politiche consapevoli di rigenerazione e valorizzazione del territorio, in una logica di sviluppo del Piemonte volta alla qualificazione e salvaguardia delle sue risorse, verso un’economia sostenibile e per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti;
  • Pianificazione: i contenuti del Ppr costituiscono elemento fondante per il sistema della pianificazione territoriale provinciale e della città metropolitana, della pianificazione urbanistica dei comuni e delle loro forme associative, nonché riferimento essenziale per la definizione di strumenti di pianificazione settoriale coerenti e compatibili con le caratteristiche del territorio piemontese;
  • Regolazione: contiene nella sua parte prescrittiva misure di tutela volte a tradurre i riconoscimenti di valore in disposizioni normative che incidono direttamente o indirettamente sui processi di trasformazione, finalizzate a garantire il corretto equilibrio tra sviluppo delle comunità e salvaguardia dei principali ambiti di pregio paesaggistico.
     
La visione strategica


Il Ppr affronta i temi della tutela del territorio e della qualità paesaggistica delle trasformazioni sia direttamente attraverso i propri contenuti normativi, sia promuovendo programmi, piani e progetti strategici volti alla valorizzazione integrata del territorio, a regia regionale o promossi da soggetti diversi (pubblici e privati), nonché con la realizzazione di approfondimenti tematici, attraverso la definizione di studi e analisi di accompagnamento al processo di attuazione del Ppr.

Il Ppr sostiene politiche e iniziative di livello sovra locale che mirano a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, in particolare relativamente ai seguenti temi:

  • valorizzazione del patrimonio paesaggistico piemontese;
  • implementazione della rete di connessione paesaggistica;
  • contenimento del consumo di suolo;
  • salvaguardia attiva dei paesaggi agrari;
  • definizione di criteri e modalità specifici per la qualificazione dei sistemi urbani e periurbani in termini edilizi, urbanistici e della funzionalità ecosistemica del territorio;
  • implementazione delle infrastrutture verdi e dei servizi ecosistemici;
  • inserimento paesaggistico dei manufatti specialistici e degli impianti tecnologici o di produzione di energia e riqualificazione delle aree dismesse o compromesse.


Il Ppr riconosce quali strumenti di approfondimento di queste tematiche, i seguenti programmi e progetti strategici, già attuati o in corso di attuazione:

  • i progetti relativi ai siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco e delle Riserve della biosfera (MAB);
  • la salvaguardia dei tenimenti storici dell’Ordine Mauriziano;
  • il progetto Corona Verde;
  • i contratti di fiume e di lago;
  • l’implementazione della rete ecologica regionale;
  • i progetti europei finanziati con il programma di cooperazione trasnazionale “Alpine space”;
  • le attività connesse al monitoraggio del consumo di suolo.

Autorizzazioni e semplificazione amministrativa
 

Il Ppr non introduce, in riferimento alle procedure autorizzative degli interventi ricadenti all'interno di beni paesaggistici, vere e proprie novità, che invece possono risultare di rilievo a seguito del completamento delle procedure di adeguamento degli strumenti urbanistici al Ppr stesso. Fino ad allora, infatti, i soggetti competenti al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche continueranno a verificare la conformità degli interventi proposti con le disposizioni cogenti e immediatamente prevalenti dettate dal Piano paesaggistico. Anche dal punto di vista della semplificazione amministrativa, la conformazione degli strumenti urbanistici costituisce il requisito essenziale per lo snellimento delle procedure autorizzative; in particolare, a seguito della positiva verifica da parte del Ministero della Cultura, dell'adeguamento del piano regolatore al Ppr, il parere del Soprintendente assumerà natura obbligatoria ma non vincolante nell’ambito delle autorizzazioni di cui all’articolo 146, comma 5, del Codice.

 

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Territorio

Anagrafe regionale dei siti contaminati

L’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati, istituita dalla Regione nel 2004, è uno strumento che consente di conoscere lo stato di fatto e pianificare la gestione dei siti contaminati.

I dati dell’anagrafe regionale sono pubblicati e scaricabili sul sito del Geoportale della Regione Piemonte, su dati Piemonte e su Sistema delle Conoscenze Ambientali.

La Regione Piemonte ha avviato, con il supporto di Arpa e del CSI, ente informatico della Regione, il percorso di aggiornamento dell’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati. L’obiettivo che si pone la nuova anagrafe è quello di creare un vero e proprio sistema informativo dei siti in procedimento di bonifica, permettendo l’inserimento da parte dei soggetti proponenti/progettisti dei dati di ogni singolo sito su apposita piattaforma informatica.

La nuova banca dati regionale dialogherà con la banca dati nazionale MOSAICO messa a punto da ISPRA, nella quale confluiscono annualmente i dati delle singole anagrafi regionali.

L’Anagrafe dei siti contaminati contiene, tra le altre, informazioni in merito ai procedimenti conclusi e agli interventi di bonifica in corso.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

L’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati, istituita dalla Regione nel 2004, è uno strumento che consente di conoscere lo stato di fatto e pianificare la gestione dei siti contaminati.

I dati dell’anagrafe regionale sono pubblicati e scaricabili sul sito del Geoportale della Regione Piemonte, su dati Piemonte e su Sistema delle Conoscenze Ambientali.

La Regione Piemonte ha avviato, con il supporto di Arpa e del CSI, ente informatico della Regione, il percorso di aggiornamento dell’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati. L’obiettivo che si pone la nuova anagrafe è quello di creare un vero e proprio sistema informativo dei siti in procedimento di bonifica, permettendo l’inserimento da parte dei soggetti proponenti/progettisti dei dati di ogni singolo sito su apposita piattaforma informatica.

La nuova banca dati regionale dialogherà con la banca dati nazionale MOSAICO messa a punto da ISPRA, nella quale confluiscono annualmente i dati delle singole anagrafi regionali.

L’Anagrafe dei siti contaminati contiene, tra le altre, informazioni in merito ai procedimenti conclusi e agli interventi di bonifica in corso.

Anno
2025

La bonifica dei siti “orfani”

I siti per i quali il responsabile della contaminazione non è stato individuato - o non adempie agli obblighi di bonifica - sono definiti “orfani”.

Gli interventi in questa tipologia di siti sono a carico delle Pubbliche Amministrazioni, che possono rivalersi sui responsabili (se individuati). Il procedimento di individuazione dei responsabili della contaminazione è di competenza delle Province/Città Metropolitana.

Una ricognizione della Regione Piemonte, effettuata nel 2021 con il supporto delle Province/Città Metropolitana di Torino, ha evidenziato la presenza di circa 120 siti “orfani”.

L’elenco dei siti orfani è allegato al “Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate” (PRUBAI).

Alla fine del 2020 il Ministero dell’Ambiente ha approvato il Programma nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti orfani che ha stanziato risorse per gli interventi in questa tipologia di siti.

Con le risorse stanziate dal Ministero, pari a € 6.815.788,93, sono stati individuati 16 interventi nel territorio regionale ritenuti prioritari, che sono attualmente in corso di realizzazione.

I siti orfani sono altresì oggetto di una specifica misura di finanziamento del PNRR, Misura M2C4 - Bonifica del "suolo dei siti orfani", finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.

Con decreto del Ministero della Transizione Ecologica n. 301 del 4 agosto 2022 è stato approvato il Piano d'azione per la riqualificazione dei siti orfani. Le risorse messe a disposizione per il territorio regionale piemontese sono pari a 36.675.937,16 euro e sono utilizzate per la bonifica di 12 siti orfani.

Per 11 siti è stato approvato l’accordo con Decreto Direttoriale MASE n. 56 del 02/03/2024, per l’ultimo sito l’accordo è stato approvato con Decreto Direttoriale MASE n. 231 del 09/12/2024.

Gli interventi sono in fase di esecuzione e si prevede il completamento entro il primo trimestre 2026.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

I siti per i quali il responsabile della contaminazione non è stato individuato - o non adempie agli obblighi di bonifica - sono definiti “orfani”.

Gli interventi in questa tipologia di siti sono a carico delle Pubbliche Amministrazioni, che possono rivalersi sui responsabili (se individuati). Il procedimento di individuazione dei responsabili della contaminazione è di competenza delle Province/Città Metropolitana.

Una ricognizione della Regione Piemonte, effettuata nel 2021 con il supporto delle Province/Città Metropolitana di Torino, ha evidenziato la presenza di circa 120 siti “orfani”.

L’elenco dei siti orfani è allegato al “Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate” (PRUBAI).

Alla fine del 2020 il Ministero dell’Ambiente ha approvato il Programma nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti orfani che ha stanziato risorse per gli interventi in questa tipologia di siti.

Con le risorse stanziate dal Ministero, pari a € 6.815.788,93, sono stati individuati 16 interventi nel territorio regionale ritenuti prioritari, che sono attualmente in corso di realizzazione.

I siti orfani sono altresì oggetto di una specifica misura di finanziamento del PNRR, Misura M2C4 - Bonifica del "suolo dei siti orfani", finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.

Con decreto del Ministero della Transizione Ecologica n. 301 del 4 agosto 2022 è stato approvato il Piano d'azione per la riqualificazione dei siti orfani. Le risorse messe a disposizione per il territorio regionale piemontese sono pari a 36.675.937,16 euro e sono utilizzate per la bonifica di 12 siti orfani.

Per 11 siti è stato approvato l’accordo con Decreto Direttoriale MASE n. 56 del 02/03/2024, per l’ultimo sito l’accordo è stato approvato con Decreto Direttoriale MASE n. 231 del 09/12/2024.

Gli interventi sono in fase di esecuzione e si prevede il completamento entro il primo trimestre 2026.

Anno
2025

Ozono - superamenti della soglie di informazione e di allarme

Capitolo
Ozono
Anno
2025

La normativa prevede, per le concentrazioni medie orarie, una soglia per l’informazione alla popolazione pari a 180 µg/m³ ed una soglia di allarme pari a 240 µg/m³.
Su tutto il territorio regionale, nel corso degli anni, si è assistito ad una riduzione del numero dei superamenti, tranne per il 2022 che ha registrato picchi importanti nell’agglomerato di Torino. Il 2024 presenta numeri di giorni di superamento per i tre tipi di zona fra i più bassi della serie storica. 

Ozono, trend del numero medio di giorni di superamento della soglia di informazione (2012-2024) - Fonte Arpa Piemonte

Dal confronto fra i superamenti della soglia di informazione registrati negli ultimi tre anni in ciascuna stazione emerge una netta diminuzione nel 2024 rispetto agli anni precedenti.

Nel 2024 la soglia di informazione (180 μg/m3 come massima media oraria) è stata superata in 3 delle 31 stazioni in cui il parametro viene misurato, contro le 13 stazioni del 2023 e le 28 del 2022. Nel 2024 la soglia di informazione è stata superata per un numero complessivo di ore decisamente inferiore rispetto agli anni precedenti (4 ore nel 2024, 33 ore nel 2023, 61 nel 2021). Si evidenzia che nel 2022 le ore di superamento erano state ben 571.
La soglia di allarme (240 µg/m3 su tre ore consecutive) non è mai stata superata nel corso del 2024, così come nel 2023, 2022 e 2021.

Ozono, numero di superamenti annuali della soglia di informazione registrati nel 2022, 2023 e 2024 - Fonte Arpa Piemonte
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Aria