Redazione RSA

Carta e superficie forestale

Anno
2025

Dalla carta forestale (edizione 2016) risulta che la superficie forestale complessiva del Piemonte è pari a 976.953 ha.

Il dato comprende i soprassuoli forestali, le aree dedicate all’arboricoltura da legno e le “Altre superfici forestali a copertura arboreo-arbustiva, come i boschi di neoformazione e i popolamenti a prevalenza di conifere posti ai limiti superiori della vegetazione forestale o in zone con forti limitazioni (rupi boscate, greti, etc.) che localmente ne impediscono l’espansione o l’aumento della copertura.

I soli boschi, al netto delle aree trasformate in altre destinazioni d’uso, sono aumentati di 57.854 ettari (6,6%).

Il confronto con la prima carta forestale regionale (pubblicata nel 1980) evidenzia un aumento della superficie forestale del 38% circa e più che raddoppiata rispetto ai dati risalenti all’Unità d’Italia.

L’aumento della superficie forestale è dovuto principalmente al progressivo processo di colonizzazione delle aree agricole e pascolive abbandonate a partire dal secondo dopoguerra ed in minima parte a iniziative di rimboschimento artificiale.

Tabella 1. Superficie forestale regionale

Per maggiori approfondimenti si rimanda al sito della Regione Piemonte e in particolare al report "La carta forestale del Piemonte - Aggiornamento 2016". 

Figura 1. Carta forestale del Piemonte

Ulteriori dati sono presenti in scarico sul sito web di Arpa Piemonte alla sezione dedicata agli indicatori ambientali. 

Tra le 21 categorie forestali individuate dalla carta forestale, quelle maggiormente rappresentate, che nel complesso occupano circa i 2/3 della superficie boscata regionale, sono i Castagneti (22%; 206.977 ha), le Faggete (15%; 141.599 ha), i Robinieti (12% 117.483 ha), i Larici-cembrete (10% 92.533 ha) e le Boscaglie pioniere e d’invasione (8% 74.995 ha). 

La maggior parte dei boschi piemontesi si trova in montagna (72%, con un indice di boscosità del 57%), seguono la collina (19%, con un indice di boscosità del 40%) e la pianura (9%, con un indice di boscosità del 10%).

La distribuzione delle superfici boscate a livello di province/aree metropolitane è riportata nella tabella sottostante.

Tabella 2: Distribuzione delle Superfici boscate per Provincia/area metropolitana
Province/area metropolitana Boschi (ha) Altre categorie forestali (ha) Arboricoltura da legno (ha) Totale (ha)
AL 114.711 1.397 7.499 123.607
AT 44.713 5.693 50.406
BI 46.011 839 548 47.398
CN 258.369 2.573 7.439 268.381
NO 35.528 2.405 37.933
TO 242.278 3.123 9.473 254.874
VB 129.782 790 163 130.735
VC 61.122 652 1.845 63.619
Tabella 2: Distribuzione delle Superfici boscate per Provincia/area metropolitana

Per ulteriori approfondimenti si può fare riferimento alla sezione del Cruscotto di conoscenze del patrimonio naturale piemontese dedicata alle superfici forestali. L’argomento è stato sviluppato in diverse precedenti edizioni del Rapporto Stato Ambiente, in particolare:

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Redazione RSA

Foreste, fattori sul territorio

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La gestione sostenibile delle foreste concorre all' obiettivo 15 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU: Proteggere, ripristinare, favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica.

I boschi in Piemonte sono una importante realtà, ricoprendo più di 1/3 del territorio regionale e con superficie tutt’ora in aumento spontaneo. Le foreste sono una risorsa di primaria rilevanza che svolge molteplici funzioni, oggi definite globalmente come servizi ecosistemici.

Per ribadire l'importanza delle foreste, il 21 marzo di ogni anno si celebra la Giornata mondiale delle foreste.

I boschi sono entità ambientali modellate da fattori naturali (clima, geomorfologia, suoli, ecologia delle specie, etc) e da fattori antropici (gestione selvicolturale, abbandono, imboschimento spontaneo o guidato, disboscamento, inquinamento ecc.). La millenaria azione dell’uomo ha profondamente modificato la composizione delle cenosi boschive naturali: basti ricordare che in assenza dell’uomo in Piemonte tutte le terre al disotto dei 2.500 m di quota media sarebbero boscate.

Anche i boschi oggi presenti sono assai diversi da quelli naturali, alcuni esempi: i lariceti in purezza che caratterizzano le Alpi derivano dalla sistematica eliminazione del pino cembro e degli abeti per favorire il pascolo; le faggete pure sono state plasmate dall’utilizzo per carbone a spese di abeti e altre latifoglie; i castagneti derivano da antico impianto di una specie sporadica per ottenere frutti e legno, soppiantando querceti e faggete; i robinieti derivano da una specie esotica introdotta per necessità di legna da ardere. Negli ultimi decenni a seguito dell’abbandono delle aree montane e collinari meno favorevoli all’agricoltura si osserva una ricolonizzazione spontanea del bosco (acero-frassineti, boscaglie, arbusteti, robinieti), con un raddoppio della superficie dal secondo dopoguerra, fenomeno senza precedenti negli ultimi secoli.

Si stima che la raccolta di legno sia meno di metà del prelievo sostenibile, attestandosi su circa 1/4 di quanto cresce annualmente. A seguito della rarefazione degli interventi di taglio anche la composizione e la struttura dei boschi variano, sia arricchendosi di specie e rinaturalizzandosi (es. il gran ritorno del pino cembro nei lariceti, la spontanea conversione a fustaia dei cedui di faggio), sia collassando dove instabili (es. cedui di castagno abbandonati, rimboschimenti di conifere). L’aumento della superficie boscata ove non gestito non ha solo aspetti positivi, in quanto modifica il paesaggio rurale tradizionale e riduce gli habitat per alcune specie animali e vegetali.

I cambiamenti sono influenzati anche da fattori climatici, fitopatologici, e dall’introduzione di specie esotiche invasive vegetali o animali, spesso strettamente correlati tra loro: i già rari boschi di pianura e fluviali subiscono la colonizzazione di specie esotiche invasive (ailanto, quercia rossa, ciliegio tardivo e acero americani, poligono del Giappone, buddleja ecc.), favorite anche dal deperimento delle querce per stress idrici; le sequenze di inverni miti innescano vari parassiti, come la processionaria del pino.

Al contrario i boschi cedui di facile accesso sono ancora sottoposti ad un utilizzo costante soprattutto per fornire legna da ardere, il cui consumo regionale da parte delle famiglie è stimato in almeno 2 milioni di tonnellate/anno. Per assicurare la conservazione e la funzionalità di questa risorsa ambientale per l’uomo e le sue attività, tutti questi fattori devono essere conosciuti, orientati e governati con decisioni politiche e strumenti tecnici.

Anno
2025
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PNRR - Architetture rurali

La Componente M1C3 del PNRR ha l’obiettivo di rilanciare i settori economici della cultura e del turismo, che all’interno del sistema produttivo giocano un ruolo particolare, sia in quanto espressione dell’identità del Paese, sia per il peso che hanno nell’economia nazionale. Inoltre i settori del comparto sono tra quelli con la più alta incidenza di lavoro giovanile e femminile.

In relazione alle misure in ambito culturale stabilite dal PNRR, la Regione Piemonte è stata nominata con D.M. 18 marzo 2022 soggetto attuatore della misura PNRR. M1C3 Investimento 2.2. “Tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”.

L’avviso nasce come risposta ad una esigenza di tutela del patrimonio rurale diffuso sul territorio, caratterizzato da una presenza capillare legata al tessuto produttivo e alle peculiarità paesaggistiche. 

Molti edifici rurali, originariamente destinati a scopi abitativi (es.: casali, fattorie), produttivi (es.: case coloniche, stalle, mulini, frantoi), religiosi (chiese rurali, edicole votive), didattici (scuole rurali, fattorie didattiche) e strutture agricole hanno subito un progressivo processo di abbandono, degrado e alterazioni che ne ha compromesso le caratteristiche tipologiche e costruttive e il loro rapporto con gli spazi circostanti. 

L’intervento mira pertanto a migliorare la qualità paesaggistica del territorio nazionale e favorire il trasferimento di buone pratiche, nonché l’implementazione di soluzioni innovative anche tecnologiche per migliorare l’accessibilità per persone con disabilità fisica e sensoriale. Il recupero del patrimonio edilizio rurale, ove coniugato ad interventi per migliorarne l’efficienza energetica, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali. Allo stesso modo, le colture agro-forestali-pastorali di interesse storico sono caratterizzate da bassi apporti energetici esterni e da un’ottima capacità di assorbimento della CO2, spesso superiore alle foreste. 

L’intervento, inoltre, restituisce alla collettività e in molti casi all’uso pubblico un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico; il suo recupero favorisce non solo le attività legate al mondo agricolo ma anche la creazione di servizi a beneficio della fruizione culturale e turistica, come i piccoli musei locali legati al mondo rurale che svolgono un ruolo importante nelle comunità locali promuovendo la conoscenza e la memoria. 

L’investimento 2.2 “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale” è pertanto finalizzato alla realizzazione di un’azione sistematica di conoscenza, tutela e valorizzazione di edifici storici rurali e del paesaggio rurale, attraverso il perseguimento dei seguenti principali obiettivi: 

  • Preservare i valori dei paesaggi rurali storici attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni della cultura materiale e immateriale e al mantenimento e ripristino della qualità paesaggistica dei luoghi;
  • Promuovere la creazione di iniziative e attività legate ad una fruizione turistico-culturale sostenibile, alle tradizioni e alla cultura locale. 

Con l’investimento M1C3 Intervento 2.2 l’importo assegnato dal MIC alla Regione Piemonte ammonta ad Euro 39.494.512,07 e coinvolge oltre 300 beneficiari, in particolare persone fisiche e soggetti privati profit e non profit, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, enti del terzo settore e altre associazioni, fondazioni, cooperative, imprese in forma individuale o societaria, che siano proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili appartenenti al patrimonio culturale rurale, cui sono rivolte le azioni di sostegno. Importante è il ruolo della Soprintendenza e degli Enti Locali chiamati al rilascio delle autorizzazioni necessarie per l’attivazione dei progetti assegnatari di contributo.

A beneficiarne sono stati principalmente beni religiosi e beni che rappresentano varie categorie dell’architettura rurale, edifici e spazi che costituiscono testimonianze significative della storia delle comunità e dei sistemi rurali, nonché delle rispettive economie agricole tradizionali e dell’evoluzione del paesaggio. I progetti presentati sono volti infatti anche ad un miglioramento complessivo della qualità del paesaggio e all’attivazione di processi di valorizzazione territoriale, attraverso il potenziamento della fruizione culturale-turistica di tale patrimonio e l’integrazione con reti, itinerari, sistemi culturali.

I criteri di assegnazione hanno previsto il sostegno di progetti caratterizzati da una forte attenzione alla sostenibilità, collocati in territori di tutela paesaggistica e/o legati a piani o iniziative di carattere sovraregionale, come i cammini religiosi (Via Francigena) o i riconoscimenti UNESCO. In particolare, numerosi progetti finanziati appartengono ai territori compresi nell’area della Riserva della Biosfera UNESCO del Monviso e nelle aree del sito Patrimonio Mondiale dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, ma non mancano anche numerosi interventi nei territori appartenenti ad altri riconoscimenti UNESCO.

Parchi e giardini storici

Il progetto rientra nella Missione 1 "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura", Componente 3 - Cultura 4.0 (M1C3), Misura 2 "Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale", Investimento 2.3 "Programmi per valorizzare l'identità dei luoghi: parchi e giardini storici". L'obiettivo principale è rafforzare i valori culturali, storici e ambientali dei parchi e giardini, favorendo una corretta conservazione e valorizzazione, anche in ottica turistica. In particolare, si punta a contrastare il decadimento urbano, ristabilire le identità condivise dei luoghi e creare nuove opportunità per il rilancio delle economie locali, oltre che a migliorare la gestione e la conservazione dei beni culturali.

L'investimento M1C3 I2.3 prevede un’importante azione destinata al censimento, al restauro e alla valorizzazione di Parchi e Giardini storici, nell’ambito della quale è previsto uno specifico “Progetto di catalogazione di parchi e giardini storici”. Il progetto intende avviare un processo di individuazione, quantificazione e descrizione dei parchi e giardini storici, finalizzato alla catalogazione (tramite la compilazione della scheda PG 4.01, appositamente predisposta dall’ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione), per favorire l’implementazione del Catalogo generale dei beni culturali. Sul totale nazionale di 300.000.000 euro per la Misura M1C3-I2.3, le risorse destinate all’attività di catalogazione dei parchi e giardini storici sono pari a 3.000.000 euro, di cui 2.511.300 di euro assegnati alle Regioni e Province Autonome per l’attuazione del “Progetto di catalogazione di parchi e giardini storici”. Delle risorse complessive, il Piemonte risulta assegnatario, con DSG n. 455 del 22/04/2024, di 120.000 euro per il finanziamento della catalogazione di n. 400 parchi e giardini storici siti sul territorio regionale, da completarsi entro il 31 dicembre 2025.

Anno
2025
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Redazione RSA
Paragrafi

La Componente M1C3 del PNRR ha l’obiettivo di rilanciare i settori economici della cultura e del turismo, che all’interno del sistema produttivo giocano un ruolo particolare, sia in quanto espressione dell’identità del Paese, sia per il peso che hanno nell’economia nazionale. Inoltre i settori del comparto sono tra quelli con la più alta incidenza di lavoro giovanile e femminile.

In relazione alle misure in ambito culturale stabilite dal PNRR, la Regione Piemonte è stata nominata con D.M. 18 marzo 2022 soggetto attuatore della misura PNRR. M1C3 Investimento 2.2. “Tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”.

L’avviso nasce come risposta ad una esigenza di tutela del patrimonio rurale diffuso sul territorio, caratterizzato da una presenza capillare legata al tessuto produttivo e alle peculiarità paesaggistiche. 

Molti edifici rurali, originariamente destinati a scopi abitativi (es.: casali, fattorie), produttivi (es.: case coloniche, stalle, mulini, frantoi), religiosi (chiese rurali, edicole votive), didattici (scuole rurali, fattorie didattiche) e strutture agricole hanno subito un progressivo processo di abbandono, degrado e alterazioni che ne ha compromesso le caratteristiche tipologiche e costruttive e il loro rapporto con gli spazi circostanti. 

L’intervento mira pertanto a migliorare la qualità paesaggistica del territorio nazionale e favorire il trasferimento di buone pratiche, nonché l’implementazione di soluzioni innovative anche tecnologiche per migliorare l’accessibilità per persone con disabilità fisica e sensoriale. Il recupero del patrimonio edilizio rurale, ove coniugato ad interventi per migliorarne l’efficienza energetica, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali. Allo stesso modo, le colture agro-forestali-pastorali di interesse storico sono caratterizzate da bassi apporti energetici esterni e da un’ottima capacità di assorbimento della CO2, spesso superiore alle foreste. 

L’intervento, inoltre, restituisce alla collettività e in molti casi all’uso pubblico un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico; il suo recupero favorisce non solo le attività legate al mondo agricolo ma anche la creazione di servizi a beneficio della fruizione culturale e turistica, come i piccoli musei locali legati al mondo rurale che svolgono un ruolo importante nelle comunità locali promuovendo la conoscenza e la memoria. 

L’investimento 2.2 “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale” è pertanto finalizzato alla realizzazione di un’azione sistematica di conoscenza, tutela e valorizzazione di edifici storici rurali e del paesaggio rurale, attraverso il perseguimento dei seguenti principali obiettivi: 

  • Preservare i valori dei paesaggi rurali storici attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni della cultura materiale e immateriale e al mantenimento e ripristino della qualità paesaggistica dei luoghi;
  • Promuovere la creazione di iniziative e attività legate ad una fruizione turistico-culturale sostenibile, alle tradizioni e alla cultura locale. 

Con l’investimento M1C3 Intervento 2.2 l’importo assegnato dal MIC alla Regione Piemonte ammonta ad Euro 39.494.512,07 e coinvolge oltre 300 beneficiari, in particolare persone fisiche e soggetti privati profit e non profit, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, enti del terzo settore e altre associazioni, fondazioni, cooperative, imprese in forma individuale o societaria, che siano proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili appartenenti al patrimonio culturale rurale, cui sono rivolte le azioni di sostegno. Importante è il ruolo della Soprintendenza e degli Enti Locali chiamati al rilascio delle autorizzazioni necessarie per l’attivazione dei progetti assegnatari di contributo.

A beneficiarne sono stati principalmente beni religiosi e beni che rappresentano varie categorie dell’architettura rurale, edifici e spazi che costituiscono testimonianze significative della storia delle comunità e dei sistemi rurali, nonché delle rispettive economie agricole tradizionali e dell’evoluzione del paesaggio. I progetti presentati sono volti infatti anche ad un miglioramento complessivo della qualità del paesaggio e all’attivazione di processi di valorizzazione territoriale, attraverso il potenziamento della fruizione culturale-turistica di tale patrimonio e l’integrazione con reti, itinerari, sistemi culturali.

I criteri di assegnazione hanno previsto il sostegno di progetti caratterizzati da una forte attenzione alla sostenibilità, collocati in territori di tutela paesaggistica e/o legati a piani o iniziative di carattere sovraregionale, come i cammini religiosi (Via Francigena) o i riconoscimenti UNESCO. In particolare, numerosi progetti finanziati appartengono ai territori compresi nell’area della Riserva della Biosfera UNESCO del Monviso e nelle aree del sito Patrimonio Mondiale dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, ma non mancano anche numerosi interventi nei territori appartenenti ad altri riconoscimenti UNESCO.

Parchi e giardini storici

Il progetto rientra nella Missione 1 "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura", Componente 3 - Cultura 4.0 (M1C3), Misura 2 "Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale", Investimento 2.3 "Programmi per valorizzare l'identità dei luoghi: parchi e giardini storici". L'obiettivo principale è rafforzare i valori culturali, storici e ambientali dei parchi e giardini, favorendo una corretta conservazione e valorizzazione, anche in ottica turistica. In particolare, si punta a contrastare il decadimento urbano, ristabilire le identità condivise dei luoghi e creare nuove opportunità per il rilancio delle economie locali, oltre che a migliorare la gestione e la conservazione dei beni culturali.

L'investimento M1C3 I2.3 prevede un’importante azione destinata al censimento, al restauro e alla valorizzazione di Parchi e Giardini storici, nell’ambito della quale è previsto uno specifico “Progetto di catalogazione di parchi e giardini storici”. Il progetto intende avviare un processo di individuazione, quantificazione e descrizione dei parchi e giardini storici, finalizzato alla catalogazione (tramite la compilazione della scheda PG 4.01, appositamente predisposta dall’ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione), per favorire l’implementazione del Catalogo generale dei beni culturali. Sul totale nazionale di 300.000.000 euro per la Misura M1C3-I2.3, le risorse destinate all’attività di catalogazione dei parchi e giardini storici sono pari a 3.000.000 euro, di cui 2.511.300 di euro assegnati alle Regioni e Province Autonome per l’attuazione del “Progetto di catalogazione di parchi e giardini storici”. Delle risorse complessive, il Piemonte risulta assegnatario, con DSG n. 455 del 22/04/2024, di 120.000 euro per il finanziamento della catalogazione di n. 400 parchi e giardini storici siti sul territorio regionale, da completarsi entro il 31 dicembre 2025.

Anno
2025

Siti UNESCO del Piemonte

Anno
2025

Da decenni l’UNESCO sostiene il ruolo chiave della cultura nelle politiche di sviluppo, facendo di questo tema una delle proprie missioni istituzionali ed impegnandosi per sensibilizzare i decisori internazionali ad intendere le iniziative e gli investimenti in ambito culturale come essenziali per garantire che i processi di globalizzazione siano di beneficio e non vadano a discapito delle comunità locali, e ad integrare gli aspetti culturali nelle politiche pubbliche, dall’educazione alle scienze, all’ambiente, alla pianificazione urbanistica, al turismo.

L’approccio allo sviluppo incentrato sulla cultura, intesa non come rigido schema di valori a cui aderire o da mantenere, ma come forza dinamica composta da eredità e creatività, è stato assunto in diverse risoluzioni delle Nazioni Unite, fino all’Agenda 2030 nel 2015. Sebbene l’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile non abbia individuato per l’ambito culturale un obiettivo specifico, gli conferisce un ruolo trasversale e fondante per il raggiungimento dei vari obiettivi di sostenibilità - dalla dignità del lavoro all’educazione di qualità, dal consumo e dalla produzione responsabile alla pianificazione di città e insediamenti umani sostenibili.

Un’azione di sviluppo che non tenga conto anche degli aspetti culturali non può dirsi sostenibile; al contrario integrare la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, promuovere ed incoraggiare il dialogo, la creatività e la diversità culturale, sostenere prodotti e saperi locali, oltre a contribuire in maniera diretta allo sviluppo del settore culturale attraverso il sostegno delle industrie creative e apportando benefici in termini di lotta alla povertà e coesione sociale, favorisce anche una crescita calibrata sul contesto locale.

Lo sforzo dell’UNESCO nell’assicurare la continuità di tale approccio è garantito da decenni ed ha condotto nel 2019 alla definizione degli Indicatori tematici per la cultura nell’Agenda 2030 (Culture|2030 Indicators), che intendono fornire uno strumento di sensibilizzazione ulteriore, dimostrando in modo misurabile il contributo che la cultura e l’attuazione delle Convenzioni culturali danno all’implementazione degli obiettivi di sostenibilità.

Esaminando le principali Liste, create in attuazione delle Convenzioni internazionali o dei programmi promossi dall’UNESCO, emerge quanto gli obiettivi di base siano integrabili e come gli strumenti di attuazione consentano di agire a livello locale, ma con valenze che superano i confini territoriali, e di sperimentare modelli di sviluppo che promuovono la diversità culturale e la sostenibilità su ampia scala, considerata la molteplicità di soggetti e valori coinvolti:

  • la Lista del Patrimonio Mondiale (in attuazione della Convenzione sulla protezione del patrimonio Mondiale, culturale e naturale del 1972), da principio incentrata sulla conservazione e la protezione di elementi puntuali, si è più recentemente evoluta verso una lettura attenta alla salvaguardia del contesto e della molteplicità dei valori di un territorio o di un fenomeno, nonché al ruolo centrale delle comunità;
  • la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio immateriale del 2003 e la Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali del 2005 sono intervenute per sancire la necessità di salvaguardare la diversità culturale, secondo il fine ultimo di creare condizioni propizie allo sviluppo sostenibile, rinnovando altresì l’impegno alla sensibilizzazione ed al coinvolgimento dei cittadini, la cui consapevolezza e partecipazione sono la chiave per garantire il raggiungimento di obiettivi condivisi; in particolare, la Lista del Patrimonio Culturale immateriale è stata creata con l’obiettivo di rappresentare la diversità del patrimonio intangibile dell’umanità e ad aumentare la consapevolezza della sua importanza e del suo valore.
  • nel 2004 è stato avviato il programma della Rete delle Città Creative per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato nell’industria culturale e creativa la chiave per lo sviluppo urbano sostenibile;
  • i programmi UNESCO che conferiscono riconoscimenti nel campo delle scienze promuovono su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente (Riserve del programma Uomo e Biosfera) e la diversità geologica (Geoparchi Mondiali) secondo un approccio olistico, focalizzato sulle comunità, che considera in maniera unitaria conservazione, educazione e sviluppo ed integra diversità naturale e culturale.

     

Con cinque siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale (Residenze Sabaude, Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, Siti Palafitticoli Preistorici dell'Arco Alpino, Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato, Ivrea Città Industriale del XX secolo), quattro elementi nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale (Arte dei suonatori di corno da caccia, Arte della costruzione in pietra a secco, Alpinismo e Cerca e cavatura del tartufo), tre aree riconosciute come Riserve della Biosfera nell’ambito del Programma Uomo e Biosfera (Ticino Val Grande Verbano, Monviso, Collina Po) ed una nella Rete dei Geoparchi Mondiali (Geoparco Sesia Val Grande), tre Città creative (Torino per il Design, Alba per la Gastronomia, Biella per l’Artigianato e l’arte popolare) e numerose candidature in corso, gran parte del territorio e delle comunità piemontesi sono interessate da riconoscimenti connessi all’attuazione delle Convenzioni o dei programmi UNESCO. 
 

Sul territorio sono anche presenti due Cattedre UNESCO (Sviluppo sostenibile e gestione del territorio presso l’Università degli Studi di Torino e Nuovi paradigmi e strumenti per la gestione del paesaggio bio-culturale presso il Politecnico di Torino).

La Regione riconosce la valenza strategica delle designazioni conferite dall’UNESCO, impegnandosi nel loro sostegno, in quanto eccellenze da non intendersi come destinazioni per un turismo di consumo, quanto piuttosto come occasioni per costruire modelli di salvaguardia di saperi e risorse culturali e naturali, di fruizione e sviluppo economico integrato, attento al dialogo con le comunità e alle relazioni con tematiche di grande scala, quali il cambiamento climatico e i fenomeni migratori.
Per sviluppare tale potenziale, come previsto dalla legge regionale 1 agosto 2018, n. 11 “Disposizioni coordinate in materia di cultura”, è stato istituito il Tavolo di lavoro Distretto Piemonte UNESCO, di cui fanno parte i rappresentanti di tutti i soggetti che gestiscono i riconoscimenti UNESCO piemontesi, finalizzato a promuovere la partecipazione nell’ambito della programmazione dell’attività regionale, il coordinamento e lo scambio di conoscenze ed informazioni, l'integrazione di progetti, lo sviluppo di attività multidisciplinari e l'ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie, per il raggiungimento di obiettivi comuni.
Nella stessa ottica, l’amministrazione ha individuato nei riconoscimenti UNESCO un ambito strategico per l’assegnazione e l’impiego di risorse europee di investimento finalizzate al recupero e all’ampliamento della fruizione del patrimonio culturale per la promozione di modelli di crescita sostenibile dei territori. 

Anche la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile identifica i riconoscimenti UNESCO come strumenti di gestione del territorio e delle comunità, veri e propri “laboratori di sostenibilità” e strumenti concreti per la territorializzazione degli obiettivi delle Macro Aree Strategiche di Intervento. In particolare la valorizzazione di tali esperienze concorre agli obiettivi della MAS1 (Accompagnare la transizione del sistema produttivo piemontese verso un modello in grado di coniugare competitività e sostenibilità) e della MAS3 (Curare il patrimonio culturale e ambientale e la resilienza dei territori).


Il riconoscimento conferito dall'UNESCO non si limita pertanto ad uno sterile marchio utilizzato a fini promozionali, ma conferisce un ruolo attivo e specifico di azione e coinvolgimento territoriale, di sensibilizzazione e riflessione, come dimostrano alcune recenti esperienze:

  1. il sito Patrimonio Mondiale di Ivrea Città Industriale ha condotto un adeguamento del Piano di Gestione ai criteri di sostenibilità posti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU e dal documento UNESCO Culture 2030 Indicators. Tale attività si accompagna a un primo bilancio dell’attuazione del Piano di Gestione e all'implementazione del processo di Community Development.
  2. b) la Riserva della Biosfera Monviso ha avviato la procedura per il mantenimento del riconoscimento UNESCO attraverso la compilazione del report di revisione periodica volto a dimostrare l'adempimento alle funzioni previste per una Riserva della Biosfera, ovvero: trovare un equilibrio che duri nel tempo tra conservazione della biodiversità, promozione di uno sviluppo sostenibile e salvaguardia dei valori culturali connessi; conservare la diversità biologica, delle risorse genetiche, delle specie, degli ecosistemi e dei paesaggi, e la diversità culturale; sviluppare progetti centrati principalmente sulle popolazioni locali, secondo modelli di gestione “sostenibile” del territorio; supportare progetti di dimostrazione, informazione, educazione ambientale, ricerca e monitoraggio collegati ai bisogni di conservazione e sviluppo sostenibile locale, nazionale e globale.
  3. c) il sito Patrimonio Mondiale Paesaggi vitivinicoli del Piemonte ha avviato la procedura di aggiornamento del Piano di Gestione e del sistema di monitoraggio , la cui ultima stesura risale al periodo di candidatura, ovvero al 2013, attraverso una metodologia partecipata che intende analizzare i diversi parametri coinvolti (agricoltura, paesaggio, turismo sostenibile, energia, acqua, risorse culturali, comunità locali, clima...) per delineare le linee strategiche di azione per il prossimo decennale.
Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Gestione integrata del ciclo delle acque

Tema
Tipo
Paragrafi

La gestione integrata del ciclo delle acque concorre agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in particolare all'Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie ed in riferimento alla Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS), concorre in particolare agli obiettivi previsti nella macro-area strategica MAS 3 - Curare il patrimonio culturale e ambientale e la resilienza dei territori, attraverso la tutela delle acque, dei suoli, delle biodiversità, la riduzione delle marginalità territoriali e la valorizzazione delle risorse culturali, paesaggistiche e ambientali.

In particolare concorre alle seguenti priorità:

Si riportano nel dettaglio gli obiettivi della programmazione che concorrono alla attuazione della SRSvS:

  • Estensione, potenziamento ed adeguamento funzionale dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione in funzione di una loro maggiore efficienza, efficacia ed economicità;
  • Aumento della resilienza dei suddetti servizi agli effetti dei cambiamenti climatici, soprattutto in termini di sicurezza dell’approvvigionamento potabile;
  • Aggregazione delle gestioni del SII in funzione di una gestione unica a scala di ogni singolo ATO;
  • Riorganizzazione e potenziamento della filiera di riutilizzo e smaltimento dei fanghi di depurazione nonché aggiornamento della pianificazione regionale in materia;
  • Tutela del territorio montano e delle sue risorse naturali attraverso una quota della tariffa del SII che annualmente viene a tal fine destinata dagli Enti di governo d’Ambito.

Le norme in materia di Servizio Idrico Integrato (SII) sono mirate alla organizzazione del servizio secondo principi di efficienza, di efficacia e di economicità, traguardano l'obiettivo di una graduale aggregazione e industrializzazione dei soggetti gestori del servizio finalizzata al miglioramento dei livelli qualitativi del servizio erogato nonché al miglioramento delle prestazioni ambientali e di soddisfazione dell’utenza delle fasi di captazione, trasporto e distribuzione dell’acqua potabile, di collettamento e depurazione delle acque reflue urbane.

L'azione della Regione è finalizzata, nel perimetro delle proprie competenze, ad incentivare l’attuazione della riforma del servizio dal punto di vista dell’organizzazione, al raggiungimento di una più robusta condizione di ottemperanza alle normative comunitarie in materia di acque potabili e trattamento delle acque reflue, all’erogazione di un servizio di qualità e resiliente agli effetti del cambiamento climatico.

Anno
2025
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Fondo Unico Nazionale del Turismo (FUNT) - Ostana e Rimella

Anno
2025

Con atto di programmazione del FUNT di conto capitale per l’anno 2022 (adottato con Decreto del Ministero del Turismo prot. n. 7618 del 14,06,2022) è stato stabilito il riparto delle risorse messe a disposizione delle regioni e Province Autonome per l’anno 2022: per la Regione Piemonte tale quota è pari ad Euro 1.513.800,00.

Tale importo è finalizzato alla realizzazione di interventi volti alla valorizzazione di un turismo che stimoli l’impronta ecologica del settore attraverso investimenti di riqualificazione dei territori. Lo scopo è aumentare le potenzialità attrattive in termini turistici o rifunzionalizzare aree pubbliche per accogliere nuove iniziative.

Con Deliberazione della Giunta Regionale 30 settembre 2022, n. 28-5715 si è disposto di presentare al Ministero del Turismo i progetti che si sono posizionati al secondo e al terzo posto della graduatoria approvata con la D.G.R. n. n. 2 - 4762 del 14 marzo 2022 nell’ambito della Misura 2,1 “Attrattività dei Borghi” del PNRR, secondo le seguenti modalità: 

  • Comune di Ostana "Interventi di valorizzazione del borgo di Ostana (CN)", per un totale complessivo di investimento pari a euro 2.000.000,00 di cui ero 1.000.000,00 di risorse FUNT e la restante quota pari a euro 1.000.000,00 come cofinanziamento regionale;
  • Comune di Rimella "Interventi di valorizzazione del borgo di Rimella (VC)", per un totale complessivo di investimento pari a euro 1.027.600,00 di cui euro 513.800,00 di risorse FUNT e la restante quota pari a euro 513.800,00 come cofinanziamento regionale.

Nel corso dell’anno 2023 sono pervenuti entrambi i progetti di fattibilità tecnico economica ed è stata erogata la quota parte di contributo pari al 50%.

Nel corso dell’anno 2024, recepite tutte le autorizzazioni, sono stati approvati i progetti esecutivi ed è stato dato avvio alla fase inerente gli affidamenti.

Diurante il corrente anno partiranno i relativi interventi. 

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Strutture di ricevimento all'aperto e turismo itinerante

Anno
2025

A dicembre 2022 è stato pubblicato il Regolamento Regionale n. 11/R del 29/12/2022 in attuazione dell’articolo 19 della legge regionale 22 febbraio 2019, n. 5 (disciplina dei complessi ricettivi all’aperto e del turismo itinerante) riguardante le nuove norme di riferimento per le attività di campeggio, villaggio turistico, aree per il turismo itinerante.

L’entrata in vigore di tale regolamento sarà a far data dal 13.01.2023 e produrrà l’efficacia operativa della suddetta Legge, in armonia con i principi e le finalità espressi dall’art. 1 e che si sintetizzano nel seguito: 

  • riconoscimento del ruolo strategico del turismo all'aperto per lo sviluppo economico, sociale e occupazionale della Regione;
     
  • incremento della crescita competitiva dell'offerta del sistema turistico regionale, anche ai fini dell'attuazione del riequilibrio territoriale dei flussi turistici e in relazione all'opportunità di indirizzare le presenze verso le aree meno congestionate e i piccoli borghi rappresentativi del territorio piemontese;
     
  • valorizzazione delle risorse ambientali, i beni culturali, i beni e i valori paesaggistici e le tradizioni locali per uno sviluppo turistico sostenibile, con l'obiettivo di ampliare l'offerta integrata di servizi riguardanti arte, natura, ambiente, paesaggio, cultura ed enogastronomia;
     
  • sostegno al ruolo delle imprese operanti nel settore turistico all'aperto, con particolare riguardo alle micro, piccole e medie imprese e migliorarne la qualità dell'organizzazione e dei relativi servizi;
     
  • promozione dei processi di riqualificazione urbanistica, paesaggistica e territoriale dei centri che rivestono una particolare rilevanza sotto il profilo turistico-ricettivo;
     
  • incentivazione del turismo itinerante per vivere la vacanza a stretto contatto con la natura e la cultura dei luoghi visitati, lontano dalle destinazioni di massa e dal turismo stanziale;
     
  • proposta di azioni condivise per agevolare la fruizione dei servizi turistici, con particolare riguardo ai soggetti con ridotte o impedite capacità motorie e sensoriali, in linea con i principi di diritto interno e internazionale in materia di accessibilità, con specifico riferimento alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta a New York il 13 dicembre 2006, ratificata e resa esecutiva dalla legge 3 marzo 2009, n.18;
     
  • disciplina dell'offerta turistica all'aperto in aree e spazi privati in un'ottica di economia condivisa dei servizi offerti.
     

Le principali tematiche regolamentate sono:

  • Gestione dell’attività;
  • Periodi di apertura e limiti di permanenza
  • Destinazione urbanistica e criteri di localizzazione
  • Servizi aggiuntivi
  • Preparazione, somministrazione e vendita di alimenti e bevande Classificazione
  • Riserva di denominazione
  • Segni distintivi
  • Pubblicità e obblighi informativi
  • Caratteristiche dei servizi turistici offerti per la denominazione di “posto tappa”
  • Logo distintivo e comunicazione pubblica per la denominazione aggiuntiva di “posto tappa”
  • Soluzioni ricettive innovative 

L’articolo 14 del suddetto regolamento, relativo alle norme di carattere transitorio, prevede precisi limiti temporali entro cui le strutture si dovranno adeguare alle nuove disposizioni normative regionali.

In particolare per i requisiti urbanistico-edilizi e paesaggistici di cui all’articolo 4 è stato concesso un anno di tempo dall’entrata in vigore, successivamente prorogata di un altro anno, e pertanto entro il 13.01.2025.

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Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Progetti Europei di cooperazione transfrontaliera

Anno
2025

Nel corso del 2023 sono operativamente terminati i progetti europei, a valere sui Programmi di Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia e Italia-Svizzera 2014-2020, di interesse culturale, turistico e sportivo, con una gestione amministrativa-contabile che dovrebbe concludersi nel corso dell’anno 2024.

Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Francia, per l’elaborazione dei Piani Integrati Tematici (PITEM), la Regione Piemonte ha coordinato e sviluppato il PITEM MITO (Modelli Integrati transfrontalieri per il Turismo Outdoor) e il PITEM PACE (Patrimonio, Cultura, Economia) che si concentra sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico transfrontaliero attraverso lo sviluppo del turismo e degli sport all’aria aperta.

Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, la Regione Piemonte ha sviluppato il progetto E-Bike, insieme al capofila Regione Lombardia. Il progetto è a suo tempo nato dall’esigenza di una valorizzazione turistica del territorio con un approccio ambientalmente sostenibile che privilegi l’uso di energie rinnovabili e il consumo di prodotti locali di qualità, promuovendo la filiera del turismo “dolce”. L’agevolazione della mobilità ciclistica assistita viene supportata dall’introduzione di un sistema di servizi specifico (aree noleggio, sosta, ciclofficine, siti di ricarica) e da interventi sulla rete sentieristica a basso impatto, con la creazione di itinerari cicloturistici e la formazione specifica di guide turistiche.

Sul Programma I-CH, Regione Piemonte ha aderito altresì al progetto In bici a pelo d’acqua incentrato sullo sviluppo dell’itinerario cicloturistico transfrontaliero cd. La Via del Mare, adeguatamente collegato e dotato di una serie di servizi, quali le ciclofficine, servizi di noleggio bici e recapito bagagli, strutture ricettive dotate di caratteristiche specifiche (es. locale ricovero bici, trasporto bagagli, miniofficina) tali da poter rientrare nella definizione di Bike Hostel/Hotel Bike Friendly.
 

Progetto Interreg Italia-Francia “MITO”


Nell’ambito del Programma Interreg Italia-Francia (Alcotra) 2014-2020, la Direzione Coordinamento politiche e fondi europei - Turismo e Sport ha coordinato il Progetto POT – Percorsi Outdoor Transfrontalieri (Capofila regione Valle d’Aosta) del PITEM MITO (Capofila Regione Piemonte, Direzione Montagna). Il Progetto POT è un modulo, un intervento cicloturistico a scavalco tra la Valle di Susa, la Maurienne e il Distretto di Brianconne, denominato “ViAlps”, che si interseca con le azioni del PITER Cuore delle Valli; il secondo un intervento escursionistico, “Sentieri (Selvaggi) tra Piemonte e Valle d’Aosta” tra il Canavese e la Valle d’Aosta. Nel corso dell’anno 2024 è stato effettuato il versamento a saldo spettante al soggetto attuatore Consorzio Forestale Alta Valle Susa e sono state completate le operazioni correlate con l’introito del finanziamento derivante dalle contropartite pubbliche nazionali.
 

Progetto Interreg Italia-Svizzera “E-Bike”


Nell'ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera, con il progetto E-Bike, la Regione Piemonte si è a suo tempo proposta di creare un Cluster per la mobilità ciclabile elettrica, l’infrastrutturazione di due percorsi ciclabili (inseriti all’interno della Rete ciclabile regionale), uno di ciclo-escursionismo che da Domodossola raggiunge la Svizzera attraverso il Passo San Giacomo e l’altro di cicloturismo, che da Domodossola scende lungo il Toce per collegarsi attraverso la Rete ciclabile regionale ad Ivrea e quindi alla Valle d’Aosta. Tra le azioni in comune con i partner un portale condiviso, una cartografia dei percorsi, una serie di ciclo-atelier, corsi di formazione.

Nel corso dell’annualità 2023 è terminata la gestione operativa del progetto, La gestione amministrativa-contabile si è conclusa nel corso dell’anno 2024: si è conseguentemente proceduto all’incasso di quote parte di finanziamento derivante da spese finali rendicontate e certificate.

Sullo stesso programma gli altri progetti che hanno lavorato sulla ciclabilità sono conclusi, ad eccezione del progetto “Saastal Valle Anzasca Bike” i cui affidamenti e rendicontazioni presentate sono sospese a causa di contenzioso legale ed in attesa che si risolva la vertenza in atto.

Nel corso dell’anno 2024 è stat predisposta la candidatura a finanziamento del Progetto Alcotra ProAlp “adattamento delle professioni di montagna ai cambiamenti climatici”, candidato a valere sul “Terzo Bando Progetti Singoli”, Asse prioritario, Obiettivo Specifico 1.IV “Sviluppare competenze in specializzazione intelligente, transizione industriale e imprenditorialità”.

 

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Bandiere Arancioni (TCI)

Anno
2025

La Bandiera arancione, marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club Italiano, è stata pensata dal punto di vista del viaggiatore e della sua esperienza di visita. Viene assegnata ai Comuni che, oltre a godere di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità. Il marchio è, inoltre, uno strumento qualificante di valorizzazione del territorio e un elemento distintivo agli occhi dei turisti. Oggi i Comuni certificati sono 290 distribuiti in tutta Italia.
Ideata nel 1998, la Bandiera arancione è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo come unica esperienza italiana di successo nel campo del turismo sostenibile.

La collaborazione tra il Touring Club Italiano e la Regione Piemonte ha portato in questi anni all’analisi di oltre 300 Comuni e alla certificazione di 40 località con la Bandiera arancione (Tabella 1), facendo del Piemonte la seconda regione più “arancione” d’Italia.

Comuni certificati in Piemonte

  1. Aglié TO
  2. Alagna Valsesia VC
  3. Arona NO
  4. Avigliana TO
  5. Barolo CN
  6. Bene Vagienna CN
  7. Bergolo CN
  8. Candelo BI
  9. Canelli AT
  10. Cannero Riviera VB
  11. Cannobio VB
  12. Castagnole delle Lanze AT
  13. Cherasco CN
  14. Chiusa di Pesio CN
  15. Cocconato AT
  16. Entracque CN
  17. Fobello VC
  18. Gavi AL
  19. Grinzane Cavour CN
  20. Guarene CN
  21. La Morra CN
  22. Limone Piemonte CN
  23. Macugnaga VB
  24. Malesco VB
  25. Mergozzo VB
  26. Moncalvo AT
  27. Monforte d'Alba CN
  28. Neive CN
  29. Orta San Giulio NO
  30. Ozzano Monferrato AL
  31. Revello CN
  32. Rosignano Monferrato AL
  33. Santa Maria Maggiore VB
  34. Susa TO
  35. Trarego Viggiona VB
  36. Trisobbio AL
  37. Usseaux TO
  38. Usseglio TO
  39. Varallo VC
  40. Vogogna VB
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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Itinerario cicloturistico della Via Francigena

All’interno del Progetto interregionale Via Francigena, che prevede un itinerario escursionistico, viene affiancato anche un itinerario cicloturistico. In particolare, in attuazione all’intervento n. 33, il Ministero per i beni e le attività culturali ha stipulato un Accordo con le Regioni, finalizzato a realizzare un percorso di livello nazionale omogeneo, per qualità del tracciato, unitarietà di immagine e di servizi, tale da poter essere promosso anche a livello internazionale per uniformità e standard.

Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali, per il Piemonte, il Comune di Carema e il Comune di Vercelli (Via Francigena Valle d’Aosta) e l’Unione Montana Valle Susa (Via Francigena Valle di Susa) hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica che beneficeranno di futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Per il tratto della Valle di Susa si aggiungono anche un finanziamento da parte di Regione Piemonte e un mutuo del Credito sportivo.

Con Decreto rep. 749 del 21.09.2021 dell’Autorità responsabile del Piano Sviluppo e Coesione (FSC) in cui è confluito il Piano Stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 ex delibera Cipe 3/2016, viene attuata una nuova ricognizione degli interventi facenti capo a Regioni ed Enti Locali ricompresi nel complessivo intervento n. 33 denominato “Via Francigena” ad integrazione del precedente Decreto rep. n. 558 del 20.12.2019. Per il tratto piemontese sono stati confermati 3 interventi finalizzati alla messa in sicurezza del tracciato situati nel Comune di Carema, di Vercelli e in Valle di Susa. Il totale delle risorse stanziate è di euro 1.650.000,00 e come da previsione dell’Accordo, si sono concluse le procedure ad evidenza pubblica funzionali alla realizzazione degli interventi entro il 31.12.2022, mentre la conclusione dei lavori viene fissata entro il 31.10.2025. Con DGR n. 21-4295 del 10.12.2021 si dispone che il Turismo sia individuato come soggetto deputato al coordinamento a livello regionale e che gli Enti territoriali identificati come beneficiari del finanziamento possano assumere il ruolo di stazione appaltante.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

All’interno del Progetto interregionale Via Francigena, che prevede un itinerario escursionistico, viene affiancato anche un itinerario cicloturistico. In particolare, in attuazione all’intervento n. 33, il Ministero per i beni e le attività culturali ha stipulato un Accordo con le Regioni, finalizzato a realizzare un percorso di livello nazionale omogeneo, per qualità del tracciato, unitarietà di immagine e di servizi, tale da poter essere promosso anche a livello internazionale per uniformità e standard.

Sono stati individuati alcuni nodi critici sui quali, per il Piemonte, il Comune di Carema e il Comune di Vercelli (Via Francigena Valle d’Aosta) e l’Unione Montana Valle Susa (Via Francigena Valle di Susa) hanno presentato al Ministero gli Studi di fattibilità tecnica economica che beneficeranno di futuri finanziamenti a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Per il tratto della Valle di Susa si aggiungono anche un finanziamento da parte di Regione Piemonte e un mutuo del Credito sportivo.

Con Decreto rep. 749 del 21.09.2021 dell’Autorità responsabile del Piano Sviluppo e Coesione (FSC) in cui è confluito il Piano Stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 ex delibera Cipe 3/2016, viene attuata una nuova ricognizione degli interventi facenti capo a Regioni ed Enti Locali ricompresi nel complessivo intervento n. 33 denominato “Via Francigena” ad integrazione del precedente Decreto rep. n. 558 del 20.12.2019. Per il tratto piemontese sono stati confermati 3 interventi finalizzati alla messa in sicurezza del tracciato situati nel Comune di Carema, di Vercelli e in Valle di Susa. Il totale delle risorse stanziate è di euro 1.650.000,00 e come da previsione dell’Accordo, si sono concluse le procedure ad evidenza pubblica funzionali alla realizzazione degli interventi entro il 31.12.2022, mentre la conclusione dei lavori viene fissata entro il 31.10.2025. Con DGR n. 21-4295 del 10.12.2021 si dispone che il Turismo sia individuato come soggetto deputato al coordinamento a livello regionale e che gli Enti territoriali identificati come beneficiari del finanziamento possano assumere il ruolo di stazione appaltante.

Anno
2025