Biodiversità forestale

Con l’obiettivo di mantenere e migliorare la biodiversità degli ecosistemi forestali, la Regione Piemonte promuove da tempo specifiche azioni.
 

LE RISORSE GENETICHE FORESTALI


Tra le azioni volte alla tutela e valorizzazione della biodiversità forestale va citata l’attività di individuazione e caratterizzazione dei popolamenti forestali idonei alla raccolta di sementi di specie autoctone, arboree ed arbustive, da destinare alla vivaistica.

Si tratta di attività di ricerca intraprese in Piemonte fin dagli anni Novanta e realizzate con continuità con il supporto dell’IPLA, in attuazione del d.lgs. 386/2003 e del decreto MiPAAF n. 9403879 del 30 dicembre 2020, che ha istituito il Registro nazionale dei Materiali di base per la vivaistica forestale.

Nei popolamenti classificati è possibile raccogliere frutti e semi non solo delle specie contemplate dal d.lgs. 386/2003, ma anche di altre specie arboree autoctone, come il bagolaro e l’olmo ciliato, e di tutte le specie arbustive spontanee d’interesse per la vivaistica forestale.

La d.d. n. 798 del 15 ottobre 2024 del Settore regionale Foreste ha approvato l'aggiornamento del Registro dei materiali di base del Piemonte.

Il Registro ora include un totale di 139 popolamenti, contenenti 283 materiali di base (MB), distinti per singola specie arborea: 218 Identificati alla Fonte, 56 selezionati e 9 Qualificati.

I MB Qualificati costituiscono la categoria di livello più elevato dopo quella dei "Controllati" (essenzialmente i cloni di pioppo), attualmente in Piemonte sono costituti da arboreti da seme delle seguenti specie: frassino (a Verolengo), melo, pero e ciliegio (nel vivaio regionale di Albano Vercellese), ciavardello e ciliegio selvatico rispettivamente nelle tenute Millerose e Spazzacamini gestite dall'IPLA, pioppo bianco e pioppo nero, realizzati dal CREA di Casale Monferrato in collaborazione col Parco regionale del Po presso Isola Santa Maria ed Isola Colonia (Crescentino).

Nell’ambito della tutela e valorizzazione delle risorse genetiche forestali locali, è stata avviata l’attività, affidata ad IPLA con d.d. n. 1104 del 29/12/2023, che coinvolge IBBR - CNR, DISAFA (Università di Torino) e DAGRI (Università di Firenze) sulle seguenti tematiche:

  1. caratterizzazione genetica dei MB di specie prioritarie per gli interventi di imboschimento (piantagioni in aree planiziali) e rimboschimento (ripristino di aree forestali colpite da eventi meteorici estremi o incendi), in un’ottica di completamento e aggiornamento degli studi già realizzati entro il 2010 a livello regionale;
  2. studio della resistenza/resilienza rispetto ai cambiamenti climatici (in particolare siccità e caldo estremi) di MB di specie prioritarie, in particolare la Farnia, ai fini della loro tutela e valorizzazione all’interno della filiera vivaistica;
  3. progettazione di nuovi arboreti da seme (MB) di specie sporadiche e miglioramento della gestione di quelli esistenti.

Infine, dal confronto con le altre amministrazioni e gli operatori della filiera, è emersa la necessità di individuare standard comuni e prassi di riferimento relativamente alle caratteristiche dei materiali forestali di moltiplicazione (MFM) delle specie arboree e arbustive autoctone, alla formazione degli operatori e alla realizzazione delle piantagioni. 

Perciò, con d.d. n. 1115 del 31/12/2024 il Settore Foreste ha affidato ad UNI – Organismo nazionale di normazione l’elaborazione di tre prassi di riferimento UNI/PdR in materia di vivaistica forestale, denominate in via provvisoria:

  • Requisiti di prodotto Materiale forestale di moltiplicazione;
  • Pratiche e modalità operative per le figure professionali di Vivaista forestale e Addetto alla raccolta di frutti e semi forestali;
  • Linee guida per la progettazione, realizzazione e manutenzione di piantagioni di specie arboree ed arbustive autoctone.

Il Gruppo di lavoro tecnico a supporto della redazione delle prassi, coordinato dal Settore Foreste, comprende il Settore incaricato della gestione dei vivai forestali della Regione Piemonte, le analoghe strutture delle regioni Lombardia (ERSAF) e Veneto (Veneto Agricoltura), IPLA, l’Università di Firenze (DAGRI) e la Fondazione AlberItalia.

 

I boschi vetusti


La biodiversità forestale considera non solo la varietà di specie arboree in bosco, ma l’insieme delle specie animali e vegetali presenti e le condizioni ecologiche che ne determinano la presenza.

Nei diversi habitat forestali presenti in Piemonte, il livello di biodiversità è molto variabile, sia in relazione alle caratteristiche naturali, sia al tipo di utilizzo storico da parte dell’uomo che ha prodotto cambiamenti alla composizione specifica, alla struttura o all’estensione dei boschi.

In Piemonte, come in Italia e in gran parte dell’Europa, non esistono foreste vergini, ma esistono limitate aree in cui sono presenti tutte le fasi di crescita del bosco, dalla rinnovazione agli alberi di grandi dimensioni, vivi e morti in piedi, e non soggette a interventi selvicolturali da molte decine di anni . Questi alcuni dei requisiti dei boschi vetusti, come definiti dall’art. 3, comma 2, lettera s -bis ) e l’art. 7, comma 13 -bis ) del D.lgs. 34/2018 (il cosiddetto TUFF) e dettagliati dalle Linee guida per l’identificazione delle aree definibili come boschi vetusti, approvate con Decreto MiPAAF del 18 novembre 2021. 

A seguito del trasferimento di fondi dallo Stato (Fondo nazionale Foreste), a fine 2022 è stato approvato un progetto per l’individuazione di boschi vetusti in Piemonte, affidato all’IPLA con il supporto del DISAFA Università di Torino Nell’estate - autunno 2023 sono stati svolti i primi sopralluoghi, che hanno interessato 4 popolamenti situati nelle province di CN, TO, BI e VC.

Partendo da un elenco di oltre 50 popolamenti forestali con potenziali caratteristiche di vetustà, nel 2023 si sono svolti i primi sopralluoghi, proseguiti nel corso del 2024, con il risultato di individuare 13 boschi ritenuti di interesse e candidabili alla successiva fase istruttoria.

Si tratta di popolamenti localizzati in montagna, a netta prevalenza di conifere (tranne la faggeta di Palanfré), 11 su 13 insistono in ambiti tutelati (Rete Natura 2000 o Aree Parco) e 10 su 13 sono di proprietà pubblica. 

Si intende comunque ampliare le indagini alle aree di bassa quota per verificare l’esistenza di BV potenziali tra le formazioni planiziali e collinari (alneti, querco-carpineti), anche se di dimensioni ridotte (2-3 ha).

Nel corso del 2024, infine, il Settore regionale Foreste è stato coinvolto nella predisposizione del progetto  “Old-Growth forests and Veteran Trees for Biodiversity and Resilient Landscapes – RESILIENT-TREES” Coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la BioEconomia (S. Michele all’Adige – TN) candidato a giugno nell’ambito della terza chiamata dell’INTERREG EUROPE 2021-2027, e ammesso con comunicazione della Commissione europea del 13 dicembre 2024, da svolgersi negli anni 2025-2028.

 

Informazioni e risorse aggiuntive
 

Per maggiori approfondimenti consulta le seguenti guide selvicolturali:

Questo argomento è stato sviluppato anche nelle diverse edizioni del Rapporto Stato Ambiente, in particolare:

Consulta l'argomento Specie invasive in Territorio Fattori.
 

Sito web regionale Popolamenti da seme e materiali di base per la vivaistica forestale:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/vivai-operai-forestali/popolamenti-seme-materiali-base-per-vivaistica-forestale


Per ulteriori approfondimenti inerenti la caratterizzazione genetica dei popolamenti forestali piemontesi si può consultare la serie di Monografie pubblicate sulla rivista forestale Sherwood – Foreste ed Alberi Oggi dal Dicembre 2011 ad oggi.

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