Redazione RSA

Adeguamento dei Piani Regolatori Comunali alle Linee Guida regionali nei territori UNESCO

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è in via di prosecuzione anche nel corso dell’anno 2024 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

Figura 1. Veduta dell’abitato di Rosignano Monferrato (AL)
Figura 2. Veduta dell’abitato di Barolo (CN)

La pubblicazione delle Linee guida ha dato l’avvio alle procedure di adeguamento che, dal 2015, si sono così concretizzate sul territorio piemontese (dati riferiti a marzo 2025):

  • 17 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP (4 in Core Zone);
  • 16 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP (4 in Core Zone);
  • 21 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (9 in Core Zone);
  • 21 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (7 in Core Zone);
  • 5 comuni con procedura semplificata (DGR n. 2-1487/2020) devono ancora adottare o approvare varianti. NB: dalle analisi contenute in questa DGR i comuni interessati dalla procedura semplificata sono 12, ma 4 hanno già provveduto a concludere le indagini previste per l’adeguamento alle LLGG Unesco e 3 hanno inserito le analisi paesaggistiche effettuate dalla Regione Piemonte presenti nell’Allegato alla DGR nella variante (nessuno di questi comuni è in Core Zone);
  • 20 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG (4 in Core Zone).


In provincia di Alessandria 30 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone.  Dei 30 comuni alessandrini:

  • 2 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 2 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 12 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 11 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG;
  • 3 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

 

In provincia di Asti 41 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 41 comuni astigiani:

  • 14 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 11 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 8 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 6 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 2 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

 

In provincia di Cuneo 29 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 11 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 29 comuni cuneesi:

  • 3 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 3 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 11 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 3 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 9 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG.
Figura 3. Infernot a Cella Monte (AL)

È opportuno rammentare che le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017. Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.

Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.


 

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è in via di prosecuzione anche nel corso dell’anno 2024 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

Figura 1. Veduta dell’abitato di Rosignano Monferrato (AL)
Figura 2. Veduta dell’abitato di Barolo (CN)

La pubblicazione delle Linee guida ha dato l’avvio alle procedure di adeguamento che, dal 2015, si sono così concretizzate sul territorio piemontese (dati riferiti a marzo 2025):

  • 17 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP (4 in Core Zone);
  • 16 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP (4 in Core Zone);
  • 21 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (9 in Core Zone);
  • 21 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (7 in Core Zone);
  • 5 comuni con procedura semplificata (DGR n. 2-1487/2020) devono ancora adottare o approvare varianti. NB: dalle analisi contenute in questa DGR i comuni interessati dalla procedura semplificata sono 12, ma 4 hanno già provveduto a concludere le indagini previste per l’adeguamento alle LLGG Unesco e 3 hanno inserito le analisi paesaggistiche effettuate dalla Regione Piemonte presenti nell’Allegato alla DGR nella variante (nessuno di questi comuni è in Core Zone);
  • 20 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG (4 in Core Zone).


In provincia di Alessandria 30 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone.  Dei 30 comuni alessandrini:

  • 2 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 2 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 12 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 11 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG;
  • 3 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

 

In provincia di Asti 41 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 41 comuni astigiani:

  • 14 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 11 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 8 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 6 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 2 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

 

In provincia di Cuneo 29 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 11 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 29 comuni cuneesi:

  • 3 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 3 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 11 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 3 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 9 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG.
Figura 3. Infernot a Cella Monte (AL)

È opportuno rammentare che le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017. Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.

Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.


 

Anno
2025

PSR, PSP, CSR - Interventi in ambito forestale

Anno
2025

Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022 è stato il documento di programmazione redatto dalle Regioni per attuare gli obiettivi dello Sviluppo Rurale nel relativo periodo di riferimento, uno dei pilastri della Politica Agricola Comune europea (PAC).

È stato sviluppato in coerenza e contemporaneità all’ideazione del Piano Forestale Regionale (PFR) e ne rappresenta attuazione su alcuni temi fondamentali come lo sviluppo economico (formazione e investimenti) e l’ambiente, costituendo di fatto la principale fonte finanziaria per l’attuazione delle politiche forestali regionali.

Il PFR ha previsto un ammontare complessivo di circa 83 milioni di euro di risorse pubbliche, così ripartite sulle principali aree di intervento:

  • risorse umane: 8,150 milioni di euro (Misura 1)
     
  • sviluppo economico locale: 45,5 milioni di euro (Misure 4.3, 8.1, 8.6, 16), comprensivi di circa 8 milioni di euro di “trascinamenti”
     
  • ambiente: 29,5 milioni di euro (Misure 8.3, 8.4, 8.5, 12).

Attualmente sul PSR 14-22, che continuerà ad essere attivo fino al 2025, sono stati versati (attraverso bandi e iniziative a titolarità regionale) contributi per oltre 42,624 milioni di euro.

 

A fine 2022 è stato inoltre aperto il nuovo Piano Strategico della PAC 2023-2027 (PSP) nazionale che affianca e andrà a sostituire il PSR e trova attuazione a livello regionale nel Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) della Regione Piemonte.

In ambito forestale il CSR prevede un ammontare di circa 47,5 milioni di euro ripartiti nelle aree:

  • risorse umane: 4 milioni di euro (Interventi SRH03, SRH04, SRH05);
  • sviluppo economico locale: 26,25 milioni di euro (Interventi: SRA28, SRD05, SRD07.6, SRD15, SRG07, SRG08), comprensivi di 0,64 milioni di euro di “trascinamenti”
  • ambiente: 17,325 milioni di euro (Interventi SRA27, SRA31, SRC02, SRD12).

Nel 2023 è stato aperto un primo bando per il sostegno ad azioni pilota e di collaudo dell'innovazione (SRG08) per un totale di 6 milioni di euro.

 

Per approfondimenti

 

Il Programma di Sviluppo Rurale in ambito forestale:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/psr-2014-2020/programma-sviluppo-rurale-2014-2020-per-foreste

 

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Biodiversità/Foreste

Il Protocollo di Intesa

L’azione regionale rispetto ai Distretti del Commercio è stata ulteriormente rafforzata da un Protocollo di Intesa volto a favorire la collaborazione tra la Regione, la Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, nell’ambito dei rispettivi scopi istituzionali, al fine di sostenere la fase di avvio della politica attiva dei Distretti quale strumento per rivitalizzare e valorizzare l’identità economica, culturale e sociale dei luoghi attraverso specifiche azioni di accompagnamento alla nascita e al consolidamento dei partenariati pubblico-privato previsti dalla normativa in materia e sottesi ai Distretti del Commercio, in un'ottica di loro rafforzamento e ampliamento, per la trasformazione in veri e propri distretti delle economie di prossimità, dell'innovazione e dello sviluppo locale anche secondo principi di inclusione, benessere e solidarietà.

Le parti si sono impegnate, altresì, a:

  • mettere a disposizione i saperi necessari all'attuazione delle strategie distrettuali sia all'interno della pubblica amministrazione, sia in seno alle associazioni di categoria, sia nel mondo della libera professione e fra i partner di progetto attraverso attività formative, sia per nuovi professionisti (Manager di Distretto) sia per l’aggiornamento del personale già chiamato ad operare in tale ambito, sui temi della pianificazione del Distretto, monitoraggio delle attività previste e realizzate, fund raising, processi di rigenerazione urbana, promozione di dinamiche di solidarietà, inclusione e benessere territoriale, secondo un preciso programma congiuntamente definito e grazie alla gestione delle attività formative da parte di un ente con esperienza su questi temi e nel campo della formazione di partenariati territoriali attivi nel campo dello sviluppo del territorio.

Il Protocollo di Intesa, firmato il 12 luglio 2022, ha durata sino al 31 dicembre 2023.

In data 5 febbraio 2024 il Protocollo di Intesa è stato rinnovato per un ulteriore triennio.

Tra le prime azioni previste e realizzate dai partner aderenti al Protocollo d'Intesa vi è stato il Festival dei Distretti del Commercio del Piemonte: una giornata di lavori volta ad approfondire le dinamiche e le potenzialità dei Distretti del Commercio piemontesi, quali sistemi territoriali per la cura delle economie di prossimità, ospitata presso il Museo di Scienze Naturali di Torino. L’evento, organizzato l’8 aprile 2024 da Regione Piemonte, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, ha inteso contribuire a creare nuove sinergie tra i diversi soggetti che operano sul territorio in un’ottica di sviluppo locale e di inclusione sociale.

La giornata si è aperta alle ore 11:00 con un momento di networking, un’importante opportunità per entrare in contatto con i diversi Distretti del Commercio piemontesi e per dare vita a nuove connessioni e collaborazioni tra i diversi attori e le iniziative territoriali.

Nel pomeriggio, si sono svolti momenti di approfondimento volti ad indagare le politiche attive per la valorizzazione delle economie di prossimità e a inquadrare le sfide per le economie locali nel quadro nazionale e internazionale. Sono intervenuti professori universitari ed esperti in materia di rigenerazione urbana e territoriale e di economia urbana e si è tenuta una tavola rotonda per esaminare i risultati raggiunti fino ad oggi e valutare le prospettive future.

Per il biennio 2024-25 è previsto ed è già stato avviato un percorso formativo di Capacity Building focalizzato sul consolidamento del Distretto del Commercio come dispositivo di sviluppo territoriale.

  • 2024: fase di lavoro dedicato alla costruzione di strumenti comuni e all’accompagnamento al loro utilizzo

  • 2025: fase dedicata ad attività di analisi, monitoraggio e valutazione.

 

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

L’azione regionale rispetto ai Distretti del Commercio è stata ulteriormente rafforzata da un Protocollo di Intesa volto a favorire la collaborazione tra la Regione, la Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, nell’ambito dei rispettivi scopi istituzionali, al fine di sostenere la fase di avvio della politica attiva dei Distretti quale strumento per rivitalizzare e valorizzare l’identità economica, culturale e sociale dei luoghi attraverso specifiche azioni di accompagnamento alla nascita e al consolidamento dei partenariati pubblico-privato previsti dalla normativa in materia e sottesi ai Distretti del Commercio, in un'ottica di loro rafforzamento e ampliamento, per la trasformazione in veri e propri distretti delle economie di prossimità, dell'innovazione e dello sviluppo locale anche secondo principi di inclusione, benessere e solidarietà.

Le parti si sono impegnate, altresì, a:

  • mettere a disposizione i saperi necessari all'attuazione delle strategie distrettuali sia all'interno della pubblica amministrazione, sia in seno alle associazioni di categoria, sia nel mondo della libera professione e fra i partner di progetto attraverso attività formative, sia per nuovi professionisti (Manager di Distretto) sia per l’aggiornamento del personale già chiamato ad operare in tale ambito, sui temi della pianificazione del Distretto, monitoraggio delle attività previste e realizzate, fund raising, processi di rigenerazione urbana, promozione di dinamiche di solidarietà, inclusione e benessere territoriale, secondo un preciso programma congiuntamente definito e grazie alla gestione delle attività formative da parte di un ente con esperienza su questi temi e nel campo della formazione di partenariati territoriali attivi nel campo dello sviluppo del territorio.

Il Protocollo di Intesa, firmato il 12 luglio 2022, ha durata sino al 31 dicembre 2023.

In data 5 febbraio 2024 il Protocollo di Intesa è stato rinnovato per un ulteriore triennio.

Tra le prime azioni previste e realizzate dai partner aderenti al Protocollo d'Intesa vi è stato il Festival dei Distretti del Commercio del Piemonte: una giornata di lavori volta ad approfondire le dinamiche e le potenzialità dei Distretti del Commercio piemontesi, quali sistemi territoriali per la cura delle economie di prossimità, ospitata presso il Museo di Scienze Naturali di Torino. L’evento, organizzato l’8 aprile 2024 da Regione Piemonte, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, ha inteso contribuire a creare nuove sinergie tra i diversi soggetti che operano sul territorio in un’ottica di sviluppo locale e di inclusione sociale.

La giornata si è aperta alle ore 11:00 con un momento di networking, un’importante opportunità per entrare in contatto con i diversi Distretti del Commercio piemontesi e per dare vita a nuove connessioni e collaborazioni tra i diversi attori e le iniziative territoriali.

Nel pomeriggio, si sono svolti momenti di approfondimento volti ad indagare le politiche attive per la valorizzazione delle economie di prossimità e a inquadrare le sfide per le economie locali nel quadro nazionale e internazionale. Sono intervenuti professori universitari ed esperti in materia di rigenerazione urbana e territoriale e di economia urbana e si è tenuta una tavola rotonda per esaminare i risultati raggiunti fino ad oggi e valutare le prospettive future.

Per il biennio 2024-25 è previsto ed è già stato avviato un percorso formativo di Capacity Building focalizzato sul consolidamento del Distretto del Commercio come dispositivo di sviluppo territoriale.

  • 2024: fase di lavoro dedicato alla costruzione di strumenti comuni e all’accompagnamento al loro utilizzo

  • 2025: fase dedicata ad attività di analisi, monitoraggio e valutazione.

 

Anno
2025

Contributi ai Distretti

Nel corso dell’anno 2022 è stato avviato il sostegno per i progetti strategici presentati dai Distretti del commercio del Piemonte. Si tratta di una programmazione triennale relativa agli anni 2022, 2023 e 2024.

Il bando, approvato con la determinazione n. 184 del 27/07/2022, è stato rivolto ai Distretti del Commercio inseriti nell'Elenco regionale del Piemonte per la realizzazione dei seguenti interventi:

  • ammodernamento e miglioramento dell’esteriorità delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate, tende, pergole, dehor, banchi mercati, illuminazione esterna, etc…), sostegno di nuove attività o apertura di nuove unità locali (acquisto di macchinari, attrezzature, apparecchi), servizi innovativi fra gli operatori dell’area e a vantaggio dei consumatori; fidelizzazione della clientela; implementazione digitale delle singole imprese (solo spese in conto capitale); progettualità innovative che possano contribuire alla crescita delle singole imprese del commercio, inclusa attività formativa, informativa e servizi di accompagnamento relativi all’attività del Distretto;

  • progetti di qualificazione urbana che riguardino il proprio ambito territoriale; progetti di design urbano e sugli spazi pubblici, con particolare attenzione alla gestione degli spazi pubblici, all’ampliamento di spazi esistenti per attività commerciali, alla riqualificazione del verde e dell’arredo urbano, all’accessibilità e alla sistemazione della viabilità, alla predisposizione di attrezzature per servizi comuni; progetti di sistemazione delle aree mercatali; iniziative di riqualificazione e rigenerazione urbana, con particolare attenzione ai locali commerciali e in coerenza con i principi di sostenibilità energetica e ambientale; politiche attive sul riuso degli spazi sfitti; recupero e valorizzazione dei locali commerciali storici; azioni di promozione finalizzate esclusivamente alla rivitalizzazione della rete distributiva e ad aumentarne l’attrattività; progetti di consegna delle merci a domicilio e creazione di un sistema organizzato e agile per la distribuzione delle merci specie a favore della popolazione anziana o fragile; progettualità innovative che possano contribuire alla crescita e allo sviluppo del commercio nell’ambito territoriale del Distretto; predisposizione di una rete di servizi commerciali a sostegno di fasce della popolazione colpite da eventi calamitosi o emergenze perduranti; formazione, informazione e servizi di accompagnamento degli imprenditori e degli addetti del settore della distribuzione; iniziative comuni per la ripresa delle attività economiche e per l’adozione di nuove modalità strutturali, organizzative e operative per l’adeguamento delle attività alle nuove esigenze di sicurezza e protezione e a modalità alternative di organizzazione delle vendite, in affiancamento al canale fisico tradizionale; iniziative in tema di welfare aziendale e coinvolgimento di imprese e utenza su tematiche di benessere sociale; misure di fiscalità di vantaggio per promuovere iniziative o progettualità compatibili con la tutela e promozione dell’ambiente urbano; significative semplificazioni amministrative per l’area di distretto; sperimentazioni in materia di orari.

Con la determinazione dirigenziale n. 340 del 13/12/2023 sono stati ammessi a contributo 32 progetti strategici su sessantasei candidati per un importo complessivo di euro 8.832.989,95.

A ciascun Distretto del Commercio ammesso sono stati assegnati:

  • contributi in conto capitale (fondo perduto) nell'entità dell'80% della spesa progettuale ammessa per un importo massimo di euro 250.000,00

  • contributi di parte corrente nell'entità dell'80% della spesa nel tetto massimo di euro 42.306,63

Una quota non inferiore al 30% della spesa progettuale dei progetti strategici deve essere riservata alle azioni a favore delle imprese del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande per mezzo di bandi ad evidenza pubblica.

Nel corso dell’anno 2023 è proseguito il sostegno ai progetti strategici dei Distretti del Commercio che non sono stati ammessi a contributo nella precedente programmazione. Con la determinazione n. 210 del 19/07/2023 è stato approvato un nuovo bando per il triennio 2023-2025 avente le medesime caratteristiche di quello della precedente programmazione. La somma destinata alle progettualità distrettuali ammonta a euro 8.794.500,00.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Nel corso dell’anno 2022 è stato avviato il sostegno per i progetti strategici presentati dai Distretti del commercio del Piemonte. Si tratta di una programmazione triennale relativa agli anni 2022, 2023 e 2024.

Il bando, approvato con la determinazione n. 184 del 27/07/2022, è stato rivolto ai Distretti del Commercio inseriti nell'Elenco regionale del Piemonte per la realizzazione dei seguenti interventi:

  • ammodernamento e miglioramento dell’esteriorità delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate, tende, pergole, dehor, banchi mercati, illuminazione esterna, etc…), sostegno di nuove attività o apertura di nuove unità locali (acquisto di macchinari, attrezzature, apparecchi), servizi innovativi fra gli operatori dell’area e a vantaggio dei consumatori; fidelizzazione della clientela; implementazione digitale delle singole imprese (solo spese in conto capitale); progettualità innovative che possano contribuire alla crescita delle singole imprese del commercio, inclusa attività formativa, informativa e servizi di accompagnamento relativi all’attività del Distretto;

  • progetti di qualificazione urbana che riguardino il proprio ambito territoriale; progetti di design urbano e sugli spazi pubblici, con particolare attenzione alla gestione degli spazi pubblici, all’ampliamento di spazi esistenti per attività commerciali, alla riqualificazione del verde e dell’arredo urbano, all’accessibilità e alla sistemazione della viabilità, alla predisposizione di attrezzature per servizi comuni; progetti di sistemazione delle aree mercatali; iniziative di riqualificazione e rigenerazione urbana, con particolare attenzione ai locali commerciali e in coerenza con i principi di sostenibilità energetica e ambientale; politiche attive sul riuso degli spazi sfitti; recupero e valorizzazione dei locali commerciali storici; azioni di promozione finalizzate esclusivamente alla rivitalizzazione della rete distributiva e ad aumentarne l’attrattività; progetti di consegna delle merci a domicilio e creazione di un sistema organizzato e agile per la distribuzione delle merci specie a favore della popolazione anziana o fragile; progettualità innovative che possano contribuire alla crescita e allo sviluppo del commercio nell’ambito territoriale del Distretto; predisposizione di una rete di servizi commerciali a sostegno di fasce della popolazione colpite da eventi calamitosi o emergenze perduranti; formazione, informazione e servizi di accompagnamento degli imprenditori e degli addetti del settore della distribuzione; iniziative comuni per la ripresa delle attività economiche e per l’adozione di nuove modalità strutturali, organizzative e operative per l’adeguamento delle attività alle nuove esigenze di sicurezza e protezione e a modalità alternative di organizzazione delle vendite, in affiancamento al canale fisico tradizionale; iniziative in tema di welfare aziendale e coinvolgimento di imprese e utenza su tematiche di benessere sociale; misure di fiscalità di vantaggio per promuovere iniziative o progettualità compatibili con la tutela e promozione dell’ambiente urbano; significative semplificazioni amministrative per l’area di distretto; sperimentazioni in materia di orari.

Con la determinazione dirigenziale n. 340 del 13/12/2023 sono stati ammessi a contributo 32 progetti strategici su sessantasei candidati per un importo complessivo di euro 8.832.989,95.

A ciascun Distretto del Commercio ammesso sono stati assegnati:

  • contributi in conto capitale (fondo perduto) nell'entità dell'80% della spesa progettuale ammessa per un importo massimo di euro 250.000,00

  • contributi di parte corrente nell'entità dell'80% della spesa nel tetto massimo di euro 42.306,63

Una quota non inferiore al 30% della spesa progettuale dei progetti strategici deve essere riservata alle azioni a favore delle imprese del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande per mezzo di bandi ad evidenza pubblica.

Nel corso dell’anno 2023 è proseguito il sostegno ai progetti strategici dei Distretti del Commercio che non sono stati ammessi a contributo nella precedente programmazione. Con la determinazione n. 210 del 19/07/2023 è stato approvato un nuovo bando per il triennio 2023-2025 avente le medesime caratteristiche di quello della precedente programmazione. La somma destinata alle progettualità distrettuali ammonta a euro 8.794.500,00.

Anno
2025

Distretti del Commercio

Anno
2025

La Regione promuove i Distretti del Commercio quali ambiti territoriali nei quali gli enti pubblici, i cittadini, le imprese e le formazioni sociali liberamente aggregati sono in grado di fare del commercio un fattore di innovazione, integrazione e valorizzazione di tutte le risorse di cui dispone il territorio. L’obiettivo è quello di accrescerne l’attrattività, rigenerare il tessuto urbano e sostenere la competitività delle imprese, anche attraverso interventi integrati per lo sviluppo dell’ambiente urbano di riferimento. I criteri e le modalità per l'individuazione, il funzionamento e la costituzione dei Distretti del Commercio e per l'accesso all'agevolazione regionale per l'istituzione degli stessi sono stati approvati con Deliberazione della Giunta regionale n. 23-2535 dell'11/12/2020.
La Regione Piemonte ha inoltre contribuito a sostenere le spese per gli adempimenti necessari all’individuazione e alla costituzione dei Distretti del Commercio, al loro avvio e alla predisposizione di un programma di interventi strategici e significativi per il Commercio.

Con determinazione n. 396 del 23/12/2020 è stato approvato ed emanato il bando per l'accesso all'agevolazione regionale relativa all'istituzione dei Distretti, e con determinazione n. 146 del 28/06/2021 è stata approvata la graduatoria dei progetti ammessi a contributo.

Destinatari del finanziamento regionale sono i Comuni piemontesi in forma singola o aggregata, comprese le Unioni e le Convenzioni di cui alla L.R. n. 11/2012. Il finanziamento ha interessato in prima istanza venticinque distretti su 77 domande pervenute. Con le determinazioni n. 232 del 04/10/2021 e n. 236 del 04/10/2021 sono stati predisposti gli scorrimenti della graduatoria per il finanziamento di ulteriori trentasette distretti. Con la determinazione n. 372 del 29/12/2021 sono stati ammessi a contributo ulteriori quindici istanze, esaurendo la graduatoria.

In ragione delle diverse tempistiche del sovvenzionamento e delle attività iniziali, l'Elenco regionale dei Distretti del Commercio del Piemonte, predisposto con D.D. n. 291/A2009B/2021 del 18/11/2021 e aggiornato con la D.D. n. 133 del 30/06/2023, conta attualmente settantasette Distretti ufficialmente istituiti.

Per i primi venticinque distretti, la determinazione n. 310 del 30/11/2021 ha stabilito e quantificato sul Bilancio finanziario gestionale 2021-2023 la copertura finanziaria delle attività e dei progetti di investimento contenuti nel Programma strategico elaborato in fase di istituzione; la successiva determinazione n. 328 del 13/12/2021 ha destinato a ciascuno di essi l'importo di Euro 50.596,00, attualmente in fase di rendicontazione.

Con successiva determinazione n. 350 del 14/12/2022 sono stati finanziati i rimanenti 52 progetti di investimento contenuti nel Programma strategico elaborato in fase di istituzione per un importo complessivo di euro 2.627.415,61.

I Distretti del Commercio costituiscono uno degli obiettivi strategici inseriti nel Piano della Competitività predisposto dalla Regione Piemonte. Se da un lato essi introducono modelli innovativi di sviluppo del settore commerciale che consentano di sostenere e rilanciare il settore con strategie sinergiche di sviluppo economico e di risposta a necessità in particolari momenti di emergenze economiche e sociali, dall’altro favoriscono la creazione di un sistema strutturato e organizzato territorialmente, capace di polarizzare le attività commerciali, unitamente ad altri soggetti portatori di interesse, quali il Comune, le organizzazioni imprenditoriali, le imprese, le proprietà immobiliari e i consumatori.

Nello specifico, l’istituzione dei Distretti:

  • favorisce e sostiene il commercio di vicinato, le micro e piccole imprese, nell’ottica di garantire al cittadino consumatore servizi di prossimità in un momento di forte presenza della grande distribuzione organizzata;

  • riduce il fenomeno della dismissione degli usi commerciali nei contesti urbani, a causa del quale si può avere una forte perdita identitaria;

  • valorizza i luoghi del commercio attraverso la riqualificazione di ambiti naturali del commercio urbano, sedi naturali di attività commerciali ed economiche in senso lato; il termine “naturale” rimanda al concetto di spontaneità, tradizione e storia dei luoghi del commercio;

  • sostiene e contribuisce al rilancio dell’identità dei luoghi e percorsi naturali del commercio;

  • favorire la creazione dei cosiddetti “centri commerciali naturali”, ritenendo che essi possano costituire una reale alternativa alla grande distribuzione organizzata;

  • sviluppa la competitività dei “centri commerciali naturali”, assicurando complementarietà e integrazione con le attività di vendita su area pubblica;

  • promuove l’aggregazione fra operatori per la realizzazione di politiche e di servizi comuni;

  • favorisce un sistema di governance, di competenze e di conoscenze per lo sviluppo del distretto.

I Distretti del Commercio si configurano, quindi, quali strumenti innovativi per il presidio commerciale del territorio, il mantenimento dell’occupazione e la gestione di attività comuni finalizzate alla valorizzazione del commercio. Tali effetti di trasformazione economica, culturale e spaziale saranno visibili sul territorio nel medio termine, anche in previsione di futuri finanziamenti più sostanziali e mirati a interventi di riqualificazione del contesto urbano.

Nel corso dell’anno 2022 è stato avviato il sostegno per i progetti strategici presentati dai Distretti del commercio del Piemonte. Si tratta di una programmazione triennale relativa agli anni 2022-2023 e 2024. Il bando, approvato con la determinazione n. 184 del 27/07/2022, è stato rivolto ai Distretti del Commercio, inseriti nell'Elenco regionale del Piemonte per la realizzazione dei seguenti interventi:

  • ammodernamento e miglioramento dell’esteriorità delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate, tende, pergole, dehor, banchi mercati, illuminazione esterna, etc…), sostegno di nuove attività o apertura di nuove unità locali (acquisto di macchinari, attrezzature, apparecchi), servizi innovativi fra gli operatori dell’area e a vantaggio dei consumatori; fidelizzazione della clientela; implementazione digitale delle singole imprese (solo spese in conto capitale); progettualità innovative che possano contribuire alla crescita delle singole imprese del commercio, inclusa attività formativa, informativa e servizi di accompagnamento relativi all’attività del Distretto;

  • progetti di qualificazione urbana che riguardino il proprio ambito territoriale; progetti di design urbano e sugli spazi pubblici, con particolare attenzione alla gestione degli spazi pubblici, all’ampliamento di spazi esistenti per attività commerciali, alla riqualificazione del verde e dell’arredo urbano, all’accessibilità e alla sistemazione della viabilità, alla predisposizione di attrezzature per servizi comuni; progetti di sistemazione delle aree mercatali; iniziative di riqualificazione e rigenerazione urbana, con particolare attenzione ai locali commerciali e in coerenza con i principi di sostenibilità energetica e ambientale; politiche attive sul riuso degli spazi sfitti; recupero e valorizzazione dei locali commerciali storici; azioni di promozione finalizzate esclusivamente alla rivitalizzazione della rete distributiva e ad aumentarne l’attrattività; progetti di consegna delle merci a domicilio e creazione di un sistema organizzato e agile per la distribuzione delle merci specie a favore della popolazione anziana o fragile; progettualità innovative che possano contribuire alla crescita e allo sviluppo del commercio nell’ambito territoriale del Distretto; predisposizione di una rete di servizi commerciali a sostegno di fasce della popolazione colpite da eventi calamitosi o emergenze perduranti; formazione, informazione e servizi di accompagnamento degli imprenditori e degli addetti del settore della distribuzione; iniziative comuni per la ripresa delle attività economiche e per l’adozione di nuove modalità strutturali, organizzative e operative per l’adeguamento delle attività alle nuove esigenze di sicurezza e protezione e a modalità alternative di organizzazione delle vendite, in affiancamento al canale fisico tradizionale; iniziative in tema di welfare aziendale e coinvolgimento di imprese e utenza su tematiche di benessere sociale; misure di fiscalità di vantaggio per promuovere iniziative o progettualità compatibili con la tutela e promozione dell’ambiente urbano; significative semplificazioni amministrative per l’area di distretto; sperimentazioni in materia di orari.

Con la determinazione dirigenziale n. 340 del 13/12/2022 sono stati ammessi a contributo 32 progetti strategici su sessantasei candidati per un importo complessivo di euro 8.832.989,95.

A ciascun Distretto del Commercio ammesso sono stati assegnati:

  • contributi in conto capitale (fondo perduto) nell'entità dell'80% della spesa progettuale ammessa per un importo massimo di euro 250.000,00

  • contributi di parte corrente nell'entità dell'80% della spesa nel tetto massimo di euro 42.306,63

Una quota non inferiore al 30% della spesa progettuale dei progetti strategici deve essere riservata alle azioni a favore delle imprese del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande per mezzo di bandi ad evidenza pubblica.

Nel corso dell’anno 2023 è proseguito il sostegno ai progetti strategici dei Distretti del Commercio che non sono stati ammessi a contributo nella precedente programmazione. Con la determinazione n. 210 del 19/07/2023 è stato approvato un nuovo bando per il triennio 2023-2025 avente le medesime caratteristiche di quello della precedente programmazione. La somma destinata alle progettualità distrettuali ammonta a euro 8.794.500,00.

L’azione regionale è stata ulteriormente rafforzata da un Protocollo di Intesa volto a favorire la collaborazione tra la Regione, la Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, nell’ambito dei rispettivi scopi istituzionali, al fine di sostenere la fase di avvio della politica attiva dei Distretti del Commercio quale strumento per rivitalizzare e valorizzare l’identità economica, culturale e sociale dei luoghi attraverso specifiche azioni di accompagnamento alla nascita e al consolidamento dei partenariati pubblico-privato previsti dalla normativa in materia e sottesi ai Distretti del Commercio, in un'ottica di loro rafforzamento e ampliamento, per la trasformazione in veri e propri distretti delle economie di prossimità, dell'innovazione e dello sviluppo locale anche secondo principi di inclusione, benessere e solidarietà.

Le parti si sono impegnate, altresì, a:

  • mettere a disposizione i saperi necessari all'attuazione delle strategie distrettuali sia all'interno della pubblica amministrazione, sia in seno alle associazioni di categoria, sia nel mondo della libera professione e fra i partner di progetto attraverso attività formative, sia per nuovi professionisti (Manager di Distretto) sia per l’aggiornamento del personale già chiamato ad operare in tale ambito, sui temi della pianificazione del Distretto, monitoraggio delle attività previste e realizzate, fund raising, processi di rigenerazione urbana, promozione di dinamiche di solidarietà, inclusione e benessere territoriale, secondo un preciso programma congiuntamente definito e grazie alla gestione delle attività formative da parte di un ente con esperienza su questi temi e nel campo della formazione di partenariati territoriali attivi nel campo dello sviluppo del territorio.

Il Protocollo di Intesa, firmato il 12 luglio 2022, ha durata sino al 31 dicembre 2023.

In data 5 febbraio 2024 è stato rinnovato per un ulteriore triennio il Protocollo d'Intesa tra la Regione, la Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte avente ad oggetto lo sviluppo della politica attiva dei Distretti del Commercio quale strumento per rivitalizzare e valorizzare l’identità economica, culturale e sociale dei luoghi del commercio di cui alla D.G.R. n. 27-8017 del 22 dicembre 2023.

Tra le prime azioni previste e realizzate dai partner aderenti al Protocollo d'Intesa vi è stato il Festival dei Distretti del Commercio del Piemonte: una giornata di lavori volta ad approfondire le dinamiche e le potenzialità dei Distretti del Commercio piemontesi, quali sistemi territoriali per la cura delle economie di prossimità, ospitata presso il Museo di Scienze Naturali di Torino. L’evento, organizzato l’8 aprile 2024 da Regione Piemonte, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, ha inteso contribuire a creare nuove sinergie tra i diversi soggetti che operano sul territorio in un’ottica di sviluppo locale e di inclusione sociale.

La giornata si è aperta alle ore 11:00 con un momento di networking, un’importante opportunità per entrare in contatto con i diversi Distretti del Commercio piemontesi e per dare vita a nuove connessioni e collaborazioni tra i diversi attori e le iniziative territoriali.

Nel pomeriggio, si sono svolti momenti di approfondimento volti ad indagare le politiche attive per la valorizzazione delle economie di prossimità e a inquadrare le sfide per le economie locali nel quadro nazionale e internazionale. Sono intervenuti professori universitari ed esperti in materia di rigenerazione urbana e territoriale e di economia urbana e si è tenuta una tavola rotonda per esaminare i risultati raggiunti fino ad oggi e valutare le prospettive future.

Per il biennio 2024-25 è previsto ed è già stato avviato un percorso formativo di Capacity Building focalizzato sul consolidamento del Distretto del Commercio come dispositivo di sviluppo territoriale.

  • 2024: fase di lavoro dedicato alla costruzione di strumenti comuni e all’accompagnamento al loro utilizzo

  • 2025: fase dedicata ad attività di analisi, monitoraggio e valutazione.

Nel corso della seconda metà dell'anno 2024 si è proceduto all'ammissione a contributo di 20 istanze di amministrazioni comunali e di unioni di Comuni (su 27 domande presentate), per l'istituzione di nuovi Distretti del Commercio e il sostegno delle attività propedeutiche alla loro costituzione.

Si tratta della fase di implementazione e ampliamento della rete dei Distretti del Commercio del Piemonte che attualmente sono settantasette.

L’obiettivo è stato quello di ampliare la rete dei Distretti del Commercio del Piemonte e di permettere la creazione di nuove realtà distrettuali, coinvolgendo quelle amministrazioni comunali che non avevano, per motivi diversi, presentato la loro candidatura nella precedente programmazione.

La spesa progettuale ammessa per l’istituzione di un nuovo Distretto è stata quantificata in euro 65.000,00.

La spesa corrente finalizzata all’istituzione del Distretto ha riguardato:

  • spese per la definizione e sottoscrizione del protocollo d’intesa obbligatorio, necessario all’individuazione, funzionamento e costituzione del Distretto del Commercio, comprensive di attività di accompagnamento al partenariato, consulenze specialistiche, attività di informazione, ecc.;

  • spese per la predisposizione del programma strategico di interventi per il Distretto del Commercio (DUC o DDC), comprensive di analisi diagnostiche, approfondimenti specialistici, ecc.;

  • spese di formazione, di comunicazione e di marketing territoriale per il coinvolgimento del maggior numero possibile di imprese del commercio nell’esperienza del Distretto del Commercio e per la promozione dell’iniziativa;

  • spese di incarico di un manager di Distretto.

La spesa in conto capitale finalizzata al finanziamento per le prime attività ha riguardato:

  • bandi a favore delle imprese del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande per il miglioramento delle esteriorità delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate) e per l’innovazione digitale;

  • lavori di riqualificazione urbana in ambiti commerciali o di aree mercatali;

  • acquisto di arredi e segnaletica identificativa del Distretto finalizzata alla valorizzazione dei luoghi naturali del commercio e delle attività commerciali;

  • realizzazione di piattaforme informatiche a favore del Distretto del Commercio;

  • realizzazione di un logo che connoti l’identità del medesimo.

In totale i Distretti, istituiti e di nuova istituzione, risultano 97.

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Ecomusei in Piemonte

Anno
2025

Gli ecomusei sono strumenti culturali di interesse generale e di utilità sociale orientati a uno sviluppo locale sostenibile, volti a recuperare, conservare, valorizzare e trasmettere il patrimonio identitario, culturale, sociale, ambientale, materiale e immateriale di un territorio omogeneo, attraverso la partecipazione delle comunità locali in tutte le loro componenti.

Essi operano con approccio interdisciplinare nei campi della cultura, dell’ambiente, dell’educazione, della formazione, dell’inclusione sociale, dell’agricoltura, del turismo, della pianificazione territoriale e della cura del paesaggio, nella prospettiva di orientare lo sviluppo futuro del territorio verso una sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Tali principi generali sono fondati sulla responsabilità collettiva degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, funzionale alla costruzione e alla rivitalizzazione di reti di attività e servizi.

Gli ecomusei adottano logiche di rete e processi partecipati, su ispirazione della Convenzione Europea del Paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000, e dei trattati internazionali dedicati alla salvaguardia dei patrimoni culturali materiali e immateriali della società, nel rispetto delle norme nazionali.
Essi operano favorendo la partecipazione e il coinvolgimento degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, con particolare riguardo alle istituzioni culturali e scolastiche, promuovendo “laboratori di cittadinanza attiva” per la costruzione di mappe di comunità o di analoghi strumenti efficaci nell’integrare i diversi punti di vista in un percorso condiviso di riconoscimento, comprensione, cura e rigenerazione coerente e sostenibile dei patrimoni materiali e immateriali peculiari di ogni luogo.

Negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di processi ecomuseali sul territorio piemontese, che si sono resi interpreti di istanze di cambiamento, per uno sviluppo locale sostenibile, svolgendo un ruolo importante nelle politiche di sviluppo socio-economico regionale.

L’azione svolta dagli ecomusei, sui territori di riferimento, ha confermato il ruolo che essi possono assumere, in rapporto alla valorizzazione e alla cura del paesaggio, al riconoscimento della “bellezza”, attraverso la memoria delle comunità, all’equilibrio fra l’opera dell’uomo e l’opera della natura, rafforzando il legame tra paesaggio, patrimonio culturale e turismo come asse strategico su cui impostare percorsi di conoscenza e progetti di valorizzazione territoriale e turismo sostenibile.

Essi lavorano sulla diffusione di una offerta culturale che sappia agire sulla consapevolezza del valore dei paesaggi piemontesi, basata sui valori e l’elevata qualità della vita che offrono. Un lavoro veicolato anche dal nuovo Piano Paesaggistico del Piemonte, che ha cercato di attivare processi culturali dalla densa valenza politica, anche in attuazione di alcune schede progettuali all’interno della “Strategia Aree interne”, finalizzati ad attuare quel profondo cambiamento auspicato dalla Convenzione europea del paesaggio: “percepito dalle popolazioni che lo abitano”.

Le comunità non sono più quindi solo oggetto di ricerca, ma sono organismi “fruitori attivi del paesaggio” presente e futuro o destinatari dei paesaggi di montagna, pianura, acqua e mare da trasformare mediante un progetto comune, frutto di processi partecipati, che tendono ad accrescere la condivisione di benessere collettivo.
Il patrimonio culturale con cui gli ecomusei si misurano è costituto non solo da quello tutelato per legge, ma anche dal patrimonio “vivente”, materiale e immateriale, naturale e costruito, frutto delle tradizioni locali e delle trasformazioni del paesaggio, che costituisce l’eredità culturale delle popolazioni attive sul territorio.
La creazione di reti a diversa scala è stata una strategia vitale ed efficace per condividere pratiche, progetti ed alimentare entusiasmi promuovendo: contratti di fiume, contratti di lago, sentieristica partecipata, giornate del paesaggio, passeggiate patrimoniali.

Nel 2009 nasce l’Associazione Rete Ecomusei Piemonte (REP) a supporto e sostegno delle attività svolte dagli ecomusei che ne fanno parte. Essa rappresenta e tutela gli interessi dei suoi associati nei confronti di istituzioni o di altre realtà italiane ed internazionali; svolge attività di ricerca, studio, riflessione, confronto e progettazione su tematiche di interesse comune; lavora in rete per ottimizzare azioni e risorse. Tali obiettivi sono perseguiti con la messa in opera di alcune azioni strategiche tra le quali la collaborazione e il confronto con gli enti locali (Regione, Province, Comuni, ecc.), la partecipazione ai tavoli di lavoro per la definizione delle politiche e delle programmazioni di settore, la messa in campo di iniziative di scambio e collaborazione con altre realtà ecomuseali, la promozione e la sensibilizzazione rispetto ai temi tipici degli ecomusei, sia a livello nazionale sia internazionale.

La nuova legge regionale in materia di ecomusei (LR 13 del 03/08/18 “Riconoscimento degli ecomusei del Piemonte”) accoglie il punto più maturo delle esperienze ecomuseali che la Rete ha registrato dopo decenni di attività, nate anche dal confronto internazionale del Forum ICOM di Milano 2016 “Ecomuseums, Community museums and cultural landscapes”.

La recente legge regionale, all’articolo 7, promuove la partecipazione degli ecomusei riconosciuti alle politiche e alle azioni regionali di valorizzazione del paesaggio attuative del Piano Paesaggistico Regionale approvato con DCR 233-35836 del 3/10/17 e alle finalità della LR 14 del 16/06/08 (Norme per la valorizzazione del paesaggio).

Con la previgente legge regionale in materia di ecomusei, la Regione ha istituito 25 Ecomusei del Piemonte, che sono di seguito elencati:

Provincia Ecomusei piemontesi
AL Ecomuseo dei Feudi imperiali
AL Ecomuseo della Pietra da Cantoni
AL Ecomuseo della Pietra e della Calce di Visone
AL Ecomuseo di Cascina Moglioni
AT Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano
BI Ecomuseo del Biellese
CN Ecomuseo dei Certosini e della Valle Pesio
CN Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite
CN Ecomuseo del Marmo di Frabosa Soprana
CN Ecomuseo dell'Alta Valle Maira
CN Ecomuseo della Pastorizia
CN Ecomuseo della Segale
CN Ecomuseo delle Rocche del Roero
CN Ecomuseo delle Terre del Castelmagno
NO Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone
TO Ecomuseo Colombano Romean
TO Ecomuseo del Freidano
TO Ecomuseo dell'Alta Val Sangone
TO Ecomuseo dell’Argilla – Munlab
TO Ecomuseo della Val Germanasca
TO Ecomuseo delle Terre di confine
VB Ecomuseo del Granito di Montorfano
VB Ecomuseo della Pietra Ollare e degli Scalpellini
VC Ecomuseo della Valsesia
VC Ecomuseo delle Terre d'acqua

La maggior parte dei 25 Ecomusei regionali sono nati e operano in area montana, per il recupero e la riqualificazione dei borghi e dei centri storici e per lo sviluppo ecosostenibile delle produzioni forestali e dell’economia del legno. Essi pertanto sono stati coinvolti nella strategia prevista dalla Regione Piemonte con la LR 14 del 5/04/19 (Disposizioni in materia di tutela, valorizzazione e sviluppo della montagna), che all’Art. 21 (Valorizzazione della cultura della montagna piemontese) promuove il sostegno agli ecomusei e ai centri per la documentazione e altresì la tutela e la valorizzazione delle espressioni della cultura dell’area montana piemontese.
Quanto sopra premesso è in linea con la strategia di adattamento dell’UE, la quale si propone di contribuire a rendere l’Europa più resiliente ai cambiamenti climatici. Ciò richiede una migliore preparazione, consapevolezza e capacità di reazione agli impatti dei cambiamenti climatici a livello locale, regionale e nazionale.
Su tale obiettivo si inserisce l’impegno degli Ecomusei, in merito alla emergenza climatica ed ecologica, i quali affrontano la crisi attuale, curandone le cause e aumentando la resilienza delle comunità locali. Attraverso lo studio delle modificazioni del clima su scala locale e degli impatti sul territorio di riferimento, essi creano gruppi di lavoro dedicati alla mobilità dolce e ai green jobs e danno il massimo supporto per la realizzazione di ciclostazioni. Prediligono, inoltre, gli acquisti con emissioni a rifiuti zero e incoraggiano il ritorno alla terra. Per sensibilizzare le nuove generazioni, attivano attività didattica e laboratori, per tramandare suggerimenti pratici di risparmio idrico ed energetico. Infine gli ecomusei, attraverso bandi e progetti, ribadiscono la necessità alle amministrazioni locali di un intervento concreto sui territori di riferimento, per ridurre l’inquinamento e promuovere la cultura della tutela ambientale, creando un’opportunità per riflettere sul ruolo dei musei e degli ecomusei per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU e in particolare sensibilizzando l’opinione pubblica sull’urgenza dell'azione climatica.

Nel 2020, in epoca di piena pandemia, si è assistito ad un potenziamento del confronto tra le Reti ecomuseali locali, regionali e internazionali, che cooperano tra loro al fine di elaborare progetti. Tale collaborazione ha dato origine ad un vero e proprio “network della conoscenza”, con la moltiplicazione dei contatti per il Laboratorio ecomusei e la Rete locale stessa, sfociata nella virtuosa preparazione di iniziative per l’Anno 2021.

Per aumentare con efficacia ed economicità la qualità della vita degli abitanti che vivono sul territorio di riferimento, considerando diversi profili: identità, paesaggio, prodotti locali, accoglienza turistica, sicurezza ambientale e sviluppo sostenibile, sono state avviate alcune iniziative con l’aiuto delle nuove tecnologie per valorizzare il nostro patrimonio territoriale in una prospettiva di benessere collettivo. 

  1. “Gli Ecomusei sono Paesaggio” dalla Rete degli EcoMusei Italiani (EMI).
    Una riflessione in diretta streaming sul ruolo che gli ecomusei rivestono nel creare una consapevolezza nei confronti del Paesaggio, basata sul principio di sana appartenenza e responsabilità dei luoghi quale unica vera garanzia per il raggiungimento di un equilibrio dinamico nello sviluppo dei territori e delle comunità che li vivono. Quanto accaduto con la pandemia ha costretto a rivedere radicalmente il modo di abitare il territorio. Le esperienze presentate descrivono l’universo di buone pratiche degli ecomusei italiani, dalle Alpi al Mediterraneo, secondo gli approcci che le diverse condizioni socio-economiche impongono ai rispettivi territori, nell’intento di favorire lo sviluppo di reti di cooperazione e scambio tra queste. In questo quadro di eccezionale crisi economica, sociale e sanitaria, la creazione di solide e ramificate reti locali, ricche di capitale relazionale e sociale, hanno assunto un’importanza decisiva nel determinare le capacità competitive di un territorio e dunque le sue probabilità di successo nella crescita della coesione sociale ancor prima che economica. Una iniziativa che, dovendo svolgersi a distanza, ha scontato necessariamente un limite alla partecipazione in tempo di pandemia, evidenziando come la tecnologia è certamente un alleato importante. Il programma è consultabile online.

    È stato organizzato in più sessioni, per dare continuità all’iniziativa e far sì che diventi un momento annuale di riflessione ampia ed inclusiva per tutto il movimento ecomuseale per la gestione partecipata del territorio. Una piattaforma di condivisione di obiettivi e di progetti per il futuro che guardino al paesaggio come luogo di “rinascita” civile e culturale post-pandemica delle comunità e di un rinnovato dialogo con le istituzioni ed il mondo del terzo settore.
     

  2. Ecomusei come attrattiva turistica ispirata ad un turismo sostenibile, che valorizza il territorio, prendendosi cura dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni locali con il coinvolgimento degli abitanti del posto. In quest'ottica oggi molti enti locali (Regioni, Città metropolitane, Comuni) applicano l'Agenda 21 nella pianificazione territoriale locale. Diverse sono le varianti utilizzate per indicare il concetto di “turismo responsabile”: si va dal turismo sostenibile (con riferimento al concetto economico dello sviluppo sostenibile), al turismo solidale (con riferimento al commercio equo-solidale o alle iniziative di solidarietà verso il Terzo Mondo), al turismo consapevole (con riferimento al consumo).
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Tipo Strumento
Turismo/Cultura

I servizi ecosistemici

Anno
2025

Nell’attuale contesto socioeconomico, il patrimonio forestale regionale esprime importanti valori dal punto di vista produttivo (prodotti legnosi e non legnosi), ma permette anche il soddisfacimento della sempre maggiore domanda di beni e servizi ambientali, culturali e turistico ricreativi della cittadinanza. 

Le foreste rivestono un ruolo strategico e trasversale per le politiche ambientali ed economiche e forniscono una serie di servizi ecosistemici, tra i quali ricordiamo:

  • i servizi di approvvigionamento: legati alla produzione di prodotti forestali legnosi e non legnosi;
  • i servizi di regolazione e mantenimento, quali la protezione e la tutela del suolo, l’assorbimento di anidride carbonica, ecc.;
  • i servizi culturali, come indispensabile supporto ad attività turistico-ricreative, sportive o alla conservazione di valori storici, paesaggistici, culturali.
     
Valorizzazione dei servizi ecosistemici forestali - Impollinazione e produzione miele


La Relazione Aspromiele di IPLA a cui si rimanda propone una sintesi dei principali dati disponibili a livello regionale riferiti al settore produttivo dell’apicoltura, raccolti e commentati col contributo di Aspromiele (Associazione Produttori Miele Piemonte) che rappresenta il 75% del patrimonio apistico piemontese.

Il quadro descritto è volutamente interconnesso all’attività e all’ambiente selvicolturale, in quanto l’analisi di contesto è finalizzata a studiare come e quanto la gestione forestale o degli ambienti connessi alle foreste possano incidere sull’apicoltura e sui servizi ecosistemici attribuibili ad Apis mellifera.

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Alberi monumentali

Anno
2025

La L. 10/2013 art. 7 ha stabilito una definizione di albero monumentale e criteri di valutazione omogenei per tutta Italia, sanzioni per i danneggiamenti e l’effettuazione del censimento nazionale finalizzato alla realizzazione dell’Elenco degli Alberi Monumentali D’Italia.

A seguito delle disposizioni attuative ministeriali, approvate con decreto del 23 ottobre 2014, nel 2015 è stato avviato il censimento: in Piemonte le segnalazioni pervenute dai Comuni sono state integrate con indagini di iniziativa della Regione, col supporto tecnico dell’IPLA per i sopralluoghi di verifica e la compilazione delle schede di identificazione. A dicembre 2015 è stato approvato il primo Elenco regionale, con 82 nuovi alberi monumentali, poi integrato a giugno 2016 con 36 degli alberi già classificati ai sensi della L.r. 50/95.

A partire dal 2016 la Regione ha effettuato ulteriori indagini, sempre tramite l'IPLA e con la collaborazione degli Enti di gestione delle Aree protette, mentre i Carabinieri Forestali hanno verificato in primo luogo gli alberi già individuati nel corso del censimento nazionale del 1982. Grazie alle ulteriori segnalazioni, alle verifiche tecniche e alle istruttorie effettuate dal Gruppo di lavoro, l’Elenco regionale è stato progressivamente integrato, fino all’attuale numero di 378 alberi o gruppi di alberi monumentali, esito delle riunioni istruttorie di novembre 2024 (Gruppo di lavoro con le Soprintendenze), formalizzato con D.D. 67 del 28 gennaio 2025.

I 378 alberi monumentali, singoli o "insiemi omogenei", sono localizzati in 216 Comuni e appartengono a ben 95 specie: 47 autoctone del Piemonte, 3 naturalizzate da molti secoli (i due gelsi e il noce comune), 6 non autoctone del Piemonte ma parte della flora italiana (Cipresso comune, Corbezzolo, Pino domestico e Pino nero, Sughera e Tamerice), 39 esotiche.
 

Infine negli anni 2022-2024, grazie al trasferimento dal MiPAAF di fondi finalizzati alla tutela e valorizzazione degli alberi monumentali, si è provveduto :

  • alla realizzazione e posa dei cartelli descrittivi relativi ai circa 250 alberi censiti negli anni precedenti,
  • all’attuazione di un Bando per l’erogazione di contributi relativi alle spese sostenute per il monitoraggio (valutazioni fitosanitarie e di stabilità) e la cura (potature, consolidamenti, deimpermeabilizzazione delle aree di protezione, ecc.) degli alberi censiti ed inseriti nell’elenco regionale. 

 

Informazioni e risorse aggiuntive


Alberi monumentali sul sito web di Regione Piemonte:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/alberi-arboricoltura/alberi-monumentali

 

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Biodiversità forestale

Anno
2025

Con l’obiettivo di mantenere e migliorare la biodiversità degli ecosistemi forestali, la Regione Piemonte promuove da tempo specifiche azioni.
 

LE RISORSE GENETICHE FORESTALI


Tra le azioni volte alla tutela e valorizzazione della biodiversità forestale va citata l’attività di individuazione e caratterizzazione dei popolamenti forestali idonei alla raccolta di sementi di specie autoctone, arboree ed arbustive, da destinare alla vivaistica.

Si tratta di attività di ricerca intraprese in Piemonte fin dagli anni Novanta e realizzate con continuità con il supporto dell’IPLA, in attuazione del d.lgs. 386/2003 e del decreto MiPAAF n. 9403879 del 30 dicembre 2020, che ha istituito il Registro nazionale dei Materiali di base per la vivaistica forestale.

Nei popolamenti classificati è possibile raccogliere frutti e semi non solo delle specie contemplate dal d.lgs. 386/2003, ma anche di altre specie arboree autoctone, come il bagolaro e l’olmo ciliato, e di tutte le specie arbustive spontanee d’interesse per la vivaistica forestale.

La d.d. n. 798 del 15 ottobre 2024 del Settore regionale Foreste ha approvato l'aggiornamento del Registro dei materiali di base del Piemonte.

Il Registro ora include un totale di 139 popolamenti, contenenti 283 materiali di base (MB), distinti per singola specie arborea: 218 Identificati alla Fonte, 56 selezionati e 9 Qualificati.

I MB Qualificati costituiscono la categoria di livello più elevato dopo quella dei "Controllati" (essenzialmente i cloni di pioppo), attualmente in Piemonte sono costituti da arboreti da seme delle seguenti specie: frassino (a Verolengo), melo, pero e ciliegio (nel vivaio regionale di Albano Vercellese), ciavardello e ciliegio selvatico rispettivamente nelle tenute Millerose e Spazzacamini gestite dall'IPLA, pioppo bianco e pioppo nero, realizzati dal CREA di Casale Monferrato in collaborazione col Parco regionale del Po presso Isola Santa Maria ed Isola Colonia (Crescentino).

Nell’ambito della tutela e valorizzazione delle risorse genetiche forestali locali, è stata avviata l’attività, affidata ad IPLA con d.d. n. 1104 del 29/12/2023, che coinvolge IBBR - CNR, DISAFA (Università di Torino) e DAGRI (Università di Firenze) sulle seguenti tematiche:

  1. caratterizzazione genetica dei MB di specie prioritarie per gli interventi di imboschimento (piantagioni in aree planiziali) e rimboschimento (ripristino di aree forestali colpite da eventi meteorici estremi o incendi), in un’ottica di completamento e aggiornamento degli studi già realizzati entro il 2010 a livello regionale;
  2. studio della resistenza/resilienza rispetto ai cambiamenti climatici (in particolare siccità e caldo estremi) di MB di specie prioritarie, in particolare la Farnia, ai fini della loro tutela e valorizzazione all’interno della filiera vivaistica;
  3. progettazione di nuovi arboreti da seme (MB) di specie sporadiche e miglioramento della gestione di quelli esistenti.

Infine, dal confronto con le altre amministrazioni e gli operatori della filiera, è emersa la necessità di individuare standard comuni e prassi di riferimento relativamente alle caratteristiche dei materiali forestali di moltiplicazione (MFM) delle specie arboree e arbustive autoctone, alla formazione degli operatori e alla realizzazione delle piantagioni. 

Perciò, con d.d. n. 1115 del 31/12/2024 il Settore Foreste ha affidato ad UNI – Organismo nazionale di normazione l’elaborazione di tre prassi di riferimento UNI/PdR in materia di vivaistica forestale, denominate in via provvisoria:

  • Requisiti di prodotto Materiale forestale di moltiplicazione;
  • Pratiche e modalità operative per le figure professionali di Vivaista forestale e Addetto alla raccolta di frutti e semi forestali;
  • Linee guida per la progettazione, realizzazione e manutenzione di piantagioni di specie arboree ed arbustive autoctone.

Il Gruppo di lavoro tecnico a supporto della redazione delle prassi, coordinato dal Settore Foreste, comprende il Settore incaricato della gestione dei vivai forestali della Regione Piemonte, le analoghe strutture delle regioni Lombardia (ERSAF) e Veneto (Veneto Agricoltura), IPLA, l’Università di Firenze (DAGRI) e la Fondazione AlberItalia.

 

I boschi vetusti


La biodiversità forestale considera non solo la varietà di specie arboree in bosco, ma l’insieme delle specie animali e vegetali presenti e le condizioni ecologiche che ne determinano la presenza.

Nei diversi habitat forestali presenti in Piemonte, il livello di biodiversità è molto variabile, sia in relazione alle caratteristiche naturali, sia al tipo di utilizzo storico da parte dell’uomo che ha prodotto cambiamenti alla composizione specifica, alla struttura o all’estensione dei boschi.

In Piemonte, come in Italia e in gran parte dell’Europa, non esistono foreste vergini, ma esistono limitate aree in cui sono presenti tutte le fasi di crescita del bosco, dalla rinnovazione agli alberi di grandi dimensioni, vivi e morti in piedi, e non soggette a interventi selvicolturali da molte decine di anni . Questi alcuni dei requisiti dei boschi vetusti, come definiti dall’art. 3, comma 2, lettera s -bis ) e l’art. 7, comma 13 -bis ) del D.lgs. 34/2018 (il cosiddetto TUFF) e dettagliati dalle Linee guida per l’identificazione delle aree definibili come boschi vetusti, approvate con Decreto MiPAAF del 18 novembre 2021. 

A seguito del trasferimento di fondi dallo Stato (Fondo nazionale Foreste), a fine 2022 è stato approvato un progetto per l’individuazione di boschi vetusti in Piemonte, affidato all’IPLA con il supporto del DISAFA Università di Torino Nell’estate - autunno 2023 sono stati svolti i primi sopralluoghi, che hanno interessato 4 popolamenti situati nelle province di CN, TO, BI e VC.

Partendo da un elenco di oltre 50 popolamenti forestali con potenziali caratteristiche di vetustà, nel 2023 si sono svolti i primi sopralluoghi, proseguiti nel corso del 2024, con il risultato di individuare 13 boschi ritenuti di interesse e candidabili alla successiva fase istruttoria.

Si tratta di popolamenti localizzati in montagna, a netta prevalenza di conifere (tranne la faggeta di Palanfré), 11 su 13 insistono in ambiti tutelati (Rete Natura 2000 o Aree Parco) e 10 su 13 sono di proprietà pubblica. 

Si intende comunque ampliare le indagini alle aree di bassa quota per verificare l’esistenza di BV potenziali tra le formazioni planiziali e collinari (alneti, querco-carpineti), anche se di dimensioni ridotte (2-3 ha).

Nel corso del 2024, infine, il Settore regionale Foreste è stato coinvolto nella predisposizione del progetto  “Old-Growth forests and Veteran Trees for Biodiversity and Resilient Landscapes – RESILIENT-TREES” Coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la BioEconomia (S. Michele all’Adige – TN) candidato a giugno nell’ambito della terza chiamata dell’INTERREG EUROPE 2021-2027, e ammesso con comunicazione della Commissione europea del 13 dicembre 2024, da svolgersi negli anni 2025-2028.

 

Informazioni e risorse aggiuntive
 

Per maggiori approfondimenti consulta le seguenti guide selvicolturali:

Questo argomento è stato sviluppato anche nelle diverse edizioni del Rapporto Stato Ambiente, in particolare:

Consulta l'argomento Specie invasive in Territorio Fattori.
 

Sito web regionale Popolamenti da seme e materiali di base per la vivaistica forestale:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/vivai-operai-forestali/popolamenti-seme-materiali-base-per-vivaistica-forestale


Per ulteriori approfondimenti inerenti la caratterizzazione genetica dei popolamenti forestali piemontesi si può consultare la serie di Monografie pubblicate sulla rivista forestale Sherwood – Foreste ed Alberi Oggi dal Dicembre 2011 ad oggi.

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Istanze di tagli boschivi

Anno
2025

La realizzazione degli interventi selvicolturali, secondo le previsioni della legge forestale regionale, è preventivamente soggetta a comunicazione semplice o ad autorizzazione regionale.

Gli interessati (Cittadini, Imprese Forestali, Enti pubblici, Tecnici Forestali) possono presentare le istanze di taglio direttamente attraverso l’utilizzo dell’applicativo web dedicato oppure con l’assistenza di uno degli oltre 90 Sportelli Forestali e Punti Informativi Forestali attivi sul territorio regionale. 

Figura 1. Cantiere forestale

Nel corso dell’ultima stagione silvana (1 settembre 2023 – 31 agosto 2024), sulla base delle segnalazioni d’intervento presentate, sono stati tagliati 5.320 ettari, con un prelievo di circa 389.600 metri cubi di materiale legnoso. Rispetto alle stagioni silvane precedenti si conferma la tendenziale crescita delle quantità utilizzate (tab. 1).

Nel periodo compreso tra settembre 2011 e agosto 2024, pari a 13 stagioni silvane, sono stati tagliati circa 47.800 ha (con una media di poco inferiore a 3.700 ettari/anno).

Nel periodo considerato sono state presentate oltre 55.000 istanze di taglio, circa 4.240 all’anno. Le comunicazioni semplici rappresentano oltre il 97% del totale delle istanze..

Riepilogo tagli boschivi anni 2011-2024
Stagione silvana Istanze presentate (n.) Superficie totale (ha) Superficie media (ha/istanza) Volume totale (m3) Volume medio (m3/istanza)
2011-12 3.216 3.002 0,93 187.721 89,47
2012-13 3.707 3.276 0,88 219.648 59,25
2013-14 4.029 3.256 0,81 266.930 66,25
2014-15 3.989 3.530 0,89 273.613 68,59
2015-16 3.792 3.132 0,83 255.891 67,48
2016-17 3.879 3.154 0,81 252.233 65,03
2017-18 4.279 3.811 0,89 294.170 68,75
2018-19 4.421 3.557 0,80 284.575 64,36
2019-20 4.064 3.239 0,80 269.026 66,20
2020-21 4.249 3.378 0,80 276.103 64,98
2021-22 4.765 4.258 0,89 339.705 79,78
2022-23 5.512 4.902 0,89 383.416 69,56
2023-24 5.195 5.320 1,02 388.888 74,85
Tabella 1. Riepilogo tagli boschivi anni 2011-2024

In base alle valutazioni effettuate nel Piano Forestale Regionale, considerando la sola superficie forestale accessibile in quanto servita da viabilità, si stima che il volume annuo legnoso potenzialmente utilizzabile, con uno scenario quindicennale, ammonti a circa 1,4 milioni m3/anno, equivalente al prelievo di 5,8 m3/ha/anno; si tratta di una entità pari all’incremento legnoso medio, che quindi non intaccherebbe il capitale boschivo in piedi. I volumi di taglio che derivano dalle comunicazioni ai sensi del Regolamento Forestale regionale si attestano su un prelievo annuo di circa 0,5 m3/ha/anno, quindi molto inferiore a quello massimo ipotizzabile con una gestione forestale sostenibile.

L’analisi dei dati dell'ultima stagione silvana (2023-2024) conferma che poco meno della metà delle istanze sono state presentate nei territori della Provincia di Cuneo e della Città Metropolitana di Torino (tab. 2), in linea con quanto registrato nelle passate annate.

Tabella 2. Istanze presentate per Provincia/Città Metropolitana
Province/area metropolitana N. di istanze presentate Percentuale
AL 311 6%
AT 475 9%
BI 569 11%
CN 1.188 23%
NO 782 15%
TO 1.214 23%
VB 268 5%
VC 388 8%
Totale 5.195 100%
Tabella 2. Istanze presentate per Provincia/Città Metropolitana

La Provincia di Cuneo e la Città Metropolitana di Torino sommano oltre la metà delle superfici tagliate (tab. 3) ma, rispetto alle passate stagioni silvane, i dati evidenziano il primato della provincia di Cuneo sulla Città Metropolitana.

Tabella 3. Superfici percorse dal taglio per Provincia/Città Metropolitana
Province/area metropolitana Superfici d’intervento (ha) Percentuale
AL 410 8%
AT 225 4%
BI 318 6%
CN 1.503 28%
NO 372 7%
TO 1.455 27%
VB 527 10%
VC 510 10%
Totale 5.320 100%
Tabella 3. Superfici percorse dal taglio per Provincia/Città Metropolitana

L’analisi del dato della superficie utilizzata in relazione alla forma di governo indica una leggera prevalenza per gli interventi nelle fustaie rispetto ai cedui (castagneti, robinieti e altri cedui), oltre un quarto degli interventi ha riguardato popolamenti caratterizzati dal governo misto (tab. 4).

Tabella 4. Superfici boscate percorse al taglio per forma di governo
Forma di governo Superficie (ha) Superficie (%)
Castagneti 848 16%
Ceduo 545 10%
Fustaia 1.964 37%
Governo misto 1.473 28%
Robinieti 490 9%
Totale 5.320 100%
Tabella 4. Superfici boscate percorse al taglio per forma di governo

Per quanto riguarda i prelievi medi ad ettaro, questi sono più elevati per le ceduazioni e in particolare per i tagli nel castagneto, dove si evidenzia l'elevata biomassa disponibile dovuta all'abbandono dei cedui a regime (tab. 5).

Tabella 5. Superfici boscate percorse al taglio per tipo di intervento selvicolturale
Intervento selvicolturale Superficie totale (ha) Volume totale (m3) Volume medio (m3/ha)
Ceduazioni 1.433 173.666 121,19
Conversione a fustaia 118 8.856 75,05
Tagli intercalari - diradamenti, conversioni 1.823 110.664 60,70
Gestione del governo misto 1.411 65.970 46,75
Ripristino boschi danneggiati o distrutti 95 4.522 47,6
Tagli di maturità della fustaia 440 25.210 57,29
Totale 5.320 388.888 73,09
Tabella 5. Superfici boscate percorse al taglio per tipo di intervento selvicolturale

Le specie maggiormente utilizzate sono, in ordine, il castagno, la robinia, le querce e il faggio: queste rappresentano le specie caratterizzanti oltre il 60% della superficie interessata da interventi di taglio boschivo.

L'analisi territoriale secondo la classificazione altimetrica ISTAT indica che circa metà della superficie tagliata è in montagna (48%), seguita da collina (27%) e pianura (25%).

Oltre un quarto della superficie tagliata (27%) ricade in Aree naturali protette, dato in linea con il fatto che in tali aree è sempre obbligatorio inviare la segnalazione di taglio.

Per maggiori approfondimenti si rimanda al sito ufficiale della Regione Piemonte - Foreste e alla sezione del Cruscotto di conoscenze del patrimonio naturale piemontese dedicata ai tagli boschivi.

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