Redazione RSA

Attività condotte nelle fasi emergenziali post-sisma e a supporto della ricostruzione nei territori colpiti

Implementazione del sistema Erikus-ric

Su richiesta dal Commissario Straordinario per la Ricostruzione dei comuni dell'isola d'Ischia colpiti dall’evento sismico del 2017, finalizzato allo sviluppo di specifiche funzionalità necessarie per la gestione della delicata fase di ricostruzione (per approfondimenti si rimanda al video Erikus–ric), a seguito della frana del novembre 2022 che ha colpito l’isola di Ischia la Regione e Arpa Piemonte hanno collaborato con il Dipartimento di Protezione Civile e la Struttura Commissariale per l’organizzazione della compagna rilevamento danni con la scheda Aedei (Scheda di valutazione speditiva dell’impatto e rilevamento del Danno per edifici ordinari in emergenza Meteo-Idro-Geo). In particolare è stato adattato il sistema Erikus per l’archiviazione di tutti i dati della scheda Aedei, ed è stato predisposto un web gis per la compilazione online della scheda Aedei.
 

Archiviazione dei dati relativi agli edifici sottoposti a tutela

Nel sistema Erikus sono stati archiviati i dati relativi agli edifici soggetti a tutela per valenza culturale ricadenti nei comuni piemontesi della zona sismica 3S e 3, come prosecuzione delle attività informative e formative avviate nel 2019, in collaborazione con il Segretariato regionale del Mibact di Piemonte e Lombardia. Questa attività, condotta anche nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro con l’Istituto Buniva di Pinerolo, ha comportato una raccolta di dati sui beni culturali nella zona sismica 3, utilizzando la app predisposta da Arpa Piemonte su G3W-Suite.

 

Attività formative ed esercitative

Il sistema Erikus è stato utilizzato anche come strumento didattico innovativo, nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro tra gli Istituti scolastici e gli Uffici della Regione Piemonte, che ha portato all’ulteriore acquisizione di dati geometrici e costruttivi dell’edificato in specifiche aree. La collaborazione, già sperimentata con vari istituti superiori a partire dall’anno scolastico 2017-2018, è proseguita negli anni successivi con il coinvolgimento complessivo di oltre 550 studenti.

Nel corso del 2024, la Regione ha organizzato alcune esercitazioni per la raccolta dati sull’edificato svolte in Piemonte con i rilevatori Aedes, sia sul campo che da remoto.

Il 7 settembre 2024 la Regione ha collaborato con il Comune di Dogliani nell’organizzazione di un’esercitazione relativa ad uno scenario alluvionale in cui è stata attivata la funzione censimento danni all’interno del COC (Centro Operativo Comunale) ed è stato utilizzato il sistema Erikus per la gestione delle segnalazioni di danni sugli edifici.

Nei giorni del 2 e 3 ottobre 2024 la Regione Piemonte ha organizzato l’esercitazione Rochemolles 2024 relativa alla simulazione del collasso della diga di Rochemolles. Il Sistema Erikus è stato utilizzato per la gestione della funzione censimento danni del COC e dai rilevatori per la compilazione delle schede Aedei. Durante l’esercitazione si è testato lo scambio dati con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e la collaborazione con i volontari che hanno fatto delle riprese con i droni sulle aree interessate per una migliore definizione dei danni.

Il 9 ottobre 2024 la Regione Piemonte ha collaborato con la Provincia autonoma di Trento per l’organizzazione di un’esercitazione di protezione civile dove i rilevatori Aedes hanno utilizzato il sistema Erikus per la compilazione delle schede Aedes.

Tutte le attività si sono svolte con la collaborazione del gruppo Erikus dei volontari del Coordinamento Regionale ed utilizzando l’app predisposta da Arpa Piemonte su G3W-Suite.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi
Implementazione del sistema Erikus-ric

Su richiesta dal Commissario Straordinario per la Ricostruzione dei comuni dell'isola d'Ischia colpiti dall’evento sismico del 2017, finalizzato allo sviluppo di specifiche funzionalità necessarie per la gestione della delicata fase di ricostruzione (per approfondimenti si rimanda al video Erikus–ric), a seguito della frana del novembre 2022 che ha colpito l’isola di Ischia la Regione e Arpa Piemonte hanno collaborato con il Dipartimento di Protezione Civile e la Struttura Commissariale per l’organizzazione della compagna rilevamento danni con la scheda Aedei (Scheda di valutazione speditiva dell’impatto e rilevamento del Danno per edifici ordinari in emergenza Meteo-Idro-Geo). In particolare è stato adattato il sistema Erikus per l’archiviazione di tutti i dati della scheda Aedei, ed è stato predisposto un web gis per la compilazione online della scheda Aedei.
 

Archiviazione dei dati relativi agli edifici sottoposti a tutela

Nel sistema Erikus sono stati archiviati i dati relativi agli edifici soggetti a tutela per valenza culturale ricadenti nei comuni piemontesi della zona sismica 3S e 3, come prosecuzione delle attività informative e formative avviate nel 2019, in collaborazione con il Segretariato regionale del Mibact di Piemonte e Lombardia. Questa attività, condotta anche nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro con l’Istituto Buniva di Pinerolo, ha comportato una raccolta di dati sui beni culturali nella zona sismica 3, utilizzando la app predisposta da Arpa Piemonte su G3W-Suite.

 

Attività formative ed esercitative

Il sistema Erikus è stato utilizzato anche come strumento didattico innovativo, nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro tra gli Istituti scolastici e gli Uffici della Regione Piemonte, che ha portato all’ulteriore acquisizione di dati geometrici e costruttivi dell’edificato in specifiche aree. La collaborazione, già sperimentata con vari istituti superiori a partire dall’anno scolastico 2017-2018, è proseguita negli anni successivi con il coinvolgimento complessivo di oltre 550 studenti.

Nel corso del 2024, la Regione ha organizzato alcune esercitazioni per la raccolta dati sull’edificato svolte in Piemonte con i rilevatori Aedes, sia sul campo che da remoto.

Il 7 settembre 2024 la Regione ha collaborato con il Comune di Dogliani nell’organizzazione di un’esercitazione relativa ad uno scenario alluvionale in cui è stata attivata la funzione censimento danni all’interno del COC (Centro Operativo Comunale) ed è stato utilizzato il sistema Erikus per la gestione delle segnalazioni di danni sugli edifici.

Nei giorni del 2 e 3 ottobre 2024 la Regione Piemonte ha organizzato l’esercitazione Rochemolles 2024 relativa alla simulazione del collasso della diga di Rochemolles. Il Sistema Erikus è stato utilizzato per la gestione della funzione censimento danni del COC e dai rilevatori per la compilazione delle schede Aedei. Durante l’esercitazione si è testato lo scambio dati con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e la collaborazione con i volontari che hanno fatto delle riprese con i droni sulle aree interessate per una migliore definizione dei danni.

Il 9 ottobre 2024 la Regione Piemonte ha collaborato con la Provincia autonoma di Trento per l’organizzazione di un’esercitazione di protezione civile dove i rilevatori Aedes hanno utilizzato il sistema Erikus per la compilazione delle schede Aedes.

Tutte le attività si sono svolte con la collaborazione del gruppo Erikus dei volontari del Coordinamento Regionale ed utilizzando l’app predisposta da Arpa Piemonte su G3W-Suite.

Anno
2025

Sistema Erikus - Supporto delle fasi emergenziali post evento sismico e delle politiche di prevenzione

Anno
2025

Il Sistema Erikus, sviluppato nel 2016 da Regione ed Arpa Piemonte in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile per la gestione delle istanze di sopralluogo presentate dai cittadini a seguito di un evento sismico e basato sul software libero QGIS, è stato ormai consolidato e testato in diverse situazioni  emergenziali o esercitative.

Per maggiori informazioni, è possibile consultare la pagina dedicata sul sito di Regione Piemonte.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Territorio

Studi di microzonazione sismica a livello comunale e interventi strutturali su edifici pubblici di importanza strategica

Come già evidenziato nelle precedenti edizioni della Relazione sullo Stato dell'Ambiente, la Regione Piemonte gestisce e coordina i contributi previsti dal Piano Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico, avviato in base alle disposizione dell’art. 11 della L. 77 del 24 giugno 2009.

Sono ad oggi in fase completamento le attività relative sia al primo finanziamento (2010-2016) sia al secondo finanziamento (2019-2021), e sono in corso quelle relative al terzo finanziamento (2022-2023).

Per quanto riguarda le azioni non strutturali (Studi di Microzonazione Sismica ed associata analisi della Condizione Limite per l’Emergenza – CLE), la Regione Piemonte sin dall’avvio del Piano Nazionale contribuisce con un cofinanziamento pari al 25% dei fondi statali.

Nel corso del 2023 e del 2024 gli studi Microzonazione Sismica (MS), finanziati con i  contributi delle annualità 2019-2021 e relativi a 11 Comuni, sono stati completati.
In totale risultano quindi 70 i Comuni in Piemonte con studi di MS di livello 1 ed associata analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE), oltre ad 1 Comune con studi di MS di livello 2, realizzati secondo gli standard definiti a livello nazionale.
Nel 2023 è stato avviato il terzo finanziamento del Piano relativo alle annualità 2022-2023 e sono state approvate e nel 2024 sono state assegnate le risorse per la realizzazione delle azioni previste.

Per quanto riguarda gli studi di MS le risorse sono state assegnate a 13 Comuni.

Relativamente ai contributi destinati agli interventi di miglioramento sismico degli edifici strategici sul territorio regionale, con l’Ordinanza del Capo di Dipartimento della Protezione Civile n. 978/2023 è stato finanziato l’Ospedale di Susa.

Figura 1. Comuni finanziati per studi di MS e CLE: evidenziati in verde gli studi realizzati e in completamento, in giallo i Comuni potenzialmente interessati dai contributi, in rosso quelli in corso.

Nell’ambito dei finanziamenti del Piano Nazionale è stato affidato all’Università di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra, lo studio per la realizzazione degli abachi regionalizzati per la valutazione delle amplificazioni stratigrafiche, attualmente in fase di conclusione, che potranno essere utilizzati per studi di microzonazione sismica di livello 2 sul territorio regionale.

Relativamente ai contributi destinati agli interventi di miglioramento sismico degli edifici strategici sul territorio regionale, con l’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 978/2023 sono stati finanziati gli interventi sul Municipio di Vinadio e sulla scuola elementare di Angrogna, a seguito della rinuncia del finanziamento da parte dell’ASL TO 3 per l’Ospedale di Susa.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Come già evidenziato nelle precedenti edizioni della Relazione sullo Stato dell'Ambiente, la Regione Piemonte gestisce e coordina i contributi previsti dal Piano Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico, avviato in base alle disposizione dell’art. 11 della L. 77 del 24 giugno 2009.

Sono ad oggi in fase completamento le attività relative sia al primo finanziamento (2010-2016) sia al secondo finanziamento (2019-2021), e sono in corso quelle relative al terzo finanziamento (2022-2023).

Per quanto riguarda le azioni non strutturali (Studi di Microzonazione Sismica ed associata analisi della Condizione Limite per l’Emergenza – CLE), la Regione Piemonte sin dall’avvio del Piano Nazionale contribuisce con un cofinanziamento pari al 25% dei fondi statali.

Nel corso del 2023 e del 2024 gli studi Microzonazione Sismica (MS), finanziati con i  contributi delle annualità 2019-2021 e relativi a 11 Comuni, sono stati completati.
In totale risultano quindi 70 i Comuni in Piemonte con studi di MS di livello 1 ed associata analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE), oltre ad 1 Comune con studi di MS di livello 2, realizzati secondo gli standard definiti a livello nazionale.
Nel 2023 è stato avviato il terzo finanziamento del Piano relativo alle annualità 2022-2023 e sono state approvate e nel 2024 sono state assegnate le risorse per la realizzazione delle azioni previste.

Per quanto riguarda gli studi di MS le risorse sono state assegnate a 13 Comuni.

Relativamente ai contributi destinati agli interventi di miglioramento sismico degli edifici strategici sul territorio regionale, con l’Ordinanza del Capo di Dipartimento della Protezione Civile n. 978/2023 è stato finanziato l’Ospedale di Susa.

Figura 1. Comuni finanziati per studi di MS e CLE: evidenziati in verde gli studi realizzati e in completamento, in giallo i Comuni potenzialmente interessati dai contributi, in rosso quelli in corso.

Nell’ambito dei finanziamenti del Piano Nazionale è stato affidato all’Università di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra, lo studio per la realizzazione degli abachi regionalizzati per la valutazione delle amplificazioni stratigrafiche, attualmente in fase di conclusione, che potranno essere utilizzati per studi di microzonazione sismica di livello 2 sul territorio regionale.

Relativamente ai contributi destinati agli interventi di miglioramento sismico degli edifici strategici sul territorio regionale, con l’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 978/2023 sono stati finanziati gli interventi sul Municipio di Vinadio e sulla scuola elementare di Angrogna, a seguito della rinuncia del finanziamento da parte dell’ASL TO 3 per l’Ospedale di Susa.

Anno
2025

Piano Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico

Anno
2025

A seguito del terremoto dell’Aquila del 2009, insieme alla ricostruzione, è stato avviato un Piano nazionale per la Prevenzione del rischio sismico attraverso il finanziamento di azioni e interventi solo marginalmente sviluppati negli anni precedenti quali: studi di microzonazione sismica (MS) per la scelta dei luoghi idonei dove costruire ed interventi per il miglioramento sismico di edifici, in modo particolare gli edifici pubblici di importanza strategica.

Per meglio integrare le conoscenze sulla pericolosità sismica locale con il sistema di gestione della protezione civile a scala comunale, oltre alla microzonazione sismica viene richiesta anche una analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE) dell’insediamento urbano finalizzata a valutare, in condizioni critiche di evento simico di particolare intensità, l’operatività delle funzioni strategiche essenziali per l’emergenza, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale.

Il Piano, coordinato dal Dipartimento di Protezione Civile, prevede contributi destinati ai territori caratterizzati da maggior pericolosità sismica, stabilita da studi a carattere nazionale, e viene attuato per singole annualità attraverso specifiche Ordinanze che regolano le modalità di gestione delle attività. 
Le Regioni partecipano all’attuazione del Piano attraverso tavoli di coordinamento permanenti e gestiscono a scala locale la distribuzione delle risorse, che vengono assegnate a ciascuna regione in relazione al rischio sismico atteso, determinato a partire dalla pericolosità sismica di base e da parametri rappresentativi del danno atteso, ed in particolare dalla popolazione esposta.

Secondo quanto stabilito dalle Ordinanze i Comuni del Piemonte che possono usufruire dei contributi sono 140 e risultano concentrati in massima parte nella Provincia di Cuneo e nell’area della Città metropolitana di Torino e, subordinatamente, nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Difesa del suolo

Verifica del rispetto dei sistemi idrografici e della stabilità dei versanti nello sfruttamento della risorsa mineraria

L’intervento della Regione nella valutazione complessiva generale del rischio ambientale nell’ambito delle attività estrattive è dettagliatamente illustrato nel relativo capitolo della relazione stato ambiente 2024, cui si rimanda per ogni ulteriore approfondimento.

Già nelle precedenti edizioni della RSA, è stato rilevato come gli aspetti ambientali legati alla geologia del territorio (nel senso più ampio del termine) possano spesso essere influenzati dall’attività di coltivazione mineraria: questa, modificando fisicamente in modo più o meno rilevante il territorio, può avere ricadute anche severe sull’equilibrio idrogeologico o, in altri termini, sui rischi naturali connessi ai sistemi idrografici e dei versanti.

È stato quindi evidenziato come azioni specifiche da adottarsi in fase di coltivazione mineraria e recupero morfologico ambientale del sito estrattivo fossero essenziali per il raggiungimento dell’obiettivo di uno sfruttamento ambientalmente compatibile della risorsa mineraria.

La l.r. 45/1989 dalla Regione Piemonte, inoltre, si prefigge di minimizzare gli effetti dell'erosione dei terreni anche ad opera delle acque meteoriche e di ruscellamento: pertanto i pareri “idrogeologici”, resi nell’ambito più ampio della legge mineraria, dovrebbero essere il più possibile strumenti efficaci, uniformati e contestualizzati rispetto alla prevenzione dei rischi naturali.

Così, nel corso del 2024, sono proseguite le attività di controllo del buon andamento della coltivazione (mediante sopralluoghi in situ) e di verifica del rispetto delle prescrizioni autorizzative emesse dal Settore Geologico all’interno del parere geologico di cui alla citata LR 45/1989, finalizzate alla prevenzione dei fenomeni di dissesto.

Figura 1. Interferenza tra attività di cava e assetto idrogeologico del versante

Per la redazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) le strutture regionali competenti hanno coinvolto anche il Settore Geologico, con la finalità di rendere lo sfruttamento della risorsa mineraria il più possibile compatibile con il reticolato idrografico e la stabilità dei versanti, in particolare in merito alla stesura di 6 articoli (dal 20 al 25) delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PRAE riferiti ad aspetti in materia di vincolo idrogeologico (stabilità degli scavi, dei riporti, dei depositi di copertura, regimazione, raccolta e allontanamento delle acque meteoriche). 

Nelle more di una positiva evoluzione dell’iter di approvazione del Piano, è stata avviata una preventiva operazione applicativa di “collaudo” dei contenuti tecnici dei 6 articoli delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA), relativamente alla stabilità degli scavi, dei riporti, dei depositi di copertura e alla regimazione, raccolta e allontanamento delle acque meteoriche nei siti estrattivi.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

L’intervento della Regione nella valutazione complessiva generale del rischio ambientale nell’ambito delle attività estrattive è dettagliatamente illustrato nel relativo capitolo della relazione stato ambiente 2024, cui si rimanda per ogni ulteriore approfondimento.

Già nelle precedenti edizioni della RSA, è stato rilevato come gli aspetti ambientali legati alla geologia del territorio (nel senso più ampio del termine) possano spesso essere influenzati dall’attività di coltivazione mineraria: questa, modificando fisicamente in modo più o meno rilevante il territorio, può avere ricadute anche severe sull’equilibrio idrogeologico o, in altri termini, sui rischi naturali connessi ai sistemi idrografici e dei versanti.

È stato quindi evidenziato come azioni specifiche da adottarsi in fase di coltivazione mineraria e recupero morfologico ambientale del sito estrattivo fossero essenziali per il raggiungimento dell’obiettivo di uno sfruttamento ambientalmente compatibile della risorsa mineraria.

La l.r. 45/1989 dalla Regione Piemonte, inoltre, si prefigge di minimizzare gli effetti dell'erosione dei terreni anche ad opera delle acque meteoriche e di ruscellamento: pertanto i pareri “idrogeologici”, resi nell’ambito più ampio della legge mineraria, dovrebbero essere il più possibile strumenti efficaci, uniformati e contestualizzati rispetto alla prevenzione dei rischi naturali.

Così, nel corso del 2024, sono proseguite le attività di controllo del buon andamento della coltivazione (mediante sopralluoghi in situ) e di verifica del rispetto delle prescrizioni autorizzative emesse dal Settore Geologico all’interno del parere geologico di cui alla citata LR 45/1989, finalizzate alla prevenzione dei fenomeni di dissesto.

Figura 1. Interferenza tra attività di cava e assetto idrogeologico del versante

Per la redazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) le strutture regionali competenti hanno coinvolto anche il Settore Geologico, con la finalità di rendere lo sfruttamento della risorsa mineraria il più possibile compatibile con il reticolato idrografico e la stabilità dei versanti, in particolare in merito alla stesura di 6 articoli (dal 20 al 25) delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PRAE riferiti ad aspetti in materia di vincolo idrogeologico (stabilità degli scavi, dei riporti, dei depositi di copertura, regimazione, raccolta e allontanamento delle acque meteoriche). 

Nelle more di una positiva evoluzione dell’iter di approvazione del Piano, è stata avviata una preventiva operazione applicativa di “collaudo” dei contenuti tecnici dei 6 articoli delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA), relativamente alla stabilità degli scavi, dei riporti, dei depositi di copertura e alla regimazione, raccolta e allontanamento delle acque meteoriche nei siti estrattivi.

Anno
2025

Piani di sicurezza dell’acqua

Tema
Tipo
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icona piano acqua risposte
Paragrafi
Obiettivi

I Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA o WSP, Water Safety Plans) costituiscono un sistema integrato di prevenzione e controllo basato sull’analisi di rischio sito-specifica estesa all’intera filiera idro-potabile, che, formulato dall’OMS nel 2004 e trasposto in seguito sul piano normativo, segna un passo fondamentale per rafforzare la qualità delle acque a tutela della salute umana.

L’introduzione dei PSA, secondo le linee guida dell’ISS-Ministero della Salute, persegue importanti obiettivi tra cui:

  • prevenire efficacemente emergenze idro-potabili dovute a parametri non oggetto di ordinario monitoraggio, considerando ogni plausibile evento pericoloso nelle sorgenti, nelle captazioni e nell’intera filiera idro-potabile, proiettato nello scenario dei cambiamenti ambientali e climatici in atto;
  • aumentare la capacità di intercettare precocemente eventi di contaminazioni grazie a sistemi on-line e early-warning;
  • ridefinire le zone di protezione delle aree di captazione delle acque;
  • potenziare la condivisione di informazioni e dati, come espressione della dovuta diligenza, tra le istituzioni che in diversi ambiti di competenza, operano monitoraggi e protezione del territorio e della salute;
  • consentire una partecipazione dei cittadini più consapevole e attiva, migliorando la comunicazione in situazioni ordinarie e critiche.
Chi se ne occupa

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è in prima linea per identificare e promuovere adeguate strategie per prevenire il rischio d’insorgenza di malattie dovute a fattori ambientali e per trasferire le evidenze scientifiche nei programmi e nelle politiche di sanità pubblica.

Le attività condotte in questo ambito riguardano la qualità dell’acqua, del suolo, dell’aria e degli ambienti indoor, la gestione dei rifiuti, gli effetti di inquinanti emergenti e dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi, l’esposizione umana ad agenti ambientali e i loro meccanismi di tossicità, gli effetti sulla salute dell’esposizione a fattori di rischio ambientali.

Le attività di ricerca convergono verso un approccio valutativo integrato che comprende l’ambiente fisico, sociale, economico, ecologico e culturale del contesto territoriale al fine di promuovere la salute umana e la sostenibilità ambientale secondo gli obiettivi integrati dell’Agenda 2030.

Cosa sono

Le linee guida dell'Organizzazione Mondiale per la Salute per la qualità dell'acqua potabile raccomandano i piani di sicurezza dell'acqua come il mezzo più efficace per garantire in modo coerente la sicurezza e l'accettabilità di una fornitura di acqua potabile.

I WSP richiedono una valutazione del rischio che comprenda tutte le fasi dell'approvvigionamento idrico, dalla captazione al consumatore, seguita dall'attuazione e dal monitoraggio delle misure di controllo della gestione del rischio, con particolare attenzione ai rischi ad alta priorità. Laddove i rischi non possono essere affrontati immediatamente, l'approccio WSP consente di attuare sistematicamente miglioramenti incrementali nel corso del tempo. 
I WSP devono essere attuati in un contesto di salute pubblica, rispondendo a obiettivi chiari basati sulla salute e controllando la qualità attraverso una sorveglianza indipendente.

I WSP sono adattabili a tutti i tipi e dimensioni di approvvigionamento idrico e possono essere applicati efficacemente in tutti i contesti socioeconomici. L'approccio alla pianificazione della sicurezza idrica è sempre più adottato a livello globale come migliore pratica per la fornitura di acqua potabile sicura.

Formazione

Sul sito della Organizzazione Mondiale per la Salute, sono disponibili due serie di corsi di formazione sulla pianificazione della sicurezza dell'acqua:

  1. Pianificazione della sicurezza idrica: introduzione ai principi e alle fasi della WSP.
    Fornisce una rapida panoramica della pianificazione della sicurezza dell'acqua, compreso l'utilizzo del quadro WSP per sostenere l'equità e la resilienza climatica (circa 2 ore).
  2. Formazione sull'audit del piano di sicurezza dell'acqua. 
    Copre il "cosa, perché, chi, quando" dell'audit, compreso come individuare e utilizzare i vari strumenti disponibili per supportare il processo di audit del WSP (circa 4,5 ore in totale).

Queste formazioni, condotte in collaborazione tra la sede centrale dell'OMS e gli uffici regionali del Sud-Est asiatico e del Pacifico occidentale per un evento, sono state concepite in modo tale che la comunità WSP globale possa trarre beneficio dalla visione di questi corsi.

Informazioni e risorse aggiuntive

ECOSCIENZA Numero 6 • Anno 2016 26 ACQUE WSP, DAL PIEMONTE UN POSSIBILE MODELLO NAZIONALE https://relazione.ambiente.piemonte.it/2024/sites/default/files/doc/WSP, DAL PIEMONTE UN possibile modello nazionale 2016.pdf

Ministero della Salute I Piani di Sicurezza dell'Acqua https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4529&area=acque_potabili&menu=controlli

Rapporto ISTISAN 21/27 - Piano di sicurezza dell’acqua del sistema acquedottistico della Città di Torino (Aree 2, 7 e 10). https://www.iss.it/rapporti-istisan/-/asset_publisher/Ga8fOpve0fNN/content/rapporto-istisan-21-27-piano-di-sicurezza-dell-acqua-del-sistema-acquedottistico-della-citt%C3%A0-di-torino-aree-2-7-e-10-.-luca-lucentini-camilla-marchiafava-daniela-mattei-mario-cerroni-valentina-fuscoletti-enrico-veschetti-camilla-burdizzo-sara-steffen

Istituto Superiore di Sanità Linee guida nazionali per l’implementazione dei Piani di sicurezza dell’Acqua, Rapporto ISTISAN 22/33 https://www.iss.it/-/rapporto-istisan-22/33-linee-guida-nazionali-per-l-implementazione-dei-piani-di-sicurezza-dell-acqua.-gruppo-nazionale-di-lavoro-per-la-redazione-delle-linee-guida-nazionali-per-l-implementazione-dei-psa

Istituto Superiore di Sanità Linee guida per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano secondo il modello dei Water Safety Plan (Piani di Sicurezza dell’Acqua - PSA) Rapporto ISTISAN 14/21 https://www.iss.it/documents/20126/45616/14_21_web.pdf

International Water Association https://iwa-network.org 

6th International Conference for Water Safety, https://watersafety2024.org/welcome/ 

Organizzazione Mondiale per la Salute https://www.who.int/

WHO Water safety planning training videos https://www.who.int/teams/environment-climate-change-and-health/water-sanitation-and-health/water-safety-and-quality/water-safety-planning/water-safety-planning-training-videos 

Anno
2025
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Compatibilità con la pianificazione di bacino

Nell’ambito della redazione del Piano regionale delle attività estrattive (PRAE), si è reso necessario coadiuvare questa attività con una corretta verifica di compatibilità con la pianificazione di bacino e con una corretta redazione delle norme di attuazione del Piano.

Per la valutazione di compatibilità sono stati sovrapposti ai poli previsti dal PRAE le perimetrazioni dei dissesti PAI (Piano Assetto Idrogeologico), con particolare attenzione alle tipologie di dissesto citate dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po nell’ambito della Conferenza di copianificazione e procedura di VAS (fase di valutazione) del PRAE, che costituisce a tutt’oggi il principale riferimento.

Si è provveduto pertanto a sovrapporre i dissesti PAI ai poli previsti dal PRAE, calcolando la superficie del polo interferita e la relativa percentuale. Dai risultati visibili in tabella (Tab. 1), è possibile discriminare immediatamente alcuni singoli casi: solo quattro occorrenze hanno restituito percentuali del polo interferito superiori al 20%; sei con percentuali superiori al 10% e il resto con percentuali inferiori al 10%.

Tab. 1 -Sovrapposizione tra i dissesti PAI ed i poli previsti dal PRAE, con calcolo della superficie del polo interferita e la relativa percentuale.

Tale risultato ha reso possibile ragionare in merito alla possibilità di rendere compatibile il PRAE con i dissesti PAI.
Ad esempio, le interferenze che si verificano solamente nei pressi dei limiti del polo, hanno portato alla ri-delimitazione del polo stesso, eliminando di fatto l’interferenza. Nei casi in cui invece i dissesti ricadono in porzioni dell’areale del polo per le quali sarebbe impossibile il ritaglio, nella scheda dei poli sono state inserite indicazioni che rimandano a studi specifici da condursi in fase progettuale, al fine di caratterizzare il dissesto e di impostare il progetto prioritariamente come un progetto di bonifica del dissesto.
Infine, per quanto riguarda i dissesti "Ee" perimetrati, sono stati eseguiti tagli dei poli in modo da eliminare ogni possibile interferenza.

Anche per i Comuni interessati dall’applicazione dei provvedimenti cautelari di cui all’articolo 9 bis della l.r. 56/1977, si è verificata la presenza di interferenze tra i poli e le aree in dissesto; il confronto si è reso necessario in quanto i provvedimenti cautelari comporteranno, per questi comuni, una volta conclusa la procedura di variante dell’Elaborato 2 del PAI, un vincolo corrispondente a quello dei dissesti PAI già oggetto di controllo di interferenze con i poli. I Comuni che ricadono in questa casistica e che contengono poli del PRAE sono 15.
In merito alle interferenze con le aree a rischio molto elevato (RME) è emersa un’unica interferenza in comune di Druento, per la quale è stata decisa l’eliminazione del polo.
 

Le norme di attuazione devono accompagnare la progettazione, al fine di rendere pienamente compatibili gli interventi di attività estrattiva, prevedendo le corrette analisi da produrre per ottenere i dati necessari e permettere la coesistenza dei dissesti del PAI con l’attività estrattiva, oppure eliminare i dissesti stessi attraverso, ad esempio, opere di bonifica dei versanti.

A tale scopo le norme sono state strutturate cercando di fornire riferimenti tecnici su come effettuare le analisi, a seconda che si tratti di cave/miniere lungo i versanti o in pianura. Si è inoltre differenziato a seconda della tipologia di dissesto interferente, in modo da orientare efficacemente le analisi e i risultati da fornire per le diverse componenti: analisi idrologiche/idrauliche, analisi geologiche/geomorfologiche.

Figura 1. Esempio di due poli interessati da un dissesto che ne occupa circa l’80%

Sul reticolo principale si sono effettuate analisi geomorfologiche e di confronto con la pianificazione di bacino vigente (e relativo quadro conoscitivo), per la valutazione dei poli estrattivi individuati nel PRAE per tale ambito territoriale.

Le interferenze tra i poli identificati dal PRAE e le dinamiche legate ai corsi d’acqua sono state analizzate indagando le porzioni dei poli interessate dalle fasce A e B del PAI e dagli scenari di pericolosità ‘H’ (High) e ‘M’ (Medium) del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA).
Si è poi proceduto ad un approfondimento per ogni corso d’acqua interferito, applicando i criteri di analisi indicati dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.

Sono state riscontrate interferenze con alcuni corsi d’acqua dotati di Piani di Gestione dei Sedimenti (PGS) approvati (PO a valle della confluenza con la Dora Baltea e Pellice), alcuni corsi d’acqua  per i quali è stato predisposto e concluso lo studio propedeutico per il PGS (Orba e Bormida), altri per cui gli studi sono stati avviati ma non conclusi (Stura di Demonte, Tanaro e Varaita) e altri ancora per i quali non è ancora stato predisposto alcuno studio (Grana-Mellea, Po a monte della città di Torino, Rotaldo, Sangone e Scrivia).

Si è stabilito che il criterio generale di compatibilità dei poli delle attività estrattive lungo il reticolo idrografico principale è dato dalla loro localizzazione esterna rispetto alle fasce di mobilità massima compatibile dei corsi d’acqua, generalmente individuate nei PGS, al fine di eliminare le problematiche legate alle interferenze riscontrate, utilizzando i  criteri di seguito illustrati:

  • Per i corsi d’acqua dotati di PGS approvati, si è provveduto ad analizzare i poli singolarmente, confrontando eventuali intersezioni con la fascia di mobilità compatibile.
     
  • Per il Bormida e l’Orba sono state aggiornate le fasce di mobilità individuate negli elaborati del PGS, tenendo conto degli effetti degli eventi di piena più recenti.
     
  • È stata rinviata a successivi provvedimenti l’individuazione della fascia di divagazione massima compatibile del fiume Tanaro, nel tratto compreso tra la confluenza con la Stura di Demonte ed Asti, e del fiume Po a monte di Torino, tenendo conto dell’impegno assunto dall’Autorità di Bacino del fiume Po (AdBPo) ad individuare la fascia di divagazione compatibile del fiume Po nell’ambito degli studi idraulici e geomorfologici già programmati e finalizzati alla revisione delle fasce fluviali del PAI in tale tratto.
     
  • Per il fiume Tanaro, è stata definita la fascia di mobilità compatibile nel tratto compreso tra la confluenza con la Stura di Demonte in comune di Cherasco (CN) e il ponte della SP-39 in comune di Castello di Annone (AT), sulla base degli elementi di conoscenza disponibili, aggiornati mediante  analisi dello stato dei luoghi attuali. Il prodotto realizzato è stato trasmesso all’AdB per la condivisione.
     
  • Per i restanti corsi d’acqua interferiti (Grana-Mellea, Rotaldo, Sangone Scrivia, Stura di Demonte e Varaita), si è provveduto a verificare ogni singolo polo, mediante analisi geomorfologica.
Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Nell’ambito della redazione del Piano regionale delle attività estrattive (PRAE), si è reso necessario coadiuvare questa attività con una corretta verifica di compatibilità con la pianificazione di bacino e con una corretta redazione delle norme di attuazione del Piano.

Per la valutazione di compatibilità sono stati sovrapposti ai poli previsti dal PRAE le perimetrazioni dei dissesti PAI (Piano Assetto Idrogeologico), con particolare attenzione alle tipologie di dissesto citate dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po nell’ambito della Conferenza di copianificazione e procedura di VAS (fase di valutazione) del PRAE, che costituisce a tutt’oggi il principale riferimento.

Si è provveduto pertanto a sovrapporre i dissesti PAI ai poli previsti dal PRAE, calcolando la superficie del polo interferita e la relativa percentuale. Dai risultati visibili in tabella (Tab. 1), è possibile discriminare immediatamente alcuni singoli casi: solo quattro occorrenze hanno restituito percentuali del polo interferito superiori al 20%; sei con percentuali superiori al 10% e il resto con percentuali inferiori al 10%.

Tab. 1 -Sovrapposizione tra i dissesti PAI ed i poli previsti dal PRAE, con calcolo della superficie del polo interferita e la relativa percentuale.

Tale risultato ha reso possibile ragionare in merito alla possibilità di rendere compatibile il PRAE con i dissesti PAI.
Ad esempio, le interferenze che si verificano solamente nei pressi dei limiti del polo, hanno portato alla ri-delimitazione del polo stesso, eliminando di fatto l’interferenza. Nei casi in cui invece i dissesti ricadono in porzioni dell’areale del polo per le quali sarebbe impossibile il ritaglio, nella scheda dei poli sono state inserite indicazioni che rimandano a studi specifici da condursi in fase progettuale, al fine di caratterizzare il dissesto e di impostare il progetto prioritariamente come un progetto di bonifica del dissesto.
Infine, per quanto riguarda i dissesti "Ee" perimetrati, sono stati eseguiti tagli dei poli in modo da eliminare ogni possibile interferenza.

Anche per i Comuni interessati dall’applicazione dei provvedimenti cautelari di cui all’articolo 9 bis della l.r. 56/1977, si è verificata la presenza di interferenze tra i poli e le aree in dissesto; il confronto si è reso necessario in quanto i provvedimenti cautelari comporteranno, per questi comuni, una volta conclusa la procedura di variante dell’Elaborato 2 del PAI, un vincolo corrispondente a quello dei dissesti PAI già oggetto di controllo di interferenze con i poli. I Comuni che ricadono in questa casistica e che contengono poli del PRAE sono 15.
In merito alle interferenze con le aree a rischio molto elevato (RME) è emersa un’unica interferenza in comune di Druento, per la quale è stata decisa l’eliminazione del polo.
 

Le norme di attuazione devono accompagnare la progettazione, al fine di rendere pienamente compatibili gli interventi di attività estrattiva, prevedendo le corrette analisi da produrre per ottenere i dati necessari e permettere la coesistenza dei dissesti del PAI con l’attività estrattiva, oppure eliminare i dissesti stessi attraverso, ad esempio, opere di bonifica dei versanti.

A tale scopo le norme sono state strutturate cercando di fornire riferimenti tecnici su come effettuare le analisi, a seconda che si tratti di cave/miniere lungo i versanti o in pianura. Si è inoltre differenziato a seconda della tipologia di dissesto interferente, in modo da orientare efficacemente le analisi e i risultati da fornire per le diverse componenti: analisi idrologiche/idrauliche, analisi geologiche/geomorfologiche.

Figura 1. Esempio di due poli interessati da un dissesto che ne occupa circa l’80%

Sul reticolo principale si sono effettuate analisi geomorfologiche e di confronto con la pianificazione di bacino vigente (e relativo quadro conoscitivo), per la valutazione dei poli estrattivi individuati nel PRAE per tale ambito territoriale.

Le interferenze tra i poli identificati dal PRAE e le dinamiche legate ai corsi d’acqua sono state analizzate indagando le porzioni dei poli interessate dalle fasce A e B del PAI e dagli scenari di pericolosità ‘H’ (High) e ‘M’ (Medium) del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA).
Si è poi proceduto ad un approfondimento per ogni corso d’acqua interferito, applicando i criteri di analisi indicati dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.

Sono state riscontrate interferenze con alcuni corsi d’acqua dotati di Piani di Gestione dei Sedimenti (PGS) approvati (PO a valle della confluenza con la Dora Baltea e Pellice), alcuni corsi d’acqua  per i quali è stato predisposto e concluso lo studio propedeutico per il PGS (Orba e Bormida), altri per cui gli studi sono stati avviati ma non conclusi (Stura di Demonte, Tanaro e Varaita) e altri ancora per i quali non è ancora stato predisposto alcuno studio (Grana-Mellea, Po a monte della città di Torino, Rotaldo, Sangone e Scrivia).

Si è stabilito che il criterio generale di compatibilità dei poli delle attività estrattive lungo il reticolo idrografico principale è dato dalla loro localizzazione esterna rispetto alle fasce di mobilità massima compatibile dei corsi d’acqua, generalmente individuate nei PGS, al fine di eliminare le problematiche legate alle interferenze riscontrate, utilizzando i  criteri di seguito illustrati:

  • Per i corsi d’acqua dotati di PGS approvati, si è provveduto ad analizzare i poli singolarmente, confrontando eventuali intersezioni con la fascia di mobilità compatibile.
     
  • Per il Bormida e l’Orba sono state aggiornate le fasce di mobilità individuate negli elaborati del PGS, tenendo conto degli effetti degli eventi di piena più recenti.
     
  • È stata rinviata a successivi provvedimenti l’individuazione della fascia di divagazione massima compatibile del fiume Tanaro, nel tratto compreso tra la confluenza con la Stura di Demonte ed Asti, e del fiume Po a monte di Torino, tenendo conto dell’impegno assunto dall’Autorità di Bacino del fiume Po (AdBPo) ad individuare la fascia di divagazione compatibile del fiume Po nell’ambito degli studi idraulici e geomorfologici già programmati e finalizzati alla revisione delle fasce fluviali del PAI in tale tratto.
     
  • Per il fiume Tanaro, è stata definita la fascia di mobilità compatibile nel tratto compreso tra la confluenza con la Stura di Demonte in comune di Cherasco (CN) e il ponte della SP-39 in comune di Castello di Annone (AT), sulla base degli elementi di conoscenza disponibili, aggiornati mediante  analisi dello stato dei luoghi attuali. Il prodotto realizzato è stato trasmesso all’AdB per la condivisione.
     
  • Per i restanti corsi d’acqua interferiti (Grana-Mellea, Rotaldo, Sangone Scrivia, Stura di Demonte e Varaita), si è provveduto a verificare ogni singolo polo, mediante analisi geomorfologica.
Anno
2025

Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE)

Anno
2025

Il Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) della Regione Piemonte costituisce il quadro di riferimento unitario delle attività estrattive di cava ai sensi della legge regionale n. 23 del 17 novembre 2016 ed è volto a perseguire il corretto equilibrio tra i valori territoriali, l'attività estrattiva e il mercato di riferimento. Ai sensi della legge regionale n. 23/2016, il PRAE persegue i seguenti dieci obiettivi (art. 4):

  1. definire le linee per un corretto equilibrio fra i valori territoriali, quali il territorio, l’ambiente e il paesaggio, l’attività estrattiva e il mercato di riferimento;
  2. tutelare e salvaguardare i giacimenti in corso di coltivazione, quelli riconosciuti e le relative risorse, considerando i giacimenti minerari e l’attività estrattiva come risorse primarie per lo sviluppo socio-economico del territorio;
  3. valorizzare i materiali coltivati attraverso il loro utilizzo integrale e adeguato alle loro specifiche caratteristiche;
  4. uniformare l’esercizio dell’attività estrattiva sull’intero territorio regionale;
  5. orientare le attività estrattive verso un migliore equilibrio nella produzione industriale e l’ottimizzazione degli interventi ai fini del recupero e della riqualificazione ambientale e della valorizzazione di siti degradati e dismessi;
  6. promuovere, tutelare e qualificare il lavoro e le imprese;
  7. favorire il recupero di aggregati inerti provenienti da attività di costruzione e demolizione, nonché l’utilizzo di materiali inerti da riciclo;
  8. assicurare il monitoraggio delle attività estrattive;
  9. favorire sinergie ambientali e economiche derivanti da interventi di sistemazione e manutenzione delle aste fluviali e dei bacini idroelettrici;
  10. fornire indicazioni per l’approvvigionamento dei materiali necessari alla realizzazione delle opere pubbliche.

Le fasi della redazione e dell’approvazione del PRAE sono normate dall’art. 5 della l.r.. 23/2016, e il PRAE è stato redatto in coerenza con gli indirizzi di programmazione e strategici del Documento Programmatico di Piano, inquadrando i seguenti tre comparti estrattivi:

  • Comparto I: aggregati per le costruzioni e le infrastrutture;
  • Comparto II: pietre ornamentali;
  • Comparto III: materiali industriali.

La prima adozione del PRAE in Giunta è avvenuta con la d.g.r. n. 81-6285 del 16/12/2022; successivamente, in riscontro alle numerose osservazioni di soggetti pubblici e privati in relazione ai Poli estrattivi del Comparto II (pietre ornamentali), che manifestavano la necessità di approfondimenti e valutazioni specifiche prima dell'adozione definitiva del PRAE, la l.r. 23/2016 è stata modificata al fine di procedere all’approvazione del PRAE per stralci successivi, pertanto il Comparto II è stato temporaneamente escluso dal piano e si è proceduto all’aggiornamento di tutti i documenti del PRAE, preparando un Piano stralcio riguardante il i Comparti estrattivi I e III. Per il Comparto II si procederà in seguito ad analisi più approfondite sulle condizioni di stabilità, vincoli paesaggistici, interazioni tra attività estrattive presenti, etc., che riguarderanno ciascuno dei poli identificati per tale comparto.

Nel mese di marzo 2024, i documenti predisposti per il PRAE – Stralcio per il primo e terzo comparto sono stati condivisi con l’Organo Tecnico Regionale e con l’Autorità di Bacino del Fiume Po per le valutazioni di competenza; in seguito alla ricezione di questi pareri, e del parere di VINCA del Settore Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali, sono state apportate le ultime modifiche ai documenti di piano, riassunte nella “Relazione di sintesi della revisione del progetto di piano”. Nel mese di ottobre 2024 è stata sottoposta alla Giunta la documentazione di piano per l’adozione definitiva, e il PRAE – Stralcio per il primo e terzo comparto è stato adottato con D.G.R. n. 20-525 del 16 dicembre 2024.

Il PRAE – Stralcio per il primo e terzo comparto è attualmente in iter di approvazione presso il Consiglio Regionale, e nel mese di aprile 2025 sono iniziati i lavori delle Commissioni consiliari in merito al piano. 
 

Gli obiettivi correlati al Comparto II – Pietre ornamentali sono demandati al futuro Piano stralcio, che gli sarà specificatamente dedicato.

Per una trattazione più approfondita degli aspetti sopra richiamati, si rimanda ai capitoli 3.4, 3.5 e 4.1. della Relazione generale di piano del PRAE


 

Informazioni e risorse aggiuntive


Piano Regionale delle Attività Estrattive:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/attivita-estrattive/piano-regionale-delle-attivita-estrattive-prae-0

Relazione generale di piano del PRAE:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/attivita-estrattive/piano-regionale-delle-attivita-estrattive-prae-adozione-2024

 

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Territorio

Piano Assetto Idrogeologico (PAI)

Anno
2025

La pianificazione di bacino costituisce il riferimento principale per quanto riguarda il tema del dissesto idrogeologico. I dati relativi al dissesto idrogeologico piemontese sono contenuti principalmente nei piani di bacino, livello di pianificazione previsto dalla legge quadro sulla Difesa del suolo (183/1989), oggi sostituita dal (e confluita nel) D.lgs. 152/2006, III parte.

La legge 183 pose le basi per la costituzione delle "Autorità di bacino", dapprima di ambito territoriale nazionale o regionale, oggi sostituite dalle Autorità di Bacino Distrettuale.

Il piano che ha avviato il processo di pianificazione e aggiornamento del quadro del dissesto è il Piano per l’assetto idrogeologico (PAI), il quale perimetra e norma dissesti di versante (frane, conoidi, valanghe) e dissesti idraulici (esondazioni lungo il reticolo idrografico minore) e che riprende e integra, attraverso successive varianti, le fasce fluviali (A, B, C) lungo il reticolo idrografico principale già tracciate dal Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) del 1998.

Il PAI, approvato nel 2001 e tutt'ora in vigore, definisce un assetto di progetto del corso d’acqua prevedendo anche le “linee B di progetto”, che rappresentano la necessità di protezione di abitati o infrastrutture che diversamente sarebbero interessati dalla piena di riferimento, ovvero quella pari ad un tempo di ritorno di circa 200 anni.
Si configura come un piano–processo in continuo aggiornamento, in quanto impone ai comuni di adeguare il proprio quadro del dissesto attraverso gli strumenti urbanistici, dettagliando alla scala locale le condizioni di pericolosità e rischio.
Per quanto riguarda il rischio idraulico lungo il reticolo idrografico principale, il PAI si aggiorna attraverso successive varianti alle fasce fluviali (oggi definite, appunto,  “aggiornamenti”), condivise tra Regione, Autorità di Bacino e AIPO.

L’individuazione della pericolosità, del rischio, dei dissesti e delle misure di cui sopra hanno rilevanza per la programmazione degli interventi di sistemazione idrogeologica nell’ambito della piattaforma ministeriale Rendis – Repertorio nazionale degli interventi di difesa del suolo.

La Regione Piemonte, in considerazione di quanto sopra e della valenza che gli strumenti urbanistici comunali assumono anche in materia di difesa del suolo e di sicurezza del territorio, fornisce indicazioni e indirizzi specifici in tal senso a partire dal 2001, attraverso disposizioni ad oggi abrogate e sostituite dalla d.g.r. n. 64-7417 del 7/4/2014, attualmente vigente.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Difesa del suolo

Piattaforma FloodCat

La piattaforma informatica ad accesso riservato FloodCat (Flood Catalogue), nel più ampio contesto dell’implementazione della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE (Floods Directive), è stata sviluppata con il supporto di ISPRA e del CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale) e si pone come scopo quello di fornire una rappresentazione unitaria ed omogenea degli eventi alluvionali che si verificano sul territorio nazionale e delle conseguenze avverse ad essi associate.

Il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPCN) ha messo a disposizione delle Autorità competenti (Regioni, Province Autonome e Autorità di distretto) la piattaforma, che consente di inserire, validare, visualizzare e analizzare una serie di informazioni relative alla collocazione spaziale e temporale degli eventi alluvionali del passato, nonché alle conseguenze avverse ad essi associati ed è conforme con i “floods reporting schemes” previsti per la redazione della “Valutazione Preliminare del Rischio” ai sensi dell’art. 4 della Direttiva Alluvioni.

Al fine di garantire l’acquisizione di dati utili a valutare i principali meccanismi dell’esondazione e l’impatto sul territorio, determinanti per la ricostruzione delle aree allagate e per la validazione dei modelli idraulici, le Regioni devono avviare, compatibilmente con le attività di emergenza, il rilevamento degli effetti al suolo dell’evento alluvionale.

Sul FloodCat devono essere caricati tutti gli eventi che, ai fini dell’attività di protezione civile, sono classificati di tipo C (livello nazionale), di tipo B (livello provinciale e regionale), di tipo A (livello comunale), tutti gli altri eventi certificati e comunque tutti gli eventi che hanno comportato almeno una vittima.

FloodCat si basa su tre oggetti principali: Evento, Fenomeno e Danno (fig.1).

  • Evento: è caratterizzato dall’avere un’unica origine (ad es. fluviale, pluviale, marina) e dall’aver interessato una specifica Unità di Gestione, che per il Piemonte è ITN008. Ciascun Evento è descritto mediante uno o più Fenomeni.
     
  • Fenomeno: è contraddistinto da un’unica caratteristica (ad es. flash flood, colata detritica, piena da fusione nivale) e più meccanismi (ad es. superamento della capacità di contenimento in alveo, superamento della capacità di contenimento delle opere di difesa). A ciascun meccanismo si possono associare uno o più Danni.
     
  • Danno: rappresenta la descrizione dell’impatto sugli elementi esposti, classificati mediante una o più categorie (ad es. edifici civili, impianti industriali) e relative sottocategorie (case monofamiliari, impianti IPPC). Ad ogni Danno, georiferito, deve essere associata una descrizione, il valore in euro, la classe relativa all’impatto (da non significativo a molto alto), la categoria e la sottocategoria (ad es. per i danni alle abitazioni private, la categoria è “Edifici e beni privati” e la sottocategoria è “Edifici pubblici/privati ad uso abitativo (residenziale, ad es.centri abitati, condomini, case monofamiliari, edilizia popolare, garage, scantinati).
Figura 1. Gli oggetti di FloodCat: Evento, Fenomeno e Danno

Il reporting verso l’Unione Europea viene effettuato ogni 6 anni.
Al 31/12/2024 si è concluso il II ciclo di Gestione (iniziato il 1° gennaio 2019),
in piattaforma sono disponibili  i seguenti eventi:

  • colata detritica di Formazza del giugno 2019
  • colata detritica di Formazza dell’agosto 2019
  • alluvione di ottobre 2019 (sia pluviale che fluviale)
  • alluvione di novembre 2019 (sia pluviale che fluviale)
  • evento pluvio-torrentizio della collina torinese del giugno 2020
  • evento ottobre 2020 (sia pluviale che fluviale)
  • evento ottobre 2021
  • evento colata detritica Bardonecchia agosto 2023 
Figura 2. Eventi di FloodCat validati, relativi al 2° ciclo di Gestione

Le analisi dei dati relativi agli eventi del 29-30 giugno 2024 e del 4-5 settembre 2024 non sono ancora terminate per cui gli eventi, i fenomeni e i danni saranno disponibili in piattaforma nel corso del 2025.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

La piattaforma informatica ad accesso riservato FloodCat (Flood Catalogue), nel più ampio contesto dell’implementazione della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE (Floods Directive), è stata sviluppata con il supporto di ISPRA e del CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale) e si pone come scopo quello di fornire una rappresentazione unitaria ed omogenea degli eventi alluvionali che si verificano sul territorio nazionale e delle conseguenze avverse ad essi associate.

Il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPCN) ha messo a disposizione delle Autorità competenti (Regioni, Province Autonome e Autorità di distretto) la piattaforma, che consente di inserire, validare, visualizzare e analizzare una serie di informazioni relative alla collocazione spaziale e temporale degli eventi alluvionali del passato, nonché alle conseguenze avverse ad essi associati ed è conforme con i “floods reporting schemes” previsti per la redazione della “Valutazione Preliminare del Rischio” ai sensi dell’art. 4 della Direttiva Alluvioni.

Al fine di garantire l’acquisizione di dati utili a valutare i principali meccanismi dell’esondazione e l’impatto sul territorio, determinanti per la ricostruzione delle aree allagate e per la validazione dei modelli idraulici, le Regioni devono avviare, compatibilmente con le attività di emergenza, il rilevamento degli effetti al suolo dell’evento alluvionale.

Sul FloodCat devono essere caricati tutti gli eventi che, ai fini dell’attività di protezione civile, sono classificati di tipo C (livello nazionale), di tipo B (livello provinciale e regionale), di tipo A (livello comunale), tutti gli altri eventi certificati e comunque tutti gli eventi che hanno comportato almeno una vittima.

FloodCat si basa su tre oggetti principali: Evento, Fenomeno e Danno (fig.1).

  • Evento: è caratterizzato dall’avere un’unica origine (ad es. fluviale, pluviale, marina) e dall’aver interessato una specifica Unità di Gestione, che per il Piemonte è ITN008. Ciascun Evento è descritto mediante uno o più Fenomeni.
     
  • Fenomeno: è contraddistinto da un’unica caratteristica (ad es. flash flood, colata detritica, piena da fusione nivale) e più meccanismi (ad es. superamento della capacità di contenimento in alveo, superamento della capacità di contenimento delle opere di difesa). A ciascun meccanismo si possono associare uno o più Danni.
     
  • Danno: rappresenta la descrizione dell’impatto sugli elementi esposti, classificati mediante una o più categorie (ad es. edifici civili, impianti industriali) e relative sottocategorie (case monofamiliari, impianti IPPC). Ad ogni Danno, georiferito, deve essere associata una descrizione, il valore in euro, la classe relativa all’impatto (da non significativo a molto alto), la categoria e la sottocategoria (ad es. per i danni alle abitazioni private, la categoria è “Edifici e beni privati” e la sottocategoria è “Edifici pubblici/privati ad uso abitativo (residenziale, ad es.centri abitati, condomini, case monofamiliari, edilizia popolare, garage, scantinati).
Figura 1. Gli oggetti di FloodCat: Evento, Fenomeno e Danno

Il reporting verso l’Unione Europea viene effettuato ogni 6 anni.
Al 31/12/2024 si è concluso il II ciclo di Gestione (iniziato il 1° gennaio 2019),
in piattaforma sono disponibili  i seguenti eventi:

  • colata detritica di Formazza del giugno 2019
  • colata detritica di Formazza dell’agosto 2019
  • alluvione di ottobre 2019 (sia pluviale che fluviale)
  • alluvione di novembre 2019 (sia pluviale che fluviale)
  • evento pluvio-torrentizio della collina torinese del giugno 2020
  • evento ottobre 2020 (sia pluviale che fluviale)
  • evento ottobre 2021
  • evento colata detritica Bardonecchia agosto 2023 
Figura 2. Eventi di FloodCat validati, relativi al 2° ciclo di Gestione

Le analisi dei dati relativi agli eventi del 29-30 giugno 2024 e del 4-5 settembre 2024 non sono ancora terminate per cui gli eventi, i fenomeni e i danni saranno disponibili in piattaforma nel corso del 2025.

Anno
2025