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Tutti i testi pubblicati nel 2024

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Anno
2025

Il PNRR - in Italia - illustra gli investimenti e le riforme che il Paese intende mettere in campo con il sostegno del Dispositivo di Ripresa e Resilienza, strutturati in un pacchetto completo e coerente di misure che si sviluppa intorno a tre assi strategici - digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale - e si declina in sei Missioni:

  • Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  • Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • Missione 4 – Istruzione e ricerca;
  • Missione 5 – Coesione e inclusione;
  • Missione 6 – Salute.

Le sei Missioni condividono tre Priorità trasversali: il contrasto alle discriminazioni di genere, l’accrescimento delle competenze, delle capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani ed il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno. Ogni Missione si articola ulteriormente in Componenti, ciascuna delle quali aggrega riforme ed investimenti riconducibili al medesimo settore d’intervento, costituendo un pacchetto coerente di misure complementari.

L’Italia si colloca tra gli Stati membri che più beneficeranno del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, con un finanziamento di 191,5 miliardi di euro, tra sovvenzioni e prestiti.

Regione Piemonte esercita diretta competenza su centinaia di progetti come soggetto attuatore o con ruolo di coordinamento e verifica in sede di rendicontazione dei progetti.

Sul web è disponibile un    portale aggiornato dedicato allo stato di avanzamento del PNRR in Piemonte.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)

Il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (ReNDiS) è lo strumento tramite il quale le Regioni rendono disponibili al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), all’Autorità di Bacino competente per il territorio regionale e all’Ispra, le informazioni sui progetti di intervento di mitigazione che la Regione intende attuare con i fondi nazionali disponibili a tal fine.

Il DPCM 27 settembre 2021, introduce importanti novità come quella relativa all’attribuzione del punteggio dell’intervento che ora avviene a valle della valutazione a cura dell’Autorità di Distretto (con il precedente DPCM il punteggio veniva attribuito al momento della validazione regionale). Il Decreto fissa, inoltre, i termini per la valutazione da parte dell’Autorità di Distretto ed introduce la classificazione IFFI, o "FLOODCat", per gli interventi dovuti ad eventi calamitosi recenti; richiede una relazione di compatibilità con la pianificazione di bacino in cui siano illustrati gli effetti indotti dall’opera nel contesto fisico-ambientale di riferimento e come le opere previste nel progetto incidano sulla mitigazione o riduzione della pericolosità o del rischio idraulico e idrogeologico. Il DPCM ha introdotto infine la relazione circa l’interazione tra le opere proposte (o individuate) e i fenomeni di degrado degli ecosistemi fluviali e degli habitat riparali, al fine di impedire o minimizzare il deterioramento dei corpi idrici come riportato all’art. 4 della Direttiva Acque (DIR/2000/60/CE).

I principali criteri che sono alla base della formazione della graduatoria sono il numero delle persone esposte al rischio diretto, i beni esposti a rischio grave, la riduzione del numero di persone a rischio a seguito della realizzazione dell’intervento.

Programmazione attivata

Nel corso del 2023 è stata avviata dal MASE la procedura per la definizione della programmazione 2023 di interventi di carattere preventivo a valere sui fondi del Ministero; la Regione, secondo le linee programmatiche comunicate dal Ministero, ha proposto 7 nuovi interventi per complessivi 12,8 M€ così suddivisi:

  • 3,2 M€ per realizzare 2 interventi con caratteristiche "win-win";
  • 9,6 M€ per 5 interventi contro il dissesto idrogeologico. Di questi, 2 interventi sono finalizzati al contenimento delle piene e 3 sono volti alla riduzione del dissesto idrogeologico.

A completamento della programmazione Ministeriale sono state inoltre proposte 6 integrazioni a finanziamenti già accordati, per complessivi 2,6M€. 

La Regione Piemonte con propri fondi ha avviato n. 91 interventi di manutenzione idraulica dei corsi d’acqua del reticolo idrografico minore di competenza regionale per un importo complessivo di 3 M€ che si vanno ad aggiungere alla programmazione di analoga finalità avviata nel 2021. Gli interventi sono finalizzati al ripristino dell’officiosità idraulica dei corsi d’acqua in specifici punti.

Progetto win-win del torrente Pellice

Finanziato con fondi ministeriali nell’ambito della Piattaforma Rendis web, che ha il duplice obiettivo di rispondere alla Direttiva Alluvioni e alla Direttiva Acque, nell’anno 2023 il progetto Win-Win Pellice ha visto la conclusione dei 9 interventi previsti. Alcuni di questi ha subito dei lievi danni a fronte dell’evento del maggio 2023.

Inoltre, è stata avviata l’attività di coinvolgimento del territorio sulle tematiche della riqualificazione fluviale che prevede:

  • corso di formazione per insegnanti degli istituti attinenti la materia,
  • serate divulgative locali,
  • giornata di formazione per gli ordini professionali,
  • escursioni sul Pellice e sul Po finalizzate a illustrare il tipo di intervento.
     
Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (ReNDiS) è lo strumento tramite il quale le Regioni rendono disponibili al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), all’Autorità di Bacino competente per il territorio regionale e all’Ispra, le informazioni sui progetti di intervento di mitigazione che la Regione intende attuare con i fondi nazionali disponibili a tal fine.

Il DPCM 27 settembre 2021, introduce importanti novità come quella relativa all’attribuzione del punteggio dell’intervento che ora avviene a valle della valutazione a cura dell’Autorità di Distretto (con il precedente DPCM il punteggio veniva attribuito al momento della validazione regionale). Il Decreto fissa, inoltre, i termini per la valutazione da parte dell’Autorità di Distretto ed introduce la classificazione IFFI, o "FLOODCat", per gli interventi dovuti ad eventi calamitosi recenti; richiede una relazione di compatibilità con la pianificazione di bacino in cui siano illustrati gli effetti indotti dall’opera nel contesto fisico-ambientale di riferimento e come le opere previste nel progetto incidano sulla mitigazione o riduzione della pericolosità o del rischio idraulico e idrogeologico. Il DPCM ha introdotto infine la relazione circa l’interazione tra le opere proposte (o individuate) e i fenomeni di degrado degli ecosistemi fluviali e degli habitat riparali, al fine di impedire o minimizzare il deterioramento dei corpi idrici come riportato all’art. 4 della Direttiva Acque (DIR/2000/60/CE).

I principali criteri che sono alla base della formazione della graduatoria sono il numero delle persone esposte al rischio diretto, i beni esposti a rischio grave, la riduzione del numero di persone a rischio a seguito della realizzazione dell’intervento.

Programmazione attivata

Nel corso del 2023 è stata avviata dal MASE la procedura per la definizione della programmazione 2023 di interventi di carattere preventivo a valere sui fondi del Ministero; la Regione, secondo le linee programmatiche comunicate dal Ministero, ha proposto 7 nuovi interventi per complessivi 12,8 M€ così suddivisi:

  • 3,2 M€ per realizzare 2 interventi con caratteristiche "win-win";
  • 9,6 M€ per 5 interventi contro il dissesto idrogeologico. Di questi, 2 interventi sono finalizzati al contenimento delle piene e 3 sono volti alla riduzione del dissesto idrogeologico.

A completamento della programmazione Ministeriale sono state inoltre proposte 6 integrazioni a finanziamenti già accordati, per complessivi 2,6M€. 

La Regione Piemonte con propri fondi ha avviato n. 91 interventi di manutenzione idraulica dei corsi d’acqua del reticolo idrografico minore di competenza regionale per un importo complessivo di 3 M€ che si vanno ad aggiungere alla programmazione di analoga finalità avviata nel 2021. Gli interventi sono finalizzati al ripristino dell’officiosità idraulica dei corsi d’acqua in specifici punti.

Progetto win-win del torrente Pellice

Finanziato con fondi ministeriali nell’ambito della Piattaforma Rendis web, che ha il duplice obiettivo di rispondere alla Direttiva Alluvioni e alla Direttiva Acque, nell’anno 2023 il progetto Win-Win Pellice ha visto la conclusione dei 9 interventi previsti. Alcuni di questi ha subito dei lievi danni a fronte dell’evento del maggio 2023.

Inoltre, è stata avviata l’attività di coinvolgimento del territorio sulle tematiche della riqualificazione fluviale che prevede:

  • corso di formazione per insegnanti degli istituti attinenti la materia,
  • serate divulgative locali,
  • giornata di formazione per gli ordini professionali,
  • escursioni sul Pellice e sul Po finalizzate a illustrare il tipo di intervento.
     
Anno
2025

Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA)

Anno
2025

La pianificazione di bacino costituisce il riferimento principale per quanto riguarda il tema del dissesto idrogeologico. I dati relativi al dissesto idrogeologico piemontese sono contenuti principalmente nei piani di bacino, livello di pianificazione previsto dalla legge quadro sulla Difesa del suolo (183/1989), oggi sostituita dal (e confluita nel) D.lgs. 152/2006, III parte. 

La legge 183 pose le basi per la costituzione delle "Autorità di bacino", dapprima di ambito territoriale nazionale o regionale, oggi sostituite dalle Autorità di Bacino Distrettuale.

Il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA), previsto dalla Direttiva europea 2007/60 CE "Alluvioni" e approvato con DPCM 27 ottobre 2016,  si sviluppa attraverso la redazione delle Mappe di pericolosità e di rischio. Le mappe di pericolosità individuano scenari con diversi gradi di pericolosità (L – P1, M – P2, H – P3), mentre le mappe del rischio evidenziano diversi gradi di rischio da R1 a R4 sulla base dei beni, delle persone  e delle infrastrutture esposte e vulnerabili. Inoltre il PGRA evidenzia aree a rischio potenziale significativo (APSFR) alle quali sono associate specifiche Misure previste per il raggiungimento dei 5 obiettivi posti dalla Direttiva Alluvioni. Tra le misure non strutturali ai fini della prevenzione delle situazioni di rischio, vi è quella di associare alle aree allagabili a differente pericolosità, una idonea normativa d'uso, coerente con quella già presente nelle Norme di Attuazione del Piano per l'Assetto idrogeologico del fiume Po (PAI); 

È ad oggi in corso il III Ciclo di pianificazione, che terminerà nel 2027.

L’individuazione della pericolosità, del rischio, dei dissesti e delle misure su citate hanno rilevanza per la programmazione degli interventi di sistemazione idrogeologica nell’ambito della piattaforma ministeriale Rendis – Repertorio nazionale degli interventi di difesa del suolo.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Difesa del suolo

Strategia Regionale per i Cambiamenti Climatici (SRCC)

Anno
2025

La Strategia regionale sul Cambiamento climatico (SRCC), in attuazione della Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile (SRSvS), è costruita come uno strumento di orientamento delle diverse politiche regionali che, ciascuna con le proprie specificità, devono contribuire alla mitigazione e all’adattamento ai nuovi scenari che il nostro territorio affronta e affronterà per via del cambiamento climatico: dalla sanità alla pianificazione del territorio, dall’agricoltura ai trasporti, dalla qualità dell’aria alla gestione della risorsa acqua, etc.

La finalità della Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico è quella di indirizzare l’azione amministrativa e politica regionale per contrastare il cambiamento climatico e far fronte alle sue conseguenze, minimizzando gli effetti negativi e, ove possibile, sfruttarne le opportunità.

La Regione persegue, infatti, l’obiettivo del contenimento del cambiamento climatico, sia attraverso la diminuzione delle emissioni di gas climalteranti, sia tramite il sequestro del carbonio (mitigazione) e dell’incremento della resilienza dall’altra, per aumentare la capacità adattativa, ridurre la vulnerabilità e diminuire l’esposizione delle persone, dei beni e del capitale naturale al rischio climatico (adattamento).

Il Documento di indirizzo - Verso la Strategia regionale sul Cambiamento Climatico ha fornito i primi indirizzi per la stesura della SRCC, definendo scopo, struttura, finalità e obiettivi del documento che sancirà in modo inequivocabile l’impegno del Piemonte nel contrasto al cambiamento climatico, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica al 2050 come indicato dalla Commissione Europea. 


 

Il primo stralcio della SRCC è denominato Strategia regionale sul Cambiamento Climatico - 1° STRALCIO ed è articolato secondo le seguenti componenti:

  • la conoscenza oggi e in futuro del cambiamento climatico in Piemonte
  • la metodologia per la definizione delle Misure Tematiche territorializzate
  • la salvaguardia del capitale naturale e le sue funzioni ecosistemiche
  • gli strumenti per la corretta gestione ambientale ed energetica di sistemi, organizzazioni e territori – Carbon Footprint.

L’elaborazione della metodologia per la definizione delle Misure Tematiche e la Salvaguardia del capitale naturale e le sue funzioni ecosistemiche costituiscono il risultato della Borsa di Ricerca per i giovani Talenti (Bando “Talenti della società civile 2019” sostenuto dalla Fondazione Giovanni Goria di Asti) “Conoscenze e ricadute ambientali del cambiamento climatico in Piemonte per la costruzione della Strategia regionale”.

Informazioni e risorse aggiuntive

Deliberazione della Giunta Regionale 3 luglio 2017, n. 24-5295 Disposizioni per la predisposizione e la realizzazione della Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici quale attuazione della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile di cui alla deliberazione CIPE n. 57/2002 e all'articolo 3, comma 2 della legge 221/2015. 

Deliberazione della Giunta Regionale 27 novembre 2020, n. 66-2411Schema di Deliberazione comunale per l’adesione al Patto dei Sindaci – Europa. PAES congiunto (impegno collettivo)

Deliberazione della Giunta Regionale 18 febbraio 2022, n. 23-4671 L. 221/2015. D.G.R. 24-5295 del 3 luglio 2017. Strategia regionale sul Cambiamento Climatico. Approvazione Primo stralcio e disposizioni sull'elaborazione delle politiche regionali. 

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/cambiamento-climatico

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Clima/Energia

Legge Regionale 23/2023 - Disposizioni per la conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio geologico

Anno
2025

Nell’ottobre 2023 è stata promulgata la L.R. 06/10/2023 n. 23 - Disposizioni per la conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio geologico, una legge che, sulla falsa riga di analoghi dispositivi vigenti in altre regioni, intende riordinare la materia creando un unico catasto dei geositi regionali, sulla base di un'attenta analisi tecnica.

Il Piemonte non risultava infatti dotato di un catasto unico ed anche quello nazionale, riportato nel geoportale di ISPRA, necessitava di una revisione.

La LR 23/2023 ha inoltre abrogato la legge regionale sui massi erratici e prevede azioni a favore della valorizzazione dei geositi, di una migliore divulgazione scientifica e della promozione del territorio. La legge prevede, infine, delle risorse per i Geoparchi piemontesi, consentendo attività di promozione e valorizzazione degli stessi in linea con le raccomandazioni dell’UNESCO.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

VETTORI DI SOSTENIBILITÀ

Anno
2025

Per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità è necessario innescare processi di natura sociale e organizzativa adeguati. I vettori di sostenibilità sono quegli strumenti che sostengono tali processi e  sono da considerarsi come leve fondamentali per avviare, guidare, gestire e monitorare l’integrazione della sostenibilità nelle politiche, piani e progetti, in linea con il processo trasformativo innescato a livello nazionale e internazionale dall’Agenda 2030. 

Stato del Documento
Gruppo di Redazione

MAS 5 – Sostenere lo sviluppo e il benessere fisico e psicologico delle persone

Anno
2025

Questa Macroarea si pone l’obiettivo di garantire una vita dignitosa alla popolazione piemontese, affinché tutti possano realizzare il proprio potenziale, in un ambiente sano. La crescita inclusiva e la coesione sociale e territoriale costituiscono i due pilastri fondamentali della programmazione – europea, nazionale e regionale - e sottolineano che lo sviluppo sostenibile è indissolubilmente legato alla riduzione strutturale delle asimmetrie e delle disuguaglianze, fra le aree geografiche e fra le persone.
Questi obiettivi sono particolarmente stringenti in un contesto che a causa della pandemia ha visto acuirsi la crisi economica, con il suo portato di povertà, diseguaglianze, in atto da un decennio.

In Italia la crisi pandemica, prefigurata da diversi osservatori (Istat, Caritas, Action Aid), ha colpito un tessuto socio-economico che ancora non aveva superato gli effetti della crisi economica del 2008. Sono particolarmente a rischio di povertà estrema famiglie monoreddito con figli minorenni, con basso livello di istruzione e mono-genitoriali, nonché gli anziani ed è associato a tassi di disoccupazione o inoccupazione alti. È in particolar modo per questi gruppi socio-economici che diversi strumenti, messi a punto, prospettano strategie, politiche e azioni mirate e trasversali per garantire una crescita sostenibile di lungo periodo, riattivare la mobilità sociale migliorando la qualità della vita.

Emerge la consapevolezza che, se è compito del sistema di welfare pubblico fornire le garanzie di accesso ai diritti fondamentali (lavoro, servizi pubblici, alloggio, salute), allo stesso tempo, è essenziale condividere le politiche dirette a rinvigorire la crescita e restituire opportunità ai singoli (con politiche di tutela del reddito, misure di integrazione sociale, politiche del lavoro, dell’istruzione, sanitarie e abitative) attraverso un sistema di welfare territoriale che coinvolga anche la società civile e il Terzo settore.

In questa nuova prospettiva è necessario mettere in campo politiche integrate (sociali, del lavoro e sviluppo economico) multiattoriali che coinvolgano tutti gli attori pubblici e la società civile, pensando alla coesione sociale come grande driver di sviluppo territoriale e alla crescita, come una sfida da realizzare attraverso la riduzione delle diseguaglianze sociali.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione

MAS 2 - Favorire la transizione energetica, l'adattamento e la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico

Anno
2025

La transizione energetica contribuisce a ridurre le emissioni climalteranti e le emissioni inquinanti, ad assicurare energia a prezzi ragionevoli, a ridurre le povertà energetiche, a creare nuove opportunità di crescita e occupazione, a garantire una maggiore sicurezza dell’approvvigionamento energetico e a ridurre la dipendenza
dalle importazioni dai territori limitrofi.

Le priorità di intervento di questa Macro Area Strategica sono pertanto: la riduzione dei consumi, l’aumento dell’efficienza energetica, la sostituzione progressiva delle fonti fossili con fonti rinnovabili, la promozione e facilitazione della conversione dei trasporti e della mobilità in chiave più sostenibile e un cambio di paradigma nell’organizzazione della generazione elettrica e da un modello centralizzato ad un modello di generazione distribuita. Questi assi, unitamente alla ricerca che accompagna trasversalmente molte altre tematiche, sono i caposaldi della transizione energetica ai quali il Piemonte deve tendere.
 

Le "direttrici" della transizione per le politiche energetiche
 

Riduzione dei consumi con interventi prioritari di efficientamento nel settore civile e dei trasporti

Nel settore privato e residenziale, occorrerà valutare i target di efficientamento che verranno raggiunti grazie al “super bonus” e ai nuovi criteri costruttivi obbligatori che impongono l’obbligo di costruire edifici a energia quasi zero. Per il settore industriale/produttivo, che ha già dovuto subire una significativa riduzione dei propri consumi, il target al 2030 prevede il mantenimento del livello raggiunto, pur prevedendosi una ripresa dell’economia all’orizzonte temporale dato da qui al 2030.
 

Costruzione di un mix bilanciato di fonti rinnovabili 

Verrà privilegiata l’energia utile prodotta da fonti elettriche e termiche che non prevedono il ricorso a processi di combustione e che quindi non incidono sulla qualità dell’aria. Ne sono esempio: la fonte solare fotovoltaica e termica, l’idroelettrico, l’eolico e la geotermia, con le cautele derivanti dagli effetti del cambiamento climatico sulle precipitazioni e in relazione alle problematicità nel riempimento degli invasi a fini idroelettrici e di disponibilità della risorsa fisica. Per quanto riguarda l’uso di biomassa di cui il Piemonte dispone si intende intervenire con l’efficientamento dei sistemi di combustione, riducendo progressivamente le quantità totali di biomassa combusta e favorendo nel contempo un processo di qualificazione della risorsa forestale utilizzata, mediante l’organizzazione di una filiera corta.
 

Il passaggio dalla generazione elettrica centralizzata a quella distribuita

in relazione a fonti rinnovabili legate al territorio, fortemente geo-referenziate e in relazione al consumo locale, attraverso l’implementazione del concetto di prosumer, secondo cui, il nuovo cliente finale sarà in grado di autoprodurre l’energia che gli serve e di immagazzinare/stoccare le eccedenze (differendone temporalmente il consumo) per cederle ad altri consumatori attraverso l’adozione di sistemi intelligenti di programmazione locale di autoproduzione e consumo (auto-consumatori che agiscono collettivamente e comunità energetiche) costituirà un altro degli elementi qualificanti del processo di transizione. Si evidenzia come il Piemonte già dal 2018 disponga di una legge regionale (l.r. n. 12/2018) con cui vengono promosse, a titolo sperimentale e in attesa del recepimento della Direttiva RED II, le comunità energetiche.

 

Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Gestione degli esposti relativi alle coperture in cemento-amianto

Con la deliberazione n. 40-5094 del 18 dicembre 2012 “Approvazione del Protocollo regionale per la gestione di esposti / segnalazioni relativi alla presenza di coperture in cemento - amianto negli edifici

la Giunta regionale ha inteso delineare in modo chiaro il procedimento amministrativo e le competenze di Comune, Arpa ed Asl a seguito della presentazione di esposti relativi alla presenza di coperture in cemento-amianto.

La deliberazione precisa che, a seguito della presentazione di un esposto, Arpa e Asl procedano, su richiesta del Comune, a verifiche di carattere tecnico e documentale, allo scopo di fornire all’Amministrazione comunale gli elementi per l’adozione degli eventuali provvedimenti di carattere sanitario.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Con la deliberazione n. 40-5094 del 18 dicembre 2012 “Approvazione del Protocollo regionale per la gestione di esposti / segnalazioni relativi alla presenza di coperture in cemento - amianto negli edifici

la Giunta regionale ha inteso delineare in modo chiaro il procedimento amministrativo e le competenze di Comune, Arpa ed Asl a seguito della presentazione di esposti relativi alla presenza di coperture in cemento-amianto.

La deliberazione precisa che, a seguito della presentazione di un esposto, Arpa e Asl procedano, su richiesta del Comune, a verifiche di carattere tecnico e documentale, allo scopo di fornire all’Amministrazione comunale gli elementi per l’adozione degli eventuali provvedimenti di carattere sanitario.

Capitolo
Amianto
Anno
2025

Mappatura della presenza di amianto

La mappatura della presenza di amianto comporta l'individuazione e la delimitazione dei siti caratterizzati dalla presenza di amianto nell'ambiente naturale e costruito.

La Regione Piemonte, tramite la collaborazione di Arpa Piemonte, provvede alla mappatura dell’amianto nell’ambiente costruito e naturale, in coerenza con quanto disposto dal Decreto del Ministero dell'Ambiente 18 marzo 2003, n. 101Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell'articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93

La mappatura dell’amianto di origine antropica riguarda l’individuazione delle coperture in cemento-amianto.

La mappatura della presenza di amianto di origine naturale si attua tramite una classificazione del territorio, ove minerali di amianto siano stati accertati o siano potenzialmente presenti.

In esito alle attività, si dispone di una classificazione del territorio regionale alla scala 1:100.000 delle rocce con presenza accertata o potenziale di minerali di amianto ed alla produzione di alcuni fogli alla scala 1:50.000 / 1:25.000.

E’ stata inoltre prodotta una classificazione delle aree sulla base delle probabilità di riscontro di amianto.

La mappatura dell’amianto di origine antropica e dell’amianto di origine naturale è consultabile e scaricabile nel geoportale Arpa Piemonte:

Il documento Amianto naturale in Piemonte. Cronistoria delle concessioni e dei permessi di ricerca mineraria nato in esito allo svolgimento delle attività di mappatura della presenza naturale di amianto, raccoglie le testimonianze della ricerca mineraria di amianto in Piemonte.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

La mappatura della presenza di amianto comporta l'individuazione e la delimitazione dei siti caratterizzati dalla presenza di amianto nell'ambiente naturale e costruito.

La Regione Piemonte, tramite la collaborazione di Arpa Piemonte, provvede alla mappatura dell’amianto nell’ambiente costruito e naturale, in coerenza con quanto disposto dal Decreto del Ministero dell'Ambiente 18 marzo 2003, n. 101Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell'articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93

La mappatura dell’amianto di origine antropica riguarda l’individuazione delle coperture in cemento-amianto.

La mappatura della presenza di amianto di origine naturale si attua tramite una classificazione del territorio, ove minerali di amianto siano stati accertati o siano potenzialmente presenti.

In esito alle attività, si dispone di una classificazione del territorio regionale alla scala 1:100.000 delle rocce con presenza accertata o potenziale di minerali di amianto ed alla produzione di alcuni fogli alla scala 1:50.000 / 1:25.000.

E’ stata inoltre prodotta una classificazione delle aree sulla base delle probabilità di riscontro di amianto.

La mappatura dell’amianto di origine antropica e dell’amianto di origine naturale è consultabile e scaricabile nel geoportale Arpa Piemonte:

Il documento Amianto naturale in Piemonte. Cronistoria delle concessioni e dei permessi di ricerca mineraria nato in esito allo svolgimento delle attività di mappatura della presenza naturale di amianto, raccoglie le testimonianze della ricerca mineraria di amianto in Piemonte.

Capitolo
Amianto
Anno
2025