Redazione RSA

Stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante (RIR)

Anno
2025

Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) sono classificati di “soglia inferiore” o di “soglia superiore” in relazione ai massimi quantitativi potenzialmente presenti di sostanze e miscele pericolose, secondo quanto previsto dall’Allegato 1 al D.Lgs. 105/2015

Gli stabilimenti RIR sono censiti nell’inventario nazionale predisposto da ISPRA e consultabile sul sito del Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, sulla base delle informazioni contenute nella Notifica trasmessa dai gestori e sottoscritta nelle forme dell'autocertificazione.

L’ultimo aggiornamento dell’inventario nazionale (Maggio 2025) censisce 81 stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante in Piemonte, di cui 44 di soglia superiore e 37 di soglia inferiore. 

Per approfondimenti è possibile consultare la pagina Rischio di Incidente Rilevante sul sito di Arpa Piemonte.

La norma italiana tiene conto dei criteri di classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose definiti dal Regolamento CLP relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele, con la entrata in vigore del Regolamento, avvenuta nel 2016, il numero di stabilimenti presenti nel territorio regionale si è ridotto a seguito della modifica di classificazione dei bagni galvanici. 

Successivamente, tale numero si è mantenuto pressoché costante e, nell’ultimo anno, risultano due nuovi stabilimenti di soglia superiore.

Fonte: Elaborazione Arpa da inventario nazionale stabilimenti a rischio di incidente rilevante (Maggio 2025)

Nel panorama nazionale, il Piemonte si conferma una tra le regioni con maggior presenza di stabilimenti RIR, dopo Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

I territori con il maggior numero di stabilimenti risultano essere la provincia di Alessandria e la Città Metropolitana di Torino entrambe con 21 stabilimenti RIR, seguiti dalla Provincia di Novara con 20 stabilimenti RIR, dove è presente l’area industriale di Trecate che è quella con la più elevata concentrazione di stabilimenti RIR in Piemonte.

Fonte: Elaborazione Arpa da inventario nazionale stabilimenti a rischio di incidente rilevante, dati di marzo 2025

Gli stabilimenti RIR possono appartenere a comparti produttivi e merceologici piuttosto diversificati. 

Le attività maggiormente presenti sul territorio regionale sono i depositi di stoccaggio/movimentazione del GPL e i depositi di sostanze tossiche/ecotossiche (comprese le logistiche), seguono produzione/utilizzazione di resine sintetiche o vernici e le attività di deposito e/o trattamento di prodotti petroliferi. 

Informazioni e risorse aggiuntive

DECRETO LEGISLATIVO 26 giugno 2015, n. 105 Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. http://www.normattiva.it/eli/id/2015/07/14/15G00121/CONSOLIDATED/20160802

Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica https://www.mase.gov.it/pagina/inventario-nazionale-degli-stabilimenti-rischio-di-incidente-rilevante-0

Inventario degli stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose https://www.rischioindustriale.isprambiente.gov.it/seveso-query-105/Default.php

Regione Piemonte https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/elettromagnetismo-rischio-industriale-rumore/rischio-industriale

Arpa Piemonte https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/rischi-industriali/rischio-di-incidente-rilevante/rischio-di-incidente-rilevante

Regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006 http://data.europa.eu/eli/reg/2008/1272/oj

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Rischi industriali, fattore per il territorio

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Il rischio di incidente rilevante

Il rischio industriale è associato alle attività antropiche che comportano la presenza sul territorio di impianti produttivi che, per la natura delle sostanze che utilizzano o detengono, possono costituire fonti di pericolo per l'uomo, ad esempio nel caso di esposizione a sostanze tossiche rilasciate in atmosfera in caso di incidente, e per l’ambiente, legati alla possibile contaminazione del suolo, dell’acqua e dell’atmosfera.

Nell’ambito del rischio industriale si collocano i rischi di incidenti rilevanti ovvero eventi, quali "un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuti a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di uno stabilimento e che danno luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento e in cui intervengano una o più sostanze pericolose”. 

Il processo di regolamentazione degli aspetti legati alla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti è iniziato a seguito del gravissimo incidente avvenuto a Seveso nel 1976 ed attualmente ha come riferimento il Decreto Legislativo n. 105 del 26/06/2015, che recepisce la Direttiva 2012/18/UE (Seveso III).

Lo scopo della normativa “Seveso” è quello di esaminare i sistemi tecnici, organizzativi e di gestione adottati dagli stabilimenti, al fine di individuare le situazioni sulle quali è opportuno intervenire per prevenire il rischio di incidente rilevante, migliorando le condizioni di sicurezza interne ed esterne allo stabilimento quali la sicurezza della popolazione, la protezione ambientale, la sicurezza dei lavoratori e la sicurezza dei processi, nonché di definire le procedure di intervento in caso di incidente e fornire una risposta efficace ed efficiente da parte degli enti preposti alla protezione della popolazione e dell’ambiente.

Inquinamento industriale

Il fattore di potenziale inquinamento del territorio dovuto alle attività industriali è affrontato dalla Unione Europea secondo un approccio di prevenzione e controllo integrato, intervenendo alla fonte delle attività attraverso una più rigorosa definizione del termine “compatibilità ambientale” e di corretta gestione delle risorse naturali, che sono considerate come interdipendenti e da proteggere in modo integrato.

Maggiori dettagli nel capitolo Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).

Informazioni e risorse aggiuntive

Disastro di Seveso https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_Seveso

DECRETO LEGISLATIVO 26 giugno 2015, n. 105 Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. https://www.normattiva.it/eli/id/2015/07/14/15G00121/CONSOLIDATED/20160802

Direttiva 2012/18/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012 , sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, recante modifica e successiva abrogazione della direttiva 96/82/CE del Consiglio Testo rilevante ai fini del SEE https://eur-lex.europa.eu/eli/dir/2012/18

Anno
2025
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Mappa della concentrazione di cromo, nichel, cobalto e vanadio nei suoli della pianura piemontese

Anno
2025

La mappa è realizzata elaborando i dati della Rete Arpa Piemonte di monitoraggio ambientale dei suoli e fornisce informazioni di base per l'individuazione, a livello regionale, di valori di riferimento nel suolo utili allo svolgimento di procedimenti di bonifica dei siti contaminati ed alla corretta gestione delle terre e rocce da scavo, come da presa d'atto della Giunta Regionale della Regione Piemonte.

Nella mappa, che verrà progressivamente estesa a tutto il territorio piemontese, sono rappresentate aree omogenee rispetto alla concentrazione di cromo (Cr), nichel (Ni), cobalto (Co) e vanadio (V).

Aree omogenee della concentrazione di cromo, nichel, cobalto e vanadio per i suoli della pianura piemontese - comune di Torino (linea rossa) e cintura - Fonte Arpa Piemonte, Rete di monitoraggio ambientale dei suoli, dati aggiornati al 2023
Aree omogenee della concentrazione di cromo, nichel, cobalto e vanadio per i suoli della pianura piemontese - Dora Riparia, Chisola, Ceronda, Stura Lanzo, Po (Chivasso-Caluso) e Malone - Fonte Arpa Piemonte, Rete di monitoraggio ambientale dei suoli, dati aggiornati al 2023
Aree omogenee della concentrazione di cromo, nichel, cobalto e vanadio per i suoli della pianura piemontese - Pinerolese e cuneese - Fonte Arpa Piemonte, Rete di monitoraggio ambientale dei suoli, dati aggiornati al 2023

Per le aree omogene di concentrazione sono forniti i valori di fondo naturale e parametri statistici interpretabili con il termine più esteso di descrittori del fondo, da utilizzare come elementi scientifici di confronto nell’ambito delle indagini preliminari sito specifiche previste dalla normativa riguardante il suolo su siti contaminati, terre e rocce da scavo e suoli agricoli (D.Lgs. 152/06, D.P.R. 120/2017, D.M. 46/2019).

Le ipotesi relative all’origine prevalente naturale di Cr, Ni, Co e V sono verificate attraverso lo studio della variabilità verticale della concentrazione, l’individuazione di correlazioni statisticamente significative tra i contaminanti e la valutazione di indici di arricchimento. 

I valori di fondo naturale forniti per ciascuna area omogenea sono calcolati in base agli standard internazionali ISO 19258/2005 “Soil quality - Guidance on the determination of background values”.

Concentrazioni di cromo (Cr), nichel (Ni) e cobalto (Co) per aree omogenee e confronto con le soglie di contaminazione nel suolo (CSC) stabilite dal D.Lgs. 152/06 (linea rossa continua) stabilita dal D.Lgs. 152/06 per siti ad uso verde pubblico-privato e residenziale (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A) e dal D.M. 46/2019 per i suoli delle aree agricole (Allegato 2, Art. 3) - Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli, dati aggiornati al 2023.
Valori di fondo della concentrazione di cromo (Cr) in mg/kg e confronto con le CSC (3). per aree omogenee di concentrazione dei suoli.
Valore di fondo-naturale (ISO 19258/2005), corrispondente al 90° percentile della popolazione ricostruita di dati ottenuta dopo aver rimosso eventuali valori outliers.
Concentrazione in mg/kg riferita alla totalità dei materiali secchi della frazione inferiore a 2 mm, comprensiva dello scheletro (frazione 2 mm - 2 cm). (3) Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo (CSC – 90 mg/kg) stabilita dal D.Lgs. 152/06 per siti ad uso verde pubblico-privato e residenziale (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A) e dal D.M. 46/2019 per i suoli delle aree agricole (Allegato 2, Art. 3).
Elaborazione dei campioni di suolo B (20-30 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli e 30 - 80 cm per i suoli naturali o indisturbati).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli, dati aggiornati al 2023.

Ad integrazione dell'informazione “limitata” contenuta nel valore di fondo, per le aree omogenee sono inoltre riportati parametri statisti ed elaborazioni grafiche da utilizzare come termine di confronto e verifica dello stato di contaminazione effettiva del sito di interesse:
•    Tabelle con parametri di statistica descrittiva (media, mediana, deviazione standard – dev st, coefficiente di variazione – CV, valori minimi - min, valori massimi - max, 25°- 50° - 75° - 90° e 95° percentile, soglia outliers, valori di fondo naturale, numero e percentuale di campioni che superano i limiti di legge;
•    Box plot della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione;
•    Curve di densità della distribuzione e istogrammi della densità di distribuzione;
•    Curve di distribuzione cumulata di frequenza in percentili.

La mappa progressivamente aggiornata è consultabile e scaricabile dal   Geoportale di Arpa Piemonte, cercando il tema Suolo.

Area omogenea di concentrazione 23_001 - Fonte Arpa Piemonte
Statistica descrittiva, percentili e valori di fondo dell’area omogenea di concentrazione 23_001
Metalli pesanti Cr Ni Co V
Media mg/kg 377 241 24 95
Dev. St mg/kg 45 46 4 9
CV - 0,1 0,2 0,2 0,1
Min mg/kg 299 180 19 81
Max mg/kg 455 331 32 110
25° percentile (Q1) mg/kg 351 200 22 90
50° percentile mg/kg 359 236 23 95
75° percentile (Q3) mg/kg 398 274 25 99
90° percentile mg/kg 447 289 28 106
95° percentile mg/kg 452 302 31 108
Soglia outliers ≥ (5) mg/kg 468 385 29 113
Outliers n 0 0 2 0
Valore di fondo (1) mg/kg 447 289 25 106
Campioni n 15 15 15 14
CSC (6) mg/kg 150 120 20 90
> CSC n 15 15 12 10
(1) Valore di fondo-naturale (ISO 19258/2005), corrispondente al 90° percentile della popolazione ricostruita di dati ottenuta dopo aver rimosso eventuali valori outliers.
(2) Concentrazione in mg/kg riferita alla totalità dei materiali secchi della frazione inferiore a 2 mm, comprensiva dello scheletro (frazione 2 mm - 2 cm).
(3) Elaborazione dei campioni di suolo B (20-30 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli e 30 - 80 cm per i suoli naturali o indisturbati).
(4) Conforme alla D.G.R. 2 luglio 2021, n. 8-3474. (5) Soglia outliers = Q3+1,5(Q3-Q1).
(6) Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo (CSC) stabilita dal D.Lgs. 152/06 per siti ad uso verde pubblico-privato e residenziale (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A) e dal D.M. 46/2019 per i suoli delle aree agricole (Allegato 2, Art. 3).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli, dati aggiornati al 2023.
Suoli della pianura piemontese, aree critiche con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colinna A) e dal D.M. 46/2019 per i suoli agricoli per cromo, nichel e cobalto - Fonte Arpa Piemonte, Rete di monitoraggio ambientale dei suoli, dati aggiornati al 2023
Normativa di riferimento

La Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474 prende atto dello studio di Arpa Piemonte sulla contaminazione diffusa del suolo, per la definizione di valori di fondo naturale ed ai fini della valutazione di situazioni di inquinamento diffuso ai sensi del D. Lgs. 152/2006, effettuato per il comune di Torino e cintura.

Nella delibera vengono sanciti il percorso metodologico ed i criteri di acquisizione, elaborazione e gestione dei dati, da utilizzare nei processi di valutazione della contaminazione diffusa e nella determinazione dei valori di fondo naturale a grande scala di dettaglio per i suoli piemontesi.

La D.G.R. 8-3474 della Regione Piemonte demanda alla Direzione Ambiente, Energia e Territorio di valutare e di mettere in atto le attività necessarie per estendere gradualmente all’intero territorio regionale gli approfondimenti contenuti nello studio di Arpa Piemonte effettuato inizialmente per il comune di Torino e cintura.

Le attività di aggiornamento sono svolte da Arpa Piemonte con l’obiettivo di completare inizialmente la carta delle concentrazioni di cromo, nichel e cobalto dei suoli della pianura piemontese, con particolare attenzione alle aree critiche precedentemente individuate per poi approfondire il rimanente territorio (Figura 8).

Nell’ambito delle indagini preliminari sito specifiche richieste dalla normativa vigente riguardante il suolo, per il confronto tra dati della rete di monitoraggio e quelli del sito/area di interesse è opportuno considerare che:

  • I valori di fondo forniti per le aree omogene di concentrazione sono compatibili con la definizione del D.M. 46/2019 di “fondo geochimico”: distribuzione di una sostanza nel suolo derivante dai processi naturali, con eventuale componente antropica non rilevabile o non apprezzabile;
  • Le aree omogenee di concentrazione individuate sono comparabili con la definizione riportata dal D.P.R. 120/2017 di “ambito territoriale con fondo naturale”: porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione del D.Lgs. 152/06, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti;
  • I parametri statistici forniti sono utilizzabili in base a quanto stabilito nell’articolo 11 comma 1 del D.P.R. 120/2017: “Il piano di indagine può fare riferimento anche ai dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine”;
  • Le concentrazioni dei contaminanti sono riferite alla totalità dei materiali secchi della frazione inferiore a 2 mm, comprensiva dello scheletro frazione 2 cm - 2 mm. I parametri statistici forniti sono quindi direttamente confrontabili con le indagini preliminari sito specifiche richieste dalla normativa (D.Lgs. 152/06, D.P.R. 120/2017, D.M. 46/2019); i campioni con caratteristiche attribuibili a potenziale origine antropica sono stati esclusi a priori dalle elaborazioni. I valori outliers delle aree omogenee, nonostante le elevate concentrazioni, sono riconducibili a prevalente origine litologica e rappresentano la naturale variabilità spaziale del contaminante;
  • La metodologia utilizzata nell’individuazione delle aree omogenee di concentrazione e nell’elaborazione dei parametri di riferimento è stata effettuata conformemente a quanto previsto dalla Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474;
  • I parametri statistici forniti per aree omogenee di concentrazione possono essere utilizzati come riferimento per lo strato superficiale interessato da processi chimici, fisici e biologici della pedogenesi, per una profondità coerente con le profondità di campionamento utilizzate nel presente studio. Nell'ambito dell'applicazione della normativa (D.Lgs. 152/06, D.P.R. 120/2017, D.M. 46/2019), i parametri statistici forniti sono rappresentativi dello strato superficiale 0-100 cm.
Informazioni e risorse aggiuntive

   Geoportale di Arpa Piemonte - Suolo https://geoportale.arpa.piemonte.it/app/public/

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 13 giugno 2017, n. 120 Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, ai sensi dell'articolo 8 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164 https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.del.presidente.della.repubblica:2017-06-13;120

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 1marzo 2019, n. 46 Regolamento relativo agli interventi di bonifica, di ripristino ambientale e di messa in sicurezza, d'emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, ai sensi dell'articolo 241 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.  https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:ministero.ambiente.e.tutela.territorio.e.mare:decreto:2019-03-01;46!vig=

Legge regionale n. 42 del 07 aprile 2000 "Bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati (Articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, da ultimo modificato dalla legge 9 dicembre 1998, n. 426). Approvazione del Piano regionale di bonifica delle aree inquinate. Abrogazione della legge regionale 28 agosto 1995, n. 71 " http://arianna.cr.piemonte.it/iterlegcoordweb/dettaglioLegge.do?urnLegge=urn:nir:regione.piemonte:legge:2000;42

D.G.R. 2 Luglio 2021, n. 8-3474 D.Lgs. 152/2006, articolo 239, comma 3. Presa d'atto dello studio di Arpa Piemonte, datato dicembre 2020, sui valori di concentrazione di Cromo, Nichel e Cobalto nei suoli del Comune di Torino e cintura ed indirizzi per la predisposizione dei piani per l'inquinamento diffuso e valori di fondo naturale. http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2021/27/suppo1/00000110.htm

Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474 D.Lgs. 152/2006, articolo 239, comma 3. Presa d'atto dello studio di Arpa Piemonte, datato dicembre 2020, sui valori di concentrazione di Cromo, Nichel e Cobalto nei suoli del Comune di Torino e cintura ed indirizzi per la predisposizione dei piani per l'inquinamento diffuso e valori di fondo naturale https://webgis.arpa.piemonte.it/w-metadoc/suolo/aree_omo_metalli/DGR_2_luglio_2021_n_8-3474.pdf

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Rete di monitoraggio ambientale dei suoli in Piemonte

Anno
2025

Arpa Piemonte realizza un programma di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte, con l'obiettivo di valutare la presenza, origine, intensità e distribuzione spaziale della contaminazione diffusa del suolo, individuare aree critiche caratterizzate da elevate probabilità di superamento dei limiti individuati dalle normative vigenti e fornire parametri statistici di riferimento dei contaminanti a diverse scale di rappresentazione.

I dati forniti dalla rete di monitoraggio rappresentano una indispensabile base scientifica di riferimento in attività correlate alla valutazione della qualità dell’ambiente, alla pianificazione territoriale, all'adozione di pratiche di gestione sostenibile, alla certificazione della qualità del suolo, all’utilizzo sostenibile e circolare delle terre da scavo e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo.

Il monitoraggio dei suoli è effettuato raccogliendo ed analizzando campioni su una rete di punti distribuiti su tutto il territorio regionale. 

Il campionamento dei suoli è stato ampliato progressivamente con approfondimenti realizzati in base ai risultati ottenuti in corso d'opera.

Per ogni stazione di monitoraggio sono analizzate a diverse profondità le concentrazioni dei metalli pesanti per i quali sono fissati valori limite dal D.Lgs. 152/06 (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A) per i suoli ad uso verde pubblico, privato e residenziale e dal D. n. 46/2019 per i suoli agricoli.

Per parte delle stazioni di monitoraggio sono inoltre analizzati diossine e furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

L'elaborazione dei dati attraverso modelli predittivi geostatistici consente di ottenere rappresentazioni spaziali della concentrazione dei contaminanti a diverse scale di dettaglio (regionale, comunale, di dettaglio).

In base ai risultati ottenuti dai modelli previsionali, sono delimitate sul territorio aree omogenee di concentrazione dei contaminanti e aree critiche che presentano probabilità elevate di superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 152/06.

Per ogni area omogenea sono effettuate valutazioni relative alla presenza, origine, intensità della contaminazione diffusa e vengono forniti i principali parametri statistici di riferimento.

I risultati evidenziano per il Piemonte la presenza di tre principali gruppi di contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa:

  • Contaminanti di prevalente origine naturale: metalli pesanti quali cromo (Cr), nichel (Ni), cobalto (Co), vanadio (V) e arsenico (As) che presentano aree critiche solitamente molto estese e ben delimitate sul territorio, con concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati rispetto ai limiti di legge. L’origine è principalmente attribuibile al substrato litologico e/o ai sedimenti che hanno contribuito alla formazione del suolo.;
  • Contaminanti di prevalente origine antropica: metalli pesanti piombo (Pb), rame (Cu), zinco (Zn) e antimonio (Sb) che presentano aree critiche di dimensioni ridotte, concentrazioni più elevate in corrispondenza degli orizzonti superficiali ad indicare deposizione da contaminazione diffusa. L’origine dell’inquinamento diffuso è attribuibile a deposizioni atmosferiche (traffico stradale, riscaldamento domestico, attività industriali etc…) ed attività legate all’agricoltura intensiva (utilizzo di concimi, fitofarmaci, fanghi di depurazione, liquami zootecnici etc…);
  • Contaminanti organici: diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) di origine prevalentemente antropica (combustioni di idrocarburi, attività industriali, incenerimento di rifiuti etc…). Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto il territorio con concentrazioni medie e valori di fondo ampiamente al disotto dei limiti di legge. Non sono state individuate zone critiche, mentre i pochi superamenti riscontrati sono da attribuire a casi isolati di contaminazione puntuale. 
     
Stazioni della rete di monitoraggio ambientale dei suoli - Fonte Arpa Piemonte

Lo studio sulla contaminazione diffusa del suolo finalizzato alla definizione di parametri statistici di riferimento e valori di fondo naturale per aree omogenee di concentrazione, è coerente con quanto disposto da normative europee, nazionali e regionali:

  • Strategia del Suolo per il 2030 approvata dalla Commissione Europea, che sarà parte integrante dell’attuazione del Green Deal europeo, indica una serie di punti fermi e azioni da realizzare tra le quali potenziare la ricerca, la raccolta di dati e il monitoraggio del suolo. Da segnalare anche l’intenzione di favorire l’istituzione di un “passaporto” per i suoli scavati e riutilizzati, con il fine di controllare la qualità e migliorane il riutilizzo del suolo promuovendone l’economia circolare.
  • COM(2023) 416: Proposal for a Soil Monitoring and Resilience (Soil Monitoring Law). La proposta prevede la progettazione e realizzazione di reti di monitoraggio dei suoli a scala nazionale con criteri omogenei per tutti i paesi dell’UE;
  • D.Lgs. 152/2006, parte IV, titolo V: disciplina la materia della bonifica dei siti contaminati e definisce l'inquinamento diffuso quale "la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine".;
  • D.Lgs. 152/2006, art. 239 - c: prevede che “gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso sono disciplinati dalle regioni con appositi piani, fatte salve le competenze e le procedure previste per i siti oggetto di bonifica di interesse nazionale;
  • D.Lgs. 152/2006, art. 240 - b: specifica che "nel caso in cui il sito potenzialmente contaminato sia ubicato in un’area interessata da fenomeni antropici o naturali che abbiano determinato il superamento di una o più concentrazioni soglia di contaminazione, queste ultime si assumono pari al valore di fondo esistente per tutti i parametri superati";
  • D.P.R. 120/2017, art. 2 - h: introduce il concetto di "ambito territoriale con fondo naturale" definendolo come "porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti";
  • D.M. 46/2019, art. 2 - d: definisce il "valore di fondo geochimico" quale "distribuzione di una sostanza nel suolo derivante dai processi naturali, con eventuale componente antropica non rilevabile o non apprezzabile" ;
  • D.M. 46/2019, all. 2, art. 3: stabilisce le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) per i suoli delle aree agricole da utilizzare solo in assenza di Valori di Fondo Geochimico (VFG) validati da ARPA/APPA;
  • L.R. Piemonte 42/2000, art. 2: stabilisce che la Regione Piemonte promuove la realizzazione di studi, di indagini, di ricerche, di documentazioni, di progettazioni, di organizzazione di dati anche finalizzati all'attività di pianificazione e che la stessa è competente in ordine alla formulazione dei piani di disciplina degli interventi di inquinamento diffuso;
  • DGR Piemonte 2 luglio 2021, n. 8-3474: prende atto dello studio di Arpa Piemonte sui valori di concentrazione di cromo, nichel e cobalto nei suoli del Comune di Torino, sancisce il percorso metodologico da utilizzare per la determinazione dei valori di fondo naturale a grande scala di dettaglio e prevede di estendere gradualmente all’intero territorio regionale gli approfondimenti contenuti nello studio;
  • DGR Piemonte 2 luglio 2021, n. 8-3474: specifica che occorre fare riferimento ai parametri statistici di riferimento definiti dalla Rete di monitoraggio ambientale dei suoli di Arpa in riferimento a quanto stabilito nell’articolo 11 comma 1 del D.P.R. 120/2017 (“Il piano di indagine può fare riferimento anche ai dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine”);
  • DGR Piemonte 9 maggio 2023, n. 277-11379 – Il piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate - PRUBAI, nell’obiettivo 5 stabilisce di “Prevedere strategie per l’inquinamento diffuso”. L’azione 5.1 stabilisce di “prevedere studi e attività di approfondimento, in collaborazione con Arpa Piemonte, sulle situazioni di inquinamento diffuso e di fondo naturale per le matrici suolo e acque sotterranee”.
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Contaminazione diffusa del suolo

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Il suolo può essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e sono attribuibili ad un unico soggetto chiaramente individuabile, o da fonti diffuse responsabili della contaminazione di aree in genere estese, per le quali risulta difficile o impossibile discriminare il contributo delle singole fonti che hanno causato la contaminazione.

La presenza naturale di alcuni metalli nel suolo può mascherare una contaminazione antropica o limitare alcuni usi del suolo in presenza di una contaminazione antropica.

Le attività industriali, il traffico automobilistico, gli impianti di produzione energetica e di trattamento dei rifiuti, il riscaldamento domestico e altre attività umane immettono nell’atmosfera inquinanti che si depositano al suolo e permangono per lunghi periodi prima di essere degradati o trasportati dall’acqua.

Anche l’utilizzo prolungato in agricoltura di concimi, antiparassitari, liquami zootecnici e fanghi di depurazione delle acque può provocare un progressivo accumulo di metalli pesanti e altri contaminanti. 

I contaminanti che si depositano al suolo possono essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse, soprattutto nel caso di presenza contemporanea di più contaminanti la cui interazione può amplificare gli effetti negativi.

Dallo stato di salute del suolo dipende la qualità della biomassa vegetale con evidenti ripercussioni sull’intera catena alimentare.  

La contaminazione diffusa del suolo è quindi un fenomeno che può avere ripercussioni negative sulla qualità dell’ambiente, sulla salute dell’uomo e sull’economia.  

Ricordiamo che il suolo è definito come lo strato superiore della crosta terrestre, costituito da componenti minerali, organici, acqua, aria e organismi viventi; esso è una risorsa non rinnovabile, che svolge numerose funzioni e fornisce servizi fondamentali per le attività umane e la sopravvivenza degli ecosistemi.

Il suolo e la moltitudine di organismi che in esso vivono forniscono cibo, biomassa, fibre e materie prime, regolano i cicli dell'acqua, del carbonio e dei nutrienti e rendono possibile la vita sulla terra.

La matrice suolo ha anche un ruolo prioritario nella salvaguardia delle acque sotterranee dall’inquinamento, nel controllo della quantità di CO2 atmosferica, nella regolazione dei flussi idrici superficiali con dirette conseguenze sugli eventi alluvionali e franosi, nel mantenimento della biodiversità, nei cicli degli elementi nutritivi ecc. 

Informazioni e risorse aggiuntive

Suolo - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Suolo

Pedologia - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Pedologia

Società Italiana di Pedologia http://www.pedologiasipe.it/

Società Italiana della Scienza del Suolo https://www.scienzadelsuolo.org/

Heavy metals in soil ecosystems https://www.eea.europa.eu/en/european-zero-pollution-dashboards/indicators/heavy-metals-in-soil-ecosystems-signal

Anno
2025
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I dati di consumo di suolo in Piemonte e in Italia

Anno
2025
Il portale di accesso ai dati del consumo di suolo in Italia

I dati completi del consumo del suolo, dello stato di artificializzazione del territorio e delle diverse forme insediative, degli impatti prodotti sui servizi ecosistemici e sullo stato di degrado del suolo, sono rilasciati in formato aperto e liberamente accessibili sul sito dell’ISPRA e del SNPA e rappresentano uno strumento che il Sistema mette a disposizione dell’intera comunità istituzionale e scientifica nazionale.

Il portale   "Consumo di suolo in Italia" è realizzato da Arpa Piemonte in collaborazione con Ispra, mette a disposizione dati, cartografie, indicatori a scala nazionale, regionale e per singolo comune, costantemente aggiornati con cadenza annuale.

Nel portale sono presentati in forma semplificata e divulgativa i principali aspetti ambientali connessi al suolo, ai fenomeni di trasformazione e consumo, ai servizi ecosistemici ad esso correlati.

Il portale guida l'utente nella scoperta e comprensione della materia attraverso un percorso organizzato in sezioni che integrano testi, immagini, video, mappe e animazioni.

Attraverso l'applicazione è possibile:

  • consultare lo stato e le tendenze del consumo di suolo attraverso una sezione di sintesi del rapporto annuale ed un apposito cruscotto dinamica che attraverso cartogrammi, grafici e tabelle permette di leggere e confrontare i principali indicatori del fenomeno a scala nazionale, regionale e comunale;
  • accedere alla cartografia del consumo di suolo e consultare l'evoluzione del fenomeno con le mappe nazionali;
  • visualizzare attraverso l'Atlante fotografico una serie di casi reali significativi di trasformazioni del territorio emersi e analizzati nell'ambito delle attività di monitoraggio da parte di SNPA;
  • scoprire come viene realizzato il monitoraggio annuale attraverso una sezione divulgativa che illustra i principi e le tecniche di analisi utilizzare dal Sistema nazionale e basate sul telerilevamento satellitare e aereo, con particolare riferimento alle immagini messe a disposizione dal programma europeo Copernicus;
  • approfondire i principali concetti inerenti il suolo come risorsa naturale non rinnovabile, i processi e le caratteristiche dei diversi fenomeni di consumo di suolo, il significato e il valore dei servizi ecosistemici garantiti dal suolo.
Atlante nazionale del consumo di suolo

L’Atlante del consumo di suolo, pubblicato nel 2023, si inserisce nell’ampio quadro di dati e prodotti realizzati da ISPRA e dal SNPA sui temi del consumo del suolo, dello stato del territorio e degli insediamenti, degli impatti sui servizi ecosistemici e del degrado, con il duplice intento di contribuire alla conoscenza, alla sensibilizzazione e alla formazione di una coscienza critica su questi temi e di fornire all’intera comunità istituzionale e scientifica nazionale una base conoscitiva aperta e liberamente accessibile a supporto delle politiche, dello sviluppo del quadro normativo e delle decisioni a livello locale necessarie per arrivare all’obiettivo di arrestare il consumo di suolo.

Rapporto ISPRA Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici

Il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” è un prodotto del Sistema Nazio-nale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che assi-cura le attività di monitoraggio del territorio e del con-sumo di suolo. Il Rapporto, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori allegati, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della coper-tura del suolo e permette di valutare il degrado del territorio e l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici.

Informazioni e risorse aggiuntive

  Portale Il Consumo di Suolo in Italia Trasformazioni in atto e attività di monitoraggio https://www.consumosuolo.it/home

Atlante del consumo di suolo https://www.isprambiente.gov.it/files2023/pubblicazioni/pubblicazioni-di-pregio/atlante-nazionale-del-consumo-di-suolo.pdf

Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023 – Sintesi https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2023/10/Rapporto_consumo_di_suolo_2023_sintesi.pdf

Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023 https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2023/10/Rapporto_consumo_di_suolo_2023.pdf

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Redazione RSA

Il monitoraggio del consumo di suolo

Capitolo
Consumo di suolo
Anno
2025

Le attività di monitoraggio del territorio in termini di uso, copertura e consumo di suolo nel nostro Paese, sono assicurate dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) come previsto dalla L.132/2016, è infatti compito del Sistema seguire le trasformazioni del territorio e la perdita di suolo naturale, agricolo e seminaturale, inteso come risorsa ambientale essenziale e non rinnovabile, vitale per il nostro ambiente, il nostro benessere e la nostra stessa economia.

In particolare, il servizio di Monitoraggio del Consumo di Suolo è realizzato attraverso il lavoro congiunto di ISPRA e delle Agenzie per la Protezione Ambientale Regionali e Provinciali (ARPA/APPA), attraverso la rete nazionale dei Referenti per il Monitoraggio del territorio e del consumo di suolo.

Questo ruolo di monitoraggio è fondamentale soprattutto in attesa di una normativa nazionale sul consumo di suolo, oggetto negli ultimi 10 anni di numerosi disegni di legge ancora non approdati alla fase conclusiva, in proposito si veda in fondo la sezione contenuti correlati.

L’attività di monitoraggio realizzata dal SNPA permette di avere un quadro aggiornato con frequenza annuale a scala nazionale, regionale e comunale dell’evoluzione dei fenomeni di consumo di suolo, delle dinamiche di trasformazione del territorio e della crescita urbana, in particolare, attraverso la produzione di cartografia tematica e l’elaborazione di indicatori specifici.

Il servizio prevede l’analisi e la redazione annuale della cartografia tematica attraverso l'utilizzo di reti di monitoraggio puntali e di tecniche di earth observation per l’analisi del territorio, avvalendosi delle migliori informazioni che le nuove tecnologie sono in grado di offrire e dei dati derivanti da satelliti di osservazione della terra, tra cui quelle del programma Copernicus. 

Il monitoraggio è svolto secondo una ben precisa metodologia nazionale.

 

Informazioni e risorse aggiuntive

Linee Guida per il monitoraggio del consumo di suolo nell’ambito delle attività del Snpa https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2024/05/Linee-Guida-SNPA-50_24.pdf

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Redazione RSA

Consumo di suolo

Tema
Tipo
Paragrafi

Il consumo di suolo è il processo associato alla perdita della risorsa ambientale fondamentale, limitata e non rinnovabile, dovuta all’occupazione della superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale con una copertura artificiale.

 E' un fenomeno legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali ed è prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici, fabbricati e insediamenti, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio.

Il consumo di suolo è, quindi, definito come la variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato).
L’Europa e le Nazioni Unite hanno posto la tutela del suolo, del patrimonio ambientale, del paesaggio e il riconoscimento del valore del capitale naturale costituito dal suolo tra gli obiettivi di sostenibilità.

L’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo era stato proposto a livello europeo già con la Strategia tematica per la protezione del suolo del 2006 mai diventata cogente.

In sintesi, gli obiettivi da raggiungere sono: azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050 (Parlamento europeo e Consiglio, 2013); protezione adeguata del suolo anche con l’adozione di obiettivi relativi al suolo in quanto risorsa essenziale del capitale naturale entro il 2020 (Parlamento europeo e Consiglio, 2013); allineamento del consumo alla crescita demografica reale entro il 2030 (UN, 2015); bilancio non negativo del degrado del territorio entro il 2030 (UN, 2015).

L’impermeabilizzazione del suolo, ovvero la copertura permanente di parte del terreno con materiali artificiali (quali asfalto o calcestruzzo) per la costruzione, ad esempio, di edifici e strade, costituisce la forma più evidente e diffusa di copertura artificiale.

Da notare che esistono altre forme di consumo di suolo che vanno dalla perdita totale della “risorsa suolo” attraverso la rimozione per escavazione (comprese le attività estrattive a cielo aperto), al degrado ed alla perdita parziale della funzionalità della risorsa a causa di fenomeni quali ad esempio, la compattazione che non sono contabilizzate nel rapporto.

Informazioni e risorse aggiuntive

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Verso una strategia tematica per la protezione del suolo /* COM/2002/0179 def. */ https://eur-lex.europa.eu/legal-content/AUTO/?uri=CELEX:52002DC0179

 

Anno
2025
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Informazione ambientale sul tema Aria

Tema
Tipo
Paragrafi
Servizi informativi di ARPA Piemonte e Regione Piemonte in tema di qualità dell’aria

Gli obblighi di monitoraggio e rendicontazione dei dati di valutazione della qualità dell’aria previsti dalle direttive europee ed in particolare dalla Direttiva sulla qualità dell'aria ambiente, impegnano Stati membri a trasmettere i dati alla Commissione a dimostrazione del raggiungimento degli obiettivi ambientali perseguiti dalle norme.

Tutte le informazioni raccolte dati sono però anche oggetto di pubblicazione e divulgazione al pubblico sia in forma di dati puntuali che di statistiche di periodo e di aggregazioni di territorio.

La pubblicazione integrale e pressoché incondizionata dei dati ambientali è prevista dalle norme dell’Unione Europea in tema di dati aperti e di informazione ambientale per aumentare la consapevolezza dei cittadini sullo stato dell’ambiente e la loro capacità di valutazione della efficacia delle politiche ambientali promosse dalla Unione e dalle Amministrazioni nazionali e locali.

I servizi informativi sul tema aria forniscono informazioni in tempo reale per le esigenze quotidiane dei cittadini e delle istituzioni, altri sono servizi dedicati alla storicizzazione e capitalizzazione delle informazioni per scopo di studio, pianificazione e verifica degli andamenti dei fenomeni indagati o descritti.

Tutte le informazioni sono fornite in forma aperta e di libero uso alla sola condizione di citarne la fonte.

Informazioni e risorse aggiuntive

Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa http://data.europa.eu/eli/dir/2008/50/2015-09-18

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Diritto all'accesso ai dati ambientali

Anno
2025

La effettiva e diffusa conoscenza delle criticità ambientali e il possibile conseguente controllo delle azioni di loro contrasto da parte dei cittadini sono uno dei pilastri delle politiche ambientali della Unione Europea, una forma di risposta trasversale volta a consolidare e/o permettere di correggere gli altri interventi settoriali.

Diritto di accesso alla informazione ambientale

Con la Direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale, che dettaglia le norme di attuazione nella Unione della Convenzione di Aarthus, è stato stabilito il diritto di accesso da parte dei cittadini all'informazione ambientale detenuta dalle pubbliche amministrazioni senza obbligo di motivazione e l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di divulgare attivamente l'informazione ambientale sullo stato dell'ambiente, sulle politiche e le misure adottate, sullo stato della salute umana e sulla sicurezza ove possono essere condizionate dallo stato dell'ambiente.

Standard europei e condivisione delle informazioni

Sul lato più tecnico la Direttiva 2007/2/CE stabilisce la realizzazione dell’infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea (INSPIRE), quale strumento fondamentale per la realizzazione, gestione e monitoraggio delle politiche ambientali e delle politiche o delle attività che possono avere ripercussioni sull'ambiente. La direttiva ha come obiettivo rendere condivisibili grandi quantità di dati territoriali di forma e provenienza molteplici al fine di costituire un’unica infrastruttura per l’informazione territoriale a livello europeo basata sulle infrastrutture operanti a livello nazionale e locale.

Riuso e apertura dei dati

La Direttiva 2013/37/UE del Parlamento europeo stabilisce delle regole generali sul riuso del patrimonio informativo per  l’apertura dei dati che incoraggino un’ampia disponibilità e un’agevole circolazione delle informazioni del settore pubblico per il loro riutilizzo a fini privati o commerciali, con vincoli minimi o in assenza di ogni vincolo di natura legale, tecnica o finanziaria, lo sviluppo di nuovi servizi basati su modi innovativi di combinare tali informazioni tra loro e di usarle e lo stimolo della crescita economica e dell’impegno sociale.

I servizi e le applicazioni di consultazione di dati ambientali e geografici di Arpa Piemonte rispondono alle normative europee e a quelle nazionali e regionali di recepimento, maggiori dettagli e approfondimenti alla pagina sul   Geoportale di Arpa Piemonte.

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