V4 - Valutazioni
Obiettivo: consolidare il ruolo della SRSvS quale quadro di riferimento per le procedure di valutazione ambientale del Piemonte.

Obiettivo: consolidare il ruolo della SRSvS quale quadro di riferimento per le procedure di valutazione ambientale del Piemonte.
Obiettivo: costruire una governance, intra ed extra Regione Piemonte, efficace per la gestione dei processi per la qualificazione professionale e l’educazione per la green e circular economy e, più in generale, la promozione della cultura della sostenibilità nei giovani e negli adulti fondata anche sul valore della cittadinanza globale.
Obiettivo: accompagnare e rinforzare il cambiamento culturale necessario per garantire la transizione verso lo sviluppo sostenibile.
La transizione verso uno sviluppo durevole è una vera e propria missione. E una missione, se non viene comunicata, non raggiunge il suo obiettivo. Occorre, quindi, da un lato, rendere la cittadinanza consapevole del cambio di paradigma necessario da un modello di vita di economia lineare a uno circolare e, dall’altro, effettuare ascolto attivo e garantire la partecipazione del territorio al cambiamento. La comunicazione deve consolidare la prospettiva della sostenibilità e la SRSvS quali quadro di riferimento per lo sviluppo futuro per le comunità del Piemonte, anche utilizzando linguaggi innovativi che consentano di raggiungere ogni interlocutore in grado di contribuire al processo di transizione. Come istituzione di governo del territorio la Regione ha il compito di coinvolgere cittadini e stakeholder ma anche di sensibilizzare gli altri enti, perché adottino e operino secondo pratiche, norme e processi che possano rendere non solo preferibile ma conveniente l’essere sostenibili. Considerata la trasversalità del tema e delle sue competenze, la Regione Piemonte non può non agire come un vero e proprio promotore della cultura della sostenibilità a 360 gradi, integrando possibilità e necessità, creando un circolo virtuoso tra domanda e offerta di servizi pubblici sostenibili e capacità produttive, finalizzato a generare un modello di vita equilibrato e che cresce insieme al territorio. Ma comunicare la sostenibilità significa soprattutto stimolare a viverla. In questo sostenibilità e comunicazione sono perfettamente integrate, complementari e sinergiche, dovendo la comunicazione essere lo strumento principale per svolgere l’attività di engagement (cittadini, imprese, associazioni, scuole, altri Enti ecc.), coinvolgendoli preventivamente nel processo di programmazione, sviluppando la conoscenza e la consapevolezza e di conseguenza il ruolo attivo che gli interlocutori possono esercitare e informandoli successivamente delle opportunità rese disponibili per ciascuna categoria. La comunicazione diventa quindi un supporto strategico e un’azione trasversale della Strategia, sia per il coinvolgimento di tutti gli attori, sia per produrre il cambiamento culturale e di attenzione alla sostenibilità che potenzialmente può determinare la modificazione dei comportamenti di cittadini, istituzioni e imprese e generare un impatto positivo e durevole sul territorio e sul sistema socio-economico piemontese. Compito principale della comunicazione è quello di favorire il dialogo aperto e continuativo con gli stakeholder e di tradurre in messaggi chiari e semplici la visione strategica e le azioni di coordinamento e di governance che la Regione Piemonte sta attuando “verso un presente sostenibile”.
Obiettivo: consolidare un Sistema di conoscenza comune per leggere la posizione e l’impegno del Piemonte verso lo sviluppo sostenibile e supportare la costruzione di politiche integrate.
La costruzione e il consolidamento di un Sistema della conoscenza integrato deve permettere la lettura della complessità e della trasversalità che caratterizzano i processi di sviluppo sostenibile, attraverso il potenziamento degli strumenti di conoscenza già a disposizione. Partendo dagli strumenti di conoscenza delle dinamiche ambientali, sociali ed economiche piemontesi oggi presenti, la Strategia prevede il loro potenziamento e la loro curvatura in relazione agli obiettivi della sostenibilità.
Il Sistema di conoscenza, che costituisce il riferimento per leggere e conoscere la posizione e l’impegno del Piemonte verso lo sviluppo sostenibile e supportare la costruzione di politiche integrate, si basa sulla stretta connessione tra Relazione Stato Ambiente, Relazione annuale sull’andamento socio-economico e territoriale e Annuario statistico regionale del Piemonte, nonché sviluppando uno Strumento per il monitoraggio della Strategia, costruito a partire dalla collaborazione della Regione con Ires e Arpa Piemonte. È necessario tradurre i principi e gli obiettivi dei 17 Goals del Millennio nella realtà piemontese conoscendone profondamente dinamiche, criticità, opportunità e valori.
Se il Piemonte deve rappresentarsi rispetto alla sostenibilità, occorre presentare e strutturare la conoscenza secondo questa chiave di lettura e fare in modo che diventi patrimonio comune di tutti coloro che con le proprie politiche e azioni agiscono sul territorio. La conoscenza non può non far riferimento alle pratiche e conoscenze dei territori.
Il Piano Regionale di Qualità dell’Aria (PRQA) rappresenta lo strumento per la programmazione, il coordinamento ed il controllo in materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute dell'uomo e dell'ambiente.
Con la deliberazione della Giunta regionale 12 settembre 2024, n. 1-156 è stata adottata la proposta di aggiornamento del Piano regionale di qualità dell'aria (PRQA), in esito alla procedura di VAS, proponendola al Consiglio regionale per l’approvazione, e sono state date disposizioni sulle relative misure di salvaguardia. Il Piano Regionale di Qualità dell'Aria vigente è stato approvato dal Consiglio regionale con DCR n. 18-28783 del 10 dicembre 2024.
Il precedente Piano regionale di qualità dell’aria (PRQA) è stato approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 364-6854 del 25 marzo 2019.
A seguito dell’adozione del decreto-Legge 12 settembre 2023, n.121 ”Misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazioni della circolazione stradale” convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 155 del 6 novembre 2023, si è reso necessario avviare l’aggiornamento del PRQA vigente per adempiere a quanto richiesto dallo Stato in tema di qualità dell’aria, nonché in relazione alle procedure europee di infrazione a carico di alcune regioni italiane, tra cui il Piemonte.
L’aggiornamento costituisce l’occasione per la definizione degli attuali e futuri scenari di riferimento, al fine formulare indicazioni normative e attivare misure finalizzate a:
Il PRQA delinea gli scenari emissivi tendenziali al 2025 ed al 2030, considerando anche il contributo dei diversi comparti alle emissioni dei principali inquinanti.
L’anno di osservazione preso come scenario di base per confrontare i valori e indicatori è il 2023.
Il PRQA delinea un insieme coordinato di misure e azioni tali da prefigurare un rientro nei limiti di qualità dell’aria nel 2025, anno nel quale gli scenari elaborati da ARPA prevedono mediamente il rispetto dei valori limite per gli inquinanti in atmosfera (a parte eventuali situazioni di criticità locale non prevedibili nel dettaglio a scala modellistica).
In particolare, i principali ambiti individuati sui quali intervenire per ridurre le emissioni in atmosfera sono:
A ciascun Ambito sono attribuite Misure, che perseguono il raggiungimento della riduzione delle emissioni di inquinanti e possono essere specifiche, trasversali e complementari.
L’attuazione delle misure individuate può comportare l’introduzione di limiti o regole di comportamento oppure l’impiego di risorse finanziarie per realizzare interventi funzionali al raggiungimento degli obiettivi.
L’Ambito mobilità e aree urbane è costituito dalle misure nel seguito specificate (6 misure e 36 azioni):
L’ambito energia e biomasse è costituito dalle misure nel seguito specificate (3 misure e 21 azioni):
L’ambito attività produttive è costituito dalle misure nel seguito specificate (3 misure e 7 azioni):
L’ambito agricoltura e zootecnia è costituito dalle misure nel seguito specificate (5 misure e 10 azioni):
Il Piano è composto inoltre dalle Norme di Attuazione che stabiliscono gli indirizzi per il raggiungimento degli obiettivi, anche relativamente alle eventuali limitazioni che potranno rendersi necessarie in caso di situazioni di criticità.
Le Norme prevedono le misure strutturali necessarie per il raggiungimento dei valori limite e dei livelli critici nel più breve tempo possibile e precisano che in caso di mancato raggiungimento dei limiti entro il 2025, si procederà a un aggiornamento delle misure del PRQA al fine di implementare specifiche azioni, localizzate sulle aree di superamento residue e finalizzate alla riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di PM10 e NO2.
Le Norme di attuazione sono strutturate in prescrizioni (P), direttive (D) e indirizzi (I) e hanno ad oggetto, in particolare:
Piano Regionale di Qualità dell'Aria (PRQA):
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/aria/piano-regionale-qualita-dellaria-prqa
L’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, avendo propri rappresentanti sia nella Segreteria tecnica sia nel Comitato Esecutivo della Riserva MaB CollinaPo, ha proseguito a mantenere la rete di rapporti costruita con i Comuni della Riserva e con i referenti del Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica), per le attività istituzionali e amministrative proprie della stessa.
In particolar modo nella core area della Riserva, quella coincidente con il territorio dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, sono state strette collaborazioni con soggetti diversi, pubblici e privati, per realizzare eventi e progettazioni volte a sostenere le attività outdoor con target specifici:
Sono state incentivate e sostenute attività di educazione ambientale per istituti scolastici ma anche per famiglie, da svolgere con continuità durante l’anno, per stimolare la frequentazione abituale giornaliera delle aree naturali, quali luoghi fondamentali per mantenere un equilibrio psico-fisico sano e relazionarsi positivamente con l’ambiente e il territorio.
Le iniziative di carattere sportivo sono state incrementate per una maggiore richiesta da parte dell’utenza e delle associazioni di categoria, che stanno riscoprendo l’opportunità di praticare all’aria aperta attività in precedenza svolte esclusivamente al chiuso.
Nell’anno 2022 sono state organizzate diverse iniziative a promozione e sostegno della mobilità sostenibile, come ad esempio la fiera del cicloturismo organizzata nell’area Le Vallere di Moncalieri che ha avuto più di 5.000 partecipanti.
Sono state sostenute numerose collaborazioni con soggetti locali dediti alle attività di partecipazione e solidarietà con finalità sociale e civile, in favore della conservazione dell’ambiente. Le iniziative di pulizia di aree naturali, di piccole manutenzioni degli spazi verdi pubblici, di recupero di aree degradate e di messa a dimora di vegetazione arborea e arbustiva per incrementarne la biodiversità, sono sicuramente aumentate rispetto agli anni passati e hanno visto una maggiore partecipazione, sia da parte delle amministrazioni sia da parte degli utenti. Tanto per citare un paio di esempi, si va da piccole ma costanti attività locali, quali Piazza Ragazzabile – cantiere laboratorio di cittadinanza ed ecologia urbana proposto nel periodo estivo – a grandi progettazioni con importanti ricadute territoriali, come la Foresta condivisa del Po piemontese. Proprio quest’ultima iniziativa ha dato la possibilità di intercettare i finanziamenti stanziati per il contrasto ai cambiamenti climatici, in particolare a favore delle aree metropolitane, ma anche di coinvolgere Associazioni, Aziende (agricole e non), Comuni e singoli cittadini puntando a un obiettivo facilmente verificabile e duraturo.
L’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, avendo propri rappresentanti sia nella Segreteria tecnica sia nel Comitato Esecutivo della Riserva MaB CollinaPo, ha proseguito a mantenere la rete di rapporti costruita con i Comuni della Riserva e con i referenti del Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica), per le attività istituzionali e amministrative proprie della stessa.
In particolar modo nella core area della Riserva, quella coincidente con il territorio dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, sono state strette collaborazioni con soggetti diversi, pubblici e privati, per realizzare eventi e progettazioni volte a sostenere le attività outdoor con target specifici:
Sono state incentivate e sostenute attività di educazione ambientale per istituti scolastici ma anche per famiglie, da svolgere con continuità durante l’anno, per stimolare la frequentazione abituale giornaliera delle aree naturali, quali luoghi fondamentali per mantenere un equilibrio psico-fisico sano e relazionarsi positivamente con l’ambiente e il territorio.
Le iniziative di carattere sportivo sono state incrementate per una maggiore richiesta da parte dell’utenza e delle associazioni di categoria, che stanno riscoprendo l’opportunità di praticare all’aria aperta attività in precedenza svolte esclusivamente al chiuso.
Nell’anno 2022 sono state organizzate diverse iniziative a promozione e sostegno della mobilità sostenibile, come ad esempio la fiera del cicloturismo organizzata nell’area Le Vallere di Moncalieri che ha avuto più di 5.000 partecipanti.
Sono state sostenute numerose collaborazioni con soggetti locali dediti alle attività di partecipazione e solidarietà con finalità sociale e civile, in favore della conservazione dell’ambiente. Le iniziative di pulizia di aree naturali, di piccole manutenzioni degli spazi verdi pubblici, di recupero di aree degradate e di messa a dimora di vegetazione arborea e arbustiva per incrementarne la biodiversità, sono sicuramente aumentate rispetto agli anni passati e hanno visto una maggiore partecipazione, sia da parte delle amministrazioni sia da parte degli utenti. Tanto per citare un paio di esempi, si va da piccole ma costanti attività locali, quali Piazza Ragazzabile – cantiere laboratorio di cittadinanza ed ecologia urbana proposto nel periodo estivo – a grandi progettazioni con importanti ricadute territoriali, come la Foresta condivisa del Po piemontese. Proprio quest’ultima iniziativa ha dato la possibilità di intercettare i finanziamenti stanziati per il contrasto ai cambiamenti climatici, in particolare a favore delle aree metropolitane, ma anche di coinvolgere Associazioni, Aziende (agricole e non), Comuni e singoli cittadini puntando a un obiettivo facilmente verificabile e duraturo.
a Riserva interessa un ampio territorio tra Italia e Francia costituito da una core area formata dal Parco naturale del Monviso e dal Parco regionale del Queyras e da una buffer e transition zone composte in totale da 86 comuni in provincia di Cuneo e di Torino e 20 in Francia. Obiettivo della Riserva è attuare una strategia di sviluppo, in stretta collaborazione con gli operatori locali e i soggetti rappresentativi del territorio, che coniughi la gestione degli ecosistemi naturali con iniziative di sviluppo sostenibile in campo energetico, turistico e delle produzioni primarie.
Nel corso del 2022, il Parco del Monviso ha svolto attività di coordinamento unitamente al Parco regionale francese del Queyras e alcune attività di particolare interesse e rilievo nazionale, in particolare:
Nel 2023, oltre al proseguimento delle attività già avviate, la Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso ha realizzato una serie di incontri sul territorio, sia con gli amministratori che con gli stakeholders per la stesura del dossier di rinnovo della candidatura presso l’UNESCO e la redazione di un nuovo piano di gestione.
a Riserva interessa un ampio territorio tra Italia e Francia costituito da una core area formata dal Parco naturale del Monviso e dal Parco regionale del Queyras e da una buffer e transition zone composte in totale da 86 comuni in provincia di Cuneo e di Torino e 20 in Francia. Obiettivo della Riserva è attuare una strategia di sviluppo, in stretta collaborazione con gli operatori locali e i soggetti rappresentativi del territorio, che coniughi la gestione degli ecosistemi naturali con iniziative di sviluppo sostenibile in campo energetico, turistico e delle produzioni primarie.
Nel corso del 2022, il Parco del Monviso ha svolto attività di coordinamento unitamente al Parco regionale francese del Queyras e alcune attività di particolare interesse e rilievo nazionale, in particolare:
Nel 2023, oltre al proseguimento delle attività già avviate, la Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso ha realizzato una serie di incontri sul territorio, sia con gli amministratori che con gli stakeholders per la stesura del dossier di rinnovo della candidatura presso l’UNESCO e la redazione di un nuovo piano di gestione.
La Riserva della Biosfera Ticino Val Grande Verbano nasce nel 2018 dall’estensione della precedente (dal 2002) Riserva MAB Valle del Ticino ed abbraccia, nel suo perimetro di circa 332.000 ettari a cavallo tra Piemonte e Lombardia, ben 214 Comuni, 5 province, 4 enti parco, 18 aree protette e ben 48 siti della rete Natura 2000.
Quest’area custodisce al suo interno un patrimonio culturale, identitario e paesaggistico unico in una cornice di ecosistemi naturali, semi-naturali e di agroecosistemi di qualità che rappresenta un’isola ancora verde all’interno di uno dei territori più antropizzati del mondo: la Pianura Padana.
La Riserva ha messo in campo numerose iniziative volte a diffondere buone pratiche in materia di sostenibilità - specie quelle connesse alla valorizzazione ambientale, alla gestione virtuosa degli ecosistemi naturali, alla conservazione delle pratiche agricole tradizionali e alla salvaguardia della biodiversità. Altro fronte importante di attività ha riguardato il sostegno ai progetti del territorio relativi ad attività strategiche nell’ambito della sensibilizzazione ed educazione ambientale, nonché la promozione di progettualità di valorizzazione territoriale, del turismo di prossimità e di iniziative finalizzate alla conoscenza del patrimonio culturale e identitario dell’area MAB.
Tra queste iniziative, si annoverano le seguenti:
Inoltre sono stati progettati e in parte realizzati progetti che hanno prestato particolare attenzione all'implementazione dei collegamenti ecologici lungo il corsi d’acqua artificiali (fasce tampone) e a valorizzare la rete di mobilità dolce.
• la concessione di patrocini e lettere di supporto a progettualità virtuose in area MAB;
• la partecipazione agli incontri del Network Nazionale delle Riserve MAB.
La Riserva della Biosfera Ticino Val Grande Verbano nasce nel 2018 dall’estensione della precedente (dal 2002) Riserva MAB Valle del Ticino ed abbraccia, nel suo perimetro di circa 332.000 ettari a cavallo tra Piemonte e Lombardia, ben 214 Comuni, 5 province, 4 enti parco, 18 aree protette e ben 48 siti della rete Natura 2000.
Quest’area custodisce al suo interno un patrimonio culturale, identitario e paesaggistico unico in una cornice di ecosistemi naturali, semi-naturali e di agroecosistemi di qualità che rappresenta un’isola ancora verde all’interno di uno dei territori più antropizzati del mondo: la Pianura Padana.
La Riserva ha messo in campo numerose iniziative volte a diffondere buone pratiche in materia di sostenibilità - specie quelle connesse alla valorizzazione ambientale, alla gestione virtuosa degli ecosistemi naturali, alla conservazione delle pratiche agricole tradizionali e alla salvaguardia della biodiversità. Altro fronte importante di attività ha riguardato il sostegno ai progetti del territorio relativi ad attività strategiche nell’ambito della sensibilizzazione ed educazione ambientale, nonché la promozione di progettualità di valorizzazione territoriale, del turismo di prossimità e di iniziative finalizzate alla conoscenza del patrimonio culturale e identitario dell’area MAB.
Tra queste iniziative, si annoverano le seguenti:
Inoltre sono stati progettati e in parte realizzati progetti che hanno prestato particolare attenzione all'implementazione dei collegamenti ecologici lungo il corsi d’acqua artificiali (fasce tampone) e a valorizzare la rete di mobilità dolce.
• la concessione di patrocini e lettere di supporto a progettualità virtuose in area MAB;
• la partecipazione agli incontri del Network Nazionale delle Riserve MAB.
Le Infrastrutture Verdi, secondo la definizione dell’Unione Europea, sono:
"una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici. Ne fanno parte gli spazi verdi (o blu, nel caso degli ecosistemi acquatici) e altri elementi fisici in aree sulla terraferma (incluse le aree costiere) e marine. Sulla terraferma, le infrastrutture verdi sono presenti in un contesto rurale e urbano".
- EU Green Infrastructure Strategy Bruxelles, 6.5.2013 COM(2013)
Nell'UE le infrastrutture verdi comprendono, oltre ai siti Natura 2000 e alle aree protette, ecosistemi sani ed aree ad elevato valore naturalistico al di fuori delle aree protette, elementi del paesaggio naturale, elementi artificiali, zone multifunzionali, aree in cui mettere in atto misure per migliorare la qualità ecologica generale e la permeabilità del paesaggio, elementi urbani che ospitano la biodiversità e che permettono agli ecosistemi di funzionare ed erogare i propri servizi.
(Commissione Europea, KH-32-10-314-ITC)
Obiettivi principali delle infrastrutture verdi:
La Strategia europea delle Infrastrutture Verdi nasce dall'acquisita consapevolezza che la società umana dipende dai benefici prodotti dalla natura, cioè dai Servizi Ecosistemici, definiti dal Millennium Ecosystem Assessment (2005) come “i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano”.
Il concetto di “servizio ecosistemico” è di fondamentale importanza per comprendere le molteplici interazioni fra uomo e ambiente. In particolare, questo concetto si basa sull’assunzione che il benessere umano sia indissolubilmente connesso alla presenza di ecosistemi in salute.
Il Millennium Ecosystem Assessment li classifica in quattro categorie:
Le Infrastrutture Verdi consentono ad ecosistemi sani di rafforzare la propria funzionalità affinché forniscano costantemente beni e servizi, aumentando la resilienza e riducendo le vulnerabilità dei paesaggi, e sono in grado di produrre Servizi Ecosistemici anche all’interno dei paesaggi antropici (agricoli e/o urbani).
Gli ecosistemi naturali sono multifunzionali e possono fornire un’ampia gamma di servizi contemporaneamente.
La portata e il flusso di questi benefici dipendono in gran parte dalla biodiversità e dalle condizioni dell’ecosistema: ogni ambito territoriale è caratterizzato da processi e funzioni ecologiche che forniscono benefici insostituibili (diretti o indiretti) alle popolazioni e concorrono a mantenere la funzionalità e la qualità ecologica dei sistemi paesistico-ambientali.
I benefici che questi processi erogano naturalmente, spesso per il solo fatto di esistere, sono un supporto insostituibile alla qualità di vita delle popolazioni e sono fattori di base per uno sviluppo economico durevole.
Una buona dotazione di servizi ecosistemici aumenta la “ricchezza” pro-capite in termini di Capitale naturale, riduce la vulnerabilità, migliora la salute e la resilienza dei territori. La qualità della vita e le attività economiche dipendono, in larga misura dagli ecosistemi e dai benefici e servizi che questi forniscono.
Tutti questi benefici vengono però usati come se la loro offerta fosse pressoché illimitata e trattati come beni gratuiti il cui vero valore non è pienamente riconosciuto e apprezzato.
Un tentativo per superare il mancato riconoscimento del valore dei servizi ecosistemici viene dalla L. n. 221/2015 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. All’art. 70 è prevista, infatti, l’introduzione di un sistema di pagamento dei servizi ecosistemici e ambientali (PSEA), definito quale remunerazione di una quota di valore aggiunto derivante, secondo meccanismi di carattere negoziale, dalla trasformazione dei servizi ecosistemici e ambientali in prodotti di mercato, nella logica della transazione diretta tra consumatore e produttore, ferma restando la salvaguardia nel tempo della funzione collettiva del bene.
Le Infrastrutture Verdi, infine, si compongono di Nature Based Solutions (NBS): soluzioni ispirate e basate sulla ricostruzione di processi della natura, come per esempio la capacità di immagazzinare carbonio o di regolare il flusso dell’acqua; si caratterizzano a seconda del paesaggio e dei Servizi Ecosistemici erogati; sono convenienti in termini di costi e al contempo forniscono contemporaneamente vantaggi ambientali, sociali ed economici e aiutano a costruire resilienza dei territori.
Componente fondamentale delle NBS è la vegetazione.
Alle NBS viene affidato il compito di disegnare gli spazi verdi del futuro, generare connessioni sociali e valori culturali che questi spazi sono in grado di creare e trasmettere attraverso la loro resilienza e la capacità di fornire servizi. Non è sufficiente, infatti, l’uso di elementi naturali o piante, ma è necessario l’innesco di processi naturali, il più possibile spontanei, grazie a scelte progettuali adatte ai luoghi, costruite in modo da “copiare” e innescare processi spontanei con il minor apporto possibile di energia. Sono, quindi, tecniche sostenibili, durevoli nel tempo, efficaci per l’adattamento ai Cambiamenti Climatici, per la transizione ecologica e, al contrario delle infrastrutture grigie che cominciano a degradarsi appena ultimate, le NBS ben progettate e realizzate, nel tempo si sviluppano e migliorano in aspetto e prestazioni.
Al link di seguito indicato è possibile consultare un Abaco delle Nature Based Solutions.
https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2022-12/GBI_GUIDA_appr7_Abaco.pdf
Il Progetto LOS_DAMA! - Landscape and Open Space Development in Alpine Metropolitan Areas (2016 – 2019), finanziato dal Programma Alpine Space, si è posto l’obiettivo di comprendere, gestire e valorizzare i paesaggi periurbani e il loro patrimonio naturale e culturale quale parte integrante della rete di infrastrutture verdi dell’intero territorio di Spazio Alpino.
Il progetto pilota della Regione Piemonte si è focalizzato sulla governance dei paesaggi periurbani della Corona Verde nella città metropolitana di Torino.
In questa occasione è stata impostata e testata una metodologia di analisi e valutazione ambientale e paesaggistica idonea a mettere in luce i problemi (Vulnerabilità), le opportunità (Resilienza) del territorio e le risposte possibili in termini di benefici (Servizi Ecosistemici) erogati dalle Infrastrutture Verdi e Blu. Il tutto in un processo partecipativo finalizzato a dare concretezza e continuità alle strategie, affiancato dalla valutazione economica dei benefici indotti dalle proposte di scenario scaturite dall’incontro tra tecnici e stakeholders.
In questi termini, le Infrastrutture Verdi giocano un ruolo cruciale nel mantenimento degli equilibri e nel funzionamento del paesaggio, e rappresentano soluzioni sostenibili su cui fondare un modello operativo e nuove economie in grado di dare una risposta alle sfide del futuro.
La metodologia si avvale delle conoscenze derivate dell’economia ambientale, disciplina che permette di far dialogare le istanze ambientali e quelle economiche, in grado di originare output effettivamente sostenibili e concretamente attuabili. Per questo LOS_DAMA! ha previsto un processo di confronto e coinvolgimento continuo degli stakeholders locali, passaggio di assoluta importanza per la costruzione di mappe dei valori condivisi del territorio, alla base della definizione delle missioni di pianificazione.
Blue Green City - Blue and Green Infrastructure for Sustainable Cities (2019 – 2023), finanziato dal Programma di cooperazione territoriale Interreg Europe, si è posto lobiettivo di promuovere le Infrastrutture verdi e blu come componente essenziale e parte integrante della strategia di tutela del patrimonio naturale locale e regionale, evidenziando la necessità che le Infrastrutture verdi e blu diventino parte integrante della pianificazione territoriale.
Fra i risultati del progetto Blue Green City, in ottica di contribuire a migliorare lo strumento programmatico regionale del PR-FESR e di favorire l'integrazione delle Infrastrutture verdi e blu nella pianificazione territoriale regionale, sono state realizzate le Linee Guida per la pianificazione sostenibile delle Infrastrutture Verdi e Blu per le aree urbane e periurbane della regione, un manuale per supportare policy maker, tecnici pubblici e privati nella pianificazione delle IVB e nella scelta delle Nature Based Solutions (NBS) e le Raccomandazioni per il Programma Regionale a valere sui fondi FESR 2021-2027 al fine di definire obiettivi, contenuti e criteri dei bandi per il finanziamento delle IVB e delle NBS.
Le Infrastrutture Verdi, secondo la definizione dell’Unione Europea, sono:
"una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici. Ne fanno parte gli spazi verdi (o blu, nel caso degli ecosistemi acquatici) e altri elementi fisici in aree sulla terraferma (incluse le aree costiere) e marine. Sulla terraferma, le infrastrutture verdi sono presenti in un contesto rurale e urbano".
- EU Green Infrastructure Strategy Bruxelles, 6.5.2013 COM(2013)
Nell'UE le infrastrutture verdi comprendono, oltre ai siti Natura 2000 e alle aree protette, ecosistemi sani ed aree ad elevato valore naturalistico al di fuori delle aree protette, elementi del paesaggio naturale, elementi artificiali, zone multifunzionali, aree in cui mettere in atto misure per migliorare la qualità ecologica generale e la permeabilità del paesaggio, elementi urbani che ospitano la biodiversità e che permettono agli ecosistemi di funzionare ed erogare i propri servizi.
(Commissione Europea, KH-32-10-314-ITC)
Obiettivi principali delle infrastrutture verdi:
La Strategia europea delle Infrastrutture Verdi nasce dall'acquisita consapevolezza che la società umana dipende dai benefici prodotti dalla natura, cioè dai Servizi Ecosistemici, definiti dal Millennium Ecosystem Assessment (2005) come “i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano”.
Il concetto di “servizio ecosistemico” è di fondamentale importanza per comprendere le molteplici interazioni fra uomo e ambiente. In particolare, questo concetto si basa sull’assunzione che il benessere umano sia indissolubilmente connesso alla presenza di ecosistemi in salute.
Il Millennium Ecosystem Assessment li classifica in quattro categorie:
Le Infrastrutture Verdi consentono ad ecosistemi sani di rafforzare la propria funzionalità affinché forniscano costantemente beni e servizi, aumentando la resilienza e riducendo le vulnerabilità dei paesaggi, e sono in grado di produrre Servizi Ecosistemici anche all’interno dei paesaggi antropici (agricoli e/o urbani).
Gli ecosistemi naturali sono multifunzionali e possono fornire un’ampia gamma di servizi contemporaneamente.
La portata e il flusso di questi benefici dipendono in gran parte dalla biodiversità e dalle condizioni dell’ecosistema: ogni ambito territoriale è caratterizzato da processi e funzioni ecologiche che forniscono benefici insostituibili (diretti o indiretti) alle popolazioni e concorrono a mantenere la funzionalità e la qualità ecologica dei sistemi paesistico-ambientali.
I benefici che questi processi erogano naturalmente, spesso per il solo fatto di esistere, sono un supporto insostituibile alla qualità di vita delle popolazioni e sono fattori di base per uno sviluppo economico durevole.
Una buona dotazione di servizi ecosistemici aumenta la “ricchezza” pro-capite in termini di Capitale naturale, riduce la vulnerabilità, migliora la salute e la resilienza dei territori. La qualità della vita e le attività economiche dipendono, in larga misura dagli ecosistemi e dai benefici e servizi che questi forniscono.
Tutti questi benefici vengono però usati come se la loro offerta fosse pressoché illimitata e trattati come beni gratuiti il cui vero valore non è pienamente riconosciuto e apprezzato.
Un tentativo per superare il mancato riconoscimento del valore dei servizi ecosistemici viene dalla L. n. 221/2015 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. All’art. 70 è prevista, infatti, l’introduzione di un sistema di pagamento dei servizi ecosistemici e ambientali (PSEA), definito quale remunerazione di una quota di valore aggiunto derivante, secondo meccanismi di carattere negoziale, dalla trasformazione dei servizi ecosistemici e ambientali in prodotti di mercato, nella logica della transazione diretta tra consumatore e produttore, ferma restando la salvaguardia nel tempo della funzione collettiva del bene.
Le Infrastrutture Verdi, infine, si compongono di Nature Based Solutions (NBS): soluzioni ispirate e basate sulla ricostruzione di processi della natura, come per esempio la capacità di immagazzinare carbonio o di regolare il flusso dell’acqua; si caratterizzano a seconda del paesaggio e dei Servizi Ecosistemici erogati; sono convenienti in termini di costi e al contempo forniscono contemporaneamente vantaggi ambientali, sociali ed economici e aiutano a costruire resilienza dei territori.
Componente fondamentale delle NBS è la vegetazione.
Alle NBS viene affidato il compito di disegnare gli spazi verdi del futuro, generare connessioni sociali e valori culturali che questi spazi sono in grado di creare e trasmettere attraverso la loro resilienza e la capacità di fornire servizi. Non è sufficiente, infatti, l’uso di elementi naturali o piante, ma è necessario l’innesco di processi naturali, il più possibile spontanei, grazie a scelte progettuali adatte ai luoghi, costruite in modo da “copiare” e innescare processi spontanei con il minor apporto possibile di energia. Sono, quindi, tecniche sostenibili, durevoli nel tempo, efficaci per l’adattamento ai Cambiamenti Climatici, per la transizione ecologica e, al contrario delle infrastrutture grigie che cominciano a degradarsi appena ultimate, le NBS ben progettate e realizzate, nel tempo si sviluppano e migliorano in aspetto e prestazioni.
Al link di seguito indicato è possibile consultare un Abaco delle Nature Based Solutions.
https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2022-12/GBI_GUIDA_appr7_Abaco.pdf
Il Progetto LOS_DAMA! - Landscape and Open Space Development in Alpine Metropolitan Areas (2016 – 2019), finanziato dal Programma Alpine Space, si è posto l’obiettivo di comprendere, gestire e valorizzare i paesaggi periurbani e il loro patrimonio naturale e culturale quale parte integrante della rete di infrastrutture verdi dell’intero territorio di Spazio Alpino.
Il progetto pilota della Regione Piemonte si è focalizzato sulla governance dei paesaggi periurbani della Corona Verde nella città metropolitana di Torino.
In questa occasione è stata impostata e testata una metodologia di analisi e valutazione ambientale e paesaggistica idonea a mettere in luce i problemi (Vulnerabilità), le opportunità (Resilienza) del territorio e le risposte possibili in termini di benefici (Servizi Ecosistemici) erogati dalle Infrastrutture Verdi e Blu. Il tutto in un processo partecipativo finalizzato a dare concretezza e continuità alle strategie, affiancato dalla valutazione economica dei benefici indotti dalle proposte di scenario scaturite dall’incontro tra tecnici e stakeholders.
In questi termini, le Infrastrutture Verdi giocano un ruolo cruciale nel mantenimento degli equilibri e nel funzionamento del paesaggio, e rappresentano soluzioni sostenibili su cui fondare un modello operativo e nuove economie in grado di dare una risposta alle sfide del futuro.
La metodologia si avvale delle conoscenze derivate dell’economia ambientale, disciplina che permette di far dialogare le istanze ambientali e quelle economiche, in grado di originare output effettivamente sostenibili e concretamente attuabili. Per questo LOS_DAMA! ha previsto un processo di confronto e coinvolgimento continuo degli stakeholders locali, passaggio di assoluta importanza per la costruzione di mappe dei valori condivisi del territorio, alla base della definizione delle missioni di pianificazione.
Blue Green City - Blue and Green Infrastructure for Sustainable Cities (2019 – 2023), finanziato dal Programma di cooperazione territoriale Interreg Europe, si è posto lobiettivo di promuovere le Infrastrutture verdi e blu come componente essenziale e parte integrante della strategia di tutela del patrimonio naturale locale e regionale, evidenziando la necessità che le Infrastrutture verdi e blu diventino parte integrante della pianificazione territoriale.
Fra i risultati del progetto Blue Green City, in ottica di contribuire a migliorare lo strumento programmatico regionale del PR-FESR e di favorire l'integrazione delle Infrastrutture verdi e blu nella pianificazione territoriale regionale, sono state realizzate le Linee Guida per la pianificazione sostenibile delle Infrastrutture Verdi e Blu per le aree urbane e periurbane della regione, un manuale per supportare policy maker, tecnici pubblici e privati nella pianificazione delle IVB e nella scelta delle Nature Based Solutions (NBS) e le Raccomandazioni per il Programma Regionale a valere sui fondi FESR 2021-2027 al fine di definire obiettivi, contenuti e criteri dei bandi per il finanziamento delle IVB e delle NBS.
Corona Verde è il progetto strategico regionale che mette a sistema la Corona di Delizie delle Residenze Reali sabaude con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali dell’area metropolitana torinese. Il territorio interessato dal progetto si estende su 93 Comuni, 84 dei quali, insieme a altri 18 soggetti tra pubblici e privati, hanno firmato un Protocollo di Intesa finalizzato alla costruzione di un’infrastruttura verde.
Corona Verde ha promosso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde attorno alla città di Torino per recuperare un rapporto più equilibrato tra Città e Natura, migliorare la qualità di vita degli abitanti e promuovere processi di sviluppo locale sostenibile e si propone di:
Corona Verde:
https://www.coronaverde.it/wp/
Corona Verde è il progetto strategico regionale che mette a sistema la Corona di Delizie delle Residenze Reali sabaude con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali dell’area metropolitana torinese. Il territorio interessato dal progetto si estende su 93 Comuni, 84 dei quali, insieme a altri 18 soggetti tra pubblici e privati, hanno firmato un Protocollo di Intesa finalizzato alla costruzione di un’infrastruttura verde.
Corona Verde ha promosso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde attorno alla città di Torino per recuperare un rapporto più equilibrato tra Città e Natura, migliorare la qualità di vita degli abitanti e promuovere processi di sviluppo locale sostenibile e si propone di:
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