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Informazione Ambientale

Anno
2025

L’ambiente è un bene pubblico è in quanto tale può essere ottenuto solo collettivamente, in un contesto di responsabilità diffuse e universali. I “benefici ambientali” non sono appropriabili né commerciabili, e dunque la loro comunicazione risponde a logiche pubbliche e di servizio e non privatistiche e di mercato.
L’azione pubblica è resa difficile dal crescente contenuto tecnico dei problemi ambientali e dal fatto che le “risorse ambientali collettive” (acque, atmosfera, ozono, clima, biodiversità ecc.) hanno caratteri “fisici” che sono per definizione non circoscrivibili.


In tale contesto, dunque, l’informazione pubblica ambientale assume un ruolo fondamentale: dalla definizione dell’agenda alla corretta descrizione di ciascun intervento, tutto ciò che riguarda le politiche ambientali si incontra – e spesso si scontra – con sensibilità, visioni e percezioni a prima vista inconciliabili.


Per quanto riguarda la tematica relativa alle Aree naturali protette, la Regione Piemonte si è dotata da anni di strumenti volti a facilitare i flussi comunicativi per avvicinare i cittadini ai temi trattati, utilizzando un approccio divulgativo su vasta scala orientato a informare, coinvolgere, educare e ascoltare. Gli strumenti utilizzati si sono evoluti negli anni e alla storica rivista Piemonte Parchi sono state affiancate una newsletter settimanale e la presenza sui principali social, cercando di dare sostanza alla normativa che pone l’informazione ambientale tra i diritti fondamentali dei cittadini (DLgs 195 del 19/08/05 in attuazione della direttiva comunitaria 2003/4/CEE) dando particolare rilievo al principio per cui l'informazione ambientale sia fornita “sistematicamente […] anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili”. Il lavoro viene svolto con la convinzione che una informazione continuativa e strutturata possa essere non solo il veicolo per promuovere la funzione e la fruizione delle Aree naturali protette ma che possa fornire il supporto per facilitare la comprensione di leggi e regolamenti da parte di un pubblico più vasto.

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Mostra sui fossili storici della Valle Andona

Anno
2025

Nel cuore del Piemonte, dove le dolci colline astigiane si fondono con la memoria geologica del territorio, una mostra temporanea riporta alla luce il legame profondo tra scienza, storia e natura. In occasione del quarantennale della Riserva Naturale di Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande, il Museo Paleontologico di Asti ospita per la prima volta una selezione della preziosa collezione di Carlo Allioni, medico e naturalista piemontese del XVIII secolo. Una raccolta unica, che affonda le radici in una terra che già secoli fa rivelava i suoi antichi segreti ai primi studiosi di fossili.

Alle origini della paleontologia piemontese

Allioni, figura eminente del panorama scientifico settecentesco, fu tra i primi a dedicarsi allo studio sistematico dei fossili piemontesi. La sua opera più celebre in ambito paleontologico, Oryctographiae Pedemontanae Specimen (Parigi, 1757), può essere considerata la prima vera monografia sui fossili della Regione. In essa compaiono oltre 65 citazioni della “Valle d’Andona”, un’area che, oggi come allora, si conferma straordinario scrigno fossilifero FOTO 3

A distanza di secoli, i reperti provenienti da questa valle tornano a essere protagonisti, celebrando non solo il valore scientifico di un territorio, ma anche la straordinaria attualità del lavoro di Allioni, che già nel XVIII secolo tracciava una mappa fossile del Piemonte con metodo e rigore.

Una collezione tra storia e mistero

Il viaggio della collezione Allioni è una storia nella storia. Dopo la morte del naturalista, i suoi fossili seguirono un lungo e travagliato percorso: venduti, trasferiti, dimenticati e infine ritrovati. Il passaggio dai colli di Pecetto al Seminario di Chieri, fino al Museo Geologico Sperimentale del Club Alpino Italiano di Giaveno, è stato ricostruito grazie a documenti storici, tra cui una dattiloscritta del 1929 del botanico Oreste Mattirolo. 

Oggi, grazie alla collaborazione tra il Museo di Asti e il Museo Geologico di Giaveno, parte di quel patrimonio torna accessibile al pubblico, in un allestimento che racconta non solo la scienza, ma anche l’avventura culturale di una collezione ritrovata. 

Un’eredità scientifica tra due secoli

Carlo Allioni, nato a Torino nel 1728 da una famiglia astigiana dalle solide radici borghesi, si laureò in medicina a soli 19 anni ma ben presto il suo interesse si ampliò verso le scienze naturali, in particolare la botanica, la mineralogia e la paleontologia, discipline che all’epoca si stavano appena strutturando in ambiti scientifici autonomi. Venne nominato professore straordinario di Botanica all’Università di Torino nel 1760 e, tre anni più tardi, assunse la direzione dell’Orto Botanico, che trasformò in un importante centro di ricerca e catalogazione del mondo vegetale. Il suo erbario, conservato all’Università di Torino, e la Flora Pedemontana (1785) ne testimoniano l’approccio meticoloso e innovativo. Ma è forse nella corrispondenza con Linneo che meglio emerge la statura internazionale di Allioni. Un dialogo epistolare fitto, fatto di semi, libri e idee, che racconta un’Europa scientifica viva, curiosa e profondamente connessa. Le sette lettere autografe inviate da Linneo a Torino e quelle di Allioni conservate alla Linnean Society di Londra sono oggi un patrimonio storico inestimabile, che consente di ricostruire la nascita e lo sviluppo delle scienze naturali europee del XVIII secolo.

Ma la grandezza di Allioni non si limita alla botanica. La sua raccolta geologica, comprendente oltre 6.000 campioni tra minerali, rocce e fossili, è tra le più ampie e rappresentative del suo tempo. Ricevette campioni da ogni parte d’Europa, dimostrando un'intuizione precoce del concetto di comunità scientifica globale. La sua raccolta includeva anche una sezione entomologica con più di 4.000 insetti, e numerosi fossili vegetali, come litoxylon, carpolithus e foliorum impressiones, testimoniando un interesse trasversale e multidisciplinare. La sua figura incarna il passaggio tra l’erudizione enciclopedica del Settecento e la nascita della scienza moderna. 

Carlo Allioni morì a Torino il 30 luglio 1804, ma la sua eredità scientifica ha attraversato due secoli, restando viva nei musei, nelle università e nei testi di riferimento. La sua figura testimonia quanto il territorio piemontese sia stato non solo teatro di scoperte naturalistiche, ma anche culla di una visione scientifica innovativa e internazionale. La riscoperta della sua collezione, oggi esposta ad Asti, non è solo un omaggio alla memoria ma è un invito a rileggere la scienza con occhi nuovi. 

La paleontologia come vocazione del territorio

La mostra non è solo un omaggio al passato, ma anche un riconoscimento al ruolo che Asti continua a ricoprire nella paleontologia internazionale. Il Museo conserva una delle più importanti collezioni di fossili marini del Pliocene, con olotipi di cetacei che hanno fatto scuola nella classificazione delle specie.

Accanto ai fossili storici di Allioni, il visitatore potrà ammirare esemplari rinvenuti oggi che raccontano milioni di anni di evoluzione e di mare scomparso, in un viaggio che unisce l’emozione della scoperta alla bellezza di un paesaggio che ha ancora molto da dire.

Un progetto didattico d’eccellenza

Il percorso di valorizzazione della collezione Allioni ha coinvolto anche il mondo della scuola. Nel 2014, gli studenti dell’I.I.S. Blaise Pascal di Giaveno (To) hanno tradotto l’Oryctographiae Pedemontanae dal latino, riconnettendo descrizioni scientifiche e campioni fisici. Un lavoro rigoroso e appassionato, ribattezzato Labor Mirabilis, che dimostra come la scienza possa ancora essere fonte di stupore e di formazione profonda.

In occasione dell’inaugurazione della mostra verrà presentata questa pubblicazione in presenza dell’autore che dialogherà con il pubblico. 

Una mostra per celebrare e riscoprire

L’esposizione rappresenta un’occasione preziosa per celebrare i quarant’anni dell’Area Protetta (L.R.25/03/1985) e per riscoprire, attraverso gli occhi di uno scienziato del passato, le meraviglie nascoste nel sottosuolo piemontese. Un tributo alla memoria e alla conoscenza, che invita i visitatori a guardare con curiosità al passato per comprendere meglio il presente e proteggere il futuro. 

Il 30 maggio alle ore 17,00 si inaugurerà l’esposizione temporanea nelle sale didattiche del Museo dei Fossili (c.so Alfieri 381, Asti) che rimarrà aperta fino al 30 settembre 2025 negli orari di apertura del museo.

Sarà una mostra per tutti: per chi ama la scienza, per chi cerca storie da raccontare, per chi vuole conoscere meglio un territorio che da sempre custodisce sotto i suoi piedi una memoria millenaria.

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Monitoraggio specie esotiche: Heracleum mantegazzianum

Dal 2016 lArpa Piemonte monitora costantemente una specie esotica invasiva in particolare, l’Heracleum mantegazzianum, individuato inizialmente lungo il Fiume Toce nei comuni di Formazza e Premia (VB) e successivamente rinvenuto anche nei comuni di Ceresole Reale (TO) e di S. Antonino di Susa (TO), con un ultimo ritrovamento nel 2023 presso il comune di Vernante (CN). 

Tale attività è finalizzata alla valutazione della diffusione della specie e dell’efficacia degli interventi di eradicazione/contenimento, relativamente alla gestione di alcune entità della flora alloctona incluse negli elenchi regionali approvati con D.G.R. n. 46-5100 del 18/12/2012 e ss.mm.ii. e nella lista unionale di cui al Regolamento UE n. 1143/2014. 

L’attività di monitoraggio si articola in due rilievi annuali (inizio e fine stagione vegetativa) che prevedono il conteggio delle piante (nuclei e/o piante singole), l’indicazione dello stadio fenologico e, per il rilievo di fine stagione, la data ed il tipo di intervento di contenimento effettuato dalle squadre forestali della Regione (sfalcio, estirpazione, trattamento chimico) durante il periodo estivo; per ogni nucleo e/o pianta singola viene inoltre acquisita la posizione. 

Per valutare l’efficacia delle azioni di contenimento intraprese, è stato calcolato, assumendo che tutte le piante osservate a fine stagione siano state precedentemente trattate, un “indice di riduzione” (IR), il cui valore è dato dal rapporto tra il numero di piante trattate e quelle osservate a fine estate, secondo la semplice equazione:

IR = 1 – (Pset/Ptr)

Dove:

Pset è il numero di esemplari rilevato nel corso del sopralluogo di fine estate;

Ptr è il numero di piante trattato comunicato dalla squadra degli operai forestali regionali.

I tre comuni monitorati presentano situazioni e complessità differenti: quella più difficile è stata rilevata presso Ceresole Reale, dove si osservano sempre numeri molto alti di piante trattate ad inizio stagione. Presso questo sito, vista la diffusione della specie e la numerosità di esemplari complessivi, è stata aumentata la frequenza degli interventi delle squadre forestali e nel corso del 2024, a fronte del coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali interessati (Regione, Arpa, Parco Nazionale Gran Paradiso, Comune, responsabili squadra forestale), è stata messa a punto una strategia finalizzata a realizzare interventi di contrasto più efficaci (eradicazione) attraverso la preventiva condivisione degli interventi con i proprietari dei terreni in cui erano collocate le stazioni più critiche.

 

Intervento di eradicazione del luglio 2024

La complessa situazione di Ceresole è evidenziata nella tabella sottostante, dove si osservano sempre numeri molto alti di piante trattate ad inizio stagione. Dalle stagioni 2023 - 2024, a fronte degli interventi sopra riassunti, si è registrata una sensibile contrazione degli esemplari presenti. 

Tabella del trattamento delle piante

È verosimile ritenere che le operazioni di estirpazione messe in atto nel corso degli anni abbiano indebolito gli esemplari di Heracleum Mantegazzianum ed impedito loro la fioritura determinando, così, il loro progressivo decremento.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Dal 2016 lArpa Piemonte monitora costantemente una specie esotica invasiva in particolare, l’Heracleum mantegazzianum, individuato inizialmente lungo il Fiume Toce nei comuni di Formazza e Premia (VB) e successivamente rinvenuto anche nei comuni di Ceresole Reale (TO) e di S. Antonino di Susa (TO), con un ultimo ritrovamento nel 2023 presso il comune di Vernante (CN). 

Tale attività è finalizzata alla valutazione della diffusione della specie e dell’efficacia degli interventi di eradicazione/contenimento, relativamente alla gestione di alcune entità della flora alloctona incluse negli elenchi regionali approvati con D.G.R. n. 46-5100 del 18/12/2012 e ss.mm.ii. e nella lista unionale di cui al Regolamento UE n. 1143/2014. 

L’attività di monitoraggio si articola in due rilievi annuali (inizio e fine stagione vegetativa) che prevedono il conteggio delle piante (nuclei e/o piante singole), l’indicazione dello stadio fenologico e, per il rilievo di fine stagione, la data ed il tipo di intervento di contenimento effettuato dalle squadre forestali della Regione (sfalcio, estirpazione, trattamento chimico) durante il periodo estivo; per ogni nucleo e/o pianta singola viene inoltre acquisita la posizione. 

Per valutare l’efficacia delle azioni di contenimento intraprese, è stato calcolato, assumendo che tutte le piante osservate a fine stagione siano state precedentemente trattate, un “indice di riduzione” (IR), il cui valore è dato dal rapporto tra il numero di piante trattate e quelle osservate a fine estate, secondo la semplice equazione:

IR = 1 – (Pset/Ptr)

Dove:

Pset è il numero di esemplari rilevato nel corso del sopralluogo di fine estate;

Ptr è il numero di piante trattato comunicato dalla squadra degli operai forestali regionali.

I tre comuni monitorati presentano situazioni e complessità differenti: quella più difficile è stata rilevata presso Ceresole Reale, dove si osservano sempre numeri molto alti di piante trattate ad inizio stagione. Presso questo sito, vista la diffusione della specie e la numerosità di esemplari complessivi, è stata aumentata la frequenza degli interventi delle squadre forestali e nel corso del 2024, a fronte del coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali interessati (Regione, Arpa, Parco Nazionale Gran Paradiso, Comune, responsabili squadra forestale), è stata messa a punto una strategia finalizzata a realizzare interventi di contrasto più efficaci (eradicazione) attraverso la preventiva condivisione degli interventi con i proprietari dei terreni in cui erano collocate le stazioni più critiche.

 

Intervento di eradicazione del luglio 2024

La complessa situazione di Ceresole è evidenziata nella tabella sottostante, dove si osservano sempre numeri molto alti di piante trattate ad inizio stagione. Dalle stagioni 2023 - 2024, a fronte degli interventi sopra riassunti, si è registrata una sensibile contrazione degli esemplari presenti. 

Tabella del trattamento delle piante

È verosimile ritenere che le operazioni di estirpazione messe in atto nel corso degli anni abbiano indebolito gli esemplari di Heracleum Mantegazzianum ed impedito loro la fioritura determinando, così, il loro progressivo decremento.

Anno
2025

Contrasto alle specie esotiche invasive

Anno
2025

Una delle principali cause, riconosciute a livello internazionale (Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro del 5 giugno 1992), della riduzione del livello di biodiversità, è rappresentato dalla presenza e dallo sviluppo di specie esotiche invasive.

Per specie esotiche si intendono le specie introdotte al di fuori del loro naturale areale distributivo attuale o passato, che se presentano caratteristiche di invasività determinano minacce alla biodiversità, danni alle attività dell’uomo (ad es. agricoltura) ed effetti sulla salute umana con serie conseguenze socio-economiche e sui servizi ecosistemici.

L’importanza di contrastare la presenza di specie esotiche invasive è stata sancita anche da un recente Regolamento Europeo n. 1143/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, recepito in Italia con il D. Lgs. 230/2017.

In particolare il Regolamento verte su un elenco di specie esotiche invasive di preoccupazione comunitaria (species of EU concern), che sono bandite dall'Unione Europea (divieto di importazione, possesso, trasporto e commercio oltre che a obblighi di controllo). Il suddetto elenco è stato approvato con Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 della Commissione. I paesi potranno sviluppare liste nazionali, alle quali potranno essere applicate le stesse regolamentazioni previste a scala comunitaria e dovranno identificare i principali vettori di arrivo di specie invasive, sui quali saranno poi chiamati a produrre piani d’azione per prevenire ulteriori introduzioni. Infine si istituisce uno Scientific Forum per dare supporto al processo decisionale e si prevedono meccanismi di cooperazione tra Paesi che condividono una specie invasiva.

Per le specie dell’elenco unionale e per altra documentazione in merito è possibile consultare il sito di ISPRA  oppure il sito del Progetto LIFE ASAP

Per rispondere a livello regionale alle criticità determinate dalle specie esotiche invasive vegetali, nel 2012 è stato creato in Regione Piemonte il Gruppo regionale specie esotiche vegetali: si tratta di uno spazio di confronto tra i diversi Enti che si occupano in Piemonte di specie vegetali esotiche e delle problematiche tecniche e gestionali determinate dalla loro presenza in ambito agricolo, sanitario e di conservazione della biodiversità
Il Gruppo Regionale ha definito degli elenchi di specie esotiche invasive (Black List) che determinano o che possono determinare particolari criticità sul territorio piemontese e per le quali è necessaria l’applicazione di misure di prevenzione/gestione/lotta e contenimento.

Questi elenchi sono stati approvati dalla Giunta Regionale con la DGR 46-5100 del 18 dicembre 2012, più volte aggiornati (ultimo aggiornamento D.G.R. n. 14-85 del 2/8/2024) e sono suddivisi in:.

1. Black List–Management List (Lista Gestione):
comprende le specie esotiche che sono presenti in maniera diffusa sul territorio e per le quali non sono piu applicabili misure di eradicazione da tutto il territorio regionale ma delle quali bisogna comunque evitare l’utilizzo e per le quali possono essere applicate misure di contenimento e interventi di eradicazione da aree circoscritte.

2. Black List–Action List (Lista Eradicazione):
comprende le specie esotiche che hanno una distribuzione limitata sul territorio e per le quali sono ancora applicabili, e auspicabili, misure di eradicazione da tutto il territorio regionale;

3. Black List–Warning List (Lista Allerta):
Elenco relativo alle specie esotiche che

- non sono ancora presenti nel territorio regionale ma che hanno manifestato caratteri di invasività e/o particolari criticità sull’ambiente, l’agricoltura e la salute pubblica in regioni confinanti;

- hanno una distribuzione limitata sul territorio regionale e per le quali deve essere valutato il potenziale grado di invasività;

- rientrano nel elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale (Regolamento Europeo n. 1143/2014) ma non sono ancora presenti nel territorio piemontese.

Informazioni aggiuntive

Black list regione Piemonte
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/biodiversita-aree-naturali/conservazione-salvaguardia/specie-vegetali-esotiche-invasive

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Biodiversità/Foreste

Accordo di cooperazione (Cooperation Working Arrangement - CWA) tra Regione Piemonte, il partenariato 2Zero (EGVIAfor2Zero) e la Commissione Europea DG Ricerca e Innovazione

Anno
2025

L'Accordo di cooperazione tra Regione Piemonte, il partenariato 2Zero (EGVIAfor2Zero) e la Commissione Europea DG Ricerca e Innovazione è finalizzato a stabilire una cooperazione strategica per il raggiungimento dell’obiettivo europeo “Towards zero emission road transport (2Zero)", ovvero "Verso un trasporto su strada a emissioni zero".

Al fine di contribuire al raggiungimento dell'obiettivo europeo della neutralità climatica entro il 2050 attraverso la riduzione significativa delle emissioni nel settore dei trasporti, in data 12 dicembre 2024 la Regione Piemonte ha sottoscritto un Accordo di cooperazione (Cooperation Working Arrangement - CWA) con il partenariato "Towards zero emission road transport (2Zero)" (Verso un trasporto su strada a zero emissioni (2Zero)) e con la Commissione Europea DG Ricerca e Innovazione.

Il partenariato 2Zero è stato istituito formalmente il 23 giugno 2021, viene finanziato nell'ambito del programma Horizon Europe ed è finalizzato ad accelerare la transizione verso una mobilità su strada a zero emissioni in tutta Europa; per farlo, promuove e facilita la ricerca e l'innovazione pre-competitive sulla mobilità del trasporto su strada all'interno dell'Area Europea della Ricerca, identificando le esigenze di ricerca per raggiungere gli obiettivi stabiliti nelle politiche europee in materia di trasporti, energia e ambiente.

L'Accordo di cooperazione sottoscritto consiste in un protocollo di collaborazione finalizzato a contribuire agli obiettivi del programma 2Zero in coerenza con i due documenti strategici regionali "Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) 2021-2027" e "Programma Operativo FESR 2021-2027", massimizzando l’entità degli investimenti in progetti di ricerca e sviluppo "Verso un trasporto su strada a emissioni zero" e dei relativi risultati. Più specificamente, attraverso la sottoscrizione dell'Accordo di cooperazione si è giunti alla condivisione dei seguenti obiettivi comuni:

  • rafforzare la cooperazione in diversi settori degli obiettivi di ricerca, sviluppo e innovazione verso il trasporto su strada a emissioni zero,
  • contribuire agli obiettivi in materia di sicurezza e protezione dell'ambiente stabiliti dalla normativa europea sul clima.

La Regione intende dar seguito all'accordo di cooperazione in una prima modalità attraverso bandi nell'ambito della programmazione PR FESR 2021-27 ("Inviti per partner") in linea con i programmi di lavoro del 2Zero, che potranno fornire sostegno finanziario alle parti interessate per attuare i temi di ricerca, sviluppo e innovazione garantendo l'allineamento tecnico con i pertinenti progetti e priorità finanziati dal 2Zero.

Informazioni aggiuntive

Accordo di cooperazione
https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2024/48/attach/dgr_00404_1030_21112024.pdf

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Mobilità

Protocollo di Cooperazione tra Regione Piemonte e Clean Aviation Joint Undertaking (CAJU)

Anno
2025

Il Protocollo di Cooperazione (Memorandum of Cooperation - MoC) tra Regione Piemonte e Clean Aviation Joint Undertaking (CAJU) è uno strumento attraverso il quale la Regione intende contribuire al raggiungimento degli obiettivi dei programmi comunitari tesi alla neutralità climatica dell'aviazione attraverso tecnologie a emissioni zero.

Il settore aerospaziale rappresenta una delle eccellenze scientifiche e produttive consolidate del territorio piemontese, imperniate su un nucleo forte di grandi imprese di riferimento e un sistema di numerose PMI specializzate nel settore dei processi tecnologici e produttivi compatibili con gli standard tecnici più avanzati richiesti dallo specifico mercato.

Oggi le sfide della trasformazione e della transizione ecologica poste dall'Unione Europea per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di neutralità climatica attraverso tecnologie a emissioni zero in tale comparto assumono una rilevanza cruciale per rendere i velivoli maggiormente sostenibili ed efficienti.

Per contribuire al raggiungimento di tali obiettivi, in data 28 novembre 2023 la Regione ha sottoscritto un Protocollo di Cooperazione (Memorandum of Cooperation - MoC) con Clean Aviation Joint Undertaking (CAJU).

CAJU, istituito nel 2021 nell'ambito del Programma Quadro Horizon Europe (2021-27), rappresenta il più grande partenariato europeo pubblico-privato costituito dalla Commissione Europea, dall'industria aeronautica europea, istituti di ricerca e università, per sostenere gli obiettivi di ricerca e innovazione verso un'aviazione sostenibile a zero emissioni in linea con gli obiettivi del "Green Deal" europeo, attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas dei velivoli nonché i livelli di rumore.

La missione del CAJU consiste nello sviluppare collaborazioni a livello europeo, nazionale e regionale individuando e massimizzando le sinergie o le possibilità di finanziamenti complementari derivanti dalle attività comuni e dai diversi programmi, specie quelli che sostengono lo sviluppo di soluzioni innovative e attività di formazione nell’ambito della ricerca, in particolare dell’aviazione sostenibile.

Con la sottoscrizione del Protocollo di Cooperazione, la Regione partecipa agli obiettivi del CAJU, che consistono in:

- stabilire una cooperazione strategica relativa all'obiettivo europeo "Net Zero Aviation", volto al raggiungimento della neutralità climatica dell'aviazione attraverso tecnologie a emissioni zero entro il 2027-2029, al fine di ottimizzare le sinergie tra le parti e allineare obiettivi, priorità e temi della ricerca e innovazione, massimizzando l'impatto delle relative risorse finanziarie e dei risultati derivanti dai progetti di ricerca e sviluppo in ambito aeronautico;

- individuare ulteriori possibilità di finanziamenti da attività e programmi pertinenti a livello europeo, nazionale e regionale, con particolare riguardo a quelli che mirano a sostenere l’applicazione di soluzioni innovative, la formazione di nuove competenze specifiche nel settore dell’aeronautica e sviluppo regionale, tra cui rientra il Programma Regionale FESR 2021-2027.

La roadmap tecnologica

Strumento di cooperazione per perseguire le suddette finalità è la roadmap tecnologica condivisa, allineata agli obiettivi del CAJU, il cui scopo è individuare i relativi pertinenti programmi di investimenti regionali, le priorità e le tecniche di R&I su cui allineare attività, progetti complementari e possibilità di finanziamenti che potranno essere sostenuti nell'ambito dei propri programmi e/o strumenti di finanziamento.

I bandi regionali

La Regione ha dato seguito all'accordo di cooperazione in una prima modalità attraverso la previsione di uno specifico elemento di premialità all’interno dei propri bandi a supporto di R&D per quei progetti coerenti con gli ambiti inclusi nella roadmap tecnologica e nella S3 regionale. Tale elemento di premialità prevede che i partenariati che presentino questa tipologia di progetti non debbano sottostare - diversamente da altri – a un numero massimo di domande presentabile e, soprattutto, prevede l’attribuzione di un punteggio premiale in sede di valutazione di merito.

Informazioni aggiuntive

Clean Aviation Joint Undertaking (CAJU) 
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/sistema-ricerca-innovazione/collaborazione-regione-piemonte-clean-aviation-joint-undertaking-caju

 

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Mobilità

Fondo Unico Nazionale del Turismo (FUNT) annualità 2023 – Provincia di Alessandria e Città Metropolitana

Anno
2025

Con atto di programmazione del FUNT di conto capitale per l’anno 2023 (adottato dal Ministero del Turismo con decreto prot. n. 8912/23 del 5 maggio 2023), è stata stabilito il riparto delle risorse finanziari messe a disposizione delle Regioni e provincie autonome per l’anno 2023: alla Regione Piemonte sono stati assegnate risorse FUNT pari a euro 2.102.500,00 e risorse di pari importo da parte della Regione Piemonte, per un totale complessivo destinato al sostegno di tali progetti pari a euro 4.205.000,00.

In tale contesto, il Settore “Offerta Turistica” ha individuato, in linea con gli obiettivi e le finalità stabilite dal combinato disposto degli articoli 1, 2 e 3 del citato Decreto del Ministro del Turismo, prot. n. 8912/23 del 5 maggio 2023, quale tema portante delle proposte di finanziamento, "la realizzazione di investimenti per percorsi turistici e infrastrutture con un impatto positivo sul turismo, tali da favorire l'integrazione della filiera e quella territoriale, nonché idonee a rendere strutturale la crescita economica legata al turismo di un territorio".

Con D.G.R. n. 25-7567 del 16/10/2023, sono state elaborate le proposte degli interventi da finanziare.

Tra i progetti elaborati, si segnalano i seguenti in quanto relativi al sostegno ed alla valorizzazione di un turismo “lento” e sostenibile:

  • concessione di un contributo alle due province attraversate dal nuovo itinerario europeo ciclo-escursionistico della via Micaelica denominato "Cammino di San Michele", percorso devozionale che vede coinvolti diversi paesi europei, sulle tracce dell'antico pellegrinaggio che collega i luoghi di devozione dell'Arcangelo Michele; tale intervento, al fine di arricchire l'offerta di percorsi religiosi nel territorio regionale, consente la futura richiesta del suo inserimento nel “Catalogo dei cammini religiosi italiani" da realizzarsi ai sensi del Decreto del Ministero del Turismo prot. n. 5745/23 del 23/03/2023; l'intervento sarà strutturato come segue:
    • Provincia di Alessandria per interventi di infrastrutturazione del percorso con il coinvolgimento di circa 30 Comuni del territorio, per un totale complessivo di investimento non superiore ad euro 1.500.000,00 di cui euro 750.000,00 di risorse FUNT e la restante quota come cofinanziamento regionale;
    • Città Metropolitana di Torino per interventi di infrastrutturazione del percorso, per un totale complessivo di investimento non superiore ad euro 205.000,00 di cui euro 102.500,00 di risorse FUNT e la restante quota come cofinanziamento regionale;

Con DD n. 139 del 27/05/2024 è stato approvato l'Allegato 1, contenente le disposizioni finalizzate a disciplinare le modalità per la realizzazione e rendicontazione degli interventi finanziati ed è stata impegnata la spesa. Successivamente sono stati sottoscritti i relativi Accordi tra i Beneficiari e la Regione Piemonte. In data 03/12/2024 la Provincia di Alessandria ha approvato il progetto in fase unica ed attualmnete ha in corso le procedure di affidamento. La Città Metropolitana sta perfezionando il progetto a livello di Fattibilità Tecnica ed Economica.

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Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Interventi per la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico, ambientale e paesaggistico

Anno
2025

La legge Regionale 9/2021 ha inteso riconoscere e valorizzare le strade storiche di montagna di interesse turistico allo scopo di favorire il turismo. 

A partire da un censimento delle stesse, ed attraverso il sostegno a progetti di gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria, promozione e valorizzazione (rivolto anche ai relativi manufatti ed edifici storici presenti lungo i percorsi individuati) si è inteso promuovere un turismo sostenibile, all’aria aperta e a contatto con la natura nonché conservare la memoria storica e culturale di tali tragitti.

Progetti di valorizzazione delle strade storiche di montagna – Anno 2022

Nell’anno 2022, con i provvedimenti nel seguito elencati, si è dato un primo avvio all’attuazione della legge stessa: 

  • Con Decreto del presidente della Giunta Regionale 30.09.2022 n. 6/R è stato approvato il relativo regolamento regionale.
  • Con Deliberazione G.R. 25-5983 del 12.09.2022 è stata data attuazione (nelle more dell’avvio delle procedure di riconoscimento delle strade storiche di montagna di interesse turistico), all’iniziativa a titolarità regionale volta all’individuazione delle prime linee di intervento del programma di investimenti prioritari per l’anno 2022 provvedendo a:
    • individuare i criteri e le modalità attuative
    • destinare 850.000,00 euro.
  • Con Atto DD 370/A2108A/2022 del 01.12.2022, e relativa rettifica di cui all’atto DD 427/A2108A/2022, si è provveduto ad impegnare la somma a favore dei seguenti promotori-capofila per le seguenti strade:
  • Comune di Canosio -strada dell’Altopiano della Gardetta;
  • Ente di Gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime - Ciclovia del Duca;
  • Comune di Limone Piemonte – strada Alta via del Sale;
  • Unione Montana Alta Val di Susa:
    • Strada Susa-Meana di Susa- Colle Finestre- Prà Catinat-Depot di Fenestrelle (SP172), l
    • Strada dell’Assietta
    • Strada Fenil, Pramand, Foens, Jafferau, Galleria Seguret “dei Saraceni”
    • Strada Bardonecchia- Rochemolles Colle del Sommelier
    • Strada dei Monti della Luna
    • Strada della Val Argentera;
  • Comune di Formazza: strada Cascata del Toce – Riale – Passo San Giacomo;
  • Comune di Aurano: Strada Cadorna: tratto Colle – Passo Folungo – Pian Vadà e salita Monte Spalavera;
  • Comune di Cannero Riviera :Strada Cadorna: tratto Pian Cavallo – Cima Morissolo;
  • Comune di Ornavasso: Strada Cadorna: tratto Ornavasso – Forte di Bara – Punta di Migiandone;
  • Comune di Mergozzo : Strada Cadorna: Prato Michelaccio / Mulattiera – Montorfano;
  • Comune di Andorno Micca : Sentiero Rosazza al Colle Gragliasca;
  • Comune di Alagna Valsesia : via regia lungo l’antica via d’Aosta.

Nel corso del 2023, al ricevimento dei progetti di fattibilità, si è provveduto ad erogare il relativo contributo.

Gli interventi sono stati in gran parte completati nel corso degli anni 2023 e 2024; per interventi di notevole entità economica e/o inerenti strade poste ad alta quota e quindi soggette a particolari condizioni climatiche, si è concessa una proroga: entro il termine del corrente anno 2025, salvo imprevisti, è prevista la conclusione di tutti gli interventi.

Progetti di valorizzazione delle strade storiche di montagna – Anno 2023

Con D.G.R. n. 34-7852 del 04 dicembre 2023 è stata data attuazione all’iniziativa "Valorizzazione delle strade storiche di montagna d'interesse turistico. Realizzazione dei progetti di valorizzazione delle strade storiche di montagna" nell’ambito del Censimento regionale di cui alla D.D. n. 352 del 25 ottobre 2023. Spesa complessiva di euro 500.000,00 stanziata sul capitolo 242350, Missione 07, Programma 01.

Ai sensi della D.D. n. 352 del 25 ottobre 2023, le strade regionali censite sono state ripartite per ogni ATL come di seguito indicato:

  • "A.T.L. Turismo Torino e Provincia" (Provincia di Torino) per una lunghezza totale di strade censite pari a circa 346 km;
  • "A.T.L. del Cuneese" (Provincia di Cuneo) per una lunghezza totale di strade censite pari a circa 339 km;
  • "A.T.L. Alexala" (Provincia di Alessandria) per una lunghezza totale di strade censite pari a circa 299 km;
  • "A.T.L. Terre dell'Alto Piemonte Biella Novara Valsesia Vercelli" (Provincia di Vercelli e Provincia di Biella) per una lunghezza totale di strade censite paria circa 107 km;
  • "A.T.L. Distretto Turistico dei Laghi" (Provincia VCO) per una lunghezza totale di strade censite pari a circa 58 km;

    Il suddetto censimento non contempla il territorio riferito alla "A.T.L. Langhe Monferrato Roero" (Provincia di Asti), in quanto non è pervenuta alcuna candidatura da parte dei comuni ivi inclusi.

Di conseguenza, i beneficiari della presente deliberazione sono le Agenzie di accoglienza e promozione turistica locale (A.T.L.) di cui alla legge regionale n. 14/2016, che in accordo con gli enti territoriali proprietari delle strade di interesse storico inserite nel suddetto Censimento hanno individuato gli interventi meritevoli di contributo utili alla valorizzazione degli ambiti turistici di competenza. 

Il settore ha proseguito pertanto l’attività avviata nel corso dell’annualità precedente, in collaborazione con le ATL, e durante l’anno 2024 sono stati erogati parte dei contributi spettanti.

Gli interventi sono in corso e termineranno presumibilmente entro la fine del 2025.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Turismo/Cultura

Adeguamento dei Piani Regolatori Comunali alle Linee Guida regionali nei territori UNESCO

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è in via di prosecuzione anche nel corso dell’anno 2024 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

Figura 1. Veduta dell’abitato di Rosignano Monferrato (AL)
Figura 2. Veduta dell’abitato di Barolo (CN)

La pubblicazione delle Linee guida ha dato l’avvio alle procedure di adeguamento che, dal 2015, si sono così concretizzate sul territorio piemontese (dati riferiti a marzo 2025):

  • 17 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP (4 in Core Zone);
  • 16 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP (4 in Core Zone);
  • 21 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (9 in Core Zone);
  • 21 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (7 in Core Zone);
  • 5 comuni con procedura semplificata (DGR n. 2-1487/2020) devono ancora adottare o approvare varianti. NB: dalle analisi contenute in questa DGR i comuni interessati dalla procedura semplificata sono 12, ma 4 hanno già provveduto a concludere le indagini previste per l’adeguamento alle LLGG Unesco e 3 hanno inserito le analisi paesaggistiche effettuate dalla Regione Piemonte presenti nell’Allegato alla DGR nella variante (nessuno di questi comuni è in Core Zone);
  • 20 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG (4 in Core Zone).


In provincia di Alessandria 30 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone.  Dei 30 comuni alessandrini:

  • 2 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 2 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 12 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 11 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG;
  • 3 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

 

In provincia di Asti 41 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 41 comuni astigiani:

  • 14 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 11 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 8 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 6 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 2 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

 

In provincia di Cuneo 29 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 11 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 29 comuni cuneesi:

  • 3 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 3 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 11 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 3 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 9 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG.
Figura 3. Infernot a Cella Monte (AL)

È opportuno rammentare che le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017. Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.

Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.


 

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è in via di prosecuzione anche nel corso dell’anno 2024 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

Figura 1. Veduta dell’abitato di Rosignano Monferrato (AL)
Figura 2. Veduta dell’abitato di Barolo (CN)

La pubblicazione delle Linee guida ha dato l’avvio alle procedure di adeguamento che, dal 2015, si sono così concretizzate sul territorio piemontese (dati riferiti a marzo 2025):

  • 17 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP (4 in Core Zone);
  • 16 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP (4 in Core Zone);
  • 21 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (9 in Core Zone);
  • 21 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (7 in Core Zone);
  • 5 comuni con procedura semplificata (DGR n. 2-1487/2020) devono ancora adottare o approvare varianti. NB: dalle analisi contenute in questa DGR i comuni interessati dalla procedura semplificata sono 12, ma 4 hanno già provveduto a concludere le indagini previste per l’adeguamento alle LLGG Unesco e 3 hanno inserito le analisi paesaggistiche effettuate dalla Regione Piemonte presenti nell’Allegato alla DGR nella variante (nessuno di questi comuni è in Core Zone);
  • 20 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG (4 in Core Zone).


In provincia di Alessandria 30 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone.  Dei 30 comuni alessandrini:

  • 2 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 2 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 12 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 11 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG;
  • 3 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

 

In provincia di Asti 41 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 41 comuni astigiani:

  • 14 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 11 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 8 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 6 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 2 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

 

In provincia di Cuneo 29 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 11 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 29 comuni cuneesi:

  • 3 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 3 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 11 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 3 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 9 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG.
Figura 3. Infernot a Cella Monte (AL)

È opportuno rammentare che le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017. Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.

Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.


 

Anno
2025

PSR, PSP, CSR - Interventi in ambito forestale

Anno
2025

Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022 è stato il documento di programmazione redatto dalle Regioni per attuare gli obiettivi dello Sviluppo Rurale nel relativo periodo di riferimento, uno dei pilastri della Politica Agricola Comune europea (PAC).

È stato sviluppato in coerenza e contemporaneità all’ideazione del Piano Forestale Regionale (PFR) e ne rappresenta attuazione su alcuni temi fondamentali come lo sviluppo economico (formazione e investimenti) e l’ambiente, costituendo di fatto la principale fonte finanziaria per l’attuazione delle politiche forestali regionali.

Il PFR ha previsto un ammontare complessivo di circa 83 milioni di euro di risorse pubbliche, così ripartite sulle principali aree di intervento:

  • risorse umane: 8,150 milioni di euro (Misura 1)
     
  • sviluppo economico locale: 45,5 milioni di euro (Misure 4.3, 8.1, 8.6, 16), comprensivi di circa 8 milioni di euro di “trascinamenti”
     
  • ambiente: 29,5 milioni di euro (Misure 8.3, 8.4, 8.5, 12).

Attualmente sul PSR 14-22, che continuerà ad essere attivo fino al 2025, sono stati versati (attraverso bandi e iniziative a titolarità regionale) contributi per oltre 42,624 milioni di euro.

 

A fine 2022 è stato inoltre aperto il nuovo Piano Strategico della PAC 2023-2027 (PSP) nazionale che affianca e andrà a sostituire il PSR e trova attuazione a livello regionale nel Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) della Regione Piemonte.

In ambito forestale il CSR prevede un ammontare di circa 47,5 milioni di euro ripartiti nelle aree:

  • risorse umane: 4 milioni di euro (Interventi SRH03, SRH04, SRH05);
  • sviluppo economico locale: 26,25 milioni di euro (Interventi: SRA28, SRD05, SRD07.6, SRD15, SRG07, SRG08), comprensivi di 0,64 milioni di euro di “trascinamenti”
  • ambiente: 17,325 milioni di euro (Interventi SRA27, SRA31, SRC02, SRD12).

Nel 2023 è stato aperto un primo bando per il sostegno ad azioni pilota e di collaudo dell'innovazione (SRG08) per un totale di 6 milioni di euro.

 

Per approfondimenti

 

Il Programma di Sviluppo Rurale in ambito forestale:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/psr-2014-2020/programma-sviluppo-rurale-2014-2020-per-foreste

 

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Biodiversità/Foreste