Lo studio ha permesso di identificare alcune zone del Piemonte con valori anomali di nichel e cromo esavalente di origine naturale; per queste aree sono stati quindi definiti dei Valori di Fondo Naturale (VFN) per i due metalli in questione.
Nel 2020 è stata effettuata una revisione dello studio con dati più recenti che hanno in alcuni casi confermato i Valori di FN identificati nel 2012 e in altri casi aggiornato tali soglie.
Regione Piemonte ha stabilito di adottare i Valori di Fondo Naturale individuati sostituendoli ai valori soglia nazionali e decidendo di applicarli in modo retroattivo già a partire dal 2017.
Queste variazioni, che hanno interessato porzioni dei corpi idrici GWB-S1, GWB-S3a e GWB-S9 per la falda superficiale e GWB-P3 e GWB-P4 per le falde profonde, hanno comportato il passaggio di alcuni corpi idrici sotterranei dallo stato chimico Scarso allo stato chimico Buono.
Lo Stato Chimico puntuale è un indice che valuta la qualità chimica delle acque sotterranee perogni stazione di monitoraggio.
E’ qualificato in due classi, Buono o Scarso, e viene definito verificando se le concentrazioni medie annuali delle sostanze analizzate superano o meno i relativi Standard di Qualità Ambientali o i Valori Soglia in ogni stazione di monitoraggio, come descritto in precedenza.
Sistema idrico superficiale di pianura e fondovalle
Le principali sostanze derivanti dall’attività antropica e causa di contaminazione esclusiva o prevalente della falda superficiale nel territorio piemontese, sono: Nitrati, Pesticidi, VOC e Metalli, principalmente Nichel e Cromo.
Inoltre vi sono anche riscontri, anche se in un numero minore, dei Perfluorati, principalmente nel corpo idrico GWB-S9 nell'Alessandrino.
Stato Chimico puntuale falda superficiale. Ripartizione dei punti di monitoraggio nelle 2 Classi anno 2023
Classi
Numero stazioni di monitoraggio
Buono
235
Scarso
93
Stato Chimico puntuale falda superficiale, ripartizione dei punti di monitoraggio nelle 2 Classi, anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Sistema idrico collinare e montano
Nel 2023 sono state monitorate le stazioni insistenti in 5 corpi idrici afferenti al sistema idrico collinare montano: 5 sono risultate in stato Buono e 1 in Stato Scarso, a causa della concentrazione di cromo esavalente, che si ipotizza, tuttavia, essere di origine naturale.
Stato Chimico puntuale sistema idrico collinare e montano. Ripartizione dei punti di monitoraggio nelle 2 Classi Anno 2023
Classi
Numero di stazioni di monitoraggio
Buono
5
Sacrso
1
Stato Chimico puntuale sistema idrico collinare e montano, ripartizione dei punti di monitoraggio nelle 2 Classi, anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Sistema idrico profondo
Le falde profonde presentano una situazione generalmente migliore rispetto a quelle superficiali.
Le principali sostanze, derivanti dall’attività antropica e causa di contaminazione esclusiva o prevalente delle falde profonde nel territorio piemontese, sono i composti organici volatili (VOC) e il cromo nella forma esavalente; alcuni contaminanti, soprattutto nitrati e pesticidi, sono stati riscontrati soprattutto nelle zone a più alta vocazione agricola, ma a concentrazioni tendenzialmente sotto lo Standard di Qualità Ambientale, mentre altri contaminanti hanno evidenziato anomalie locali e occasionali.
Stato Chimico puntuale falde profonde. Ripartizione dei punti di monitoraggio nelle 2 Classi anno 2023
Classi
Numero stazioni di monitoraggio
Buono
107
Scarso
36
Stato Chimico puntuale falde profonde, ripartizione dei punti di monitoraggio nelle 2 Classi, anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Stato chimico dei corpi idrici sotterranei
Lo Stato Chimico per corpo idrico sotterraneo è un indice che valuta la qualità chimica delle acque sotterranee per l’intero Corpo Idrico Sotterraneo (GWB).
È determinato sulla base della percentuale di area complessiva derivata dalle stazioni di monitoraggio che insistono sul corpo idrico e che presentano uno stato chimico definito.
In particolare, l’art. 4 comma 2c del DLgs 30/09 e s.m.i., prevede l’attribuzione dello stato Buono quando “lo standard di qualità delle acque sotterranee o il valore soglia è superato in uno o più siti di monitoraggio, che comunque rappresentino non oltre il 20 per cento dell'area totale o del volume del corpo idrico, per una o più sostanze”.
La procedura di valutazione intesa a determinare lo stato chimico di un corpo idrico sotterraneo è applicata per ciascuno degli inquinanti presenti nel corpo idrico considerati singolarmente, dapprima in ogni stazione di monitoraggio, e in seguito spazializzando il dato puntuale su base areale, con l’algoritmo geostatistico dei poligoni di Thiessen-Voronoi, che permette di definire l’area d’influenza di ciascun punto ricomposta sulla superficie totale del corpo idrico sotterraneo.
La normativa attuale prevede la classificazione dello stato chimico per corpo idrico sotterraneo a cicli sessennali che viene effettuata ricomponendo lo stato chimico annuale dei singoli corpi idrici sotterranei, quando determinato, secondo il criterio della prevalenza, ovvero quando lo stato buono è riscontrato per 4 anni su 6.
Sistema idrico superficiale di pianura e fondovalle
I corpi idrici sotterranei della falda superficiale nel 2023 presentano uno stato chimico in netta prevalenza Buono.
Per quanto riguarda i corpi idrici in stato Scarso, i contaminanti causa dello scadimento dello stato chimico sono stati Cromo esavalente e pesticidi.
Stato Chimico GWB falda superficiale. Ripartizione dei Corpi Idrici Sotterranei nelle 2 Classi anno 2023
Classi
Numero Corpi Idrici (GWB)
Buono
15
Scarso
2
Stato Chimico GWB falda superficiale, ripartizione dei Corpi Idrici Sotterranei nelle 2 Classi anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Sistema idrico collinare e montano
Nel 2023 i corpi idrici sotterranei appartenenti al sistema idrogeologico collinare e montano sono risultati in stato chimico buono con l’eccezione di un solo corpo idrico in stato scarso, a causa della presenza oltre il valore soglia di cromo esavalente, che si ipotizza, tuttavia, essere di origine naturale.
Stato Chimico sistema idrico collinare e montano. Ripartizione dei Corpi Idrici Sotterranei nelle 2 Classi anno 2023
Classi
Numero corpi idrici (GWB)
Buono
6
Scarso
1
Stato Chimico sistema idrico collinare e montano, ripartizione dei Corpi Idrici Sotterranei nelle 2 Classi, anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Sistema idrico profondo
Le falde profonde evidenziano una situazione migliore rispetto alla falda superficiale, anche in funzione del loro ambito di esistenza e circolazione idrica sotterranea, potenzialmente più protetto rispetto al sistema acquifero superficiale.
Infatti, nel 2023 tutti i corpi idrici risultano in stato Buono.
DECRETO 6 luglio 2016 Recepimento della direttiva 2014/80/UE della Commissione del 20 giugno 2014 che modifica l'allegato II della direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/07/16/16A05182/sg
Il substrato dei settori di pianura e dei principali fondovalle piemontesi è formato da elevati spessori di sedimenti alluvionali legati ai processi di formazione della catena alpina e ai successivi cicli di erosione e deposizione.
Queste successioni sedimentarie, ubicate a varia profondità con alternanze di livelli permeabili e impermeabili in funzione del relativo assetto idrogeologico, costituiscono un importante serbatoio di acque sotterranee, da cui prelevare sia risorse di buona qualità per uso potabile sia risorse ai fini industriali, agricoli o di altra natura.
Le attività di monitoraggio sono finalizzate a fornire informazioni sullo stato generale della qualità delle acque sotterranee, a scala regionale, in relazione al contesto idrogeologico di riferimento.
La classificazione dello stato chimico e l’individuazione dei corpi idrici sotterranei da sottomettere ad interventi di tutela per il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti, rappresentano un processo sufficientemente esaustivo per riconoscere le criticità esistenti.
Tuttavia, al di là della valutazione del rispetto dei requisiti di legge, sussiste una serie di approfondimenti necessari per comprendere le problematiche che influenzano la qualità delle acque sotterranee e fornire gli elementi utili a perfezionare e indirizzare le successive risposte programmatiche.
Confrontando i giudizi di stato attribuiti ai corpi idrici sotterranei (GWB) nel corso degli anni di monitoraggio ai sensi della direttiva europea sulle acque, si evidenziano alcune discrepanze fra gli stessi.
Questo aspetto non è da interpretare sempre come un cambio di tendenza (migliorativo o peggiorativo) dello stato della risorsa, ma spesso viene chiarito dal grado del Livello di Confidenza (LC) assegnato allo stato chimico del corpo idrico per il periodo di classificazione.
Infatti, la persistenza di situazioni borderline per uno o più contaminanti, che possono esprimere concentrazioni di poco superiori o inferiori agli Standard di Qualità Ambientali o ai Valori Soglia tali da determinarne il cambio di classe, oppure la variazione di un unico risultato puntuale che rappresenta una porzione importante del corpo idrico sotterraneo, producono un effetto determinante sul calcolo dell’indice di stato senza essere necessariamente associati ad un sostanziale cambio di tendenza con ripercussioni sotto il profilo ambientale.
La rete di monitoraggio regionale delle acque sotterranee è composta da stazioni di monitoraggio che comprendono pozzi, piezometri e sorgenti, afferenti ai seguenti corpi Idrici sotterranei:
13 corpi idrici sotterranei relativi al sistema idrico sotterraneo superficiale di pianura;
4 corpi idrici sotterranei relativi al sistema idrico sotterraneo superficiale di fondovalle;
7 corpi idrici sotterranei relativi al sistema idrico sotterraneo collinare e montano, dei quali uno introdotto nel 2020 e uno nel 2021;
6 corpi idrici sotterranei relativi al sistema idrico sotterraneo profondo.
La Rete di Monitoraggio delle Acque Sotterranee (RMRAS) è stata riesaminata nel nuovo Piano di Monitoraggio 2020-2025, dismettendo stazioni di monitoraggio non più utilizzabili - principalmente per l’impossibilità permanente di accesso al sito di monitoraggio, e aggiungendone di nuove.
Nel 2023 la rete è pertanto costituita da 545 stazioni di monitoraggio, delle quali 344 appartenenti al sistema acquifero superficiale, 191 a quello profondo e 10 rappresentate dalle sorgenti.
Sono compresi nella rete anche 119 piezometri strumentati per il monitoraggio quantitativo.
Non tutte le stazioni di monitoraggio vengono controllate tutti gli anni poiché la normativa vigente prevede due tipologie differenti di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei:
il monitoraggio di sorveglianza, che viene effettuato su tutti i corpi idrici due volte ogni periodo di monitoraggio sessennale
il monitoraggio operativo, che viene effettuato sui corpi idrici a rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e che si effettua negli anni fra un monitoraggio di sorveglianza e l’altro.
Per tenere sotto controllo alcune criticità ambientali in corpi idrici non a rischio in Piemonte è stato introdotto anche il monitoraggio operativo puntuale.
Il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei prevede la determinazione sia di sostanze che caratterizzano la risorsa idrica (parametri di base) sia di contaminanti.
I parametri di base sono determinati su tutti i corpi idrici mentre i contaminanti vengono determinati sui corpi idrici in base all’analisi delle pressioni e dei risultati pregressi.
In particolare, a ogni indicatore presente nell’analisi delle pressioni è stato associato un gruppo di parametri chimici da monitorare sulla base dell’impatto atteso delle indicazioni fornite dalle linee guida SNPA e della normativa vigente.
DECRETO 6 luglio 2016 Recepimento della direttiva 2014/80/UE della Commissione del 20 giugno 2014 che modifica l'allegato II della direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/07/16/16A05182/sg
La rete di monitoraggio regionale dei corsi d’acqua è composta da 335 corpi idrici (CI) con 345 stazioni di monitoraggio.
La rete è costituita da:
la rete base, stabile nella sua composizione negli anni, i cui corpi idrici sono stati sottoposti a monitoraggio in tutti i sessenni. E’ composta da 203 CI, dei quali 8 sono siti di riferimento;
la rete aggiuntiva, composta da 132 corpi idrici, con un monitoraggio di un solo anno nel corso di un sessennio effettuato al fine di convalidare i raggruppamenti di corpi idrici individuati per la classificazione dello stato di qualità;
la rete nucleo, individuata all'interno della rete base e che comprende corpi idrici in condizioni molto vicine alla naturalità come i siti di riferimento e i corpi idrici rappresentativi della presenza di diffusa attività antropica.
La rete di monitoraggio regionale dei laghi è composta da 12 corpi idrici, dei quali 9 naturali e 3 invasi artificiali.
I corpi idrici possono essere sottoposti a 3 tipologie di monitoraggio: Sorveglianza, Operativo, Indagine per specifici approfondimenti.
Il monitoraggio di sorveglianza si applica a corpi idrici classificati non a rischio o probabilmente a rischio e si propone di raggiungere i seguenti obiettivi:
integrare e convalidare la valutazione d’impatto e delle pressioni;
valutare le variazioni a lungo termine dello stato ecologico per cause naturali;
valutare le variazioni a lungo termine risultanti da una diffusa attività di origine antropica;
tenere sotto osservazione l’evoluzione dello stato ecologico dei siti di riferimento per la definizione di buono stato ecologico;
classificare i corpi idrici.
Il monitoraggio riguarda sia lo stato biologico si quello chimico.
Il monitoraggio di sorveglianza viene effettuato anche su corpi idrici ove è presente un impatto antropico, rispetto al quale è necessario valutare gli effetti a lungo termine.
Rispetto ai siti sensibili a questa problematica, viene definita una rete nucleo, costituita da corpi idrici fissi sottoposti ad un’attenta valutazione delle variazioni naturali e antropogeniche a lungo termine.
Tali variazioni vengono individuate tenendo presenti siti di riferimento o siti in un buono stato ecologico.
Il monitoraggio operativo è realizzato per:
stabilire lo stato dei corpi idrici identificati a rischio di non soddisfare gli obiettivi ambientali della direttiva quadro;
valutare qualsiasi variazione dello stato di tali corpi idrici risultante dai programmi di misure;
classificare i corpi idrici.
I siti di monitoraggio sono rappresentati dai corpi idrici che sono stati classificati a rischio di non raggiungere gli obiettivi ambientali sulla base dell’analisi delle pressioni e degli impatti e/o dei risultati di monitoraggio di sorveglianza e/o da precedenti campagne di monitoraggio.
Il monitoraggio d’indagine è richiesto in casi specifici e più precisamente:
quando sono sconosciute le ragioni di eventuali superamenti, ad esempio quando non si ha chiara conoscenza delle cause del mancato raggiungimento del buono stato ecologico e/o chimico, ovvero del peggioramento dello stato delle acque;
quando il monitoraggio di sorveglianza indica per un dato corpo idrico il probabile rischio di non raggiungere gli obiettivi e il monitoraggio operativo non è ancora stato definito, al fine di avere un quadro conoscitivo più dettagliato sulle cause che impediscono il raggiungimento degli obiettivi;
per valutare l'ampiezza e gli impatti dell'inquinamento accidentale.
I risultati di questo tipo di monitoraggio costituiscono la base per l'elaborazione di un programma di misure volte al raggiungimento degli obiettivi ambientali e di interventi specifici atti a rimediare agli effetti dell'inquinamento accidentale.
I parametri e la classificazione
Non tutti i parametri da monitorare sono raccolti su tutti i siti, si applicano dei criteri di selezione in modo da massimizzare le informazioni utili e minimizzare lo sforzo di monitoraggio calibrandolo sul diverso tipo di monitoraggio, sul rischio effettivo di riscontrare i contaminati, sulla possibilità tecnica di effettuare i rilievi o sulla significatività del dato.
Su tutti i corpi idrici della rete è applicato un protocollo analitico che comprende i parametri chimico fisici generali, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di corpi idrici individuati in base alla tipologia di monitoraggio, all’analisi delle pressioni e alla valutazione dei dati di monitoraggio precedente (D.lgs. 13 ottobre 2015, n. 172, art. 1, tabelle 1/A e 1/B).
Gli Elementi di Qualità Biologica (EQB) previsti dalla normativa sono i macroinvertebrati, le diatomee, le macrofite e la fauna ittica per i fiumi, anche il fitoplancton per i laghi.
La selezione degli EQB da monitorare è definita sulla base dei seguenti criteri:
sensibilità dell’EQB alle singole pressioni significative che incidono sui CI in base alle indicazioni della tabella 3.2 del Decreto 260/2010;
tipologia di monitoraggio (sorveglianza, operativo);
risultati della classificazione del periodo di monitoraggio precedente.
Nel caso di monitoraggio di sorveglianza si rilevano tutti gli EQB, mentre nel monitoraggio operativo vengono monitorati solo quelli ritenuti più sensibili alle effettive pressioni presenti sul corpo idrico in questione.
Sia nel monitoraggio di sorveglianza sia in quello operativo le componenti biologiche per le quali i metodi di campionamento risultano inapplicabili e/o i siti risultino inaccessibili sono escluse.
Gli Elementi Idromorfologici concorrono alla classificazione dello Stato Ecologico nel caso in cui tutte le altre componenti risultino in stato elevato.
La caratterizzazione degli elementi di qualità idromorfologica è quindi un elemento di conferma della classificazione di stato ecologico elevato e come elemento a supporto dell’interpretazione dei dati biologici nel caso dei corpi idrici sottoposti al monitoraggio di sorveglianza e dei soli corpi idrici con pressioni idromorfologiche significative se sottoposti a monitoraggio operativo.
La valutazione della qualità ambientale (QA) è fatta sul valore più basso tra quelli attribuiti allo Stato Chimico e allo Stato Ecologico.
Lo Stato Chimico (SC) è definito sulla base di un elenco di sostanze considerate di interesse a scala europea (Direttiva 2013/39/UE, v. allegati) e per le quali sono definiti Standard di Qualità ambientale (SQA).
Lo Stato Chimico viene espresso secondo 2 classi di qualità:
Buono
Mancato conseguimento dello stato Buono
La classe di Mancato conseguimento dello stato Buono è attribuita quando il valore medio annuo di concentrazione anche solo di una delle sostanze monitorate supera il valore medio annuo (SQA_MA) dato dallo specifico SQA o qualora venga superato il valore di concentrazione massima ammissibile (SQA_CMA) sempre dato dagli SQA.
Lo Stato Ecologico (SE) è definito in base al valore più basso attribuito agli elementi di qualità (EQ) monitorati tra quelli previsti:
elementi di qualità biologica (macroinvertebrati, diatomee macrofite e fauna ittica);
elementi generali fisico-chimici e chimici, a supporto degli elementi biologici;
elementi chimici a sostegno (inquinanti specifici);
elementi idromorfologici (indice di qualità morfologica – IQM - e indice di alterazione idrologica – IARI -).
Nella definizione dello stato ecologico, quindi, la valutazione degli elementi biologici diventa dominante e le altre tipologie di elementi (fisico-chimici, chimici e idromorfologici) vengono considerati a sostegno per la migliore comprensione e l’inquadramento dello stato delle comunità biologiche all’interno dell’ecosistema in esame.
La classe di Stato Ecologico viene espressa secondo 5 classi di qualità:
Elevato
Buono
Sufficiente
Scarso
Cattivo
Le condizioni di riferimento
La Direttiva quadro richiede che la classificazione dello stato ecologico di un corpo idrico sia effettuato per confronto effettivo con condizioni di riferimento teoricamente indisturbate.
L’individuazione di queste “condizioni di riferimento” è particolarmente complicata. In estrema sintesi il metodo adottato è stato quello di definire a priori in via teorica quali fossero queste condizioni per ciascuno dei tipi di corpi idrici presenti e quindi selezionare alcuni ambienti considerati in condizioni di riferimento dai quali ricavare empiricamente i parametri di qualità da utilizzare per la valutazione dei dati.
Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque http://data.europa.eu/eli/dir/2000/60/2014-11-20
La Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (Water Framework Directive - WFD o Direttiva Quadro Acque - DQA), che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di gestione e tutela delle acque interne superficiali, di transizione, costiere e sotterranee è stata recepita in Italia con il D.Lgs 152/06.
La Direttiva specifica le norme per impedire il deterioramento dello stato dei corpi idrici dell’Unione europea e per conseguire un «buono stato» dei fiumi, dei laghi e delle acque sotterranee in Europa entro il 2015.
Tutti i dati sulle reti e sulla classificazione dei corpi idrici in Piemonte sono visualizzabili e consultabili sul Geoportale di Arpa Piemonte.
In particolare, ciò prevede di:
proteggere tutte le forme di acqua (superficiali, sotterranee, interne e di transizione);
ripristinare gli ecosistemi in e intorno a questi corpi d’acqua;
ridurre l’inquinamento nei corpi idrici;
garantire un uso sostenibile delle acque da parte di individui e imprese.
Riportiamo di seguito le definizioni di:
Acque superficiali: le acque interne, ad eccezione delle acque sotterranee; le acque di transizione e le acque costiere. Acque sotterranee: tutte le acque che si trovano sotto la superficie del suolo. Acque interne: tutte le acque superficiali, correnti o stagnanti. Acque di transizione: le acque vicino alle foci dei fiumi, che sono parzialmente di natura salina ma contengono consistenti flussi di acqua dolce.
La normativa delega chiare responsabilità alle autorità nazionali, che hanno l’obbligo di:
individuare i singoli bacini idrografici presenti sul loro territorio, ovvero le aree territoriali circostanti che sfociano in specifici sistemi fluviali;
designare le autorità che gestiscono questi bacini in linea con le norme dell’Unione;
analizzare le caratteristiche di ciascun bacino idrografico e stabilire condizioni di riferimento per ogni tipologia di corpo idrico per qualificarne lo stato;
analizzare l’impatto delle attività umane e una valutazione economica dell’utilizzo idrico;
monitorare lo stato delle acque in ciascun bacino;
registrare le aree protette, come quelle utilizzate per l’acqua potabile, che richiedono particolare attenzione;
produrre e mettere in atto «piani di gestione dei bacini idrografici», per evitare il deterioramento delle acque superficiali, proteggere e migliorare le acque sotterranee e preservare le aree protette;
garantire che il costo dei servizi idrici sia recuperato, in modo che le risorse siano utilizzate in modo efficiente e chi inquina paga;
fornire informazioni e consentire una consultazione pubblica dei loro piani di gestione dei bacini idrografici.
Corpi idrici
Il Corpo Idrico è l’oggetto gestionale al quale è riferita la classificazione dello stato di qualità, le misure di tutela e di risanamento, la caratterizzazione quali-quantitativa delle pressioni antropiche che possono generare impatti sulla qualità chimico-fisica delle acque, delle comunità biologiche e dell’assetto idromorfologico.
Un corpo idrico è un elemento distinto e significativo, individuato sulla base delle pressioni antropiche, dello stato di qualità, delle caratteristiche naturali e omogenee per quanto riguarda gli aspetti connessi al clima, alla geologia e al rilievo, all’interno delle quali gli ecosistemi di acqua dolce dovrebbero presentare una limitata variabilità per le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche, cosicché quello che viene considerato un unico fiume è distinto in più corpi idrici.
Analogamente sono individuati più corpi idrici per le acque sotterranee, dai tecnici chiamati GWB o groundwater bodies.
In Piemonte sono stati individuati 598 corpi idrici fluviali, 37 corpi idrici lacustri e 36 corpi idrici sotterranei (16 superficiali, 6 profondi e 14 montano-collinari).
Reti di monitoraggio
Le reti di monitoraggio sono specifiche per ogni tipologia di corpo idrico e sono composte da più sottoreti destinate a raccogliere informazioni diverse al fine di ottimizzare lo sforzo di campionamento ed analisi, ridurre le ridondanze e mantenere la significatività delle informazioni raccolte.
Il periodo di monitoraggio al termine del quale si procede alla valutazione della qualità dei corpi idrici è di sei anni, suddiviso in due trienni nei quali viene monitorata l'intera rete base.
La rete base è stabile nella sua composizione negli anni e comprende corpi idrici sottoposti a monitoraggio periodico e costante, comprende anche siti di riferimento per la loro alta qualità ambientale.
La rete aggiuntiva è monitorata un solo anno nel periodo di monitoraggio al fine di convalidare i dati di raggruppamenti di corpi idrici al fine della classificazione del loro stato di qualità.
Vi è poi una rete nucleo che comprende parte dei punti di monitoraggio della rete base utili per avere i dati di condizioni molto vicine alla naturalità come i siti di riferimento o rappresentativi della presenza di diffusa attività antropica.
Monitoraggio
I corpi idrici possono essere sottoposti a 3 tipologie di monitoraggio: Sorveglianza, Operativo e di Indagine per specifici approfondimenti.
Il monitoraggio di sorveglianza si applica a corpi idrici classificati non a rischio o probabilmente a rischio e ha come obiettivo di convalidare la valutazione delle pressioni e di osservare le variazioni alungo termine dello stato di qualità degli stessi.
Il monitoraggio operativo è realizzato per stabilire lo stato dei corpi idrici identificati a rischio di non soddisfare gli obiettivi ambientali della direttiva quadro e per valutare qualsiasi variazione dello stato di tali corpi idrici risultante dai programmi di misure di tutela e salvaguardia, a più breve termine.
Il monitoraggio di sorveglianza viene effettuato su corpi idrici ove è presente un impatto antropico, rispetto al quale è necessario valutare più in dettaglio gli specifici effetti su lungo termine.
Ogni tipo di monitoraggio prevede uno specifico elenco di parametri da monitorare, in parte sovrapponibile ed in parte specifico per le particolarità del sito o delle pressioni o degli impatti individuati.
Per chiarire le differenze tra monitoraggio di sorveglianza e operativo si può dire che nel monitoraggio di sorveglianza si monitorano tutte le componenti e in quello operativo solo quelle strettamente connesse alle pressioni responsabili dell’impatto.
Raramente un corpo idrico è sottoposto ad una sola pressione o si riesce ad individuare una relazione univoca tra una pressione ed una componente da monitorare; quindi, anche nel caso di monitoraggio operativo ci saranno più componenti da monitorare, tuttavia, laddove il problema ambientale è noto o il non raggiungimento degli obiettivi è prevalentemente connesso al superamento degli standard di qualità europea, il monitoraggio operativo consente comunque di ridurre le componenti da monitorare.
Per i corpi idrici a rischio, dove è prevista l’adozione di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, il monitoraggio operativo è finalizzato a verificarne l’efficacia
Parametri di classificazione
I diversi tipi di monitoraggio sono progettati in modo da minimizzare lo sforzo di campionamento ed analisi, massimizzando al contempo l'informazione utile e pertinente per la conoscenza dello stato dei corpi idrici nei diversi luoghi, momenti e contesti ambientali, quindi non tutti i parametri da monitorare sono raccolti su tutti i siti, si applicano dei criteri di selezione in modo da calibrare il diverso tipo di monitoraggio sul rischio effettivo di riscontrare i contaminati, sulla possibilità tecnica di effettuare i rilievi o sulla significatività del dato.
In generale, quindi, su tutti i corpi idrici è applicato un protocollo analitico che comprende parametri chimico fisici generali, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di corpi idrici, come sopra spiegato, in base alla tipologia di monitoraggio, all’analisi delle pressioni e alla valutazione dei dati di monitoraggio del monitoraggio precedente.
Classificazione
Per ogni componente monitorata le norme definiscono dei criteri di valutazione e classificazione, abbiamo quindi delle classificazioni di qualità per le singole componenti fisico-chimiche, biologiche e idro-morfologiche, che concorrono alla classificazione finale della qualità dei corpi idrici, dato valido per valutare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla Direttiva quadro.
Tale classificazione finale si attesta sul valore peggiore riscontrato nel periodo di monitoraggio componendo i diversi indicatori e sottoindici, che a loro volta, se sono calcolati su più componenti, si attestano sul valore peggiore.
Le acque di balneazione sono le acque superficiali di mari, laghi o fiumi in cui si prevede che un congruo numero di persone pratichi la balneazione e per le quali non ci siano ragioni che abbiano spinto le autorità a imporre un divieto permanente di balneazione.
In queste acque è previsto un monitoraggio periodico durante tutta la stagione balneare per verificare che la loro qualità sia sufficientemente buona da permettere al pubblico di fare il bagno senza pericoli per la salute.
Nelle acque non individuate come di balneazione fare il bagno non è vietato, a meno che non siano presenti divieti per motivi specifici, ma non c’è un'attività regolare di monitoraggio a tutela dei bagnanti.
Ogni anno, i paesi dell’Unione devono individuare le acque di balneazione sul loro territorio e determinare la durata della loro stagione balneare.
Essi devono stabilire un monitoraggio nei luoghi più frequentati dai bagnanti o sottoposti a rischio più elevato di inquinamento. Tale monitoraggio deve essere effettuato tramite il prelievo:
almeno 4 campioni, di cui 1 prima dell’inizio della stagione balneare;
di 3 campioni soltanto se la stagione balneare non supera le 8 settimane oppure se la regione è soggetta a particolari impedimenti di tipo geografico.
I paesi dell’Unione devono comunicare i risultati del loro monitoraggio alla Commissione europea, nonché una descrizione delle misure di gestione della qualità delle acque. Il monitoraggio può essere sospeso in via eccezionale, previa comunicazione alla Commissione.
La valutazione della qualità delle acque è basata su dati microbiologici e la scala di classificazione di qualità delle acque è scarsa, sufficiente, buona o eccellente;
tutte le acque di balneazione nell’Unione devono essere state come minimo di qualità sufficiente, entro la fine della stagione balneare 2015. Inoltre i paesi dell’Unione devono adottare le misure necessarie per aumentare il numero delle acque di balneazione di qualità buona o eccellente.
In caso di qualità insufficiente, i paesi dell’Unione devono adottare le misure necessarie per la gestione e l’eliminazione dell’inquinamento, per la protezione e l’informazione dei bagnanti.
Le autorità nazionali devono permettere al pubblico di conoscere e partecipare alla gestione della qualità delle acque. I cittadini possono quindi formulare suggerimenti, osservazioni o reclami. Essi possono inoltre partecipare alla preparazione, alla revisione e all’aggiornamento degli elenchi della qualità dell’acqua.
Inoltre, i paesi dell’Unione devono assicurare che adeguate informazioni siano divulgate attivamente e messe a disposizione con tempestività durante la stagione balneare. Esse riguardano in particolare:
la classificazione delle acque, i divieti o gli avvisi che sconsigliano la balneazione;
una descrizione generale delle acque in un linguaggio non tecnico;
una descrizione del tipo e della durata di inquinamento.
Informazioni e risorse aggiuntive
Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque http://data.europa.eu/eli/dir/2000/60/2014-11-20
Direttiva 2008/105/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008 relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive del Consiglio 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE e 86/280/CEE, nonché modifica della direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/AUTO/?uri=celex:02008L0105-20130913
Direttiva 2006/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 febbraio 2006, relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione e che abroga la direttiva 76/160/CEE http://data.europa.eu/eli/dir/2006/7/oj
Lo stato ecologico dei laghi deriva dalla valutazione integrata degli indici relativi alle comunità biologiche indagate (IPAM - fitoplancton, LFI - fauna ittica, MacroIMMI – macrofite, EPI-L - diatomee, ICMF indice composito macrofite-diatomee, BQIES- macrobenthos), dall’indice LTLeco e dalla verifica degli Standard di Qualità Ambientali (SQA) per gli inquinanti specifici.
Ogni metrica individua una classe di stato, la classe più bassa tra quelle attribuite dalle diverse metriche indagate determina la classe di stato ecologico del corpo idrico.
La classificazione dello Stato Ecologico avviene al termine di un triennio/sessennio di monitoraggio, ma annualmente, se previsti, vengono calcolati gli indici relativi alle diverse componenti monitorate.
LTLeco -livello trofico laghi per lo stato ecologico
L'indice LTLeco è un indice sintetico che descrive lo stato trofico delle acque lacustri.
I parametri considerati per la definizione dell’LTLeco sono il fosforo totale, la trasparenza e l’ossigeno disciolto espresso come % di saturazione.
I dati dell’anno 2023 evidenziano che tutti i 7 laghi monitorati ricadono nella classe Sufficiente dell’indice LTLEco, in continuità con i risultati degli anni precedenti.
Indice LTLeco. Ripartizione dei Corpi Idrici Lacustri nelle 5 classi - anno 2023
Classi
Numero di corpi idrici
Elevato
0
Buono
0
Sufficiente
7
Scarso
0
Cattivo
0
Indice LTLeco, Ripartizione dei Corpi Idrici Lacustri nelle 5 classi - anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Fitoplancton - Indice IPAM
Il fitoplancton è costituito da organismi fotosintetici (microalghe) viventi in sospensione nelle acque lacustri.
Lo stato della comunità fitoplanctonica è valutato attraverso l’indice IPAM o Metodo italiano di valutazione del fitoplancton.
Si tratta di un indice multimetrico che considera la biomassa, come concentrazione di clorofilla A e biovolume, e la composizione della comunità attraverso l'indice PTIot.
L’IPAM può quindi essere considerato un indice prevalentemente trofico.
I dati dell’anno 2023 evidenziano che 4 dei 7 corpi idrici lacustri monitorati ricadono nella classe Buono e 3 in quella Sufficiente.
Fitoplancton. Ripartizione dei Corpi Idrici Lacustri nelle 5 classi - anno 2023
Classi
Numero di corpi idrici
Elevato
0
Buono
4
Sufficiente
3
Scarso
0
Cattivo
0
Fitoplancton. Ripartizione dei Corpi Idrici Lacustri nelle 5 classi - anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Macrofite - Indice MacroIMMI
Lo stato della comunità di macrofite è valutato attraverso l’indice MacroIMMI (Macrophytes Italian MultiMetric Index).
Si tratta di un indice multimetrico che considera la composizione della comunità e la sua abbondanza.
Diatomee – indice EPI-L
Lo stato della comunità diatomica è valutato attraverso l’indice EPI-L (Eutrophication/Pollution Index - Lake).
L’indice prevede l’attribuzione alle diverse specie diatomiche di un peso trofico e di un valore indicatore che sono in relazione ai livelli di trofia.
Ai fini della classificazione gli indici MacroIMMI ed EPI-L sono aggregati nell’indice ICMF, indice composito Macrofite e Fitobenthos
Macrobenthos – Indice BQIES
Lo stato della comunità macrobentonica è valutato attraverso l’indice BQIES (Benthic Quality Index Expected Species).
Si tratta di un indice che considera la composizione e l’abbondanza dei taxa, la diversità e il rapporto tra taxa sensibili e tolleranti.
Nel 2023 le comunità vegetali sono state monitorate nel lago di Viverone.
Lo Stato Chimico è un indice che valuta la qualità chimica dei corsi d’acqua. La valutazione dello Stato Chimico è definita a livello comunitario in base a una lista di sostanze considerate di interesse e per le quali sono previsti Standard di Qualità Ambientale (SQA) europei fissati dalla Direttiva 2013/39/UE, recepiti dal D.Lgs 172/2015 e riportati in tabella 1/A. La verifica degli standard di qualità ambientale è effettuata attraverso il confronto della concentrazione media annua di ogni singola sostanza con il rispettivo standard di qualità (SQA_MA) e, per alcune sostanze, del singolo valore di concentrazione con il rispettivo standard (SQA_CMA).
La verifica degli standard di qualità ambientale viene effettuata ogni anno per le stazioni oggetto di monitoraggio, così come individuato nel Programma sessennale di monitoraggio.
La classificazione dello Stato Chimico avviene al termine del triennio/sessennio di monitoraggio. Lo Stato chimico può assumere due classi: Buono e Non Buono. La classe NON Buono è attribuita quando anche solo una sostanza tra quelle monitorate ed elencate nella tabella 1/A supera il valore del rispettivo Standard di Qualità Ambientale, in almeno uno degli anni di monitoraggio.
Nel 2023, 7 dei nove laghi monitorati ricadano nella classe di stato chimico Buono mentre per gli altri 2 lo Stato Chimico risulta Non Buono a causa del superamento dello standard di qualità ambientale per il parametro PFOS.
La maggior parte dei numerosi laghi piemontesi sono il risultato dei fenomeni legati al ritiro dei ghiacciai a partire dalla fine del Pleistocene.
Molti di essi sono di piccole dimensioni, ma non mancano laghi molto grandi come il Lago Maggiore, che viene condiviso con la Svizzera e la confinante Lombardia.
I principali laghi piemontesi sono sottoposti a programmi di monitoraggio per la valutazione dello stato generale della qualità delle acque a scala regionale.
Nel sessennio di monitoraggio 2014-2019 il 67% dei corpi idrici lacustri sono stati classificati in uno Stato Ecologico Buono o superiore e il 33% in uno stato ecologico Sufficiente.
Per quanto riguarda lo Stato Chimico, il 92% di questi particolari corpi idrici è risultato in classe Buono.
Stato Chimico dei corpi idrici in Piemonte - LAGHI – sessennio 2014-2019 - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive
DECRETO 8 novembre 2010, n. 260 Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del medesimo decreto legislativo. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2011/02/07/011G0035/sg
Obiettivo importante del monitoraggio è la verifica degli impatti delle diverse pressioni insistenti sui corpi idrici; una delle pressioni più presenti e diffuse sul territorio piemontese è l’agricoltura.
A partire dal 2009 Arpa Piemonte ha elaborato un indicatore sintetico che permette di valutare il fenomeno della contaminazione da prodotti fitosanitari delle acque superficiali.
La metodologia utilizzata prevede l’analisi dei seguenti fattori: la frequenza di riscontri nell’anno, vale a dire il numero di campioni, tra quelli prelevati, positivi per la presenza di residui di pesticidi; la concentrazione media annua della somma di tutte le sostanze attive riscontrate nei singoli campioni; il numero di sostanze attive riscontrate nell’anno in ogni stazione di campionamento.
I singoli fattori considerati sono poi raggruppati in classi e a ogni classe viene attribuito un punteggio.
Prodotti fitosanitari: Punteggi attribuiti ai campioni in base ai residui di pesticidi, alle medie annue e al numero di sostanz
Campioni/anno con residui
Punteggio
Medie annue somma µg/L
Punteggio
Sostanze/punto numero
Punteggio
0
0
0
0
0
0
1>5
1
0>0.1
1
1>5
1
5>10
2
0.1>1
2
5>10
2
> 10
3
> 1
3
> 10
3
Prodotti fitosanitari: Punteggi attribuiti ai campioni in base ai residui di pesticidi, alle medie annue e al numero di sostanze attive - Fonte Arpa Piemonte
In base alla somma dei punteggi dei parametri considerati viene definita una categorizzazione dell’indice sintetico che permette di valutare l’entità del fenomeno di contaminazione delle acque superficiali da prodotti fitosanitari, come riportato in tabella.
Prodotti fitosanitari: Sintesi delle categorie dei punteggi attribuiti ai campioni - Fonte Arpa Piemonte
Mediante questo indice, è possibile confrontare i risultati del monitoraggio regionale per la contaminazione da prodotti fitosanitari, svolto su quasi 90 stazioni di campionamento dal 2009 al 2023, tutti gli anni.
Prodotti fitosanitari: Indice di contaminazione da Fitosanitari - Fonte Arpa Piemonte
Il dato del numero di sostanze riscontrate è nel tempo aumentato anche in ragione dell’affinamento delle tecniche analitiche e dell’aumento del numero di sostanze analizzate. Si passa da circa 70-80 principi attivi nei primi anni a più di 100 nel 2023.
Di seguito la tabella che dà conto del numero di punti monitorati nel 2023 in cui è presente almeno una sostanza.
Presenza di prodotti fitosanitari nelle acque nel 2023. Per ogni sostanza viene indicato il numero di punti monitorati in cui è presente - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive
DCR 258 - 25537 Approvazione delle disposizioni di attuazione per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ai fini della tutela dell’ambiente, della salute e della biodiversità ai sensi degli articoli 14 e 15 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 (Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi) e del Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po. http://serviziweb.csi.it/solverweb/IndexDocumentServlet?id=87970