Il substrato dei settori di pianura e dei principali fondivalle piemontesi è formato da elevati spessori di sedimenti alluvionali legati ai processi di formazione della catena alpina e ai successivi cicli di erosione e deposizione.
Queste successioni sedimentarie, ubicate a varia profondità con alternanze di livelli permeabili e impermeabili in funzione del relativo assetto idrogeologico, costituiscono un importante serbatoio di acque sotterranee, da cui prelevare sia risorse di buona qualità per uso potabile sia risorse ai fini industriali, agricoli o di altra natura.
Le attività di monitoraggio sono finalizzate a fornire informazioni sullo stato generale della qualità delle acque sotterranee, a scala regionale, in relazione al contesto idrogeologico di riferimento.
La classificazione dello stato chimico e l’individuazione dei corpi idrici sotterranei da sottomettere ad interventi di tutela per il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti, rappresentano un processo sufficientemente esaustivo per riconoscere le criticità esistenti.
Tuttavia, al di là della valutazione del rispetto dei requisiti di legge, sussiste una serie di approfondimenti necessari per comprendere le problematiche che influenzano la qualità delle acque sotterranee e fornire gli elementi utili a perfezionare e indirizzare le successive risposte programmatiche.
Confrontando i giudizi di stato attribuiti ai corpi idrici sotterranei nel corso degli anni si evidenziano in alcuni casi variazioni di stato apparentemente poco chiare.
Questo dipende dal fatto che a volte uno o più contaminanti presentino concentrazioni poco sotto o poco sopra i limiti stabiliti, cosicché al loro variare si determinano cambi di classe del corpo idrico in peggio o in meglio: piccole variazioni producono cioè un effetto determinante sul calcolo dell’indice di stato senza però essere necessariamente associati ad un sostanziale cambio di tendenza della qualità sotto il profilo ambientale.
A ciò si aggiunga che ogni dato analitico ha un livello di confidenza, ovvero di affidabilità, che in questi casi prossimi ai valori limite, non consente di dire con certezza se il dato è maggiore o minore degli stessi.