Contaminazione radioattiva dell'acqua di falda superficiale a Saluggia

Il sito nucleare di Saluggia (VC) manifesta un’alta criticità dal punto di vista radioprotezionistico, dal momento che:

  • si trova nell’area di esondazione del fiume Dora Baltea;
  • la zona è caratterizzata da un’alta vulnerabilità della falda acquifera superficiale;
  • vi è stoccata una grande quantità di rifiuti radioattivi – liquidi e solidi – e di combustibile nucleare irraggiato;
  • è situato a circa 1,5 km a monte del campo pozzi di uno dei più grandi acquedotti del Piemonte, l’Acquedotto del Monferrato.

Presso il sito è stata riscontrata – a partire dal 2006 – la presenza di Sr-90, Co-60, Cs-137 e H-3 nell’acqua di falda superficiale prelevata a valle degli impianti. Mentre è noto che la contaminazione da Co-60 è imputabile ad un incidente occorso nel 1986 presso il Complesso LivaNova (ex Sorin) – Avogadro, le possibili fonti di rilascio di contaminanti in falda sono molteplici, alcune delle quali non sono ad oggi state puntualmente individuate. L’area alla quale nel corso degli ultimi anni si è prestata maggiore attenzione è all’interno del Complesso LivaNova - Avogadro ed è costituita dalle celle calde di manipolazione di sorgenti ad alta attività, dal deposito temporaneo di rifiuti e dal bunker dove sono stoccati i rifiuti provenienti dal decommissioning del reattore Avogadro.

I valori delle concentrazioni riscontrati non sono significativi dal punto di vista radioprotezionistico, ed in particolare non costituiscono un rischio per la popolazione, ma rappresentano un importante indicatore ambientale di alcune criticità impiantistiche. Il calcolo della dose all'individuo rappresentativo della popolazione non ha mai evidenziato il superamento del limite di non rilevanza radiologica di 10 µSv/anno.
Nella mappa sono riportati i punti di controllo dell’acqua di falda superficiale presso il sito nucleare di Saluggia secondo il programma di monitoraggio straordinario concordato con la Regione Piemonte e condiviso dal Tavolo Tecnico istituito presso la Regione Piemonte stessa.

Punti di misura nel sito di Saluggia (VC) e all'intorno - Fonte Arpa Piemonte
Il campo pozzi dell’Acquedotto del Monferrato è situato nell’area in basso a destra.

Per dare una risposta alla problematica della presenza dei radionuclidi nell’acqua di falda superficiale a Saluggia, a partire dal 2006 è stato istituito un “Tavolo Tecnico nucleare” dedicato. Al Tavolo siedono la Regione, l’ISIN, l’Arpa, le Prefetture, le Province e i Comuni interessati, gli esercenti nucleari, l’Autorità d’Ambito n. 5 ed il Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato. Gli incontri si sono intensificati nel corso degli anni ed hanno affrontato le problematiche inerenti all’intero comprensorio. Le attività di monitoraggio radiologico della falda superficiale e le indagini impiantistiche e documentali presso gli impianti, coordinate dal Tavolo, hanno evidenziato la presenza di situazioni che necessitano di intervento ed hanno dato l’impulso ad avviare le necessarie azioni di rimedio, finalizzate ad incrementare la sicurezza ed a determinare un complessivo riordino del sito.
Nel corso del 2018 è stato individuato, come fonte della contaminazione da Trizio, uno dei vani del manufatto (denominato “bunker”) contenente materiali derivanti dal decommisioning del reattore Avogadro e da attività pregresse, oggetto di un piano di intervento ai fini della decontaminazione non ancora attuato.
Inoltre, dal 2018, in relazione all’interramento di rifiuti radioattivi nell’area del deposito di LivaNova Site Management srl, sono stati introdotti nel campionamento della falda due pozzi di controllo a valle e a monte dell’area interessata. 

Non si evidenziano attualmente incrementi di rilasci correlabili al fenomeno oggetto di indagine.

L’impianto EUREX-SO.G.I.N.

L’impianto EUREX (Enriched URaniun EXtraction) – in origine di proprietà ENEA – è un impianto chimico di riprocessamento di elementi di combustibile nucleare irraggiato ad alto arricchimento in U-235 concepito per provare, in scala pilota, schemi chimici idonei al riprocessamento di combustibile irraggiato proveniente da reattori di potenza. L’impianto è stato realizzato nel periodo 1965-1970. A partire dall’ottobre 1970 sono stati riprocessati  506 elementi metallici MTR (Material Testing Reactor). Successivamente, nel 1974, l’impianto è stato modificato in vista di campagne sperimentali di riprocessamento di combustibili da reattori di potenza. In tale ambito, dall’ottobre 1980 alla fine del 1983 sono stati riprocessati 72 elementi di combustibile irraggiato di tipo CANDU (CANada Deuterium Uranium) della centrale canadese di Pickering (Ontario). A partire dal 1984 l’impianto di riprocessamento non ha più funzionato e l’attività più significativa svolta in EUREX è stata la solidificazione delle soluzioni di plutonio (ora trasferito negli USA) ottenute dal riprocessamento degli elementi CANDU, mediante l’impianto UMCP, Unità Manuale di Conversione del Plutonio (dal giugno 1988 al marzo 1991). Nel 2003 la titolarità della Licenza d’esercizio è stata trasferita da ENEA a SO.G.I.N.


Il complesso LivaNova - Deposito Avogadro

Il complesso LivaNova-Avogadro nasce alla fine degli anni ’50 con la costruzione del reattore di ricerca Avogadro – RS1, realizzato per iniziativa di SORIN S.p.A. – Società Ricerche e Impianti Nucleari S.p.A. – costituita nel 1957 da FIAT S.p.A. e Montecatini S.p.A. Intorno al reattore si è avuta negli anni la proliferazione di numerose società e installazioni dedicate ad attività di studio, ricerca, produzione e stoccaggio di materiali radioattivi, appartenenti sia al ciclo del combustibile nucleare sia al campo della ricerca farmacologica ed industriale. Attualmente, dopo varie trasformazioni avvenute nel tempo, il complesso ospita il Deposito Avogadro S.p.A e un insieme di altre attività in carico ad un unico soggetto: Livanova Site Management S.r.l. (ex Sorin Site Management S.p.A.).

Il deposito Avogadro

Il Deposito Avogadro è sorto in seguito alla ristrutturazione del reattore di ricerca Avogadro del tipo a piscina che venne impiegato nel campo delle indagini sugli effetti dell’irraggiamento radioattivo sui materiali nel periodo 1960-1971; dopo un decommissiong parziale avvenuto tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 è stato convertito, con le opportune modifiche necessarie, in deposito temporaneo per elementi di combustibile nucleare irraggiato. L’esercizio come deposito ha avuto inizio nel 1984 per far fronte alle esigenze ENEL di gestione del combustibile irraggiato proveniente dalle centrali elettronucleari di potenza e continua tuttora su contratto SO.G.I.N. A partire dal 1984 sono stati stoccati 371 elementi di combustibile nucleare irraggiato, di cui 49 provenienti da Trino e 322 da Garigliano. Nel biennio 2007 – 2008 è stato trasferito presso il Deposito Avogadro il combustibile stoccato nella piscina dell’impianto EUREX. Nel periodo 2003-2005 si svolsero le operazioni di trasferimento di 259 elementi UO2 di Garigliano destinati al riprocessamento nell’impianto di Sellafield (GB), mentre nel 2013 si conclusero le operazioni di trasferimento del combustibile di Trino all’impianto di La Hague (F). Al momento restano 63 elementi MOX di Garigliano destinati al trasferimento presso l’impianto di La Hague.

Il Complesso LivaNova

Il Complesso LivaNova comprende attualmente al suo interno:

  •  un deposito temporaneo di rifiuti radioattivi di bassa e media attività derivano dalle attività di ricerca in campo nucleare che si svolgevano nel centro SORIN, dalla raccolta di rifiuti radioattivi provenienti dalle strutture ospedaliere clienti della SORIN stessa e dalle attività di bonifica ancora in corso;
  • un bunker in calcestruzzo dove sono stoccati i rifiuti radioattivi provenienti dal decommissioning del reattore Avogadro;
  • una struttura denominata “celle calde” comprendente due celle in calcestruzzo baritico per la manipolazione di sorgenti ad alta attività di cui la prima venne impegnata fino al 1986 per la manipolazione di sorgenti sigillate ad alta attività utilizzate per impieghi medici ed industriali e la seconda sino alla fine degli anni ‘60 per esperienze di metallurgia svolte in collaborazione con il CISE (entrambe le celle sono chiuse e compartimentate dal 1986 in seguito ad un incidente occorso il 23 ottobre dello stesso anno. 

Una terza cella era destinata alla manipolazione di sorgenti di Ir-192.

Risorse e informazioni aggiuntive

L'intera serie delle relazioni sul monitoraggio del sito nucleare di Saluggia è reperibile sul sito istituzionale di Arpa Piemonte a questo collegamento: https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/radioattivita/siti-nucleari/saluggia/attivita-di-monitoraggio

In questa relazione Siti nucleari