Contaminazione diffusa del suolo

Il suolo è lo strato superiore della crosta terrestre, costituito da componenti minerali, organici, acqua, aria e organismi viventi; rappresenta una risorsa essenzialmente non rinnovabile, che svolge numerose funzioni e fornisce servizi fondamentali per le attività umane e la sopravvivenza degli ecosistemi.

Il suolo e la moltitudine di organismi che in esso vivono forniscono cibo, biomassa, fibre e materie prime, regolano i cicli dell'acqua, del carbonio e dei nutrienti e rendono possibile la vita sulla terra.

La matrice suolo ha un ruolo prioritario nella salvaguardia delle acque sotterranee dall’inquinamento, nel controllo della quantità di CO2 atmosferica, nella regolazione dei flussi idrici superficiali con dirette conseguenze sugli eventi alluvionali e franosi, nel mantenimento della biodiversità, nei cicli degli elementi nutritivi ecc.  

Dallo stato di salute del suolo dipende la qualità della biomassa vegetale con evidenti ripercussioni sull’intera catena alimentare.  

Il suolo può essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e sono attribuibili ad un unico soggetto chiaramente individuabile, o da fonti diffuse alle quali è riconducibile la contaminazione di aree in genere estese, per le quali risulta difficile o impossibile discriminare il contributo delle singole fonti che hanno causato la contaminazione.

La contaminazione diffusa del suolo è un fenomeno che può avere ripercussioni negative sulla qualità dell’ambiente, sulla salute dell’uomo e sull’economia.  

I contaminanti che si depositano al suolo possono infatti essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse, soprattutto nel caso di presenza contemporanea di più contaminanti la cui interazione può amplificare gli effetti negativi.

Le attività industriali, il traffico automobilistico, gli impianti di produzione energetica e di trattamento dei rifiuti, il riscaldamento domestico e altre attività umane immettono nell’atmosfera inquinanti che si depositano al suolo e permangono per lunghi periodi prima di essere degradati o trasportati dall’acqua.

Anche l’utilizzo prolungato in agricoltura di concimi, antiparassitari, liquami zootecnici e fanghi di depurazione delle acque può provocare un progressivo accumulo di metalli pesanti e altri contaminanti.