Arpa Piemonte realizza un programma di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte, con l'obiettivo di valutare la presenza, origine, intensità e distribuzione spaziale della contaminazione diffusa del suolo, individuare aree critiche caratterizzate da elevate probabilità di superamento dei limiti individuati dalle normative vigenti e fornire parametri statistici di riferimento dei contaminanti a diverse scale di rappresentazione.
I dati forniti dalla rete di monitoraggio rappresentano una indispensabile base scientifica di riferimento in attività correlate alla valutazione della qualità dell’ambiente, alla pianificazione territoriale, all'adozione di pratiche di gestione sostenibile, alla certificazione della qualità del suolo, all’utilizzo sostenibile e circolare delle terre da scavo e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo.
Il monitoraggio dei suoli è effettuato raccogliendo ed analizzando campioni su una rete di punti distribuiti su tutto il territorio regionale.
Il campionamento dei suoli è stato ampliato progressivamente con approfondimenti realizzati in base ai risultati ottenuti in corso d'opera.
Per ogni stazione di monitoraggio sono analizzate a diverse profondità le concentrazioni dei metalli pesanti per i quali sono fissati valori limite dal D.Lgs. 152/06 (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A) per i suoli ad uso verde pubblico, privato e residenziale e dal D. n. 46/2019 per i suoli agricoli.
Per parte delle stazioni di monitoraggio sono inoltre analizzati diossine e furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
L'elaborazione dei dati attraverso modelli predittivi geostatistici consente di ottenere rappresentazioni spaziali della concentrazione dei contaminanti a diverse scale di dettaglio (regionale, comunale, di dettaglio).
In base ai risultati ottenuti dai modelli previsionali, sono delimitate sul territorio aree omogenee di concentrazione dei contaminanti e aree critiche che presentano probabilità elevate di superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 152/06.
Per ogni area omogenea sono effettuate valutazioni relative alla presenza, origine, intensità della contaminazione diffusa e vengono forniti i principali parametri statistici di riferimento.
I risultati evidenziano per il Piemonte la presenza di tre principali gruppi di contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa:
- Contaminanti di prevalente origine naturale: metalli pesanti quali cromo (Cr), nichel (Ni), cobalto (Co), vanadio (V) e arsenico (As) che presentano aree critiche solitamente molto estese e ben delimitate sul territorio, con concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati rispetto ai limiti di legge. L’origine è principalmente attribuibile al substrato litologico e/o ai sedimenti che hanno contribuito alla formazione del suolo.;
- Contaminanti di prevalente origine antropica: metalli pesanti piombo (Pb), rame (Cu), zinco (Zn) e antimonio (Sb) che presentano aree critiche di dimensioni ridotte, concentrazioni più elevate in corrispondenza degli orizzonti superficiali ad indicare deposizione da contaminazione diffusa. L’origine dell’inquinamento diffuso è attribuibile a deposizioni atmosferiche (traffico stradale, riscaldamento domestico, attività industriali etc…) ed attività legate all’agricoltura intensiva (utilizzo di concimi, fitofarmaci, fanghi di depurazione, liquami zootecnici etc…);
- Contaminanti organici: diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) di origine prevalentemente antropica (combustioni di idrocarburi, attività industriali, incenerimento di rifiuti etc…). Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto il territorio con concentrazioni medie e valori di fondo ampiamente al disotto dei limiti di legge. Non sono state individuate zone critiche, mentre i pochi superamenti riscontrati sono da attribuire a casi isolati di contaminazione puntuale.
Lo studio sulla contaminazione diffusa del suolo finalizzato alla definizione di parametri statistici di riferimento e valori di fondo naturale per aree omogenee di concentrazione, è coerente con quanto disposto da normative europee, nazionali e regionali:
- Strategia del Suolo per il 2030 approvata dalla Commissione Europea, che sarà parte integrante dell’attuazione del Green Deal europeo, indica una serie di punti fermi e azioni da realizzare tra le quali potenziare la ricerca, la raccolta di dati e il monitoraggio del suolo. Da segnalare anche l’intenzione di favorire l’istituzione di un “passaporto” per i suoli scavati e riutilizzati, con il fine di controllare la qualità e migliorane il riutilizzo del suolo promuovendone l’economia circolare.
- COM(2023) 416: Proposal for a Soil Monitoring and Resilience (Soil Monitoring Law). La proposta prevede la progettazione e realizzazione di reti di monitoraggio dei suoli a scala nazionale con criteri omogenei per tutti i paesi dell’UE;
- D.Lgs. 152/2006, parte IV, titolo V: disciplina la materia della bonifica dei siti contaminati e definisce l'inquinamento diffuso quale "la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine".;
- D.Lgs. 152/2006, art. 239 - c: prevede che “gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso sono disciplinati dalle regioni con appositi piani, fatte salve le competenze e le procedure previste per i siti oggetto di bonifica di interesse nazionale;
- D.Lgs. 152/2006, art. 240 - b: specifica che "nel caso in cui il sito potenzialmente contaminato sia ubicato in un’area interessata da fenomeni antropici o naturali che abbiano determinato il superamento di una o più concentrazioni soglia di contaminazione, queste ultime si assumono pari al valore di fondo esistente per tutti i parametri superati";
- D.P.R. 120/2017, art. 2 - h: introduce il concetto di "ambito territoriale con fondo naturale" definendolo come "porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti";
- D.M. 46/2019, art. 2 - d: definisce il "valore di fondo geochimico" quale "distribuzione di una sostanza nel suolo derivante dai processi naturali, con eventuale componente antropica non rilevabile o non apprezzabile" ;
- D.M. 46/2019, all. 2, art. 3: stabilisce le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) per i suoli delle aree agricole da utilizzare solo in assenza di Valori di Fondo Geochimico (VFG) validati da ARPA/APPA;
- L.R. Piemonte 42/2000, art. 2: stabilisce che la Regione Piemonte promuove la realizzazione di studi, di indagini, di ricerche, di documentazioni, di progettazioni, di organizzazione di dati anche finalizzati all'attività di pianificazione e che la stessa è competente in ordine alla formulazione dei piani di disciplina degli interventi di inquinamento diffuso;
- DGR Piemonte 2 luglio 2021, n. 8-3474: prende atto dello studio di Arpa Piemonte sui valori di concentrazione di cromo, nichel e cobalto nei suoli del Comune di Torino, sancisce il percorso metodologico da utilizzare per la determinazione dei valori di fondo naturale a grande scala di dettaglio e prevede di estendere gradualmente all’intero territorio regionale gli approfondimenti contenuti nello studio;
- DGR Piemonte 2 luglio 2021, n. 8-3474: specifica che occorre fare riferimento ai parametri statistici di riferimento definiti dalla Rete di monitoraggio ambientale dei suoli di Arpa in riferimento a quanto stabilito nell’articolo 11 comma 1 del D.P.R. 120/2017 (“Il piano di indagine può fare riferimento anche ai dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine”);
- DGR Piemonte 9 maggio 2023, n. 277-11379 – Il piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate - PRUBAI, nell’obiettivo 5 stabilisce di “Prevedere strategie per l’inquinamento diffuso”. L’azione 5.1 stabilisce di “prevedere studi e attività di approfondimento, in collaborazione con Arpa Piemonte, sulle situazioni di inquinamento diffuso e di fondo naturale per le matrici suolo e acque sotterranee”.