La pianificazione di bacino costituisce il riferimento principale per quanto riguarda il tema del dissesto idrogeologico. I dati relativi al dissesto idrogeologico piemontese sono contenuti principalmente nei piani di bacino, livello di pianificazione previsto dalla legge quadro sulla Difesa del suolo (183/1989), oggi sostituita dal (e confluita nel) D.lgs. 152/2006, III parte.
La legge 183 pose le basi per la costituzione delle "Autorità di bacino", dapprima di ambito territoriale nazionale o regionale, oggi sostituite dalle Autorità di Bacino Distrettuale.
Il piano che ha avviato il processo di pianificazione e aggiornamento del quadro del dissesto è il Piano per l’assetto idrogeologico (PAI), il quale perimetra e norma dissesti di versante (frane, conoidi, valanghe) e dissesti idraulici (esondazioni lungo il reticolo idrografico minore) e che riprende e integra, attraverso successive varianti, le fasce fluviali (A, B, C) lungo il reticolo idrografico principale già tracciate dal Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) del 1998.
Il PAI, approvato nel 2001 e tutt'ora in vigore, definisce un assetto di progetto del corso d’acqua prevedendo anche le “linee B di progetto”, che rappresentano la necessità di protezione di abitati o infrastrutture che diversamente sarebbero interessati dalla piena di riferimento, ovvero quella pari ad un tempo di ritorno di circa 200 anni.
Si configura come un piano–processo in continuo aggiornamento, in quanto impone ai comuni di adeguare il proprio quadro del dissesto attraverso gli strumenti urbanistici, dettagliando alla scala locale le condizioni di pericolosità e rischio.
Per quanto riguarda il rischio idraulico lungo il reticolo idrografico principale, il PAI si aggiorna attraverso successive varianti alle fasce fluviali (oggi definite, appunto, “aggiornamenti”), condivise tra Regione, Autorità di Bacino e AIPO.
L’individuazione della pericolosità, del rischio, dei dissesti e delle misure di cui sopra hanno rilevanza per la programmazione degli interventi di sistemazione idrogeologica nell’ambito della piattaforma ministeriale Rendis – Repertorio nazionale degli interventi di difesa del suolo.
La Regione Piemonte, in considerazione di quanto sopra e della valenza che gli strumenti urbanistici comunali assumono anche in materia di difesa del suolo e di sicurezza del territorio, fornisce indicazioni e indirizzi specifici in tal senso a partire dal 2001, attraverso disposizioni ad oggi abrogate e sostituite dalla DGR n. 64-7417 del 7/4/2014, attualmente vigente.