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Priorità 2.A - Promuovere le misure di efficienza energetica

Anno
2025

La Strategia Energetica Nazionale 2017 (SEN2017) assegna all’efficienza energetica la priorità assoluta in quanto “contribuisce
contemporaneamente al raggiungimento di tutti gli obiettivi di costo e competitività, sicurezza, crescita e qualità dell’ambiente”. Gli obiettivi proposti dalla Commissione Europea al 2030 (Clean Energy Package) su emissioni climalteranti (-55%), efficienza energetica (-32,5 %) e quota FER su consumi finali lordi (32 %) sono corroborati dalla proposta di estensione dell’Effort Sharing Decision al 2030 che ha fissato nuovi target obbligatori di riduzione delle emissioni da settori non-ETS per gli Stati membri (per l’Italia: - 33% rispetto al 2005).

Lo sfidante obiettivo, assegnato al ruolo dell’efficienza energetica, deve essere altresì letto nell’ottica di una cospicua riduzione delle emissioni collegate agli usi finali. Le problematiche di qualità ambientale sono fortemente interrelate con l’utilizzo massivo di energia legato alla climatizzazione degli ambienti e ai sistemi di trasporto.

Da non trascurare anche i risvolti positivi che gli interventi in campo energetico assumono non solo per quanto riguarda la salute umana ma anche il confort abitativo e degli ambienti lavorativi nonché un miglioramento tangibile della qualità del servizio pubblico (sicurezza, vivibilità e aggregazione, valorizzazione anche estetica degli spazi pubblici).

Obiettivi strategici della priorità:

  • Migliorare l’efficienza energetica di strutture e infrastrutture.
  • Sostenere la ricerca e l’innovazione per lo sviluppo tecnologico in campo energetico.
  • Perseguire elevati standard di sostenibilità energetico-ambientale nei nuovi strumenti di pianificazione.
     
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MAS 1 - Accompagnare la transizione del sistema produttivo piemontese verso un modello in grado di coniugare competitività e sostenibilità

Anno
2025

Questa macro-area strategica orienta la conversione del sistema produttivo e lo sviluppo di nuova imprenditorialità che sappia coniugare economia circolare e innovazione tecnologica e sociale in un quadro di rinnovamento e rilancio complessivo del Piemonte.

La conversione del sistema produttivo, in generale, richiede di investire in cambiamenti graduali fondati su attente analisi delle condizioni che li rendono possibili (inter-settorialità, coinvolgimento degli stakeholder, azioni di comunicazione e promozione nei confronti dei consumatori, ecc.), nell’ottica di ricercare equilibrio tra sostenibilità economica, ambientale e sociale, aumentando la competitività e contestualmente riducendo gli impatti sull’ambiente e le diseguaglianze sociali.

La transizione dettata dagli indirizzi e programmazioni di scala europea e nazionale rappresenta, anche per il Piemonte, una straordinaria occasione per innovare e rilanciare il proprio sistema socio-economico, per un nuovo modello di sviluppo che coinvolga tutti i settori produttivi e le comunità, con una funzione ri-generativa per tutte le aree del territorio regionale. In questo contesto le imprese e i professionisti di tutti i settori sono chiamati a ri-disegnare i processi produttivi e i prodotti rivedendoli in un’ottica di territorializzazione, oltre che di internazionalizzazione, in modo da restituire valore e benessere al Piemonte.

Per questo, l’economia circolare è il modello di sviluppo socioeconomico che meglio possa realizzare la transizione.
Gli investimenti verso un modello circolare per lo sviluppo del Piemonte intendono rafforzare la base industriale e artigianale e favorire la creazione di imprese e l’imprenditorialità tra le PMI.

Il nuovo Piano di azione dell’Unione europea per l’economia circolare esprime la chiara convinzione che l’estensione dell’economia circolare agli operatori economici tradizionali contribuirà in modo significativo al conseguimento della neutralità climatica entro il 2050 e alla dissociazione della crescita economica dall’uso delle risorse, garantendo nel contempo la competitività a lungo termine dell’UE e una ripresa dalla crisi pandemica orientata alla sostenibilità. Il modello di crescita circolare viene descritto come rigenerativo e capace di contribuire agli obiettivi di riduzione dell’impronta dei consumi.

Il Piano d’azione pone un quadro strategico solido e coerente in cui i prodotti, i servizi e i modelli di business sostenibili considerati in tutte le fasi del loro ciclo di vita costituiranno la norma:

  • al fine di trasformare i modelli di consumo in modo da evitare innanzitutto la produzione di rifiuti;
  • focalizzandosi sulle catene di valore dei prodotti chiave: elettronica e TIC, batterie e veicoli, imballaggi, plastica, prodotti tessili, costruzioni e edilizia, prodotti alimentari;
  • riducendo i rifiuti e garantendo il buon funzionamento del mercato interno dell’UE per le materie prime secondarie di alta qualità.
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Priorità 1.B - Equilibrio tra sostenibilità economica, risparmio di energia e materiali, input alla conversione del sistema produttivo

Anno
2025

Questa priorità dà centralità allo sviluppo dell’economia circolare, della bio-economia e della digitalizzazione in Piemonte e a tutti quei processi e rinnovate forme di governance che, nei diversi settori produttivi, ri-disegnano l’economia in chiave di valorizzazione e territorializzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, tenendo conto delle diversità territoriali della nostra regione.

Sul fronte dell’economia circolare il Piemonte lavora ad un sistema che adotti un approccio che consideri tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti (LCA), in cui più attività, a partire dalla produzione, siano organizzate in modo che lo scarto diventi risorsa e possa sviluppare filiere produttive che producano benefici economici, sociali e ambientali. Occorre quindi potenziare l’infrastrutturazione del settore del trattamento mirato alla valorizzazione dei rifiuti e ri-disegnare i processi produttivi (eco-design) facilitando l’innovazione di processo e prodotto con la conversione delle produzioni esistenti e promuovendo l’insediamento di nuove imprese. Inoltre, la prevenzione rappresenta uno dei temi su cui occorrerà investire nei prossimi anni promuovendo interventi atti al contenimento della produzione “alla fonte”. Ciò comporta, da un lato, trovare soluzioni per ampliare la durata di vita dei prodotti ed incentivare processi di produzione con meno sprechi e, dall’altro, orientare le scelte dei consumatori verso prodotti e servizi che generino meno rifiuti.

In questo ambito la bio-economia, che coinvolge più settori produttivi, deve essere rigenerativa cioè deve utilizzare le risorse naturali con modalità compatibili con la loro resilienza e contribuire alla loro rinnovabilità, mantenendo nel tempo la fertilità dei suoli e le altre condizioni ecologiche che consentono di rigenerarle. Per far questo occorre tener presente quindi non solo i fattori di pressione diretti e immediati delle sue attività che possono generare impatti ambientali, ma anche quelli indiretti e di medio e lungo termine.

Nel campo della digitalizzazione si intende sviluppare il processo di trasformazione strutturale e radicale del Piemonte: dalle infrastrutture digitali, ai servizi della Pubblica Amministrazione, alla collaborazione tra pubblico e privato per generare innovazione in tutti i settori produttivi.

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MAS 3 - Curare il patrimonio culturale e ambientale e la resilienza dei territori

Anno
2025

Questa macroarea delinea le strategie del Piemonte per l’integrazione nelle politiche di sostenibilità del capitale naturale come bene comune, la cui qualità e funzionalità va preservata e valorizzata e di cui riconoscere il valore di “servizio” per il benessere e lo sviluppo socioeconomico della società piemontese, e delle altre componenti del capitale territoriale, quali risorse collettive cruciali nell’attivazione di percorsi di sviluppo sostenibile. In questa chiave, il patrimonio ambientale e culturale, inteso come “valore” e non come “esternalità”, assume centralità e orienta la visione dello sviluppo socioeconomico dei territori e la loro gestione, attraverso: la tutela di acque e dei suoli, la biodiversità, la riduzione delle marginalità territoriali e la valorizzazione delle risorse culturali, paesaggistiche e ambientali.

I "servizi ecosistemici”, su cui il Piemonte intende investire per salvaguardare gli stock di capitale naturale, sono riconducibili alle quattro categorie identificate dal Millenium Ecosystem Assessment, ovvero:

  • l’approvvigionamento, come la produzione di cibo, di acqua potabile, di materiali e combustibile;
  • la regolazione, come la depurazione dell’acqua, l’impollinazione, il controllo delle infestazioni e la regolazione del clima;
  • il supporto alla vita, come la biodiversità, il ciclo dei nutrienti e la formazione del suolo;
  • i valori culturali, fra cui quelli estetici, spirituali, educativi e ricreativi che vanno a integrare il capitale culturale del territorio piemontese.


Mentre alcuni di questi beni e servizi sono forniti esclusivamente dal capitale naturale, altri sono ottenuti in complementarietà o attraverso l’interazione con gli altri tipi di capitale - sociale, manifatturiero e finanziario - su cui le altre macro-aree della Strategia intervengono.
I servizi prodotti dal capitale naturale sono inoltre affrontati in relazione agli impatti generati dalle pressioni che insistono su di essi, quali i cambiamenti climatici, il consumo di suolo e l'inquinamento, che amplificano i danni per l’economia e per la società rendendo sempre più complesse le soluzioni per lo sviluppo economico e sociale del Piemonte.

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