L’Accordo di Parigi è stato adottato nel dicembre 2015 a Parigi nel corso dei lavori della Conferenza delle Parti dell’UNFCCC - Convenzione Quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici - (COP21) con il consenso unanime dei 197 Paesi rappresentati presso le Nazioni Unite.
L’accordo ha posto le basi per un’azione globale di contenimento della crescita della temperatura media del pianeta entro limiti ritenuti accettabili e, al contempo, per limitare gli impatti negativi dei cambiamenti climatici attraverso l’adattamento.
L’Accordo di Parigi mira a rafforzare la risposta mondiale alle minacce del cambiamento climatico in un contesto di sviluppo sostenibile e di eradicazione della povertà, ponendo tre grandi obiettivi generali:
- contenere la crescita della temperatura media globale della Terra ben al disotto dei 2 °C rispetto all’era preindustriale e fare ogni sforzo per limitare l’incremento entro 1,5 °C nella consapevolezza che ciò potrà significativamente ridurre rischi e impatti connessi con i cambiamenti climatici;
- accrescere la capacità di adattamento agli impatti avversi dei cambiamenti climatici, incrementare la resilienza e favorire uno sviluppo sostenibile a basso livello di emissioni in una modalità tale da non minacciare la produzione di cibo;
- costruire flussi finanziari coerenti con il percorso di uno sviluppo sostenibile dell’economia mondiale.
L’Accordo sottolinea, dunque, la volontà comune di agire contestualmente sia sul fronte della mitigazione sia su quello dell’adattamento, nella consapevolezza che, a prescindere dalle azioni virtuose che saranno intraprese per la riduzione delle emissioni in atmosfera di gas ad effetto serra, i cambiamenti climatici sono comunque in atto e produrranno rilevanti impatti sull’ambiente e sui settori socioeconomici.
Ogni Stato è chiamato, secondo le sue possibilità e condizioni di sviluppo, ad esplicitare le modalità con le quali si impegna a concorrere al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Al contrario di quanto avvenuto per il Protocollo di Kyoto, i Paesi hanno presentato dei Contributi Nazionali Volontari (INDCs), che, in seguito alla ratifica dell’accordo, hanno assunto carattere prescrittivo, diventando Contributi Determinati su Base Nazionale (NDCs).
È entrato in vigore il 4 novembre 2016 quando il 55 dei Paesi che rappresentano almeno il 55% delle emissioni globali di gas a effetto serra ha sottoscritto l'Accordo. L'Italia lo ha ratificato il 27 ottobre 2016.
L’Accordo, nel prevedere strumenti e meccanismi per facilitarne l’implementazione (capacity building e cooperazione internazionale), richiede agli Stati di predisporre un inventario nazionale delle fonti e degli assorbimenti delle emissioni antropogeniche di gas ad effetto serra e di produrre rapporti biennali nei quali inserire anche notizie in merito agli impatti dei cambiamenti climatici e agli adattamenti.