Nel corso della stagione invernate 2022-23 l’attività valanghiva spontanea non è stata particolarmente rilevante e si è limitata a territori limitati in periodi circoscritti.
La maggior parte delle valanghe spontanee so-no state osservate nei mesi di marzo e maggio e sono state associate a nevicate che hanno preceduto un periodo mite.
Il 9 gennaio in alta Val di Susa si stacca una valanga nel comune di Bardonecchia. La zona del distacco, a circa 2700 m di quota, si trova su un ripido pendio rivolto a sud tra il Colle del Frejus e la Punta del Frejus.
La valanga viene filmata alle 15 circa dagli impianti del Melezet data la sua dimensione molto grande e la notevole componente nubiforme.
Dopo i pendii superiori molto aperti si incanala e termina la sua corsa circa 700 m di dislivello più a valle. La stazione automatica del Sommeiller (2981 m) ha misurato circa 30 cm di nuova neve il giorno prima della valanga subito seguita da una forte ventilazione da ovest, nordovest che ha determinato sulla stazione evidenti erosioni della neve al suolo.
Neve fresca e vento hanno quindi determinato sovraccarico della neve nella zona del distacco ed essendo ancora asciutta la valanga ha determinato la componente nubiforme.
A metà marzo viene osservata dal Parco Alpi Cozie un’intensa attività valanghiva spontanea in Val Troncea (Pragelato, TO) con valanghe di grandi dimensioni che hanno aggiunto il fondovalle a seguito della nevicata che è risultata molto umida fino in quota.
Dall’8 al 12 marzo la stazione automatica di Sestriere Banchetta (2458 m) ha misurato una cumulata di neve fresca superiore a 30 cm seguita da un brusco rialzo termico con temperature positive anche di notte tra il 12 e il 13 marzo con, eventi di pioggia che localmente hanno superato i 2200 m.
Il 12 marzo viene osservato il distacco della “valanga del Vallonetto”, avvenuto il giorno precedente, ovvero dal vallone che separa il Monte Banchetta dal Monte Rognosa in sinistra idrografica del Torrente Chisone.
Il fronte del distacco è risultato molto ampio (circa 900 m).
Si è trattato di un distacco avvenuto tra i 2600-2800 m su pendii rivolti prevalentemente a est – nordest, di una valanga a lastroni di superficie di neve umida che ha raggiunto il torrente Chisone.
Il giorno seguente si sono distaccate diverse valanghe di grosse dimensioni di neve umida a debole coe-sione lungo tutta la Val Troncea.
Un nuovo aumento dell’attività valanghiva spontanea si è registrato nel mese di maggio in seguito alle nevi-cate più rilevanti della stagione e dal successivo periodo più mite. La maggior parte delle valanghe sono state osservate ad inizio mese, nuovamente sui settori occidentali e meridionali.
Un primo periodo di instabilità si è osservato a inizio maggio quando, dopo un periodo particolarmente mi-te, tra il 30 aprile e il 1 maggio si sono registrate precipitazioni nevose in quota.
Il 2 maggio, salendo verso la Sella d’Asti a fianco del Pic d’Asti in Val Varaita (Pontechianale - CN), sono state osservate valanghe di medie e grandi dimensioni di superficie di neve umida che si sono staccate dai versanti assolati in prossimità di affioramenti rocciosi. Le zone del distacco sono state prevalentemente a quote elevate (sopra i 3000 m) e ad esposizione prevalentemente sudovest. Nella stessa giornata in Valle Gesso, in direzione del Passo dei Detriti (Valdieri - CN) sono state osservate tipologie simili di valanghe. Anche in questo caso valanghe generalmente di medie dimensioni a debole coesione di neve umida da pendii esposti ad ovest a quote elevate, sopra i 3000m.
L’attività valanghiva più intensa è stata osservata anche in questo caso sulle Alpi Cozie Nord di confine dove, dopo un periodo piuttosto mite con temperature sempre positive anche di notte tra il 27 e le prime ore del 30 maggio, sono stati registrati nuovi apporti di neve fresca di circa 30 cm (stazione automatica di Sestriere Banchetta - 2480 m).
Sempre il 2 maggio gli agenti del Parco Alpi Cozie hanno osservato numerose valanghe anche di dimensioni molto grandi sia a debole coesione che a lastroni dalla Punta Rognosa (Sestriere, TO) e dai canali nord, nordest che scendono dai pendii tra il Querrellet e il Passo San Giacomo con una quota di distacco compresa tra i 2500-2800m. Nella stessa giornata in alta Val Troncea, su pendii simili per quota, esposizione e morfologia, si sono staccate numerose valanghe prevalentemente a debole coesione di neve umida da ogni canale ed incisione tra il Monte Barifreddo e il Monte Appenna raggiungendo in alcuni punti il Torrente Chisone.
Valanghe di grandi dimensioni di neve umida sia a debole coesione che a lastroni sono state osservate anche il 3 maggio in occasione del rilievo nivologico in Valle Argentera (Cesana Torinese, TO); le valanghe hanno interessato la maggior parte dei pendii ripidi esposti a nordest con zone di distacco comprese tra i 2500 e i 3000 m di quota.
Un secondo periodo di instabilità nel mese di maggio si è osservato tra il 18 e il 21 quando le intense precipitazioni e che hanno interessato la regione hanno determinato nevicate umide fino a 3000m ed eventi di pioggia su neve alle quote inferiori. La stazione automatica del Rifugio Gastaldi (2659m) ha misurato una cumulata di neve fresca di 118 cm e temperature di poco negative anche di notte a dimostrazione della quota delle nevicate molto elevata.
Il manto nevoso intriso di acqua a quote medio elevate è stato per alcuni giorni piuttosto instabile soprattutto su pendii molto ripidi.
Il 22 maggio, nonostante la scarsa visibilità e le cattive condizioni metereologiche, il gestore del Rifugio Ciriè ha fotografato uno dei tanti scaricamenti di neve bagnata che sono precipitati dai salti di roccia sopra il Pian della Mussa (Balme, TO).
Lo stesso giorno vengono ripresi scaricamenti sia in alta e media Val Chisone che sulle Alpi Marittime, in particolare in Valle Gesso dove le nevicate sono state più copiose.
Informazioni e risorse aggiuntive
Valanghe https://www.arpa.piemonte.it/temi/neve-ghiacciai/valanghe?pid=19