Normativa sul Radon
La protezione della popolazione dall’esposizione al radon è stabilita e regolata dalle seguenti norme:
Con l’emanazione del D.Lgs 101/2020, “Attuazione della Direttiva europea 2013/59/Euratom che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i rischi derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti”, è stato fissato un Livello di Riferimento di 300 Bq/m3 per i luoghi di lavoro e le abitazioni. Tale valore rappresenta in termini di media annuale un livello oltre il quale occorre procedere ad interventi di risanamento rivolti a limitare l’ingresso e l’accumulo del radon negli edifici. Il Valore di 300 Bq/m3 è definito come un Livello di Riferimento e non come un semplice limite di legge propriamente detto e al di sotto del quale si è giustificati a non intervenire in alcun modo. In termini di miglioramento della salubrità degli ambienti di vita è invece sempre auspicabile cercare di ridurre la concentrazione di radon a cui si è esposti anche a valori inferiori a 300 Bq/m3.
Alle regioni il medesimo D.Lgs 101/20 e smi attribuisce lo specifico compito di individuare le aree prioritarie cioè quei territori dove si prevede che la concentrazione media annua superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici. Fino all’adozione di un apposito Piano nazionale d’azione radon, previsto dall’art.10 del suddetto Decreto, per l’individuazione delle aree prioritarie si applica il criterio di cui all’art.11 comma 3, cioè si individuano a “rischio radon” le aree in cui almeno il 15% delle abitazioni al piano terra supera il Livello di Riferimento. In tali aree l’obbligo della misura nei Luoghi di Lavoro si estenderà anche ai piani seminterrati e ai piani terra. Nell’art.19 sono stabiliti, inoltre, gli interventi nelle aree prioritarie relativi al radon nelle abitazioni volti ad incentivare la misurazione del radon, con l’attuazione, dove necessario, degli opportuni interventi di risanamento.
La Legge regionale 5/2010 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti” prevede che la Regione si doti di strumenti idonei per l’individuazione, la prevenzione e la riduzione dei rischi connessi all’esposizione al gas radon e alla radioattività di origine naturale e che competono all’Arpa le attività di controllo ambientale della radioattività di origine naturale.
Deliberazione della Giunta Regionale 25 novembre 2022, n. 61-6054 “L.r. 5/2010. Individuazione, ai sensi dell’art.11, comma 3, del D.lgs. 101/2020, delle “aree prioritarie”, già "zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon", ai sensi dell’art.10 sexies del D.lgs. 230/1995 e disposizioni attuative del Piano regionale di Prevenzione 2020-2025, di cui alla d.g.r. 16-4469 del 29.12.2021”.
Prevenire è meglio che curare
"Prevenire è meglio che curare" è un vecchio detto più che mai attuale per la problematica del radon negli edifici, specialmente oggi in cui i progetti di ristrutturazione edilizia indirizzati al risparmio energetico producono in generale un minor ricambio d’aria negli ambienti abitati.
L’efficientamento energetico degli edifici, ad esempio tramite la messa in opera di serramenti a maggior tenuta, può infatti avere come rovescio della medaglia un significativo incremento della concentrazione di radon e di altri inquinanti indoor.
I metodi per prevenire l’accumulo del radon in un’abitazione sono sostanzialmente gli stessi di quelli attuati per risanare situazioni esistenti ma, se realizzati in fase di costruzione, risultano assai meno onerosi.
Di seguito illustriamo brevemente alcuni semplici principi a cui si dovrebbero uniformare i progetti e i regolamenti edilizi per limitare l’accumulo del radon. Tali accorgimenti, se attuati su vasta scala, sono utili a produrre un generale abbassamento dell’esposizione al radon, migliorando così la qualità e la salubrità degli ambienti interni.
Agendo sul ricambio d’aria e sui meccanismi di ingresso del radon nelle strutture è possibile ridurre, con relativa facilità, la presenza del radon.
A seconda dei casi può essere sufficiente aumentare l’aerazione naturale, oppure introdurre una ventilazione forzata, che può essere attuata direttamente nel locale o in un vespaio e nelle intercapedini. In ogni caso è fondamentale predisporre l’aerazione del vespaio in modo che possa eventualmente essere forzatamente aumentato il ricambio d’aria in un secondo tempo.
È utile inoltre sapere che, spesso, in un locale abitato, è meglio immettere aria priva di radon dall’esterno piuttosto che aspirare l’aria dall’interno. Nel primo caso, infatti, si crea una leggera sovrappressione che ostacola l’ulteriore ingresso di radon dal pavimento e dalle pareti. Nel secondo caso, invece, c’è il rischio di richiamare altro radon dal suolo. Fortunatamente oggi, al riguardo, la tecnica offre scambiatori d’aria a recupero energetico che moderano fortemente la dispersione del calore.
Un’ulteriore fronte nella lotta al radon è, poi, la continua evoluzione dei materiali edilizi rivolti all’isolamento e separazione dell’edificio dal suolo.
Essi, anche se principalmente orientati all’isolamento termico, possono giocare a favore di una riduzione del radon, creando una barriera al suo passaggio. Occorre, però, assicurarsi che dispongano delle adeguate certificazioni a riguardo e siano poi posati a regola d’arte.
Nelle situazioni in cui non è facile intervenire internamente all’edificio possono invece essere realizzati all’esterno i così detti “pozzetti radon”: cavità in cui i gas del suolo vengono aspirati (depressurizzazione del suolo) e il radon viene trascinato in esterno prima che possa insinuarsi all’interno dell’abitazione.
Si ricorda infine che nella normativa è stata introdotta la figura professionale dell’esperto in risanamento radon come riferimento per la parte progettuale degli interventi inerenti al radon sulla struttura di un edificio.
Nel 2022 la Regione Piemonte, con la Delibera della Giunta Regionale del 25 novembre 2022 n.61-6054, ha individuato dette aree prioritarie ai sensi dell’art. 11 del D.Lgs. 101/2020.
In tali aree definite a “rischio radon” l’obbligo della misura si estende anche ai piani seminterrati e piani terra.
Per prevenire l’esposizione al radon negli edifici, Arpa Piemonte è disponibile per verificare l’efficacia delle azioni intraprese negli edifici in cui si è riscontrata un’elevata concentrazione di radon.
Informazioni e risorse aggiuntive
Radon - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Radon
Regione Piemonte Radon https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/radon
DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101 Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell'articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117 https://www.normattiva.it/eli/id/2020/08/12/20G00121/CONSOLIDATED
Deliberazione della Giunta Regionale 25 novembre 2022, n. 61-6054 L.r. 5/2010. Individuazione, ai sensi dell’art.11, comma 3, del D.lgs. 101/2020, delle “aree prioritarie”, gia' "zone ad elevata probabilita' di alte concentrazioni di attivita' di radon", ai sensi dell’art.10 sexies del D.lgs. 230/1995 e disposizioni attuative del Piano regionale di Prevenzione 2020-2025, di cui alla d.g.r. 16-4469 del 29.12.2021. http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2023/02/attach/dgr_06054_1050_25112022.pdf
Becquerel - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Becquerel
Sievert - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Sievert
Dosimetria - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Dosimetria