In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel 2024 siano nate 22.886 aziende in Piemonte, 207 unità in più rispetto a quanto rilevato per il 2023, mentre 23.268 imprese hanno cessato la propria attività (1.176 in più rispetto al 2023, pari a +5,3%). Il saldo è debolmente negativo per 382 unità.
Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2024 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 419.634 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,1% delle imprese nazionali. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita debolmente negativo pari al -0,09%, dato peggiore sia rispetto a quanto rilevato per il tessuto imprenditoriale piemontese nel corso del 2023 (+0,14%), sia rispetto al risultato messo a segno nel 2024 a livello complessivo nazionale, dove il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni ha dato luogo a un tasso di crescita del +0,62%.
A livello di forma giuridica si evidenzia, in linea con le dinamiche riscontrate a livello nazionale, una sostenuta espansione delle società di capitale (+3,19%) e una contrazione, più o meno accentuata, di tutte le altre realtà. Oggi le oltre 93mila società di capitale costituiscono il 22,4% del totale delle imprese con sede in Piemonte, a fronte del 15,8% di dieci anni fa.
La debole contrazione subita dal tessuto imprenditoriale complessivo scaturisce da trend settoriali che, anche nel 2024, sono risultati fortemente differenziati. I comparti degli altri servizi e delle costruzioni registrano le performance migliori, mettendo a segno uno sviluppo della rispettiva base di imprese dell’1,28% e 0,43%. È proseguita, inoltre, la tendenza espansiva delle attività del turismo, che segnalano una progressione dello stock di imprese dello 0,41%. Si confermano, invece, sul terreno negativo le dinamiche rilevate per gli altri comparti.
Il dato regionale è frutto, infine, di dinamiche piatte o negative registrate dalle diverse realtà provinciali. Si collocano in zona stagnazione Asti, Torino e Biella, mentre tutti gli altri territori segnano invece una contrazione del tessuto imprenditoriale.
In base ai dati del Registro imprese della Camera di Commercio, nel corso del I trimestre 2025 sono nate in Piemonte 7.603 aziende, 336 unità in meno rispetto a quanto rilevato nel I trimestre 2024. Nello stesso periodo, le imprese che hanno cessato la propria attività sono state 8.986 (al netto delle cancellazioni d’ufficio), ben 887 in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. La sintesi tra i due flussi conduce a un saldo negativo per 1.383 unità.
Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2025 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 417.810 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,1% delle imprese nazionali.
L’andamento del tessuto imprenditoriale piemontese per forma giuridica conferma anche per quest’anno un’espansione delle sole società di capitale in continuità con la dinamica evidenziata negli ultimi anni, con un incremento dello +0,57%, mentre le altre forme giuridiche evidenziano una dinamica di contrazione.
Nel I trimestre del 2025 quasi tutti i comparti hanno mostrato tassi di crescita negativi. Fanno eccezione solo gli altri servizi che segnano un +0,21%. Le costruzioni subiscono una flessione dello 0,36%, seguite dal turismo con un -0,49%. L’industria in senso stretto registra una contrazione della propria base di imprese dello 0,78% e il commercio cala dello 0,82%. Il dato peggiore appartiene all’agricoltura il cui tasso di crescita si attesta al -1,30%.
Le imprese femminili
Dal Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi risulta che le imprese femminili registrate in Piemonte a fine 2024 sono 93.905 unità, il 22,4% del totale del tessuto produttivo regionale in diminuzione di 785 unità rispetto a quanto registrato nel 2023.
Le quasi 94mila imprese femminili registrate in Piemonte rappresentano il 7,2% delle realtà imprenditoriali guidate da donne presenti in Italia. Il Piemonte resta, anche nel 2024, la sesta regione per numerosità assoluta di aziende “in rosa”.
L’universo femminile dell’imprenditoria piemontese ha caratteristiche specifiche: è più internazionalizzato della componente non femminile: il 13,3% è guidato da donne straniere; in secondo luogo è più giovane: il 10,2% ha alla guida donne con meno di 35 anni. La presenza artigiana è minore: poco più di un’impresa su cinque è artigiana. Minore è anche la dimensione media delle imprese: il 97,0% delle aziende guidate da donne ha meno di 10 addetti.
I settore prevalenti si confermano: il commercio all’ingrosso e al dettaglio (23,8%), le altre attività dei servizi (12,5%), l’agricoltura (12,3%), e il turismo (9,7%).
L’analisi per forma giuridica conferma, rispetto al totale del tessuto produttivo regionale, una maggiore concentrazione di ditte individuali, che rappresentano il 66,1% delle realtà guidate da donne. Risulta invece minore la presenza di società di persone e di capitale, che costituiscono rispettivamente il 16,0% e il 16,3% dell’universo piemontese di imprese femminili e hanno un’incidenza relativa sul totale delle aziende piemontesi inferiori alla media.
E’ in continua crescita la propensione delle imprenditrici a far ricorso a modelli aziendali più strutturati (le società di capitale femminili sono aumentate del +3,0% nel 2024, e la quota di oggi è superiore di circa 5 punti percentuale a quella del 2014).
L’analisi territoriale rivela come l’incidenza dell’imprenditoria femminile sia superiore alla media regionale nelle province di Alessandria (23,2%), Verbano C.O. (23,0%), Novara (23,0%), e Vercelli (22,7%). Asti (22,5%), Torino (22,2%) e Cuneo (22,1%) registrano una quota rosa prossima alla media regionale, mentre Biella registra la concentrazione minore (21,4%).
Le esportazioni
Nel 2024 il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato su 60,5 miliardi di euro, registrando un calo del 4,9% rispetto al 2023, come risulta dal Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.
Se nel 2023 il Piemonte aveva segnato il risultato migliore tra le principali regioni esportatrici italiane, nel 2024 non solo ha evidenziato il calo più significativo, ma ha anche perso la quarta posizione a vantaggio della Toscana, regione che, invece, ha fornito il contributo più significativo per la tenuta dell’export nazionale.
Il Piemonte scende in quinta posizione, con una quota dell’export nazionale che si attesta al 9,7%.
I mezzi di trasporto, nonostante il calo, rappresentano ancora il primo settore di specializzazione delle esportazioni piemontesi con una quota del 21,4%.
Al secondo posto si colloca il comparto meccanico: la variazione registrata si è attestata al -0,6% sul 2023. L’alimentare, con oltre 8,6% miliardi di merci esportate nel 2024, occupa la terza posizione, evidenziando un incremento del 4,7% delle esportazioni. La filiera del tessile e abbigliamento, grazie a uno sviluppo delle vendite oltre confine del 7,5% si porta in quarta posizione, mentre la chimica segna una contrazione dello 0,9%. La gomma plastica genera una quota del 7,4% e mostra un aumento dell’export dell’1,7%. I metalli infine subiscono un calo (-5,5%) superiore a quello medio regionale.
Analizzando nel dettaglio il risultato mostrato dai mezzi di trasporto emerge come la performance maggiormente penalizzante appartenga all’export di autoveicoli che segna, nel corso del 2024, un calo di oltre 34 punti percentuali. Anche la componentistica autoveicolare subisce una flessione, ma di entità decisamente più modesta.
La principale area di destinazione delle vendite piemontesi all’estero è, anche nel 2024, quella comunitaria: tra gennaio e dicembre dello scorso anno, infatti, i Paesi dell’Ue-27 hanno acquistato prodotti locali per 36,5 miliardi di euro, generando il 60,3% dell’export regionale, a fronte del 39,7% assorbito dai mercati extra Ue-27.
Nel dettaglio dei singoli Paesi, Francia e Germania si confermano primo e secondo mercato di sbocco delle merci piemontesi, generando rispettivamente il 15,3% e 13,3% del valore complessivo. Gli Stati Uniti restano il terzo partner di riferimento dell’export piemontese, con una quota dell’8,3%.