Sulla base dei dati dell’ultimo Censimento apistico nazionale 2024, il Piemonte è al primo posto tra le regioni italiane sia come numero di alveari (nel 2024 191.887, pari a circa il 12,5% del patrimonio italiano ) che come operatori (7.171 apicoltori, pari a circa l’9% del totale nazionale). Dal 2015, ai sensi della l. 313/2004, è attiva una Anagrafe apistica nazionale di competenza del Ministero della Salute, che prevede l’obbligo di registrazione nella Banca Dati Apistica (BDA) sia degli apicoltori amatoriali che dei produttori apistici e dei loro relativi apiari.
Dal 1 novembre al 31 dicembre di ogni anno, la banca dati viene aggiornata attraverso il “censimento annuale” con le informazioni relative alla consistenza e alla dislocazione degli apiari posseduti, corredati di indirizzo e di coordinate geografiche.
Tra le informazioni da registrare nella Banca Dati Nazionale per ogni attività apistica, vi sono:
- la tipologia (produzione per commercializzazione/apicoltore professionista o produzione per autoconsumo);
- classificazione degli apiari (stanziale o nomade);
- sottospecie allevata (ligustica, sicula, carnica o altro);
- modalità di allevamento (convenzionale o biologica).
Attraverso la consultazione dei dati contenuti nell’Anagrafe Apistica Nazionale, è possibile evidenziare l’importanza del settore apistico piemontese a scala nazionale: nel 2024, il Piemonte si conferma al primo posto tra le regioni italiane per numero di apiari censiti (26.468, pari a circa il 14,2% del totale nazionale).
La distribuzione sul territorio regionale vede il 55% circa degli apiari concentrati tra le province di Cuneo (28,2%) e Torino (27%) e tale ripartizione si rispecchia anche nei dati relativi agli apicoltori: quelli censiti nel 2024 in Piemonte sono 7.171 (oltre il 9% del totale nazionale), distribuiti per il 35% circa in provincia di Torino e circa il 26,5% in quella di Cuneo.
Si tratta prevalentemente di operatori che producono per autoconsumo (63%), mentre i professionisti dediti alla commercializzazione dei prodotti dell’apicoltura rappresentano il 37% del totale. Il 25% degli apiari piemontesi risulta essere di tipo stanziale, mentre quasi il 75% degli apiari piemontesi vengono spostati per seguire determinati tipi di fioritura.
A sostegno dell’apicoltura piemontese, nel 2024 sono stati aperti appositi bandi, indirizzati sia alle associazioni di produttori apistici, sia ad apicoltori singoli o associati, per l’erogazione di contributi per attività ed iniziative articolate sulle diverse azioni delle linee di intervento previste per il settore, quali:
- corsi di aggiornamento e di formazione finanziati al 100% su tematiche quali la conservazione del miele, la lotta alla varroa o ad altri patogeni, le attrezzature e le tecniche apistiche;
- assistenza tecnica e consulenza alle aziende finanziati al 90% su tematiche tecniche, sanitarie, amministrative.
Sono stati inoltre erogati contributi (con copertura al 75% per le associazioni di produttori apistici ed al 60% per apicoltori singoli o associati) per acquisti finalizzati
- alla lotta contro gli aggressori e le malattie dell'alveare;
- alla prevenzione dei danni causati dalle avversità atmosferiche;
- al ripopolamento del patrimonio apistico;
- alla razionalizzazione della transumanza (arnie per nomadismo, noleggio o leasing veicoli, ecc);
- al miglioramento qualitativo ed alla valorizzazione delle produzioni dell'alveare.
Ulteriori contributi sono stati destinati nel 2024 alle associazioni di produttori apistici per attività di informazione e promozione a favore della qualità del prodotto (eventi di promozione, analisi di laboratorio sul miele connesse all’evento, materiale promozionale vario, ricettario a base di miele).
Con gli interventi sopra descritti, il settore apistico ha beneficiato complessivamente nel 2024 di oltre 1,9 milioni di euro di contributi, le cui linee di intervento sono dettagliate alla pagina dedicata del sito web regionale.
L'apicoltura tra le politiche di sviluppo rurale
Anche nell’ambito del Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) 2023-2027 è previsto uno specifico intervento a sostegno dell’apicoltura (SRA 18 - ACA 18), con la finalità di contribuire a contrastare il declino degli impollinatori e quindi la perdita di biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare habitat e paesaggi.
L’intervento, che ha una dotazione complessiva di 8 mln di euro, prevede un sostegno economico a copertura dei maggiori costi e minori guadagni per l’attività effettuata dagli apicoltori che mantengono un numero di alveari minimo pari a 52, apiari posti ad una distanza non inferiore a 2,2 km, ciascuno dei quali non può superare il numero di 80 alveari per postazione, in aree individuate e definite sul Geoportale, nel rispetto dei periodi di fioritura delle essenze botaniche, redigendo un’apposita relazione tecnica.
È stato emanato nel 2023 un bando unico di durata quinquennale che ha visto la presentazione di circa 500 domande, 429 delle quali sono state finanziate e 70 ammissibili ma non finanziabili per mancanza di fondi, per complessivi 1,6 milioni di euro.
I dettagli dell’intervento Impegni per l’apicoltura del CSR 2023-2027, con riferimento ai pagamenti annuali in base al numero di alveari iscritti sono liberamente consultabili sul sito web regionale
Informazioni e risorse aggiuntive
Complemento di sviluppo rurale (CSR) 2023-2027:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/sviluppo-rurale-piemonte/complemento-regionale-per-sviluppo-rurale-2023-2027-csr/testo-vigente-csr-2023-2027
Apicoltura nel CSR 2023-2027 - Intervento SRA18 - ACA18:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/sviluppo-rurale-piemonte/complemento-regionale-per-sviluppo-rurale-2023-2027-csr/sra18-aca18-impegni-per-lapicoltura
Finanziamenti all'apicoltura in Piemonte:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/zootecnia-pascoli-apicoltura/finanziamenti-allapicoltura