Interventi e progetti per la conservazione e la valorizzazione della biodiversità di interesse agrario e alimentare

Gli attuali modelli della filiera agroalimentare, ormai rivolta quasi in esclusiva alla produzione delle varietà più appetibili per le catene della grande distribuzione, tendono a ridurre la variabilità genetica del patrimonio rappresentato dalle varietà vegetali e dalle razze animali locali. Quando queste non offrono le caratteristiche quali-quantitative richieste dal mercato, sono oggetto di un progressivo abbandono, fino alla potenziale scomparsa.

L’impoverimento dell’agro-biodiversità che ne consegue assume risvolti significativi in diversi ambiti:

  • rispetto alla produzione agricola, antiche cultivar e razze animali locali rappresentano un patrimonio genetico al quale attingere per la creazione di nuove varietà, portatrici sia di caratteristiche organolettiche peculiari, valorizzate da una selezione ultradecennale, sia di quella resistenza ai patogeni e di quella capacità di adattamento a condizioni climatiche ed ambientali tipiche di specifici contesti territoriali che molti prodotti selezionati per la grande distribuzione non posseggono;
  • rispetto all’ambiente, soprattutto nella produzione frutticola e viticola, si registra un legame particolarmente stretto tra le antiche varietà ed i paesaggi rurali tradizionali, spesso caratteristici di zone marginali rispetto a quelle a maggior vocazione produttiva, ma connotate da una maggiore variabilità ambientale e da minori input da fertilizzanti ed agrofarmaci, cosa che consente di contenere il rischio di impatti sugli agroecosistemi e sulla salute pubblica.

A tali considerazioni sono sicuramente legati fattori quali la crescente richiesta di prodotti “a km zero” ed il rinnovato interesse per le cultivar locali e le aziende agricole tradizionali, che testimoniano una maggior consapevolezza da parte dei consumatori e costituiscono sicuramente un nuovo impulso per progetti e politiche volte alla conservazione dell’agro-biodiversità locale.


In tale direzione si muove da oltre 20 anni la Regione Piemonte: tramite le misure del PSR volte a favorire la salvaguardia degli agroecosistemi marginali e la conservazione delle varietà e delle razze in estinzione, l’allestimento di campi collezione in collaborazione con enti ed istituzioni tecnico-scientifiche particolarmente qualificate in materia di biodiversità e la promozione di fiere di settore.

Un risultato tangibile del lavoro svolto sino ad oggi è rappresentato dall’iscrizione di numerose varietà locali del Piemonte, appartenenti a specie agrarie ed ortive, nell’apposita sezione del Registro Nazionale dedicata alla varietà da conservazione.
Un altro esempio è costituito da centinaia di varietà locali piemontesi che risultano iscritte nel registro nazionale delle varietà delle piante da frutto.